Napoleone Bonaparte

In che misura e in quali forme il mito bonapartista, nato per mano dello stesso Napoleone e alimentato per tutto l’Ottocento da una schiera di artisti, scrittori e pubblicisti, ha circolato nella cultura politica dell’Italia fascista? Quanto ha suggestionato lo stesso Mussolini? È possibile rinvenire tracce della leggenda napoleonica ed echi bonapartisti anche nell’Italia contemporanea, dominata da oltre un decennio dalla figura di Silvio Berlusconi? Esiste tra personaggi apparentemente così distanti – Napoleone, Mussolini e Berlusconi – una comune visione della storia, della politica, del potere e degli uomini? Questo saggio, a metà strada tra storia politica e cultura dell’immaginario, realizzato sulla base di materiali molto disparati (dalla letteratura alla memorialista, dalla drammaturgia al cinema, dalla satira alla storiografia) è più cose insieme: una divagazione sull’ideologia del napoleonismo, una ricognizione sul mito mussoliniano nella storia d’Italia, un excursus sulla cultura del berlusconismo, una riflessione sul ruolo delle grandi personalità nella storia, una rassegna del ruolo svolto dagli intellettuali nell’accreditare miti e credenze. Ma è anche una messa in guardia dalle patologie del potere nell’epoca della politica di massa. Sullo sfondo del volume c’è, infatti, il problema, oggi più che mai attuale, dei rapporti tra politica e seduzione, tra potere, propaganda e mito, tra carisma e dominio, tra capo e masse. È infine un invito a interrogarsi, senza schematismi o preconcetti ideologici, sulle persistenze mentali, culturali e comportamentali che hanno segnato la storia del nostro Paese e ne hanno lungamente condizionato la vita politica e civile.

L’invasione napoleonica della Russia rappresenta un punto di svolta nella storia europea, segnando il presagio della caduta del Bonaparte e della suo progetto imperiale. Figlio del turbinio ideologico della rivoluzione, il “piccolo caporale” assurto al trono imperiale di Francia scatenò le energie rivoluzionarie della più potente nazione d’Europa in un processo di espansione imperialistica che avrebbe stravolto gli equilibri a favore di Parigi. Il genio tattico, la lungimiranza, la visione strategica e le esperienze raccolte in anni di belligeranza valsero a Napoleone lo scettro di indiscusso genio militare. Allo stesso tempo tuttavia la sua campagna di Russia è considerata come uno dei peggiori disastri della storia bellica. Quali furono i motivi che spinsero Napoleone a tentare l’impresa, quali quelli della disfatta e perché il disastro del 1812 segnò l’inizio della caduta dell’Impero francese, culminato nella sconfitta di Waterloo del 1815?

Il volume ripercorre la genesi e l’evoluzione delle libertà di manifestazione del pensiero negli ordinamenti politici, a partire del V secolo a.C., analizzando, nel contesto storico, gli aspetti filosofici e giuridici di quello che è divenuto oggi un diritto fondamentale riconosciuto a livello internazionale. L’opera analizza, quindi, il connubio indissolubile tra libertà di stampa e costituzionalismo ed limiti alla libertà di manifestazione del pensiero, in particolare in relazione all’istituto della privacy. L’evoluzione millenaria del pensiero filosofico, politico e del diritto, a partire dalla pòlis greca, ha portato a considerare il diritto a manifestare liberamente il pensiero con la parola, con lo scritto e con ogni altro mezzo di comunicazione (art. 21 Cost. italiana), tra i diritti naturali (e per questo fondamentali). Non si tratta di un diritto riconosciuto ai soli cittadini di uno Stato, ma a tutti gli uomini. La libertà di manifestazione del pensiero è riconosciuta da tutte le moderne Costituzioni adottate degli Stati democratici, sancita dalla Dichiarazione universale dei diritti dell’uomo dell’Onu del 1948 e tutelata dalla Convenzione europea per la salvaguardia dei diritti dell’uomo e delle libertà fondamentali del 1950 e dal Patto internazionale di New York sui diritti civili e politici del 1966. L’affermazione di questo diritto è frutto di un percorso durato duemila e cinquecento anni, a partire dalla Grecia del V secolo a.C. (contrapposizione nomos e physis), passando per la Rivoluzione francese ed il periodo napoleonico, che hanno segnato la conquista definitiva della libertà di opinione, divenuta nel frattempo libertà di stampa.

