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Despite its immediate popularity and its acclaim as a modern equal of the ancient epics, Ariosto's Orlando Furioso (published in its final version in 1532) was for learned readers a perplexing work: it mixed romance, epic,... more
Despite its immediate popularity and its acclaim as a modern equal of the ancient epics, Ariosto's Orlando Furioso (published in its final version in 1532) was for learned readers a perplexing work: it mixed romance, epic, and lyric poetry, poked fun at its marvelous and ...
Il topos del viaggio ai limiti del mondo conosciuto nel romanzo cavalleresco e la natura lirico-drammatica dell’egloga in sciolti nella prima metà del Cinquecento; la ricezione adriatico-orientale (a Cattaro e Ragusa) del petrarchismo... more
Il topos del viaggio ai limiti del mondo conosciuto nel romanzo cavalleresco e la natura lirico-drammatica dell’egloga in sciolti nella prima metà del Cinquecento; la ricezione adriatico-orientale (a Cattaro e Ragusa) del petrarchismo bembiano e post-bembiano e le antiche favole gigantomachiache riscritte dalla lirica e dal poemetto narrativo tra la prima e la seconda metà del secolo; i poemetti degli angeli ribelli nel contesto dell’eroico tassiano, figura e insieme scrittura delle guerre guerreggiate dell’epoca sullo sfondo apocalittico del nuovo malicidium da consumare contro eretici e infedeli e le icone trionfali di Giuditta nell’epica post-tassiana del Seicento; la riscrittura lirico-poematica della vicenda del peccatore pentito nelle raccolte spirituali del tempo e la fortuna delle Rime di Gabriele Fiamma e di Gregorio Comanini nelle Suze sina razmetnoga del raguseo Ivan Gundulić: questi, nel loro diverso intrecciarsi, gli assi tematici portanti della sequenza storico-letteraria proposta. Primariamente intitolata allo studio d’esordio, l’immagine del volo che retrospettivamente l’attraversa rende ragione delle dinamiche dello sguardo nell’accostare il multiforme panorama dell’indagine; della prospettiva d’insieme e di dettaglio nel mettere a fuoco autori “maggiori” e “minori”, nel rappresentare la dialettica di centri e periferie dell’ampio spazio geografico-culturale configurato. Pur autonomi tra loro, gli otto studi che all’insegna dell’ariostesca metafora dell’Andar per l’aria compongono il volume sono tra loro per più ragioni interconnessi. Nel dialogo ravvicinato o a distanza ovunque intrattenuto dai testi, l’intreccio di tema e genere, di genere e mito, il sondaggio sul genere che ne costituiscono i motivi conduttori tessono le fila di linee di ricerca condotte in zone inesplorate della tradizione letteraria italiana dentro e oltre i confini della Penisola.
La multiplicite des langages a Trieste et le lexique de la poesie de C. Le lexique du fragment, de la conscience, du reve.
Luciana Borsetto Università degli Studi di Padova | Original scientific paper --- Seconda parte delle Rime Volgari (Venezia 1549), le Rime Diverse di Ludovico Pascale (1500?-1551) rappresentano una tappa importante della ricezione... more
Luciana Borsetto Università degli Studi di Padova | Original scientific paper --- Seconda parte delle Rime Volgari (Venezia 1549), le Rime Diverse di Ludovico Pascale (1500?-1551) rappresentano una tappa importante della ricezione adriatico-orientale del petrarchismo peninsulare, costituendone, assieme al canzoniere erotico della prima parte, una delle manifestazioni esemplari nell’area strategica delle Bocche di Cattaro, patria dell’autore, sotto la sfera d’influenza della Serenissima. L’elogio ai 26 dedicatari che vi si rinviene, mentre offre struttura organica al disomogeneo corpus testuale, evidenzia il ruolo d’interlocutore d’eccezione svolto dall’autore fra le due sponde adriatiche; quello da lui esercitato nella tradizione letteraria di Cattaro in particolare. Legata a motivi, luoghi, eventi e personaggi con Venezia strettamente connessi, la cornice della laus Venetiae che declina il piccolo corpus ne rende ragione come di un “microcanzoniere”, ugualmente coeso con il canzoniere erotico con cui viene editorialmente alla luce, e con i Carmina latini di due anni più tardi (1551), nell’un caso come nell’altro attestando l’adesione alla comune poetica, fondata sulla moderna rivisitazione dell’Antico, alla base della sperimentazione dell’uno come dell’altro codice della scrittura.
Lara Vilà (ed.) Estudios sobre la tradición épica occidental (Edad Media y Renacimiento) Seminario de poética del Renacimiento Universitat Autònoma de Barcelona Universidad Carlos III de Madrid editorial caronte madrid - bellaterra MMXI... more
Lara Vilà (ed.) Estudios sobre la tradición épica occidental (Edad Media y Renacimiento) Seminario de poética del Renacimiento Universitat Autònoma de Barcelona Universidad Carlos III de Madrid editorial caronte madrid - bellaterra MMXI Seminario de Poética del Renacimiento Instituto de Estudios Clásicos Lucio Anneo Séneca de la Universidad Carlos III de Madrid © Lara Vilà ISBN: 978-84-89315-57-0
Il Convegno e stato organizzato nell’ambito del progetto di cooperazione didattico-scientifica tra l’Universita di Zara e l’Universita di Padova (Dipartimenti di Italianistica) sotto gli auspici del Comune di Zara e con l’appoggio della... more
Il Convegno e stato organizzato nell’ambito del progetto di cooperazione didattico-scientifica tra l’Universita di Zara e l’Universita di Padova (Dipartimenti di Italianistica) sotto gli auspici del Comune di Zara e con l’appoggio della Contea di Zara
Il contributo rende conto dei problemi di traduzione incontrati dalla scrivente nella resa in italiano del primo libro della Judita, poema epico-religioso in antico croato dell'umanista spalatino Marko Marulic, edito a Venezia nel 1521,... more
Il contributo rende conto dei problemi di traduzione incontrati dalla scrivente nella resa in italiano del primo libro della Judita, poema epico-religioso in antico croato dell'umanista spalatino Marko Marulic, edito a Venezia nel 1521, e ne pubblica la versione realizzata.
Il lavoro è stato poi completato dalla scrivente con traduzione (ed edizione) dell'intera opera (Milano, Hefti 2001).
http://www.knjizevni-krug.hr/marulianum/

ISBN: 953163078X  Editore: Knjizevni krug Split Marulianum
Il saggio analizza la tradizione del poema sacro in latino del primo Cinquecento nella Liberata tassiana, in gran parte alla base della fortuna dell'opera nell'epica post-tassiana del Cinque e Seicento. sta in: Riscrivere gli antichi,... more
Il saggio analizza la tradizione del poema sacro in latino del primo Cinquecento nella Liberata tassiana, in gran parte alla base della fortuna dell'opera nell'epica post-tassiana del Cinque e Seicento.

sta in: Riscrivere gli antichi, riscrivere i moderni e altri studi di letteratura italiana e comparata tra Quattro e Ottocento, Edizioni dell'Orso, Alessandria, 2002.
Riscrivere gli antichi dal tardo Quattrocento al Settecento, i moderni dal Classicismo rinascimentale all'Ottocento romantico: queste, nel loro libero intrecciarsi, le direttrici fondamentali della sequenza storica proposta nella prima parte del volume. Gli studi che la compongono si aprono con il biblico libro di Giuditta, che, rinarrato in forma di cantare dalla rimatrice fiorentina Lucrezia Tornabuoni intorno alla seconda metà del XV secolo; in forma di poema, a distanza di pochi decenni, dall'umanista spalatino Marko Marulić, rappresenta uno dei più importanti banchi di prova delle moderne letterature europee, e si chiudono con la versione in «italica favella» dell'Osman di Gundulić, con la quale il massimo poema del Barocco raguseo viene fatto conoscere al pubblico italiano di primo Ottocento attraverso il recupero dell'archetipo epico posto alla base della sua fonte di ispirazione primaria: la Gerusalemme liberata. Al centro di questa polarizzazione si colloca il sondaggio sul fitto dialogo intertestuale intrattenuto dall'autore dell'Osman con la tradizione italiana delle lacrime; la registrazione della memoria del Petrarca e del Tasso, del Tansillo e di Erasmo da Valvasone, del Guarini e di Girolamo Preti, di Gregorio Comanini e di Marino nella libera trasposizione del figliuol prodigo da lui prodotta negli anni Venti del Seicento. Sono invece le interne vicissitudini della letteratura nazionale a orientare comparatisticamente la ricerca sull'imitazione, sui furti, sulle poetiche (e impoetiche) riscritture dell'Eneide degli anni Trenta-Sessanta del Cinquecento, la lettura dell'attualizzante "travestimento" dell'Ars oraziana operato da Metastasio nel Settecento, i rilievi sulle tracce lasciate nella Liberata dal poema sacro rinascimentale, l'indagine sulle cinquecentesche metamorfosi del mito Proteo in Tasso, Patrizi, Sannazaro. La seconda parte del volume, per molti aspetti legata alla prima dalla medesima metodologia di analisi e dall'identica attenzione al rapporto Antichi-Moderni, ma incentrata su temi e forme della letteratura del Cinquecento, ospita contributi sugli scritti giovanili del filosofo di Cherso (Eridano, commento alle Rime del Contile, Barignano), un ritratto di Girolamo Muzio (duellante e duellista), una disamina dell'epistolario postumo di Sertorio Quattromani. Il volume è stato valutato "Eccellente" dai tre valutatori del CIVR che l'hanno sottoposto a esame.

