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The attestation of a preceptory in the city of Bitonto, town of the Terra di Bari located on the first step of the Murgia and crossed by the Via Traiana, dates back to the first half of the fifteenth century when it ownedn a rural and... more
The attestation of a preceptory in the city of Bitonto, town of the Terra di Bari located on the first step of the Murgia and crossed by the Via Traiana, dates back to the first half of the fifteenth century when it ownedn a rural and urban land patrimony granted largely in emphyteusis. The aim of this contribution is to illustrate the events of the commandery during the sixteenth century by drawing on unpublished sources preserved in the Archives of the Order of Malta in La Valletta, the Diocesan Archives of Bitonto and the State Archives of Bari. The most of these news concern the economic aspects of the life of the settlement which will also be examined in the light of the information contained in some lists of the preceptories of the Priorato di Barletta regarding incomes and responsiones
— The important role of the Mezzogiorno, within the geography of the Order of St. John of Jerusalem, emerges from the Bull Pie postulatio (1113) by which Pope Pasquale II took the Order under his protection, sanctioning its official... more
— The important role of the Mezzogiorno, within the geography of the Order of St. John of Jerusalem, emerges from the Bull Pie postulatio (1113) by which Pope Pasquale II took the Order under his protection, sanctioning its official birth. This contribution aims to investigate the origins of the three hospitaller priories present in Southern built in Barletta, Capua and Messina, with a marked preference for seaside towns. An attempt has been made to reconstruct the role and functions of the prior, essentially an administrative link between the headquarters and the peripheral structures represented by the preceptories, also including a chronotaxis. The comparison with other realities in Western Europe allowed to establish how the birth and subsequent affirmation of the priories in the Norman-Swabian Mezzogiorno was rather early, most likely due to the geographical position of this region, but also to the conspicuous support that the Order received from the kings of Sicily.
La chiesa di San Giovanni gerosolimitano faceva parte dei beni della commenda omonima dell’Ordine giovannita, dal 1530 detto Ordine di Malta. In questo contributo si indagano gli aspetti storici relativi a questa chiesa poco nota di... more
La chiesa di San Giovanni gerosolimitano faceva parte dei beni della commenda omonima dell’Ordine giovannita, dal 1530 detto Ordine di Malta. In questo contributo si indagano gli aspetti storici relativi a questa chiesa poco nota di Bitonto, utilizzando fonti inedite provenienti dall’Archivio Diocesano di Bitonto, dalla Biblioteca Nazionale di Malta e dall’Archivio di Stato di Bari. Si fanno anche alcuni accenni riguardanti l’architettura e l’assetto urbanistico dell’area dove sorgeva questa chiesa.

The church of St. John of Jerusalem was part of the property of the commenda of the same name of the Hospitaller Order of St. John, known as Order of Malta since 1530. This paper aims to investigate the historical aspects relating to this little-known church in Bitonto using unpublished sources from the Diocesan Archives of Bitonto, the National Library of Malta and the State Archives of Bari. Some hints will also be made regarding the architecture and urban layout of the area where this church once stood.
L’attestazione di una commenda a Bitonto risale alla prima metà del XV secolo; possedeva un discreto patrimonio fondiario concesso in enfiteusi e affitto. Si vuole illustrare la vita della commenda durante il XVI secolo, attingendo a... more
L’attestazione di una commenda a Bitonto risale alla prima metà del XV secolo; possedeva un discreto patrimonio fondiario concesso in enfiteusi e affitto. Si vuole illustrare la vita della commenda durante il XVI secolo, attingendo a fonti inedite conservate presso archivi locali (Bari, Bitonto) o esteri (Malta). L’attenzione è rivolta agli aspetti economici della commenda, esaminati anche alla luce di alcuni elenchi degli insediamenti del Priorato di Barletta riguardanti i redditi e le responsioni.

The attestation of a preceptory in Bitonto dates back to the first half of the 15th century, owning a discrete land patrimony granted in emphyteusis and rent. The aim of the paper is to illustrate the life of the commandery during the 16th century, drawing on unpublished sources preserved in local (Bari, Bitonto) or foreign (Malta) archives. Attention is paid to the economic aspects, also examined in the light of some lists of the preceptories of the Priorato di Barletta concerning incomes and responsiones.
Summary All’interno della struttura gerarchica degli Ordini religioso-militari vi erano anche dei laici associati (confratelli/consorelle, oblati/e) che costituivano una componente semi-religiosa che si affiancava alle classi di... more
Summary
All’interno della struttura gerarchica degli Ordini religioso-militari vi erano anche dei laici associati (confratelli/consorelle, oblati/e) che costituivano una componente semi-religiosa che si affiancava alle classi di cavalieri, sergenti e cappellani (frati professi). L’associazione prevedeva la condivisione degli ideali degli Ordini e comportava benefici spirituali e materiale per gli associati e vantaggi di natura economica per Templari e Giovanniti che vedevano accrescere il proprio patrimonio fondiari grazie alle donazioni di questi particolari benefattori. Il presente studio si prefigge di esaminare il fenomeno dell’associazione al Tempio e all’Ospedale nel Mezzogiorno italiano tra XII e XIV secolo, mancando in questo contesto territoriale studi specifici dedicati all’argomento.

Keywords: Ordini Militari, confraternita, associazione laicale, oblati, Mezzogiorno
In questo contributo si è trattato della commenda dell’Ordine giovannita a Ruvo di Puglia nel corso del XVI secolo, momento di trasformazione e di rilancio dell’Ordine, sempre in prima linea nella lotta contro i Turchi ottomani. La... more
In questo contributo si è trattato della commenda dell’Ordine giovannita a Ruvo di Puglia nel corso del XVI secolo, momento di trasformazione e di rilancio dell’Ordine, sempre in prima linea nella lotta contro i Turchi ottomani. La presenza giovannita nel centro attraversato dalla via Traiana risale al primo quarto del XIII secolo, tuttavia la prima testimonianza storica di un insediamento di tipo stabile (precettoria) risale a circa un secolo più tardi nel 1329. Particolare attenzione è stata prestata agli aspetti economici attraverso l’esame di due documenti inediti: un processo di miglioramento del 1571 presente in copia presso l’Archivio Diocesano di Bitonto e un cabreo del 1587 in possesso della Biblioteca Nazionale di Malta a La Valletta. La situazione economica della commenda, purtroppo, non era particolarmente florida, come emerge anche dal confronto con altre istituzioni simili all’interno del Priorato di Barletta. Questo particolare nella seconda metà del XVI secolo portò all’accorpamento degli insediamenti di Ruvo, Bitonto e Corato in un’unica commenda.

