... tempo ebbe davvero rilievo «storico»: opere come Anna Bolena, Sonnam-bula o Norma, composte i... more ... tempo ebbe davvero rilievo «storico»: opere come Anna Bolena, Sonnam-bula o Norma, composte immediatamente dopo la trionfale stagio-ne del ... di Così fan tutte, dove Pasta era Despina) o le si consigliano lezioni di recitazione («Les Annales politiques, morales et littéraires ...
On 13 March 1797, Cherubini's Médée was given its première at the Théâtre Feydeau in Paris. T... more On 13 March 1797, Cherubini's Médée was given its première at the Théâtre Feydeau in Paris. The opera was designed to be a tragédie lyrique with all the trappings: only the hostility directed towards young composers (Cherubini, but also Méhul and Le Sueur) during the Terror and the Directory had prevented its performance at the city's first theatre, the Académie Royale de Musique (briefly re-christened the Théâtre de la République et des Arts after the Revolution). Although Cherubini's opera followed the conventions of opéra comique (most important, of course, the use of spoken dialogue), it also bore significant traces of late eighteenth-century opera seria dramaturgy. This generic eclecticism placed Médée in the midst of an aesthetic tangle, an early manifestation of nineteenth-century opera's strained but still powerful connection to eighteenth-century conventions.
The death of Klinghoffer debuttò sulla scena teatrale nel ; nel fu riproposto come film ... more The death of Klinghoffer debuttò sulla scena teatrale nel ; nel fu riproposto come film televisivo: esiste dunque in almeno due versioni d'autore. Qui studio il muta-mento di drammaturgia che si realizza all'atto della rimediazione di un'opera lirica quando passa da un'arte della distanza come è il teatro a un'arte della prossimità come il cinema. Forme musicali pervadono gli stilemi del cinema d'azione e ne mettono in luce risvolti inconsueti; il film d'azione esalta il realismo del dramma su soggetto contempo-raneo. Le sequenze visive cambiano la drammaturgia complessiva dello spettacolo musi-cale, e a sua volta, la musica presta alle immagini strutture organizzative solitamente ad esse estranee in un dialogo proficuo tra i diversi media. PAROLE CHIAVE Opera, video, drammaturgia, rimediazione, Adams SUMMARY The death of Klinghoffer debuted in theatre in ; in it was re-proposed as a television movie: it therefore exists at least in two authorial versions. Here I study the change in dramaturgy that occurs in the remediation of a lyric opera when it passes from an art of distance such as theatre to an art of proximity such as cinema. Musical forms pervade the stylistic features of action film and highlight unusual implications; the action film enhances the drama's realism on a contemporary subject. The visual sequences change the dramaturgy of the opera, and in turn, the music lends to the images' structures usually extraneous to them, in a fruitful dialogue between the different media.
... tempo ebbe davvero rilievo «storico»: opere come Anna Bolena, Sonnam-bula o Norma, composte i... more ... tempo ebbe davvero rilievo «storico»: opere come Anna Bolena, Sonnam-bula o Norma, composte immediatamente dopo la trionfale stagio-ne del ... di Così fan tutte, dove Pasta era Despina) o le si consigliano lezioni di recitazione («Les Annales politiques, morales et littéraires ...
On 13 March 1797, Cherubini's Médée was given its première at the Théâtre Feydeau in Paris. T... more On 13 March 1797, Cherubini's Médée was given its première at the Théâtre Feydeau in Paris. The opera was designed to be a tragédie lyrique with all the trappings: only the hostility directed towards young composers (Cherubini, but also Méhul and Le Sueur) during the Terror and the Directory had prevented its performance at the city's first theatre, the Académie Royale de Musique (briefly re-christened the Théâtre de la République et des Arts after the Revolution). Although Cherubini's opera followed the conventions of opéra comique (most important, of course, the use of spoken dialogue), it also bore significant traces of late eighteenth-century opera seria dramaturgy. This generic eclecticism placed Médée in the midst of an aesthetic tangle, an early manifestation of nineteenth-century opera's strained but still powerful connection to eighteenth-century conventions.