vedi anche: Tasso a Roma. Atti della giornata di studi (Roma, Biblioteca Casanatense, 24 novembre 1999)
L'articolo introduce alcuni frammenti della prosa lirica Nemiri / Inquietudini (1920) del premio Nobel bosniaco Ivo Andric sconosciuta in Italia (e da lei tradotta), evidenziandone la genesi legata alle esperienze dolorose del confino e... more
L'articolo introduce alcuni frammenti della prosa lirica Nemiri / Inquietudini (1920) del premio Nobel bosniaco Ivo Andric sconosciuta in Italia (e da lei tradotta), evidenziandone la genesi legata alle esperienze dolorose del confino e della prigionia vissute dallo scrittore tra il 1914 e il 1917, gli anni cruciali del primo conflitto mondiale, a seguito dell'ingresso nell'organizzazione rivoluzionaruia "Giovane Bosnia"; rendendo conto al contempo della cifra stilistica dell'opera e dell'intenso dialogo con gli auctores ad essa sottesi: dall' Ovidio dei Tristia e di Ex Ponto all'Agostino delle Confessiones, a Whitman di Leaves of Grass.
Crocetti Editore:via E Falck 53, I 20151 Milan Italy:011 39 02 3538277, Fax: 011 39 02 3538412 http://www.poesia.it
Il saggio analizza l'elaborazione delle favole classiche operata dalla riscrittura lirica e dal poemetto narrativo nel Cinquecento, il diverso svolgimento del richiamo mitologico operato dai due generi , il suo riuso in chiave erotica,... more
Il saggio analizza l'elaborazione delle favole classiche operata dalla riscrittura lirica e dal poemetto narrativo nel Cinquecento, il diverso svolgimento del richiamo mitologico operato dai due generi , il suo riuso in chiave erotica, celebrativa o metapoetica, il vario processo di sperimentazione e risemantizzazione da esso attivato nel corso del secolo.
Il lavoro elabora la relazione tenuta al convegno sul mito nella Letteratura italiana dal Medioevo al Rinascimento che ha dato origine al volume in cui è stato inserito. Recensito in "Critica letteraria", 134, p. 185.
Il saggio ripercorre la fortuna del tema tardo rinascimentale e barocco delle lacrime, il suo sviluppo italiano, la sua diffusione europea e croata nella fattispecie. Vengono in particolare a questo riguardo messi a fuoco il fitto... more
Il saggio ripercorre la fortuna del tema tardo rinascimentale e barocco delle lacrime, il suo sviluppo italiano, la sua diffusione europea e croata nella fattispecie. Vengono in particolare a questo riguardo messi a fuoco il fitto dialogo intertestuale intrattenuto dal poeta raguseo Ivan Gundulic con la tradizione letteraria italiana del tema, la memoria del Petrarca e del Tasso, del Tansillo e di Erasmo di Valvasone, di Guarini e di Girolamo Preti, di Gregorio Comanini e di Marino nella libera trasposizione della parabola del prodigo da lui prodotta negli anni Venti del Seicento.
Sta in: Riscrivere gli antichi, riscrivere i moderni e altri studi di letteratura italiana e comparata tra Quattro e Ottocento, Edizioni dell'Orso, 2002, ALESSANDRIA
vedi anche: Fluctus lachrymarum. Gundulic u svjetlu talijanske knjizevne tradicije. Prilog ponovnom citaju Suze sina razmetnoga. KNJIŽEVNA SMOTRA, XXXV (2003) 130 (4), Editore: Hrvatsko filolosko drustvo Zagreb, pp. 53-69, tradotto in croato da Darja Garbin.

Parole Chiave: Letteratura comparata; Letteratura italiana; Letteratura croata; Critica letteraria; Letteratura europea; Traduzione letteraria; tradizione italiana delle lacrime; Petrarca; Tasso; Tansillo; Erasmo da Valvason; Guarini ; Girolamo Preti;  Gregorio Comanini
Il contributo sul Patrizi si inscrive nella tradizione pretassiana del poema cortigiano in lode degli Estensi alla quale in modi diversi si riferisce il Tasso stesso nel Rinaldo e nelle Liberata. Il motivo utopico dei «saturnia regna»... more
Il contributo sul Patrizi si inscrive nella tradizione pretassiana del poema cortigiano in lode degli Estensi alla quale in modi diversi si riferisce il Tasso stesso nel Rinaldo e nelle Liberata. Il motivo utopico dei «saturnia regna» legato alla Casa ferrarese, centrale nell'opera del Chersino, coinvolse anche il poeta della Gerusalemme, ma del tutto al di fuori della testualità epica. Tracce evidenti del suo passaggio in scrittura si rinvengono in rime d'occasione e nell'allusività allegorica dell'Aminta. Al Tasso, pur senza divenirne debitore, non sarà del tutto sfuggito il piccolo poema dell'autore del Trimerone, con il quale, sui temi dell'epica, sarebbe presto entrato in conflitto dando luogo a una delle polemiche letterarie più vivaci del secondo Cinquecento. Incentrato sul poemetto del filosofo di Cherso, il contributo propone alla riflessione analogie e differenze con il poeta della Liberata nel comune trattamento letterario di temi e immagini.

Patrizi, Virgilio, Giulio Camillo. Utopia, profezia, armonia nell'Eridano*

L'opera del Patrizi che qui si analizza sotto il triplice profilo dell'utopia, della profezia, e dell'armonia, si inscrive nella tradizione pretassiana del poema «cortigiano» in lode degli estensi alla quale, in modi sia pure diversi, si rifece il Tasso stesso nel Rinaldo e nella Liberata, dedicati rispettivamente al cardinale Luigi e al duca Alfonso II. Il motivo utopico dei «saturnia regna» legato alla casa ferrarese, centrale nell'opera del Chersino, coinvolse anche il poeta della Gerusalemme, ma del tutto al di fuori della testualità epica. Tracce evidenti del suo passaggio in scrittura si rinvengono in rime d'occasione-un componimento per le nozze di Francesco Maria della Rovere con Lucrezia d'Este (1570): «Si farà il secol d'auro; e sol da questi / vorrà il mondo il suo cibo» 1 , un sonetto in morte di Ippolito II (1572): «ne la città del ferro il secol d'oro / rinnovò » 2 , un sonetto per le nozze di Margherita Gonzaga con Alfonso II (1579): «Felice nostra etade, età ben d'oro» 3-e nell'allusività allegorica dell' Aminta, dove l a c a s a e s t e n s e f i g u r a c o m e d i m o r a f e l i c e d i « c i g n i » e d i « s i r e n e ». Diversamente per quanto concerne il tema patriziano della profezia, dove l'esaltazione della progenie ferrarese risulta in gran parte funzionale al ritratto del «divino profeta» che la enuncia. Percorso da inquietudini nuove e da tensioni ideologiche «altre», che registrano scarti notevoli rispetto ai ben noti precedenti ariosteschi, questo tema, con il richiamo al IV delle Georgiche, che ne costituisce la cornice situazionale di base, trova chiari riscontri operativi nei canti X, XIV e XVII della Liberata. Il Proteo virgiliano del-Patrizi che rivela ai figli di Eridano le sorti magnifiche degli eroi estensi si riflette in qualche modo sdoppiato nelle figure diverse, ma analoghe, di Pietro l'Eremita e del mago di Ascalona. Il «buon romito» tassiano, simbolo della scienza divina, che «pieno di Dio» e «rapto» da religioso «zelo» rivela ai compagni di Rinaldo il futuro glorioso dell'eroe inverato nell' «aquila estense» e gli inutili inganni di Armida, è assai più vicino al «gran profeta» del mare di cui parla il filosofo di Cherso, rifacendosi all'archetipo classico, che al «savio» Merlino dell'epica romanza; la magia naturale del «vecchio onesto, / coronato di faggio», che introduce Carlo e Ubaldo nella caverna sotterranea al di sotto del fiume, svela loro i segreti del giardino incantato, e mostra poi a Rinaldo le imprese degli avi effigiate sullo scudo e la futura città «de' magnanimi Estensi», assomiglia piuttosto alla «scienza riposta» dell'antico veggente dai molti volti che all'arte magica della Melissa ariostesca, nutrita di suffumigi e di formule come quella diabolica di Ismeno. Al Tasso, pur senza divenirne per forza debitore, non sarà certo sfuggito il piccolo poema dell'autore del Trimerone, col quale, e proprio sui temi dell'epica, e di quella ariostesca in particolare, sarebbe presto entrato in conflitto dando luogo a una delle polemiche letterarie più vivaci del secondo Cinquecento. Assieme al richiamo a Virgilio, il piccolo poema del Chersino in omaggio alla casa ferrarese poteva forse offrire più di uno spunto al poeta della Liberata, delle alternative possibili per l'esperienza di un invisibile situato al di fuori del «meraviglioso romanzesco». Era, in fondo, un tramite neoplatonico sicuro allo sviluppo del «meraviglioso verisimile»; come, forse, il terzo libro del De partu Virginis sannazariano, era una via non del tutto scontata all'elaborazione del «mirabile» cristiano.
