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ISSN: 2240-2705 2023 Centro di studi muratoriani Periodico annuale di approfondimenti muratoriani, con articoli scientifici double-blind peer review, edito in Modena, copyr. del Centro di studi muratoriani, dicembre 2023 (chiusura dei contributi in data 19 dicembre 2023; la presente versione aggiornata, per correzioni di un autore, ANNULLA IL PDF PRECEDENTE). ISSN: 2240-2705 disponibile gratuitamente in formato pdf all’indirizzo http://www.centrostudimuratoriani.it/strumenti/muratorianaonline a cura del Centro di studi muratoriani, Modena Aedes Muratoriana, via della Pomposa, 1 – 41121 Modena con autorizzazione del Tribunale di Modena n. 2036 del 6.6.2011 Direttore responsabile: Fabio Marri Comitato scientifico: Matteo Al Kalak, Gabriele Burzacchini, Grazia Maria De Rubeis, Paola Di Pietro Lombardi, Alfredo Cottignoli, Daniela Gianaroli, Lorenza Iannacci, Fabio Marri, Federica Missere, Salvatore Puliatti, Angelo Spaggiari, Corrado Viola Redazione: Paola Di Pietro, Daniela Gianaroli, Fabio Marri, Federica Missere Segreteria di redazione e grafica: Federica Missere Contatti: info@centrostudimuratoriani.it I finalini sono tratti dalla decorazione silografica presente nelle edizioni antiche citate nei testi. 2023 Centro di studi muratoriani Editoriale di Fabio Marri Atti a cura di Federica Missere Fontana MATTEO AL KALAK Un ricordo muratoriano: il lascito di Mario Rosa 7 31 37 TEMI MURATORIANI GABRIELE BURZACCHINI Un epigramma greco-latino di Lodovico Antonio Muratori 43 RICCARDO CASTAGNETTI La musica nella Repubblica delle lettere. Note sullo scambio epistolare tra Lodovico Antonio Muratori e Giambattista Martini ANGELO COLOMBO Addizioni minime ai carteggi di Lodovico Antonio Muratori (con qualche rilievo di metodo) 49 71 1. Per il quattordicesimo anno consecutivo presentiamo, entro ma non oltre l’anno di riferimento, il nostro bollettino erede dell’originario fascicolo a stampa pubblicato su carta in sedici numeri, per l’ultima volta nel 1989, con l’aggiunta del numero speciale 2020 uscito sia in rete sia su carta. Come è noto, anche i fascicoli cartacei sono stati digitalizzati e messi online a cura di Federica Missere (https://www.centrostudimuratoriani.it/strumenti/mur atoriana/), consentendo a lettori e studiosi una visione immediata, comoda e interrogabile con le risorse dell’informatica. Viceversa, l’anno che si chiude non ha visto la stampa di volumi di Carteggio: l’elaborazione del vol. XXIV Hakemann-Lazarelli ha richiesto più impegno del prevedibile, ma siamo convinti che il 2024 vedrà finalmente un nuovo, e pesante, mattone aggiungersi a quelli via via ammonticchiati dal 1975 in poi. Mentre è ripartito un altro volume, il XXVII MalaspinaManni, fermo da un decennio ed ora affidato a forze nuove: inutile fare ulteriori promesse su volumi assegnati da lustri e lustri, persistendo e forse aggravandosi, per ragioni anagrafiche, economiche, accademiche (e, vorrei aggiungere, di correttezza intesa come rispetto degli altri e degli impegni liberamente presi), la penuria di studiosi motivati e, come si sarebbe detto nei tempi andati, sufficienti1. Ben più che “sufficiente”, per noi e per la cultura italiana in generale, è stato Mario Rosa, il nostro socio Estraggo dalla voce del Dizionario Battaglia, all’accezione “Che è in grado di svolgere un determinato compito; che si comporta in modo corretto e adeguato” (ecc.): “Perché non conviene al prencipe il far ragione e dar sentenza, è necessario ch’egli si proveda di ministri sofficienti e dabbene, i quali suppliscano per lui” (Botero); “Chiunque intraprende pericolosa navigazione fa di mestieri che si provvegga di sofficiente piloto” (Salvini); “Importa al bene della Chiesa che i più sufficienti de’ suoi ministri siano preposti ai primi gradi del reggimento” (Gioberti). 1 Muratoriana online 2023 7 che scomparendo novantenne alla vigilia di Natale ha chiuso un 2022 già contrassegnato nel Centro da altri addii (Paolo Grossi, Carlo Maccagni, Andrea Dardi). Ad onorarlo come si conviene non bastava una menzione incidentale in questa sede (cui Rosa collaborò col saggio Settecento muratoriano uscito nel 2015: https://www.centrostudimuratoriani.it/strumenti/mol2015-tutto/mol-2015-rosa/), e per questo abbiamo chiesto a Matteo Al Kalak, suo allievo e poi collaboratore pisano, un ricordo apposito che leggete qui oltre. Né passeremo sotto silenzio i dieci anni dalla scomparsa del nostro Presidente Martino Capucci, in cui onore l’Accademia delle Scienze dell’Istituto di Bologna ha tenuto, lo scorso 10 novembre, il seminario Martino Capucci secentista in ideale continuazione del volume Martino Capucci. Etica di uno studioso, umanità di un maestro curato da Andrea Battistini e da chi scrive per le edizioni Aspasia (Bologna 2014). Intanto, ci confortano le prime recensioni apparse delle nostre pubblicazioni, tanto quelle relative ai volumi XIII-XIV-XV, ultimi della “Biblioteca del Carteggio” (puntualmente registrate nel sito ufficiale, in attesa che escano recensioni su periodici a stampa: https://www.centrostudimuratoriani.it/carteggio/labiblioteca-del-carteggio/), quanto le recensioni ai volumi VIII e XXV (2020) del Carteggio, aggiornate sul sito (https://www.centrostudimuratoriani.it/carteggio/pian o-dell-opera/), e tra le quali ricordiamo con grata ed ammirata mestizia quelle che ci ha lasciato Andrea Dardi, rispettivamente su “Seicento e Settecento”, XVI, 2021, pp. 187-190, e su "Lingua nostra", LXXXII, fasc. 1-2, giugno 2021, pp. 63-64. Quanto all’attività da noi svolta durante l’anno, rinviando per dettagli più specifici agli Atti che qui seguono, segnalo il momento divulgativo cui lo scrivente è stato invitato 8 Muratoriana online 2023 dall’Università Popolare di Formigine lo scorso 28 marzo, sul tema “Lodovico Antonio Muratori: da Vignola all'Europa”: un link alla registrazione della serata è pure disponibile nella sezione “Eventi” del nostro sito (https://www.youtube.com/watch?v=KrNzw05c6cw&t=125s). Nessuna sorpresa, invece, che la damnatio memoriae su Muratori si perpetui al “Festival Filosofia” di Modena, nel 2023 dedicato al tema “Parola” e ripieno di paroleparoleparole col solito successo conclamato ante eventum: senza dubbio, più che da Muratori il pubblico delle piazze è attirato da una “lezione magistrale” (sic!) di Alessandro Bergonzoni dedicata “a tutti quelli che sono morti senza aver mai pronunciato le parole solfa e gonadi”. Il tema o flatus vocis prescelto per il 2024 è “Psiche”: da escludere fin d’ora ogni riferimento alle Forze dell’intendimento umano e alla Forza della fantasia umana, seppure appena riportate all’attenzione del pubblico grazie alle edizioni commentate di Andrea Lamberti. 2. Per restare ai “grandi comunicatori”, penso che un riferimento a Muratori potesse venir fatto durante la puntata di “Passato e presente” dedicata da Rai Storia il 13 novembre scorso a Paolo Diacono cronista dei Longobardi: se non dal conduttore Paolo Mieli (che non può sapere tutto), o dai cosiddetti “giovani storici” che gli fanno codazzo, almeno da Stefano Gasparri, medievista emerito di Ca' Foscari e presidente della Società Italiana degli Storici Medievisti, a pieno diritto presente in studio in quanto autore di studi fondamentali sui Longobardi. Sarebbe stato opportuno citare Muratori non solo perché fu il primo editore italiano della Historia Langobardorum in apertura dei RIS (tomo I, parte I: 1723), ma perché la sua visione storica rivalutava l’età longobarda, contro la storiografia cattolica che aveva preso le parti dei Franchi venuti in soccorso della Chiesa, secondo una Muratoriana online 2023 9 concezione arrivata fino a Manzoni (propenso a sovrapporre all’immagine dei longobardi quella degli austriaci oppressori del suo tempo). Solo Machiavelli, a dire del professor Gasparri, avrebbe difeso i Longobardi ormai fattisi italiani e alla fine sconfitti dai Franchi invasori; mentre la nostra storiografia soltanto dall’ultimo dopoguerra, e “con difficoltà”, si sarebbe liberata dai pregiudizi cattolici e manzoniani. Eppure, il “filolongobardismo” muratoriano (come lo definì Sebastiano Timpanaro a proposito delle idee di Muratori sull’origine della civiltà e della lingua italiana)2 è noto a tutti quanti si siano occupati delle opere storiche di Muratori, in primis Sergio Bertelli nel suo Erudizione e storia in L.A.M. del 1960: detto (pp. 290, 299-301, 314) del ruolo primario, fondativo dei RIS assegnato fin dal 1721 a Paolo Diacono come cronista in proprio o presente in compilazioni altrui, quando poi giunge a trattare degli Annali d’Italia non fa mistero della posizione filolongobarda di Muratori, anche a costo di talune forzature e parzialità che dipendono dalla sua fonte. Codesti annali “civili” che, secondo le premesse, avrebbero dovuto completare per l’Italia la narrazione della storia descritta per la Chiesa dai Baronio e Fleury, diverranno invece una polemica continua contro gli Annales Ecclesiastici, e per molti versi anche contro l’Histoire ecclésiastique, proponendo una visione del medio evo capovolta rispetto alle opere di questi due autori, giacché Goti e Longobardi vengono esaltati e opposti ai Franchi e al papato (p. 431). Il tratto caratteristico di questo periodo storico, negli Annali muratoriani, è tuttavia, come si diceva, l’avversione ai Franchi, in seguito mutata in una netta tendenza antifrancese, cui fa da contrappeso una malcelata simpatia per la politica dell’Impero (p. 436). 2 Cfr. la Postilla su Maffei e Muratori, pp. 359-370 di Classicismo e illuminismo nell’Ottocento italiano, Pisa, Nistri-Lischi, 1965; nella nuova edizione, in “testo critico e con l’aggiunta di saggi e di annotazioni autografe” a c. di Corrado Pestelli, Firenze, Le Lettere, 2011, pp. 475-483 (in particolare 480n e 483). 10 Muratoriana online 2023 Le radici e le prime espressioni di questo atteggiamento sono fatte risalire da Bertelli alla polemica anticuriale degli scritti comacchiesi ed al contatto con Leibniz al tempo delle Antichità estensi poi sviluppate a dismisura nelle Antiquitates Italicae. Quanto alle dirette parole di Muratori, basti qui rinviare all’insostituibile antologia Falco-Forti delle Opere, di cui riporto pochi stralci cominciando dal titolo italiano della dissertazione XXI delle Antiquitates (1739 / 1751): Dello stato dell’Italia, dell’abbondanza d’abitatori; della coltura delle campagne, mutazione delle città, felicità e infelicità de’ secoli barbarici L’altra [parte d’Italia] nondimeno che ubbidiva ai Longobardi non avea di che lagnarsi della propria fortuna. S’ammansò a poco a poco quella fiera gente, si accomodò ai costumi civili dell’Italia; e i popoli godendo nel cuore del regno la pace, non conoscevano altra guerra se non quella che si faceva fuori de’ confini contra de’ suoi nemici. Buona giustizia era fatta, si potea portar l’oro in palma viaggiando; e per conseguente tornò la popolazione nelle città e ville e la fertilità nelle coltivate campagne. Deposero i Longobardi gli errori d’Ario, s’imparentarono coi Romani, cioè con gli antichi abitatori d’Italia […] e, divenuti Romani e Longobardi un popolo solo, la stessa misura di tributi fu imposta ad ognuno (pp. 618-620, dalle Dissertazioni). [Barbarie bizantina e civiltà longobarda]3 … Che se i Longobardi ne’ primi anni dopo la lor venuta in Italia, cioè prima di umanizzarsi e incivilirsi nel dolce clima d’Italia, arrivati a Monte Casino, desertarono quel sacro luogo, vanamente si può inferire che da lì a moltissimi anni seguitassero ad operar del medesimo tenore (pp. 1146-7, dagli Annali d’Italia, anno 650). [Felicità d’Italia sotto Bertarido] Nulla ci somministra di nuovo in questi tempi la storia d’Italia; ma il suo stesso silenzio ci fa intendere la mirabil quiete e felicità che godevano allora sotto il pacifico governo del buon re Bertarido i popoli italiani. Lasciava egli in pace i Romani, né ad 3 I titoli sono apposti dagli editori moderni. Muratoriana online 2023 11 altro attendeva che a reggere con giustizia e soavità i suoi sudditi, e a dar loro nuovi esempli di pietà, siccome principe cattolico e rinomato pel timore di Dio. Abbiam fondamento di credere che sotto di lui il resto de’ Longobardi ariani si riducesse al grembo della vera Chiesa. E tanto più dee dirsi felice allora ed invidiabile lo stato dell’Italia, perché gli altri paesi d’Europa provavano dei fieri disastri (pp. 1150-1, ivi, anno 674). Indi, premesse le poco edificanti azioni di Carlo Magno per usurpare il regno dei Franchi agli eredi del fratello Carlomanno (“certo per azioni tali egli non si acquistò né meritò il titolo di Grande”, p. 1173), la descrizione dell’invasione franca baciata da “tanta facilità e felicità” porta Muratori a interrogarsi sulle ragioni della sconfitta longobarda: È da por mente che le forze di Carlo Magno, padrone di tutta la Gallia e di non poca parte della Germania, tali erano che i popoli giudicarono di più sano consiglio il cedere che il resistere. Ma si aggiunsero a questa potenza alcune ruote segrete che agevolarono non poco la rovina del re Desiderio. Non si farà torto veruno alla memoria del pontefice Adriano I in credere ch’egli, autore della venuta in Italia del re de’ Franchi, impiegasse l’autorità e destrezza sua in quanti occulti maneggi egli poté, affinché la nazione longobarda, e massimamente gli antichi abitatori dell’Italia, concorressero ad accettare un re nuovo senza contrasto. […] Finirono dunque i re di nazion longobarda, ma non finì il regno de’ Longobardi, di cui assunse il titolo di re il vincitor Carlo Magno. Cambio che tornò anche in sommo vantaggio dell’Italia, perché, quantunque i sudditi dei re longobardi godessero interna quiete e felicità e fossero governati con buone leggi ed esatta giustizia, pure provarono dipoi anche miglior trattamento sotto di Carlo Magno, monarca che in altezza di mente, possanza e dirittura di giudizio superò tutti i re franchi e longobardi (pp. 1176-8, anno 774). A quest’ultimo punto, Forti segnala la postilla sarcastica di Manzoni sulla propria copia degli Annali: “Allegramente, di bene in meglio, così va la storia”. È noto che il primo coro dell’Adelchi insiste sulla inutile speranza degli italiani (ma l’autore si rivolgeva ai suoi 12 Muratoriana online 2023 contemporanei) che un nuovo regime straniero li liberasse dall’oppressione, mentre in realtà “il forte si mesce col vinto nemico, – col novo signore rimane l’antico; – l’un popolo e l’altro sul collo vi sta”; ma quanto alla ricostruzione storica preliminare alla stesura della tragedia, già le note manzoniane premesse all’opera mostrano la loro fonte nelle Antiquitates, negli Annali e nelle cronache antiche, a cominciare da Paolo Diacono, lette attraverso i RIS. E Muratori sembra l’appiglio principale, nel consenso e più spesso nel dissenso, del complementare Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, dove è citato 89 volte4: contestandone il giudizio sull’usurpazione del trono5, e dedicando l’intero cap. II della trattazione Dirà a un certo punto: “Cito un solo esempio per ognuno di questi due effetti, e lo ricavo di preferenza dalle opere del Muratori, e per la sua autorità, e perché è cosa meno spiacevole il ribattere le opinioni di quegli scrittori, dei quali, nel confutarli, si può parlare con un grande rispetto”. E ancora: “l’immortale Muratori impiegò lunghe e tutt'altro che materiali fatiche a raccogliere e a vagliare notizie di quell'epoca: cercatore indefesso, discernitore guardingo, editore liberalissimo di memorie d'ogni genere; annalista sempre diligente e spesso felice nel trovare i fatti che hanno un carattere storico, nel rigettare le favole che al suo tempo erano credute storia; raccoglitore attento dei tratti sparsi nei documenti del medio evo, e che possono servire a dare una idea dei costumi e delle istituzioni che vigevano in esso, egli risolvette tante questioni, tante più assai ne pose, ne sfrattò tante inutili e sciocche, e fece la strada a tante altre, che il suo nome, come le sue scoperte, si trova e debbe trovarsi ad ogni passo negli scritti posteriori, che trattano di questa materia”. 