Organologia

Se si esclude il violino e congeneri, le cui misure in formato ridotto sono ormai conosciute o facilmente accessibili, la determinazione di quelle di uno strumento generico (per esempio antico, come può essere una viella) sono da stabilire secondo un preciso criterio metodologico, spesso ignorato.

This paper presents the partial results of my master’s research project (VIDILI, 2017). With
the objective to investigate the stylistic features of pandeiro players during the years following the advent
of commercial radio in Brazil, I bypassed the challenges in listening to phonograms of the time, --whose
quality was unsatisfactory for the purpose of this research—by collecting the oral testimony of Jorginho
do Pandeiro, a contemporary of the aforementioned pandeiro players. Through his narratives and music
performances, Jorginho provided information on the stylistic characteristics of his peers. Using the
notational system developed by Carlos Stasi, his performances were transcribed and analyzed from a
perspective of spatio-motor thinking (BAILY, 1985). The article includes a discussion on the relationship
between oral history and memory based on Halbwachs (1990), Portelli (1997a, 1997b) and Alberti
(2008).

This essay was written for the Exhibition taking place at Palazzo Falson Historic House and Museum, Mdina, Malta, in 2009. It can also be found on the Palazzo Falson website.
http://www.palazzofalson.com/content.aspx?id=401852

There is also a small illustrated Exhibition Catalogue containing a complete list of the exhibits. Available form Palazzo Falson.

While I was extensively studying the forgotten lutherie style represented in many Dutch paintings from the era between 1620 and 1640, the plan arose to make a reconstruction, not only on paper but also for real. The result is now part of the permanent exhibition in the "Museum Vleeshuis" in Antwerp to illustrate the kind of violins used by minstrels in the16th and 17th century cities of the Low Countries.

Las murgas porteñas, manifestaciones coréutico/dramático/ musicales del carnaval de la capital argentina, durante los últimos veinte años se están conformando como un movimiento artístico y social amplio y heterogéneo. La búsqueda de una identidad, tanto de género como intergrupal, se convierte en una de las inquietudes de los nuevos protagonistas de esta tradición. A través del análisis de algunos ejemplos de performance carnavaleras de determinadas murgas, se abordará el fenómeno de la extrema variedad de signos que concurren a determinan la voluntad de autorepresentación de cada grupo y la estructuración de nuevos modelos de referencia. La observación analítica del desfile de murga durante el transcurso de un “corso” desde varias perspectivas vinculadas con los ámbitos de percepción visual y auditiva, permite interpretar las diferencias estéticas, musicales y coréuticas de las diferentes agrupaciones que, a través de signos y mensajes como los colores de sus trajes o el tipo de impacto sonoro perseguido, intentan alcanzar una propia identidad en el ámbito de la práctica de un género en continua evolución.
ABSTRACT: Throughout the last twenty years, the murgas of Buenos Aires have formed a wide, heterogenic, artistic and social movement. One of the main issues for the new protagonists of this tradition is the search for identity in terms of genre and social standing. This article presents a preliminary analysis of the consequences of the patrimonialization of this musical genre and the formulation of an official regulation of the carnaval in the process of identity building associated to the murgas.
PALABRAS CLAVE: música argentina - murga porteña - identidad - patrimonio.

Questo articolo pubblicato in Cuadernos de italianistica cubana a cura dell’Ambasciata italiana in Avana, Cuba, Aprile 2015, desidera essere un contributo agli studi organologici sulla fisarmonica, strumento musicale che nei secoli ha subito un interessante fenomeno: il nomadismo culturale.

This volume gives on overview on the history of musical instruments in Sicily from Ancient Times to the Present. It includes essays by Giovanni Paolo Di Stefano (Musical instruments in Sicilian Collections), Sergio Bonanzinga (Traditional Sicilian Musical Instruments), Angela Bellia (Archaelogical Musical Instruments in Siciliy), Selima Giuliano and Sandra Proto (The Decoration of Musical Instruments in Sicilian Collections). Furthermore, the catalogue includes 100 entries of instruments in Sicilian museums and collections (idiophones, membranophones, woodwind and brass instruments, necked bowed and plucked-string instruments, keyboard instruments, mechanical instruments). 256 pages; c. 250 colour photographs and drawings; texts in Italian (the book is available for free, please contact me for further information).