* Il lavoro è stato alla base di una relazione letta nel corso del V Simposio Internazionale della Societas Philosophorum Croatica che si è tenuto a Cherso (Croazia) dal 16 al 19 luglio 1996 nell'ambito dei «Davi Frane Petriša» (I giorni di Francesco Patrizi) che si svolgono annualmente nella cittadina dalmata. Con lievi modifiche, è stato pubblicato nella traduzione croata di Mihaela Vekarić in «Prilozi za istrazivanje Hrvatske filozofske bastine», XXII

sta in: Riscrivere gli antichi, riscrivere i moderni e altri studi di letteratura italiana e comparata tra Quattro e Ottocento. Edizioni dell'Orso, 2002, ALESSANDRIA

vedi anche: QUADERNI DEGLI STUDI TASSIANI anno XLV- 1997 N. 45 pp.185.208 Centro di Studi Tassiani di Bergamo

Parole Chiave: Letteratura italiana; Letteratura comparata; Critica letteraria; Letteratura europea; Traduzione letteraria; Letteratura del Rinascimento
Il contributo analizza in gran parte la presenza del Dolce traduttore nella tipografia giolitina, organicamente inserito nel piccolo gruppo redazionale di collaboratori pagati le cui professionalità risultano sempre più essenziali... more
Il contributo analizza in gran parte la presenza del Dolce traduttore nella tipografia giolitina, organicamente inserito nel piccolo gruppo redazionale di collaboratori pagati le cui professionalità risultano sempre più essenziali all'economia produttiva dell'azienda, e il suo ruolo in particolare in tal senso esercitato come traduttore di classici e contemporanei tra gli anni Quaranta e Sessanta del Cinquecento.
Sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento, Edizioni Dell'Orso 1990, ALESSANDRIA.
Vedi anche: Culture et professions en Italie (fin XVe- début XVIIe siècles). A. C. Fiorato (ed.), Publications de la Sorbonne 1989, PARIS. pp.: 99-115
Parole Chiave: Letteratura italiana del Rinascimento; Cultura e professioni in Italia; Ludovico Dolce nella tipografia giolitina; Letteratura italiana del Rinascimento; Imitazione e riscrittura nel Rinascimento; Il furto di Prometeo
1. «Formar con parole»: «re-citare», scrivere; 2. Sonorità vs visività. Le due parti del contributo così sintetizzate analizzano l'opera del Castiglione nella prospettiva visivo-sonora emblematizzata dal "libro" sul Cortegiano che la... more
1. «Formar con parole»: «re-citare», scrivere; 2. Sonorità vs visività. Le due parti del contributo così sintetizzate analizzano l'opera del Castiglione nella prospettiva visivo-sonora emblematizzata dal "libro" sul Cortegiano che la testimonia: insieme coacervo di segni e parole, di modi della lingua e del comportamento, di narrazione e di dialogo, di discorsi e di forme del discorso dove, «alla foggia di molti antichi», rinnovando una «grata memoria», l'autore può re-citare, emendati, molti dei ragionamenti consumati e dispersi intercorsi tra gli «omini singolarissimi» della ineguagliabile corte di Urbino da lui frequentata.
Sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento, Edizioni Dell'Orso, 1990, ALESSANDRIA.
Vedi anche: La Corte e il "Cortegiano", I, La scena del testo, C. Ossola (ed.), Bulzoni, 1980
Parole Chiave: Letteratura italiana del Rinascimento; Trattastica comportamentale; Letteratura italiana del Rinascimento; Imitazione e riscrittura nel Rinascimento; Il furto di Prometeo
1. «Il furto di Prometeo o della legittimazione»; 2. «Institutio, inventio», dispositio, elocutio; 3. Scrittura dell'imitazione. «Citatio». Il contributo analizza la teoria dell'imitazione emergente dai Poeticorum libri tres (1527) di... more
1. «Il furto di Prometeo o della legittimazione»; 2. «Institutio, inventio», dispositio, elocutio; 3. Scrittura dell'imitazione. «Citatio». Il contributo analizza la teoria dell'imitazione emergente dai Poeticorum libri tres (1527) di Marco Girolamo Vida, una grammatica della poetica oraziana detersa delle sue equilibrate licentiae sulla base della cultura veneto-padana inscritta nella prima formazione letteraria dell'autore. Il mito di Prometeo è evocato nella legittimazione del furto quale esercizio per eccellenza del poetico da praticarsi sul patrimonio degli Antichi dai quali soltanto felicemente derivano i vari modelli del letterario e le forme quindi del dire.
Sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento, Edizioni Dell'Orso, ALESSANDRIA, 1990
Parole Chiave: Letteratura italiana del Rinascimento; Imitazione e riscrittura nel Rinascimento; Il furto di Prometeo
1. Rifiutando l'ufficio di semplice traduttore; 2. Riscrivere lo stile; 3. Riscrivere l' «historia»: queste le articolazioni critiche del contributo, che parte dalla distinzione ciceroniana tra orator e interpres, di grande rilevanza... more
1. Rifiutando l'ufficio di semplice traduttore; 2. Riscrivere lo stile; 3. Riscrivere l' «historia»: queste le articolazioni critiche del contributo, che parte dalla distinzione ciceroniana tra orator e interpres, di grande rilevanza nella teoria e pratica del vertere nel Cinquecento, e affronta l'analisi della riscrittura virgiliana in ottava rima, ovvero alla maniera dell'Ariosto, operata dal Dolce nell'Enea (1568) e nell'Achille e l'Enea (1570). Sta in: L. B. Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento. Edizioni Dell'Orso ALESSANDRIA 1990.
Vedi anche: G. Mazzacurati, M. Plaisance (eds.), Scritture di scritture. Testi, generi, modelli nel Rinascimento Bulzoni Editore,  Ferrara, 1987.
Parole Chiave: Mimesis in literature; Italian literature > 16th century; French literature > 16th century; History and criticism; Letteratura italiana del Rinascimento; Imitazione e riscrittura nel Rinascimento; Il furto di Prometeo
L’evolversi del petrarchismo peninsulare e il prestigio nel suo ambito assunto dal volgare italiano come lingua della poesia sono alla base, nella prima meta del Cinquecento, dell’affermarsi, in un centro geo-politico e culturale di... more
L’evolversi del petrarchismo peninsulare e il prestigio nel suo ambito assunto dal volgare italiano come lingua della poesia sono alla base, nella prima meta del Cinquecento, dell’affermarsi, in un centro geo-politico e culturale di rilievo come Cattaro — avamposto della Serenissima nel dominio dell’Adriatico —, della sperimentazione lirica improntata alla pratica del Bembo. Tutto compreso nel ventennio 1530-1550, l’arco della sua parabola documentabile è contrassegnato dalla produzione di due importanti canzonieri: Rime amorose di Giorgio Bizanti (Venezia 1532) e Rime Volgari di Ludovico Pascale (Venezia 1549), uscito il primo a due anni di distanza dalla princeps bembiana (Rime, Nicolini da Sabbio 1530), punto di avvio, per il Dionisotti, del petrarchismo nel senso stretto del termine, e a un anno dalla sua terza e definitiva impressione, curata da Carlo Gualteruzzi (Rime, Gabriel Giolito de Ferrari 1548). Patria del Bizanti e del Pascale, Cattaro, l’antica Ascrivium della Dalmazia romana, presenta all’epoca il profilo linguisticamente ‘altro’, rispetto a Ragusa e a centri adriatico-orientali come Spalato, Zara o Lesina, segnato dall’assenza della componente slava nella sua tradizione comunicativa illustre. Il codice neolatino del Bizanti alla base delle Amorose sottolinea la contrastante prospettiva lirico-narrativa sottesa all’opus poeticum prodotto, segnalando, nell’andamento parabolico della vicenda che vi si snoda, la sua conformità a quella dell’Auctor Petrarca. In Pascale questo prospettico contrasto viene a mancare, ricomposto nell’adesione manifestata alle diverse forme del classicismo rinascimentale nel duplice codice (latino e volgare) sperimentate, stemperato dal fitto dialogo tra loro, alla maniera del Bembo, ma anche del Trissino, e di Bernardo Tasso, intrattenuto. Il codice neolatino del Pascale offre infatti inusitate movenze classiche a temi e forme delle Rime Volgari, aprendone la declinazione romanza ai moderni microgeneri votivo e pastorale.
sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento, Edizioni Dell'Orso, ALESSANDRIA, 1990 ISBN: 8876940529 vedi anche: Girolamo Muzio, Lettere (Ristampa anastatica dell'ed. Sermartelli, 1590), a cura di L.... more
sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento, Edizioni Dell'Orso,  ALESSANDRIA, 1990 ISBN: 8876940529
vedi anche: Girolamo Muzio, Lettere (Ristampa anastatica dell'ed. Sermartelli, 1590), a cura di L. Borsetto, Arnaldo Forni editore, Sala Bolognese 1985. Il volume si compone di Premessa (p. VII), Introduzione (pp. IX-LVII), Appendice (Le lettere XXXI e IX dell'Edizione Giolito, pp. LIX-LXI), Bibliografia (pp. LXIII-LXXXVIII), strettamente correlati, alle pp. 1-46, a una serie di Indici (Cronologico; del movimento; dei destinatari; riassuntivo-sintetico; dei nomi di persona; dei nomi di luogo; degli autori e delle opere citate; degli Incipit e degli explicit preceduti da Premessa), collocati dopo l'anastatica delle Lettere muziane citata (cc. 1r-4v; pp. 1-252). L'introduzione (1. Lo scrivere delle lettere; 2. «Tre libri di lettere in prosa»: l'edizione Giolito; 3. Il quarto libro «nuovamente publicato»: l'edizione Sermartelli) mette in luce la costruzione del Libro di lettere del Muzio edito a venezia nel 1551, il rappporto con i destinatari, i temi affrontati. Il volume rientra nella collana dell'Istituto di Studi Rinascimentali - Ferrara. "Libri di lettere" del Cinquecento a cura di G. Baldassarri
Il contributo analizza la raccolta A sol calao (1974) di Biagio Marin, che riunisce in cinque sezioni i componimenti scritti dal'70 in poi rappresentando un momento cruciale per l'approccio critico all'intero corpus testuale.