The death of Klinghoffer debuttò sulla scena teatrale nel ; nel fu riproposto come film ... more The death of Klinghoffer debuttò sulla scena teatrale nel ; nel fu riproposto come film televisivo: esiste dunque in almeno due versioni d'autore. Qui studio il muta-mento di drammaturgia che si realizza all'atto della rimediazione di un'opera lirica quando passa da un'arte della distanza come è il teatro a un'arte della prossimità come il cinema. Forme musicali pervadono gli stilemi del cinema d'azione e ne mettono in luce risvolti inconsueti; il film d'azione esalta il realismo del dramma su soggetto contempo-raneo. Le sequenze visive cambiano la drammaturgia complessiva dello spettacolo musi-cale, e a sua volta, la musica presta alle immagini strutture organizzative solitamente ad esse estranee in un dialogo proficuo tra i diversi media. PAROLE CHIAVE Opera, video, drammaturgia, rimediazione, Adams SUMMARY The death of Klinghoffer debuted in theatre in ; in it was re-proposed as a television movie: it therefore exists at least in two authorial versions. Here I study the change in dramaturgy that occurs in the remediation of a lyric opera when it passes from an art of distance such as theatre to an art of proximity such as cinema. Musical forms pervade the stylistic features of action film and highlight unusual implications; the action film enhances the drama's realism on a contemporary subject. The visual sequences change the dramaturgy of the opera, and in turn, the music lends to the images' structures usually extraneous to them, in a fruitful dialogue between the different media.
Nelle programmazioni concertistiche e teatrali, nelle discoteche pubbliche e private convivono op... more Nelle programmazioni concertistiche e teatrali, nelle discoteche pubbliche e private convivono opere di stili ed epoche diverse sotto la generica etichetta di «musica classica»; si induce così ad ascoltare ogni opera col medesimo atteggiamento. Ogni epoca aveva però la sua musica e ascoltare musica del passato ha a che fare anche con la storia, richiede comprensione dell’altro, dell’estraneo. Restituire ad ogni epoca la sua musica significa soprattutto comprendere l’idea di musica che definiva diversamente ruoli, funzioni, significati dell’arte dei suoni che, per quanto lontani nel tempo, tuttora ci appartengono. Questo libro si propone come bussola per navigare nella nostra cultura musicale tra il Cinquecento e la seconda metà del secolo scorso. Ogni capitolo presenta un brano musicale e lo utilizza come chiave d’accesso ad una parte della nostra storia musicale: lo commenta, lo descrive, ne seleziona alcuni eventi sonori e attribuisce loro un possibile significato dentro l’epoca e la cultura che l’ha prodotta. Lo scopo è individuare gli aspetti che in ogni composizione ci dicono il senso attribuito alla musica al convergere di epoche, stili, estetiche, condizioni produttive ed esecutive ed eventuale poetica dell’autore. Il percorso si radica dunque esclusivamente nell’ascolto: di ciascuna opera vengono indicati eventi sonori chiaramente percepibili, individuabili, significativi nel fascino e nell’emozione che suscita la musica; eventi sonori su cui richiamo l’attenzione, che indico nella loro individualità stagliandoli dal flusso sonoro per capirne il senso. Il volume è chiuso da un breve glossario che raccoglie la terminologia via via introdotta: anch’essa definita con concreti esempi sonori. Per ogni brano commentato indico dunque l’edizione discografica utilizzata e la rendo disponibile su una playlist della piattaforma Spotify® a cui rinvia facilmente un QR-code.