In this paper we focus the attention on the commandery of the Order of St. John in Ruvo di Puglia during the 1t5th century, period of transformation and relaunch of the Order, always involved in the fighting Ottoman Turks. The settlement of St. John’s chevaliers in Ruvo dates at the first quarter of the 13th century, but the first documented news about the commandery refers to 1329. A specific attention was given to economic features through the analysis of some unpublished document: a process of improvement of 1572 available at Bitonto Diocesan Archive and a inventory (cabreo) of 1587 available at Malta National Library in La Valletta. The economic conditions of the commandery, unfortunately, were not particulary prosperous, as appears also in the comparison with other similar institutions in the Priorate of Barletta. This feature, during the second half of the 16th century, lead to the union of the settlements of Ruvo, Bitonto and Corato creating a unique larger commandery.
Nel presente saggio si esaminano le vicende storiche, patrimoniali e prosopografiche degli Ospitalieri di San Giovanni a Trani, città della costa adriatica dove la presenza dei cavalieri è attestata dalla seconda metà del XII secolo in... more
Nel presente saggio si esaminano le vicende storiche, patrimoniali e prosopografiche degli Ospitalieri di San Giovanni a Trani, città della costa adriatica dove la presenza dei cavalieri è attestata dalla seconda metà del XII secolo in poi. Essi possedevano a Trani una precettoria con la chiesa di Santa Maria Maddalena, alla quale, dopo la soppressione dell’Ordine del Tempio si aggiunse anche la chiesa templare di San Giovanni Battista. La precettoria fu sottoposta, nel 1503, alla commenda di Bari e poi al priore giovannita di Barletta.
This paper examines the history, the patrimony and the prosopography of the brethren of the Hospitallers in Trani, city on the Adriatic coast where the presence of knights is attested from the second half of the twelfth century onwards. In Trani they had a commandery with the church of Santa Maria Maddalena, to which, after the suppression of the Order of the Temple, was added the former Templar church of San Giovanni Battista. The commandery was suppressed in 1503 and subjected to this of Bari and later directly to the Hospitallers’ prior of Barletta.
Templar settlements in Istria and Dalmatia and relationships with Western Adriatic side The presence of the Templars in Croatian territory in general, and in the Dalmatian and Istrian ones particularly, is due to the role played by this... more
Templar settlements in Istria and Dalmatia and relationships with Western Adriatic side
The presence of the Templars in Croatian territory in general, and in the Dalmatian and Istrian ones particularly, is due to the role played by this transit area to the Holy Land, both by sea and by land. Very important were the settlements in the coastal towns, primarily the port of Senj, for connections to the Italian Adriatic cites. Especially favourable to the Templars were the kings of Hungary taking under their protection the Order with the largess of a plurality of donations, not only landed property, but entire fief or cities. For their part, the Templars were always men of confidence of both the Arpad dynasty and the Angevin one. The main Templar centre in Dalmatia was the domus of Vrana, a Benedictine monastery converted into a fortress by knights. Unfortunately, relations with the Templars and the inhabitants of the centres in which they settled and got in fief were not always good, just think of the difficulties encountered in Senj, Klis and Šibenik which forced the Order to abandon these places with heavy economic damage, especially for the loss of Senj that granted considerable revenue for rights of the ships docked in the harbour. After dealing with templar presence in Dalmatia and Istria, the relationships between the two sides of Adriatic sea involving Templars were examined finding three categories. The first kind includes economic and trading relationships or exchanges such as the shipping of wheat from Apulia to Zara, or the shipment of legumes in the province of Hungary, or freighting of Dalmatian ships by Templars in Apulia. The second category concerns relationships between Dalmatian and Istrian templar settlements and the Republic of Venice; while the last one takes in consideration relationships about templar knights’ international mobility changing task in the Order or for diplomatic missions mostly after the rise of the Angevin dynasty, which already ruled in Southern Italy, in the Kingdom of Hungary.
Research Interests:
La presenza dei Giovanniti a Bitonto, importante centro attraversato dalla via Traiana, è attestata a partire dal 1224, quando l’Ordine ottenne il complesso di Santa Maria de Mari a Canne: tra le sue dipendenze vi era anche la chiesa di... more
La presenza dei Giovanniti a Bitonto, importante centro attraversato dalla via Traiana, è attestata a partire dal 1224, quando l’Ordine ottenne il complesso di Santa Maria de Mari a Canne: tra le sue dipendenze vi era anche la chiesa di San Benedetto de fracta in agro bitontino. Nella prima epoca angioina è documentato il possedimento di alcuni oliveti; purtroppo per il Trecento mancano completamente notizie e solo agli inizi del Quattrocento è nota l’appartenenza della chiesa di San Giovanni.
Nel 1436 è menzionato il primo precettore, l’insediamento quindi, almeno da tale anno, era a carattere di precettoria, probabilmente nato da una dipendenza della Santissima Trinità di Venosa. Nella
seconda metà del XV secolo la domus era proprietaria di numerosi appezzamenti di terra (oliveti principalmente) e abitazioni concesse in enfiteusi da cui si ricavano cospicui introiti.

The presence of Hospitallers in Bitonto, an influential center along the via Traiana, dated since 1224, when the Order obtained the monastery of Santa Maria de Mari in Canne: among its dependencies there was the church of St. Benedict de fracta in Bitonto surroundings. In the early Angevine age Hospitallers had some olive groves; unfortunately, during the 14th century no knowledge is available, only in the first decade of the 15th century the ownership of the church of St. John is documented.
In 1436 the first commander was mentioned, having the settlement, starting from this year, the nature of commandery, probably originated from a dependency of the Holy Trinity in Venosa. In second half
of the 15th century the hospitaller domus had the possess of several lands (mainly olive groves) and dwellings rented out from which the knights earned notable revenues.
Tra le due coste dell’Adriatico in epoca medievale vi furono costantemente degli scambi che interessarono diversi ambiti. Tra tali relazioni vanno annoverate anche quelle relative agli insediamenti dell’Ordine templare che non sono mai... more
Tra le due coste dell’Adriatico in epoca medievale vi furono costantemente degli scambi che interessarono diversi ambiti. Tra tali relazioni vanno annoverate anche quelle relative agli insediamenti dell’Ordine templare che non sono mai state oggetto di uno studio specifico. Tale Ordine aveva stabilito delle proprie mansioni sulle due coste dell’allora golfo di Venezia che abbracciavano ben tre Province: l’Apulia e l’Italia-Lombardia, sul versante della penisola italica, e l’Ungheria sul versante opposto. La presenza templare su entrambe le sponde dell’Adriatico è dovuta a due motivazioni principali: la possibilità di utilizzare le strutture portuali e la presenza della viabilità terrestre, elementi che consentivano la comunicazione con l’Oltremare. Il presente contributo vuole affrontare l’esame delle relazioni delle domus presenti in quattro contesti territoriali: la Puglia, Venezia, l’Istria e la Dalmazia, soffermandosi particolarmente su quelle tra le Province di Apulia e di Ungheria che divennero abbastanza intense dopo l’avvento della dinastia angioina nel regno magiaro e la contemporanea presenza nel Mezzogiorno italiano. Le relazioni furono di tipo economico e marittimo, come ad esempio l’invio di frumento dai porti pugliesi, ma riguardarono anche i cavalieri della Provincia di Ungheria in transito dai porti pugliesi, quelli del Mezzogiorno inviati nelle case al di là dell’Adriatico, in diverse circostanze con funzioni diplomatiche nel Regno di Ungheria per conto degli Angioini. Accanto a queste vanno annoverate anche quelle con la Repubblica di Venezia e i suoi mercanti o quelle con gli armatori della costa dalmata.

Templars and relationship between the two coasts of Adriatic sea.

During Middle Ages there were constantly exchanges between the two coasts of Adriatic sea concerning several features. In these relationships we have to take in account also those regarding Templar Order’s settlements, which never have been treated in a paper. Templars founded their preceptories on both the coasts of the Gulf of Venice, as was known in Middle Ages the Adriatic sea; those preceptories were in three Provinces: Apulia (Southern Italy), Italia-Lombardia (Northern Italy) on the Italic peninsula and Hungary on the other side. Templar presence in both the shores of Adriatic see was due to the chance of using harbours and roads network which allowed the connection with the Holy Land. This paper will concern the relationships of Templar houses settled in four geographical areas: Apulia, Venice, Istria and Dalmatia. We focus our attention mainly on relations between Apulia and Ungaria Templar Provinces, becoming rather strong when a Angevine branch ascended the throne in Hungarian Kingdom and the main one was on the throne of Naples in the Italian Mezzogiorno. Relationships were of economic, maritime and commercial nature, such as shipping wheat from Apulian ports, but  they regarded also Templar brethren belonging from Province of Hungary transiting in Apulian lands and ports, or brothers belonging from Mezzogiorno sent in the Kingdom of Hungary with diplomatic missions on behalf of Angevine dynasty. Other kinds of relationships analyzed were those with the Republic of Venice and its merchants and those with ship-owners of Dalmatian coast.
Un breve articolo sulla chiesa di San Nicola del porto a Bisceglie (BAT) e sulla presenza teutonica in questa città.

