Skip to main content
La realtà è queer. Ovvero, è un processo ritagliato e fissato dalle parole, è un movimento fotografato dal sapere. E se fotografi un movimento il risultato è sempre un po' sfuocato: queer, bizzarro, eccentrico. Come è ogni identità, ogni... more
La realtà è queer. Ovvero, è un processo ritagliato e fissato dalle parole, è un movimento fotografato dal sapere. E se fotografi un movimento il risultato è sempre un po' sfuocato: queer, bizzarro, eccentrico. Come è ogni identità, ogni essere (vivente o non vivente), ogni soggetto e ogni oggetto, ovvero ogni dinamica immortalata in un'istantanea.
Poeta, scrittore, regista, giornalista e acuto osservatore dei mutamenti sociali, Pasolini ha lasciato un segno in ognuno dei campi in cui ha riversato il proprio talento artistico e intellettuale. Letterati, filosofi, psicanalisti e... more
Poeta, scrittore, regista, giornalista e acuto osservatore dei mutamenti sociali, Pasolini ha lasciato un segno in ognuno dei campi in cui ha riversato il proprio talento artistico e intellettuale. Letterati, filosofi, psicanalisti e studiosi di cinema ne interrogano i diversi volti, lontano da ogni intento agiografico, per cogliere la viva attualità dell’opera e della riflessione dell’autore nelle sue diverse declinazioni. Quale, insomma, l’eredità di Pasolini oggi?
ENGLISH By tradition, the critical exercise has always had targeted the emancipation of the subject, its liberation from the constraints of power. But, from Foucault, the political-theoretical reflection has profoundly reshaped the... more
ENGLISH
By tradition, the critical exercise has always had targeted the emancipation of the subject, its liberation from the constraints of power. But, from Foucault, the political-theoretical reflection has profoundly reshaped the relationship between subject, power and critical outlining a problematic framework that is one of the central themes of philosophical debate.
What is a apparatus? In which way historicity produces subjectivity? The "parrhesia" and "techniques of the self" escape to the networks of knowledge-power or are also marked? What makes possible the "universalizing" and "individualizing" of governmentality?
These and other theoretical issues are being investigated in this book, which alternates pages dedicated to a close comparison with Foucault, putting to good use ambiguities and aporias, to pages that outlined a genealogy of power and of critical thinking in their relations with the writing practices, from the Mesopotamian civilization to ancient Greece. Just in the objectification and subjectifications produced by the device of writing are in fact traced, by the author, so the conditions of disciplinary power and biopolitics, as the genesis of the critical thinking. Thus emerge the features of a "semiotics of power" in which genealogical method is problematically involved.

- - - ITALIANO
Per tradizione, l’esercizio critico ha sempre avuto di mira l’emancipazione del soggetto, la sua liberazione dai vincoli del potere. Ma, a partire da Foucault, la riflessione teoretico-politica ha profondamente ridisegnato i rapporti tra soggetto, potere e critica delineando un quadro problematico che costituisce oggi uno dei temi al centro del dibattito filosofico.
Che cos’è un dispositivo? In che modo la storicità produce soggettivazione? La pratica «parresiastica» e le «tecniche del sé» si sottraggono alle reti di sapere-potere o ne sono anch’esse segnate? Cosa rende possibile il carattere «universalizzante» e «individualizzante» della governamentalità?
Questi e altri nodi teorici sono oggetto d’indagine del presente libro, che alterna pagine dedicate a un serrato confronto con Foucault, mettendone a frutto ambiguità e aporie, a pagine in cui viene delineata una genealogia del potere e della critica nei loro rapporti con le pratiche di scrittura, dalla civiltà mesopotamica all’antica Grecia. Proprio nelle oggettivazioni e nelle soggettivazioni prodotte dal dispositivo della scrittura vengono infatti rintracciate, dall’autore, tanto le condizioni di possibilità del potere disciplinare e biopolitico, quanto la genesi dell’atteggiamento critico. Emergono così i lineamenti di una «semiotica del potere» in cui lo stesso sguardo genealogico è problematicamente coinvolto.
Il volume presenta quattro studi che muovono da differenti prospettive disciplinari: l’economia, la biologia, la psicologia e l’estetica, nondimeno frequentate per delineare infine un comune orizzonte di ricerca. L’impulso in tal senso è... more
Il volume presenta quattro studi che muovono da differenti prospettive disciplinari: l’economia, la biologia, la psicologia e l’estetica, nondimeno frequentate per delineare infine un comune orizzonte di ricerca. L’impulso in tal senso è nato da un progetto patrocinato dalla Cooperativa La Fenice, sostenuto dalla Fondazione Cariplo ed elaborato dalla Associazione Culturale “Diaforà”, che da tempo è impegnata nella messa a punto di programmi di alta formazione incentrati sulla nozione di differenza. Vita economica e vita biologica, singolarità di ogni opera d’arte e unicità della vita psicologica sono qui affrontate nella consapevolezza di una profonda relazione “carsica” che collega le diverse forme di vita e le diverse metodologie culturali, rendendole espressione comune del cammino della verità nella differenza delle sue figure e dei suoi significati. In tal modo la ricerca esemplifica in modi emblematici la sottesa unità della avventura del sapere, al di là delle tradizionali separazioni disciplinari.
ENGLISH - Forty years have passed since the publication of The Anti-Oedipus, a text with its energetic style and its radical theses burst on the scene of the seventies with extraordinary diffusion and momentous effects. If until then... more
ENGLISH - Forty years have passed since the publication of The Anti-Oedipus, a text with its energetic style and its radical theses burst on the scene of the seventies with extraordinary diffusion and momentous effects. If until then psychoanalysis was raised on the barricades along with Marxist texts, Deleuze and Guattari dramatically interrupted this union.