5 “Queste poche parole d’uno scrittore sì diligente e sì sagace, possono servire per un esempio insigne di quel costume tanto comune a molti storici di pigliar le convenzioni moderne per misura a giudicare i fatti accaduti in tempi, in cui queste convenzioni non si sognavano nemmeno. Nelle leggi divine, è impossibile di assegnar quella, per cui i figli di Carlomanno dovessero succedergli nel regno. Quanto alle umane poi, l’egregio Muratori sapeva meglio d’ogni altro che, presso i popoli settentrionali, la collazione del poter regio era regolata non da leggi scritte, ma da consuetudini; e che la consuetudine dei Franchi, a quei tempi, era di eleggere nella famiglia del re morto 4 Muratoriana online 2023 13 a negare l’integrazione tra longobardi e italiani, già sostenuta da Machiavelli, poi da Muratori cui va comunque un tributo di gratitudine: Ma quell’egregio scrittore, di cui le diligenti, importanti, moltiplici scoperte saranno sempre un oggetto di riconoscenza, una scusa abbondante per le inavvertenze nelle quali è caduto, quell’egregio scrittore non si sovvenne, che i Longobardi avevano antiveduta la confusione delle due schiatte a cui potevano dar luogo i matrimonj, e che avevano pensato a prevenirla, e che la prova di questa antiveggenza e di questo pensiero si trova in quelle stesse loro leggi, che furono ristampate e commentate da lui. Non vado oltre perché l’excursus diventerebbe troppo lungo6: peccato che dei meriti muratoriani, riconosciuti dal suo principale oppositore Manzoni (di cui si ricorderanno anche le riserve a proposito di peste e untori), non sia arrivato all’alta divulgazione televisiva un benché minimo cenno. 3. I Rerum Italicarum Scriptores nel 2023 hanno celebrato il trecentesimo anniversario del loro avvio di pubblicazione: ed è stata una meritoria iniziativa colui che pareva più conveniente a quell’ufficio. Ma la prepotenza del costume che abbiam detto, lo condusse ad un tale giudizio, che purtroppo non è il solo di quel valore” (desumo per comodità dall’edizione messa in linea all’interno della “Biblioteca italiana”: http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit000975). 6 E dovrebbe tener conto delle conclusioni di Timpanaro nell’Appendice sopra citata, per es. a p. 483 dell’ed. 2011: “nel Muratori, come si è detto, la simpatia per i Longobardi nemici del papato è colorata di giurisdizionalismo – sebbene con toni meno accesi che nel Giannone –. Diviene quindi spiegabile come il Manzoni, nel Discorso sopra alcuni punti della storia longobardica in Italia, polemizzi contro il Muratori con una forte animosità che affiora sotto un tono ostenta<ta>mente pacato; e come addirittura, per impugnare il filo-longobardismo del Muratori, prenda a prestito molti argomenti dal Maffei e lo citi con molto onore”. 14 Muratoriana online 2023 del mensile “la Biblioteca di via Senato – Milano” (anno XV, n. 4, aprile 2023, recuperabile al link https://bibliotecadiviasenato.it/mensile/aprile-2023/) ricordarlo in uno Speciale Lodovico Antonio Muratori – “Rerum Italicarum Scriptores” (1723-1751), 136 pagine riccamente corredate di fotografie (in buona parte, immagini delle prime edizioni) e con l’intervento di alcuni tra i più rinomati esperti del Settecento, della storiografia italiana e di Muratori: il primo letterato capace “di penetrare una storia culturale complessa come quella dell’Italia medievale, divisa in una miriade di piccole entità cittadine e feudali”, vedendone “i prodromi di un comune senso della patria che già accomunava la Penisola” (come scrive l’Editoriale del coordinatore Gianluca Montinaro, e ribadirà Giorgio Montecchi nel suo contributo alle pp. 38-45). Alla frase muratoriana “la verità per se stessa è sempre un gran bello” intitola Renato Martinoni il suo excursus su Gli eruditi, i loro ideali, l’apporto alla modernità (pp. 7-12), che rivisita le storie di quella “gente un poco cocciuta, nella loro tenacia, studiosi solitari, che non temono la fatica […] non per vanagloria filosofica, ma, filantropicamente, per il bene dell’uomo”, arrivando a “mettere in dubbio, pur con tutte le precauzioni del caso, i dogmi e i dettami della tradizione ecclesiastica” (come mostrano poi Matteo Al Kalak discorrendo a pp. 46-50 dell’impegno insieme intellettuale e religioso di Muratori, ed Angelo Colombo riassumendo il dibattito sulla presunta tomba di S. Agostino, pp. 60-67). Dopo una panoramica su Erudizione e storiografia nel ‘700. La grande svolta di Gian Mario Anselmi (pp. 14-25), si leggono i contributi di cinque membri del Centro muratoriano: una succinta biografia di Fabio Marri, un approfondimento sul rapporto col “maestro speciale” Bacchini di Paolo Golinelli, più i già citati Montecchi, Al Kalak, Colombo. In mezzo sta il saggio di Gianmarco Muratoriana online 2023 15 Gaspari “Mi perdoni se dico ella esser più pazzo di me”. Gli abissi della fantasia umana (pp. 52-58), che pone la frase, attribuita a un “gesuita monomaniaco” nella Forza della fantasia muratoriana, come emblema dell’indagine appassionata attorno ai “limiti dell’umana comprensione”. La fama del Nostro, che cominciò a diffondersi per l’Europa dagli anni milanesi, si accrebbe al punto di meritare Una tappa a Modena per incontrare Muratori, e persisterà anche dopo la sua morte come documenta Fiammetta Sabba (pp. 78-85). Un contributo decisivo alla conoscenza di Indole e intelletto di Muratori venne dalla biografia del nipote Gianfrancesco Soli (1756), oggi riletta da Antonio Castronuovo (pp. 120-126). Nell’officina dei RIS ci portano gli altri saggi, cominciando da quello di Giancarlo Petrella su Argelati, Muratori e la Società Palatina (pp. 86-95), fino all’approfondimento su un testo scovato con fatica da Muratori durante le sue investigazioni a Massa del 1716, il Diarium Romanum Antonii Petri, di cui riferisce Francesca Nepori (pp. 128-135). Federica Missere Fontana riesce ad individuare esattamente Le medaglie storiche di Carlo VI d’Asburgo, ossia accoppiare ad esemplari reali le sette medaglie riprodotte accanto alla dedica all’imperatore nel primo tomo della raccolta storica (pp. 97-105; qui, il corredo iconografico è quanto mai indissolubile dal testo). I due contributi restanti si rivolgono invece all’edizione aretina dell’Opera omnia, in 36 volumi pubblicati tra il 1767 e il 1780: Riccardo Neri descrive La riscoperta delle matrici originali, che per le Antiquitates e i RIS vennero acquistate dalla Società Palatina di Milano, ma solo in parte sfruttate perché la pubblicazione si interruppe prima di affrontare la raccolta degli storici (pp. 106-111); mentre Elisa Boffa tratta (pp. 113-118) delle Nuove e vecchie calcografie, ma pure delle xilografie che l’editore Bellotti si procurò per l’edizione 16 Muratoriana online 2023 complessiva, “uno dei momenti di maggior splendore della tipografia aretina”. 4. Di Muratori si è invece ricordata Elisabetta Marchetti nel saggio L’annullamento matrimoniale per impotenza ottenuto da Anna Maria Pallavicini: materiali inediti e prospettive di un caso del XVIII secolo, sulla “Revista de Historia Moderna”, 41 (2023), pp. 253-271 (https://doi.org/10.14198/rhm.25023). Il riconoscimento nella Biblioteca Universitaria di Bologna di corposi materiali manoscritti e a stampa in merito permette di approfondire – seppure nell’attesa di ulteriori testimonianze da cercare a Genova – la questione che a principio del 1720 coinvolse gli eruditi di mezza Italia (con vertice nel Muratori), adeguatamente “istruiti” da un misterioso personaggio austriaco che, sotto il falso nome di Goffredo Filippi, curava gli interessi di Giovanni Luca (Gianluca) Pallavicini, futuro governatore asburgico della Lombardia. L’articolo attuale si occupa in realtà del prodromo della questione, cioè dei modi con cui si giunse all’annullamento del matrimonio tra Anna Maria Pallavicini (cugina e più tardi sposa di Giovanni Luca) e Giovanni Giacomo Imperiale, mentre l’impegno di Muratori fu sollecitato, dallo pseudo Filippi alias Gottfried Philipp Spannagel, dopo l’annullamento delle prime nozze e per ottenere il consenso del gran mondo (in primis, della famiglia della nubenda) alla nuova unione. Correttamente l’autrice richiama la nostra edizione del carteggio Muratori-Spannagel7, e le 7 La corrispondenza di Lodovico Antonio Muratori col mondo germanofono. Carteggi inediti, a cura di chi scrive e di Maria Lieber con la collaborazione di Daniela Gianaroli, Frankfurt am Main, Peter Lang, 2011, pp. 194-418, in particolare 200-202, e 267-309 per le lettere pertinenti. Muratoriana online 2023 17 faremo grazia se non conosce il breve articolo di Daniela Gianaroli Un singolare quesito del 17208, uno a firma di chi scrive pubblicato negli Studi per Gian Paolo Marchi (Pisa, ETS, 2011)9, infine quello in lingua tedesca da attribuire in larga misura alle continuate ricerche di Elisabeth Garms-Cornides, uscito negli Atti di un convegno viennese a fatica reperibili in Italia: Il misterioso Filippi. Gottfried Philipp Spannagel zwischen den italienischen Staaten und der Habsburgermonarchie10. 5. Non sembrano esserci rapporti diretti fra il trattato muratoriano Della perfetta poesia italiana e quello di Alessandro Zilioli Dei poeti italiani, lasciato incompiuto alla morte dell’autore (1596-1642), e mai giunto alle stampe sebbene dal manoscritto originale, “idiografo con correzioni autografe”, venuto nelle mani di Angelico Aprosio che ne diede notizia nel 1673, fossero tratte copie “a beneficio di eruditi illustri, quali Allacci, Zeno, Crescimbeni, Mazzuchelli”. L’opera è finalmente pubblicata, e largamente commentata, per le cure di Franco Arato (RomaPadova, Antenore, 2021, pp. XLVIII-684, da cui traggo le citazioni). Sarebbe ingeneroso confrontare l’Introduttione dove si tratta dell’origine della lingua e poesia italiana (qui a pp. 3-75) col lungo cap. III del primo libro della PPI, Cangiamento della lingua latina nella volgare italiana. Siciliani ed altri antichi poeti d’Italia (ecc.), e ancor più con le dissertazioni XXXII De origine linguae italicae e XL De rhytmica “Il Ducato”, 32 [Modena, dicembre 2009]. Speciale Lodovico Antonio Muratori, pp. 38-40. 9 A cura di Raffaella Bertazzoli et alii: Tessere minime per il “confronto ineludibile”, pp. 557-572. 10 In Europäische Geschichtskulturen um 1700 zwischen Gelehrsamkeit, Politik und Konfession, a cura di Thomas Wallnig et alii, Berlin, De Gruyter, 2012, pp. 271-304, in particolare 287-290. 8 18 Muratoriana online 2023 veterum poesi et origine italicae poeseos delle Antiquitates, stese un secolo dopo dello Zilioli. Si può tuttavia trovare qualche consonanza nella rivendicazione nazionalistica di una priorità dei poeti siciliani sui provenzali (Zilioli pp. 50-53, però dando credito alla falsa epigrafe degli Ubaldini di cui Muratori, ed. 1724, pp. 7-8, non fa menzione); pure notando come entrambe le rassegne storiche muovano dalla terzina petrarchesca del Triumphus Cupidinis IV 34-36, sui “Siciliani che fur già primi”. E se è comune l’ammirazione per il Cinquecento, secondo Zilioli la “sesta età nella quale, ridotta la nostra poesia a somma perfettione et eccellenza, si sono fatti sentire spirti così sublimi in questa professione che hanno fatto meravigliar ciascuno […] e con leggiadria e dottrina tale che non vi resta luogo di pareggiarli”, postovi in testa Tasso, “che molti hanno ben desiderato e procurato di uguagliarseli, ma niuno giamai se gl’è avvicinato” (p. 73), noterò tuttavia che il veneziano Zilioli elogia i modenesi Francesco Maria Molza (pp. 542-4, ma senza pubblicarne testi) e Panfilo Sassi (con un sonetto, 546-548), viceversa ignorati dal loro compatriota Muratori. È invece curiosa la presenza in entrambi i repertori del carneade cinquecentista pesarese Pietro Barignano, criticato da Zilioli in quanto “pieno di vanagloria contra il precetto dell’arte” (571-2, introducendo al sonetto Fiamma d’amor), e invece esaltato da Muratori (lib. IV, nel t. II dell’ed. 1724, p. 405) per l’altro sonetto Ove fra bei pensier, detto di “rara dilicatezza”, tanto che “poco mancherà che nol chiamiamo nel suo genere un de gli ottimi di questa raccolta”. Forse, la compilazione di una tavola comparativa dei rispettivi citati potrà scoprire qualche altra affinità (per non dire filiazione) dei due trattati. 6. Per gli editori di carteggi, quali istituzionalmente siamo anche noi, la nuova rivista “Epistolographia”, Muratoriana online 2023 19 diretta da Corrado Viola e Fabio Forner e diffusa dall’editore Fabrizio Serra col sostegno dell’Università di Verona (il volume I-2023 è datato aprile) diventa un riferimento, come si suol dire, imprescindibile, sia in quanto serbatoio di notizie erudite e di inediti che vengono pubblicati, sia come invito ad un raffinamento dei metodi editoriali. In quest’ultimo campo, i due saggi collegati di Simone Albonico, sul nuovo database Epistulae (includente per ora Bembo, Ariosto, Tasso, Algarotti, Foscolo, Fortini e lo scambio LeopardiGiordani) e di Chiara De Cesare, sull’applicazione dello strumento all’epistolario di Ariosto (pp. 97-117), aprono orizzonti insieme affascinanti e paurosi per chi ha avviato le proprie imprese nel secolo scorso e non può modificarle in corso d’opera. Le sole duecento lettere ariostesche possono sicuramente essere catalogate e illustrate secondo la miriade di parametri e annotazioni testuali suggerite, ma l’applicazione di un simile metodo a edizioni di migliaia di lettere porterebbe qualsiasi progetto alle calende greche: fermo restando che la compilazione e la messa in linea di regesti, di rinvii incrociati, l’esplicazione di persone ed eventi nominati nei carteggi diverrà preziosa e feconda di ulteriori risultati, come già si vede dai materiali disponibili nel repertorio Archilet (Archivio delle Corrispondenze Letterarie di Età Moderna – secoli XVIXVII), che attualmente censisce circa novemila lettere11. Siamo ormai entrati in un secolo nel quale la corrispondenza tradizionale (cartacea) è al tramonto: “prima o poi le carte canteranno”, secondo una frase del 11 Ma avrebbe bisogno di un discreto aggiornamento, depennando per esempio dallo “staff” (http://www.archilet.it/Staff.aspx) e dal Comitato Scientifico il nome del compianto consocio Eraldo Bellini, deceduto nel 2018. Stante il limite cronologico del secolo XVII, Muratori vi è al momento incluso solo per due lettere inviategli da Giovanni Stefano Agosti nel 1697 e già presenti nella nostra Edizione Nazionale (citata: cfr. http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=1350). 