Rappresentazione Paesaggio

Urban planning and landscape has traditionally made use of the construction of visual and morphological models required for checking the third dimension relations between contexts and projects, more profitably than the “zenithal” mapping.
Physical models, the maquettes, built with traditional technologies, can now be integrated with other devices that allow to improve and broaden the field of investigation, in a plurality of forms of representation, which extend from the physical to the digital model: this has allowed us to enhance the effectiveness of the physical model, as well as the more usual concept phase of the project and morphological checking of spatial relationships, to the control of relations between planimetric structure and three-dimensional shape, between perception and vision of overall volumes, enriched by the dynamic representation of the conditions of solar radiation at different stages of the year.
The use of traditional models integrated with urban and environmental simulation techniques today is therefore a useful experimental field that is based not only on their empirical use, but explores new potentials, enriched with technology upgrades; simulation - in all experimental fields - in fact makes use of the models, including in the term "model" a wide variety of objects, from simple acts of visual communication, to the symbolic reproduction of complex systems.
But "simulation" also means to achieve the effect of something else, go beyond immediate appearances, which often deceive, and a model as a symbolic representation of the current situation, can be used in relation to certain aspects, instead of given situation. The simulation runs all therefore the reality by means of three basic functions: the reduction, simplification, prediction.
So the urban and landscape simulation models allow to support the exploration of components primarily visual, along with other aspects that may return a larger number of parameters to test its overall sustainability.

Il paesaggio fin dall’antichità viene letto, riconosciuto o ricostruito tramite le sue rappre- sentazioni e la storia dei metodi espressivo/rap- presentativi utilizzati.
Possono essere individuate tre fasi distinte nell’evoluzione della sintassi della raffigurazione: la prima legata all’abbandono della chiave paradigmatica e simbolica dei disegni ereditati dal ’300; la seconda caratterizzata dalla presenza di rappresentazioni mongiane misurate e leggibili mediante riferimenti scalari. La terza fase dettata dall’uso dell’elaboratore elettronico e dalla possibilità di modellare e visualizzare in 3D. Il concetto sotteso ai termini “sincronico” e “diacronico” deriva dagli studi di linguistica condotti da Ferdinad De Saussure, secondo il quale la dimensione “sincronica” indaga una lingua indipendentemente dalla sua evoluzione nel corso del tempo, mentre la componente “diacronica” è legata alla variabile temporale. Per utilizzare una figura metaforica l’aspetto “sincronico” è legato allo scatto di una fotografia (quindi una rappresentazione statica), mentre l’aspetto “diacronico” ad una ripresa video (ossia una raffigurazione dinamica od in movimento).

To what extent does public space design affect the behaviour of people living in the city? What is the balance between design and the free use of a loose and unconfigured space? Can we still talk about spaces dedicated to a specific function? This work is a reflection on the new forms of living in the public space of the contemporary city, and on the evolu- tion of meeting places following the expansion of the metropolises and the new social phenomena taking place, including mass tourism and migratory pressures. The concept of “square” as it was under- stood in past centuries, has now been overcome by an idea of free, fluid and elastic space, with which people have tried to respond to the need for aggre- gation and identity that the newly configured spaces can no longer reflect. In this paper, we reflect on the possibility of deepening the analysis of his new “informal” public spaces through a research that, starting from the Roman territory, goes to identify, map and categorize these realities, in order to de- velop an awareness to find the tools for the design of contemporary public space, in order to meet the needs of modern society.

Rural Land Walks è un progetto di ricerca finalizzato ad ideare un'infrastruttura territoriale, costituita da una rete di
cammini percorribile a piedi capace di collegare e attraversare l'intero territorio regionale della Sardegna, e da una rete
di nodi di servizi utili alla sua fruizione, con l'obiettivo di dare nuovo impulso allo sviluppo socioeconomico dei territori
rurali, stimolare l'innovazione dei sistemi locali, contrastare la frammentazione e la vulnerabilità sociale dei segmenti di
popolazione insediata in ambito rurale.

Il presente studio ha lo scopo di fornire un esempio di valorizzazione e comunicazione visiva del settore sud-occidentale della Valle dei Templi di Agrigento, dove molteplici aspetti archeologici, paesaggistici, geologici e antropologici coesistono e si intersecano tra di loro. La finalità del lavoro è dispiegare, attraverso il rilievo e la rappresentazione, tale complessità per comunicare ai visitatori, in modo semplice, chiaro e immediato, le informazioni utili per la comprensione del sito, promuovendo la conoscenza e la consapevolezza del patrimonio culturale e ambientale.
La rappresentazione proposta costituisce un documento sullo stato attuale di una parte del paesaggio della Valle dei Templi, la più connotata sul piano culturale e naturalistico. Gli elaborati plano-altimetrici, effettuati con sistemi integrati di rilievo, comprendono l’area del Tempio di Efesto, l’area sacra del Santuario delle Divinità Ctonie, e il Giardino della Kolymbethra.


The present study aims to provide an example of visual communication and valorisation of the south-western sector of the Valley of the Temples in Agrigento, where many aspects of archaeological, landscape, geological and anthropological coexist and intersect with each other. The purpose of this work is to deploy through the relief and the representation, the complexity to communicate to visitors, in a simple, clear and straightforward, useful information for the understanding of the site, promoting knowledge and awareness of the cultural and environmental heritage.
The representation proposal is a document of the current state of a part of the landscape of the Valley of the Temples, the most characterized the cultural and natural heritage. The drawings plano-altimetric, made with integrated systems of relief, including the area of the Temple of Hephaestus, the sacred area of the Sanctuary of the Chthonic Deities, and the Garden of Kolymbethra.