At the same time the most crowded appointment of students and intellectuals of Paris continued to be the Seminary of the psychoanalyst Jacques Lacan. The argument in The Anti-Oedipus entertained an ambiguous relationship with the French psychoanalyst. In the contemporary debate Deleuze and Lacan are two references essential. So what is at stake in their relationship? Which configuration assume today the crucial terms of Law, Desire and Capitalism?
- - -
ITALIANO - Sono trascorsi quarant'anni dalla pubblicazione de L'anti-Edipo, un testo che con il suo stile energico e le sue tesi radicali irruppe sulla scena degli anni settanta con straordinaria diffusione ed effetti epocali. Se fino ad allora la psicoanalisi veniva innalzata sulle barricate insieme ai testi marxisti, Deleuze e Guattari interrompevano drasticamente questo connubio.
Contemporaneamente il più affollato appuntamento di studenti e intellettuali di Parigi continuava a essere  il Seminario dello psicoanalista Jacques Lacan. Con lui però le tesi di rottura del libro intrattenevano un riferimento più ambiguo. Nel dibattito contemporaneo Deleuze e Lacan restano due riferimenti imprescindibili. Cosa dunque
è in gioco nel loro rapporto? Quale assetto assumono oggi i termini cruciali di Legge, Desiderio e Capitalismo?

F. Vandoni, E. Redaelli, P. Pitasi (eds.). Con saggi di: M. Recalcati, L. Bazzicalupo, R. Ronchi, F. Berardi Bifo, F. Carmagnola, S. Lippi, P. Godani, P. Pitasi, E. Redaelli, P. Landman, F. Chicchi, A. Pagliardini, U. Fadini, F. Vandoni, F. Spina, F. Giardini.
Dopo la crisi dei fondamenti, che senso ha ancora la filosofia? Come fa a dire quel che dice, su che poggia il suo sapere? A quale criterio può appellarsi e in base a quale autorità ha ancora diritto di parola? Sono, queste, domande che... more
Dopo la crisi dei fondamenti, che senso ha ancora la filosofia? Come fa a dire quel che dice, su che poggia il suo sapere? A quale criterio può appellarsi e in base a quale autorità ha ancora diritto di parola?
Sono, queste, domande che il presente libro pone a tre autori dell'attuale panorama filosofico italiano: Gianni Vattimo, Vincenzo Vitiello, Carlo Sini. Tre filosofi che con la questione del fondamento si sono confrontati, senza sfuggire al problema del fondamento del loro stesso dire, ovvero della legittimità della propria prassi filosofica. Più che un problema, un vero e proprio paradosso, come la riflessione di Heidegger ha mostrato a suo modo attraverso i temi del circolo ermeneutico, della storicità e dell'Evento (Ereignis). La ragione, quando vuol dar ragione di se stessa, si trova infatti coinvolta in un vortice senza fondo. Vortice in cui sono catturati tutte le nostre scienze e tutti i nostri saperi.
Vattimo, Vitiello e Sini indicano in tale paradosso non solo la questione irrisolta del pensiero ermeneutico successivo a Heidegger, ma il nodo dei nodi della filosofia e della razionalità occidentale. Nodo che non può essere evitato e che perciò essi pongono al centro della riflessione filosofica. O meglio, vi si pongono al centro. Al centro del vortice, in cui ne va, quindi, del senso stesso di ciò che dicono, ovvero della sensatezza e della legittimità del loro fare filosofia. L'esito di questa loro mossa, di questo gesto radicale che, anziché sottrarsi alle aporie della ragione, tenta di farsene carico, viene vagliato lungo un itinerario che attraversa gli snodi principali della loro riflessione, mettendone a confronto sviluppi e strategie, nel tentativo di sondare quale via possa ancora percorrere il pensiero contemporaneo.
Il 15 novembre 2013, presso la Casa della Cultura di Milano, si è tenuta una giornata di studio dedicata al pensiero di Carlo Sini, organizzata da alcuni degli allievi che, nell’arco di quarant’anni, si sono formati al suo... more
Il 15 novembre 2013, presso la Casa della Cultura di Milano, si è tenuta una giornata di studio dedicata al pensiero di Carlo Sini, organizzata da alcuni degli allievi che, nell’arco di quarant’anni, si sono formati al suo magistero. L’occasione è parsa propizia per presentare, attraverso una serie di incursioni tematiche, una riflessione generale sul complesso delle Opere di Carlo Sini. Ciascuno dei relatori ha indicato il libro che maggiormente ha segnato il suo personale cammino di ricerca, pro-ponendone una rilettura originale e spesso interrogativa, rivolta all’autore stesso e aperta al dialogo con lui. Si raccolgono qui i testi delle relazioni presentate durante la giornata, testi che vorrebbero costituire una sorta di complemento ai volumi delle Opere in corso di pubblicazione presso Jaca Book. In Appendice la parola torna poi a Sini stesso il quale, alla luce dei contributi e delle proposte avanzate dai relatori, traccia e rintraccia l’orizzonte per quella nuova navigazione che, a suo avviso, chi fa filosofia dovrà a breve affrontare.
«Più in alto, o più nel profondo, della “teoretica” sta l’“etica”». Questa frase, che troviamo in uno dei sei volumi di Figure dell’enciclopedia filosofica di Carlo Sini, prima ancora che essere «detta» o «scritta» dall’autore, è stata –... more
«Più in alto, o più nel profondo, della “teoretica” sta l’“etica”». Questa frase, che troviamo in uno dei sei volumi di Figure dell’enciclopedia filosofica di Carlo Sini, prima ancora che essere «detta» o «scritta» dall’autore, è stata – e continua a essere – vivamente incarnata e testimoniata dal suo insegnamento. Un insegnamento interamente etico, volto cioè a produrre un ethos, un abito, una prassi. Non dottrine, né teorie. Questo ethos può chiamarsi in molti modi («etica della scrittura», «pratica del foglio-mondo», «esercizio autobiografico»), ma il suo nome, in ultima analisi, è uno solo: filosofia.