Crocevia del teatro internazionale, nei decenni tra Sette e Ottocento l’opera italiana ridefinisc... more Crocevia del teatro internazionale, nei decenni tra Sette e Ottocento l’opera italiana ridefinisce profondamente la propria drammaturgia: indaga nuove situazioni sceniche, metabolizza soggetti e modelli teatrali più disparati, li restituisce alle principali capitali europee in nuove forme sonore. Il trapianto da un sistema formale ad un altro genera metamorfosi che dilagano nei due sensi: mutano i soggetti narrativi e drammatici assimilati mentre definiscono nuove idee di musica scenica e di rappresentazione in musica. Non fu un percorso lineare perché mise in discussione convinzioni radicate, modelli mentali inconsapevoli, pratiche sociali vischiose e resilienti. Come spesso accade nelle vicende storiche, l’esito fu l’impredicibile risultante di energie differenti, la riflessione teorica ed estetica da una parte e la pratica quotidiana della bottega artistica di compositori, cantanti, librettisti dall’altra; talora assommate, talvolta divergenti, comunque con ordini di priorità diverse. Questo volume procede dunque per sondaggi: studia sei casi compresi tra il 1750 e il 1830, ne esamina i contesti storici, le ascendenze testuali, la rete di riferimenti drammaturgici volta a volta distesi. Indaga soprattutto l’assimilazione delle drammaturgie francesi e coreutiche nell’opera italiana, man mano che si permeava di declamazione e di pantomima. I riferimenti intertestuali tra generi drammatici sono studiati soprattutto nella drammaturgia seria di Traetta, Sarti, Tritto, Manfroce, Bellini; come permeino anche l’opera comica è sondato nel caso di due autori particolarmente eclettici e poliedrici: Egidio Duni, nel suo nascente interesse per l’opéra-comique, e Francesco Gnecco che riversa nelle sue opere la sua multiforme attività di compositore, librettista, probabilmente anche attore dilettante.
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Questo libro si propone come bussola per navigare nella nostra cultura musicale tra il Cinquecento e la seconda metà del secolo scorso. Ogni capitolo presenta un brano musicale e lo utilizza come chiave d’accesso ad una parte della nostra storia musicale: lo commenta, lo descrive, ne seleziona alcuni eventi sonori e attribuisce loro un possibile significato dentro l’epoca e la cultura che l’ha prodotta. Lo scopo è individuare gli aspetti che in ogni composizione ci dicono il senso attribuito alla musica al convergere di epoche, stili, estetiche, condizioni produttive ed esecutive ed eventuale poetica dell’autore. Il percorso si radica dunque esclusivamente nell’ascolto: di ciascuna opera vengono indicati eventi sonori chiaramente percepibili, individuabili, significativi nel fascino e nell’emozione che suscita la musica; eventi sonori su cui richiamo l’attenzione, che indico nella loro individualità stagliandoli dal flusso sonoro per capirne il senso. Il volume è chiuso da un breve glossario che raccoglie la terminologia via via introdotta: anch’essa definita con concreti esempi sonori. Per ogni brano commentato indico dunque l’edizione discografica utilizzata e la rendo disponibile su una playlist della piattaforma Spotify® a cui rinvia facilmente un QR-code.
Non fu un percorso lineare perché mise in discussione convinzioni radicate, modelli mentali inconsapevoli, pratiche sociali vischiose e resilienti. Come spesso accade nelle vicende storiche, l’esito fu l’impredicibile risultante di energie differenti, la riflessione teorica ed estetica da una parte e la pratica quotidiana della bottega artistica di compositori, cantanti, librettisti dall’altra; talora assommate, talvolta divergenti, comunque con ordini di priorità diverse. Questo volume procede dunque per sondaggi: studia sei casi compresi tra il 1750 e il 1830, ne esamina i contesti storici, le ascendenze testuali, la rete di riferimenti drammaturgici volta a volta distesi. Indaga soprattutto l’assimilazione delle drammaturgie francesi e coreutiche nell’opera italiana, man mano che si permeava di declamazione e di pantomima. I riferimenti intertestuali tra generi drammatici sono studiati soprattutto nella drammaturgia seria di Traetta, Sarti, Tritto, Manfroce, Bellini; come permeino anche l’opera comica è sondato nel caso di due autori particolarmente eclettici e poliedrici: Egidio Duni, nel suo nascente interesse per l’opéra-comique, e Francesco Gnecco che riversa nelle sue opere la sua multiforme attività di compositore, librettista, probabilmente anche attore dilettante.