La «Gazzetta di Pesaro» è uno dei più longevi periodici dello Stato Pontificio, essendo documentata la sua esistenza dal 1760 al 1809. Comprende una grande quantità di notizie musicali riguardanti in primo luogo le Marche settentrionali e la Romagna, e quindi Roma, l’Italia e i principali centri europei fino a Madrid, Londra e San Pietroburgo.
La prima parte del Quaderno comprende Introduzione, Appendici e Indici; la seconda (originariamente in CD ROM) comprende Sigle e abbreviazioni, Indice generale, Spoglio delle notizie musicali.

Il contributo offre (nella prima parte) uno spaccato della vita musicale a Molfetta (Ba) e nelle città limitrofe tra il XVI e il XIX secolo (p. 299-364); la seconda parte contiene le Schede descrittive degli organi antichi di Molfetta (p. 365-428).

In "Arte organaria italiana. Fonti, documenti e studi", XIII / 2021, a c. dell’Associazione culturale“ Giuseppe Serassi”, pp. 379 – 394.

Con il Documento “Il dono della vocazione presbiterale”, l’attuale magistero della Chiesa Latina ha riportato l’attenzione sull’arte e sulla musica, rileggendoli come strumenti di grande importanza nella formazione dei chierici e dei teologi, soprattutto quali mezzi efficaci per la nuova evangelizzazione dell’occidente. La schizofrenia tra un magistero esprimente desiderio di continuità e la mancanza di fatto nell’applicazione del medesimo, trova le sue motivazioni più profonde nel
cambio di paradigma ecclesiale che stiamo vivendo da qualche decennio. Un’analisi serena dei fattori sociologici, antropologici, magisteriali e teologici ci conduce irrinunciabilmente a comprendere la necessaria trasformazione del musicista di chiesa da professionista su committenza a testimone missionario della fede.

Il fondo archivistico "Atti di Governo. Culto P.M." dell'Archivio di Stato di Milano costituisce una fonte preziosa di informazioni sulla musica sacra a Milano nell'età napoleonica. Nonostante le soppressioni di Giuseppe II e l'ulteriore riassetto del tessuto ecclesiastico urbano risultante dalla politica giacobina, nella prima decade dell'Ottocento erano ancora attive e officiate oltre cento chiese in città. Questo studio cerca di ricostruire il funzionamento musicale nelle chiese milanesi nel decennio napoleonico descrivendo l'attività delle cappelle musicali, degli organisti e degli organari dimostrando che, pur fra mille difficoltà, la musica nelle chiese ambrosiane non si è mai fermata.

La vita musicale nel territorio della Martesana in età moderna è un capitolo della storia della musica lombarda che deve essere ancora approfondito adeguatamente. L’intento di questo scritto vuole essere quello di fornire un primo sguardo d’insieme delle varie sfaccettature del variegato mondo
musicale che interessò borghi e paesi della campagna ad est di Milano fra l’età di San Carlo e gli anni della Restaurazione.

The paper traces the history of the piano from its invention in Florence ca. 1700 by Bartolomeo Cristofori, via further developments in England and in the German-speaking countries, which were to some extent independent of Cristofori. The subsequent impact on the Florentine court of innovations in piano design made in Northern Europe are registered in documents preserved in Tuscan archives. There does not seem to have been any real renewal of interest in the instrument in Tuscany before the 1780s. Documents also provide information on the maintenance and restoration of court pianos from this time onward.

I Beni musicali: salvaguardia e valorizzazione
Giornata di studi dedicata alla memoria di Giuseppe Chiarante
promossa da Società Italiana di Musicologia; Il Saggiatore musicale; Fondazione Istituto Italiano per la Storia della Musica
con il patrocinio del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo; Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo

Roma, Sala Spadolini, via del Collegio Romano 27
martedì 29 novembre 2016

ore 09:30, Saluti istituzionali
- On. Antimo Cesaro - Sottosegretario al Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo
- Prof. Giampaolo D’Andrea - Capo di Gabinetto del Ministero dei Beni e delle Attività culturali e del Turismo
- Sen. Elena Ferrara - VII Commissione permanente (Istruzione pubblica, Beni culturali), Senato della Repubblica
- On. Lorenza Bonaccorsi - VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), Camera dei Deputati – Responsabile Cultura del Partito Democratico
- On. Roberto Rampi - VII Commissione (Cultura, Scienza e Istruzione), Camera dei Deputati
- Gen. Fabrizio Parrulli – Comandante del Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale
- Prof. Francesco Passadore - Società Italiana di Musicologia
- Prof. Lorenzo Bianconi - Il Saggiatore musicale
- Prof. Agostino Ziino - Fondazione Istituto Italiano per la Storia della Musica

ore 10:45, presiede Lorenzo Bianconi
- Gianluca Ferrari - Comando Carabinieri per la Tutela del Patrimonio culturale, I Carabinieri “per l’arte” e la tutela del patrimonio culturale musicale
- Maria Cristina Misiti - Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca, Dipartimento per la Formazione superiore e per la Ricerca, “Scintille di musica”: un viaggio nel mondo dell’alta formazione musicale in Italia
- Simonetta Buttò - Direttore dell’Istituto Centrale per il Catalogo Unico, L’impegno dell’ICCU per la documentazione dei materiali musicali
- Mauro Tosti Croce – Direttore della Soprintendenza archivista e bibliografica per la Regione Lazio, Gli archivi musicali: un patrimonio da tutelare e valorizzare
- Massimo Pistacchi - Direttore dell’Istituto centrale per i Beni sonori ed audiovisivi, I beni sonori ed audiovisivi
- Massimo Gentili Tedeschi - Istituto Centrale per il Catalogo Unico, Ufficio Ricerche Fondi musicali, Biblioteca nazionale Braidense, L’apporto italiano ai progetti, alle norme e agli standard per l’accesso alle risorse musicali
Tiziana Grande - International Association of Music Libraries, sezione italiana, Il patrimonio librario musicale italiano tra salvaguardia e valorizzazione
- Daniele Ficola - Conservatorio di musica “Vincenzo Bellini” di Palermo, Beni musicali dal vivo: l’Orchestra Nazionale Barocca dei Conservatori

ore 15:00, presiede Agostino Ziino
- Angelo Pompilio - Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, sede di Ravenna, La formazione universitaria per i beni musicali
- Giancarlo Rostirolla - Istituto di Bibliografia musicale, La ricerca bibliografico-musicale in Italia
- Nicoletta Guidobaldi - Alma Mater Studiorum, Università di Bologna, sede di Ravenna, Le immagini della musica: progetti e prospettive per lo studio e la valorizzazione dei beni iconografico-musicali
- Giorgio Adamo - Università degli studi di Roma “Tor Vergata”, L’esperienza dell’etnomusicologia, tra registrazioni audiovisive, strumenti musicali e beni immateriali
- Renato Meucci - Conservatorio di musica “Guido Cantelli” di Novara, I beni organologici
- Francesco Di Lernia - Conservatorio di musica “Umberto Giordano” di Foggia, Gli organi storici: senza valorizzazione non c’è tutela
- Antonio Marcellino - Istituto Superiore di Studi Musicali “Vincenzo Bellini” di Catania, I beni musicali e il Fondo unico per lo Spettacolo: alcune proposte
- Biancamaria Antolini - Rivista “Fonti musicali”, Società Italiana di Musicologia, Patrimonio musicale e ricerca musicologica

This article aims to a thorough focus on the role played by instruments in the Troubadour centuries. Not exclusively about the proper organological matter, but also on the sociocultural context in which these instruments were established. The fall of the Carolingian Empire and the forgotten heritage-traditions of the Roman Empire gave to the XII century and so forth a completely different account of the involved instances. Any country had its own traditions and its own cultural legacy to face with, and inserting novelties were quite far than easy. The mutations of the well-known instruments of the epochs are playing a pivotal role in the whole historical period, in conjunction with the roles of the musicians as well.

Se trata de un panorama acerca de la situación de la fabricación de bandoneones en la actualidad tanto en Europa como en Argentina. El objetivo de este trabajo es mostrar cómo el bandoneón como emblema del tango sintetiza el enfrentamiento entre tradición y vanguardia, a partir del análisis comparativo entre las experiencias concretas de construcción europeas y argentinas.

Nella Collegiata di Canino, dedicata ai Ss. Giovanni e Andrea, esisteva un importante organo a canne costruito da Camillo Del Chiaro nel 1854, misteriosamente sparito negli anni '60 del secolo scorso, così come altri organi antichi in altre due chiese del paese. Il presente articolo vuole fare luce sull'accaduto, col supporto di documenti d'archivio.

Particular attention should be pay on the project from 1875 of monumental organ for the Basilica of Saint Peter in Rome made by the great French visionary of the symphonic organ, Aristide Cavaillé-Coll (1811-1899). This 124-stops colossus was to crown the work of Cavaillé-Coll and was “to complement the artistic achievements of the greatest masters of architecture, sculpture and painting, because music, the most religious of fine arts, did not have a worthy monument in this place”. Unfortunately, this project has never been implemented at its destination. However, at the beginning of the 21st century, around 130 years after the idea came into being, in the small village of Lichen Stary, located in the geographical center of Poland, in the largest Catholic temple of the country, the vision of Cavaillé-Coll materialized. In the years 2002-2007, the Polish company „Zaklady Organowe Zych” according to the concept of prof. Andrzej Chorosinski reproduced the sound of Aristide Cavaillé-Coll's organ in a monumental instrumentarium with 157 stops managed by a six-manual console.

This article describes in detail the design of Aristide Cavaillé-Coll's organ for the Basilica of Saint Peter in Rome, completed organ of the Basilica of Our Lady of Lichen in Poland and a comparative analysis of these two sound concepts.

La produzione degli organari milanesi fu condizionata, almeno fino ai primi anni dell’Ottocento, da una serie di elementi che le conferirono una fisionomia particolare. Le restrizioni in merito agli strumenti musicali da utilizzare nelle chiese ed il Rito ambrosiano vigente nella Diocesi di Milano condizionarono gli organari locali che realizzarono, fino alla fine del Settecento, strumenti di dimensioni medio-piccole dotati di un numero limitato di registri di colore. Milano dal punto di vista organario restò una città impermeabile alle innovazioni tecniche e timbriche che organari della scuola bergamasca o varesina avevano già cominciato a sperimentare. Fu soltanto con l’inizio dell’Ottocento che Eugenio Biroldi e Giuseppe II Serassi riuscirono ad infrangere il monopolio e a realizzare qualche organo per Milano. Non mancarono però organari locali che seppero far tesoro della tradizione ed allo stesso tempo si conformarono al gusto musicale ottocentesco. Lo studio si è concentrato proprio sulla ricostruzione della vicenda biografica e lavorativa degli organari più rappresentativi della scuola milanese: Antonio Fontana, Guglielmo Schieppati, Antonio e Giovanni Brunelli, Paolo e Gaspare Chiesa, Ferdinando ed Enrico Carcano, Natale Morelli e Giuseppe Valli.

The talk, title "Echos of an Empire" describes the byzantine musical instruments and their use in both imperial and rural environments. 
It was hosted at the Istanbul Research Institute (İstanbul Araştırmaları Enstitüsü) on Wednesday 2/12/2020 on the following address (https://www.youtube.com/watch?v=2IgZU_hnY9c&ab_channel=%C4%B0stanbulAra%C5%9Ft%C4%B1rmalar%C4%B1Enstit%C3%BCs%C3%BC)

Each musician likes to call himself an artist. But whether each person who performs music is an artist indeed? What it means to be an artist? Where to look for creativity in artistic performance? All these questions are natural for musicians who try to do their job in creative way – not just to repeat the notes mechanically. Does then aesthetics – as a science deals with art and beauty – can answer these questions? Does artistry can be developed? Let’s see.

On the beginning of our considerations, we’ll go through some definitions and aesthetic concepts to build a set of tools which help us to formulate the future conclusions. An art in human life has been present since the earliest eras. Although aesthetics as an autonomic science was separated from philosophy relatively late, within philosophical discourses it was present from the beginning of abstract thought. Originally, the concept of individual creativity wasn’t separated, and art was understood as the ability to combine three factors: material (given by nature), knowledge (flowing from tradition) and work (derived from man). Initially, creativity was understood passively as imitation (mimesis). Then the process of defining and analysing the phenomenon of individual creativity, which is the key to our considerations, has just began.

Artist is “someone who creates things with great skill and imagination”. The medieval practical perception of art says: artist is “someone who – according to art – works through tools on matter”. Synonyms are: master, expert, geek, guru, virtuoso, wizard and antonyms are: amateur, inexpert, nonexpert. The artist concept has changed over time and is even off-defined now. Synthesizing the achievements of ancient aesthetics, there are several key issues defining an artist: imagination, thought, knowledge, wisdom, the idea he has in his mind, abilities in using the rules of art; in art, only the artist is the legislator. The artist’s features are: creativity, sensitivity, intuition, “getting lost” in the creative process, putting everything in the creative process (from concept to implementation), self-analysis and self-correction. No less important for the effective implementation of artistic goals are also: persistence/consistency, hard work from an early age and throughout the life, self-discipline, mental resilience, responsibility, the ability to set goals and implement them, the ability to observe the world, perceptiveness, openness. The artist’s goals have changed over time, although the most persistent ones include: materialization, giving the form of universal ideas, passing on values, giving satisfaction and pleasure to the recipient, bringing the recipient to a catharsis state, transforming ugliness into beauty. To simplify further considerations, the 20th-century postmodern meanings of the artist’s concept were rejected.

La sera di sabato 31 agosto verrà presentato al teatro dell'Unione Alagnese il libro "La ribeba in Valsesia nella storia europea dello scacciapensieri" dai due autori: Alberto Lovatto e Alessandro Zolt.
Il libro verrà pubblicato dalla Libreria Musicale Italiana (Lucca) con il fondamentale contributo del Lions Club Valsesia e con il patrocinio dell'Unione dei Comuni Valsesiani, l'Istituto per la storia della Resistenza e della società contemporanea nelle provincie di Biella e Vercelli e il Dipartimento di Studi Umanistici dell'Università di Torino.
Nel corso della serata verrà illustrata la storia della produzione di scacciapensieri in Valsesia, attraverso le fonti storiche, iconografiche ed etnografiche e anche con l'aiuto di intermezzi musicali per far conoscere meglio questo dimenticato strumento valsesiano.

Storia della musica nella chiesa scomparsa di S. Marcellino di Milano, edificio sacro che sorgeva sull'attuale via Broletto a poche centinaia di metri da S. Tommaso in Terramara. Franchino Gaffurio fu rettore di questa chiesa per oltre trent'anni e vi fu sepolto; seguendo i documenti d'archivio è possibile ricostruire la storia degli organi che si sono susseguiti in S. Marcellino e dei musicisti che li hanno suonati.

God’s Mighty Fortress – A former protestant
Martin Luther Church in Sobięcin, Wałbrzych.

The XIXc. industrialization led to an increase in population of Wałbrzych Industrial District, especially in an area of a former village Sobięcin (German: Hermsdorf). Since 1951 it is a district of Wałbrzych. Spiritual needs of the inhabitants resulted in an erection of two churches. Even though Sobięcin was dominated by Lutheran believers, Martin Luther church wasn’t erected till 1914 which was in response to the erection of Catholic church of St. Joseph in 1910. The article depicts, both the history of the Protestant church since it was erected until nowadays as well as the history of the local Protestant parish. In the presentation of the decor and furnishings of this modernist temple, the altar (Orgelkanzelaltar) was particularly described, attempting to interpret its ideological programme. Seperately, with particular attention the organ by Schlag & Sohne firm from Świdnica (opus no. 1015) has been presented. They were translocated after 1962 to St. Trinity-Church in Szczecin, after that renovated by a German Association Verein zur Erforschung und Erhaltung schlesischer Orgeln e.V. The desecrated Protestant church in Sobięcin was taken over by state authorities, currently owned by a private foundation. Devastated is falling into ruin.

27 Novembre 2015
Invito e locandina della conferenza "La produzione di scacciapensieri in Valsesia: le ribebe conservate al Museo Don Florindo Piolo". Organizzata da Alessandra Delvecchio e Andrea Musano.
Relatori: Alberto Lovatto, Alessandro Zolt, Guido Antoniotti

Locandina del seminario "La ribeba in Valsesia nella storia europea dello scacciapensieri: fonti storiche, iconografiche ed etnografiche", tenuto da Alberto Lovatto e Alessandro Zolt il 30 maggio 2019, facente parte del ciclo di seminari organizzato dal Prof. Ilario Meandri per il corso di Etnomusicologia dell'Università di Torino.

«Arte Organaria Italiana», a. VIII (2016), pp. 313-334. This essay is about the presence in the Cadore area (Belluno) of the organ builder Nikolaus Harter (1600ca-1654) and of his pupil Sebastian Achamer (1623-1694), with a workshop in Hall, near Innsbruck. The article allows to add to the limited biography of Harter the place and date of his death (Domegge di Cadore, 18th April 1654) and to integrate the list of his works with the one of Pieve di S. Giorgio di Domegge di Cadore, no more existent. At last, the essay draws attention on the very interesting presence on site of 18 pipes, preserved from the Principale stop of the old instrument built between 1653 and 1655. The dimensions of these pipes was collected ad presented in a dedicate table. They are not speaking now, but they have been reutilized to complete the façade of the actual organ (Tessicini 1854), form the time of its installation in this church (1900).