Luigi Cheluzzi (Volterra 1763 – Trento 1822), laureato in giurisprudenza a Pisa nel 1788, fu Pretore / Podestà (i due termini sono equivalenti) di Trento dal 1796 al 1800.
Si scorrono qui i principali eventi che lo videro protagonista nell’espletamento del suo mandato. Premesso un sintetico quanto necessario inquadramento storico istituzionale del Principato e della realtà cittadina in cui Cheluzzi fu chiamato a operare, questi appunti elencano i principali fatti che portarono la sua attività di giusdicente all’attenzione dell’opinione pubblica, per poi soffermarsi sulla delicata posizione che egli si trovò a ricoprire al momento dell’occupazione militare di Trento da parte dell’armata francese (settembre 1796).
La parte centrale del lavoro prosegue con la cronaca dell’incontro del Podestà con il Generale Napoleone, approfondendo la circostanza della scoperta dei legami di parentela tra il colligiano Cheluzzi e il corso di origini samminiatesi Buonaparte, legami che consentirono l’apertura di una relazione cordiale in quel difficile frangente.
L’ultima parte ripercorre la vicenda giudiziaria del processo di Innsbruck (1799-1800) che vide Cheluzzi, insieme a Gian Domenico Romagnosi e altri, indagato per cospirazione e giacobinismo e infine prosciolto dalla commissione inquirente insediata dagli austriaci.
Il testo è illustrato con disegni fatti dall’autore per proprio esclusivo divertimento.

Riccardo Pasqualin, Dalle Pasque Veronesi alla Pace di Campoformido, Vol. 2. L’oppressione giacobina in Verona e la caduta di Venezia (marzo 1797-gennaio 1798) di Antonio Maffei [recensione], in Sololibri.net, 12-03-2022: Dalle Pasque Veronesi alla Pace di Campoformido, Vol. 2. L’oppressione giacobina in Verona e la caduta di Venezia (marzo 1797-gennaio 1798) - Antonio Maffei - Recensione libro (sololibri.net)

Poco sappiamo, in generale, di che cosa accadde ai toscani partiti con Napoleone che ebbero la fortuna di tornare a casa. I temi del reducismo sono stati in parte affrontati da Mascilli Migliorini in un saggio del 1992 e da pochi altri scritti.
In questo panorama sono sicuramente di un certo interesse le fonti documentarie, ancora in parte da analizzare, necessarie per approfondire le storie dei militari toscani e, fra queste, una particolare attenzione merita sicuramente la documentazione relativa all’attribuzione della medaglia di Sant’Elena conservata presso l’Archivio di Stato di Firenze. Vale la pena di approfondire la nascita e la storia di questa medaglia. Nel 1854 Napoleone III, nipote di Napoleone I, diventato imperatore dei francesi con un colpo di stato nel 1852, con una precisa volontà politica, diede esecuzione al testamento dello zio stilato a Sant’Elena nel 1821. Era l’occasione, per Napoleone III, di consolidare e legittimare la propria immagine all’interno e all’esterno della Francia attraverso un’azione propagandistica che richiamasse idealmente il nuovo corso politico francese al Primo Impero. ..

Relazione scritta nell'ambito degli studi per il conseguimento della Laurea Magistrale in Storia e Società. In essa si esamina l'interessante problema delle Costituzioni della Francia nelle fasi della Rivoluzione Francese e del periodo napoleonico. La Costituzione venne avvertita come un mezzo di garanzia, anche se alcune fra quelle elaborate non entrarono mai in vigore. Qui si esamina brevemente e in chiave storica questa tematica.

A particular type of courtyard, characterized by vaulted loggias on two levels, spread among the palaces of Bologna during the Renaissance: its upper arches have a double rhythm compared to the lower ones. Some can still be appreciated today, among the many surviving examples, in the Ghisilardi and Sanuti Bevilacqua palaces. Their diffusion was due to the imposing and lost ‘Domus magna’ of Sante and Giovanni Bentivoglio. However, it is believed that the Bolognese origin of this twin system should not be considered bentivolesque and even less "Lombard", as reported by some. This is due to the fact that, in Lombardy, the first courtyards of this type are later than those of Bologna and also denote an antiquarian ancestry extraneous to the Bolognese architectural
culture of the fifteenth century. The oldest local example, directly attributable to the twin type, seems to be an architectural piece belonging to the second cloister, that of the Dead, of the Convent of S. Giacomo Maggiore, completed in 1385. At that time, Andrea Artusi was prior and governed the eremitana congregation between 1368 and 1371. This essay attributes the authorship of the Augustinian courtyard to Antonio di Vincenzo, the great architect of San Petronio, retracing its early nineteenth-century transformations when the convent space was included in the informal garden of the Ticino architect Giovanni Battista Martinetti and his wife Cornelia Rossi, a well-known cultural host.

