- Italian Literature, Humanities, Music analysis, Opera, Giuseppe Verdi, 19th Century Italian Opera, and 29 moreArrigo Boito, Music History, Historical Musicology, La Scapigliatura Milanese, Music, Italian (Languages And Linguistics), Modern Italian Poetry, 19th Century Music, Puccini, Libretti, Cammarano, Italian Opera, Rossini, Music Philology, History of 19th century, Donizetti, Andrea Maffei, Milan (19th century), Musicology, Libretto studies, Melodrama, Italian Studies, Mozart, VIncenzo Bellini, Musical Theatre, Metastasio, Felice Romani, Opera Studies, and Musical dramaturgyedit
- Nato a Sansevero nel 1977, ha studiato presso l'Università degli studi di Bari laureandosi in lettere classiche e con... moreNato a Sansevero nel 1977, ha studiato presso l'Università degli studi di Bari laureandosi in lettere classiche e conseguendo il dottorato di ricerca in italianistica. Al centro dei suoi interessi è la librettistica italiana, e ad essa è dedicata la maggior parte delle sue pubblicazioni, tra cui «Leggendo libretti. Da “Lucia di Lammermoor” a “Turandot”» (Aracne, Roma 2013). Studioso della Scapigliatura e specialista del teatro di Arrigo Boito, è autore, tra l’altro, della voce sul letterato scapigliato dell’«Encyclopedia of Italian Literary Studies» (Routledge, New York 2007), della monografia «Arrigo Boito drammaturgo per musica. Idee, visioni, forma e battaglie» (Marsilio, Venezia 2010) e delle edizioni critiche della prima redazione dell’«Ero e Leandro» (Palomar, Bari 2004), del primo «Mefistofele» (Marsilio, Venezia 2013) e del «Pier Luigi Farnese» (Aracne, Roma 2014). È membro del Comitato nazionale per le celebrazioni del centenario della scomparsa di Arrigo Boito (1918-2018). Per i suoi studi sui libretti il Teatro La Fenice di Venezia gli ha conferito, nel 2014, il Premio Arthur Rubinstein. Insegna Storia dello spettacolo, Storia della musica e del teatro musicale e Storia del cinema nell'Accademia di Belle Arti di Bari.edit
Ce volume inclut vingt-deux essais sur les sources Renaissance dans le livret d'opera. Structure en quatre parties, il recueille des etudes sur les adaptations operatiques du Roland Furieux («L’Arioste et le Furieux»), de La Jerusalem... more
Ce volume inclut vingt-deux essais sur les sources Renaissance dans le livret d'opera. Structure en quatre parties, il recueille des etudes sur les adaptations operatiques du Roland Furieux («L’Arioste et le Furieux»), de La Jerusalem Delivree («Le Tasso et Armide») et de leurs «Epigones» (Cervantes, Metastase), en plus d'une section consacree a la reception lyrique des personnages de la Renaissance (Mona Lisa, les Medicis, Christophe Colomb, Pier Luigi Farnese, Beatrice Cenci, Torquato Tasso lui-meme). Il rend publics les resultats de la troisieme phase des seminaires consacres a «L’Opera narrateur», Renaissance et Opera (2013–2014) qui se sont tenus dans le cadre du Laboratoire d’Etudes Romanes de l’Universite Paris 8. Il analyse la maniere dont la scene musicale a su integrer a ses propres fins les poemes chevaleresques et privilegie le lien entre modele litteraire et ecriture pour le theâtre en musique, sans toutefois negliger les questions de mise en scene, de scenograp...
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La vera storia ci narra recueille trente-quatre essais de musicologues, d'historiens de la musique, du theâtre et du cinema, de litteraires, de biographes, de specialistes des medias contemporains, de chefs d'orchestre, de... more
La vera storia ci narra recueille trente-quatre essais de musicologues, d'historiens de la musique, du theâtre et du cinema, de litteraires, de biographes, de specialistes des medias contemporains, de chefs d'orchestre, de metteurs en scene et de chanteurs d'opera. Il s'articule en quatre sections : «Le temps de la narration », «La construction de l’oeuvre », «La narration scenique et cinematographique », «Verdi narre ».