1. Il dialetto come "antidialetto", ovvero verso un "esercizio minore" del dialetto; 2. L'ipertensione del non senso; 3. Infralogie e parole nove. Il contributo ricostruisce la tradizione sulla quale la poesia di Calzavara s'innesta... more
1. Il dialetto come "antidialetto", ovvero verso un "esercizio minore" del dialetto; 2. L'ipertensione del non senso; 3. Infralogie e parole nove. Il contributo ricostruisce la tradizione sulla quale la poesia di Calzavara s'innesta mettendo in evidenza gli scarti a partire dagli anni Sessanta del Novecento dal poeta operati nei suoi confronti, il modernismo marcato delle forme da lui prodotte, del quale egli stesso ragiona, con esplicito riferimento alle poetiche moderne, nell'intervento pubblicato nel 1971 in «Ateneo Veneto».
Il contributo presenta e pubblica trenta lettere inedite di Girolamo Muzio tratte dal cod. Riccardiano 2115. che la scrivente analizza formulando ipotesi sulla loro probabile raccolta da parte dell'autore e rendendo note le loro relazioni... more
Il contributo presenta e pubblica trenta lettere inedite di Girolamo Muzio tratte dal cod. Riccardiano 2115. che la scrivente analizza formulando ipotesi sulla loro probabile raccolta da parte dell'autore e rendendo note le loro relazioni con le lettere a stampa di lui, oltre che con gli inediti di cui rendono insieme testimonianza i codici Zeniano e Carli e il Quinto libro delle inedite annunciato per la stampa da Albino Zenatti sul finire dell'Ottocento. Editore: Le Lettere:Costa San Giorgio 28, I 50125 Firenze
Pagina iniziale: 99 Pagina finale: 178 Numero di pagine: 80
Il contributo analizza Storie e Cronache dell'autore vicentino illustrandone il recitativo di parole neglette dall'uso comune che le percorre, i modi polifonici del dire legati alla citazione e al riporto, la memoria e l'alternanza delle... more
Il contributo analizza Storie e Cronache dell'autore vicentino illustrandone il recitativo di parole neglette dall'uso comune che le percorre, i modi polifonici del dire legati alla citazione e al riporto, la memoria e l'alternanza delle voci, pezze d'appoggio essenziali per percorsi immaginativi e fantastici dove la comunicazione narrativa si fa reinvenzione di epoche e atmosfere lontane.
1. Il campo di analisi; 1.1. Una ricognizione nella media; 1. 2. Breve excursus sul contesto; 1.3. Oralità vs scrittura; 1.4 Intorno al codice. Ragioni e direzioni della scelta. Il contributo delinea usi e le funzioni assegnati al codice... more
1. Il campo di analisi; 1.1. Una ricognizione nella media; 1. 2. Breve excursus sul contesto; 1.3. Oralità vs scrittura; 1.4 Intorno al codice. Ragioni e direzioni della scelta. Il contributo delinea usi e le funzioni assegnati al codice dialettale in quanto scrittura poetica a partire dagli anni Settanta del Novecento, caratteristiche mono e plurilinguistiche, forme aperte e chiuse nelle quali si inscrive la comunicazione.
1. Dentro la «deriva». Da una citazione di Zanzotto; 2. Monolinguismo. verso l'«isola» del linguaggio; 3. Migrazioni. Dentro e fuori l'«isola» del linguaggio; 4. Linee di fuga. Oltre l'«isola» del linguaggio; 5. Plurilinguismo. Contatti;... more
1. Dentro la «deriva». Da una citazione di Zanzotto; 2. Monolinguismo. verso l'«isola» del linguaggio; 3. Migrazioni. Dentro e fuori l'«isola» del linguaggio; 4. Linee di fuga. Oltre l'«isola» del linguaggio; 5. Plurilinguismo. Contatti; 6. Plurilinguismo. Oniroglossa; 7. Diglossia. Parola vs scrittura e ritorno; 8. In forma di conclusione. Muovendo da una citazione di Zanzotto volta a definire il dialetto come lingua poetica connotata dalla metafora della "deriva", da lui coniata per significare la lontananza di cui si fa carico la tradizione che la origina e il distacco insieme dalla tradizione, il contributo delinea il contesto delle manifestazioni poetiche in dialetto degli anni Settanta del Novecento, in larga misura esemplificato dall'area veneto-friulano-giuliana.
Nome del convegno: La letteratura Dialettale in Italia dall'unità ad oggi, 1-4 dicembre 1980, Palermo su invito
L'universo sonoro del frammento; L'ordine del suono; Colla e cesoie: l'autonomia della scrittura: questi gli argomenti sviluppati nell'analisi del romanzo cergolyano che evidenzia nell'Austria imperialregia il centro mancante, luogo... more
L'universo sonoro del frammento; L'ordine del suono; Colla e cesoie: l'autonomia della scrittura: questi gli argomenti sviluppati nell'analisi del romanzo cergolyano che evidenzia nell'Austria imperialregia il centro mancante, luogo dell'utopia, destinato a rovesciarsi nell'opera dello scrittore insieme come immagine unitaria e totale del mondo, e come esemplare modello espressivo-sonoro deputato a renderne letteraria testimonianza.
Il saggio illustra i rapporti di dialogo intrattenuti dal poemetto gondoliano del Prodigo con la tradizione di rilettura e parafrasi poetica del salterio consegnata dal Petrarca del Canzoniere e dei Psalmi ai grandi modelli... more
Il saggio illustra i rapporti di dialogo intrattenuti dal poemetto gondoliano del Prodigo con la tradizione di rilettura e parafrasi poetica del salterio consegnata dal Petrarca del Canzoniere e dei Psalmi ai grandi modelli patetico-devozionali della Penisola tra Cinque e Seicento e il ruolo svolto in tal senso dal poeta toscano Camillo Camilli, alla cui scuola di belle lettere di Ragusa il Gundulić sembra avere affidato la propria formazione letteraria. Al suo magistero si deve la funzione di tramite al Tasso della Liberata e la tematica penitenziale e il motivo delle lacrime elaborato, coltivati in proprio dallo stesso Camilli.
Il saggio si inserisce, come la partecipazione al convegno che l'ha originato, nel rapporto di cooperazione dell'Università di Padova (Falcoltà di Lettere) con l'Università di Zara nell'ambito dei progetti di Internazionalizzazione dell'Ateneo
Il contributo analizza le forme della poesia in dialetto dell'ultimo Novecento.
1. Le lingue «tagliate» della Cacania triestina e il lessico della poesia di Cergoly; 2. Lessico del frammento; 3. Lessico della coscienza; 4. Lessico del sogno. Il contributo muove dall'analisi della tradizione poetica in dialetto di... more
1. Le lingue «tagliate» della Cacania triestina e il lessico della poesia di Cergoly; 2. Lessico del frammento; 3. Lessico della coscienza; 4. Lessico del sogno. Il contributo muove dall'analisi della tradizione poetica in dialetto di Trieste tra Otto e Novecento per affrontare quella della poesia mitteleuropea di Cergoly, coacervo di filoni culturali e vettori linguistici di molteplice derivazione, dove il provincialismo, il municipalismo, la particolare intimità del vernacolo si allargano a dimensioni cosmopolite, il conservatorismo proprio del dialetto si piega a nuovi innesti e ogni limite folcloristico viene tolto a vantaggio di una lingua volta a esprime forme e contenuti di segno sovranazionale, inventario di un tempo e di una storia positivi di cui la poesia dell'autore si fa esaltata celebrazione.
Lo studio analizza il "microcanzoniere" in italiano di Dinko Ranjina (Domenico Ragnina) consegnato al "Secondo volume delle rime scelte da diversi eccellenti autori" (Venezia, Giolito, 1563), documentandone insieme la ricca... more
Lo studio analizza il "microcanzoniere" in italiano di Dinko Ranjina (Domenico Ragnina) consegnato al "Secondo volume delle rime scelte da diversi eccellenti autori" (Venezia, Giolito, 1563), documentandone insieme la ricca intertestualità prodotta e i fenomeni di autotraduzione in esso registrati nel serrato confronto con i "Pjesni razlike", il ben più ricco canzoniere delle coeve "Poesie diverse", edito nello stesso anno a Firenze dall'autore raguseo presso la stamperia ducale del Torrentino.
