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La scrittura violata è la storia del cammino accidentato di un romanzo, Fontamara di Silone, su cui all’inizio furono in pochi a scommettere. Ambientato in un paesino abruzzese inventato ma vero, remotissimo dagli eventi della grande... more
La scrittura violata è la storia del cammino accidentato di un romanzo, Fontamara di Silone, su cui all’inizio furono in pochi a scommettere. Ambientato in un paesino abruzzese inventato ma vero, remotissimo dagli eventi della grande storia, il romanzo parlò un linguaggio universale, perfettamente inteso dai “cafoni” di ogni latitudine: il linguaggio del riscatto sociale. Fu compreso benissimo, perciò, anche dai governi: sia da quelli del fronte antinazista, che lo usarono come arma propagandistica contro il nemico, fingendo di non notarne la carica eversiva, sia da quelli fascisti, efficienti nella compilazione di indici di libri proibiti. Ma si sa, lo spirito soffia dove vuole e il testo siloniano continuò a circolare sotterraneamente anche negli ambienti più ostili, compresa l’Italia mussoliniana, dove venne letto in traduzioni clandestine o ascoltato di nascosto sotto forma di radiodramma dagli altoparlanti di Radio Londra.
Questa singolare opera di un esule, composta da una materia ibrida a metà tra cronaca e politica, letteratura e giornalismo, mal sopportava evidentemente i limiti di una “forma”, adattandosi benissimo al genere o all’idioma che le si richiedeva, di volta in volta, di indossare. Il romanzo rinacque, quindi, come testo teatrale, ballata, radiodramma e, così facendo, andò oltre se stesso, offrendosi al lettore come esempio di quella libertà che nelle sue pagine è inseguita con tanta passione.
Nel libro l'allora sottufficiale Fortini, esule in Svizzera, narra gli eventi bellici di cui è stato testimone nell'estate del 1943. Con non poche modifiche, il testo de "La guerra a Milano" venne pubblicato vent'anni dopo, assieme al... more
Nel libro l'allora sottufficiale Fortini, esule in Svizzera, narra gli eventi bellici di cui è stato testimone nell'estate del 1943. Con non poche modifiche, il testo de "La guerra a Milano" venne pubblicato vent'anni dopo, assieme al racconto "Sere in Valdossola" in un volume che testimoniava la partecipazione dello scrittore alla Resistenza. Grazie alla scoperta del dattiloscritto originale presso la Zentralbibliothek di Zurigo, quest'edizione critica offre per la prima volta il testo nella sua veste originaria e pubblica in appendice i frammenti manoscritti conservati presso l'Archivio Franco Fortini di Siena.
Research Interests:
Marxism, War Studies, Ecdotics, Manuscript Studies, Autobiography, and 51 more
Il romanzo a cui Silone teneva di più presentato in una versione inedita. I brani contro Mussolini e il fascismo leggibili per la prima volta grazie a un dattiloscritto conservato a Zurigo. Un volume che ci fa uscire dalle secche del... more
Il romanzo a cui Silone teneva di più
presentato in una versione inedita.
I brani contro Mussolini e il fascismo
leggibili per la prima volta grazie
a un dattiloscritto conservato a Zurigo.
Un volume che ci fa uscire dalle secche
del «caso Silone» e contribuisce a un ritratto
autentico dello scrittore abruzzese
Research Interests:
Marxism, Fascism, Italian Literature, Exile, Socialism, and 39 more
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The article examines the unpublished correspondence between Giuseppe Antonio Borgese and Piero Sraffa held in the Library of Trinity College (Cambridge). The letters revolve around two Italian Chair positions announced by Cambridge... more
The article examines
the unpublished correspondence between Giuseppe Antonio Borgese and Piero Sraffa held in the Library of Trinity College (Cambridge). The letters revolve around two Italian Chair positions announced by Cambridge University in the years 1933-34 and the candidacies of prominent representatives of Italian culture such as Mario Praz, Gaetano Salvemini, Emilio Cecchi and Giuseppe A. Borgese (who finally abstained from submitting an application). An important role was played in this context by the Italian diplomatic authorities who, by mandate from the Italian government, aimed to prevent the arrival of Italian anti-fascist teachers
in the British Universities.