All’esercizio filosofico di Carlo Sini s’ispirano i diversi saggi raccolti in questo volume. L’intento del libro è, da una parte, offrire un’introduzione al suo pensiero, non immortalandone le «figure» ma attraversandole e mettendole «in esercizio»; dall’altra, aprirlo al confronto con altri autori, tessendo con questi un dialogo che vuol essere filosoficamente proficuo.
According to the psychoanalyst Jacques-Alain Miller, "In matters of the arse, or in the field of sexuality if you prefer to speak elegantly, everything’s now a big mess. Everything is upside down. Butler and her Maenads have created... more
According to the psychoanalyst Jacques-Alain Miller, "In matters of the arse, or in the field of sexuality if you prefer to speak elegantly, everything’s now a big mess. Everything is upside down. Butler and her Maenads have created insane turmoil". As far as Miller’s concerned, Judith Butler is the source of this turmoil.
What is all this turmoil about? The concept of gender. I discuss it in this article, "Who is afraid of sexual difference? Judith Butler meets Jacques Lacan", written for "Vestigia" (online journal of the International network of psychoanalytic practices).
ENGLISH: Brief history of the philosophical notion of "event" from Heidegger to Foucault via Bergson and Deleuze.
ITALIANO: Breve storia della nozione filosofica di "evento" da Heidegger a Foucault passando per Bergson e Deleuze.
La teoria darwiniana della selezione naturale presenta diverse criticità. La più importante riguarda proprio la nozione di "selezione", che Darwin ricava dalla selezione artificiale e applica al campo della natura. Quest'applicazione... more
La teoria darwiniana della selezione naturale presenta diverse criticità. La più importante riguarda proprio la nozione di "selezione", che Darwin ricava dalla selezione artificiale e applica al campo della natura. Quest'applicazione produce però una visione "umana troppo umana" del divenire naturale, in cui a risultare centrale è l'azione del negativo anzichè il proliferare positivo delle forme naturali.
Il saggio nasce da una discussione svoltasi presso il Laboratorio di Filosofia e Cultura "Mechrì" di Milano, che ha dedicato un anno di ricerche e seminari al tema dell'evoluzione, lavori poi confluiti nel volume "Evoluzione, progresso" da cui è tratto il testo.
Ogni ontologia è politica. Ogni ontologia - sia essa filosofica o scientifica - è cioè sempre la sedimentazione di una prassi: è la traccia rimasta in luce di un fare scivolato nell’ombra, come le orme di una danza rimaste segnate sul... more
Ogni ontologia è politica. Ogni ontologia - sia essa filosofica o scientifica - è cioè sempre la sedimentazione di una prassi: è la traccia rimasta in luce di un fare scivolato nell’ombra, come le orme di una danza rimaste segnate sul pavimento. È il sapere (apollineo) rimasto a galla di una vita (dionisiaca) sprofondata nell’oblio. Un sapere (is) come fare (ought), ossia un originario saper fare (is come ought).
Con l'adagio "non c'è rapporto sessuale" Lacan indica un buco nel sapere, una impasse nella conoscenza. Questo buco è la ragione di fondo di tutti gli scandali legati al sesso e alla sessualità. Come leggere questo buco in termini... more
Con l'adagio "non c'è rapporto sessuale" Lacan indica un buco nel sapere, una impasse nella conoscenza. Questo buco è la ragione di fondo di tutti gli scandali legati al sesso e alla sessualità. Come leggere questo buco in termini immanenti e non dialettici? Come un ritmo.
In questo saggio si parla di: oggetti capelluti, mana, sciamani, arte e ornamento, "Atmosphères" di György Ligeti, indianə trans e subcultura Hijra, teoria matematica delle categorie. E poi di: Claude Lévi-Strauss, Marcel Mauss, Ferdinand... more
In questo saggio si parla di: oggetti capelluti, mana, sciamani, arte e ornamento, "Atmosphères" di György Ligeti, indianə trans e subcultura Hijra, teoria matematica delle categorie. E poi di: Claude Lévi-Strauss, Marcel Mauss, Ferdinand De Saussure, Bruno Latour,  Platone. E molto altro.
This essay analyzes the origin of sexuality and its relationship with the institution. The issue is addressed from the perspective of psychoanalysis (Freud, Lacan), anthropology (Claude Lévi-Strauss) and philosophy (Foucault, Butler,... more
This essay analyzes the origin of sexuality and its relationship with the institution. The issue is addressed from the perspective of psychoanalysis (Freud, Lacan), anthropology (Claude Lévi-Strauss) and philosophy (Foucault, Butler, Zupančič, Žižek). From the analysis of sexual difference as “real/impossible” a perspective comes to light: sex it is not a symbolic construct and not even an extra-symbolic reference, but what marks the irreducible (contradiction) limit of the symbolic order.
Estratto pubblicato da "Le parole e le cose". Il saggio completo è pubblicato nel volume "Clinica delle organizzazioni. Prospettive teoriche e pratiche tra Lacan, Deleuze e Foucault", a cura di F. Leoni, A. Nicolini e R. Panattoni... more
Estratto pubblicato da "Le parole e le cose". Il saggio completo è pubblicato nel volume "Clinica delle organizzazioni. Prospettive teoriche e pratiche tra Lacan, Deleuze e Foucault", a cura di F. Leoni, A. Nicolini e R. Panattoni (Mimesis 2021), col titolo "Sesso e istituzione: un nodo".
ABSTRACT - - - This essay analyzes the origin of sexuality and its relationship with the institution. The issue is addressed from the perspective of psychoanalysis (Freud, Lacan), anthropology (Claude Lévi-Strauss) and philosophy (Foucault, Butler, Zupančič, Žižek). From the analysis of sexual difference as “real/impossible” a perspective comes to light: sex it is not a symbolic construct and not even an extra-symbolic reference, but what marks the irreducible (contradiction) limit of the symbolic order.