20 Muratoriana online 2023 1948 di Elsa Morante messa a titolo del contributo di Maria Procino (pp. 69-81); ma oggi di carta ne viaggia sempre meno, e sebbene circolino ancora le frasi fatte “ha preso carta e penna” o “ha scritto nero su bianco”, più verosimile si è fatta la frase proverbiata di Amintore Fanfani, oltre mezzo secolo fa, che a chi gli chiedeva se avesse scritto una lettera a qualche esponente politico, rispose “non ho più francobolli”. Dunque, gli editori di quelli che tuttora si chiamano “carteggi”, al pari degli editori critici di testi letterari prodotti nell’ultimo quarantennio almeno, dovranno sottoporsi a un ben diverso genere di ricerca d’archivio, e spesso fatalmente alzeranno bandiera bianca, come noi editori tradizionali dobbiamo arrenderci di fronte alla perdita dei materiali. Per l’epoca “classica”, i cui estremi cronologici novecenteschi nel presente fascicolo sono rappresentati dai carteggi Montale-Solmi e dalle corrispondenze di Camillo Sbarbaro (che però distrusse volontariamente molte sue carte), senza dimenticare le gustose corrispondenze in versi nell’archivio di Giuseppe Giacosa riportate da Alice Petrocchi, posso citare, in relazione all’età di cui ci occupiamo noi, il saggio di Fiammetta Sabba I carteggi quali strumenti d’indagine per la storia delle biblioteche (pp. 83-93), l’unico nel quale il nome di Muratori è fatto pour cause e associato a quello di Magliabechi (cui potremmo aggiungere quanto meno i carteggi con Argelati e con Giuseppe Antonio Sassi, il primo malamente edito, il secondo inedito quanto alle responsive). Nei dintorni del nostro terreno si collocano poi i contributi di Alfonso Mirto (sui carteggi “cruscanti” tra Sforza Pallavicino e Carlo Roberto Dati) e di Valentina Gallo sull’epistolario italiano di Voltaire (che fu in contatto con vari corrispondenti di Muratori, ma non con lui in persona, evidentemente valutato poco utile al perseguimento dei propri scopi di grandeur). Si Muratoriana online 2023 21 scrissero lettere invece Muratori e il padre Giambattista Martini: e Riccardo Castagnetti, che rapidamente ne accenna nel suo saggio in lingua inglese (pp. 149-163), svolge compiutamente il tema nell’articolo La musica nella Repubblica delle lettere. Note sullo scambio epistolare tra Lodovico Antonio Muratori e Giambattista Martini leggibile in questo nostro fascicolo. Nel suo complesso, dunque, “Epistolographia” resta un ottimo esordio, e un felice pollone germogliato dalla grande impresa veronese del Centro di Ricerca sugli Epistolari del Settecento, oltre che dall’agguerritissima officina guidata all’università di Losanna da Simone Albonico. 7. Se la nostra Edizione Nazionale nell’ultima annata non ha fatto progressi misurabili, quella di Antonio Vallisneri esibisce invece due volumi: uno nella collana ufficiale edita da Olschki, l’altro per i tipi di Franco Angeli (con l’identico formato dei due primi volumi dell’Epistolario di Antonio Vallisneri del 1991 e 1998) nella serie “Filosofia e scienza nell’età moderna e contemporanea” sotto l’ègida dell’Istituto per la Storia del Pensiero Filosofico e scientifico moderno compreso nel CNR. Diciamo subito, e più rapidamente, di quest’ultimo, I Consulti di Ludovico Pacino Viti (1662-1732) e di altri medici del suo tempo, a cura di Benedino Gemelli con la collaborazione di Alessandro Menin, e Premessa di Dario Generali (Milano, Angeli, copyright 2022). Le osservazioni preliminari di Generali giustificano la pertinenza dell’opera al vasto cantiere dell’edizione vallisneriana, sia per la presenza tra i consulti di uno inedito di Vallisneri (poi sviluppato dallo stesso Viti), sia come documento della diffusione di una scuola medica moderna, non dogmatica ma sperimentale, avviata da Francesco Redi e Marcello Malpighi, cioè dai 22 Muratoriana online 2023 maestri riconosciuti di Vallisneri (due volumi dei cui Consulti medici, curati dallo stesso Gemelli nel 2006 e 2011, figurano già nell’Edizione Nazionale). La pubblicazione prende le mosse dal rientro in Italia, grazie ad un’acquisizione privata, di un grosso manoscritto di quasi cinquecento carte, vergate (tranne un centinaio rimasto in bianco) da tre mani diverse: in minima parte dal Viti, cui però va la paternità della metà circa (una settantina) dei consulti, insieme alla probabile ideazione e messa a punto pratica della raccolta (ultimata però dopo la sua morte dall’allievo Prospero Mariotti)12. Ad Alessandro Menin, scopritore del codice ai nostri giorni e suo primo trascrittore, si deve tra l’altro il capitolo Vita e opere di Ludovico Pacino Viti (pp. 149-158), che giustifica anche la scelta di intendere Pacino come nome proprio, ritenendosi la forma Pacini un semplice genitivo prodotto nelle attribuzioni latine, e non un cognome13. A Gemelli si deve invece la massiccia Introduzione generale (pp. 19-148), più che esaustiva, per noi non specialisti, quanto all’istituzione di collegamenti con le scuole mediche passate e contemporanee: da cui risulta, in sostanza, l’adesione di Viti (e Vallisneri, e gli altri più avveduti) alle teorie del “medicare semplice”, senza “sconcertare le viscere del paziente con drastici e costosi medicamenti” che spesso risultano “un inutile e dannoso aggregato” (cfr. soprattutto pp. 43-49). La farmacopea cara ad Alessandro Pascoli (altro allievo di Viti), che rifiuta composti artificiosi ma si vale di chinachina, coccole o siano noci di cipresso, salsa pariglia, riobarbaro (44), ci ricorda un po’ i consigli per la povera 12 La Descriptio codicis occupa le pp. 169-175 del volume, ed è preceduta dalla Nota al testo (159-167). 13 La decisione non è stata esente da dubbi, come mostra la persistenza di Pacini nei titoli correnti delle pp. 205-547. Muratoriana online 2023 23 gente nei tempi di peste del ‘profano’ Muratori, che pur non tralasciando la menzione degli infiniti ed inqualificabili antidoti propinati ai suoi tempi, mostrava predilezione verso i rimedi più vicini, per così dire, alla natura, e alla portata di borse meno provviste. Un confronto più puntuale potrebbe essere agevolato dall’Indice dei termini notevoli (pp. 605-612) che rimanda alle ricche annotazioni dei due curatori, anche bibliografiche, apposte soprattutto in calce ai consulti. All’Edizione Nazionale vallisneriana in senso stretto (illustrata ultimamente da Dario Generali nella giornata di studi “Vallisneri, Spallanzani, Venturi. Stato degli studi e prospettive di ricerca”, svolta a Scandiano l’11 novembre scorso e cui ha preso parte anche Gemelli), più precisamente alla sezione “Opere edite in pubblicazioni periodiche”, appartiene il volume di Scritti editi ne “La Galleria di Minerva”. I, 1696; II, 1697; III, 1700, a cura di Stefano Spataro (che con Cristina Dessì condivide l’Introduzione), libro decisamente massiccio constando di LXXXVII+492 pagine. I contenuti sono introdotti sinteticamente da Generali nella Premessa alle pp. V-VIII, poi illustrati in modo chiaro e completo da Dessì (IX-XXII) e Spataro (XXIILIX): la neonata rivista dell’editore veneziano Girolamo Albrizzi fu per il medico condotto Vallisneri, non ancora quarantenne, il trampolino di lancio verso la cattedra all’università di Padova (che lo ingaggiò nell’agosto 1700, in casuale ma simbolica coincidenza con la chiamata di Muratori quale archivista e bibliotecario estense), e insieme il modo per segnalarsi, quanto meno ai lettori italiani, come il miglior attuatore della scuola di Malpighi, in particolare grazie ai suoi studi sulla generazione animale dimostrata provenire esclusivamente da uova fecondate. Per tutta la vita del periodico, protrattasi fino al 1717, Vallisneri non fece mancare contributi propri o di allievi (senza dimenticare i suoi maestri come Malpighi e il 24 Muratoriana online 2023 defunto zio Giuseppe) sebbene dal 1710 avesse fatto nascere, con Apostolo Zeno altro reduce della “Galleria”, il “Giornale de’ letterati d’Italia”: oltre ai trattati entomologici, si occupò di scienze della terra (dando conto, tra botanica e geologia, di una sorta di carbon fossile che si estraeva sulle alture di Scandiano e Sassuolo) e di medicina, propugnando sulle orme di Malpighi cure “gentili e miti, non violente”, con lo scopo “di ricrear la natura, non di fiaccarla” (come invece capitava per esempio con la smodata pratica del salasso: cfr. in particolare pp. LVI-LVIII). Tra i saggi pubblicati, rivestono particolare importanza i due lunghi Dialoghi sopra la curiosa origine di molti insetti (1696 e 1700), i cui interlocutori sono Plinio il Vecchio e Malpighi, in qualche caso messi d’accordo nel rigettare sia gli errori degli antichi sia talune “moderne menzogne” (cfr. XXV). Per le sue trattazioni, Vallisneri si valse anche della collaborazione del livornese Diacinto Cestoni, alieno dal pubblicare in proprio ma nemico giurato della “garrula e strepitosa filosofia” di ieri e oggi (XXXIV); e trovò un autorevole sostegno, nonché un prezioso informatore bibliografico, nel fiorentino Antonio Magliabechi protagonista negli stessi anni di un fattivo colloquio con Muratori. La revisione filologica di tutto il pubblicato coi manoscritti e i postillati di Vallisneri consente anche di chiarire questioni attributive, come l’indubbia paternità vallisneriana di alcuni saggi anonimi o pubblicati sotto lo pseudonimo di Ettore della Valle; e viceversa di assegnare al medico reggiano Lodovico Testi una Relazione concernente al zucchero di latte (il lattosio secondo la terminologia attuale) stampata nella “Galleria” del 1700 e altrove dubitosamente attribuita allo stesso Vallisneri (cfr. qui XXXVII-XXXIX). Dagli autografi e dalle stampe di questi primi anni riemerge anche il graduale abbandono del primitivo Muratoriana online 2023 25 cognome Valsinieri (pressoché esclusivo all’inizio) in favore di Vallisnieri (dittongato) o Vallisnerius senza dittongo alla latina. È il “medico filosofo Antonio Valsinieri da Scandiano, cittadino da Reggio” a firmare dal 1696 i Dialoghi (in questa edizione dalla p. 4); come a nome di Valsinieri aveva indirizzato, datandola 15 novembre 1694, la lettera-saggio a Bernardino Ramazzini sul “vitello mostruoso”, pubblicata nel secondo tomo della “Galleria” (1697: ora alle pp. 142155). Ma nella copia personale del periodico, in data più tarda e presumibilmente a ridosso della ristampa 1715, corresse il cognome in Vallisnieri; mentre non corresse il cognome latinizzato dello zio Giuseppe nell’annuncio delle promesse Josephi Valsinerii Scandianensis […] Opera omnia uscito nello stesso volume del 1697 (qui pp. 157-163), ricopiando in fine il testo della lapide dettata da sé medesimo “Antonius Valsinierius” (varianti manoscritte Valsiniensius e Valsinerius). Regolare la forma Valsinieri nei saggi successivi, inclusi quelli in corrispondenza coi toscani Cestoni e Magliabechi (scrivendo ai quali sarebbe apparsa ancor meno tollerabile una forma scorretta o localistica): si vedano testi e relativi apparati (cioè le corrispondenti stesure manoscritte) almeno alle pp. 164, 170, 228, 285, 296, 314, 318, 320 (dove “Antonio Valsinieri” compare nella firma della lettera a Magliabechi datata 1.6.1698). La normalizzazione in Vallisnieri (peraltro, col dittongo) fa capolino nell’intestazione del manoscritto del Secondo dialogo sugli insetti, dedicato a Magliabechi: ma è per intervento dell’archivista fiorentino, in età posteriore alla morte del dedicatario. Ancor meno importanti altre minuzie ecdotiche, cominciando dalla formula “rinovata la memoria nel nostro glorioso italiano Malpighi” (p. 4), dove penserei a un refuso in luogo di del portato dal manoscritto; 26 Muratoriana online 2023 analogamente per “sputto del cucco” (5), dove il manoscritto reca il regolare sputo. E se non ci sono dubbi che torbiba di p. 291 sia un refuso, crederei lo stesso anche di gallegia (292, dallo stesso saggio edito nel 1700), viste le tre attestazioni di galleggia nei manoscritti (note a e b), e il galleggiano stampato tre righe sotto il presunto gallegia. Resto infine perplesso di fronte alle grafie vetrivolo e vetrivolate di pp. 286 e 294, cui nel primo caso corrisponde un vitriolo di due manoscritti (uno dei quali alterna a vetrivolo)14: andrebbe considerata l’ipotesi che si tratti di una u semiconsonante, primo elemento del dittongo uo, il cui passaggio a vo suonerebbe piuttosto provinciale sebbene non inusitato (penso alla pronuncia romagnola di parole come quando, acqua, suocero, sangue, con rare analogie in italiano come nei casi di vedovo o dell’antico contìnovo). Ma sono piccolissimi rilievi di fronte all’ennesimo encomiabile prodotto che esce dalla fucina dell’edizione vallisneriana, al cui primo motore (tutt’altro che immobile) Dario Generali vanno infine gli auguri per il settantesimo compleanno appena scoccato. 8. Cosa ci attende nel 2024 (ultimo del consiglio direttivo attualmente in carica, e conclusione del settimo mandato presidenziale dello scrivente)? Salvo eventi nefasti, quanto al lato editoriale la pubblicazione del volume XXIV dell’Edizione Nazionale contenente i carteggi da Hakemann a Laz(z)arelli, che già ora – per chi ne segue il farsi pressoché quotidiano – annuncia significative novità, ad esempio circa i rapporti con la Società Palatina di un Muratori dai piedi a Modena ma un occhio fisso su Milano (dove agiva il modenese Lazarelli); e ancora, con la pubblicistica periodica qui rappresentata da Giovanni Lami, con la vita letteraria Tra i pochi interventi editoriali dichiarati sta la “distinzione tra u vocalica e u consonantica” (p. LXII). 