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Il presente volume include diciannove saggi sulle fonti shakepeariane nella librettistica. Strutturato in sei parti, raccoglie studi sugli adattamenti delle tragedie (Re Lear) e delle commedie (La bisbetica domata, Tanto rumore per nulla,... more
Il presente volume include diciannove saggi sulle fonti shakepeariane nella librettistica. Strutturato in sei parti, raccoglie studi sugli adattamenti delle tragedie (Re Lear) e delle commedie (La bisbetica domata, Tanto rumore per nulla, La tempesta) e, in cinque sezioni monografiche, di Romeo e Giulietta, Amleto, Otello, Macbeth e Sogno di una notte di mezza estate. Rende pubblici i risultati della quarta fase dei seminari dedicati a «L’Opera narrateur», Shakespeare e l’Opera (2014–2015), tenutisi nell’ambito del Laboratoire d’Etudes Romanes dell’Universita Paris 8, in collaborazione con L’AmΩ L’Antique, le Moderne–Centre de recherche en litterature dell’Universita di Nantes e con il Groupe de recherche Litterature–Musique dell’Ecole Normale Superieure di Parigi. Analizza il modo in cui la scena musicale ha saputo interpretare ai propri fini le azioni shakespeariane, privilegiando il nesso tra modello letterario e scrittura per il teatro in musica, senza trascurare le questioni in...
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http://revel.unice.fr/symposia/actel/index.html?id=1663 Tra i Sessanta e i Settanta, gli anni più inquieti e battaglieri della sua carriera, Arrigo Boito amò dichiararsi « fidèle disciple » del suo « maître » Victor Hugo, l’ammirato... more
http://revel.unice.fr/symposia/actel/index.html?id=1663
Tra i Sessanta e i Settanta, gli anni più inquieti e battaglieri della sua carriera, Arrigo Boito amò dichiararsi « fidèle disciple » del suo « maître » Victor Hugo, l’ammirato letterato francese che a sua volta apprezzava il giovane italiano entusiasta delle sue opere e del suo impegno, come testimonia il loro decennale rapporto epistolare. Non fu solo un episodio, come ritenne Piero Nardi, perché l’influenza di Hugo sul letterato scapigliato fu effettivamente grandissima (anche in ambito politico) : autore di due studi su altrettante opere victorhughiane assai apprezzati dallo stesso Hugo, Boito derivò il suo sofisticato stile di scrittura, soprattutto nelle prose giornalistiche, da quello del maestro, e i venerati romanzi dello scrittore francese, tra l’altro, furono fonte preziosa per la poetica e la drammaturgia dei suoi libretti, dall’Ero e Leandro al Credo scellerato di Jago nell’Otello per Verdi.
Dans les années 1860-1870, les années les plus agitées et combatives de sa carrière, Arrigo Boito aimait se déclarer « fidèle disciple » de son « maître » Victor Hugo, qui a apprécié le jeune Italien enthousiaste de ses oeuvres et de son engagement, comme en témoigne leur relation épistolaire décennale. Ce n'était pas seulement un épisode, parce que l'influence d'Hugo sur l'homme de lettres « scapigliato » était très grande (également dans le domaine politique) : auteur de deux études sur autant d'oeuvres hugoliennes, très appréciées par Hugo lui-même, Boito a dérivé son écriture sophistiquée de celle du maître, en particulier dans la prose journalistique, et les romans de l'écrivain français, entre autres, étaient une source précieuse pour la poétique et la dramaturgie de ses livrets d'opéra, de Ero e Leandro au « Credo scellerato » de Jago dans Otello écrit pour Verdi.
Between the Sixties and the Seventies, the most restless and combative years of his career, Arrigo Boito loved to declare himself « fidèle disciple » of his « maître » Victor Hugo, whose work and social commitment he greatly admired. As evidenced by their ten-year epistolary relationship, the renowned French literary man reciprocated his young Italian devotee's appreciation. It was not just an episode, since Hugo's influence on his « scapigliato » disciple was actually very profound, affecting also the political sphere. Boito authored two studies on as many works by Hugo that were highly appreciated by the French dramatist himself. He also derived his sophisticated writing style, especially in journalistic prose, from that of the « maître ». Finally, Hugo's novels were, among other things, a precious source for the poetics and dramaturgy of his librettos, from Ero and Leandro to Jago's « Credo scellerato » in Otello for Verdi.