In architettura del paesaggio gli alberi svolgono un ruolo fondamentale. Sono elementi importanti nella definizione di parchi e spazi pubblici. Con la loro varietà di forme, colori, tessiture e grandezze caratterizzano i progetti definendo gli spazi da realizzare e le loro qualità. In questo articolo si discute su come la derivazione pittorica dell’architettura del paesaggio abbia avuto un sostanziale influsso nel modo in cui i progettisti si sono posti nel rappresentare gli alberi, soprattutto fra XVIII e XIX secolo, e come poi l’attenzione scientifica agli aspetti tecnici ne abbia esaltato la funzionalità in termini architettonici ed ecologici, fino ad arrivare ai nostri giorni in cui tecnologie, come la realtà aumentata, permettono un’interazione progettuale ed esperienziale che apre a pressoché infinite possibilità. Questo perché gli alberi sono fra i protagonisti del progetto di paesaggio esseri viventi con un carattere preciso e riconoscibile e dunque anche rappresentabile.

Come è accaduto a molti, anche Alvar Aalto, figura autorevole nel panorama dell’architettura Novecentesca finlandese, partecipa ad una tradizione, tutta europea, che vede nel viaggio in Italia l’occasione per conoscere la classicità. Il mito della cultura mediterranea, così lontana geograficamente e per questo misteriosa e remota agli occhi del mondo nordico, apparirà al Maestro finnico la rivelazione di una realtà capace di influenzare la sua opera al ritorno in patria.  Il viaggio in Italia e il mediterraneo con le sue limpide architetture disposte nel paesaggio rimarranno un riferimento costante nella sua produzione architettonica.
La memoria di un’architettura solare che chiede alla forma una verità plastica di tono assoluto e di implacabile densità metafisica non potrà che misurarsi con l’oscuro immaginario gotico che sorge dalle guglie di cattedrali disseminate nelle vaste pianure del nord, in una sintesi di opposti tuttavia priva di conflitti (Purini 2002).
Ritratti cristallini di città immerse nel paesaggio, rappresentati nella freschezza di un sostanziale dinamismo del segno, in una sintesi tra apollineo e dionisiaco, tra stabilità e movimento, alimentano l’immaginario architettonico formale di Alvar Aalto, in attesa di essere ritrovati nella memoria come materiale indispensabile all’invenzione architettonica, pronti ad essere reinterpretati in patria per costruire visioni urbane, scenari possibili per il paese natio.
I disegni, gli schizzi che raccontano del Viaggio in Italia sono dunque annotazioni destinate a dare fondamento ai progetti che seguiranno, dove il singolo edificio non è mai pensato come occasione disgiunta dal tutto, ma sempre momento di comprensione di una realtà più vasta. Quella che pensa all’architettura come un sistema di relazioni, la città come un fatto organico in cui l’artificio umano si misura con il paesaggio.

The paper focuses on some rock engravings, carved in historical times and depicting parts of the territory. The data are compared with representative modes used in the late medieval and early Renaissance cartography, in order to understand if the choice between simple frontal vision or both frontal and “bird’s eye” vision is due to technical evolution rather than functional need. The essay tries to provide some answers that may be relevant for the understanding of the historical engravings and, by extension, of the prehistoric topographic patterns

La scoperta di uno stato di quiete, di una “dimensione del sublime” si concretizza parallelamente a un nuovo concetto di paesaggio e ad una maggiore attenzione verso gli elementi che lo compongono, a partire dai movimenti artistici che si vennero a formare all’inizio del XX secolo in poi. Con il Futurismo e con il Dadaismo si avrà non solo un’attenta e sapiente ricerca scientifica di un linguaggio figurativo che metterà le radici in una ormai consolidata “metodologia“, ma anche un nuovo atteggiamento, una nuova espressione culturale verso la natura. Il paesaggio diventa ora una realtà scoperta, chiara, fatta di elementi che interagiscono tra loro e con il mondo circostante e l’uomo ne è l’artefice1.
Non esiste un’esaustiva e schietta descrizione del paesaggio, ma nell’atto riproduttivo si finisce per spostare, per aggiungere qualcosa all’oggetto rappresentato divenendo così un’interpretazione propositiva, quasi progettuale. Il tema paesaggio, appartenendo sia all’architettura sia agli altri campi del sapere e dell’operare umano quali la rappresentazione, le descrizioni letterarie, la scienze geografiche, ha sempre avuto mille facce e mille interpretazioni nel corso della storia. La rappresentazione del paesaggio in particolare si concretizza definitivamente con la nascita della prospettiva moderna con la quale verrà definito e strutturato metodologicamente il meccanismo attraverso il quale è possibile “guardare“ il paesaggio.

The fruition of a natural or anthropic territory depends basically by the access and moving condition inside the area. These aspects are related both to the paths network characteristics, like slopes and road accessibility, crossing methods and usability. In addition, a second aspect, which combine all the firsts, is represented by the way in which humans decide to experience this territory, creating a relationship between the way of thinking and movement, contextualizing their thought identity with the external environment. Starting from an analysis that consider both the relation between thought and movement, merging personal and collective identity, and the historical evolution of human’s walking and cycling, the article suggests a critical analysis about accessibility of an urban area close to Rome centre, using drawing and representation tools to support and visualize this process, in order to suggest a simplified and optimized territory access, meanwhile trying to keep alive and foster the basic connection between thinking and movement.