A short paper about Teutonic Order in Bisceglie (Southern Italy) and the church of St. Nicolas of the harbour.
In this contribute we focus the attention on Military Orders (Templars, Hospitallers and Teutonic) in the city of Bari from 12th to 15th century. Economic features, especialyy for Teutonic Order, are analyzed using accounting for 15th... more
In this contribute we focus the attention on Military Orders (Templars, Hospitallers and Teutonic) in the city of Bari from 12th to 15th century. Economic features, especialyy for Teutonic Order, are analyzed using accounting for 15th century.
This contribute deals about the settlement of Military Orders in the territory of two small towns near Bari (Southern Italy)
Il territorio di Giovinazzo vide dal XIV secolo al XVI la presenza degli Ordini monastico-cavallereschi (Templari e Ospitalieri) che si dedicarono all’olivicoltura e alla produzione dell’olio come testimoniato dal possesso di numerosi... more
Il territorio di Giovinazzo vide dal XIV secolo al XVI la presenza degli Ordini monastico-cavallereschi (Templari e Ospitalieri) che si dedicarono all’olivicoltura e alla produzione dell’olio come testimoniato dal possesso di numerosi oliveti, di un trappeto e di una grancia. Particolare attenzione sarà prestata all’ubicazione della grancia in loco Piczani que fuit templi.