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Il saggio esamina lo sviluppo del tema narrativo dei ‘tre anelli’, simboli delle tre religioni monoteiste, nella tradizione letteraria dei secoli XIII e XIV, durante i quali il testo si modifica soprattutto nel passaggio tra il genere... more
Il saggio esamina lo sviluppo del tema narrativo dei ‘tre anelli’, simboli delle tre religioni monoteiste, nella tradizione letteraria dei secoli XIII e XIV, durante i quali il testo si modifica soprattutto nel passaggio tra il genere dell’exemplum e quello della novella. La versione boccacciana (Dec. I, 3), che costituisce l’oggetto privilegiato dell’indagine, si avvale della tradizione precedente, presentando le maggiori novità attraverso i suoi protagonisti: Melchisedech e il Saladino. L’articolo dimostra che a mutare è soprattutto la funzione degli anelli, il cui valore taumaturgico, rappresentato dalla tradizione esemplare, viene sostituito nella sua forma novellistica (dal Novellino all’Avventuroso ciciliano) dai valori economici ed estetici.


The essay examines the development of the narrative theme of the 'three rings', symbols of the three monotheistic religions, in the literary tradition of the thirteenth and fourteenth centuries, during which the text changes especially in the transition between the genre of the exemplum and that of the novella. The Boccaccian version (Decameron I, 3), which is the privileged object of the investigation, makes use of the previous tradition, presenting the major innovations through its protagonists: Melchisedech and Saladin. The article shows that it is above all the function of the rings to change, whose thaumaturgical value, represented by the exemplary tradition, is replaced in its novelistic form (from the Novellino to the Avventuroso Ciciliano) by economic and aesthetic values.
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Nel 1944 Franco Fortini, espatriato in Svizzera dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, compose alcune poesie confluite nel dopoguerra nella raccolta Foglio di via (Einaudi 1946). Uno dei temi principali che caratterizzano questi versi è... more
Nel 1944 Franco Fortini, espatriato in Svizzera dopo l’armistizio dell’8 settembre 1943, compose alcune poesie confluite nel dopoguerra nella raccolta Foglio di via (Einaudi 1946). Uno dei temi principali che caratterizzano questi versi è il passaggio della frontiera, l’attraversamento di un limite insieme geografico, psicologico e politico: Fortini vi allude sin dal titolo del libro, che designa quel documento che «nei trasferimenti accompagna il soldato isolato». Servendomi dei manoscritti conservati in alcuni archivi elvetici, non censiti nella recente edizione critica di Foglio di via, svolgerò nel mio intervento una lettura del componimento eponimo, cercando di dimostrare come l’occasione da cui nacquero tali versi fosse l’espatrio di Fortini in Svizzera e, più precisamente, la reale discesa del poeta e di altri fuorusciti da una collina nei pressi di Lugano, discesa testimoniata da una pagina de La guerra a Milano. Analizzerò inoltre la poesia Italia 1942, pubblicata per la prima volta a Zurigo nel ’44, i cui versi, incentrati su una dinamica temporale che dal passato (rifiutato) muove, attraverso un doloroso presente, in direzione di un avvenire ancora da immaginare e costruire assieme ai compagni, si comprendono meglio grazie alla lettura di un brano de La guerra a Milano.
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Nel saggio si mostra come la traduzione latina della novella di Andreuccio da Perugia (Dec., II 5) firmata nella seconda metà del Quattrocento da “Paulus Marchesius” sia opera del giureconsulto napoletano Paolo Marchese (non Marchesi),... more
Nel saggio si mostra come la traduzione latina della novella di Andreuccio da Perugia (Dec., II 5) firmata nella seconda metà del Quattrocento da “Paulus Marchesius” sia opera del giureconsulto napoletano Paolo Marchese (non Marchesi), padre di Cassandra, la musa cantata dal Sannazaro, e fratello dell’umanista Francesco Elio. In appendice si riporta, per la prima volta in trascrizione moderna, il testo inedito della traduzione di Marchese tradito dal codice Vat. Barb. Lat. 2323 della Biblioteca Apostolica Vaticana.
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The essay focuses on the early versions, partial and complete, of Fontamara and suggests some possible sources that inspired the author in the initial phase of writing the novel. Finally, Silone's position with respect to the typical... more
The essay focuses on the early versions, partial and complete, of Fontamara and suggests some possible sources that inspired the author in the initial phase of writing the novel. Finally, Silone's position with respect to the typical character he invented, the cafone, is discussed. The comic or even grotesque representation by the writer does not demean the cafoni, but rather highlights, with pietas, the oppression of which they are victims.