Il fondo archivistico "Atti di Governo. Culto P.M." dell'Archivio di Stato di Milano costituisce una fonte preziosa di informazioni sulla musica sacra a Milano nell'età napoleonica. Nonostante le soppressioni di Giuseppe II e l'ulteriore riassetto del tessuto ecclesiastico urbano risultante dalla politica giacobina, nella prima decade dell'Ottocento erano ancora attive e officiate oltre cento chiese in città. Questo studio cerca di ricostruire il funzionamento musicale nelle chiese milanesi nel decennio napoleonico descrivendo l'attività delle cappelle musicali, degli organisti e degli organari dimostrando che, pur fra mille difficoltà, la musica nelle chiese ambrosiane non si è mai fermata.

La Compagna napoleonica del 1796  per il Regio borgo di Codogno fu soprattutto transito di truppe della kaiserlich, königliche Armée: i soldati della fanteria austriaca e ungherese, i gränzer, gli usseri, gli ulani passarono semplicemente, forse non proprio felici. Poi giunsero i francesi certo non sanguinari cannibali, come taluno aveva raccontato. A Codogno morì anche un generale che francese non era, ma svizzero: su quel fatto ancora si discute.

Il 10 aprile del 1811 a Chieti, ad opera del «Cavaliere Giuseppe De Thomasis Relatore al Consiglio di Stato e Commissario del Re per la Divisione de' Demani» fu redatto l'accordo fra il Comune ed i cittadini di Badessa per la ripartizione delle terre demaniali in base alla legge del 3 dicembre 1806. L’importante documento, conservato presso l’Archivio di Stato di Teramo, permette di svolgere una indagine più approfondita sulla vita amministrativa della comunità agli inizi dell’Ottocento; inoltre per gli appassionati dei mulini storici d’Abruzzo, lo studio permette di studiare gli opifici anche in base ai toponimi presenti nel manoscritto, per illustrare l’evoluzione di un territorio storico nella sua completezza dal punto di vista fisico, antropico ed economico.

Nel 1744 arrivarono a Pianella 18 famiglie albanesi provenienti da Lukove e Piqueras, collocate in precedenza a Bacucco (Arsita). Successivamente, agli inizi dell’Ottocento, la colonia badessana contava circa 200 persone.

Abigaille, Giovanna d'Arco and Odabella. The dynamic and the pitch of their vocal lines, their gestual behaviour, their persuasion power and the relation with the managing of crown and sword in post napoleonic and Risorgimento's female warriors.

La storiografia di Carlo Botta esordì con la "Storia dell'independenza degli Stati Uniti d'America" (1829) e approdò alla "Storia d'Italia dal 1789 al 1814" (1824). Viene ricostruito il percorso intellettuale, politico e artistico dello scrittore, sottolineando gli elementi di continuità tra le due imprese.

Il lunghissimo periodo di dominazione della Serenissima Repubblica Veneta cessò nel 1797, quando sull’onda della Rivoluzione Francese anche il bresciano entrò a far parte del territorio occupato dai france-si. La Valcamonica si oppose, restando fedele alla morente Repubblica veneta, ma invano. Iniziò così il pe-riodo napoleonico, che l’alta Valle non accettò mai completamente. In questo libro, dopo un’ampia disa-mina del primo periodo di domi- nazione francese, basato su documentazione dell’epoca, si raccontano gli avvenimenti accaduti nel 1809, che videro le popolazioni dell’alta Valle, da Edolo fino al Tonale, ribellarsi alla dominazione napoleonica, in ciò sobillati e supportati dai tirolesi e dagli austriaci che, scendendo dal Tonale, tentarono di occupare l’intera Valcamonica. Fu un tentativo di liberarsi dal giogo francese che si rivelò vano, di durata peraltro effimera, schiacciato dalle preponderanti forze dell’esercito napoleonico. Si è dato un volto a coloro che di quella rivolta furono protagonisti: si raccontano le loro vicende personali, la fuga di alcuni di essi oltre il Tonale, la repressione e i processi.