Militar Orders (Templars and Hospitallers) had a significant presence in the territory of Giovinazzo between XIV and XVI century. Knights dealt with olive-growing and olive oil production as give evidence the ownership of several olive trees, a olive press (trappeto) and a farm. In particular in this paper we focus on the location of the farm (grancia) in loco Piczani que fuit templi.
L’Ordine religioso-militare dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone (Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonici), meglio noti come Templari, fu fondato in Terrasanta tra il 1118 e il 1120. I loro insediamenti erano... more
L’Ordine religioso-militare dei Poveri Cavalieri di Cristo e del Tempio di Salomone (Pauperes Commilitones Christi Templique Salomonici), meglio noti come Templari, fu fondato in Terrasanta tra il 1118 e il 1120. I loro insediamenti erano finalizzati alla difesa ed al controllo dei territori conquistati dai Franchi a seguito della spedizione crociata. Il mantenimento di fortezze, castelli e casali fortificati, comprese le guarnigioni che li difendevano, assorbiva ingenti quantità di denaro. Per far fronte a queste spese, l'Ordine aveva creato in Occidente una rete di domus-preceptorie capaci di “produrre” quanto veniva “consumato” in Oriente. L’avanguardia templare era impegnata a combattere i Musulmani in Outremer, mentre altri confratelli operavano in Europa fondando domus, ricevendo donazioni e lasciti di beni fondiari, ottenendo benefici e privilegi da re e papi, il tutto finalizzato a raccogliere risorse economiche per sostenere le case in Terrasanta e mantenere le posizioni conquistate. In breve tempo in Occidente l’Ordine venne a possedere un considerevole patrimonio fondiario, con relative rendite, e una serie di benefici che la Chiesa aveva concesso.
Una regione che vide una significativa presenza di insediamenti templari in Italia fu la Puglia a causa della sua posizione strategica protratta verso l’Oriente. Lo studio si propone di analizzare l’economia templare in questa regione, che assieme alla Sicilia fu il granaio della Terrasanta e come afferma Houben: «senza risorse alimentari prodotte nel Mezzogiorno italiano le crociate sarebbero state difficili, se non impossibili». Le fondazioni templari furono presenti sia sulla fascia costiera pugliese nelle città portuali che nell’entroterra dove impiantarono una serie di aziende agropastorali. Particolare attenzione sarà posta agli insediamenti della Capitanata con le notizie desunte dal Quaternus de excadenciis et revocatis Capitinatae (1248-49) e alla domus di S. Maria del Tempio di Lecce per la quale si dispone di un dettagliato inventario del 1308.
Saranno esaminate le colture praticate e le forme di allevamento, le strutture produttive, l’organizzazione del lavoro, i rapporti con le collettività locali, gli scambi con la Terrasanta, l’influsso che gli stanziamenti templari ebbero sull’economia della Puglia e del Mezzogiorno italiano più in generale. Sarà dibattuta infine la questione relativa alla presunta politica colonialistica, sostenuta da Demurger, attuata dagli ordini religioso-militari nei loro insediamenti in Occidente.
Research Interests:
Il Mezzogiorno italiano, soprattutto in epoca normanno-sveva, ricoprì un ruolo determinante nella storia e nelle vicende degli Ordini religioso-militari, in particolare, e del movimento crociato più in generale. La posizione geografica... more
Il Mezzogiorno italiano, soprattutto in epoca normanno-sveva, ricoprì un ruolo determinante nella storia e nelle vicende degli Ordini religioso-militari, in particolare, e del movimento crociato più in generale. La posizione geografica della penisola forniva una serie di facilitazioni nei rapporti con la Terrasanta. Al fattore geografico ben presto se ne aggiunse uno ulteriore di natura economica: lo sfruttamento della terra con l’impianto di aziende dedite all’agricoltura e all’allevamento ovino. In questo lavoro si esamina la rete degli insediamenti degli Ordini, le strategie insediative e un aspetto dell’organizzazione spesso trascurato, quello relativo alla familia, ovvero tutti quei laici, che a vario titolo, gravitavano intorno al mondo dei cavalieri.
Bitonto, since the end of the XII century, was an important centre concerning olive growing and oil production. The oil of Bitonto was particularly renowned both in domestic and foreign markets. This paper attention focused the attention... more
Bitonto, since the end of the XII century, was an important centre concerning olive growing and oil production. The oil of Bitonto was particularly renowned both in domestic and foreign markets. This paper attention focused the attention on registers of notary deed of Angelo Benedetto di Bitritto; from this source several qualitative and quantitative information about olive oil production and trade in the second half of XV century is deduced, supplying a contribution in knowledge of one of the most significant production district in Italian Mezzogiorno.
Preface by Gabriella Piccinni (Full professor of the University of Siena)
Il lavoro colma una lacuna della storiografia rubastina nella quale mancava ad oggi di un contributo monografico incentrato sul periodo medievale più prettamente civile, politico e sociale di questo centro della Terra di Bari. Sono stati... more
Il lavoro colma una lacuna della storiografia rubastina nella quale mancava ad oggi di un contributo monografico incentrato sul periodo medievale più prettamente civile, politico e sociale di questo centro della Terra di Bari. Sono stati trattati cinque secoli di storia dall’avvento dei Normanni sino agli albori del XVI secolo quando Ruvo divenne feudo della famiglia napoletana dei Carafa; è un periodo piuttosto lungo durante il quale la città subisce notevoli mutamenti, soprattutto ben 3 assedi. Già nel titolo si sottolinea il quadro di una realtà “dicotomica” tra la città di pietra e di uomini da un lato e quella dei feudatari nella dimora castellare dall’altra.  Realtà tra loro non separate, ma fortemente interagenti. Ampio spazio è stato attribuito ai diversi feudatari che nel corso del tempo si sono avvicendati, ma soprattutto sono state trattate tematiche più “quotidiane” dando voce ai tanti personaggi anonimi e senza volto sovente umili e analfabeti, perché, come scriveva lo storico francese Marc Bloch, «l'oggetto della storia è, per natura, l'uomo. O meglio: gli uomini». Scrivere della storia medievale di Ruvo non è stato facile a causa della mancanza di fonti in loco, contrariamente ad altri centri vicini come Molfetta, Terlizzi o Corato; è stato necessario allora reperirle altrove presso altri archivi, riuscendo molto spesso a trovare notizie e curiosità inedite o comunque non note alla storiografia rubastina. Una fonte particolarmente ricca di notizie storiche nell’ambito della storia sociale ed economica è stata la Matricula maioris ecclesie Rubensis alla quale è dedicato un intero capitolo, il più corposo della ricerca. Si tratta di un obituario nel quale erano registrale le donazioni a favore del Capitolo della Cattedrale di Ruvo, sebbene si tratti di una fonte edita non era stato analizzata approfonditamente. L’Autore ha cercato sempre, nella trattazione delle vicende di Ruvo in epoca medievale, di contestualizzarle e innestarle nell’ambito della storia del Mezzogiorno italiano in generale e in quella della Puglia in particolare allo scopo di conferire alla trattazione un respiro più ampio e non solo locale. «Comunque, a dispetto della scarsità delle fonti medievali, grazie alla Matricula e al lavoro di ricerca di Vito Ricci la città di Ruvo ormai ha una storia medievale. Inoltre, questa storia si inserisce perfettamente in quella della regione, addirittura nella storia generale. Perciò si può raccomandare la lettura del libro di Vito Ricci non soltanto agli abitanti di Ruvo, ma più generalmente a tutti quelli che si interessano alla storia medievale» conclude il professor Jean-Marie Martin, storico francese e profondo conoscitore del Mezzogiorno medievale italiano, nella prefazione del libro.
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Il Mezzogiorno italiano vide una significativa presenza dell’Ordine templare dai primi decenni successivi alla sua fondazione e sino allo scioglimento. In quest’area geografica furono presenti due Province, unità... more
Il Mezzogiorno italiano vide una significativa presenza dell’Ordine templare dai primi decenni successivi alla sua fondazione e sino allo scioglimento. In quest’area geografica furono presenti due Province, unità amministrativo-territoriali nelle quali era articolata l’organizzazione dell’Ordine. Lo stanziamento templare nel Mezzogiorno era dettato da due motivazioni principali: la possibilità di usufruire di porti per l’imbarco verso la Terrasanta e la disponibilità di terre per produrre frumento e altri prodotti necessari per i rifornimenti in Outremer. La Puglia e la Sicilia rappresentavano il granaio per la Terrasanta e senza le derrate alimentati qui prodotte le Crociate sarebbero state molto difficili, se non proprio impossibili. Nel presente lavoro si prendono in esame le due Province templari (quella di Apulia, che abbracciava l’interno Mezzogiorno continentale e risultava essere quella di più antica fondazione, e la Sicilia) e la loro evoluzione nel corso dei secoli XII-XIV. L’analisi principale verte sui cavalieri che ricoprirono la carica di Maestri Provinciali, ufficiali a capo delle Province, che si avvicendarono tra il 1169 (anno di prima attestazione nei documenti di un Maestro) e il 1312 (anno della soppressione dell’Ordine) con l’esame di tutte le attività da essi compiute che sono pervenute nelle fonti, non solo documentali, ma anche materiali come ad esempio le lastre tombali. Questo contributo vuole dare una sistemazione completa (per quanto possibile) ed organica all’organizzazione amministrativa templare nell’Italia meridionale, tentando di ricostruire la sequenza dei cavalieri che furono alla guida delle Province di Sicilia e Apulia che allo stato attuale delle ricerche mancava. Si è cercato di ripercorrere, utilizzando anche fonti straniere, le carriere di tali frati all’interno dell’Ordine, riscontrando come, almeno dalla metà del XIII secolo, ovvero da quando le fonti sono più numerose, il loro cursus fosse caratterizzato da elementi comuni e ricorrenti: l’aver prestato servizio in Terrasanta o l’essere persone di fiducia del Maestro Generale. Una fonte particolarmente utile ai fini delle ricerche è costituita dalle testimonianze rese dai frati durante i diversi processi inquisitori.
Il quinto volume di Medioevo Adriatico. Contributi di: Massimo Bidotti, Antonio Pio Di Cosmo, Furio Isolani, Vito Ricci, Fabio Serafini, Magdalena Skoblar. Prefazione di Roberta Fidanzia, schede bibliografiche di Angelo Gambella.
Research Interests:
Presentazione e indice di:
Medioevo Adriatico
Ricerche della Società Internazionale per lo Studio dell’Adriatico nell’Età Medievale (SISAEM)
Volume 4 / 2012
Drengo, Roma, 2012
Research Interests:
Il saggio analizza la presenza dell'Ordine templare in Puglia attraverso l'esame degli insediamenti e delle vicende in questa regione
In this paper I deal with templar adn hospitaller settlements in Trani; a focus is done about the church of Ognissanti, which has no relationship with templar Order.
This contribute deals with Templar settlements in Capitanata during the XII-XIII centuries with a particular focus on land assets and settlement strategies.
In this contribute I deal with Templar settlements in Dalmatia
Research Interests:
In this paper I deal with the templar and hospitaller settlments along the via Traiana in Puglia from Canosa to Bitonto.
In this contribute I analyzed the prosoprography  of the templar masters of the province of Hungary.
Una delle motivazioni principali che determinarono l’insediamento degli Ordini religioso-militari nella Puglia fu la posizione geografica di questa regione protesa verso il Levante, da sempre crocevia tra Occidente ed Oriente. I suoi... more
Una delle motivazioni principali che determinarono l’insediamento degli Ordini religioso-militari nella Puglia fu la posizione geografica di questa regione protesa verso il Levante, da sempre crocevia tra Occidente ed Oriente. I suoi porti, da Manfredonia sino a Brindisi sull’Adriatico e Taranto sullo Ionio, permettevano la comunicazione con la Terrasanta. Da qui partivano le navi con i pellegrini, le derrate alimentari, i cavalieri, gli equipaggiamenti e i cavalli con destinazione l’Oltremare: prima la Siria-Palestina e poi, dopo il 1291, Cipro. I porti pugliesi furono molto utilizzati sino all’inizio del XIV secolo; fu in epoca angioina che si hanno le maggiori attestazioni di spedizioni di vettovaglie alle case in Terrasanta e a Cipro in forte difficoltà di fronte all’avanzata musulmana che culminerà con la presa di Acri; mentre il traffico dei pellegrini andò scemando dalla fine del XIII secolo, quando ai porti pugliesi si preferivano altre rotte, con partenza dalle Repubbliche marinare di Genova e Venezia. Da un punto di vista insediativo, le domus degli Ordini seguirono una precisa strategia che privilegiava i centri costieri e poi prevedeva l’espansione verso l’interno. Bisogna precisare che in non tutti tali centri l’interesse degli Ordini fu rivolto alle strutture portuali: emblematici sono il caso di Molfetta , Giovinazzo  e Monopoli , molto probabilmente porti di minore importanza e dimensione; in tali cittadine portuali l’interesse sembra essere rivolto all’interno e alle proprietà fondiarie piuttosto che al mare. In questo contributo si farà riferimento ai principali scali marittimi della Puglia: Manfredonia, Barletta, Trani, Bari, Brindisi e Taranto dove sono documentati rapporti tra gli Ordini (Templari, Ospitalieri e Teutonici) e le strutture e le attività portuali e/o marittime.
During the Middle Ages, saffron was one of the most used spices in various fields and enjoyed considerable interest in international trade. Italy was one of the main producers in Europe and cultivation was present in several areas of the... more
During the Middle Ages, saffron was one of the most used spices in various fields and enjoyed considerable interest in international trade. Italy was one of the main producers in Europe and cultivation was present in several areas of the peninsula: the finest qualities were produced in Tuscany and Abruzzi, but crococulture was also practiced in Lombardy, Umbria, Marche and Apulia. In the latter region, the second center in the Kingdom of Naples, saffron found space above all in Salento, but it was
also cultivated in Terra di Bari. Although inferior in quality to the Abruzzese zima, the Apulian zima, between the fifteenth and sixteenth centuries, had its place on European markets, being requested by German, Venetian and Florentine merchants. This paper aims to provide an overview about production and trade of the spice in Terra di Bari, a subject that has not been dealt with in historical research, using different sources, such us some German and Venetian trading practices (pratiche mercantili) of
the sixteenth century. Two case studies will be presented with the towns of Bitonto, for the fifteenth century, and of Bisceglie, for the end of the sixteenth century, using information taken from unpublished notarial deeds. Finally, attention will be paid to the tax aspects related to saffron and its trade.
In the mid-1920s, the Kingdom of Italy was a strong importer of wheat; In order to reverse this deficitin the trade balance, the fascist regime decided to implement an agrarian policy aimed at achieving, within a few years, full... more
In the mid-1920s, the Kingdom of Italy was a strong importer of wheat; In order to reverse this deficitin the trade balance, the fascist regime decided to implement an agrarian policy aimed at achieving, within a few years, full self-sufficiency. This policy is remembered as the "battle for the wheat", which began in 1925 and was mainly directed by Arrigo Serpieri. The measures were aimed toincrease the yields per hectare of wheat. The factors that had a positive impact were the progressive spread of mechanization in the countryside, the use of chemical fertilizers, the widening of land credit and the use of selected seed. The present work will analyze the effects of the fascist politics in the first period using the data coming from the Catasto Agrario of 1929; the second experience of thiskind after that of 1910. In this case, three case studies (Lombardy, Tuscany and Puglia) will be considered corresponding to three geographical areas of the country (Northern, Central and Southern) and three different forms of land management (high farming, sharecropping and latifundium). After an initial descriptive analysis with provincial data, the focus will be shifted on the yields per hectare by comparing the values of 1929 with the average values of 1923-28 using the data at the municipal level. It will try to understand if there is a link between the yield of wheat and its spread on the territory in the three different forms of conduction and, with different models of linear regression, it will go to identify which explanatory variables had a greater influence on crop productivity levels in different provinces.
Abstract del contributo presentato in occasione del  II Convegno SISMED della medievistica italiana - 2022
Bitonto, sin dalla fine del XII secolo, fu un importante centro per l’olivicoltura e la produzione olearia. L’olio bitontino godeva di particolare fama, essendo un prodotto apprezzato tanto sul mercato interno quanto su quello estero. In... more
Bitonto, sin dalla fine del XII secolo, fu un importante centro per l’olivicoltura e la produzione olearia. L’olio bitontino godeva di particolare fama, essendo un prodotto apprezzato tanto sul mercato interno quanto su quello estero. In questo lavoro si focalizza l’attenzione sui protocolli inediti del notaio Angelo Benedetto di Bitritto, dai quali è possibile desumere notizie di natura quali-quantitativa sulla produzione e il commercio dell’olio nella seconda metà del XV secolo, contribuendo così alla conoscenza di una tra le aree di produzione più significative del Mezzogiorno.