This essay analyzes the origin of sexuality and its relationship with the institution. The issue is addressed from the perspective of psychoanalysis (Freud, Lacan), anthropology (Claude Lévi-Strauss) and philosophy (Foucault, Butler,... more
This essay analyzes the origin of sexuality and its relationship with the institution. The issue is addressed from the perspective of psychoanalysis (Freud, Lacan), anthropology (Claude Lévi-Strauss) and philosophy (Foucault, Butler, Zupančič, Žižek). From the analysis of sexual difference as “real/impossible” a perspective comes to light: sex it is not a symbolic construct and not even an extra-symbolic reference, but what marks the irreducible (contradiction) limit of the symbolic order.
Questo saggio discute l'eredità di "Al di là il principio del piacere" di Freud e l’interpretazione datane da Jacques Lacan e Gilles Deleuze. Cosa c'è oltre il principio del piacere? Molti lacaniani rispondono: la pulsione di morte. Ma il... more
Questo saggio discute l'eredità di "Al di là il principio del piacere" di Freud e l’interpretazione datane da Jacques Lacan e Gilles Deleuze. Cosa c'è oltre il principio del piacere? Molti lacaniani rispondono: la pulsione di morte. Ma il testo di Freud suggerisce un’altra risposta: la pulsione sessuale. Lo scopo di questo saggio è quello di analizzare il rapporto tra pulsione di morte e pulsione sessuale, ripercorrendo innanzitutto la loro difficile collocazione nel pensiero freudiano e lacaniano.
- - - ENG - - This essay discusses the heritage of Freud’s Beyond the Pleasure Principle and its interpretation by Jacques Lacan and Gilles Deleuze. What’s beyond the pleasure principle? Many lacanians answer: death drive. But Freud’s text suggests another response: sexual drive. The purpose of this essay is to analyze the relationship between death drive and sexual drive retracing first of all their difficult location in Freudian and Lacanian thought.
Che cosa hanno in comune la meccanica quantistica, l'antropologia dei popoli amerindi, il femminismo e gli studi di genere? Si tratta di ambiti disciplinari molto lontani tra loro come terre separate dalla deriva dei continenti. Eppure da... more
Che cosa hanno in comune la meccanica quantistica, l'antropologia dei popoli amerindi, il femminismo e gli studi di genere? Si tratta di ambiti disciplinari molto lontani tra loro come terre separate dalla deriva dei continenti. Eppure da qualche anno si avverte una scossa che tutti li attraversa simultaneamente. Un movimento tellurico che non sarebbe azzardato definire come una comune tendenza epistemologica o come un nuovo paradigma ontologico. Lo potremmo chiamare un paradigma queer, ma solo perché l'aggettivo suona più inclusivo e semanticamente ricco rispetto ad altre connotazioni, meno accattivanti, che potrebbero ugualmente definirne l'orizzonte: immanente, neomaterialista, metamorfico, post-umano. È ciò che emerge se si leggono in concomitanza due testi assai diversi: "Performatività della natura. Quanto e queer" di Karen Barad (edizioni ETS) e "Prospettivismo cosmologico in Amazzonia e altrove" di Eduardo Viveiros De Castro (Quodlibet).
- - - ENGLISH - - -
What do quantum mechanics, the anthropology of the Amerindian peoples, feminism and gender studies have in common? These are disciplinary fields very distant from each other. Yet for some years there has been a tremor that goes through them all simultaneously. A telluric movement that it would not be hazardous to define as a common epistemological trend or as a new ontological paradigm. We could call it a queer paradigm, but only because the adjective sounds more in-clusive and semantically rich than other connotations which could equally define its horizon: immanent, neo-materialist, metamorphic, post-human. This is what emerges if two very different texts are read concurrently: "Performatività della natura. Quanto e queer" by Karen Barad and "Cosmological Perspectivism in Amazo-nia and Elsewhere" by Eduardo Viveiros De Castro.
ITA - - - La legge è attraversata da una duplicità: eccezione e dogma. Questo saggio indaga la tensione tra questi due poli attraverso diversi temi e autori. - - - ENG - - The law is crossed by a duplicity: exception and dogma. This... more
ITA - - - La legge è attraversata da una duplicità: eccezione e dogma. Questo saggio indaga la tensione tra questi due poli attraverso diversi temi e autori. - - - ENG - -  The law is crossed by a duplicity: exception and dogma. This essay investigates the tension between these two poles through different themes and authors.
ITALIANO Ogni struttura, dunque anche ogni istituzione, è abitata da una «casella vuota», uno spazio mobile e mai colmabile che ne mette in movimento gli elementi e ne regola la dinamica destituente/istituente. Questa idea – che trova... more
ITALIANO
Ogni struttura, dunque anche ogni istituzione, è abitata da una «casella vuota», uno spazio mobile e mai colmabile che ne mette in movimento gli elementi e ne regola la dinamica destituente/istituente. Questa idea – che trova una delle sue tante formulazioni, forse la più celebre, nel testo sullo Strutturalismo di Deleuze – è l’esito di un lungo e fecondo tragitto. Il percorso coincide, almeno nelle sue svolte più significative, con quello della scuola sociologica francese che, da Durkheim, attraverso Mauss, giunge sino all’antropologia di Lévi-Strauss. E trova nella nozione di "mana" un vero e proprio paradigma.
ENGLISH
Every structure, therefore also every institution, is inhabited by an "empty box", a mobile space that can never be filled, which sets the elements in motion. This idea – which finds one of its many for-mulations, perhaps the most famous, in Deleuze's Structuralism – is the outcome of a long and fruit-ful path, from Durkheim, through Mauss, to the anthropology of Lévi-Strauss. To understand its genesis and follow its evolutionary path, it is necessary to focus attention on Marcel Mauss’s work and on his way of thinking about institutions.
ENGLISH Is it possible to draw a dividing line between human and animal and between sex and love? Discussion of the essay by Alain Badiou "What does 'sexual intercourse' mean to be able to affirm that there is no". ITALIANO È possibile... more
ENGLISH
Is it possible to draw a dividing line between human and animal and between sex and love? Discussion of the essay by Alain Badiou "What does 'sexual intercourse' mean to be able to affirm that there is no".