Tra i Sessanta e i Settanta, gli anni più inquieti e battaglieri della sua carriera, Arrigo Boito amò dichiararsi « fidèle disciple » del suo « maître » Victor Hugo, l’ammirato letterato francese che a sua volta apprezzava il giovane italiano entusiasta delle sue opere e del suo impegno, come testimonia il loro decennale rapporto epistolare. Non fu solo un episodio, come ritenne Piero Nardi, perché l’influenza di Hugo sul letterato scapigliato fu effettivamente grandissima (anche in ambito politico) : autore di due studi su altrettante opere victorhughiane assai apprezzati dallo stesso Hugo, Boito derivò il suo sofisticato stile di scrittura, soprattutto nelle prose giornalistiche, da quello del maestro, e i venerati romanzi dello scrittore francese, tra l’altro, furono fonte preziosa per la poetica e la drammaturgia dei suoi libretti, dall’Ero e Leandro al Credo scellerato di Jago nell’Otello per Verdi.
Dans les années 1860-1870, les années les plus agitées et combatives de sa carrière, Arrigo Boito aimait se déclarer « fidèle disciple » de son « maître » Victor Hugo, qui a apprécié le jeune Italien enthousiaste de ses oeuvres et de son engagement, comme en témoigne leur relation épistolaire décennale. Ce n'était pas seulement un épisode, parce que l'influence d'Hugo sur l'homme de lettres « scapigliato » était très grande (également dans le domaine politique) : auteur de deux études sur autant d'oeuvres hugoliennes, très appréciées par Hugo lui-même, Boito a dérivé son écriture sophistiquée de celle du maître, en particulier dans la prose journalistique, et les romans de l'écrivain français, entre autres, étaient une source précieuse pour la poétique et la dramaturgie de ses livrets d'opéra, de Ero e Leandro au « Credo scellerato » de Jago dans Otello écrit pour Verdi.
Between the Sixties and the Seventies, the most restless and combative years of his career, Arrigo Boito loved to declare himself « fidèle disciple » of his « maître » Victor Hugo, whose work and social commitment he greatly admired. As evidenced by their ten-year epistolary relationship, the renowned French literary man reciprocated his young Italian devotee's appreciation. It was not just an episode, since Hugo's influence on his « scapigliato » disciple was actually very profound, affecting also the political sphere. Boito authored two studies on as many works by Hugo that were highly appreciated by the French dramatist himself. He also derived his sophisticated writing style, especially in journalistic prose, from that of the « maître ». Finally, Hugo's novels were, among other things, a precious source for the poetics and dramaturgy of his librettos, from Ero and Leandro to Jago's « Credo scellerato » in Otello for Verdi.
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s.v. in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, XCV, 2019, pp. 39-41
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s.v. in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, XCIII, 2018, pp. 243-246.
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s.v. in Dizionario Biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, XCIII, 2018, pp. 114-117.
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Breve analisi dell'opera verdiana.
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Recensione di «Melodramma senza musica. Giovanni Pascoli, gli abbozzi teatrali e le Canzoni di Re Enzio» di Annarita Zazzaroni (Bologna 2013) e di «"Anch'io voglio scrivere per musica". Pascoli e il melodramma» di Alessandro Zattarin... more
Recensione di «Melodramma senza musica. Giovanni Pascoli, gli abbozzi teatrali e le Canzoni di Re Enzio» di Annarita Zazzaroni (Bologna 2013) e di «"Anch'io voglio scrivere per musica". Pascoli e il melodramma» di Alessandro Zattarin (Lanciano 2014).