14 Muratoriana online 2023 27 in area padana filtrata da un Ubertino Landi, col cattolicesimo più o meno illuminato dei gesuiti Janninck o Lagomarsini15, con la grande cultura europea di Hudson o Imhof. Quanto al lato pratico, anzi – letteralmente – terra terra, dopo le imminenti elezioni amministrative nel comune di Modena si vedrà, col nuovo sindaco, di fare il punto sugli annosi problemi della sede e sul reperimento di locali idonei a contenere i crescenti materiali prodotti dal Centro, oltre che a garantire un decoroso ubi consistam alle carte di segreteria e d’archivio, a schedari, microfilm, trascrizioni, e primariamente a quanti avessero necessità di consultazione sul posto (dove, non dimentichiamo, stanno pure i preziosi volumi del Museo-Biblioteca del Centro coi rari opuscoli raccolti da Tommaso Sorbelli e privi di una catalogazione che li renda reperibili). L’estate appena trascorsa ha riportato l’attenzione della carta stampata e del web sui progetti di valorizzazione della Modena estense e muratoriana lanciati da Vittorio Sgarbi come sottosegretario di stato alla Cultura; e sarebbe davvero il caso che la riconversione di vari edifici pubblici della città andasse anche a beneficio del “primo onore d’Italia”. Modena, 19 dicembre 2023 FABIO MARRI Anticipazioni a proposito di quest’ultimo e delle problematiche dibattute nel carteggio sono date da Daniela Gianaroli in Tra Sicilia e Portogallo: Muratori e i Gesuiti, pp. 213-224 di Muratori tra storia e religione (vol. XV, 2021, della “Biblioteca dell’Edizione nazionale”), in particolare 217 e ss. 15 28 Muratoriana online 2023 ATTI ATTI 2022-2023 a cura di Federica Missere Fontana Albo Accademico Avvertenza Per fornire informazioni corrette sul corpo sociale, anche attraverso la rivista “Muratoriana online” oltre che attraverso il sito, l’Albo Accademico e gli Atti sono aggiornati al 31 ottobre 2023. CONSIGLIO DIRETTIVO Presidente: Fabio Marri Vicepresidente: Gabriele Burzacchini Segretario generale: Federica Missere Bibliotecario e webmaster: Federica Missere Tesoriere: Paola Di Pietro Consiglieri eletti: Matteo Al Kalak, Alfredo Cottignoli, Daniela Gianaroli, Corrado Viola Consiglieri di diritto: Direttore Biblioteca Estense Universitaria (Grazia Maria De Rubeis), Direttore dell’Archivio di Stato (Lorenza Iannacci), Presidente Deputazione Storia Patria di Modena (Angelo Spaggiari) COMMISSIONE CENTRALE Direttore Archivio di Stato: Lorenza Iannacci Direttore Biblioteca Estense Universitaria: Grazia Maria De Rubeis Presidente Accademia di Scienze Lettere e Arti: Salvatore Puliatti Presidente Deputazione di Storia Patria per le Antiche Provincie Modenesi: Angelo Spaggiari Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale: Veronica Tomaselli Muratoriana online 2023 31 Rettore Università di Modena e Reggio Emilia: Carlo Adolfo Porro Arcivescovo di Modena: S.E. mons. Erio Castellucci Presidente della Provincia: Gian Domenico Tomei; poi Fabio Braglia Prefetto della Provincia: Alessandra Camporota Presidente BPER: Banca: Flavia Mazzarella Presidente Camera di Commercio: Giuseppe Molinari Presidente Fondazione di Modena: Paolo Cavicchioli; poi Matteo Tiezzi Sindaco di Modena: Giancarlo Muzzarelli Sindaco di Vignola: Emilia Muratori SOCI EFFETTIVI Matteo Al Kalak Franco Arato Enrico Artifoni Laura Balletto Arnaldo Bruni Gabriele Burzacchini Anna Calapaj Burlini Marco Cattini Marco Cavina Angelo Colombo Alfredo Cottignoli Paola Di Pietro Lombardi Mario Fanti Ennio Ferraglio Vincenzo Ferrone Dario Generali Daniela Gianaroli Paolo Golinelli Mario Infelise Maria Lieber 32 Gian Paolo Marchi Francesco Margiotta Broglio Fabio Marri Ernesto Milano Federica Missere Fontana Giorgio Montecchi Maria Pia Paoli Renzo Rabboni Giuseppe Ricuperati Gian Paolo Romagnani Gino Ruozzi Claudio Scarpati Giovanni Vittorio Signorotto William Spaggiari Carmelo Elio Tavilla Duccio Tongiorgi Paola Vecchi Marcello Verga Corrado Viola Muratoriana online 2023 SOCI CORRISPONDENTI Antonella Agostinis Gabriella Airaldi Luca Badini Confalonieri Bruno Basile Alberto Beniscelli Carlo Bitossi Rossella Bonfatti Aldo Borsari Manuela Bragagnolo Giulia Cantarutti Cristina Cappelletti Chiara Continisio Francesca Maria Crasta Renzo Cremante Chiara Curci Fabio Danelon Patrizia Delpiano Maria Grazia Di Campli Carlo Fantappiè Michela Fantato Carla Forlani Simone Forlesi Fabio Forner Luca Frassineti Elisabeth Garms-Cornides Simona Gavinelli Francesco Gherardi Elisabetta Graziosi Muratoriana online 2023 Giulio Guderzo Girolamo Imbruglia Claudio Lamioni Andrea Lazzarini Ilaria Magnani Campanacci Anna Maranini Vincenzo Mazzini Giuliano Milani Maria Teresa Monti Giuseppe Nicoletti Andrea Palazzi Pantaleo Palmieri Patrizia Paradisi Renato Pasta Giuliano Pinto Gilberto Pizzamiglio Amedeo Quondam Milena Ricci Giordano Rodda Irene Scaravelli Giuseppe Sergi Maria Gioia Tavoni Annalaura Trombetti Budriesi Roberta Turchi Roberta Turricchia Paolo Ulvioni Gabriella Bruna Zarri 33 Atti Durante l’a.a. 2022-2023 le attività sono proseguite con la consueta cura dei volumi di Carteggio. Per l’edizione del Carteggio un solo volume – dei 7 in corso di lavorazione – è in avanzato stato di redazione: si tratta del volume 24, iniziato immediatamente dopo la pubblicazione del volume 25, nel marzo 2020 dalle socie Gianaroli e Lieber, già autrici del volume 25, con il gruppo dell’Università di Dresda. Il volume, che si presenta internazionale nei contenuti in quanto comprende anche lettere di olandesi, inglesi, austriaci, ecc., si auspica possa uscire nel 2024 avvalendosi anche di un contributo per le spese di stampa da Dresda. L’assemblea annuale si è svolta il 17 marzo 2023: in questa sede è stato possibile aggiornare i soci sullo Statuto (depositato presso la Prefettura di Modena dal Presidente il 4.3.2022) e dare lettura dell’email della Prefettura datata 19.8.2022, giunta il 7.3.2023. Tale corrispondenza, a firma del Dirigente dell’Area IV, risponde negativamente alla richiesta della personalità giuridica per il Centro, causa la mancanza di un adeguato fondo economico, come si evince dal testo qui sotto riportato: OGGETTO: Istanza di riconoscimento giuridico dell’ente Centro di Studi Muratoriani. Con riferimento all’istanza pervenuta in data 7 marzo 2022, si comunica che non è possibile procedere al riconoscimento giuridico dell’ente indicato in oggetto. In particolare, si precisa che il patrimonio richiesto per ottenere il suddetto riconoscimento non risulta sufficiente e non risulta costituito il cosiddetto fondo patrimoniale di garanzia (vincolato). Ciò premesso, la valutazione della consistenza patrimoniale e la successiva attribuzione della personalità giuridica dovrà rispettare quanto indicato nella circolare n. M/5501/30 del Ministero dell’Interno – Dipartimento per l’Amministrazione Generale e per gli Affari del Personale – Servizio Cittadinanza, Affari speciali e Patrimoniali – Divisione Affari Speciali del 23 febbraio 2001 ai sensi della quale l’attribuzione della 34 Muratoriana online 2023 personalità giuridica, per l’immediatezza dei suoi effetti, non può che fondarsi su elementi la cui esistenza e disponibilità siano assolutamente certe, al fine di garantire il perseguimento degli scopi e i terzi sotto il profilo della responsabilità civile per le obbligazioni assunte (art. 2740 e 2910 del C.C.). Nel corso dell’assemblea le votazioni hanno portato all’elezione di un socio effettivo, Renzo Rabboni, già socio corrispondente, e di un solo socio corrispondente sul numero di 4 posti disponibili, Francesco Gherardi. Nel corso dell’anno accademico è scomparso il socio effettivo Mario Rosa (24 dicembre 2022). Il 28 marzo 2023 il presidente Marri ha tenuto una conferenza su Lodovico Antonio Muratori: da Vignola all'Europa per l’Università Popolare di Formigine, della quale è possibile prendere visione attraverso un link sul sito web del Centro. Nell’aprile del 2023 il mensile milanese “la Biblioteca di via Senato”, diretto da Gianluca Montinaro, ha dedicato un intero numero a Muratori e in particolare ai Rerum Italicarum Scriptores, di cui ricorreva il trecentenario della pubblicazione. Il numero monografico si compone di 15 saggi in parte scritti da soci del Centro (Marri, Montecchi, Al Kalak, Colombo, Golinelli, Missere Fontana). Il testo completo, edito in formato cartaceo, è raggiungibile anche all’indirizzo https://bibliotecadiviasenato.it/mensile/aprile-2023/. Il nostro sito web è consultato da un numeroso pubblico di studiosi, ma anche di appassionati e curiosi. Federica Missere, webmaster, ha realizzato l’annuale numero di “Muratoriana online” e ha aggiornato il sito, continuando a gestire la pagina di Academia.edu che pubblicizza le attività del Centro, raccogliendo numerose visualizzazioni dall’Italia e dall’estero. Gli Atti trovano il loro naturale completamento nell’Editoriale del Presidente pubblicato in questo stesso numero. Muratoriana online 2023 35 MATTEO AL KALAK Un ricordo muratoriano: il lascito di Mario Rosa ario Rosa (1932-2022) è uno degli studiosi che, con sguardo acuto, hanno guadagnato alla figura di Lodovico Antonio Muratori un posto forse sfuggito a molti altri osservatori del passato. Fin dai suoi studi giovanili e, a seguire, dal fecondo cantiere di studi sviluppato tra Lecce, Bari, Roma e Pisa, Rosa fu attratto dal nesso tra politica e religione e dai sommovimenti della cultura cattolica, in un’età per certi aspetti magmatica come il Settecento incamminato verso l’Illuminismo. La capacità di Rosa, non di rado in controtendenza rispetto ad altri storici, fu quella di avvertire che il cambiamento epocale segnato dall’avvento della ragione “illuminata” aveva avuto numerose anticipazioni e, per così dire, era stato preparato o quantomeno accompagnato dai tormenti del cattolicesimo settecentesco. Di qui scaturirono alcuni dei suoi interessi di ricerca, dal rapporto tra giansenismo e gesuitismo, alla centralità – da Rosa discussa e rivisitata – di un pontificato come quello di Benedetto XIV (sua la memorabile voce dedicata a papa Lambertini nel Dizionario Biografico degli Italiani, un altro dei cantieri di cui fu protagonista). Sempre da qui, per venire a Muratori, l’attenzione verso l’erudito modenese, guardato e valutato nella sua complessità, poliedrica e originalissima. Da un lato, uomo della Repubblica delle lettere, intento a riscoprire l’eredità del Muratoriana online 2023 37 passato alimentando una rete intellettuale che travalicava confini nazionali e confessionali; dall’altro, personalità in cui la problematica religiosa non era di fatto mai assente e, al contrario, si saldava con una ricerca intellettuale e veritativa, poco incline a dogmatismi e approcci apologetici. Ecco allora che proprio a Rosa si deve l’invenzione dell’“età muratoriana”, una sorta di già ma non ancora, in cui lo storico poteva ritrovare uno sforzo di modernizzazione e di rinnovamento che, per molti aspetti, non nasceva dalla contrapposizione alla religione, ma da una sua riscoperta più autentica, nel segno della sobrietà e del ritorno alle origini, anche grazie all’ausilio dell’intelletto e delle nuove discipline che si formavano in quei decenni (dalla paleografia alla diplomatica, dalla moderna scienza storica a un’antiquaria di nuovo stampo). È Rosa, appunto, a segnalare alla comunità scientifica l’esistenza di un’epoca intermedia, di una sorta di transizione in cui il cattolicesimo genera proposte di cambiamento ed è, esso stesso, un protagonista sulla scena. In questa transizione, il Muratori letto da Rosa è una personalità tra l’incudine e il martello: attaccato dagli ambienti del cattolicesimo conservatore; ammirato da una generazione di uomini di governo che, nei decenni centrali del secolo, saranno protagonisti delle grandi battaglie del giurisdizionalismo; guardato con stima – e con prudenza – da altre personalità che, all’interno della Chiesa, tenteranno di introdurre caute aperture alla modernità. Fu tipico di Rosa inseguire queste “età di mezzo”, epoche difficili da etichettare, complesse da inquadrare e orientate al richiamo di una complessità non riducibile a letture semplificate o schematiche. Muratori entrò così nella galleria dei “riformatori e ribelli” del Settecento religioso (per ricorrere al titolo di un libro del 1969); e a Rosa gli studi muratoriani sono debitori di una capacità di respiro e di contestualizzazione che, talora, 38 Muratoriana online 2023 rischia di essere soffocata dalla dimensione erudita cui il lascito muratoriano presta il fianco. Ad altri, e a momenti più maturi, il formulare bilanci storiografici da cui certamente il lavoro di Rosa emergerà in tutta la sua importanza: a noi, con muratoriana moderazione, l’augurare a Mario un buon viaggio, ora che forse con Muratori può parlare di persona. Muratoriana online 2023 39 TEMI MURATORIANI GABRIELE BURZACCHINI Un epigramma greco-latino di Lodovico Antonio Muratori ll’origine di questo curioso breve epigramma sta il rammarico del Nostro, che si scusa con Carlo Maria Maggi1 per un mancato appuntamento a teatro, a causa di un’improvvida terapia prescrittagli dal medico. Del testo possediamo un paio di minute: la prima (a), contenente una stesura provvisoria, è indirizzata a Michele Maggi2 e reca la seguente intestazione: Ad suavissimum doctissimumq(ue) sodalem D(omin)um Michaëlem Maddium Excusatio mo Cl(arissi) eius Patri exhibenda. Tetrast(ichon) La seconda redazione (b), più completa e pertanto definitiva, è intestata direttamente a Carlo Maria Maggi3 ed è accompagnata da una postilla in prosa, una sorta di biglietto con 1 Sulla figura e l’opera del celebre poeta milanese e sul carteggio intrattenuto col Muratori, vd. VIOLA, pp. 192-208. 2 Biblioteca Estense Universitaria, Modena (di seguito BEUMo), Archivio Muratoriano (di seguito Arch. Mur.), Filza II, fasc. 6 A4, c. 7r. Sul cospicuo carteggio del Muratori con Michele Maggi, figlio di Carlo Maria, vd. ancora VIOLA, pp. 211-239. 3 BEUMo, Arch. Mur., Filza II, fasc. 6 A4, c. 11r. SORBELLI (p. 60) stampa questa seconda versione, ma – in modo del tutto arbitrario – la fa precedere dall’intestazione della prima minuta; evidentemente Muratori aveva pensato, in un primo momento, di indirizzare le sue scuse all’illustre padre tramite il figlio, per poi decidere di rivolgersi senz’altro al primo. Muratoriana online 2023 43 cui Lodovico ribadisce il proprio disappunto, chiede venia per la spiacevole circostanza e si augura una prossima opportunità. La data di composizione non è indicata, ma il tenore particolarmente ossequioso nei confronti di entrambi i Maggi ed altri indizi (vd. infra, n. 5) inducono a propendere per il 1695, il primo anno del quinquennio milanese del Nostro. Riproduco qui di seguito la stesura (b), facendo seguire una proposta di traduzione e segnalando nelle note di commento le divergenze rispetto sia alla minuta (a), sia al testo stampato da Sorbelli (S)4: Ad Ill(ustrissi)mum et Cl(arissim)um Virum Carolum M(ari)am Maddium Excusatio. Quid medico cupiam μοῖ φάρμακα χρήσιμα δόντι, Commoti ut valeat sanguinis ira mei? Dixissem: pereat; dum vestrum amitto theatrum, Ἰατρὸς, et νοσιμὸς ni foret unum et idem. Il Sig(nor) Bern(ardon)i 5 sarà à riccever le grazie di V(ostra) S(ignoria) Ill(ustrissi)ma e porterà assieme il disgusto e la scusa mia. Godremo la tragedia, et all’ora ch’ella vorrà, si supplica di venir sino alle Cinque vie con la Carozza, ove il S(igno)re Ber(nardon)i sarà à goder i suoi favori. Con che le fà umil(issi)ma riv(eren)za il Mur(ator)i suo div(oto) ser(vito)re. Che cosa augurare al medico che mi ha dato validi farmaci perché guarisca l’ira del mio sangue perturbato? Avrei detto: crepi! mentre perdo il vostro teatro, medico e foriero di malattia, se non fosse la stessa cosa. 4 L’epigramma con le sue righe di accompagnamento non è incluso nell’Epistolario curato dal CÀMPORI, né nel carteggio coi Maggi edito da VIOLA, cit. 5 Pietro Antonio Bernardoni, letterato vignolese dalla vita inquieta e movimentata, poeta di corte a Vienna, fu amico e corrispondente del Muratori. A conferma della data del 1695, è da rilevare che proprio “in quel periodo […] il Bernardoni soggiornò molto spesso a Milano, dove dal Muratori venne introdotto nell’ambiente colto della città e prese a frequentare l’accademia Borromea. Alla fine del 1695 pubblicò la sua prima tragedia, Irene, che recava in appendice un sonetto del Cabrera, governatore di Milano, cui era dedicata, ed un epigramma di Michele Maggi” (BURLINI CALAPAJ, p. 433). 