Bitonto, since the end of the XII century, was an important centre concerning olive growing and oil production. The oil of Bitonto was particularly renowned both in domestic and foreign markets. This paper attention focused the attention on registers of notary deed of Angelo Benedetto di Bitritto; from this source several qualitative and quantitative information about olive oil production and trade in the second half of XV century is deduced, supplying a contribution in knowledge of one of the most significant production district in Italian Mezzogiorno.
Negli ultimi anni, grazie all’apporto di Francesco Galassi e Giovanni Federico, si è iniziato a guardare alla storia dell’agricoltura italiana attraverso nuove prospettive di ricerca. Gli studi di natura qualitativa, propri della... more
Negli ultimi anni, grazie all’apporto di Francesco Galassi e Giovanni Federico, si è iniziato a guardare alla storia dell’agricoltura italiana attraverso nuove prospettive di ricerca. Gli studi di natura qualitativa, propri della storiografia tradizionale, sono stati affiancati da lavori pionieristici di natura quantitativa e statistica che hanno portato all’interno del dibattito storiografico nuove metodologie per affrontare i diversi interrogativi di ricerca. Questo studio si pone come obiettivo quello di ricostruire le caratteristiche della produzione di grano, olio e vino in tre regioni campione della penisola, rappresentanti il Nord, il Centro e il Sud, utilizzando i dati del Catasto Agrario del 1929. Si è deciso di prendere in esame la Lombardia (agricoltura intensiva), la Toscana (mezzadria) e la Puglia (latifondo), rappresentative delle tre principali forme di conduzione agricola. In prima battuta verranno utilizzati i dati a livello provinciale con il calcolo dei quozienti di localizzazione, in seguito con i dati a livello comunale verranno presentati dei cartogrammi. Saranno esaminati alcuni aspetti come l’autocorrelazione spaziale e la concentrazione territoriale. Da ultimo si verificherà, con l’analisi della regressione lineare, se esiste o meno un legame tra la diffusione della coltivazione del frumento e la resa per ettaro e si interpretano le differenze esistenti tra le tre regioni alla luce delle diverse tipologie di conduzione agricola.
In this paper we want to propose the study of the agrarian landscape of Molfetta – a coastal center in the land of Bari with an extensive hinterland characterized by the diffusion since the 12th century of both the cultivation of olives... more
In this paper we want to propose the study of the agrarian landscape of Molfetta – a coastal center in the land of Bari with an extensive hinterland characterized by the diffusion since the 12th century of both the cultivation of olives and the oil production – at the beginning of the 15th century, using an appreciate that provides a good description of the territorial context of that center and of the crops practiced. Through the reading of the fiscal document, we will try to identify and describe what Licinio has defined as an organic system of signs. We will start with the analysis of the present toponyms of the apprezzo, already indicative enough to distinguish human intervention from that of nature, followed first by a qualitative approach and then by a quantitative analysis in reference to both the spatial scope and the temporal one.
Description of the agrarian landscape in the pre-murgian area between 13th and 14th centuries through pro anima charitable contributions in an obituary of 14th century of Ruvo di Puglia
The paper concerns a medieval village called Luciniano between Bari and Modugno in Apulia.
Il comparto di Lama Balice, esteso tra Bari e Bitonto, fu caratterizzato nel Medioevo dalla presenza di insediamenti rurali attestati almeno dal IX sino alla metà del XIV secolo. La lama offriva una serie di elementi che favorirono il... more
Il comparto di Lama Balice, esteso tra Bari e Bitonto, fu caratterizzato nel Medioevo dalla presenza di insediamenti rurali attestati almeno dal IX sino alla metà del XIV secolo.
La lama offriva una serie di elementi che favorirono il popolamento sin dall’età preistorica: acqua, terra fertile, ripari e grotte. A tali elementi va aggiunta la possibilità dei collegamenti terrestri, sia agevolati dalla presenza stessa del solco vallivo, definito dalla lama e capace di collegare l’entroterra murgiano alla costa adriatica, sia sostenuti dalla viabilità che, sin dall’età peucezia e poi romana, attraversava l’area collegando i centri principali di Bari, Bitonto, Giovinazzo, Modugno. Caratteristica di questa zona è dunque la persistente continuità insediativa che va dal Neolitico al basso Medioevo, funzionale alla gestione delle tradizionali colture, soprattutto estensive come quella dell’olivo, attestata da articolate strutture produttive, come le masserie di età moderna, popolate ancora sino agli inizi del XX secolo, secondo una dinamica di utilizzo del territorio che ha saputo metabolizzare periodi di abbandono delle terre e di successivo ripopolamento.