L'affascinante storia delle emissioni cartacee delle Regie Finanze: da uno straordinario successo al fallimento finale, con annotati i numeri di matricola dei biglietti certamente autentici della prima emissione (1746).
128 pagine, circa 60 fotografie
Editrice Diana, 2009 - htpp://classicadiana.it/
Editrice Diana

Lo scenario degli eventi legati alle truppe italiche al seguito della Grande Armée intreccia la vicenda personale di Pietro Teulié e quella dell'istituzione del collegio degli orfani. L'autore, dopo una panoramica sull'armata italica, affronta l'istituzione del collegio militare di Milano, partendo dalla vita del suo promotore, per poi offrire un affresco dell'educazione e dell'istruzione militare in età napoleonica. L'analisi dei regolamenti in relazione alle questioni militari dell'epoca rende lo studio un valido strumento di storia militare. Educazione militare ed istruzione di altissimo livello si coniugano, ancora oggi, nella formazione degli allievi della scuola Militare Teulié che è una delle realtà tangibili dell'eccellenza italiana contemporanea.

I saggi qui raccolti permettono di seguire le articolate vicende del ventennio napoleonico fra politiche familiari e dimensione internazionale, in un complesso contesto di eventi e protagonisti che consentirà alla Francia di imporre il suo modello nella politica, nella guerra, nella cultura. L’alleanza dell’imperatore con l’Austria, vinta in memorabili battaglie, e il matrimonio con Maria Luisa d’Asburgo; l’emanazione del codice civile; l’impianto familistico del potere; la politica adriatica; l’incontro con la regina Luise di Prussia; l’ascesa di Bernadotte al trono svedese, sono tutti punti in discussione che disegnano il profilo di Napoleone, il suo forte carisma, la sua immagine percepita criticamente dalla storiografia inglese, la sua figura diffusa nell’Impero ottomano come nell’America di Jefferson, gli anni della gloria, come quelli delle sconfitte. All’eco delle imprese napoleoniche studiate dagli storici militari si aggiunge così il contributo di studiosi di varie discipline, che affrontano, approfondiscono, interpretano, momenti diversi – dagli equilibri internazionali al riformismo, dalle stanze private del castello di Saint Cloud, ai campi di battaglia –raccontati dalla letteratura e dal cinema. Quello che era stato considerato un genio nell’arte della guerra chiude tristemente la sua parabola che per molti anni lo aveva visto vittorioso, quando si imbarca alla volta del suo ultimo esilio a Sant’Elena, nell’Oceano Atlantico, forse ripensa al fuoco dei cannoni, alle fiamme di Mosca, al ghiaccio della Beresina. Da lì partono ormai i giorni del dolore che lo spirito del Romanticismo avrebbe esaltato più di quelli delle vittorie, anche se per molti rimarrà il suo mito, alimentato dai contemporanei, che lo tramanderanno ai posteri.

Il presente articolo vuole raggiungere un duplice scopo: quello di tracciare le storie di alcuni militari napoleonici sanminiatiesi attraverso la documentazione della medaglia di Sant’Elena e quella di stimolare una ricerca – anche partecipata - più approfondita e che interessi sia documenti che materiali vari, che sarà svolta in una seconda parte.
La difficoltà di accedere agli archivi negli ultimi anni ha ridotto la possibilità di effettuare ricerche ad ampio raggio su corpus documentali consistenti ma, da un certo punto di vista, permette di proporre anche un progetto di ricerca partecipata, in linea anche con la public history, dove si richiede ai lettori e ai cittadini dell’area di San Miniato di fornire eventuali informazioni in loro possesso sul periodo napoleonico, su eventuali cimeli, lettere, documenti e ogni altra informazione, anche orale, per ricostruire, a distanza di 200 anni dalla morte di Napoleone Bonaparte, cosa è ancora presente come memoria sul territorio.

