Prisca Amoroso
Università di Bologna, Philosophy, Department Member
- Ho conseguito il titolo di Dottoressa di ricerca in Philosophy, Science, Cognition, and Semiotics presso l’Università... moreHo conseguito il titolo di Dottoressa di ricerca in Philosophy, Science, Cognition, and Semiotics presso l’Università di Bologna, ove sono cultrice della materia in Filosofia. Svolgo attività di ricerca autonoma e con il centro di ricerca Officine Filosofiche (Università di Bologna). Sono esperta in pratiche filosofiche con i bambini. I miei interessi di ricerca comprendono la filosofia teoretica e l’ecologia filosofica, con
particolare attenzione al panorama della filosofia francese contemporanea. I principali
output della mia ricerca sono legati
• ad una riflessione teoretica ed epistemologica sull’idea di Terra, attraverso un
confronto con le grandi trasformazioni del pensiero moderno e contemporaneo,
con il dibattito sul concetto di Antropocene, e con la filosofia della scienza.
• all’elaborazione di una lettura del pensiero di Maurice Merleau-Ponty che trova i suoi
aspetti di maggiore originalità nell’indagine sui concetti di Terra e ambiente in
questo Autore e attraverso la valorizzazione inedita dei concetti di geologia trascendentale e ultra-chose (mutuato da H. Wallon)
• alla messa a punto, all’interno di una riflessione con i gruppi di ricerca con i quali lavoro, dei fondamenti di un’ecologia filosofica originale e non limitata al
dibattito sull’etica ambientaleedit
Prendendo le mosse dall’opera di Maurice Merleau-Ponty, il lavoro compie una trattazione originale dei temi della corporeita e del suolo, che vengono messi in relazione con l’idea di gioco. Corpo e Terra, che sono stati visti, nella... more
Prendendo le mosse dall’opera di Maurice Merleau-Ponty, il lavoro compie una trattazione originale dei temi della corporeita e del suolo, che vengono messi in relazione con l’idea di gioco. Corpo e Terra, che sono stati visti, nella filosofia moderna di matrice cartesiana, come puri oggetti, conoscono una nuova tematizzazione nella fenomenologia, che li riscopre, rispettivamente, come corpo proprio e Terra suolo. La tesi si propone di fare luce sul lascito di questa riscoperta, suggerendo la possibilita di elaborare l’idea di una soggettivita ecologica. L’ipotesi e che il gioco, indagato nei suoi aspetti antropologici, psicologici, etologici, e con riferimento al concetto di Spielraum, possa fornire un modello per un’analisi etica e ontologica del rapporto tra soggetto e mondo.
Research Interests: Philosophy and Humanities
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Il presente contributo cerca di focalizzare due aspetti del pensiero di Merleau-Ponty che mi sembrano tra i più significativi portati della Fenomenologia della percezione: l’installazione e l’anti-relativismo. Essi trovano... more
Il presente contributo cerca di focalizzare due aspetti del pensiero di Merleau-Ponty che mi sembrano tra i più significativi portati
della Fenomenologia della percezione: l’installazione e l’anti-relativismo. Essi trovano approfondimento e arricchimento nello studio
sull’infanzia che il filosofo ha occasione di svolgere negli anni subito
successivi alla pubblicazione dell’opera. Propongo che la nozione di
ultra cosa – che nel contesto di questo studio Merleau-Ponty incontra nello psicologo Henri Wallon – rappresenti una tappa di grandissima importanza nello sviluppo del pensiero del nostro autore. Importanza che ha poco interessato la letteratura critica, ma che merita
un’indagine che qui mi propongo soltanto di segnare nell’agenda
degli studi critici merleau-pontiani.
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This article retraces the main instances at the root of Merleau-Ponty’s project of a « transcendental geology », a project announced in a working note of 1960. This project is linked to the complex intertwining of history and nature,... more
This article retraces the main instances at the root of Merleau-Ponty’s project of a « transcendental geology », a project announced in a working note of 1960. This project is linked to the complex intertwining of history and nature, which Merleau-Ponty thematizes as the two non-objectifiable dimensions that pose a challenge to reflexive thought. History and nature, both in their particular subjective manifestations as personal life or one’s own body, as well as in their broader sense as the history of peoples or nature as a domain of the unbuilt, are characterized as unavoidable, as quasi-objects that are the soil of existence. It is in this direction that Merleau-Ponty’s interest in the “ultra-things” of Henri Wallon, those entities that the child can neither conceive nor imagine, seems to be heading. I propose that ultra-things are linked to inhabiting: they are the uninhabitable (the past before my birth, a distant planet) and the dimensions that cannot be renounced (one’s own b...