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L'articolo individua nella versione latina della novella di Cimone (Dec., V, 1) curata dall'umanista tedesco Heinrich Bebel (1472-1518) una trasposizione in distici elegiaci della traduzione latina condotta da Filippo Beroaldo il Vecchio.... more
L'articolo individua nella versione latina della novella di Cimone (Dec., V, 1) curata dall'umanista tedesco Heinrich Bebel (1472-1518) una trasposizione in distici elegiaci della traduzione latina condotta da Filippo Beroaldo il Vecchio. Per la prima volta si riporta modernamente il testo dell'elegia assieme a quello di alcune facezie dello stesso Bebel ispirate a quattro novelle decameroniane. Si esaminano anche due racconti di Lutero tratti da Decameron, I, 2 e VI, 10. Parole chiave: Bebel; Beroaldo; Boccaccio; Decameron; Lutero ★ This article identifies in the Latin version of the short story regarding Cimon (Dec. V, 1) carried out by the German humanist Heinrich Bebel (1472-1518) a transposition in elegiac couplets of the Latin translation by Filippo Beroaldo the Elder. For the first time it offers a modern text of the elegy together with that of various witticisms by Bebel inspired by four novels from the Decameron. Two short stories by Luther taken from Dec. I, 2 and VI, 10 are also examined.
My research examines the literary, cultural and intellectual milieu in which the Italian writer Franco Fortini (1917-1994) lived during his stay in Switzerland. During this stay, in fact, Fortini tied many friendships with Italian and... more
My research examines the literary, cultural and intellectual milieu in which the Italian writer Franco Fortini (1917-1994) lived during his stay in Switzerland. During this stay, in fact, Fortini tied many friendships with Italian and French intellectuals, such as Ignazio Silone, Adriano Olivetti, Gianfranco Contini, Starobinski, Paul Eluard, Jean-Paul Sartre and Simone de Beauvoir. The central section of the thesis is a critical edition of La guerra a Milano which, on one hand, highlights the original lesson to be published in Switzerland, and on the other, makes clear, through the critical apparatus, the changing variants introduced by the new editions. The text was published in 1963, in fact, after a twenty-years-long correction work, and was deprived of the italicized passages describing the refugee status of the young writer, that created a remarkable counterpoint to the historical narration. The 1963 text has an autonomous role, but it is accompanied (or better - against the t...
L’articolo identifica in Marco Antonio Paganucci l’autore delle traduzioni latine di alcune novelle decameroniane pubblicate nel XVI secolo all’interno dell’opera omnia dell’umanista ferrarese Olimpia Morata. Oltre a ripercorrere alcuni... more
L’articolo identifica in Marco Antonio Paganucci l’autore delle traduzioni latine di alcune novelle decameroniane pubblicate nel XVI secolo all’interno dell’opera omnia dell’umanista ferrarese Olimpia Morata. Oltre a ripercorrere alcuni dettagli biografici del Paganucci (importante prelato ferrarese, fratello di Alessio e Lucio Paganucci, personalità di rilievo all’interno della corte estense), il saggio prende in esame le sue traduzioni decameroniane, individuando tra le fonti alcune opere della latinità aurea (soprattutto Cicerone) e testi di matrice religiosa (medievali e moderni). La ripresa di uno scritto di Calvino e il fatto che le traduzioni di Paganucci fossero pubblicate in un volume oggi considerato come un’opera-manifesto vicina alla Riforma, consente all’Autore del saggio di ipotizzare una segreta vicinanza del traduttore al culto protestante. In coda all’articolo si pubblicano le traduzioni di Paganucci, per la prima volta in una trascrizione moderna.
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L’articolo (scaricabile con l'intero numero anche al sito https://www.ospiteingrato.unisi.it/lospite-ingrato-n-9gennaio-giugno-2021scuola-la-posta-in-gioco/) è un’analisi della poesia fortiniana "Foglio di via" condotta attraverso la... more
L’articolo (scaricabile con l'intero numero anche al sito https://www.ospiteingrato.unisi.it/lospite-ingrato-n-9gennaio-giugno-2021scuola-la-posta-in-gioco/) è un’analisi della poesia fortiniana "Foglio di via" condotta attraverso la ricostruzione del contesto storico in cui vide la luce, l’esilio svizzero del suo autore nel 1943-45. L’interpretazione si serve del confronto con altri scritti coevi di Fortini, come la prosa autobiografica La guerra a Milano. Estate 1943, la cui progettata traduzione in tedesco fu bloccata dalla censura elvetica in quanto opera di un internato politico. Il saggio menziona anche due testimoni precedenti la stampa per Einaudi (1946): un manoscritto autografo (agosto 1944) donato al germanista Arnold Künzli, allora amico di Fortini, e la pubblicazione nel giornale svizzero «Libera stampa», testimoni non censiti dalla recente edizione critica di Foglio di via.