Sultan Süleyman Mona Lisa'nın karşısında; ama bunu kimse bilmiyor!
Bir an için Mona Lisa'ya sırtınızı dönmeyi başarabilirseniz, karşı duvarı boydan boya kaplayan Paolo Veronese'nin büyüleyici güzellikte bir tablosu ile karşılaşıyorsunuz. Veronese tarafından 1563 yılında tamamlanan bu tablonun adı “La nozze di Cana” yani Cana'nın düğünüdür. Esasında Veronese bu tabloyu Venedik'te Andrea Palladio'nun başyapıtlarından biri olan San Giorgio Maggiore Bazilikası'nın yemekhanesinin duvarı için yapmış; Veronese ile Palladio bu anlamda ressam ve mimar uyumunun en güzel örneklerinden biri kabul edilebilir. Veronese, Palladio'nun inşa ettiği birbirinden güzel villaların resimlenmesinde her zaman için akla gelen ilk ressam olmuş ve
Palladio mimarisi Veronese ile adeta bambaşka bir kimlik kazanmış. Veronese'nin bu eseri Napoleon'un Venedik'i işgali'nin ardından 1799'da Paris'e götürülmüştür. Bugün orijinali Louvre Müzesi'nde bulunan eserin bir kopyası daha sonra yeniden Palladio'nun kilisesi San Giorgio Maggiore'ye yerleştirilmiş.

Duecento anni fa moriva in esilio, prigioniero degli Inglesi a Sant'Elena, Napoleone Bonaparte. Le storia di questo libro parlano di quei volontari o coscritti di leva che erano partiti per la Grande Armée mentre l'astro napoleonico divampava in tutta Europa. Pochi ex nobili locali e tanti figli del popolo appresero che con il merito, e non solo sui campi di battaglia, si entrava in quell'ascensore sociale che avrebbe fatto la differenza. Le vecchie regole volte a proteggere clero e nobiltà erano infrante sotto gli stivali delle truppe che marciavano incessantemente dalal Spagna alla Russia. erano partiti in migliaia dalla Valle d'Aosta, dal Canavese, dal Biellese e dal Vercellese perché erano diventati cittadini della Repubblica francese, dei dipartimenti della Dora e della Sesia. Una piccola parte di loro, con le loro azioni di coraggio e valore, entrò a pieno titolo nell'élite creata da Napoleone, l'ordine cavalleresco istituito il 19 maggio 1802: la Legione d'Onore. Veniva concessa, esclusivamente sulla base di merito e valore personale, a chiunque: fu la prima volta per la gente comune, le donne, gli stranieri e gli appartenenti di qualsiasi religione. Incrociando le storie dei nostri Paesi con i bollettini della legion e con i dati on-line degli archivi francesi, ne è uscito il racconto delel storie di quei ragazzi e di quegli uomini ormai dimenticati che fecero parte dell'élite napoleonica. L' élite di una nuova Europa immaginata e delineata con il cannone e la spada.

Fabrizio Dassano: Soldiers of Napoleon! Piedmontese and Valdostani of the Dora and Sesia departments decorated with the Legion of Honor
Two hundred years ago Napoleon Bonaparte died in exile, a prisoner of the English in Sant'Elena. The stories in this book speak of those volunteers or conscripts who had left for the Grande Armée while the Napoleonic star was blazing across Europe. Few ex local nobles and many children of the people learned that with merit, and not only on the battlefields, one entered that social elevator that would have made the difference. The old rules aimed at protecting clergy and nobility were broken under the boots of the troops marching incessantly from Spain to Russia. thousands had left Valle d'Aosta, Canavese, Bielelse and Vercellese because they had become citizens of the French Republic, of the Dora and Sesia departments. A small part of them, with their actions of courage and valor, entered fully into the elite created by Napoleon, the knightly order established on May 19, 1802: the Legion of Honor. It was granted, solely on the basis of merit and personal value, to anyone: it was the first time for ordinary people, women, foreigners and members of any religion. Crossing the stories of our countries with the bulletins of the legion and with the online data of the French archives, the story of those forgotten boys and men who were part of the Napoleonic elite came out. The elite of a new Europe imagined and outlined with cannon and sword.