During the Middle Ages, the area of Lama Balice, between Bari and Bitonto, had several rural settlements attested from the 9th to the half of the 14th century. This area, known as ‘lama’, offered several opportunities encouraging peopling since pre-historical age: water, fertile lands, caves and also a road system connecting the main centers (Bari,Bitonto, Modugno, Giovinazzo). A feature of this area is the continuity in settlements from Neolitic to Roman age, Byzantine period and Late Middle Ages; rural villages, called before villae, choria and then casali, rose and survived up to the 14th century when, due to economic crisis and depopulation, became extinct.
Il presente contributo vuole essere un tentativo d’indagine della vita dei contadini e del paesaggio agrario nei dintorni di Bari nel periodo della seconda colonizzazione bizantina, con particolare riguardo all’epoca del catepanato... more
Il presente contributo vuole essere un tentativo d’indagine della vita dei contadini e del paesaggio agrario nei dintorni di Bari nel periodo della seconda colonizzazione bizantina, con particolare riguardo all’epoca del catepanato d’Italia (970-1071). Le fonti principali che saranno utilizzate sono i documenti notarili presenti nei fondi pergamenacei della Cattedrale e della Basilica di S. Nicola, estendendo l’esame anche ai primi decenni dell’epoca normanna sino alla fine dell’XI secolo, quando Bari e il suo territorio continuarono a subire l’influsso della dominazione bizantina durata ben due secoli. Le fonti notarili costituiscono un organico sistema dei segni (Licinio) da esaminare che permette di trarre utili notizie ai fini dello studio del paesaggio agrario barese. Molto si è scritto della storia bizantina di Bari entro le mura cittadine, si è trattato invece poco di quello che avveniva extra moenia, nella vasta campagna costellata da un sistema di villaggi rurali aperti (non fortificati) noti come chorìa in greco e loci in latino. Si vuole trattare della vita dei contadini in questi villaggi, dei rapporti con la città, del paesaggio agrario della campagna barese (l’olivo, la vite, l’orto, il frutteto, ma anche le tecniche colturali e gli strumenti di lavoro), degli insediamenti rupestri e dei trappeti ipogei che circondano la periferia della città e che costituiscono una delle poche testimonianze tangibili del mondo rurale nel contado barese durante la dominazione bizantina.
In this contribute I deal with presence of military Orders in Bari from XII to XV century.
In questo lavoro ho cercato di ricostruire l'origine del mito templare della chiesa di Santa Maria di Sovereto presso Terlizzi (BA).
In this contribute were analysed relantionships between the church of St. Vito in Corato (BA) and military orders (Templars and Hospitallers) demonstrating that Templars have nothing to do with this romanic church.
In this contribute I analyzed St. John Order's settlements in Apulia under norman-swabian monarchy, especially their geographical diffusion in the Apulian region.
Research Interests:
This is a preface for a book about Ruvo di Puglia (Bari, Italy), it's walls and fortifications and rural church in countryside between Middle Ages and Modern Age.
Research Interests:
In this paper I deal with the Order of St. John in Ruvo di Puglia (Bari) from XIII centuty to the beginning of the XIX. Most of documents mentionned are unpublished, belonging from Malta National Library.
Research Interests:
Un breve scritto pubblicato in occasione dei 1.000 anni di storia di Modugno su Palese, sino dal Quattrocento al 1928 sbocco a mare di questo comune.
Research Interests:
Un contributo a carattere divulgativo sul periodo normanno di Ruvo di Puglia, un centro a Nord di Bari (Puglia).
La Puglia tra Tardo Medioevo e l'inizio dell'Età moderna costituiva il secondo centro di produzione dello zafferano nel Regno di Napoli, essendo L' Aquila quello principale. Il prodotto pugliese era qualitativamente e quantitativamente... more
La Puglia tra Tardo Medioevo e l'inizio dell'Età moderna costituiva il secondo centro di produzione dello zafferano nel Regno di Napoli, essendo L' Aquila quello principale. Il prodotto pugliese era qualitativamente e quantitativamente inferiore rispetto al corrispettivo abruzzese o toscano, ma riusciva a trovare un suo spazio sui mercati internazionali dell'Europa centro-settentrionale e del Levante. In Puglia venivano ad approvvigionarsi i mercanti tedeschi, talvolta direttamente dai produttori, ma più spesso durante le fiere che si tenevano nelle Puglie tra novembre e gennaio. In questo lavoro si vuole esaminare il ruolo svolto dalle due fiere gestite dalla chiesa di San Nicola di Bari tra Cinquecento e Seicento impiegando materiale d'archivio inedito.
Saffron in the Middle Ages was the most precious spice, a luxury good with an important international trade. Italy was the main producer in Europe, together with Spain and, to a lesser extent, France; Italian saffron was among the most... more
Saffron in the Middle Ages was the most precious spice, a luxury good with an important international trade. Italy was the main producer in Europe, together with Spain and, to a lesser extent, France; Italian saffron was among the most valuable and sought-after qualities. In the Peninsula, the cultivation of saffron was practiced in some territorial contexts, including Apulia, the second center in the Kingdom of Naples after the Abruzzi. This contribution will deal with the cultivation and trade of this spice in Terra d’Otranto between the 15th and 16th centuries. The purpose of the paper is to show the importance assumed by saffron in the economy of this province, a periphery at the center of international commercial circuits, a crop often marginalized by historical research, to the advantage of olive growing. Different sources will be used (fiscal, notarial, historical-geographical, commercial) to illustrate the spread of crocus cultivation and its presence on foreign markets thanks to the pres-
ence of foreign merchants, especially Germans. After examining the phenomenon in the province, Casalnuovo in the 16th century was taken into consideration as a case study, for which some notarial deeds were examined from which interesting details emerge. Ultimately, the fiscal aspects of the saffron trade were exposed.
Saffron was among the most sought-after spices between the Middle Ages and the Early modern age due to its multiple uses and was part of luxury consumption until the end of the 16th century, when its decline began caused by the arrival in... more
Saffron was among the most sought-after spices between the Middle Ages and the Early modern age due to its multiple uses and was part of luxury consumption until the end of the 16th century, when its decline began caused by the arrival in Europe of new foodstuffs from the Americas which soon supplanted traditional spices as the status symbol of socioeconomic elites. In this contribution attention focuses on the analysis of the price of saffron in Europe between the 13th and 17th centuries through the collection of a discrete quantity of data relating both to the main places of production (Spain, Italy) and to the more important international markets (Germany, Netherlands). In some cases, such as England and Poland, it has been possible to reconstruct historical series large enough to allow the long-term trends to be highlighted. Another aspect examined concerns the costs incurred by the merchants for transferring of the spice from the places of production to the final markets. The work presents a rich statistical appendix with a collection of saffron prices from different sources that could be useful for further and future research.
Apulia, between the late middle ages and the beginning of the modern age, was the second center of saffron production in the Kingdom of Naples, L’Aquila and its surroundings being the main. The Apulian product was of inferior qualitaty,... more
Apulia, between the late middle ages and the beginning of the modern age, was the second center of saffron production in the Kingdom of Naples, L’Aquila and its surroundings being the main. The Apulian product was  of inferior qualitaty, but found its place on international markets. German merchants came to Apulia to obtain supplies, sometimes directly from the producers, but more often at the fairs that took place between November and January. This paper examines the role that fairs played in the marketing of the precious spice, drawing on some German trade practices from the sixteenth century. Particular attention is paid to two fairs administered by the Church of St. Nicholas of Bari, using unpublished archival material.
This study aims to shade light on the effects of land inequality on the growth of human capital in the Italian countryside during the 1930s. The initial hypothesis, according to which land inequality contributed to slowing down the... more
This study aims to shade light on the effects of land inequality on the growth of human capital in the Italian countryside during the 1930s. The initial hypothesis, according to which land inequality contributed to slowing down the process of schooling, was tested by means of specific spatial regression techniques. The results obtained made it possible to highlight how some specific variables of land inequality significantly influenced the literacy rate in rural Italy
Tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età moderna lo zafferano aveva un importante mercato in Europa che si articolava in diverse piazze, le più importanti erano quelle dell’area centro-settentrionale del continente, prima fra tutte... more
Tra la fine del Medioevo e l’inizio dell’Età moderna lo zafferano aveva
un importante mercato in Europa che si articolava in diverse piazze, le più
importanti erano quelle dell’area centro-settentrionale del continente,
prima fra tutte Norimberga in Germania. I luoghi di produzione e quelli
di commercializzazione della spezia sono descritti in due pratiche com-
merciali del XVI secolo, una di area veneziana e l’altra di area tedesca.
Partendo da tali descrizioni, in questo contributo si vogliono esaminare le
relazioni esistenti tra i diversi mercati europei utilizzando una particolare
tecnica di indagine, l’analisi delle reti sociali (social network analysis,
SNA), impiegata in diversi ambiti della ricerca, compreso quello storico. I
risultati di questo approccio di natura quantitativa confermano quanto
emerge dall’analisi storiografica a proposito del mercato dello zafferano
nell’Europa cinquecentesca.