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Riflettendo sulle peculiarità della fortunata forma poetica dei libretti del Metastasio, Giovanni Morelli ha posto l’accento sull’eccezionale potere sedativo dell’armoniosa trasparenza dei versi del poeta cesareo, riusati e imitati per... more
Riflettendo sulle peculiarità della fortunata forma poetica dei libretti del Metastasio, Giovanni Morelli ha posto l’accento sull’eccezionale potere sedativo dell’armoniosa trasparenza dei versi del poeta cesareo, riusati e imitati per lungo tempo fino alla volontaria o involontaria distorsione. La sua analisi consente, per contrasto, di rilevare la profonda trasformazione formale che investe il libretto e l’opera tra Sette e Ottocento, cogliendo non solo la mutazione della dinamica forma-contenuto ma anche, nella sopravvivenza o nel superamento dello stile metastasiano, il grado di intelligibilità del testo intonato e le relative ricadute estetiche e drammatiche.
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Dopo due prove generali, l’esordio di Arrigo Boito come autore di testi drammatici per musica è nel segno di Shakespeare. Un segno quasi inevitabile, se qualche anno dopo, ormai vicinissimo il debutto dell’Amleto (1865), musicato... more
Dopo due prove generali, l’esordio di Arrigo Boito come autore di testi drammatici per musica è nel segno di Shakespeare. Un segno quasi inevitabile, se qualche anno dopo, ormai vicinissimo il debutto dell’Amleto (1865), musicato dall’amico Franco Faccio, il poeta dichiara : «Il melodramma è la grande attualità della musica; Shakespeare è la grande attualità del melodramma. Sintomo imponente! L’arte tocca a Shakespeare? Sta bene, l’arte s’innalza». Ma la riscrittura della tragedia è terreno ampio che Boito fertilizza con ansia poliedrica, convinto dell’importanza di risolvere la ‘magagna’ del libretto e di dare una svolta sostanziale alla pigra prassi convenzionale che non permette all’opera italiana di sortir de l’ornière e di mettersi al passo con quanto accade oltre l’arco alpino. Shakespeare è la radice di un libretto rivoluzionario, del più sperimentale (e scapigliato) dei drammi per musica di Boito.
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Il riconoscimento dei tasselli della tradizione letteraria italiana impiegati nella traduzione/interpretazione dei passi dell'ipotesto inglese permette una nuova analisi delle dinamiche di riscrittura della commedia shakespeariana dal... more
Il riconoscimento dei tasselli della tradizione letteraria italiana impiegati nella traduzione/interpretazione dei passi dell'ipotesto inglese permette una nuova analisi delle dinamiche di riscrittura della commedia shakespeariana dal punto di vista intertestuale.
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Research Interests: Opera, Melodrama, Vittorio Alfieri, Teatro, Melodramma, and 4 moreópera, Libretti, Cammarano, and Giovanni Pacini
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Tra i testi fondamentali della scapigliatura milanese, "Il Libro dei versi", unica raccolta poetica di Arrigo Boito, contiene poesie-manifesto come "Dualismo", "A Emilio Praga" o "A Giovanni Camerana". Silloge breve ma fin troppo... more
Tra i testi fondamentali della scapigliatura milanese, "Il Libro dei versi", unica raccolta poetica di Arrigo Boito, contiene poesie-manifesto come "Dualismo", "A Emilio Praga" o "A Giovanni Camerana". Silloge breve ma fin troppo complessa e stratificata, volutamente oscura e più volte incompresa, è un raffinato diario degli eccitati anni della giovinezza del colto e malizioso poeta, tra icone della modernità, orrido, sensualità peccaminosa, victorhughiani Quasimodi delle fantasticherie, in una giostra di morti, macerie, rottami, canto di una bellezza alterata, putrescente, imbruttita, aggressiva, in cui riconoscere una diversa concezione estetica, debitrice di Baudelaire ma anche intimamente dantesca.
Questa nuova edizione critica, che apre l’Edizione nazionale delle opere di Arrigo Boito, offre per la prima volta, insieme a quello della princeps del 1877 (ripubblicata con modifiche nel 1902), l’inedito testo autografo, che fissa al meglio la poetica ribelle e demolitrice, ironica, stravagante e aspra che ha generato quei versi, composti tra il 1862 e il 1869, nel pieno della militanza scapigliata dell’autore.