Fabrizio Dassano：拿破仑的士兵！ Dora和Sesia部门的Piedmontese和Valdostani饰以荣誉军团

两百年前，拿破仑·波拿巴死于流放，他是在圣埃莱娜（Sant'elena）的英国囚犯。本书中的故事讲述了那些拿破仑时代的巨星在整个欧洲肆虐时离开格兰德军械库的志愿者或应征者。很少有当地贵族和许多人的子弟才有才气地了解到这一点，不仅在战场上，还有人进入了那本可以发挥作用的社交电梯。旨在保护神职人员和贵族的旧规则在不断从西班牙进军俄罗斯的部队的靴子下被打破。成千上万的人离开了瓦莱达奥斯塔，卡纳韦斯，比尔莱塞和韦切尔塞人，因为他们已经成为法兰西共和国，多拉和塞西亚省的公民。他们中的一小部分以勇气和英勇的行动完全进入了拿破仑创造的精英阶层，这是1802年5月19日建立的骑士团：荣誉军团。它完全是基于功绩和个人价值授予任何人的：这是普通百姓，妇女，外国人和任何宗教成员的第一次。通过军团的公报和法国档案馆的在线数据，横穿我们国家的故事，拿破仑精英阶层中那些被遗忘的男孩和男人的故事就出来了。新欧洲的精英们用大炮和剑想象和勾勒出轮廓。


فابريزيو داسانو: جنود نابليون! تم تزين بييدمونت وفالدوستاني من مقاطعتي دورا وسيسيا بجوقة الشرف


قبل مائتي عام توفي نابليون بونابرت في المنفى ، وهو سجين الإنجليز في سانتيلينا. تتحدث القصص الواردة في هذا الكتاب عن المتطوعين أو المجندين الذين غادروا إلى الجيش الكبير بينما كان النجم النابليوني يشتعل في جميع أنحاء أوروبا. قلة من النبلاء المحليين السابقين والعديد من أبناء الشعب تعلموا أنه بجدارة ، وليس فقط في ساحات القتال ، دخل المرء ذلك المصعد الاجتماعي الذي كان سيحدث الفرق. تم كسر القواعد القديمة التي كانت تهدف إلى حماية رجال الدين والنبلاء تحت أحذية القوات التي تسير بلا انقطاع من إسبانيا إلى روسيا. كان الآلاف قد غادروا Valle d'Aosta و Canavese و Biellese و Vercellese لأنهم أصبحوا مواطنين في الجمهورية الفرنسية ، في مقاطعتي Dora و Sesia. جزء صغير منهم ، بأفعالهم الشجاعة والبسالة ، دخلوا بالكامل في النخبة التي أنشأها نابليون ، الأمر الفارس الذي أنشئ في 19 مايو 1802: وسام جوقة الشرف. تم منحها ، فقط على أساس الجدارة والقيمة الشخصية ، لأي شخص: كانت المرة الأولى للأشخاص العاديين والنساء والأجانب وأعضاء أي دين. من خلال عبور قصص بلداننا مع نشرات الفيلق ومع بيانات المحفوظات الفرنسية على الإنترنت ، ظهرت قصة هؤلاء الأولاد والرجال المنسيين الذين كانوا جزءًا من النخبة النابليونية. تخيلت نخبة أوروبا الجديدة ورُسمت بمدفع وسيف.

La mostra intende porre l’accento su una serie di vicende, personalità, aspetti del vivere civile e della cultura che caratterizzarono la società piemontese dalla primavera del 1796, quando irruppero in Piemonte le armate francesi guidate dal ventisettene Bonaparte e venne firmato con i rappresentanti del re di Sardegna, in Palazzo Salmatoris a Cherasco, il noto armistizio, sino all’abdicazione dell’aprile 1814, con il consueguente ritiro a Sant’Elena che coincise, per i territori in esame, al rientro dei Savoia dall’esilio in Sardegna e la riappropriazione del titolo sovrano.

This article aims to provide an overview of the debate surrounding the first title of the French Civil Code (chap. I, De la jouissance des droits civils). This title is important for many reasons. The code civil is the most significant and influential example of civil codification during the Nineteenth century.
The Code’s discipline as regards ‘citizenship’ as a principle of nationality based on jus sanguinis marks an important turning point in relation to revolutionary legislation based on jus soli. This debate was long and very complex and it saw Napoleon play an active role, favorable to the jus soli principle on account of his geo-strategic goals. The drafting and the debate evoke in different ways Roman law and the Antonine Constitution of 212 a.C. We can discern some analogies but it is more interesting to understand why French jurists and Parliament speakers evoke the Roman law topos to build their discursive strategies. If citizenship is a personal right, peculiar to every nation, how is it possible to extend it? The era of the French Civil Code opens up new horizons and new contradictions.