Between the end of the Middle Ages and the beginning of the Modern
age, saffron had an important market in Europe organized into several
places, the most important being those in the Central-northern area of the
continent, first of all Nuremberg in Germany. The places of production
and sale of the spice are described in two commercial practices of the six-
teenth century, one in the Venetian area and the other in the German one.
Starting from these descriptions, the aim of this paper is to examine the
relationships between the different European markets using a particular
survey technique, the social network analysis (SNA), used in different
fields of research, including the historical matter. The results of this quan-
titative approach confirm what emerges from the historiographical exam-
ination regarding the saffron market in sixteenth-century Europe.
During the Middle Ages saffron was the most expensive spice, a luxury good with a major international trade. Italy was the main producer in Europe, with Spain and France on a smaller scale; Italian saffron was among the finest and most... more
During the Middle Ages saffron was the most expensive spice, a luxury good with a major international trade. Italy was the main producer in Europe, with Spain and France on a smaller scale; Italian saffron was among the finest and most valued varieties and reached marketplaces in Northern Europe and Eastern Mediterranean. In the Italian Peninsula saffron was cultivated in geographical areas such as Tuscany and Abruzzo, which excelled in quality and quantity; the spice was to be found in other regions, notably Marche, Umbria, Lombardy, and Apulia. In Apulia saffron grew especially in Terra d’Otranto, even if the product was of lower quality and quantity compared to that of Tuscany and Abruzzo, but it was imported by several towns in Istria, Dalmatia, Albania, and Greece. In some notarial deeds of the second half of the 15th century saffron plantation was reported in Bitonto. In this paper saffron plantation and trade are dealt with, referring to Apulia and Bitonto.
Il contributo riporta i risultati di alcune analisi statistiche effettuate sui dati contenuti in un apprezzo di Molfetta dell’inizio del Quattrocento, fonte paradigmatica assai utile per la comprensione della realtà socioeconomica di... more
Il contributo riporta i risultati di alcune analisi statistiche effettuate sui dati contenuti in un apprezzo di Molfetta dell’inizio del Quattrocento, fonte paradigmatica assai utile per la comprensione della realtà socioeconomica di questo centro di Terra di Bari. All’esame della distribuzione dei beni tra i contribuenti per quantità e valore estimale, segue l’analisi spaziale e temporale delle colture praticate. Se per un verso l’indagine conferma la tradizionale diffusione e l’importanza dell’olivicoltura, asse portante dell’economia molfettese, le finalità fiscali dell’apprezzo forniscono una buona proxy della ricchezza delle famiglie e pertanto possono essere impiegate per lo studio della disuguaglianza sociale. Nell’ultima parte, di natura comparativa, si esamina la compatibilità dei livelli di diseguaglianza molfettesi con quelli di altre località rurali dell’Italia Centro-Settentrionale.
La matricula maioris ecclesie Rubensis è un obituario trecentesco utilizzato dal Capitolo della Cattedrale di Ruvo di Puglia sino al XVII secolo. La parte medievale di questo codice pergamenaceo è stata edita alcuni anni or sono e... more
La matricula maioris ecclesie Rubensis è un obituario trecentesco utilizzato dal Capitolo della Cattedrale di Ruvo di Puglia sino al XVII secolo. La parte medievale di questo codice pergamenaceo è stata edita alcuni anni or sono e costituisce una fonte interessante e inesplorata per ricostruire gli aspetti relativi alla storia economica e sociale di Ruvo tra XII e XIV secolo, periodo al quale possono riferirsi le donazioni effettuate dai defunti per essere ricordati nel necrologio. Dall’analisi delle donazioni è possibile tracciare un quadro interessante sui ceti sociali e sulle professioni esercitate in città, con particolare riguardo al mondo dell’artigianato, e sul paesaggio rurale che
caratterizzava l’agro di Ruvo nel Medioevo, ambito, quest’ultimo, mai trattato approfonditamente dagli studiosi per mancanza di fonti documentali.


The matricula maioris ecclesie Rubensis is a fourteenth-century obituary used by the Chapter of the Cathedral of Ruvo di Puglia until the seventeenth century. The medieval part of the parchment codex was published a few years ago and it is an interesting and unexplored source to reconstruct aspects of the economic and social history of Ruvo between XII and XIV centuries, period which may be covered by donations made by the deceased to be remembered in the obituary. The analysis of donations allows to draw a fairly interesting picture on the social classes and the professions exercised in the city, with special reference to the craft world, and the rural landscape that characterized the countryside of Ruvo in the Middle Ages, field, the latter, in which Authors never were interested in due to the lack of documentary sources.
In questo contributo partendo dall’esame delle donazioni effettuate a favore delle cattedrali di Ruvo di Puglia e di Giovinazzo in due necrologi del Trecento, dopo aver effettuato una serie di analisi quali-quantitative propedeutiche, si... more
In questo contributo partendo dall’esame delle donazioni effettuate a
favore delle cattedrali di Ruvo di Puglia e di Giovinazzo in due necrologi del Trecento, dopo aver effettuato una serie di analisi quali-quantitative propedeutiche, si propone di utilizzare i lasciti in denaro come una proxy della ricchezza al fine di ottenere una misura di disugaglianza nella distribuzione di tale grandezza che per il Tardo Medioevo nel Regno di Napoli, al contrario di altri contesti geografici (Toscana, Piemonte), risultano mancanti.
Jewish presence in Bitonto during the 15th century: knowledge from registers of notary Angelo Benedetto di Bitritto (1458-1486) The existence of a Jewish settlement in Bitonto dates to the last twenty years of the 13th century; during... more
Jewish presence in Bitonto during the 15th century: knowledge from registers of notary Angelo Benedetto di Bitritto (1458-1486)