Vedi anche: Književnost, umietnost, kultura između dviju obala Jadrana. Zbornik radova s međunarodnog znanstvenog skupa/ Letteratura, arte, cultura tra le due sponde dell'Adriatico.Atti della giornata di studio. N. BALIĊ NIŽIĊ; N. JAKSIĊ; Z. NIŽIĊ (ed.) 25 settembre 2008 Zara/Zadar 25 settembre 2008 Il Convegno in cui il saggio si inserisce è stato organizzato nell'ambito del progetto di cooperazione didattico-scientifica tra l'Università di Zara e l'Università di Padova (Dipartimenti di Italianistica) sotto gli auspici del Comune di Zara, e con l'appoggio della Contea di Zara.
Il topos del viaggio ai limiti del mondo conosciuto nel romanzo cavalleresco e la natura lirico-drammatica dell’egloga in sciolti nella prima metà del Cinquecento; la ricezione adriatico-orientale (a Cattaro e Ragusa) del petrarchismo... more
Il topos del viaggio ai limiti del mondo conosciuto nel romanzo cavalleresco e la natura lirico-drammatica dell’egloga in sciolti nella prima metà del Cinquecento; la ricezione adriatico-orientale (a Cattaro e Ragusa) del petrarchismo bembiano e post-bembiano e le antiche favole gigantomachiache riscritte dalla lirica e dal poemetto narrativo tra la prima e la seconda metà del secolo; i poemetti degli angeli ribelli nel contesto dell’eroico tassiano, figura e insieme scrittura delle guerre guerreggiate dell’epoca sullo sfondo apocalittico del nuovo malicidium da consumare contro eretici e infedeli e le icone trionfali di Giuditta nell’epica post-tassiana del Seicento; la riscrittura lirico-poematica della vicenda del peccatore pentito nelle raccolte spirituali del tempo e la fortuna delle Rime di Gabriele Fiamma e di Gregorio Comanini nelle Suze sina razmetnoga del raguseo Ivan Gundulić: questi, nel loro diverso intrecciarsi, gli assi tematici portanti della sequenza storico-letteraria proposta. Primariamente intitolata allo studio d’esordio, l’immagine del volo che retrospettivamente l’attraversa rende ragione delle dinamiche dello sguardo nell’accostare il multiforme panorama dell’indagine; della prospettiva d’insieme e di dettaglio nel mettere a fuoco autori “maggiori” e “minori”, nel rappresentare la dialettica di centri e periferie dell’ampio spazio geografico-culturale configurato. Pur autonomi tra loro, gli otto studi che all’insegna dell’ariostesca metafora dell’Andar per l’aria compongono il volume sono tra loro per più ragioni interconnessi. Nel dialogo ravvicinato o a distanza ovunque intrattenuto dai testi, l’intreccio di tema e genere, di genere e mito, il sondaggio sul genere che ne costituiscono i motivi conduttori tessono le fila di linee di ricerca condotte in zone inesplorate della tradizione letteraria italiana dentro e oltre i confini della Penisola.
1. «Illa novavit opus»; 2. «Poteva Beatrice scrivere come Dante / O Laura dare gloria alle pene d'amore?»; 3. Un doppio di Narciso; 4. Un'eco di Narciso. Sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento.... more
1. «Illa novavit opus»; 2. «Poteva Beatrice scrivere come Dante / O Laura dare gloria alle pene d'amore?»; 3. Un doppio di Narciso; 4. Un'eco di Narciso.
Sta in: Il furto di Prometeo. Imitazione scrittura riscrittura nel Rinascimento. Edizioni Dell'Orso, 1990, ALESSANDRIA.
Vedi anche: Nel cerchio della luna. Figure di donna in alcuni testi del XVI secolo, M. Zancan (ed.), VENEZIA, Marsilio, 1983, pp. 171-233
Parole Chiave: Letteratura italiana; Letteratura del Rinascimento; Letteratura italiana del Rinascimento; Imitazione e riscrittura nel Rinascimento; Il furto di Prometeo
Il contributo presenta i problemi di traduzione poetica incontrati dalla scrivente nella resa linguistica e stilistica di Nemiri (Zagabria 1920), prosa lirica di Ivo Andric.
Il saggio illustra il ruolo e l'importanza delle Rime amorose (Venezia 1532) del petrarchista di Cattaro (Dalmazia) Giorgio Bizanti, la tipologia del petrarchismo in esse attivata, la rilevanza dell'opera nel contesto del petrarchismo in... more
Il saggio illustra il ruolo e l'importanza delle Rime amorose (Venezia 1532) del petrarchista di Cattaro (Dalmazia) Giorgio Bizanti, la tipologia del petrarchismo in esse attivata, la rilevanza dell'opera nel contesto del petrarchismo in italiano della città dalmata, estremo avamposto, all'epoca, della Repubblica di Venezia contro il Turco, il dialogo intrattenuto con il Petrarca latino, e con pressoché coevi canzonieri del Sannazaro e del Bembo.
Research Interests:
Luciana Borsetto Università degli Studi di Padova | Original scientific paper --- Seconda parte delle Rime Volgari (Venezia 1549), le Rime Diverse di Ludovico Pascale (1500?-1551) rappresentano una tappa importante della ricezione... more
Luciana Borsetto
Università degli Studi di Padova | Original scientific paper
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Seconda parte delle Rime Volgari (Venezia 1549), le Rime Diverse di Ludovico Pascale (1500?-1551) rappresentano una tappa importante della ricezione adriatico-orientale del petrarchismo peninsulare, costituendone, assieme al canzoniere erotico della prima parte, una delle manifestazioni esemplari nell’area strategica delle Bocche di Cattaro, patria dell’autore, sotto la sfera d’influenza della Serenissima. L’elogio ai 26 dedicatari che vi si rinviene, mentre offre struttura organica al disomogeneo corpus testuale, evidenzia il ruolo d’interlocutore d’eccezione svolto dall’autore fra le due sponde adriatiche; quello da lui esercitato nella tradizione letteraria di Cattaro in particolare. Legata a motivi, luoghi, eventi e personaggi con Venezia strettamente connessi, la cornice della laus Venetiae che declina il piccolo corpus ne rende ragione come di un “microcanzoniere”, ugualmente coeso con il canzoniere erotico con cui viene editorialmente alla luce, e con i Carmina latini di due anni più tardi (1551), nell’un caso come nell’altro attestando l’adesione alla comune poetica, fondata sulla moderna rivisitazione dell’Antico, alla base della sperimentazione dell’uno come dell’altro codice della scrittura.

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Temi e figure del sacro nella letteratura italiana e oltre Luciana Borsetto € 18,00 ISBN 978 88 6787 733 1 Il paradiso terrestre e gli angeli, il diluvio e Giuditta; l'innocenza del primo abitatore del Locus e l'errore... more
Temi e figure del sacro nella letteratura italiana e oltre  Luciana Borsetto  € 18,00 
ISBN 978 88 6787 733 1
Il paradiso terrestre e gli angeli, il diluvio e Giuditta; l'innocenza del primo abitatore del Locus e l'errore dell'inquieta ragione foriero della sua perdita; l'audacia e prudenza dell'eroina, salvatrice della patria e imago di Maria, dal dramma gesuitico all'epica del Seicento, quando la seduzione preposta all'impresa salvifica ne affida l'agire al segreto del cuore, configurando l'uso della prudenza illustrato da Bacon del vi degli Essay (Of Simulation and Dissimulation, 1597). Successivamente, a misura che il trascendente si eclissa all'orizzonte del letterario; che il piano teologico della biblica vicenda che la concerne cede alle profondità della psiche, consegnandone la vittoria dell'eroismo e della fede alle moderne meraviglie dei sensi, passioni e desideri ne erotizzano l'imago, inficiandone l'innocenza, pervertendone la santità. L'ambiguità della donna ne diventa il primum della figura. Dalla metà dell'Ottocento Giuditta altro non emblematizza che la femme fatale, volta a venerare e trascinare a morte l'amante nemico.
Temi e figure del sacro nella letteratura italiana e oltre Luciana Borsetto € 18,00 ISBN 978 88 6787 733 1 Il paradiso terrestre e gli angeli, il diluvio e Giuditta; l'innocenza del primo abitatore del Locus e l'errore... more
Temi e figure del sacro nella letteratura italiana e oltre    Luciana Borsetto 
€ 18,00    ISBN 978 88 6787 733 1
Il paradiso terrestre e gli angeli, il diluvio e Giuditta; l'innocenza del primo abitatore del Locus e l'errore dell'inquieta ragione foriero della sua perdita; l'audacia e prudenza dell'eroina, salvatrice della patria e imago di Maria, dal dramma gesuitico all'epica del Seicento, quando la seduzione preposta all'impresa salvifica ne affida l'agire al segreto del cuore, configurando l'uso della prudenza illustrato da Bacon del vi degli Essay (Of Simulation and Dissimulation, 1597). Successivamente, a misura che il trascendente si eclissa all'orizzonte del letterario; che il piano teologico della biblica vicenda che la concerne cede alle profondità della psiche, consegnandone la vittoria dell'eroismo e della fede alle moderne meraviglie dei sensi, passioni e desideri ne erotizzano l'imago, inficiandone l'innocenza, pervertendone la santità. L'ambiguità della donna ne diventa il primum della figura. Dalla metà dell'Ottocento Giuditta altro non emblematizza che la femme fatale, volta a venerare e trascinare a morte l'amante nemico.
Il volume si compone di Introduzione e Avvertenza (pp. III-XLVI), strettamente correlate a indici dei nomi (di luoghi e personaggi) e lessicale, collocati entrambi e (pp. 3-17; 18-51) dopo l'anastatica delle due traduzioni... more
Il volume si compone di Introduzione e Avvertenza (pp. III-XLVI), strettamente correlate a indici dei nomi (di luoghi e personaggi) e lessicale, collocati entrambi e (pp. 3-17; 18-51) dopo l'anastatica delle due traduzioni cinquecentesche (pp. [1-564]). L'Introduzione mette luce la diversa tipologia di riscrittura poetica prodotta dagli autori (diversi per I sei primi libri, elaborati in tempi diversi nell'ambito dell'Accademia degli Intronati di Siena e nel contesto di una didattica dei classici da indirizzarsi precipuamente alle donne; opera di Aldobrando Cerretani per l'Eneida in toscano, a vari livelli modellata sul poema dell'Ariosto). L'introduzione mette altresì in rilievo il diverso uso di lessico e sintassi poetica nella sperimentazione del verso (encecasillabo sciolto nei Sei primi libri (pp. [1]-[290]); ottava rima nell'Eneida in toscano (pp. [293-564]). Ne emerge la funzione da entrambe esercitata nell'ambito della cinquecentesca riscrittura poetica dei classici e di Virgilio in particolare prima della fortunata resa in volgare del poema latino elaborata dal Caro.
ISBN: 8827129480 Editore: Arnaldo Forni editore, Sala Bolognese, ITALIA
N.B. RICOSTRUIRE LA CORRISPONDENZA DEGLI INDICI USANDO LA NUMERAZIONE INDICATA A PIE' DI PAGINA DELLE PRIME E ULTIME PAGINE DELLA EDIZIONE APPLICANDOLA ALLE CINQUECENTINE SCARICABILI DA GOOGLE. VEDI URL QUI APPRESSO:
https://books.google.it/books?id=OuFAfy6jBH0C&printsec=frontcover&dq=i+sei+primi+libri+de+l%27eneide+%2B+zoppino+1540&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwj0rsejnZ3jAhUILewKHd2mAa4Q6AEIMjAB#v=onepage&q&f=false
https://books.google.it/books?id=vl_xBYEBaJkC&printsec=frontcover&dq=l%27eneida+in+toscano+%2B+torrentino+1560&hl=it&sa=X&ved=0ahUKEwjSlczenZ3jAhVQMewKHcAEBr0Q6AEILTAA#v=onepage&q=l%27eneida%20in%20toscano%20%2B%20torrentino%201560&f=false
Il saggio illustra i rapporti stabiliti con la Liberata dalla ottocentesca traduzione poetica dell'Osman (primo Seicento raguseo) di Ivan Gundulić ad opera di Marc'Antonio Vidović (Osmanide 1838), il riuso dell'ipotesto tassiano operato... more
Il saggio illustra i rapporti stabiliti con la Liberata dalla ottocentesca traduzione poetica dell'Osman (primo Seicento raguseo) di Ivan Gundulić ad opera di Marc'Antonio Vidović (Osmanide 1838), il riuso dell'ipotesto tassiano operato dal traduttore di Sebenico nella resa in "italiana favella" del poema croato.
vedi anche: Studi sul manierismo per Riccardo Scrivano, N. Longo (ed.), Bulzoni, ROMA, 2000
La "Vita di Galileo" di Vincenzio Viviani (1654) è l’elogio di uno scrittore di scienza a uno scienziato scrittore e il primo documento biografico sul grande toscano giunto sino a noi, una sorta di duplice testimonianza che oggi è... more
La "Vita di Galileo" di Vincenzio Viviani (1654) è l’elogio di uno scrittore di scienza a uno scienziato scrittore e il primo documento biografico sul grande toscano giunto sino a noi, una sorta di duplice testimonianza che oggi è possibile rileggere in controluce senza subire gli abbagli dei vuoti di informazione, delle reticenze, delle amplificazioni che vi si registrano, ma anche senza incorrere nella necessità di doverli contrastare a ogni costo. Nella forma ristretta della lettera a Leopoldo di Toscana che la connota, emerge in essa il racconto stringato del discepolo, lontano dall’incrocio tra lirica e scienza testimoniato dalla pagine più significative del maestro, una narrazione forzatamente postuma, presumibilmente incompiuta, incisa dalla tensione al documento assai più che da sensibili preoccupazioni di resa stilistica. Delle due grandi metà della vita, l’analogia e la verità, documentate dall’ultima storiografia galileiana, soltanto la seconda viene attraversata dal suo dire. Con la semplice devozione del fedele confinato alla porta del santuario, ma anche con la mentalità dello scienziato volto all’accertamento dei fatti, il primo biografo di Galilei seleziona aneddoti, mette insieme ricordi, raccoglie materiali dalla fitta corrispondenza privata di amici e conoscenti (il piccolo corredo documentario annesso in Appendice al volume ne offre in sintesi la traccia). La storia che ne emerge si lascia leggere come la raffigurazione complessiva di un’epoca, la sua icona, la sua immagine esemplare. Questa la modalità comunicativa attraverso la quale, sia pure gravata dei modi della primitiva elaborazione letteraria, dopo oltre tre secoli dalla sua stesura originaria, la "Vita di Galileo" del Viviani riesce ancora a parlare a chiunque l’accosta; questa senza dubbio la funzione conoscitiva primaria da essa attivata nel corso tempo. Il volume si compone dell' Introduzione della scrivente (pp. 11-50), alla "Vita di Galileo" di Vincenzio Vviani da lei minutamente annotata e commentata ("Racconto istorico della Vita del Signor Galileo Galilei, Accademico Linceo, Nobil fiorentino, Primo Filosofo e Matematico dell'Altezze Serenissime di Toscana", pp. 79-145) , del relativo "Proemio", pure annotato e commentato (pp. 147-149); dell' "Appendice di testi e documenti", comprendente la "Vita di Galilei" di Nicolò Gherardini, dalla scrivente altresì annotata e commentata (pp. 151-184); da lettere di Galilei e a Galilei (pp. 187-207); da frammenti dal "Quinto libro degli Elementi di Euclide" del medesimo Viviani (pp. 209-224), cui segue l'Indice dei nomi (pp. 225-232).
Nel 1538 esce a venezia presso Marcolini la parafrasi aretiniana del Genesis elaborata dall'Aretino, dove la visione di Noè racconta della distruzione per acqua del mondo. Assieme al ciclo michelangiolesco degli affreschi della cappella... more
Nel 1538 esce a venezia presso Marcolini la parafrasi aretiniana del Genesis elaborata dall'Aretino, dove la visione di Noè racconta della distruzione per acqua del mondo. Assieme al ciclo michelangiolesco degli affreschi della cappella Sistina del primo decennio del secolo, l'opera aretiniana, più volte ristampata tra il 1539 e il 1551, offre allo spettacolo apocalittico un quadro di eventi e situazioni non ignorato dal piccolo corpus di riscritture poematiche dell'episodio biblico, opera per lo più di religiosi, composte in Italia tra la fine del Cinque e la prima metà del Seicento: da Capilupi a Chiabrera, da Erasmo di Valvasone a Bernardino Baldi, ad Antonio Glielmo. Il contributo esplora la rilettura teologicadell'accadimento nella resa poematica degli autori, essenziale, in piena temperie post-tridentina, alla composizione di pietà e giustizia nella figura sublime di Dio; evidenzia il fitto dialogo degli autori con l'agostiniana quaestio de natura mali di Confessiones VII, 5.7, il De ira Dei di Lattanzio, l'ipotesto ovidiano di Metamorfosi I 254-348 con il bellico paradigma della Iovis ira alla base della ricercata evidentia diversamente perseguita nei testi dai diversi autori nel rappresentare la catastrofe.
vedi anche: I volti delle acque. Mitologia del Diluvio nelle letterature europee. a c. di:  Raffaella Bertazzoli, Cecilia Gibellini, Arturo Larcati (eds.) Franco Cesati Editore 2013 I volti delle acque. Mitologie del diluvio nelle letterature europee. Atti del Convegno Verona 17-18 maggio 2012 su invito
Il contributo analizza i due libri di lettere dell'Accademico Cosentino Sertorio Quattromani pubblicate a Napoli presso Lazzaro Scoriggio nel 1624, a circa un ventennio dalla morte dell'autore e dedicate, con il IV dell'Eneide da lui... more
Il contributo analizza i due libri di lettere dell'Accademico Cosentino Sertorio Quattromani pubblicate a Napoli presso Lazzaro Scoriggio nel 1624, a circa un ventennio dalla morte dell'autore e dedicate, con il IV dell'Eneide da lui tradotto, al Marchese Della Valle. Le lettere (un corpus dall'eccellenza formale marcata sul terreno specifico della "locuzione") rappresentano non solo una fonte imprescindibile di indagine per la ricostruzione della vita dell'autore, ma anche per la ricognizione del ruolo da lui esercitato nella cultura letteraria del suo tempo.