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L'articolo prende in esame i rapporti che, durante la seconda guerra mondiale, Elio Vittorini intrattenne con alcuni intellettuali ed editori di lingua tedesca. Tra questi un ruolo di primo piano rivestì la figura di Werner Haftmann, fino... more
L'articolo prende in esame i rapporti che, durante la seconda guerra mondiale, Elio Vittorini intrattenne con alcuni intellettuali ed editori di lingua tedesca. Tra questi un ruolo di primo piano rivestì la figura di Werner Haftmann, fino al 1940 primo assistente presso l’Istituto Tedesco di Storia dell’Arte di Firenze e, in seguito, traduttore di "Conversazione in Sicilia" per la Steinberg Verlag di Zurigo. A lumeggiare il rapporto tra Vittorini e Selma Steinberg, che con la sorella gestiva l'omonima casa editrice, è il carteggio custodito presso l’Archivio Federale di Berna, utile a ricostruire nel dettaglio anche altre vicende, come la pubblicazione in italiano di" Per chi suona la campana" di Hemingway o il dissidio con Silone alimentato dalla stampa elvetica e ricomposto con la mediazione di Franco Fortini. In appendice vengono pubblicate, oltre alle missive di Vittorini a Selma Steinberg, quelle inviate a Federico Hindermann, traduttore in tedesco delle opere vittoriniane, conservate presso il Fondo Vittorini dell’Università degli Studi di Milano.
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Il saggio si concentra su un articolo che Sciascia doveva scrivere sulla figura di Danilo Dolci per la rivista inglese «Encounter», diretta dal poeta Stephen Spender. Ne abbiamo notizia grazie a due delle sei lettere che Nicola... more
Il saggio si concentra su un articolo che Sciascia doveva scrivere sulla figura di Danilo Dolci per la rivista inglese «Encounter», diretta dal poeta Stephen Spender.  Ne abbiamo notizia grazie a due delle sei lettere che Nicola Chiaromonte, direttore con Ignazio Silone della rivista «Tempo presente», scrisse a Sciascia (le lettere sono conservate oggi presso la Fondazione Sciascia di Racalmuto). L’articolo di Sciascia non venne poi pubblicato, probabilmente per i suoi riferimenti al comunismo: «Encounter» apparteneva infatti alla rete del “Congress of Cultural Freedom”, organizzazione gestita dagli USA in funzione antisovietica. Il saggio ricostruisce brevemente le attività del CCF e i suoi rapporti con Silone e Chiaromonte. Le lettere di Chiaromonte a Sciascia vengono pubblicate in appendice all’articolo.
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"Al centro il motivo, foucaultiano ante litteram, della confessione, possibile, nel contemporaneo, anche in assenza di colpa, come mostra esemplarmente Der Prozeß. A ragione l’‘ossessione’ sciasciana per la giustizia viene messa in... more
"Al centro il motivo, foucaultiano ante litteram, della confessione, possibile, nel contemporaneo, anche in assenza di colpa, come mostra esemplarmente Der Prozeß. A ragione l’‘ossessione’ sciasciana per la giustizia viene messa in continuità con tali preoccupazioni: si vedano la citazione di Camus in A ciascuno il suo e il discorso del procuratore Riches ne Il contesto.
È un peccato, tuttavia, che l’autrice non abbia esaminato anche la rappresentazione
figurativa della giustizia presa in considerazione dai tre autori. Il dipinto di Jan van Eyck, I giudici integri, infatti, che ne La chute finisce nelle mani di Clamence, ha un precedente nel ritratto allegorico eseguito da Titorelli in Der Prozeß, dove la Giustizia è bendata, secondo un motivo già presente in una delle xilografie, attribuita a Albrecht Dürer, di Das Narrenschiff di Sebastian Brant (1494)."