The existence of a Jewish settlement in Bitonto dates to the last twenty years of the 13th century; during the second half of the 15th century Jews had the period of greater splendor as in the whole Italian Mezzogiorno. Registers of notary deeds are a helpful source to retrace the history of the Jewish community; in past decades some scholars (Carabellese at the beginning of the 20th century, Colafemmina, Maiorano recently) published several deeds or their summaries concerning some notaries operating in Bitonto in late Middle Ages. In this paper we wish to supply more information about Jews in Aragonese age using registers of the notary Angelo Benedetto di Bitritto the most of them are still unpublished (Colafemmina published only about 10 deeds in his contributes). There are 256 deeds affecting Jews living in Bitonto from 1458 to 1486, even if they do not cover continuously the whole span; knowledge from these deeds has been completed with other published sources.  Deeds regards especially business, so the main subject we deal in this contribute is the analysis of Jews’ economic activities: they were involved often in trade (clothes, olive oil, cattle, spice and soap), but also in lending money, some of them were craftsmen; they used to employ financial resources in real estate business buying or selling houses. We focus on two influential Jewish dynasties, Russellus and Mayr, whose members had in several times important roles in the political and administrative life of the Giudecca. We try to reconstruct kinship connections in lineage and describing events regarding the members of the two families involved in social and economic life.
Research Interests:
In questo contributo si prende in esame il corpus onomastico desunto da un obituario trecentesco proveniente dalla Cattedrale di Ruvo di Puglia che registra le morti dei benefattori del Capitolo in un lasso temporale che va dalla fine del... more
In questo contributo si prende in esame il corpus onomastico desunto
da un obituario trecentesco proveniente dalla Cattedrale di Ruvo di Puglia che registra le morti dei benefattori del Capitolo in un lasso temporale che va dalla fine del XII secolo alla metà del XIV. Questi dati di tipo qualitativo possono essere oggetto di analisi statistica che permette di fornire una descrizione dello stock onomastico anche in termini quantitativi relativamente ad alcuni aspetti come la concentrazione, la variabilità, la densità, etc. Sono utilizzate come variabili di segmentazione il genere e l’origine del nome che hanno permesso di costruire dei sottogruppi per effettuare delle comparazioni. Infine si è utilizzato un modello teorico per la descrizione dei dati attraverso la stima dei parametri con il metodo dei minimi quadrati e il calcolo di una misura di goodness of fit.
Research Interests:
Gli obituari, registri nei quali venivano annotati i lasciti dei benefattori per essere ricordati post portem nelle preghiere presso chiese o monasteri, oltre che ad essere interessanti per comprendere il rapporto tra l'uomo medievale e... more
Gli obituari, registri nei quali venivano annotati i lasciti dei benefattori per essere ricordati post portem nelle preghiere presso chiese o monasteri, oltre che ad essere interessanti per comprendere il rapporto tra l'uomo medievale e la morte sono un utile e prezioso strumento per lo studio della storia economica e sociale attraverso una serie di informazioni che da essi possono trarsi. È possibile esaminare i nomi e le forme cognominali (antroponimia), l'articolazione socio-professionale, ricostruire le vicende delle famiglie, trattare di alcuni aspetti dell'economia di un centro cittadino, della mobilità geografica e della presenza di stranieri, delineare il paesaggio agrario e studiare i toponimi di un dato territorio. Molti di tali ambiti sono stati indagati in due necrologi del XIV secolo provenienti dalle cattedrali di Giovinazzo e Ruvo di Puglia, mettendo in evidenza elementi comuni e differenze tra un centro costiero e uno interno della Terra di Bari, entrambi sedi vescovili.
Research Interests:
Slides presentate nel corso della summer school della Società italiana di demografia storica (SIDeS)
Research Interests:
Il Liber appretii di Molfetta del 1417, una fonte per lo studio del paesaggio agrario e della distribuzione della ricchezza
In this study, land inequality in Italy during fascism was observed and reconstructed in order to offer new elements of analysis related to the study of inequality in the Italian countryside during the first half of... more
In  this  study,  land  inequality  in  Italy  during  fascism  was  observed  and  reconstructed  in  order  to  offer new elements of analysis related to the study of inequality in the Italian countryside during the  first  half  of  the  twentieth  century.  Using  provincial  data  of  the  1930 Agricultural  Census,  five  indicators  of  land  inequality  were  constructed.  Initially,  a  univariate  analysis  was  carried  out, 
taking  the  indicators  individually;  subsequently,  using  a  multivariate  approach,  three  synthetic indicators  were  produced.  Finally,  the  provinces  were  divided  into  homogeneous  clusters  based
on the concentration of land ownership. A notable useful tool for analysis was mapping using GIS software.
Research Interests:
Questo lavoro costituisce un abbozzo per un contributo più articolato. E' una proposta per ottenere la stima del coefficiente di Gini per misurare la disuguaglianza nella distribuzione delle ricchezza utilizzando i dati delle donazioni in... more
Questo lavoro costituisce un abbozzo per un contributo più articolato. E' una proposta per ottenere la stima del coefficiente di Gini per misurare la disuguaglianza nella distribuzione delle ricchezza utilizzando i dati delle donazioni in denaro presenti in due obituari (necrologi) in Terra di Bari nella prima metà del XIV secolo tenendo presente che in tale periodo non esistono documenti di natura fiscale (estimi, catasti) che permettono di ottenere informazioni sulla ricchezza.

In last decades scholars focused attention in measurement of inequalities in income and wealth distribution during the pre-industrial age, for instance the EINITE (Economic Inequality across Italy and Europe, 1300-1800) project. Some recent papers showed that in Southern continental Italy the first data concerning inequality of wealth distribution in pre-industrial age dated back only to the 16th century, while in other geographical areas (Tuscany, Piedmont) information are available since the 14th century originated from fiscal survey. Unfortunately, in the Kingdom of Naples this kind of source is rather uncommon during late Middle Age, impeding the investigation of economic inequalities in this influential historic period prelude of the early Modern age. In this contribute, taking care of this lack, an innovative approach to estimate measures of inequality in wealth distribution based on obituaries in two centers in the Northern Terra di Bari (Ruvo di Puglia and Giovinazzo) is introduced. Obituaries (necrologies) are registers in which names of deceased benefactors and their charitable contributions in favor of religious institutions with the aim of receiving prayers were recorded. In the two case studies the most of donations are in money, but there are also contributions in lands or dwellings, concerning the first half of the 14th century. Investigating data shows that charitable contributions are correlated to the benefactors’ socio-economic role, observing higher mean values in wealthy classes (nobles, clergy) and lower in other classes; therefore, it is allowed to suppose oblations were related to the benefactor’s economic ability. Money contributions can be a suitable proxy variable of inhabitants’ wealth of the two centers and using this data allows to fit estimates of inequality measures. It is more appropriate to link the value of oblations to wealth, instead of income, as in a society essentially of agrarian type, like to that of the two centers in the historical period in examination, the existence of a relationship of proportionality is more plausible between the two variables. Another circumstance leading to consider monetary donations of benefactors as a proxy variable of wealth is that, in addition to money oblations, there were also some in nature, in several times lands or houses, manifestation of donors’ real estate rather than of income. A further encouragement comes from statistical analysis: Pareto’s function fits very well the distribution of contribution in money and this theoretical model usually describes the wealth distribution. As term of comparison, the closest geographically and chronologically, data concerning the inequality measure deduced by an apprezzo (fiscal document) of 1417 compiled in the town of Molfetta neighboring with Giovinazzo, and for several features very similar, being also distant only 15 km from Ruvo di Puglia, is used. Other comparisons will take place with some centers of Tuscany and Piedmont in the same historical period.
Research Interests:
Recensione del libro di R. Bianco, La conchiglia e il bordone. I viaggi di San Giacomo nella Puglia medievale.
Review of the book: R. Bianco, La conchiglia e il bordone. I viaggi di San Giacomo nella Puglia medievale.
Research Interests:
L’utilizzo di metodologie quantitative  per la ricerca storico-economica
Siena, 26 aprile 2019
Accademia dei Rozzi, Sala degli Specchi, ore 18.00
Research Interests:
The existence of a Jewish settlement in Bitonto dates to the last twenty years of the 13 th  century. During the second half of the 15 th  century, Jews there had their period of greatest splendour as in the whole Italian  Mezzogiorno .... more
The existence of a Jewish settlement in Bitonto dates to the last twenty years of the 13 th  century. During the second half of the 15 th  century, Jews there had their period of greatest splendour as in the whole Italian  Mezzogiorno . Registers of notary deeds are an helpful source to retrace the history of the Jewish community. In past decades, some scholars (Carabellese at the beginning of the 20 th  century, Colafemmina and Maiorano more recently) published deeds or their summaries concerning some notaries operating in Bitonto. In this paper, more information is provided on Jews in the Aragonese age using the registers of the notary Angelo Benedetto di Bitritto, most of which are still unpublished (Colafemmina has only published about 10 deeds). There are 256 deeds affecting Jews living in Bitonto from 1458 to 1486, even if they do not cover continuously the whole span; the information from these deeds has been completed with other published sources. The deeds regard especially...
In this study, land inequality in Italy during fascism was observed and reconstructed in order to offer new elements of analysis related to the study of inequality in the Italian countryside during the first half of the twentieth century.... more
In this study, land inequality in Italy during fascism was observed and reconstructed in order to offer new elements of analysis related to the study of inequality in the Italian countryside during the first half of the twentieth century. Using provincial data of the 1930 Agricultural Census, five indicators of land inequality were constructed. Initially, a univariate analysis was carried out, taking the indicators individually; subsequently, using a multivariate approach, three synthetic indicators were produced. Finally, the provinces were divided into homogeneous clusters based on the concentration of land ownership. A notable useful tool for analysis was mapping using GIS software.
In this study, land inequality in Italy during fascism was observed and reconstructed in order to offer new elements of analysis related to the study of inequality in the Italian countryside during the first half of the twentieth century.... more
In this study, land inequality in Italy during fascism was observed and reconstructed in order to offer new elements of analysis related to the study of inequality in the Italian countryside during the first half of the twentieth century. Using provincial data of the 1930 Agricultural Census, five indicators of land inequality were constructed. Initially, a univariate analysis was carried out, taking the indicators individually; subsequently, using a multivariate approach, three synthetic indicators were produced. Finally, the provinces were divided into homogeneous clusters based on the concentration of land ownership. A notable useful tool for analysis was mapping using GIS software.
Research Interests: