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2023, Carocci
La drammaturgia per musica, ovvero quella sequenza di "cose" che chiamiamo libretti, è oggetto di studio e interesse per musicologi e letterati. L'autore, che si colloca fra i secondi, ha disegnato un percorso dalle origini del melodramma fi no ai suoi estremi creativi attraverso saggi specifi ci e altri più ampi, considerando la teoria dell'opera lirica come punto di arrivo e di partenza per dimostrare la straordinaria vitalità del genere operistico nell'estetica contemporanea e nel quadro processuale secolare. La parola intonata assume un'identità derivata dalla parola poetica drammatica "prima della musica", ma nello stesso tempo, nel corso dei secoli, diventa qualcosa di diverso dalla parola letteraria "ingenua". L'iter è incredibilmente complesso, e arriva all'attuale status del melodramma come spazio di sperimentazione e reinvenzione. La totale adesione a questa estetica dell'opera d'oggi, polimorfa e talora perversa, è il culmine e il presupposto di questo volume. Il testo è rivolto ai lettori, pazienti e curiosi, e certamente appassionati, a nché possano orientarsi in una impresa storico-critica sincera e altrettanto appassionata. Roberto Gigliucci è professore ordinario di Letteratura italiana contemporanea alla Sapienza Università di Roma. Si è già occupato di libretti d'opera nel volume Tragicomico e melodramma. Studi secenteschi (Mimesis, 2012). Ha pubblicato volumi di fi lologia ed ermeneutica letteraria e articoli in sedi internazionali su tematiche specifi che e teoriche.
Nell'ambito delle Opere poetiche pubblicate a Mantova dagli Osanna nel 1613, sorta di summa di quanto composto fino allora dal gran Basile, le sezioni singole hanno tutte un frontespizio autonomo. Fra i testi più interessanti e meno studiati della silloge v'è certamente la Venere addolorata, una «favola tragica da rappresentarsi in musica», quindi un "libretto" che a quell'altezza cronologica risulta seducente, dopo gli exploit innovativi di Firenze della Dafne e dell'Euridice e dopo gli eventi gonzagheschi monteverdiani (1607, 1608) dell'Orfeo e dell'Arianna. La firma di Ottavio Rinuccini (tranne per l'Orfeo di Alessandro Striggio jr.) siglava squisitamente quelle primizie melodrammatiche 1. Basile arriva nel 1613 con il suo testo per musica, per questo nuovo genere di musica teatrale, in notevole tempestività. Si è parlato per secoli di una princeps della Venere dell'anno precedente, stampata a Napoli, perché si è letto sul frontespizio di una «seconda Impressione». Ma l'edizione della Venere addolorata del 1612, di cui si è favoleggiato, non esiste: leggendo bene il frontespizio, risultano verosimilmente le sole Egloghe ad essere state re-impresse, con una aggiuntavi, in queste Opere poetiche del 1613: Croce ha ritenuto che anche il «drammetto in cinque atti» 2 fosse stato precedentemente stampato sempre nel 1612 e sempre con l'editore Roncagliolo, mentre in quell'anno e con quello stampatore dovrebbero essere uscite le sole Egloghe amorose e lugubri, dedicate anch'esse a Marcello Filomarino 3. Ma uscirono davvero queste Egloghe con il medesimo dedicatario? O non piuttosto la indicazione di re-impressione si riferisce al volume stesso mantovano del 1613? O alla sua sezione contenente Venere ed Egloghe, visto che ogni
2017 •
Book Review: Un’idea di letteratura nella “commedia” Book Author: Gandolfo Cascio Roma: Societa Editrice Dante Alighieri, 2015
«Al canto, al ballo, all’ombre, al prato adorno». Derive pastorali del melodramma tra Sei e Settecento, in La tradizione della favola pastorale in Italia. Modelli e percorsi, a cura di A. Beniscelli, M. Chiarla e S. Morando, Bologna, ArchetipoLibri, 2013, pp. 517-537.
45 ROBERTO GIGLIUCCI Tronsarelli e la Catena d'Adone fra morte di Marino e messa all'indice del poema La fonte più accessibile di dati sulla vita del Tronsarelli è fornita dal me-daglione che l'Eritreo gli dedica nella Pinacotheca tertia 1. Vi si dice che la fa-miglia del nostro era oriunda francese; il nonno di Ottavio si trasferì a Roma nel 1528 portando con sé infante il figlio Antonio. Questi sarà padre di Giovan Francesco, Orazio e quindi Ottavio. Egli studiò presso i gesuiti a Roma, ed ebbe come maestri figure del calibro di Famiano Strada e Bernardino Stefonio. Eritreo tramanda poi che Tronsarelli, desideroso di darsi interamente alle let-tere, passò dal Collegio all'Accademia, precisamente quella degli Umoristi. Ne uscì quindi per un diverbio con Agostino Mascardi, che in quel tempo era principe; si trasferì all'Accademia degli Ordinati, fondata da Giulio Strozzi, che si riuniva presso il cardinal Deti (comunque già prima del '26 Tronsarelli aveva scritto un sonetto in lode di Filippo Masio allora principe degli Ordinati: Rime, Roma, Corbelletti, 1626, p. 85). Qui ebbe un diverbio con la Margherita Sarroc-chi in merito all'impresa e al motto accademico. Tronsarelli fu anche magna pars dell'Accademia degli Sterili 2. Sempre dedito alla caccia, ci racconta Eri-treo, era anche attivissimo nei lavori georgici, sicché per l'affaticamento e il vitto troppo austero arrivò a morire «tertiana febri correptus» e quindi «atra atque lethali bile oppressus», nell'ultimo giorno di agosto del 1641. Un elenco delle opere di Tronsarelli è offerto da Mandosio 3 , Amati 4 e recentemente da Giambonini 5 a commento dell'affettuosa lettera che Marino 1 Coloniae Ubiorum [ma Amsterdam], apud I. Kalcovium [ma Johann Blaeu], MDCXLVII, pp. 147-152.
SCRITTORI IN MUSICA I classici italiani nel melodramma tra Seicento e Novecento a cura di Antonio Rostagno e Silvia Tatti
"Der Dichter spricht...": La voce del poeta nel 'Torquato Tasso' di DonizettiBetween the eighteenth and nineteenth centuries many literary, figurative, and musical works took inspiration from the lives of celebrated ancient and modern artists. In particular, the unhappy events in the life of Torquato Tasso were of the greatest appeal; the author of Aminta and La Gerusalemme liberata became an emblem of the romantic artist, constantly in conflict with the surrounding world. Among these works, Ferretti’s and Donizetti’s melodramma semiserio Torquato Tasso (1833) is unique in the fact that the authors let the character Tasso to deliver poetic fragments extracted from the works of the real Tasso, interspersed throughout the dramatic dialogue. This device is aimed to outline the portrait of the hero in his complex relationship with the courtly society, and to show the poet in the very act of creating; it is highlighted both in the libretto (by the use of italics) and in the music: citations appear only in recitative sections, within which some of them are emphasized by the use of the arioso singing. The essay shows how this calculated use of literary and musical devices generates a multi-layered game of mirrors. Through it one can listen, as in perspective, different voices: that of the character; that of the real poet, or rather of the image the posterity has constructed of him. Lastly, the voice of the opera’s authors, who use Tasso’s poetry in order to express their concerns about of the Italian literary and musical tradition, in a historical juncture in which its identity is being challenged.
2013 •
In questo volume sono raccolti tredici studi dedicati ad altrettanti libretti italiani otto e novecenteschi, testi per la più gran parte celebri, ideati per la musica di Donizetti, Verdi, Boito, Franchetti e Puccini: "Lucia di Lammermoor", "Pia de’ Tolomei", "Luisa Miller" e "Il trovatore" di Cammarano, "I masnadieri" di Maffei, il primo "Mefistofele", "Otello" e "Falstaff" di Boito, "Asrael" di Fontana, "Manon Lescaut" di Oliva e Illica, "La fanciulla del West" di Civinini e Zangarini, "Gianni Schicchi" di Forzano e "Turandot" di Adami e Simoni. Prodotti letterari destinati indubbiamente all’intonazione ma con caratteristiche autoriali proprie, i tredici libretti sono analizzati, nei limiti del possibile, dalla parte dei librettisti, prima della loro trasformazione in testi musicati, come drammi per musica leggibili come tali: «una “lettura” che, puntando sul testo letterario, offre una base imprescindibile per identificare lo spessore culturale, storico, estetico delle stesse opere compiute» (dalla prefazione di Giulio Ferroni).
Per Edoardo Sanguineti: lavori in corso. Atti del Convegno Internazionale di Studi, Genova, 12-14 maggio 2011, a cura di Marco Berisso ed Erminio Risso, Firenze, Franco Cesati Editore, 2012, pp. 291-310
Sanguineti e i “suoi” musicisti. Una bussola per orientarsi2012 •
2017 •
Passioni animate. Quaderno di studi sul cinema d'animazione italiano
I fratelli Dinamite e La rosa di Bagdad, l'Italia e la musica2016 •
2014 •
Francesco Cilea e l’interesse per il Medioevo nell’opera italiana fra Sei e Novecento, Atti del Convegno internazionale di studi (Reggio Calabria, 28‑29 ottobre 2016), a cura di Nicolò Maccavino, Reggio Calabria, Edizioni del Conservatorio di Musica “F. Cilea”, 2022, pp. 177-270
NICOLÒ MACCAVINO, Il prigioniero fortunato (Napoli, 1698) di Alessandro Scarlatti2022 •
2020 •
Musicological Annual
Alcune osservazioni sulla cultura musicale a Capodistria al tempo di Antonio Tarsia1994 •
2010 •
2017 •
La figura e l’opera di Francesco Saverio Quadrio, a cura di C. Berra, Ponte in Valtellina, Edizioni della Biblioteca Comunale “Libero Della Briotta”, 2010, pp. 469-489
Quadrio musicografo tra critica ed erudizione2010 •
California Italian Studies Journal Volume 4, Issue 1, 2013 http://escholarship.org/uc/ismrg_cisj?volume=4;issue=1
Compositori, impresari e pubblico nell’Anello di Ugo Fleres: Un ritratto del mondo musicale operistico alle soglie del Novecento. California Italian Studies Journal Volume 4, Issue 1, 20132019 •