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Based on a recently discovered letter from Leonardo Sciascia to Danilo Dolci of June 1966 (located in the University of Boston archives), this article reconstructs the debate between the two on the subject of non-violence as a means of... more
Based on a recently discovered letter from Leonardo Sciascia to Danilo Dolci of June 1966 (located in the University of Boston archives), this article reconstructs the debate between the two on the subject of non-violence as a means of combating the Mafia in Sicily. Further documents that have come to light in recent years are also cited, including a letter of 1955 to Valerio Volpini in which, a propos of Dolci, Sciascia speaks of his ambiguous ‘irritation’, and Gianfranco Mingozzi’s 1965 documentary film Con il cuore fermo, Sicilia (‘Sicily, with steadfast heart’). This film, which was inspired by Cesare Zavattini and with a script written by Sciascia, was to retrace Dolci’s experience in Sicily.
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L’articolo dà notizia del ritrovamento, all’interno del Fondo Étiemble della Biblioteca Nazionale di Parigi, del carteggio tra Leonardo Sciascia e l’intellettuale francese René Étiemble, nonché di un dattiloscritto, finora ignoto agli... more
L’articolo dà notizia del ritrovamento, all’interno del Fondo Étiemble della Biblioteca Nazionale di Parigi, del carteggio tra Leonardo Sciascia e l’intellettuale francese René Étiemble, nonché di un dattiloscritto, finora ignoto agli studiosi nell’originale italiano, recante il testo della Postfazione scritta da Sciascia per l’edizione francese del capolavoro di Giuseppe Antonio Borgese, The Goliath. The March of Fascism (tradotta dallo stesso Étiemble). Lo studio si concentra appunto sulla ricostruzione dei passaggi che portano alla pubblicazione del Goliath in Francia e arricchisce di un nuovo capitolo il discorso su Sciascia e uno dei suoi maestri letterari, Borgese. Il testo di gran parte delle lettere di Sciascia al suo corrispondente francese viene pubblicato in appendice.

An account of two discoveries in the Étiemble Collection (National Library, Paris): the unpublished correspondence between French intellectual, René Étiemble, and Sciascia, and the typescript of the Afterword Sciascia wrote for the French edition of Giuseppe Antonio Borgese’s masterpiece, Goliath: The March of Fascism (translated by Étiemble), as yet unknown to scholars in the original Italian. Research focuses on reconstructing those passages which led to the publication of Goliath in France, and adds to existing work on Sciascia and Borgese, whom he admired. The text of much of the correspondence is appended.
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"In quest'articolo si esaminano alcuni dei rilievi polemici che Pier Paolo Vergerio il giovane inserì nei numerosi libelli scritti contro il papato e la Chiesa cattolica. Gli interventi vergeriani qui studiati riguardano gli Indices... more
"In quest'articolo si esaminano alcuni dei rilievi polemici che Pier Paolo Vergerio il giovane inserì nei numerosi libelli scritti contro il papato e la Chiesa cattolica. Gli interventi vergeriani qui studiati riguardano gli Indices librorum prohibitorum, segnatamente quello veneziano del 1549, con alcuni rimandi anche a quello tridentino del 1564. L'articolo si sofferma in particolare sulla polemica che Vergerio ingaggiò contro le proibizioni di alcune opere di Dante (De monarchia), Petrarca e Boccaccio. In nota si pubblica anche una pressoché sconosciuta traduzione latina (curata da Vergerio) del sonetto petrarchesco Fontana di dolore.
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Presentazione del libro "'Come ci siamo allontanati'. Ragionamenti su Franco Fortini", a cura di Luigi Carosso e Paolo Massari, Arcipelago, Novara, 2016 (Libreria Popolare di via Tadino, Milano, 21 settembre 2016). Il volume contiene i... more
Presentazione del libro "'Come ci siamo allontanati'. Ragionamenti su Franco Fortini", a cura di Luigi Carosso e Paolo Massari, Arcipelago, Novara, 2016 (Libreria Popolare di via Tadino, Milano, 21 settembre 2016).

Il volume contiene i seguenti scritti: Ennio Abate, "Prefazione" (pp. 7-14) e "Le disobbidienze dimenticate di Franco Fortini" (pp. 169-193); Ezio Partesana, "Adorno e Fortini" (pp. 15-29); Emanuele Zinato, "L’inconscio politico e i destini generali: autobiografia e saggismo critico in Franco Fortini" (pp. 31-46); Filippo Grendene, "Introduzione al saggismo di Franco Fortini" (pp. 47-88); Luigi Carosso, "Avanguardie e Surrealismo in Fortini" (pp. 89-109); Elisa Gambaro, "Fortini poeta" (pp. 111-117);
Alessandro La Monica, "Foglio di via e altri  versi" (pp. 119-145); Luca Daino, "Ancora sul giovane Fortini (con un prologo-bilancio)" (pp. 147-167).

Relazioni di Maurizio Gusso e Gianni Turchetta.
Oltre ai curatori, intervengono Ennio Abate e Paolo Giovannetti.
"Building on a solid interpenetration of textual analyses and historical contextualization, 'La scrittura violata' interlaces two parallel critical itineraries within a persuasive and cogent argumentative progression: the first aims at... more
"Building on a solid interpenetration of textual analyses and historical
contextualization, 'La scrittura violata' interlaces two parallel critical itineraries within a persuasive and cogent argumentative progression: the first aims at unearthing the path of conceptual and moral maturation
that lies behind the composition of Fontamara, a maturation profoundly linked to the acute moral and psychological crisis experienced by Silone at the beginning of the 1930s; the other dissects an articulated network of intellectual exchanges that projected Silone’s novel at the center of the European antifascist debate, foregrounding the multiple and conflictual tensions that animated the field of a cosmopolitan – and profoundly politicized – Exilliteratur."
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"La Scrittura Violata is a masterful work that reflects the author’s intriguing international archival research, which is cited in and translated from many languages including English, French, Italian, German, and Spanish. Altogether,... more
"La Scrittura Violata is a masterful work that reflects the author’s intriguing international archival research, which is cited in and translated from many languages including English, French, Italian, German, and Spanish. Altogether, this text is an essential and comprehensive resource for Silonian researchers, and will remain so for years to come."
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“Libro che va letto per molteplici ragioni. Non solo dagli altri studiosi siloniani sparsi in tutto il mondo, ma da tutti coloro che si sono felicemente imbattuti in un assoluto capolavoro quanto mai attuale. […] A cominciare dal... more
“Libro che va letto per molteplici ragioni. Non solo dagli altri studiosi siloniani sparsi in tutto il mondo, ma da tutti coloro che si sono felicemente imbattuti in un assoluto capolavoro quanto mai attuale. […] A cominciare dal riscontrato “rigore scientifico” con cui La Monica – sulla base di documenti inediti, versioni sinora sconosciute manoscritte o dattiloscritte del romanzo – e ricostruisce la genesi, la sua immediata affermazione nonché gli esiti extraletterari” (A. GAsbarrini, "Il Messaggero, 15 gennaio 2021).
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Recensione a F. Fortini, La guerra a Milano. Estate 1943, a cura di Alessandro La Monica, Ospedaletto (Pisa), Pacini Editore, 2017. "Nel 1963 Mondadori pubblicava Sere in Valdossola, con queste eloquenti indicazioni sull’autore: “Il... more
Recensione a F. Fortini, La guerra a Milano. Estate 1943, a cura di Alessandro La Monica, Ospedaletto (Pisa), Pacini Editore, 2017.

"Nel 1963 Mondadori pubblicava Sere in Valdossola, con queste eloquenti indicazioni sull’autore: “Il sottotenente di complemento Lattes Franco, classe 1917, aveva avuto molte buone ragioni per fuggire in Svizzera, vent’anni fa, quando il suo battaglione si era dissolto dopo l’armistizio. Ma meno di un anno dopo si rese conto di averne di migliori per tornare. Col nome di Franco Fortini, passò in Valdossola per partecipare agli ultimi eventi di quella memorabile repubblica partigiana.” I vent’anni erano calcolati rispetto alla terribile, confusa e straordinaria estate del 1943, però il volume, contro la cronologia degli eventi e della scrittura, si apriva con le vicende legate alla Valdossola e solo dopo venivano quelle precedenti, relative a La guerra a Milano, quasi a segnalare la preminenza morale della Resistenza sulla confusa fase preparatoria.
Ora, grazie all’edizione curata da Alessandro La Monica, è possibile leggere la prima stesura delle pagine del ’43, conservate presso la Zentralbibliothek di Zurigo, che avrebbero dovuto costituire il libro d’esordio di Fortini, da pubblicare tradotto in tedesco dall’editore Oprecht, tramite la mediazione di Ignazio Silone (che trovava il manoscritto “interessante, sincero, ben scritto e utile”, aggiungendo che su quella “crisi italiana non è ancora stato pubblicato nulla che meriti di essere conservato”). Ma le autorità svizzere tenevano sotto stretto controllo le attività editoriali dei rifugiati, per evitare contrasti con gli ingombranti vicini nazisti e fascisti; e passarono così i vent’anni".
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