ITALIANO
È possibile tracciare una linea divisoria tra umano e animale e tra sesso e amore? Discussione del saggio di Alain Badiou "Che cosa deve significare 'rapporto sessuale' per poter affermare che non c'è".
Research Interests:
ENGLISH Music, simultaneity and the relationship between the whole and the parts are three themes closely intertwined in Lévi-Strauss's work. To illustrate these themes, as gradually elaborated by Lévi-Strauss, we will follow a path in... more
ENGLISH
Music, simultaneity and the relationship between the whole and the parts are three themes closely intertwined in Lévi-Strauss's work. To illustrate these themes, as gradually elaborated by Lévi-Strauss, we will follow a path in several stages along his intellectual journey: simultaneity, chess and music are the three figures that will guide us.
ITALIANO 
Musica, simultaneità e rapporto tra il tutto e le parti sono tre temi strettamente intrecciati nell'opera di Lévi-Strauss. Scelta da lui stesso come leitmotiv che accompagna la composizione della tetralogia Mythologiques per evocare quella totalità strutturale di cui ambisce a cogliere la cifra, nel corso degli anni la musica sembra condurre l'antropologo verso lidi post-strutturalisti all'insegna dell'immanenza. Quando la nozione di struttura lascerà sempre più il passo a quella di trasformazione, sarà sempre la musica a fornirgli il modello di riferimento. Lungo questa china, cambia il modo in cui Lévi-Strauss concepisce il rapporto tra il tutto e le parti, fortemenete connesso a quello tra la regola e la sua applicazione, tra ciò che è virtuale e ciò che è attuale. Forse non di un vero e proprio cambiamento si tratta, ma di due diverse tendenze alternativamente presenti nel pensiero lévi-straussiano: la prima volta a cogliere il tutto come un insieme di regole, nella guisa di una formula algebrica, la seconda volta a una comprensione del tutto e delle parti come simultanei e reciprocamente immanenti, prediligendo così le variazioni paradigmatiche alle permutazione algebriche e la metafora della forza a quella della forma.
Per illustrare il rapporto tra il tutto e le parti, come via via elaborato da Lévi-Strauss, seguiremo un percorso in più tappe lungo il suo itinerario intellettuale: simultaneità, scacchi e musica sono le tre figure che ci faranno da guida.
ENGLISH With respect to gender equality, what can or cannot the law do? The question is first and foremost dealt with through the perspective of Michel Foucault's political philosophy, aimed at pinpointing the limits of the law and the... more
ENGLISH
With respect to gender equality, what can or cannot the law do? The question is first and foremost dealt with through the perspective of Michel Foucault's political philosophy, aimed at pinpointing the limits of the law and the limits of a politics of rights, then through the point of view of anthropology (Claude Lévi-Strauss) and psychoanalysis (Jacques Lacan) on gender difference and, in particular, the interpretation given by Slavoj Žižek. From the analysis of sexual difference as "real/impossible" a perspective comes to light: while, on the one hand, the law can not constitutively lead to an equalization of genders, since these are inhabited by a real/impossible excess, on the other precisely said excess leads to the need for a constant re-articulation of the law and its symbolic order.
ITALIANO
Per quanto riguarda l'uguaglianza di genere, cosa può o non può fare la legge? La questione è affrontata innanzitutto attraverso la prospettiva della filosofia politica di Michel Foucault, volta a individuare i limiti della legge e di una politica dei diritti; quindi attraverso il punto di vista dell'antropologia (Claude Lévi-Strauss) e della psicoanalisi (Jacques Lacan) sulla differenza di genere, in particolare nella lettura datane da Slavoj Žižek. Dall'analisi della differenza sessuale come "reale/impossibile", emerge una prospettiva: se, da un lato, la legge non può costitutivamente portare a una parificazione dei generi, poiché questi sono abitati da un eccesso reale/impossibile, d’altra parte proprio questo eccesso porta alla necessità di una costante riarticolazione della legge e dell’ordine simbolico.
Esercizio di riscrittura delle "Tesi su feuerbach" di Marx, in "Noema", 5-1 (2014).
ITALIANO - - - Questo saggio nasce dalla rielaborazione di alcuni interventi presso “Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura” di Milano incentrati sui temi del lavoro, della moneta e della finanza. Perché c’è la disoccupazione? È... more
ITALIANO - - - Questo saggio nasce dalla rielaborazione di alcuni interventi presso “Mechrí – Laboratorio di filosofia e cultura” di Milano incentrati sui temi del lavoro, della moneta e della finanza.
Perché c’è la disoccupazione? È questa la domanda da cui ho preso le mosse per rievocare “I poveri del lavoro”, una delle figure realizzate dalla Piccola Accademia pubblicata nel volume “La vita povera. Album della Piccola Accademia”, in occasione del ciclo di incontri a esso dedicato presso l’associazione milanese. La domanda si è trascinata dietro altre domande, suscitate da ciò che la figura mette in scena e dal tentativo di rianimarne il senso: che cos’è originariamente il lavoro? In che rapporto sta il lavoro con la moneta? E come sorge la moneta? Cosa, insomma, si muove al fondo dell’economia umana? Sono, questi, temi e problemi che hanno poi trovato un’eco e uno spontaneo prolungamento nel ciclo di incontri da me dedicato, nell’anno di lavoro a Mechrí, al libro di Massimo Amato e Luca Fantacci “Fine della finanza”. In quell’occasione sono tornato sulla questione della moneta, guardata questa volta nelle sue più recenti evoluzioni, a partire cioè dalla finanza e dalle sue crisi (cui si ricollega il problema della disoccupazione e dei “Poveri del lavoro”). Ricostruire a posteriori il cammino svolto in quegli incontri ha significato intrecciare i diversi motivi via via emersi provando a tesserli in un unico quadro, che tenga anche conto degli interventi e delle conversazioni seguite a ciascuna di quelle occasioni. Più che un quadro unitario, un curioso percorso circolare: dai problemi dell’occupazione all’economia della vita umana e ritorno. - - - ENGLISH  - - - This essay arises from the re-elaboration of some lectures at "Mechrí - Laboratory of Philosophy and Culture" in Milan, focusing on the themes of labour, currency and finance.
Why there is unemployment? What is the labour originally? What is the relationship between labour and money? And how does the coin rise? What, in short, moves to the bottom of the human economy?
Il dibattito filosofico-giuridico sullo stato di eccezione, che vede protagonisti Carl Schmitt e Walter Benjamin, verte su un’anomia che è stata più volte (dallo stesso Benjamin, ma poi anche da Jacques Derrida e da Giorgio Agamben) messa... more
Il dibattito filosofico-giuridico sullo stato di eccezione, che vede protagonisti Carl Schmitt e Walter Benjamin, verte su un’anomia che è stata più volte (dallo stesso Benjamin, ma poi anche da Jacques Derrida e da Giorgio Agamben) messa in relazione con il linguaggio. Che legame vi è tra linguaggio e anomia? Una genealogia dello stato di eccezione, se deve necessariamente confrontarsi con la soglia del linguaggio, deve poi anche prendere in considerazione un’ulteriore soglia (suggerita da Schmitt): quella della scrittura. Senza una messa a fuoco del dissidio tra parola orale (agraphos nomos) e scrittura (nomos scritto) non si comprenderebbero, infatti, la genesi dello stato di eccezione e i suoi precedenti storici.
Quale oscuro desiderio anima la filosofia? Questa la domanda che, non senza sospetto, Nietzsche ha avuto la forza di sollevare e con la quale il pensiero a lui successivo non può non fare i conti. Oscuro è il desiderio del filosofo e... more
Quale oscuro desiderio anima la filosofia? 
Questa la domanda che, non senza sospetto, Nietzsche ha avuto la forza di sollevare e con la quale il pensiero a lui successivo non può non fare i conti.
Oscuro è il desiderio del filosofo e non manifesto: per portarlo in luce era infatti necessario «sterrare le radici» di un’intera tradizione di pensiero. E, prima ancora, era necessario non lasciarsi ingannare dalle sue stesse parole: il filosofo vuole «la Verità»? O non si nasconde dietro questa nobile espressione, tutt’altro intento?
Viene allora da chiedersi, una volta che il filosofare col martello ha ster-rato radici, che cosa è rimasto sul terreno. Ossia, cosa desidera la filosofia oggi – quella filosofia che, sulla scia di Nietzsche o per altra via, con il proprio fondo oscuro ha fatto i conti.
Ma, prima di interrogare quale altro desiderio giaccia sul fondo del pen-siero odierno – se davvero è altro e non una torsione (Verwindung) dello stesso – conviene prendere le mosse dal desiderio che ha animato la pa-rola filosofica sin dalle sue origini, là dove si sono gettate le basi dell’episteme e dell’intera civiltà occidentale.
L’articolo si propone di indagare la natura della moneta secondo un approccio pragmatista. L’assunto di partenza è debitore della semiotica periceana: la moneta non è una cosa ma un segno. Alcuni economisti odierni parlano della moneta... more
L’articolo si propone di indagare la natura della moneta secondo un approccio pragmatista.
L’assunto di partenza è debitore della semiotica periceana: la moneta non è una cosa ma un segno. Alcuni economisti odierni parlano della moneta attuale (che, dal 1971, non è più legata all’oro) come di una moneta-segno, in contrapposizione alla moneta in uso nell’età antica sino ancora all’epoca moderna, legata al metallo prezioso con cui era coniata. In realtà, come messo in luce da alcuni storici dell’economia, la moneta, sin dalla sua comparsa tra VII e VI secolo a. C., è sempre stata un segno. La semiotica di Peirce può dunque aiutare a meglio comprendere la natura e la funzione svolta dalla moneta lungo i secoli.
Ma a che cosa rinvia la moneta in quanto segno? Essa, potremmo dire, è il segno di una relazione di debito/credito. Contrariamente a quanto ritenuto dal senso comune, che immagina il credito come una derivazione del denaro, vi è una priorità logica e storica dei rapporti di debito/credito (i legami della cosiddetta “società del dono” studiata dall’antropologia novecentesca) rispetto ai rapporti strettamente economici e monetari (il denaro è un titolo di credito, cioè il segno di una relazione debitoria precedente, non la sua origine).
L’articolo ricostruisce dunque, dal punto di vista genealogico, come sia avvenuto il passaggio dai rap-porti di debito “simbolico”, propri della “società del dono”, ai rapporti economici propri della “società monetaria”. Determinante, a questo fine, è l’assunzione di una prospettiva pragmatista, quale quella evoluzionistica di Chauncey Wright: il passaggio, che avviene gradualmente, dallo scambio simbolico alla scambio economico è il risultato di «nuovi usi di vecchie funzioni».
La conclusione cui l’articolo perviene è la seguente: la moneta nasce originariamente come segno del legame sociale, ossia di quella comunione originaria che sta a fondamento della communitas; ma la sua introduzione innesca una serie di trasformazioni nelle pratiche di vita comunitaria che rendono il legame sociale sempre più astratto dagli originari rapporti familistici di debito “simbolico” propri del mondo arcaico.
Dunque, in quanto segno, la moneta è una tecnologia sociale che si modifica col mutare delle pratiche di comunicazione e con lo sviluppo della tecnica: non solo variano i suoi supporti (metallo, carta, server informatico) ma anche le sue tecniche di scrittura, iscrizione o incisione (un conto è la moneta che si incarna nei segni della scrittura alfanumerica, altro è la moneta che consta dei bites della scrittura informatica). L’utilizzo del codice alfabetico, del codice matematico o del codice informatico non è estraneo o accidentale rispetto al segno, ma è anzi in grado di mutarne natura e funzioni. Le trasformazioni storicamente avvenute in ambito finanziario e, di conseguenza, in quello economico, politico e sociale, devono molto all’impatto delle tecniche e dei codici di scrittura.
Edmund Husserl and Michel Foucault are two philosophers quite different from each other in terms of style and themes. While one may appreciate the first for a humanistic motive which materializes in an appeal to self-determination, such... more
Edmund Husserl and Michel Foucault are two philosophers quite different from each other in terms of style and themes. While one may appreciate the first for a humanistic motive which materializes in an appeal to self-determination, such as what we find in his last great work, the second one is, on the contrary, well known for his “anti-humanism”. However, if the aim of Foucault’s research is put under examination, it's possible to discover that it is not after all so distant, in certain aspects, from the aim that animates Husserl’s reflections. For both, it is a matter of asking how we became what we are – to paraphrase Nietzsche – opening, thus, the road toward a different and free constitution of one’s self.
(Pubblicato in "In Circolo. Rivista di filosofie e culture": http://www.incircolorivistafilosofica.it/umanesimo-e-anti-umanesimo-tra-husserl-e-foucault/).
Quando si parla di «debito» in psicoanalisi e quando si parla di «debito» in economia, si parla di cose diverse? O tra le due c’è un legame sotterraneo? Per indagare la questione del debito – nelle sue due accezioni, psicoanalitica ed... more
Quando si parla di «debito» in psicoanalisi e quando si parla di «debito» in economia, si parla di cose diverse? O tra le due c’è un legame sotterraneo?
Per indagare la questione del debito – nelle sue due accezioni, psicoanalitica ed economica, e nel loro recondito legame – è necessario scavare al fondo dell’umano. Già il fondatore della scienza economica, Adam Smith, soffermandosi sulle analogie tra segni monetari e segni linguistici, notava questa curiosa unicità dell’uomo rispetto al mondo animale: l’essere umano si scambia cose così come si scambia parole. Perché? Che cosa muove l’uomo allo scambio? Detto altrimenti, che cosa si muove sul fondo del fare umano? Forse la risposta sta proprio nel debito, attorno al quale ruotano tanto il denaro quanto il linguaggio: così sembrano suggerire, se guardate appunto a fondo, le due discipline che hanno nello scambio il loro epicentro (scambio di parole, la psicoanalisi, di cose, l’economia).
L’articolo muove dalle analisi foucaultiane sul «biopotere», rintracciando forme di un biopotere più «antico» rispetto a quello «moderno» indagato da Foucault: un potere legato al linguaggio quale dispositivo di soggettivazione (Lacan).
La lettura che Lacan, da una parte, Deleuze e Guattari dall’altra, danno del capitalismo (e del suo rapporto con il desiderio e la Legge) ha diversi punti di convergenza e offre spunti per ulteriori elaborazioni. Anzitutto, comune è la... more
La lettura che Lacan, da una parte, Deleuze e Guattari dall’altra, danno del capitalismo (e del suo rapporto con il desiderio e la Legge) ha diversi punti di convergenza e offre spunti per ulteriori elaborazioni.
Anzitutto, comune è la concezione del desiderio come risultato, effetto del campo in cui si è iscritti. Per Deleuze il soggetto e il suo desiderio emergono da un concatenamento storicamente determinato («agencement de désir» ), sono cioè il prodotto di una trama anonima di pratiche in continuo divenire («si desidera soltanto in funzione di un concatenamento in cui si è inclusi» ), in cui operano codici e linee di forza che direzionano e orientano i flussi. Incrociando Lacan, si può dire che il grande Altro è, deleuzianamente, un campo storicamente mutevole attraversato da codici (“dispositivi”, direbbe Foucault) che producono soggettivazione, il primo dei quali è, lacanianamente, il Nome.
Rispetto a questa produzione storica di codici, che di volta in volta tessono la trama del simbolico, per Lacan, come per gli autori dell’Anti-Edipo, il capitalismo è decodificazione e deterritorializzazione: il capitale è una forza acefala, la cui furia sradicatrice distrugge i codici, forclude la Legge, sospende l’efficacia del simbolico, cancella ogni Nome, a partire dal Nome del Padre. In breve, è rottura del legame sociale e produzione solipsistica di un “desiderio macchinizzato” (Deleuze e Guattari) ovvero di un godimento coatto (Lacan).
Ora, in quali concrete pratiche, storiche e materiali, trova radicamento il “discorso del capitalista”? Come si produce quell’effetto di decodificazione che è proprio del capitale? Da dove ha origine la sua forza acefala?
"Today our theology is the economy" James Hillman wrote, echoing a commonplace of our time: money as the only god in the era of secularization. But, on closer inspection, rather than economics, is finance to play the primary role once... more
"Today our theology is the economy" James Hillman wrote, echoing a commonplace of our time: money as the only god in the era of secularization. But, on closer inspection, rather than economics, is finance to play the primary role once occupied by the sacred and religion. Finance market means money that does not produce anything but money: money generated by itself. The economy now revolves around this mysterious self-generation, so that the production of goods, work, the exchange and the market today depend directly by the autonomous movements of capital, which moves, grows and shrinks according to laws entirely independent from the real economy, from the production needs, from the needs of workers, employers and consumers and, in the final analysis, from human life.
How financial capital - this headless machine on which everything depends - was born? Or, when and why the money began to self-reproduce? This paper try to answer through a genealogical approach.
ENGLISH - An introduction to the political thought of Michel Foucault. - - - ITALIANO - Il problema del potere nel pensiero di Foucault è un tema molto ampio, che il filosofo ha elaborato nel corso degli anni muovendo da prospettive di... more
ENGLISH - An introduction to the political thought of Michel Foucault.
- - -
ITALIANO - Il problema del potere nel pensiero di Foucault è un tema molto ampio, che il filosofo ha elaborato nel corso degli anni muovendo da prospettive di volta in volta differenti. Fornirò una panoramica generale di questo tema tracciando due percorsi attraverso quelle che sono, secondo il nostro autore, le due principali modalità di funzionamento del potere: da una parte il potere disciplinare, dall’altra la biopolitica.
Judith Butler, Isabelle Stengers: due donne, due intellettuali, due filosofe, due nomi che difficilmente si trovano accostati insieme. Azzardato metterle in relazione? Io ci ho provato in questo articolo per Doppiozero leggendo in... more
Judith Butler, Isabelle Stengers: due donne, due intellettuali, due filosofe, due nomi che difficilmente si trovano accostati insieme. Azzardato metterle in relazione? Io ci ho provato in questo articolo per Doppiozero leggendo in parallelo i loro ultimi libri. Muovendo da una sfida comune: Gaia.
Come si governa la complessità? La domanda suona ineludibile in un tempo in cui l’arte del governo appare sempre più catturata da un vortice di forze ingovernabili, in balia di spinte contrapposte e di rovesci repentini. Nel libro... more
Come si governa la complessità? La domanda suona ineludibile in un tempo in cui l’arte del governo appare sempre più catturata da un vortice di forze ingovernabili, in balia di spinte contrapposte e di rovesci repentini. Nel libro "L'ingovernabile" Bernard Stiegler e Rocco Ronchi si confrontano con la questione del politico nel XXI secolo.
Che cos’è un fantasma? È un evento, un gesto che accade, un assemblaggio di circostanze che assume una transitoria consistenza – come l’oggetto luminoso alla cui ricerca va l’Alice di Lewis Carroll; il mana del pensiero magico di Marcel... more
Che cos’è un fantasma? È un evento, un gesto che accade, un assemblaggio di circostanze che assume una transitoria consistenza – come l’oggetto luminoso alla cui ricerca va l’Alice di Lewis Carroll; il mana del pensiero magico di Marcel Mauss; l’odradek di Kafka o le scatole di oggetti di Joseph Cornell. È attraverso questi fantasmi che Federico Leoni rilegge il pensiero di Jacques Lacan nel suo ultimo libro “Jacques Lacan, una scienza di fantasmi” (Orthotes).
Research Interests:
"Omero e Platone, un laboratorio dell’ermeneutica", pubblicato in Alias, anno XII n. 21 – Il manifesto, 23 maggio 2009 (recensione del libro: R. Fabbrichesi, a cura di, "Ermeneutica e grecità", Ets 2009)
Research Interests:
Recensione del libro di M. Adinolfi "Ermeneutica della comunicazione" (Transeuropa 2012)
Research Interests:
Recensione del libro: F. Carmagnola, M. Bonazzi, "Il fantasma della libertà. Inconscio e politica al tempo di Berlusconi", Mimesis 2011.
"Leoni e lo statuto politico delle scienze naturali" pubblicato in Alias, anno XI n. 38 – Il manifesto, 27 settembre 2008 (recensione del libro: F. Leoni, "Habeas corpus. Sei genealogie del corpo occidentale", Bruno Mondadori, 2008)
Research Interests:
Il dibattito filosofico-giuridico sullo stato di eccezione, che vede protagonisti Carl Schmitt e Walter Benjamin, verte su un’anomia che è stata più volte (dallo stesso Benjamin, ma poi anche da Jacques Derrida e da Giorgio Agamben) messa... more
Il dibattito filosofico-giuridico sullo stato di eccezione, che vede protagonisti Carl Schmitt e Walter Benjamin, verte su un’anomia che è stata più volte (dallo stesso Benjamin, ma poi anche da Jacques Derrida e da Giorgio Agamben) messa in relazione con il linguaggio. Che legame vi è tra linguaggio e anomia? Una genealogia dello stato di eccezione, se deve necessariamente confrontarsi con la soglia del linguaggio, deve poi anche prendere in considerazione un’ulteriore soglia (suggerita da Schmitt): quella della scrittura. Senza una messa a fuoco del dissidio tra parola orale (agraphos nomos) e scrittura (nomos scritto) non si comprenderebbero, infatti, la genesi dello stato di eccezione e i suoi precedenti storici.
Research Interests:
Philosophy, Political Philosophy, Political Theory, Sovereignty, Continental Philosophy, and 28 more
A review of Enrico Redaelli's "Judith Butler. Il sesso e la legge" (Feltrinelli) by Eleonora Buono.
Recensione di "Re Mida a Wall Street. Debito, desiderio, distruzione tra psicoanalisi, economia, filosofia":  http://www.idiavoli.com/2016/08/09/re-mida-tra-freud-e-keynes/
Research Interests:
Recensione di Alessandra Campo a "Re Mida a Wall Street. Debito, desiderio, distruzione tra psicoanalisi, economia, filosofia" per DoppioZero: http://www.doppiozero.com/materiali/contemporanea/mida-wall-street
Research Interests:
Recensione di Eleonora De Conciliis a "L'incanto del dispositivo" per la rivista Kainos: http://www.kainos-portale.com/index.php/recensioni-portale/209-enrico-redaelli-lincanto-del-dispositivo
Research Interests:
Recensione di Libera Pisano a "L'incanto del dispositivo. Foucault dalla microfisica alla semiotica del potere" per la rivista Lo Sguardo: http://www.losguardo.net/public/archivio/num13/recensioni/2013_13_Recensione_Redaelli.pdf. "Il... more
Recensione di Libera Pisano a "L'incanto del dispositivo. Foucault dalla microfisica alla semiotica del potere" per la rivista Lo Sguardo: http://www.losguardo.net/public/archivio/num13/recensioni/2013_13_Recensione_Redaelli.pdf.
"Il grande merito di questo volume è quello di fare un passo coraggioso nel panorama della filosofia italiana e del pensiero post-foucaultiano, cercando di sciogliere alcune aporie – o presunte tali – lasciate in eredità dal pensatore francese" (L. Pisano)