44 Muratoriana online 2023 Note al testo 1. μοῖ: scil. μοι enclitica. ‒ φάρμακα χρήσιμα: così (b); χρήσιμα φάρμακα (a). L’impiego di χρήσιμα è ovviamente ironico: le medicine somministrate dal medico si sono dimostrate tutt’altro che ‘utili’. 2. Commoti … sanguinis … mei: commoveri ad indicare indisposizione fisica o mentale è ben documentato, esempi ne offrono Cicerone, Orazio, Plinio il Vecchio, Tacito. Si noti la personificazione del sangue, la cui perturbazione è causata da ira. 3. pereat; (b): pereat. (a): “Pereat!” S, è l’indispettito sfogo dell’Autore, che per colpa del medico ha perduto la messa in scena di un’opera teatrale. “Godremo la tragedia”, si ripromette il Nostro nella postilla; non è dato stabilire con certezza di che dramma si tratti, ma sarei incline a ritenere che potesse essere proprio l’Irene del Bernardoni, edita a Milano appunto sullo scorcio del 1695 (vd. supra, n. 5), il che darebbe anche ragione del suo diretto coinvolgimento6. In alternativa non è tuttavia da escludere, pur se meno probabile, una pièce dello stesso Maggi: nella biografia del poeta milanese, pubblicata nel 1700, Muratori menziona cinque sue tragedie: Griselda, Teopiste, Ritorno d’Asoto, Troade, Ifigenia, “la prima […] composta nel fior dell’età, l’altre furono dal suo ingegno partorite negli ultimi dieci anni della sua vita” (p. 98), dunque tra il 1689 e il 1699; se, com’è verosimile, l’epigramma risale al 1695, il dato cronologico sarebbe congruente. Vd. anche BUFACCHI, pp. 331s.; VIOLA, p. 192 n. 1. 4. Ἰατρὸς, (b): Ιατρὸς, (a): Ιατρός S, prosodicamente misurerebbe come palimbaccheo , ma qui è scandito . come dattilo ‒ νοσιμὸς (ab): νοσιμός, S, è termine di fatto ignorato dalla lessicografia greca, ma Muratori deve aver trovato il peregrino νόσιμος nel solo Stephanus (oggi ThGL V 1570A), registrato dubitanter con l’annotazione: “quod in VV. LL. exp(licatur) Ægrotus, mihi equidem suspectum est”. Il Nostro 6 Alla stessa opera allude sicuramente il Muratori nella chiusa di una lettera inviata da Milano il 25 gennaio 1696 al modenese Gian Giacomo Tori: «Il Bernardoni si gode il buontempo, più Poeta che mai con la sua conseguenza. Vedrete la tragedia» (CÀMPORI, I, nr. 106, p. 131). Muratoriana online 2023 45 tuttavia l’impiega non nel senso passivo di ‘malato’, ma in quello attivo di ‘morbifero’: coi suoi farmaci il medico non solo non ha guarito il paziente, ma l’ha fatto ulteriormente ammalare. Si noti – mi suggerisce Marri – la possibile adnominatio nell’antitesi χρήσιμα (v. 1) vs. νόσιμος (v. 4). ‒ unum et idem (b): unus (seguito da Idem cassato, sicché il pentametro resta mutilo) (a). La locuzione è classica, cf. ad es. Cic. Div. II 97, Cat. 4,14; qui Muratori se ne serve per rilevare, non senza sarcasmo, che nella fattispecie ‘medico e portatore di malattia’ sono precisamente ‘la stessa identica cosa’. Riferimenti bibliografici BUFACCHI = Voce Maggi, Carlo Maria, di E. Bufacchi, in Dizionario biografico degli Italiani, 67, Roma, Istituto dell’Enciclopedia Italiana, 2006, pp. 328-332. BURLINI CALAPAJ = Pietro Antonio Bernardoni, in L.A. MURATORI, Carteggi con Bentivoglio …. Bertacchini, a c. di A. Burlini Calapaj, Firenze, Olschki, 1983 (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. 6), pp. 432-438. CÀMPORI = L.A. MURATORI, Epistolario, a c. di M. Càmpori, Modena, Società Tipografica Modenese, 14 voll., I, 1901. MURATORI = Vita di Carlo Maria Maggi. Scritta da Lodovic’Antonio Muratori […] e dedicata all’Illustriss., ed Eccellentiss. Signor D. Giansimone Enriquez de Cabrera […], In Milano, per Giuseppe Pandolfo Malatesta, 1700. SORBELLI = Lud. Ant. Muratorii Carmina. Quam plurima juvenili aetate condita quae ex Atestina Bibliotheca eruit quibusque praefationem adiecit Th. Sorbelli, Mutinae, Apud Aedem Muratorianam, 1958. VIOLA = L.A. MURATORI, Carteggi con Mabillon … Maittaire, a c. di C. Viola, Firenze, Olschki, 2016 (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. 28). 46 Muratoriana online 2023 Fig. 1. BEUMo, Arch. Mur., Filza II, fasc. 6 A4, c. 7r. Fig. 2. BEUMo, Arch. Mur., Filza II, fasc. 6 A4, c. 11r. Tutte le immagini sono edite su concessione del Ministero della Cultura, Gallerie Estensi, Biblioteca Estense Universitaria, Modena. Muratoriana online 2023 47 RICCARDO CASTAGNETTI La musica nella Repubblica delle lettere Note sullo scambio epistolare tra Lodovico Antonio Muratori e Giambattista Martini a nascita della storiografia musicale può essere considerata come il frutto tardivo di quella stagione culturale di recupero critico della memoria storica che culmina nella prima metà del Settecento. Rispetto alla letteratura e alle arti figurative, la musica apparve infatti più incerta nel definire il proprio ambito di indagine e una metodologia di ricerca in grado di superare, da un lato, la dimensione frammentaria della narrazione aneddotica e, dall’altro, quella tecnicistica del linguaggio specialistico. Alle origini della storiografia musicale italiana Nel contesto italiano, tra i primi ad avvertire fortemente l’esigenza di colmare questo divario tra gli studi musicali e gli altri ambiti della cultura fu il frate bolognese Giambattista Martini, personalità ricca e complessa dell’ambiente musicale europeo del XVIII secolo, capace di unire le competenze specifiche del sapere musicale teorico e pratico all’erudizione storico-critica 1 . In una lettera scritta sul finire del 1746, 1 Giambattista Martini (1706-1784), appartenente all’ordine dei minori conventuali, compositore, teorico e didatta della musica, per la sua sconfinata erudizione venne annoverato tra le massime autorità europee in campo musicale. Instancabile bibliofilo e collezionista Muratoriana online 2023 49 Martini lamentava il grave ritardo culturale che caratterizzava la riflessione sulla storia della musica: Tutte le professioni ed arti nobili ànno la loro istoria, la sola povera musica va spogliata e priva di così bel ornamento. Iddio si degni, se così Le piace, di concedermi vita e forza, e spero [...] di produrne, se non altro, un abozzo tale che servirà di stimulo a qualche uomo di altro intendimento [e sapere] del mio e formarne un’opera perfetta in tutte le sue parti2. Martini si dedicò per più di quarant’anni alla realizzazione di quest’ambiziosa e pionieristica impresa storiografica, destinata Martini perseguì il progetto di assemblare i materiali documentari in vista della realizzazione della sua monumentale Storia della musica, che la morte gli impedì di completare. Sulla figura di Martini si rimanda ai fondamentali studi di Elisabetta PASQUINI, in particolare Giambattista Martini, Palermo, L’Epos, 2007. Si vedano anche P. MIOLI, Padre Martini. Musicista e musicografo da Bologna all’Europa (1706-1784), Lucca, LIM, 2006; V. ZACCARIA, Padre Giambattista Martini compositore musicologo e maestro. Con il catalogo di tutte le opere, Padova, Il Messaggero, 1969; L. BUSI, Il padre G.B. Martini. Musicista-letterato del secolo XVIII, Bologna, Zanichelli, 1891. 2 Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Bologna (di seguito I-Bc), I.011.066 (SCHN 1279), minuta della lettera di G.B. Martini a Girolamo Chiti del 14 dicembre 1746. Nella trascrizione si è mantenuta la cassatura autografa, segnalata tra parentesi quadre. Girolamo Chiti (1679-1759) erudito musicografo di origine senese, ricoprì l’incarico di maestro di cappella nella Basilica di San Giovanni in Laterano dal 1727 al 1759. Profondo conoscitore della musica polifonica dei secoli XVI e XVII, intrattenne una fitta corrispondenza con Martini, contribuendo intensamente alle ricerche bibliografiche di quest’ultimo. Cfr. Epistolario Giovanni Battista Martini e Girolamo Chiti (1745-1759): 472 lettere del Museo internazionale e biblioteca della musica di Bologna, a cura di G. Rostirolla et alii, Roma, IBIMUS, 2010, p. 170-171, n. 67. Sul carteggio tra Martini e Chiti cfr. G. ROSTIROLLA, La corrispondenza fra Martini e Girolamo Chiti: una fonte preziosa per la conoscenza del Settecento italiano, in Padre Martini. Musica e cultura nel Settecento europeo, a cura di A. Pompilio, Firenze, Olschki, 1987, pp. 211-276; A. MORELLI, “Tutte le professioni ed arti nobili hanno la loro istoria”. Girolamo Chiti e la storia come fondamento della pratica musicale, in Le note del ricordo. Il codice musicale M13 della Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana di Roma, a cura di E. Sala, Venezia, Nova Charta, 2015, pp. 73-91. 50 Muratoriana online 2023 a rimanere incompiuta. Il piano dell’opera, che nel corso della redazione subì ripensamenti e modifiche, avrebbe dovuto abbracciare l’intero corso della storia umana, dalla creazione fino alla musica dell’epoca moderna3. Dei cinque volumi inizialmente previsti da Martini, solamente tre furono pubblicati: il primo tomo, datato 17574, tratta delle origini della musica ebraica e dei popoli del vicino oriente; il secondo, stampato nel 17705, della musica nell’antica Grecia, dai primordi “fino al principio delle Olimpiadi”; il terzo, uscito nel 1781, riprende la storia della musica greca “fino all’introduzione della Drammatica”, approfondendone gli aspetti teorici e filosofici6. Del quarto tomo sopravvivono materiali preparatori in forma manoscritta, alcuni dei quali in fase avanzata di redazione, contenenti annotazioni su Gregorio Magno e Guido d’Arezzo7. Non è possibile stabilire con certezza quando Martini concepì l’idea di redigere una storia della musica. Le fonti confermano che le indagini archivistiche e bibliografiche furono avviate almeno all’inizio degli anni Quaranta del Settecento. 3 Cfr. PASQUINI, Giambattista Martini, cit., pp. 100-113; EAD., Introduzione, in G.B. MARTINI, Esemplare o sia Saggio fondamentale pratico di contrappunto (Bologna 1774-1776), edizione in facsimile a cura di E. Pasquini, Lucca, LIM, 2012, pp. 1-5. 4 G.B. MARTINI, Storia della musica, I, Bologna, Dalla Volpe, 1757. La data di pubblicazione indicata sul frontespizio è in realtà anteriore di qualche anno all’uscita effettiva del volume. Cfr. E. PASQUINI, “Respinto da un impensato vento contrario in alto mare”: Anton Raaff, il Farinelli e la “Storia della musica” di Giambattista Martini, “Recercare”, XXIX (2017), pp. 181-252. 5 G.B. MARTINI, Storia della musica, II, Bologna, Dalla Volpe, 1770. Sulla Storia della musica di Martini cfr. anche M. TITLI, Giovanbattista Martini, “Storia della musica”, in La musica degli antichi e la musica dei moderni. Storia della musica e del gusto nei trattati di Martini, Eximeno, Brown, Manfredini, a cura di M. Garda, A. Jona e M. Titli, Milano, Angeli, 1989, pp. 43-208. 6 G.B. MARTINI, Storia della musica, III, Bologna, Dalla Volpe, 1781. Sulle ricerche e la metodologia storiografica di Martini in relazione alla musica greca cfr. D. RESTANI, Martini studioso di musica greca, in Padre Martini. Musica e cultura nel Settecento europeo, cit., pp. 27-54. 7 I manoscritti sono conservati in I-Bc, I.36 e nella Biblioteca del Convento di San Francesco in Bologna (ms. 46). Cfr. A. ZIINO, Martini studioso di musica medievale, in Padre Martini. Musica e cultura nel Settecento europeo, cit., pp. 55-72. Muratoriana online 2023 51 Martini aveva orientato da subito i propri sforzi in due direzioni complementari. Da un lato, grazie ad infaticabili ricerche e acquisizioni, Martini era stato in grado di metere insieme una vasta biblioteca, vero oggetto di ammirazione da parte degli studiosi di musica per la quantità e qualità dei volumi manoscritti e a stampa in essa custoditi8. Dall’altro, fino alla sua morte, il frate bolognese costruì, attraverso un costante carteggio, una fittissima rete epistolare, comprendente circa seimila lettere, inviate da quasi mille corrispondenti, tra cui non solo colleghi e allievi, ma anche eminenti personalità politiche e culturali in tutta Europa. Attraverso questa corrispondenza, Martini alimentava le proprie indagini bibliografiche e arricchiva la propria collezione di libri e ritratti di musicisti, consolidando al contempo la propria autorità in campo musicale e la propria reputazione di “uomo di lettere”9. Al pari degli eruditi contemporanei, anche per Martini biblioteche, archivi e carteggi rappresentavano le condizioni materiali e sociali della storiografia10. La stesura dell’opera pose il frate bolognese di fronte a una serie di ostacoli: la difficoltà nel reperire le fonti e la loro relativa scarsità11, il complesso intreccio di competenze 8 Sulla biblioteca di Martini cfr. O. MISCHIATI, Padre Martini e la sua biblioteca, in Collezionismo e storiografia musicale nel Settecento. La quadreria e la biblioteca di Padre Martini, Bologna, Nuova Alfa, 1984, pp. 127-142; PASQUINI, Giambattista Martini, cit., pp. 61-82. 9 La maggior parte della corrispondenza di Martini è conservata nel Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. Cfr. A. SCHNOEBELEN, Padre Martini’s Collection of Letters: An Overview, “Current Musicology”, XIX (1975), pp. 81-88; EAD., Padre Martini’s Collection of Letters in the Civico Museo Bibliografico Musicale in Bologna: An Annotated Index, cit.; R. CASTAGNETTI, A Network of Music and Letters: Reconsidering Giambattista Martini’s Correspondence, “Epistolographia: An International Journal”, 1 (2023), pp. 149-163. 10 Sul rapporto tra l’attività epistolare di Martini e la formazione della sua biblioteca cfr. A. SCHNOEBELEN, The Growth of Padre Martini’s Library as Revealed in his correspondence, “Music and Letters”, LVII, 4 (1976), pp. 379-397. 