sta in: Riscrivere gli antichi, riscrivere i moderni e altri studi di letteratura italiana e comparata tra Quattro e Ottocento. Edizioni dell'Orso ALESSANDRIA 2002  ISBN: 8876945946
e in: Alla lettera. Teorie e pratiche epistolari dai Greci al Novecento GUERINI STUDIO MILANO1998
Come rappresentare, in un sacro poema di fine Cinquecento, immagini simboliche quali quelle legate alla battaglia angelica senza incorrere nelle derive idolatriche stigmatizzate all’epoca per la pittura? A quali modalità comunicative... more
Come rappresentare, in un sacro poema di fine Cinquecento, immagini simboliche quali quelle legate alla battaglia angelica senza incorrere nelle derive idolatriche stigmatizzate all’epoca per la pittura? A quali modalità comunicative attingere per garantire al sacro soggetto il giusto incontro sapienziale tra teologia e poesia? In che modo con esso aderire alle istanze di ordine etico poste alla base della sperimentazione artistica del sacro? Questi i nodi di fondo dell’Angeleida, poema in ottave in tre libri indirizzato al doge Pasquale Cicogna e alla veneta Signoria che Erasmo di Valvasone (1528-1593) manda in luce a Venezia tre anni prima della sua scomparsa intrecciando motivo encomiastico e tematica sacra, fabula metastorica e contemporaneità, tensione religiosa e visione filoveneziana del mondo. Memore forse del conflitto sul libero arbitrio tra Erasmo e Lutero degli anni Venti del Cinquecento, il letterato friulano offre in esso inusitato sviluppo diegetico ai versetti 12 7-11 dell’Apocalisse giovannea, accostati di scorcio dai grandi epici latini dell’Umanesimo cristiano dei primi decenni del Cinquecento, così come dal Tasso della Liberata, ma fatti anche oggetto esclusivo di autonoma elaborazione narrativa in poemi in ottave della seconda metà del secolo. L’edizione che qui si propone, quarta dopo la princeps (Somasco 1590), sulla quale si esempla, e le due ristampe ottocentesche che ne seguirono (fratelli Mattiuzzi 1825; Polidori 1842), ma prima annotata e commentata anche con la scorta del Discorso sull’opera di Scipione Manzano (Somasco 1595), mette in luce la tradizione cinquecentesca del tema, il serrato confronto con gli Antichi stabilito dall’autore nell’attraversarla, il lavoro continuo di contaminatio tra Bibbia e classicità orchestrato dalla scrittura e le suggestioni di immagine offerte dal vasto intertesto sollecitato, alcune delle quali entrate nella ricezione europea del poema, come attesta il capolavoro stesso del Milton (VI libro del Paradise lost).

Cum tenues animae, cum sint sine corpore vitae, Sensibus a nostris quibus est natura remota, Saepe autem, seu mortales mittuntur ad oras, Sive opus in fratres olim capere arma rebelles, Corporis afficti sibi quisque accomodat alas Aereosque artus, simulachrumque aptat habendo, Spiritus ut queat humanos admittere visus. Ergo illi rapido circundant turbine densa Corpora sub nostros etiam venientia sensus, Circumdantque humeris desueta micantibus arma Aetheris aerisono subito de poste refixa Coelicolum exuvias, belli monimenta nefandi, Quod socios olim contra gessere furentes. (Marco Girolamo Vida, Christiados liber quintus 539-551) […] miracolo par forse che pure del ciel sostanze e spiritali vite, dal grave de la terra e da le dure materie in tutto libere e spedite, faccian conformi effetti a le nature c'han le terrene membra a' sensi unite: faccian rumori, aventin arme, e voci formin ora dolenti e or feroci. (Erasmo di Valvasone, Angeleida II 71 1-8) 1.
L'angelico conflitto e il poema sacro rinascimentale […] avendo anco ne gl'occhi l'essempio del Sanazaro e del Vida e d'altri Latini, hom-mi assecurato di descriver in versi della lingua nostra l'angelica battaglia, nella quale Introduzione

* * I primi tre paragrafi costituiscono, salvo alcune modifiche che vi sono state nel frattempo apportate, il testo della relazione (La battaglia celeste nella tradizione del poema rinascimen-tale. L'Angeleida di Erasmo di Valvasone) da me letta al convegno Dopo Tasso percorsi del poema eroico tenutosi a Urbino, presso l'Istituto di Filologia Moderna, il 15 e 16 giugno 2004 e ora negli Atti del Convegno medesimo. ISBN: 9788876948435 Edizioni dell'Orso ALESSANDRIA 2005

L'opera, pubblicata nella collana "Manierismo e Barocco" diretta da Guido Baldassarri e Marziano Guglielminetti, s'inserisce nell'ambito del progetto "Tradizione del poema epico-narrativo nel Seicento italiano. Modelli, interferenze di genere, implicazioni teoriche", cofinanziato dal MIUR e dalle Università  di Lecce, Padova, Torino, Urbino. Recensioni in "Studi Tassiani" 2006, n. 54, pp. 164-65; "Annali di Italianistica" anno 2006, n. 24, pp. 387-89.
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali... more
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali eterogenei, divaricati da istanze comunicative proprie, da una irriducibile specificità di genere, oltre che accostati in occasioni diverse e da differenti prospettive di analisi. Di questa specificità di genere e di questa differente prospettiva di analisi rendono in qualche modo ragione le due sezioni di cui si compone il libro: alla prima delle quali sono stati assegnati i quattro studi sui modi dell’intertestualità, della transmetrizzazione e della riscrittura attualizzati dai vari traduttori nel rifare il testo di Virgilio; alla seconda quello condotto sulle funzioni normative, estetiche, didattiche assunte di volta in volta dalla traduzione dell’opera di Orazio. Nel secondo caso si è in gran parte indagato sulla ricezione dell' "Ars" oraziana documentata dalle varie prove traduttorie realizzate tra Rinascimento e Barocco; nel primo si è affrontata invece un’indagine sui processi di transmetrizzazione e transtilizzasione alla base di alcuni degli esperimenti più interessanti di resa traduttoria prodotti dalle riscritture dell' "Eneide" tra il 1534 e il 1650: dalle varie versioni in endecasillabo sciolto e in ottava rima del libro di Didone realizzate tra il 1534 e il 1587, alla riduzione in sonetti del II libro condotta da Paolo Galleni nel 1650; dalla miscellanea dei "Sei primi libri tradotti à più Illustri et honorate Donne" (1540) e dall’ "Eneida in Thoscano" di Aldobrando Cerretani (1560) all’ "Eneide travestita" di Giovambattista Lalli (1632). Il volume è così costituito: Premessa (pp. 1-11). Parte I: Percorsi editoriali, metrici, stilistici dall' "Eneida tradotta" all' "Eneide travestita" e oltre (pp. 13-204); Appendice A (frontespizi delle opere analizzate, pp. 205-218). Parte II: Per lo studio della ricezione oraziana (pp. 221-277); Appendice B (frontespizi di opere analizzate, pp. 229-284); Indice dei nomi (pp. 285-293).

Sta in: Tradurre Orazio, tradurre Virgilio. Eneide e Arte poetica nel Cinque e Seicento CLEUP "Coop. Libraria Editrice Università di Padova" 1996
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali... more
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali eterogenei, divaricati da istanze comunicative proprie, da una irriducibile specificità di genere, oltre che accostati in occasioni diverse e da differenti prospettive di analisi. Di questa specificità di genere e di questa differente prospettiva di analisi rendono in qualche modo ragione le due sezioni di cui si compone il libro: alla prima delle quali sono stati assegnati i quattro studi sui modi dell’intertestualità, della transmetrizzazione e della riscrittura attualizzati dai vari traduttori nel rifare il testo di Virgilio; alla seconda quello condotto sulle funzioni normative, estetiche, didattiche assunte di volta in volta dalla traduzione dell’opera di Orazio. Nel secondo caso si è in gran parte indagato sulla ricezione dell' "Ars" oraziana documentata dalle varie prove traduttorie realizzate tra Rinascimento e Barocco; nel primo si è affrontata invece un’indagine sui processi di transmetrizzazione e transtilizzasione alla base di alcuni degli esperimenti più interessanti di resa traduttoria prodotti dalle riscritture dell' "Eneide" tra il 1534 e il 1650: dalle varie versioni in endecasillabo sciolto e in ottava rima del libro di Didone realizzate tra il 1534 e il 1587, alla riduzione in sonetti del II libro condotta da Paolo Galleni nel 1650; dalla miscellanea dei "Sei primi libri tradotti à più Illustri et honorate Donne" (1540) e dall’ "Eneida in Thoscano" di Aldobrando Cerretani (1560) all’ "Eneide travestita" di Giovambattista Lalli (1632). Il volume è così costituito: Premessa (pp. 1-11). Parte I: Percorsi editoriali, metrici, stilistici dall' "Eneida tradotta" all' "Eneide travestita" e oltre (pp. 13-204); Appendice A (frontespizi delle opere analizzate, pp. 205-218). Parte II: Per lo studio della ricezione oraziana (pp. 221-277); Appendice B (frontespizi di opere analizzate, pp. 229-284); Indice dei nomi (pp. 285-293).