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This essay builds on two questions: the relation of the child with the other and the child’s way of knowing, in which the resistance of the unreflected is not yet problematized. Through a reconstruction of Merleau-Ponty’s critique of... more
This essay builds on two questions: the relation of the child with the other and the child’s way of knowing, in which the resistance of the unreflected is not yet problematized. Through a reconstruction of Merleau-Ponty’s critique of Piaget’s idea of the child’s linear intellectual progression toward reflexive abstraction, I highlight the moment of unreflection by taking up the notion of ultra-thing, which Merleau-Ponty borrows from Henry Wallon. These ultra-things are entities with which the child entertains a vague relation and which always remain at the horizon of her perception without yet being possessed in a representation or grasped in a concept. They include, for example, the sun, the sky, the Earth, the body as an object, existence before the birth of the child – uninhabitable dimensions or, to the contrary, ones that are necessarily inhabited. The concept of ultra-thing has not been sufficiently explored in Merleau-Pontian studies and its importance remains underappreciate...
Research Interests:
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375 Recensione I. Pelgreffi (a cura di), Il filosofo e il suo schermo. Video-interviste confessioni monologhi Kaiak Edizioni 2016 Prisca Amoroso Quello della filosofia con lo schermo è un rapporto antico, di cui abbiamo traccia almeno fin... more
375 Recensione I. Pelgreffi (a cura di), Il filosofo e il suo schermo. Video-interviste confessioni monologhi Kaiak Edizioni 2016 Prisca Amoroso Quello della filosofia con lo schermo è un rapporto antico, di cui abbiamo traccia almeno fin nel buio della caverna platonica, luogo, questo, di un'esperienza, quasi cinematografica, di visione ingannevole e di smascheramento. Bisogna precisare sin da subito, però, che lo 'schermo' costituito dalla parete della caverna su cui vengono proiettate le ombre delle cose manca di una componente: esso non ha bordi. È forse questo che lo rende veicolo di un inganno, laddove invece lo schermo del cinematografo è piuttosto il luogo d'apparizione di un'illusione, come tale voluta, cercata, abbracciata. Inganno e illusione, dunque (fondamentale resta su questo tema la lezione di A. M. Iacono, L'illusione e il sostituto. Riprodurre, imitare, rappresentare, Milano, Mondadori, 2010). Se il rapporto della filosofia con gli schermi era cominciato sotto il cattivo auspicio della caverna, il cinema ha stimolato la riflessione dei filosofi in modi differenti, e con esiti talvolta opposti a quello. Questa ambiguità è d'altronde costitutiva dell'idea dello schermo, che appunto 'scherma', impedisce, cioè, la propagazione di qualcosa, oppure riflette o diffonde un'immagine; nasconde e palesa. E la riflessione filosofica sul cinema (su cui si veda anche il recente M. Carbone, Filosofia-schermi, Milano, Raffaello Cortina, 2016) non può non essere legata ad una discussione sul movimento, che lo definisce e gli è essenziale almeno quanto il medium-lo schermo, appunto-, e forse più di questo (si pensi alla critica di Deleuze a Bergson, di non aver compreso che esso dà immediatamente l'immagine-movimento). Bisognerà quindi fare un passo indietro, all'immagine ferma, alla fotografia, o, se si vuole, andare ancora dietro questa, alla pittura. Quando faccio riferimento alla pittura e alla fotografia, le considero legate allo schermo in quanto definito da due proprietà: l'essere veicolo di qualcosa che si mostra e l'avere dei bordi, una cornice. È piuttosto scontato, insomma, che quando parliamo di schermi parliamo del vecchio problema della rappresentazione: problema dei più cruciali,
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Presentazione del Seminario (CdL Filosofia) — Università di Bologna
Research Interests: Philosophy and Ecosophy
Relazione presentata nell’ambito del Seminario sui Fondamenti di teoria della significazione (prof. Francesco Marsciani), presso l’Università di Bologna.
Lezione tenuta nell’ambito del Seminario sui Fondamenti della Significazione (Università di Bologna)
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Lezione del 13/2/2020 per il ciclo Ecodicea. Una scommessa post-kantiana del seminario permanente Ubi Minor (Università di Bologna)
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La lezione presenterà agli studenti gli aspetti generali della ricerca in filosofia e fornirà alcuni lineamenti generali della materia: come si caratterizzano i problemi filosofici? Cosa ha di specifico l'interrogazione filosofica?... more
La lezione presenterà agli studenti gli aspetti generali della ricerca in filosofia e fornirà alcuni lineamenti generali della materia: come si caratterizzano i problemi filosofici? Cosa ha di specifico l'interrogazione filosofica? Esistono parametri oggettivi per la valutazione di una ricerca nelle scienze umane? Dopo una presentazione di questi temi, proveremo ad analizzare insieme, anche attraverso l'uso di materiale multimediale, un problema filosofico: le narrazioni della Terra. Lo faremo in prima istanza ripercorrendo le grandi tappe del rapporto del pensiero con la rappresentazione del nostro pianeta, poi con alcuni esempi attuali, sui quali gli studenti saranno invitati a confrontarsi attivamente.