Questa nuova edizione critica, che apre l’Edizione nazionale delle opere di Arrigo Boito, offre per la prima volta, insieme a quello della princeps del 1877 (ripubblicata con modifiche nel 1902), l’inedito testo autografo, che fissa al meglio la poetica ribelle e demolitrice, ironica, stravagante e aspra che ha generato quei versi, composti tra il 1862 e il 1869, nel pieno della militanza scapigliata dell’autore.
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Bersagliato da critiche asperrime o esaltato come genio incompreso, il librettista Francesco Maria Piave (1810-1876) è indissolubilmente legato a Giuseppe Verdi, per il quale scrisse i versi di ben dieci opere, tra cui "Ernani", "Macbeth"... more
Bersagliato da critiche asperrime o esaltato come genio incompreso, il librettista Francesco Maria Piave (1810-1876) è indissolubilmente legato a Giuseppe Verdi, per il quale scrisse i versi di ben dieci opere, tra cui "Ernani", "Macbeth" (con Andrea Maffei), "Stiffelio", "Rigoletto", "La traviata" e "La forza del destino". Questa piccola monografia, che non è una biografia, né un’agiografia e neppure un libello, è un’estesa analisi sul più assiduo collaboratore verdiano tesa a fare un po’ d’ordine nel mare magnum di giudizi e pregiudizi vecchi e nuovi, uno screziato mosaico di voci tra Alberto Savinio, Umberto Saba e recensori e studiosi di ieri e di oggi all’ombra titanica di Verdi.
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Pubblicata nel 1891, la novella "Il maestro di setticlavio" è il capolavoro letterario del celebre architetto e teorico del restauro Camillo Boito (1836-1914), squisito narratore per 'divertissement'. In una Venezia ben diversa da quella... more
Pubblicata nel 1891, la novella "Il maestro di setticlavio" è il capolavoro letterario del celebre architetto e teorico del restauro Camillo Boito (1836-1914), squisito narratore per 'divertissement'. In una Venezia ben diversa da quella ritratta in "Senso", va in scena la drammatica conclusione della parabola umana e artistica del musicista Luigi Zen intrecciata alla tragica storia d’amore di Nene, un racconto sonoro, estrema celebrazione del relativo e del transitorio, con cui lo scrittore dà corpo al ricordo dei suoi anni veneziani, della sua giovinezza, montando una sorta di melodramma autobiografico o, per meglio dire, una storia melodrammatica racchiusa in una scatola autobiografica. Questa edizione critica, contributo agli studi su Boito nel centenario della morte, ricostruisce il complesso reticolo dei ricordi, rivela l’identità dei personaggi reali trasfigurati e chiarisce il significato dei riferimenti musicali, tra Verdi e Wagner, progressisti e conservatori, passato e presente.
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Nel "Pier Luigi Farnese", scritto per Costantino Palumbo tra la fine del 1874 e il marzo del 1877 ma pubblicato solo nel 1891, Boito plasma genialmente la leggenda romantica e risorgimentale del Rinascimento nero, costruendo attorno alla... more
Nel "Pier Luigi Farnese", scritto per Costantino Palumbo tra la fine del 1874 e il marzo del 1877 ma pubblicato solo nel 1891, Boito plasma genialmente la leggenda romantica e risorgimentale del Rinascimento nero, costruendo attorno alla cruenta congiura di Piacenza del 1547 un dramma ricco di colore storico quanto tenebroso, sontuoso e violento, impregnato di tetre passioni, sfaccettato e inquietante, agitato e machiavellico, una tragedia tutta notturna. Questo volume, che ne offre per la prima volta il testo in edizione critica, analizza il dramma ricostruendone la complicata genesi, individuando le sorprendenti fonti storiche e letterarie e analizzandone la raffinata stratificazione semantica. Tra le lettere di Boito all’operista Palumbo, trascritte integralmente in appendice, c’è un’importante missiva inedita, contenente lo schema dell’opera inizialmente pensato dal drammaturgo.
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In questo volume sono raccolti tredici studi dedicati ad altrettanti libretti italiani otto e novecenteschi, testi per la più gran parte celebri, ideati per la musica di Donizetti, Verdi, Boito, Franchetti e Puccini: "Lucia di... more
In questo volume sono raccolti tredici studi dedicati ad altrettanti libretti italiani otto e novecenteschi, testi per la più gran parte celebri, ideati per la musica di Donizetti, Verdi, Boito, Franchetti e Puccini: "Lucia di Lammermoor", "Pia de’ Tolomei", "Luisa Miller" e "Il trovatore" di Cammarano, "I masnadieri" di Maffei, il primo "Mefistofele", "Otello" e "Falstaff" di Boito, "Asrael" di Fontana, "Manon Lescaut" di Oliva e Illica, "La fanciulla del West" di Civinini e Zangarini, "Gianni Schicchi" di Forzano e "Turandot" di Adami e Simoni. Prodotti letterari destinati indubbiamente all’intonazione ma con caratteristiche autoriali proprie, i tredici libretti sono analizzati, nei limiti del possibile, dalla parte dei librettisti, prima della loro trasformazione in testi musicati, come drammi per musica leggibili come tali: «una “lettura” che, puntando sul testo letterario, offre una base imprescindibile per identificare lo spessore culturale, storico, estetico delle stesse opere compiute» (dalla prefazione di Giulio Ferroni).
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Nei primi mesi del 1868 il "Mefistofele" di Arrigo Boito (Padova 1842 - Milano 1918), «opera» di soggetto fantastico e filosofico, insolitamente lunga, tutt'altro che convenzionale e in odore di eresia germanico-wagnerista, riscrittura... more
Nei primi mesi del 1868 il "Mefistofele" di Arrigo Boito (Padova 1842 - Milano 1918), «opera» di soggetto fantastico e filosofico, insolitamente lunga, tutt'altro che convenzionale e in odore di eresia germanico-wagnerista, riscrittura dell'intero Faust goethiano composta da un artista ventiseienne, scapigliato, autore sia della poesia sia della musica, operista esordiente improvvisatosi maestro concertatore e direttore d'orchestra nientemeno che alla Scala, incarnava la quintessenza dell'anomalia. E assolutamente atipica era anche la pubblicazione anticipata del rivoluzionario libretto, dramma in versi del quale l'autore rivendicava con forza la qualità letteraria, qui presentato per la prima volta in edizione critica, corredato di un ampio commento, che include il riscontro puntuale col capolavoro di Goethe e le sue traduzioni francesi e italiane, e introdotto da un saggio che, dalla genesi discontinua al glorioso fiasco del 5 marzo, svela la complessa natura della versione originaria del problematico capolavoro boitiano, del primo dei «due Mefistofeli», due testi in buona parte sovrapponibili ma distinti, non confondibili e nati con ottiche e obiettivi differenti, inconciliabili.
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Personalità di spicco della cultura italiana del secondo Ottocento, lo scapigliato Arrigo Boito (Padova, 1842 - Milano, 1918), intellettuale colto e raffinato ma anche ambiguo, malizioso e dissacrante come pochi, visse la propria... more
Personalità di spicco della cultura italiana del secondo Ottocento, lo scapigliato Arrigo Boito (Padova, 1842 - Milano, 1918), intellettuale colto e raffinato ma anche ambiguo, malizioso e dissacrante come pochi, visse la propria vocazione melodrammatica come perno centrale di una battaglia per il rinnovamento dell’arte nazionale e per la sua apertura al panorama europeo. Questo libro esamina la librettistica boitiana seguendo un percorso che, accanto a estese considerazioni generali e a un’analisi delle strategie formali, si sofferma con diverse modalità d’approccio su sei drammi emblematici: "Amleto", "Mefistofele", "Otello", "La Gioconda", "Pier Luigi Farnese" e "Iràm". Riforma del melodramma, valore del passato, esperienza giornalistica, rapporto col pubblico, impatto con Verdi e Wagner, poetica, drammaturgia, riscrittura, intertestualità, esoterismo e massoneria, invenzione scenica e strategie linguistiche e metriche sono alcuni dei temi affrontati per indagare la figura e la statura di Boito librettista e offrire nuovi spunti per una lettura a tutto tondo dei suoi drammi per musica.