Sta in:CLEUP "Coop. Libraria Editrice Università di Padova" 1996 ISBN: 8871784898
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali... more
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali eterogenei, divaricati da istanze comunicative proprie, da una irriducibile specificità di genere, oltre che accostati in occasioni diverse e da differenti prospettive di analisi. Di questa specificità di genere e di questa differente prospettiva di analisi rendono in qualche modo ragione le due sezioni di cui si compone il libro: alla prima delle quali sono stati assegnati i quattro studi sui modi dell’intertestualità, della transmetrizzazione e della riscrittura attualizzati dai vari traduttori nel rifare il testo di Virgilio; alla seconda quello condotto sulle funzioni normative, estetiche, didattiche assunte di volta in volta dalla traduzione dell’opera di Orazio. Nel secondo caso si è in gran parte indagato sulla ricezione dell' "Ars" oraziana documentata dalle varie prove traduttorie realizzate tra Rinascimento e Barocco; nel primo si è affrontata invece un’indagine sui processi di transmetrizzazione e transtilizzasione alla base di alcuni degli esperimenti più interessanti di resa traduttoria prodotti dalle riscritture dell' "Eneide" tra il 1534 e il 1650: dalle varie versioni in endecasillabo sciolto e in ottava rima del libro di Didone realizzate tra il 1534 e il 1587, alla riduzione in sonetti del II libro condotta da Paolo Galleni nel 1650; dalla miscellanea dei "Sei primi libri tradotti à più Illustri et honorate Donne" (1540) e dall’ "Eneida in Thoscano" di Aldobrando Cerretani (1560) all’ "Eneide travestita" di Giovambattista Lalli (1632). Il volume è così costituito: Premessa (pp. 1-11). Parte I: Percorsi editoriali, metrici, stilistici dall' "Eneida tradotta" all' "Eneide travestita" e oltre (pp. 13-204); Appendice A (frontespizi delle opere analizzate, pp. 205-218). Parte II: Per lo studio della ricezione oraziana (pp. 221-277); Appendice B (frontespizi di opere analizzate, pp. 229-284); Indice dei nomi (pp. 285-293).
Sta in: Tradurre Orazio, tradurre Virgilio. Eneide e Arte poetica nel Cinque e Seicento CLEUP "Coop. Libraria Editrice Università di Padova" 1996
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali... more
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali eterogenei, divaricati da istanze comunicative proprie, da una irriducibile specificità di genere, oltre che accostati in occasioni diverse e da differenti prospettive di analisi. Di questa specificità di genere e di questa differente prospettiva di analisi rendono in qualche modo ragione le due sezioni di cui si compone il libro: alla prima delle quali sono stati assegnati i quattro studi sui modi dell’intertestualità, della transmetrizzazione e della riscrittura attualizzati dai vari traduttori nel rifare il testo di Virgilio; alla seconda quello condotto sulle funzioni normative, estetiche, didattiche assunte di volta in volta dalla traduzione dell’opera di Orazio. Nel secondo caso si è in gran parte indagato sulla ricezione dell' "Ars" oraziana documentata dalle varie prove traduttorie realizzate tra Rinascimento e Barocco; nel primo si è affrontata invece un’indagine sui processi di transmetrizzazione e transtilizzasione alla base di alcuni degli esperimenti più interessanti di resa traduttoria prodotti dalle riscritture dell' "Eneide" tra il 1534 e il 1650: dalle varie versioni in endecasillabo sciolto e in ottava rima del libro di Didone realizzate tra il 1534 e il 1587, alla riduzione in sonetti del II libro condotta da Paolo Galleni nel 1650; dalla miscellanea dei "Sei primi libri tradotti à più Illustri et honorate Donne" (1540) e dall’ "Eneida in Thoscano" di Aldobrando Cerretani (1560) all’ "Eneide travestita" di Giovambattista Lalli (1632). Il volume è così costituito: Premessa (pp. 1-11). Parte I: Percorsi editoriali, metrici, stilistici dall' "Eneida tradotta" all' "Eneide travestita" e oltre (pp. 13-204); Appendice A (frontespizi delle opere analizzate, pp. 205-218). Parte II: Per lo studio della ricezione oraziana (pp. 221-277); Appendice B (frontespizi di opere analizzate, pp. 229-284); Indice dei nomi (pp. 285-293).
Sta in: Tradurre Orazio, tradurre Virgilio. Eneide e Arte poetica nel Cinque e Seicento. CLEUP "Coop. Libraria Editrice Università di Padova", Padova 1996
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali... more
Alle traduzioni a stampa dell’ "Eneide" di Virgilio e dell’ "Ars poetica" oraziana tra Cinque e Seicento sono dedicati i saggi che compaiono nel volume. La comune attenzione alla resa dei classici ha consentito di legare insieme materiali eterogenei, divaricati da istanze comunicative proprie, da una irriducibile specificità di genere, oltre che accostati in occasioni diverse e da differenti prospettive di analisi. Di questa specificità di genere e di questa differente prospettiva di analisi rendono in qualche modo ragione le due sezioni di cui si compone il libro: alla prima delle quali sono stati assegnati i quattro studi sui modi dell’intertestualità, della transmetrizzazione e della riscrittura attualizzati dai vari traduttori nel rifare il testo di Virgilio; alla seconda quello condotto sulle funzioni normative, estetiche, didattiche assunte di volta in volta dalla traduzione dell’opera di Orazio. Nel secondo caso si è in gran parte indagato sulla ricezione dell' "Ars" oraziana documentata dalle varie prove traduttorie realizzate tra Rinascimento e Barocco; nel primo si è affrontata invece un’indagine sui processi di transmetrizzazione e transtilizzasione alla base di alcuni degli esperimenti più interessanti di resa traduttoria prodotti dalle riscritture dell' "Eneide" tra il 1534 e il 1650: dalle varie versioni in endecasillabo sciolto e in ottava rima del libro di Didone realizzate tra il 1534 e il 1587, alla riduzione in sonetti del II libro condotta da Paolo Galleni nel 1650; dalla miscellanea dei "Sei primi libri tradotti à più Illustri et honorate Donne" (1540) e dall’ "Eneida in Thoscano" di Aldobrando Cerretani (1560) all’ "Eneide travestita" di Giovambattista Lalli (1632). Il volume è così costituito: Premessa (pp. 1-11). Parte I: Percorsi editoriali, metrici, stilistici dall' "Eneida tradotta" all' "Eneide travestita" e oltre (pp. 13-204); Appendice A (frontespizi delle opere analizzate, pp. 205-218). Parte II: Per lo studio della ricezione oraziana (pp. 221-277); Appendice B (frontespizi di opere analizzate, pp. 229-284); Indice dei nomi (pp. 285-293).
Sta in: Tradurre Orazio, tradurre Virgilio. Eneide e Arte poetica nel Cinque e Seicento CLEUP "Coop. Libraria Editrice Università di Padova" 1996
Il panorama cinquecentesco dell’ “Eneida tradotta” studiato nel volume manifesta livelli standard di scrittura lungo tutto l’arco secolare. Se si esclude la “bella infedele” del Caro, modello alto di lingua e poesia per ben tre secoli di... more
Il panorama cinquecentesco dell’ “Eneida tradotta” studiato nel volume manifesta livelli standard di scrittura lungo tutto l’arco secolare. Se si esclude la “bella infedele” del Caro, modello alto di lingua e poesia per ben tre secoli di storia letteraria, l’Eneida tradotta configura una riscrittura “di consumo” che volgarizza con forte décalage stilistico l’ardua intelligenza dell’originale, riformulandone il dettato poetico in conformità ai sistemi di decoro e verisimiglianza del tempo e alla particolare referenzialità ad essi sottesa. Il testo di Virgilio ne esce “riformulato”, “aggiornato”, “fatto toscano” in grazia di un procedere non filologico né pedantesco nei modi della sua transcodifica, riveduto e corretto sulla base degli apporti modernizzanti della tradizione romanza, delle chiose dei commentatori, delle nuove istanze del gusto. Le analisi proposte - prime approssimazioni a un fenomeno letterario in gran parte inesplorato - rendono ragione di questo “miglioramento”, di questo “aggiornamento”, di queste nuove nuove istanze del gusto. Grazie ad esse, il fenomeno di letteratura marginale descritto, se anche destinato innanzitutto a segnalarsi per la serialità del prodotto assai più che per la sua qualità estetica, non risulta meno rilevante ai fini della storiografia letteraria. Essa sostanzia infatti di senso la propria elaborazione critica registrando soglie diverse del sistema indagato, i momenti seriali non meno di quelli alti, le loro reciproche interdipendenze non meno delle loro separatezze. La scrivente affida queste considerazioni alle analisi sviluppate nell'Introduzione (p. 9-16) e nei seguenti capitoli del libro: 1. Tradurre per chi? tradurre perché. Figure del destinatario nell'Eneida tradotta (p. 21-53); 2. Tradurre come. Le ragioni della teoria (p. 57-86); 3 Mimesi, diegesi, figure: forme e modi del tradurre. Libri I-II e IV (Campionature e prelievi), p. 98-151; 4. L'Eneida tradotta. Dai libri al libro. (p. 153-170), segue una Nota bibliografica (p. 171-173) accompagnata dalla Bibliografia (edizioni e ristampe delle opere in analisi) alla base dell'intera ricerca (p. 175-206), plle p. 207-215 l'Indice dei nomi.
Parole Chiave: Letteratura italiana; Traduzione letteraria; Riscritture poetiche dell'Eneide nel Rinascimento