Research Interests:
La soggettività come emergenza. Merleau-Ponty e l’arte - Seminario sui Fondamenti della significazione - prof. Marsciani - Università di Bologna Riprendendo la tematizzazione del gesto proposta nel corso dell'incontro precedente da... more
La soggettività come emergenza. Merleau-Ponty e l’arte - Seminario sui Fondamenti della significazione - prof. Marsciani - Università di Bologna
Riprendendo la tematizzazione del gesto proposta nel corso dell'incontro precedente da Edoardo Lucatti, rifletteremo sul gesto del pittore e sul suo significato rispetto alla delineazione del problema della soggettività. Come, e in quale senso, una postura artistica può esprimere un posizionamento ontologico?
Riferendoci ai testi che Maurice Merleau-Ponty (1908-1961) ha dedicato all'arte - pittorica, soprattutto, ma anche cinematografica -, indagheremo la sua originale configurazione della soggettività. Essa non può fare a meno di un ripensamento dell'istanza di rappresentazione, che ha segnato le tradizioni moderne - quelle artistiche, quanto quelle filosofiche. Al posto del rappresentare, un rendere visibile, per usare l'espressione, celebre, di Paul Klee, che rende conto dell’inerenza del soggetto al mondo, del modo poroso della sua installazione.
Riprendendo la tematizzazione del gesto proposta nel corso dell'incontro precedente da Edoardo Lucatti, rifletteremo sul gesto del pittore e sul suo significato rispetto alla delineazione del problema della soggettività. Come, e in quale senso, una postura artistica può esprimere un posizionamento ontologico?
Riferendoci ai testi che Maurice Merleau-Ponty (1908-1961) ha dedicato all'arte - pittorica, soprattutto, ma anche cinematografica -, indagheremo la sua originale configurazione della soggettività. Essa non può fare a meno di un ripensamento dell'istanza di rappresentazione, che ha segnato le tradizioni moderne - quelle artistiche, quanto quelle filosofiche. Al posto del rappresentare, un rendere visibile, per usare l'espressione, celebre, di Paul Klee, che rende conto dell’inerenza del soggetto al mondo, del modo poroso della sua installazione.
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Relazione presentata nell’ambito del progetto Erasmus+ Children as Philosophers.
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Durante la guerra fredda, all’ombra dell’esperienza della bomba atomica, Merleau-Ponty si interroga sulla crisi in cui un avvenimento tanto sconvolgente ha gettato il pensiero. La possibilità che egli vede per la filosofia di fronte... more
Durante la guerra fredda, all’ombra dell’esperienza della bomba atomica, Merleau-Ponty si interroga sulla crisi in cui un avvenimento tanto sconvolgente ha gettato il pensiero. La possibilità che egli vede per la filosofia di fronte all’orrore di Hiroshima e Nagasaki è la riconsiderazione dei rapporti tra contingenza e necessità e della loro relazione con il tessuto che connette umano e naturale. In che senso la bomba atomica evidenzia “energie che non sono nel quadro del mondo”, come Merleau-Ponty dice misteriosamente in una lezione dell’a.a. 1958/59? Come l’idea di suolo può aiutare a costruire una nuova filosofia della storia, che si faccia finalmente carico della contingenza?
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Tra gli aspetti di maggiore interesse della riflessione di Arne Naess (1912-2009), fondatore della deep ecology, è la declinazione in chiave ontologica degli studi della psicologia della Gestalt. La teoria della Gestalt, facendo valere... more
Tra gli aspetti di maggiore interesse della riflessione di Arne Naess (1912-2009), fondatore della deep ecology, è la declinazione in chiave ontologica degli studi della psicologia della Gestalt. La teoria della Gestalt, facendo valere l’unità strutturante delle attività percettive, afferma che ogni percezione si presenta all’esperienza come un tutto unico, non come la mera giustapposizione di unità elementari, ma come risultato del modificarsi reciproco di tali unità: vi è, nel tutto, un sovrappiù di significato, un’irriducibilità agli elementi che entrano nella sua composizione. Ma ciò deve dirsi anche di ciascuna parte, che è più che un elemento autonomo, e reca in sé, in una certa misura, il senso del tutto cui appartiene. L’ambiguità della funzione percettiva testimonia della resistenza che il rapporto tra corpo e mente e tra soggetto e ambiente oppone alla riduzione al paradigma cartesiano, di fronteggiamento tra res cogitans e res extensa, tra soggetto e mondo. L’esigenza di un superamento di questo tipo è al fondo delle riflessioni di Naess e di Maurice Merleau-Ponty (1908-1961), che, nel 1945, teneva una lezione su questo tema all’Instituit des Hautes Ètudes Cinematographiques. Il seminario prenderà avvio da una lettura di questa lezione, Il cinema e la nuova psicologia, e di alcuni passi dell’opera di Naess, per suggerire in che senso una lettura ontologica della teoria della Gestalt possa essere feconda per un pensiero ecologico.