11 Cfr. M. HUGO, La musicologie au XVIIIe siecle: Giambattista Martini & Martin Gerbert, “Revue de Musicologie”, LIX, 1 (1973), pp. 106-118. La principale fonte per lo studio della trattatistica musicale greca e latina era rappresentata dai due volumi 52 Muratoriana online 2023 richieste per stabilire una metodologia di indagine appropriata all’oggetto della ricerca e l’assenza di modelli precedenti ai quali rifarsi 12 . Era stato dunque necessario unire ad uno scavo archivistico volto a rintracciare testimonianze e documenti per dare corpo ad una narrazione coerente dei fatti, l’acquisizione di un ampio spettro di competenze teorico-musicali e storicofilologiche funzionale all’analisi delle fonti13 . Martini si dedicò assiduamente allo studio delle opere di storiografia più recenti14, dall’edizione curata da Marcus Meibom degli Antiquae musicae auctores septem graece et latine (Amsterdam, 1652), dai quali il frate bolognese trasse le traduzioni italiane degli Harmonicorum Elementorum Libri III di Aristosseno e dell’Introductio harmonica di Euclide, conservate rispettivamente in I-Bc, A.3 e I-Bc, A.13. Nella bibliografia del primo volume della Storia della musica, Martini cita l’edizione delle opere agostiniane curata dei padri Maurini (Parigi, 1679-1700), tra le quali era compreso il De musica. Dell’opera di Boezio, Martini possedeva l’edizione veneziana del 1492 (I-Bc, A.9) oltre ad una traduzione italiana dei De musica libri V redatta da Ercole Bottrigari (I-Bc, B.43). Per quanto riguarda la pubblicazione delle fonti dell’ars musica medievale si dovranno attendere i lavori di Martin Gerbert (1720-1793): il De cantu et musica sacra, a prima ecclesiae aetate usque ad praesens tempus (St. Blasien, 1774) alla pubblicazione del quale Martini portò un significativo contributo, e gli Scriptores ecclesiastici de musica sacra potissimum (St. Blasien, 1784), che il frate bolognese poté consultare soltanto poco prima della morte. 12 Le opere di storiografia musicale pubblicate tra le fine del Seicento e l’inizio del Settecento, l’Historia musica (Perugia, 1695) di Giovani Andrea Angelini Bontempi, della quale si dirà anche in seguito, e l’Histoire de la musique et de ses effets depuis son origine jusqu’à present (Parigi, 1715) edita da Jacques Bonnet, non potevano costituire dei punti di riferimento significativi per il progetto di Martini, mentre il confronto con altri progetti storiografici di analogo respiro, come quello intrapreso intorno al 1770 dall’inglese Charles Burney, poté avvenire solamente in una fase di stesura già molto avanzata della Storia della musica. Cfr. H. BROFSKY, Doctor Burney and Padre Martini: Writing a General History of Music, “The Musical Quarterly”, LXV, 3 (1979), pp. 313-345. 13 Cfr. MARTINI, Storia della musica, I, cit. p. 3-4. 14 Scorrendo l’indice degli autori in calce al primo tomo della Storia della musica è possibile intuire quali fossero i referenti culturali e metodologici di Martini: Benedetto Bacchini, Lodovico Antonio Muratori, Muratoriana online 2023 53 cercando al contempo di proiettarsi il più possibile nella rete dei letterati, dei bibliotecari, e degli eruditi per poter ricevere materiali e suggerimenti di lavoro15. Per portare a compimento un progetto così vasto, infatti “altro non v’era, se non ricorrere ad altri per direzione e per guida”16. Una delle prime testimonianze dei sondaggi documentari del frate bolognese si trova in una breve corrispondenza con Lodovico Antonio Muratori, risalente al 1744. Se le poche lettere rimaste non vanno al di là di un cortese scambio formale, tuttavia Muratori rappresentò certamente per Martini, come per molti storici italiani ed europei, una figura ispiratrice17 . Dalla lettura delle opere dell’erudito modenese Martini aveva assorbito i principi cardine di una rigorosa metodologia storiografica, la sensibilità critico-filologica per il documento nonché l’interesse per la riscoperta e la rivalutazione dell’epoca medievale18. Questo saggio si propone di esaminare il carteggio tra Muratori e Martini, a partire dalla prospettiva della rete epistolare Francesco Saverio Quadrio, Giovanni Crisostomo Trombelli, i padri maurini Jean Mabillon Bernard de Montfaucon, per citarne solo alcuni. 15 Cfr. P.P. SCATTOLIN, Ricostruzione del carteggio di Padre G.B. Martini con G. Tiraboschi, A.M. Bandini, P.M. Paciaudi e I. Affò, “Rivista italiana di musicologia”, VIII (1973), pp. 225-253. 16 Cfr. MARTINI, Storia della musica, I, cit. p. 4. 17 Martini aveva consultato sistematicamente le opere maggiori della storiografia muratoriana. Alla lettura delle Antiquitates italicae medii aevi (Milano, 1738-1742) fa riferimento il carteggio che verrà esaminato in questo saggio mentre quella dei Rerum Italicarum Scriptores (Milano, 1723-1751) è attestata dai copiosi appunti raccolti dal frate bolognese nel manoscritto miscellaneo IBc, H.68, cc. 54-61. Sulle miscellanee compilate da Martini, strumento cardine della sua metodologia di ricerca, cfr. O. MISCHIATI, Le miscellanee come specchio degli interessi storicomusicali di padre Martini, in Padre Martini. Musica e cultura nel Settecento europeo, cit., pp. 17-26. 18 Sull’approccio metodologico di Martini e il suo rapporto con la storiografia settecentesca cfr. M. HUGO, La musicologie au XVIIIe siècle: Giambattista Martini & Martin Gerbert, cit.; I. CAVALLINI, Padre G.B. Martini fra storia ed estetica: alcune osservazioni sulla “Storia della musica”, “Quadrivium”, XXII (1981), pp. 169-183; ID., L’idée d’histoire et d’harmonie du Padre Martini et d’autres penseurs de son temps, “International Review of the Aesthetics and Sociology of Music”, XXI, 2 (1990), pp. 141-159. 54 Muratoriana online 2023 che fece da sfondo alle vicende ad esso collegate19. Dall’analisi di quello che all’apparenza non fu molto più che un episodio di ordinaria ricerca bibliografica emergono alcuni spunti di riflessione sull’intreccio tra storiografia, musica e carteggi nel Settecento. Possiamo infatti risalire alle prime fasi del lavoro preparatorio svolto da Martini in vista della stesura di quella che sarebbe divenuta la prima sistematica storia della musica in lingua italiana, consentendo di osservare lo sviluppo di quel metodo storiografico applicato alla disciplina musicale che sta a fondamento della successiva ricerca musicologica. Fornisce inoltre la possibilità di osservare in azione il processo di costruzione di una rete epistolare, mostrando alcune delle dinamiche tipiche della repubblica delle lettere. Il contesto epistolare della corrispondenza tra Martini e Muratori Del carteggio tra Muratori e Martini sopravvivono unicamente due lettere, risalenti al maggio 1744, che documentano il primo contatto epistolare diretto tra l’erudito modenese e il musicista bolognese. Dal contenuto delle missive si evince chiaramente che questa corrispondenza aveva richiesto l’azione coordinata dei nodi di una rete di conoscenze comuni. Per comprendere il significato e le modalità di questo breve dialogo a distanza è pertanto opportuno ricostruire il contesto epistolare che lo rese possibile. 19 Sul passaggio metodologico dalla focalizzazione sul carteggio alla rete epistolare nel quale esso è situato cfr. F. FEDI, C. VIOLA, Periodici e carteggi nella Respublica literaria del Settecento italiano, in I cantieri dell’italianistica. Ricerca, didattica e organizzazione agli inizi del XXI secolo. Atti del XVII congresso dell’ADI – Associazione degli Italianisti (Roma Sapienza, 18-21 settembre 2013), a cura di B. Alfonzetti, G. Baldassarri e F. Tomasi, Roma, Adi editore, 2014, https://www.italianisti.it/pubblicazioni/atti-di-congresso/i-cantieridellitalianistica-ricerca-didattica-e-organizzazione-agli-inizi-delxxi-secolo-2014/2013%20fedi%20viola(1).pdf [cons. 18/12/2023]; C. VIOLA, Edizioni a stampa di epistolari di letterati italiani. Tendenze e iniziative, “Mélanges de l’École française de Rome. Italie et Méditerranée modernes et contemporaines”, CXXXII, 2 (2020), pp. 317-338. Muratoriana online 2023 55 Come si è osservato, quando Martini mise mano al progetto di redigere una storia della musica, aveva dovuto in primo luogo affrontare il problema delle fonti, nella maggior parte dei casi scarsamente disponibili e inedite. Martini si dedicò innanzitutto alla consultazione della storiografia erudita fiorita nei primi decenni del Settecento. Tra queste opere non potevano mancare le Antiquitates Italicae Medii Aevi di Muratori20, la cui lettura spinse Martini a cercare di contattare l’autore. All’interno del terzo volume vengono infatti menzionati alcuni testi di teoria musicale medievale conservati nella Biblioteca Ambrosiana che suscitarono l’interesse bibliografico di Martini. Conformemente ad un metodo di lavoro già consolidato, il frate bolognese non mancò di annotare i titoli in questione: Si desidera una copia de’ seguenti m.s. che sono nella Biblioteca Ambrosiana accennati nel tomo 3 pag. 875 Antiquitates italicae medii aevi, cioè: Micrologus Guidonis Aretini = Liber Henchiriadis in Musica = Epistola, et Lucidarium Marcheti de Padua in Arte Musicae planae = Pomerium Marcheti de Padua in Arte Musicae mensuratae = Ars cantus mensurabilis edita a Magistro Francone Parisiensi21. Di più si desidera sapere, se vi siano nella suddetta Biblioteca altri autori di musica o m.s. o stampati, e quali siano22. 20 L.A. MURATORI, Antiquitates italicae medii aevi, 6 v., Mediolani, ex typographia Societatis Palatinae in regia curia, 1738-1742. Sulle Antiquitates e l’apporto metodologico muratoriano alla storiografia erudita cfr. M. AL KALAK, Tra antichi e moderni. Lodovico Antonio Muratori e le origini di una tradizione erudita, in Mutina splendidissima. La città romana e la sua eredità, a cura di L. Malnati, S. Pellegrini, F. Piccinini e C. Stefani, Roma, De Luca editori d’arte, 2017, pp. 544-546. 21 Le opere ricercate da Martini sono comprese all’interno del codice BAMi, D 5 inf.: cc. 1r-12r, Micrologus; 21v-51v, Liber Henchiriadis in musica Boethii et domini Guidonis monachi; cc. 52r-77v, Lucidarium in arte musicae planae, cum praevia epistula ad Raynerium de Urbeveteri; cc. 78r-110r, Pomerium in arte musicae mensuratae; cc. 110v-118v, Ars cantus mensurabilis. È da segnalare un piccolo errore bibliografico da parte di Martini: le opere in questione non si trovano alla p. 875 del terzo volume delle Antiquitates, ma alle coll. 876-877. 22 I-Bc, I.007.025b, SCHN 3510. Diversamente da quanto ipotizza Schnoebelen, il foglio non contiene la minuta di una lettera a 56 Muratoriana online 2023 Martini era ben consapevole che per poter avere informazioni sulle opere di interesse musicale conservate nella Biblioteca Ambrosiana e avere copia dei codici desiderati, avrebbe dovuto far giungere la propria richiesta all’allora prefetto, Giuseppe Antonio Sassi23. Tuttavia, l’etichetta epistolare non consentiva di iniziare a carteggiare senza aver il consenso diretto del corrispondente o senza la mediazione preliminare di una comune conoscenza 24 . Inoltre, se di fatto Martini aveva già guadagnato una certa notorietà come musicista, non aveva tuttavia al suo attivo pubblicazioni tali da poter essere annoverato tra i letterati. Occorreva pertanto anche una raccomandazione autorevole perché la sua richiesta di consultazione venisse accolta. La scelta ricadde su Muratori, il quale non era solamente un’autorità indiscussa nel campo dell’erudizione storica ma era stato a sua volta dottore della Biblioteca Ambrosiana tra il 1695 e il 1700 ed era in rapporti epistolari con Sassi. L’idea di contattare Muratori fu probabilmente suggerita a Martini da Francesco Zambeccari, primicerio della basilica Muratori, ma appunti di lavoro in vista di indagini archivistiche e bibliografiche. Nella nota seguono infatti altri desiderata, da indirizzare probabilmente ad un corrispondente parigino, che attestano la vicinanza degli interessi storiografici di Martini all’attività filologica dei padri maurini: La Science et la pratique du plain-chant (Parigi, 1673) del monaco maurino Pierre-Benoît de Jumilhac (1611-1682) e il terzo tomo dell’Opera omnia di Gregorio Magno pubblicata per la prima volta secondo criteri filologici a Parigi nel 1705, a cura dei Benedettini di San Mauro. 23 Giuseppe Antonio Sassi (1685-1751) venne nominato prefetto della Biblioteca Ambrosiana il 25 agosto 1711, ricoprendo tale incarico sino al 1751. Si dedicò soprattutto allo studio della storia ecclesiastica milanese, acquisendo in breve tempo fama di grande erudito. Tra i suoi numerosi corrispondenti era anche Muratori, con il quale collaborò alla stesura dei Rerum Italicarum Scriptores (Milano, 1723-1751), provvedendo a fornire e collazionare numerosi manoscritti. Cfr. M. CATTO, voce Sassi, Giuseppe Antonio, in Dizionario Biografico degli Italiani (di seguito DBI), v. 90, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2017, pp. 698-700. 24 Le lettere di presentazione costituivano un indispensabile lasciapassare per essere introdotti in contesti sociali elitari o per poter fare la conoscenza di personalità di rilievo in ambito politico o culturale. Muratoriana online 2023 57 di San Petronio, che si incaricò anche di fare da tramite tra i due25. Zambeccari, che corrispondeva con Muratori almeno dal 1725 26 , era stato inizialmente contattato dall’erudito modenese affinché lo aiutasse nel reperire negli archivi bolognesi fonti per la pubblicazione nei Rerum Italicarum Scriptores, anche se in seguito il loro rapporto epistolare aveva assunto un tono più personale27. Il 18 maggio 1744, Zambeccari scrisse dunque a Muratori domandandogli di far pervenire a Sassi una lettera di presentazione per Martini, unitamente alla raccomandazione di esaudirne le richieste bibliografiche. Havendomi il padre maestro Martini fatto pervenire per lo mezzo di persona a me confidente la brama grande che esso haverebbe di ottenere dalla vasta erudizione di V.S. 25 Francesco Zambeccari (Bologna 1682-1767) era figlio di Camillo, marchese di Bossara e senatore di Bologna. Figura di rilievo nell’ambiente culturale e politico bolognese del Settecento, Zambeccari intratteneva rapporti di amicizia con numerosi letterati ed intellettuali italiani. Nominato prelato domestico di papa Benedetto XIV, nel 1752 aveva devoluto una parte cospicua della sua biblioteca in vista dell’apertura di una pubblica biblioteca all’interno del Collegio gesuitico di Santa Lucia. Zambeccari era inoltre membro dell’Accademia Clementina alla quale, tra il 1762 e il 1763, donò un’importante raccolta di dipinti. 26 Del carteggio fra Zambeccari e Muratori sopravvivono 31 lettere, che coprono in modo frammentario il periodo 1725-1749. Nell’edizione nazionale del carteggio muratoriano sono state pubblicate 30 missive: 23 inviate da Zambeccari, conservate in Biblioteca Estense Universitaria, Modena (d’ora in poi BEUMo), Archivio Muratoriano (di seguito Arch. Mur.), Filza 82, fasc. 56, e 7 vergate da Muratori, sei delle quali già pubblicate in precedenza da Càmpori e una, inedita, conservata in BEUMo, cod. It. 2192, collocazione b.25.8, cc. 8-9. Cfr. L.A. MURATORI, Carteggi con Zacagni … Zurlini, a cura di A. Calapaj Burlini, Firenze, Olsckhi, 1975 (Edizione nazionale del Carteggio di L.A. Muratori; vol. 46), pp. 15-39. Recentemente è comparsa sul mercato antiquario un’altra lettera di Muratori a Zambeccari, datata Modena, 20 agosto 1740. Cfr. Finarte s.p.a., Libri, Autografi e Stampe, catalogo dell’asta tenutasi a Roma il 20-21 giugno 2023, p. 9, lotto n. 3. 27 Sul carteggio Muratori-Zambeccari si rimanda alle osservazioni introduttive di Calapaj Burlini in MURATORI, Carteggi con Zacagni … Zurlini, vol. 46, cit., pp. 15-16. 58 Muratoriana online 2023 illustrissima le notitie, che in questo foglio che qui le unisco 28 , con tutto il cuore la prego di tal favore, e con piacere m’interesso a servirlo, perché veramente passa et è nel genere della musica, come io credo, il più erudito che ora vadi. Esso ha fatta una racolta d’opere in questo genere, che si crede singolare. Tutti questi mottivi, uniti alla tanto conosciuta e da tutti esperimentata gentilezza di V.S. illustrissima, non dubito non siano per mover l’animo suo generoso, et amante di qualsivoglia leteratura, a favorire questo padre, che è nostro bolognese e sta qui in S. Francesco29. Il “confidente” che aveva facilitato il contatto tra Martini e Zambeccari era probabilmente l’allora maestro di cappella in San Petronio, Giacomo Antonio Perti, del quale il frate bolognese era stato allievo30 . Nell’allegato alla lettera viene sottolineata ulteriormente l’erudizione di Martini in campo musicale e le ambizioni “letterarie” che animano la sua ricerca. Il padre maestro Martini bolognese nostro, dell’ordine de’ Minori conventuali, uomo dottissimo nella musica non meno in pratica che in teorica, brama per suoi fini letterari e per avvanzar camino in una opera da lui incominciata su tal materia, aver più distinta notizia di certi manoscritti di cui ella, signor provosto mio stimatissimo, ha fatto motto nel tomo 3 delle Antichità italiche medii aevi, tomo 3, p. 875, che sono i seguenti: Micrologus Guidonis Aretini, Liber Henchiriadis in 28 Si riferisce all’allegato della lettera, trascritto di seguito. La trascrizione è tratta da MURATORI, Carteggi con Zacagni … Zurlini, vol. 46, cit., lett. 21, p. 30. La lettera è conservata in BEUMo, Arch. Mur., Filza 82, fasc. 56, cc. 21r-22r. 30 Giacomo Antonio Perti (1661-1756) ricoprì l’incarico di maestri di cappella in San Petronio dal 1696 fino al 1756. Sul rapporto tra Martini e Perti cfr. E. PASQUINI, Perti e Martini in contrappunto, in Un anno per tre filarmonici di rango: Perti, Martini e Mozart. Un principe, un “definitore” e un fuoriclasse da celebrare nel 2006, Atti del convegno, Bologna, Accademia Filarmonica, 3-4 novembre 2006, a cura di P. Mioli, Bologna, Pàtron, 2008, pp. 77-90; EAD., Padre Martini in giudizio da Apollo, “Il Saggiatore musicale”, XVI (2009), pp. 185-202. 29 Muratoriana online 2023 59 musica, Epistola et lucidarium Marcheti de Padua in arte musicae planae, Pomerium Marcheti de Padua in arte musicae mensuratae, Ars cantus mensurabilis edita a magistro Francone Parisiensi. Con questa notizia di essi più estesa e distinta, il p. Martini avrà luogo di giudicare se gli convenga di procacciarsene copia per suo vantaggio. Il signor provosto mio, a cui tutto il mondo fa capo per somiglianti notizie e per la di lei vastissima erudizione, e per la singolar sua cortesia, prenderà in buon grado che io le raccomandi le premure del detto religioso: al che m’avvanzo con maggior coraggio, mentre basterà ch’ella si contenti pregare il sig. Sassi prefetto dell’Ambrosiana, che dia l’incombenza a qualche bravo suo giovane, e in appresso onorarmi della risposta riportatane, che secondo il discernimento del padre, si passerà poi, se occorre, a cometterne le copie. Bramerebbe egli di più sapere se vi sieno nella mentovata biblioteca Ambrosiana altri autori di musica, o manoscritti o stampati, e quali sieno31. La risposta di Muratori a Zambeccari giunse prontamente il 19 maggio 1744. Sommamente bello e plausibile è il disegno di cotesto padre maestro Martini di fare raccolta di chi ha trattato della musica ne’ secoli barbari, conducendo poscia i lettori a ravvisar di mano il miglioramento di questa professione. Anzi sarebbe da desiderare che mostrasse qual fosse il canto prima di Guido Aretino, giacché si trovano in Roma ed altrove antifonari antichissimi manoscritti, colle note usate allora e consistenti in punti e linee. A me non sovviene di aver veduto nell’Ambrosiana altri autori manoscritti che trattino di musica; e di quei, che ho riferito, non ne so dire di più. 31 La trascrizione è tratta da MURATORI, Carteggi con Zacagni … Zurlini, vol. 46, cit., lett. 21, p. 30. Il manoscritto è conservato in BEUMo, Arch. Mur., Filza 82, fasc. 56, cc. 38r-39r. La data in calce non indica il giorno ma solamente “maggio 1744”. L’allegato, che incorpora e rielabora l’annotazione bibliografica sopra riportata, sembra redatto dalla mano di Martini, verosimilmente secondo le indicazioni o sotto la supervisione di Zambeccari. 60 Muratoriana online 2023 Sarà dunque ubbidita V.S. illustrissima e io ne scriverò con tutta premura al sig. bibliotecario Sassi. Ma dica ad esso padre maestro che il sig. Sassi è vecchio e di poca sanità, né si vorrà prendere molta briga. Perciò creder’io bene, anzi necessario, ch’egli scriva ad alcuno de’ suoi religiosi in Milano, il quale si porti da esso sig. Sassi, a fine di poter visitare que’ manoscritti, per riferirne poi quello, che bramerà esso padre maestro. Io ne scriverò in questo ordinario, e pregherò in oltre il signor bibliotecario di lasciar vedere al deputato da esso padre l’indice de’ manoscritti, per vedere se altro antico scrittore avesse trattato di questo argomento32. Dall’elogio del progetto martiniano con cui si apre la lettera, traspaiono due aspetti caratteristici della storiografia muratoriana: l’importanza attribuita alla riscoperta e alla rivalutazione del Medio Evo e una filosofia della storia improntata ad una fiducia nel progresso delle conoscenze e delle arti33. Inoltre, le indagini di Martini sulla storia del canto liturgico intercettavano l’interesse di Muratori verso la storia della liturgia, sulla quale andava conducendo in questi anni 32 I-Bc, I.007.021, SCHN 3507. Schnoebelen identifica erroneamente il destinatario con Martini, mentre il confronto con la missiva precedente mostra chiaramente che si tratta di Zambeccari. Nell’Epistolario di L.A. Muratori curato da Matteo Càmpori, la lettera risulta pubblicata due volte. Nel primo caso, Càmpori indica erroneamente la data 1714 e scioglie l’abbreviazione “p. M. Martini” in “padre Marcello” anziché in “p. maestro”, ma ipotizza correttamente che il destinatario sia Francesco Zambeccari. Cfr. L.A. MURATORI, Epistolario, a cura di M. Càmpori, Modena, Società Tipografica Modenese, 1901-1922, 14 voll. (d’ora in poi Epist.) IV, 1448. Nel secondo caso, la lettera è datata e trascritta correttamente, ma il destinatario è identificato erroneamente con l’erudito bolognese Giovanni Crisostomo Trombelli (1697-1784). Cfr. Epist. X, 4913. La trascrizione pubblicata in MURATORI, Carteggi con Zacagni … Zurlini, vol. 46, cit., p. 31, si basa su Epist. IV, 1448. Secondo le indicazioni di Càmpori l’originale della lettera era conservato nella Biblioteca Boncompagni di Roma, mentre Calapaj Burlini la segnala come dispersa. A questo proposito, va rilevato che l’esemplare conservato in I-Bc è certamente autografo. 33 F. MARRI, Muratori filosofo, tra Modena e l’Europa, “Accademia Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena. Memorie Scientifiche, Giuridiche, Letterarie”, Serie VIII, v. XIV (2011), fasc. I, pp. 211-231. Muratoriana online 2023 61 ricerche che confluirono poi nella pubblicazione della Liturgia Romana vetus34. La rilevanza del rapporto tra ricerca in ambito musicale e liturgico emerge anche dal carteggio di Muratori con Giuseppe Bianchini35, che invitò all’erudito modenese a redigere una dissertazione storico-critica per far fronte a quella che considerava una dilagante decadenza della musica eseguita nelle chiese36. Nel giugno del 1744, tramite una comune conoscenza, Bianchini aveva cercato inoltre di convincere Martini a stendere una dissertazione sul canto ecclesiastico da inserire nell’edizione della Liturgia Romana vetus37, proponendone al contempo l’idea a Muratori38. 34 Liturgia Romana vetus tria sacramentaria complectens, Venezia, Pasquali, 1748. Cfr. E. CATTANEO, Gli studi liturgici di Muratori, in L.A. Muratori storiografo, Atti del Convegno internazionale di studi muratoriani (Modena, 1972), Firenze, Olschki, 1975, pp. 51-98. 35 Su Giuseppe Bianchini (1704-1764) cfr. S. ROTTA, voce Bianchini, Giuseppe, in DBI, v. 10, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1968, pp. 200-205. 36 Cfr. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 1, c. 111, lettera di Giuseppe Bianchini a L.A. Muratori del 27 marzo 1749: “Qual’ora V.S. illustrissima si risolva di voler fare un trattato sopra la musica ecclesiastica per mettere in vista li eccessi che nella Chiesa si sono introdotti da’ moderni compositori, con tanta stragge delle anime, io le somministrerò i materiali per un’opera così santa”. La trascrizione è tratta da L.A. MURATORI, Carteggi con Bertagni … Bianchini, a cura di E. Ferraglio e F. Marri Firenze, Olschki, 2014 (Edizione nazionale del carteggio di L.A. Muratori, vol. 7), lett. 151, p. 527. 37 Cfr. I-Bc, I.007.023 (SCHN 0752), lettera di Giuseppe Bianchini a destinatario ignoto (erroneamente identificato con G.B. Martini) del 6 giugno 1744: “Il sig. Muratori, che sta mettendo insieme un gran corpo di monumenti liturgici e rituali, potrebbe dar luogo nella opera sua alle fatiche del p. Martini, e fargliene molto onore. Dopo Cassiodoro, e Beda abbiamo di scrittori di musica sacra Aureliano cherico della Chiesa remense e l’Anonimo anteriore di alcuni secoli a Guidone Aretino. Ma né da essi, né da Bernone, né da Bernardo, né da Ermanno Contratto potiamo cavar notizie che bastino per istabilire qual fosse il vero canto ecclesiastico gregoriano. Avanti i sacramentari che medita di pubblicare il sig. Muratori quanto ci starebbe bene una dissertazione preliminare, che su tal punto mettesse in chiaro”. 38 Cfr. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 1, c. 72, lettera di Giuseppe Bianchini a L.A. Muratori del 6 giugno 1744: “Vorrei che il p. Martini di Bologna communicasse a V.S. illustrissima quanto ha trovato intorno all’antico canto ecclesiastico gregoriano. Bel punto sarebbe da 62 Muratoriana online 2023 Come concordato con Zambeccari, Muratori inviò il 19 maggio 1744 una lettera a Sassi, nella quale si ritrovano i tratti tipici della lettera di presentazione e raccomandazione. Ha preso il p. maestro Martini bolognese minor conventuale, siccome uomo dottissimo in varie professioni, a trattar della musica antica e moderna, nel quale studio forse niuno il pareggia, ed ha raccolto molti manoscritti di questo argomento. Avendo egli osservato aver io fatta menzione nelle mie Antichità italiche de’ manoscritti di Guido Aretino, Marchetto da Padova, etc., bramerebbe d’essere meglio informato d’essi libri, e mi ha fatto pregare da persona d’autorità d’implorare da V.S. illustrissima la benigna permissione, per poter ricavare ulteriori notizie di tali autori. Ho risposto che a lei porgerò le mie suppliche, siccome ora fo con tutto lo spirito; ma ch’egli abbia corrispondente costì che venga a vedere essi manoscritti, essendo ella troppo piena d’occupazioni. S’egli l’invierà, i favori che a lui ella compartirà, li riceverò io come fatti a me stesso. E se V.S. illustrissima vorrà anche permettere che esso corrispondente vegga l’indice de’ manoscritti, per cercare se vi fossero altri antichi trattati di musica, cresceranno le mie obbligazioni per l’abbondanza delle sue finezze39. Poco dopo l’invio della risposta a Zambeccari, Muratori prende l’iniziativa di scrivere direttamente a Martini, rinnovandogli la disponibilità ad aiutarlo nella ricerca bibliografica. Ben caro mi sarebbe, che la lettera da me scritta al sig. bibliotecario Sassi, riuscisse fruttuosa al disegno di Vostra Paternità intorno all’antica musica: disegno sommamente porsi in chiaro in fronte all’edizione che medita dei sacramentari, e forse col tempo si potrebbe nelle chiese ristabilire. L’odierna musica non si può più tollerare. In certe città ha un’aria da teatro più che da chiesa e fa più tosto perdere che conciliare la devozione”. La trascrizione è tratta da MURATORI, Carteggi con Bertagni … Bianchini, vol. 7, cit., lett. 93, pp. 490-491. 39 La trascrizione è tratta da Epist. X, 4912. La missiva era stata precedentemente pubblicata in Lettere inedite di Ludovico Antonio Muratori tratte dagli autografi della Biblioteca Ambrosiana, a cura di Antonio Ceruti, in Miscellanea di storia italiana edita per cura della Regia Deputazione di Storia patria, vol. VIII, Torino, Stamperia Reale, 1869, pp. 269- 408: pp. 405-406. Muratoriana online 2023 63 lodevole, non ostante che altri ne abbiano trattato, e massimamente uno scrittor perugino de’ nostri tempi che a lei sarà ben noto40. Nella Vaticana v’ha degli antichissimi antifonari colle note musicali prima di Guido, e quando mai non riuscisse a Lei di averne un saggio, potrei forse io per altra parte soddisfare al di Lei bisogno. Per altro sa Vostra Paternità non esservi stato tempo alcuno senza musica e per conseguente senza note. E v’ha chi ha trattato della musica degli antichi. Anche a’ tempi di Carlo Magno si disputò in Roma, se i romani o i franzesi avessero miglior canto. Il lume, che potrà dare […]41. 40 Muratori si riferisce alla Historia musica (Perugia, 1695) di Giovanni Andrea Angelini Bontempi (1624-1705), cantante, compositore e teorico della musica. Occorre notare che il confronto effettuato da Muratori tra l’opera di Bontempi e il progetto storiografico di Martini non appare del tutto pertinente. Infatti, come osserva Biancamaria Brumana, “nel caso della Historia musica siamo di fronte ad una esposizione sistematica dei principi della musica; in sostanza un trattato di teoria musicale piuttosto che una anticipazione della Storia della musica di padre Martini, di solito considerata il prototipo di questo tipo di studi”. Cfr. G.A. ANGELINI BONTEMPI, Historia Musica. Prima e seconda parte della teorica, a cura di B. Brumana, Bologna, Ut Orpheus, 2010, p. VII. Nel carteggio muratoriano si conserva una lettera di Angelini Bontempi del 12 gennaio 1702 (BEUMo, Arch. Mur., Filza 52, fasc. 10). Secondo Federica Missere, questa lettera, mancante dell’indicazione del destinatario, non sarebbe indirizzata a Muratori ma solamente trasmessa a quest’ultimo dall’ignoto ricevente. Cfr. Carteggio muratoriano: corrispondenti e bibliografia, a cura di F. Missere Fontana e R. Turricchia, coordinamento e introduzione di F. Marri, Bologna, Compositori, 2008, p. 41, n. 70. Secondo Federico Marri si tratta invece di una lettera inviata a Muratori da Angelini Bontempi, in risposta ad un quesito dell’erudito modenese in merito al dibattito sul ruolo della musica nel dramma antico. Cfr. Federico MARRI, Muratori, la musica e il melodramma negli anni milanesi (1695-1700), “Muratoriana”, 16 (1989), pp. 19-124: 22, n. 8. Sulla musica nella riflessione estetica di Muratori cfr. M. LUCCHI, Problemi di estetica musicale negli scritti di L.A. Muratori, in Aspetti e problemi del Settecento modenese, II (Arte e cultura nel Ducato estense), Modena, Aedes Muratoriana, 1982, pp. 219-240. 41 Cfr. I-Bc, I.007.026 (SCHN 5871), lettera di L.A. Muratori a G.B. Martini [s.d.]. Il testo, certamente di mano del Muratori, è purtroppo mutilo. La stesura del testo è collocabile tra il 19 maggio 64 Muratoriana online 2023 Martini rispose prontamente il 23 maggio 1744, ribadendo le intenzioni che animavano il suo progetto e auspicando di poter contare anche in futuro sul supporto di Muratori. È interessante notare che Martini ha conservato due diverse minute di questa lettera, indice forse di cura editoriale dovuta alla soggezione provata verso il grande erudito modenese42. La somma bontà con cui si è degnata V.S. illustrissima e di approvare la mia idea di esporre, se sarà possibile, nel vero suo prospetto l’istoria della musica e d’interporsi presso il signor bibliotecario Sassi per farmi ottenere copia de’ molti inediti di tal materia, siccome mi fa coraggio di eseguire il mio disegno, così m’obbliga a rendergliene come faccio colla presente umilissimi ringraziamenti. Certo è che nella oscurità in cui siamo pare assai difficile il poter stabilire l’epoca della musica di canto figurato. Tuttavia, avendo ricevuto non picciol lume dai tomi della Antichità prodotte da V.S. illustrissima, spererei di poter da’ trattati medesimi di Francone parisiense e di Marchetto da Padova averne tanto che mi guidasse a stabilire con fondamento qualche principio. Per quello poi che riguarda la musica di canto fermo, essendo stato vario e diverso il suo uso, siccome ho avuto l’onore di far vedere a mons. Zambeccari mio riveritissimo padrone in alcuni trattati e fragmenti antichi di canto fermo, così mi vado ingegnando per mezzo de’ miei padroni di avere da varie parti, e particolarmente dalla Francia, alcun saggio delle note de’ codici Antifonario e Responsoriale di S. Gregorio prodotto da’ padri Maurini43, e 1744, data dell’invio della risposta di Muratori a Zambeccari, e il 23 maggio 1744, data della risposta di Martini a Muratori. 42 Le due minute sono conservate in I-Bc, I.007.022 (SCHN 3508) e I.007.025 (SCHN 3509). La prima contiene una versione pressoché definitiva del testo inviato, mentre la seconda conserva solamente una prima versione del corpo del testo. In un momento successivo alla stesura, in testa alla prima minuta Martini annotò: “scritta al signor dott. Muratori in Modona giugno 1744”. Si tratta certamente di un errore di distrazione e quella della lettera conservata in BEUMo deve considerarsi come la data effettiva della missiva. Il testo di I.007.022 (SCHN 3508) è stato pubblicato in Carteggio inedito del P. Giambattista Martini, vol. I, a cura di F. Parisini, Bologna, Zanichelli, 1888, pp. 116-117. 43 Cfr. nota 16. Muratoriana online 2023 65 d’altri posteriori, per conoscerne l’uso sino a’ tempi di Guido. Io non ho che il buon desiderio di poter giovare al pubblico. Resta solo che si degnino Iddio di concedermi le forze, e i miei buoni padroni, tra quali ho la sorte di riconoscere V.S. illustrissima, i mezzi atti per effettuarlo. E implorando umilmente il di lei validissimo padrocinio, col dovuto profondissimo ossequio bacio a V.S. illustrissima le sacre mani44. In assenza di documentazione non è possibile stabilire se e con quali modalità la corrispondenza tra Martini e Muratori abbia avuto un seguito 45 . Tracce documentarie attestano che il loro rapporto non si ridusse a questa singola corrispondenza e che rimase in essere tra i due una qualche forma di contatto diretta o indiretta46. Può essere tuttavia 44 Cfr. BEUMo, Arch. Mur., Filza 71, fasc. 11, c. 1, lettera di G.B Martini a L.A. Muratori del 23 maggio 1744. 45 Schnoebelen segnala un’altra lettera di Muratori a Martini datata 3 gennaio 1748 (I-Bc, I.007.028, SCHN 3512). Si tratta tuttavia di un errore di attribuzione: la lettera è indirizzata a Celestino Petracchi, monaco benedettino, appartenente alla Congregazione dei Celestini, come la precedente del 16 ottobre 1747 (I-Bc, I.007.027, SCHN 3511). Il riferimento nel testo della missiva alle critiche rivolte ad un’opera storiografica non rimanda infatti alla Storia della musica di Martini, che nel 1748 non aveva ancora visto la luce e pertanto non avrebbe potuto essere oggetto di critica, ma al volume di Petracchi dedicato alla storia della Basilica di Santo Stefano, uscito l’anno precedente. Cfr. C. PETRACCHI, Della insigne Abbaziale Basilica di S. Stefano di Bologna, Bologna, Guidotti e Mellini, 1747. A conferma dell’identificazione del destinatario con Petracchi è possibile citare un altro esemplare di questa lettera, rilegato all’interno di un volume miscellaneo relativo alla controversia storiografica circa l’autenticità del diploma teodosiano, contenente copia dell’opera citata unitamente ad altri quattro opuscoli a firma di Alessandro Formagliari (1696-1769), Giovanni Battista Bianconi (1698-1781) e del sacerdote modenese Bartolomeo Badiali. Cfr. Libreria Oreste Gozzini (Firenze), Cataloghi di Arte, Storia e Letteratura, n. 49, maggio 2022, p. 48, n. 347. 46 Nel primo tomo della Storia della musica Martini trascrive un frammento di notazione neumatica tratto da un codice conservato nell’archivio della cattedrale modenese, dichiarando che la copia era stata ottenuta grazie a Muratori. Cfr. G.B. MARTINI, Storia della musica, I, cit., p. 184, nota 66. A questo frammento fa riferimento una lettera inviata a Martini da Lodovico Cavecchioli, che potrebbe 66 Muratoriana online 2023 interessante riportare la conclusione della vicenda che aveva dato origine a questo breve carteggio. Subito dopo la risposta di Muratori, Zambeccari ne aveva verosimilmente riferito il contenuto a Martini. Quest’ultimo aveva poi preso immediatamente contatto con un suo correligionario che in quel momento si trovava a Milano, chiedendogli di recarsi presso la Biblioteca Ambrosiana ad effettuare le ricerche concordate. Tuttavia, quando il frate si presentò al bibliotecario, la lettera di Muratori che doveva preavvisare Sassi della sua venuta non era ancora giunta a destinazione. In assenza di adeguate presentazioni e raccomandazioni, il prefetto dell’Ambrosiana aveva pertanto rifiutato di ricevere le richieste dell’inviato di Martini. La notizia del mancato accogliento delle richieste del frate bolognese non venne tuttavia comunicata da Sassi, ma da Nicolò Sormani,47 che a quel tempo svolgeva le funzioni di viceprefetto della Biblioteca Ambrosiana, mediante una comunicazione indiretta, e a tratti obliqua. essere stato il tramite tra il frate bolognese e Muratori. Cfr. I-Bc, I.022.093 (SCHN 1112), lettera di Lodovico Cavecchioli a G.B. Martini del 15 luglio 1746: “[…] ho pure parlato al sig. Muratori per le notizie che Vostra Reverenza m’impose di ricercare da esso lui, ed egli m’ha detto non aver egli presentemente altra notizia che d’un antico antifonario del 900 che si conserva nell’archivio della cattedrale di Modena, il quale è scritto della maniera appunto (per quanto egli mi ha espresso) che sono scritte alcune di quelle antiche carte che Vostra Reverenza mi fece vedere, cioè con note formate diversamente da quelle d’oggigiorno e senza virghe”. Il codice dal quale è tratto il frammento citato è il Liber cantus ad usum chori, conservato nell’Archivio Storico Diocesano di ModenaNonantola, Archivio Capitolare, Manoscritti, O.I.13. Cfr. G. VIGARANI, Inventario dei manoscritti dell’Archivio Capitolare di Modena, a cura di F. Baldelli, Modena, Mucchi, 2003, p. 52. 47 Nicolò Sormani (1686-1767) era stato nominato nel 1718 dottore della Biblioteca Ambrosiana. Fu il principale collaboratore del prefetto Giuseppe Antonio Sassi nell’azione di rinnovamento della biblioteca. Nel 1751 Sormani assunse la carica di prefetto, che mantenne fino alla morte. Cfr. A. DATTERO, voce Sormani, Nicolò, in DBI, v. 93, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana, 2018, pp. 395-396. Muratoriana online 2023 67 Il dottor bibliotecario Sormani riverisce umilmente il padre maestro segretario Menefogli,48 e sì gli dice di aver parlato col suo collega Sassi per servire il p. Giuseppe Antonio Ferrario,49 ed anche il padre maestro di cappella.50 Ma la conclusione è stata che trattandosi di copiare uno manoscritto non si può senza convocare tutta la congregazione, il che si fa appena tre volte l’anno. Nemmai si permetterà di dare copia per intero, perché li manoscritti sono preziosi e stimati per la rarità, e che il più possibile per servire tante raccomandazioni sia tal volta permettere che si trascriva alcuna piccola particella. Il sig. Muratori non ha mai scritto niente51. In quella che probabilmente era intesa come risposta ad una domanda riguardante la mancata esecuzione di quanto richiesto tramite Muratori, Sormani appare secco e inappellabile nell’elencare serie di scoraggianti impedimenti alle ricerche bibliografiche di Martini. Uno spiraglio sembrò aprirsi solo dopo che la lettera di Muratori giunse nelle mani di Sassi che, 14 giugno 1744, rispose rendendosi disponibile ad accogliere le richieste del frate bolognese in ragione della raccomandazione dell’erudito modenese. 48 Non è stato possibile rintracciare notizie su Menefogli. Un “padre Menafoglio dello stato di Milano” ricoprì nel 1737 l’incarico di cancelliere dell’inquisitore fiorentino Paolo Antonio Ambrosi, appartenente all’ordine dei minori conventuali. Cfr. M.A. MORELLI TIMPANARO, Tommaso Crudeli (Poppi 1702-1745). Contributo per uno studio sulla inquisizione a Firenze nella prima metà del XVIII secolo, Firenze, Olschki, 2003, p. 141. 49 Probabilmente da identificare con Giuseppe Antonio Ferrari, minore conventuale, il cui nome compare nel carteggio martiniano anche in un’altra lettera, contenente informazioni relative a ricerche bibliografiche sulle opere di Giovanni Battista Doni. Cfr. IBc, I.009.123 (SCHN1992), lettera di Giuseppe Antonio Ferrari a G.B. Martini del 3 marzo 1759. 50 Scil. Martini. 51 Cfr. I-Bc, I.007.024 (SCHN 5119). Più che di una lettera si tratta in realtà un biglietto scritto molto frettolosamente che potrebbe essere copia di parte di una lettera di Sormani a Menefogli oppure un allegato inviato insieme ad un’altra missiva. 68 Muratoriana online 2023 Prima che io ricevessi il gentilissimo foglio di V.S. illustrissima fu da me il corrispondente del padre maestro Martini bolognese, ma perché non seppe spiegarsi cosa bramasse il soddetto padre, nulla si conchiuse, ed indi poi non ebbi più l’onore di vederlo. Ora che intendo non desiderar egli altro che ulteriori notizie degli autori da V.S. illustrissima già indicati, ben volentieri mi offro a servirlo, bastandomi un solo cenno della di lei persona per impiegare ogni mio arbitrio e diligenza a pro massime de’ letterati di lei amici52. Le speranze di Martini erano però destinate a rimanere frustrate, poiché la disponibilità avanzata da Sassi non trovò però seguito nei fatti. Il funzionamento del network si era ormai inceppato e il frate bolognese dovette attendere più di un decennio per ottenere copia delle opere richieste. Solo nel 1755 infatti, grazie all’intervento di Baldassarre Oltrocchi53, che dal 1751 ricopriva l’incarico di proprefetto dell’Ambrosiana, giunsero finalmente a Bologna le copie del codice descritto da Muratori nelle Antiquitates54. 52 BEUMo, Arch. Mur., Filza 78, fasc. 2, c. 299, lettera di Giuseppe Antonio Sassi a L.A. Muratori del 14 giugno 1744. 53 Baldassarre Oltrocchi (1714-1797) venne cooptato nel 1748 come dottore della Biblioteca Ambrosiana e nominato nel 1751 proprefetto. Dopo la morte di Nicolò Sormani, nel 1767, Oltrocchi gli succedette nell’incarico di prefetto. Cfr. M. NAVONI, voce Oltrocchi, Baldassarre, in DBI, v. 79, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2013, p. 294. 54 La lettera di Oltrocchi in cui informa Martini dell’avvenuta copiatura risale al 18 febbraio 1755. Cfr I-Bc, I.007.002 (SCHN 3666): “Godo per altro di esser stato in qualche modo utile alle di lei dotte e virtuose fatiche, massimamente dopo essere andate a vuoto altre sue dimande fatte già su questo punto medesimo al sig. bibliotecario mio antecessore per mezzo del celebre signor dott. Muratori”. Il volume contenente la copia del codice BAMi, D 5 inf. è conservato in I-Bc, A.34. Cfr. O. MISCHIATI, Il catalogo originale dei codici manoscritti di padre Martini, “Studi Musicali”, XXVIII (1999), pp. 117-218: 123. Muratoriana online 2023 69 Verso una moderna storiografia musicale L’intervento di Muratori, per quanto a conti fatti inefficace, rappresentò tuttavia un importante sprone per Martini, ne incoraggiò i passi e ne indirizzò la ricerca. Il frate bolognese si era assunto infatti il gravoso compito non solamente di determinare l’oggetto di un campo di indagine relativamente nuovo ma anche di precisare il carattere e i requisiti del soggetto indagatore: la figura dello storiografo musicale era in fase di definizione tanto quanto quella della sua disciplina. Non è questo il luogo per formulare un giudizio complessivo sul valore della storiografia musicale martiniana55. Certamente il frate bolognese non fu solo un erudito vincolato ai modelli del passato e il suo contributo metodologico può già essere considerato per molti versi moderno. Se è innegabile che la storiografia musicale aveva ancora molta strada davanti a sé, nelle opere di Martini si possono ritrovare in statu nascenti gli elementi fondamenti della ricerca musicologica. Rimane il fatto che fu “il primo in Italia, a voler scrivere una vera e propria ‘storia’ della musica, dei fatti musicali nella loro globalità, includendo tra questi anche i sistemi musicali e la loro evoluzione”56. Con il suo progetto storiografico, Martini mirava, da un lato, a legittimare l’ammissione della musica all’interno della cultura erudita e, dall’altro, tramite l’uso della lingua italiana, intendeva rendere la storia della musica accessibile ad un pubblico più ampio, operando una mediazione tra “interessi specialistici ed istanze ‘divulgative’ ”57. Fondamentale in questa direzione fu l’attività epistolare del frate bolognese che, come mostra il breve carteggio con Muratori, si dimostrò un abilissimo tessitore di reti attraverso le quali garantire alla musica un posto di riguardo nella repubblica italiana delle lettere. 55 56 57 PASQUINI, Giambattista Martini, cit., pp. 117-120. Cfr. A. ZIINO, Martini studioso di musica medievale, cit. p. 63. Cfr. D. RESTANI, Martini studioso di musica greca, cit., p. 47. 70 Muratoriana online 2023 ANGELO COLOMBO Addizioni minime ai carteggi di Lodovico Antonio Muratori (con qualche rilievo di metodo) a vastità e la coesistenza di problematiche disparate che assillano quanti si dedichino alla pubblicazione dei carteggi moderni è parte di una consapevolezza ormai talmente radicata negli studiosi, da sollevare chi scrive dagli obblighi di un preambolo specifico in materia. Anni addietro è stato ribadito con valore di bilancio, del resto, il considerevole dispendio di energie atteso dal responsabile dell’edizione “di tutti i carteggi di un autore del quale già è stato pubblicato l’epistolario” – con rinvio al caso ovvio del Muratori – perché “ogni corrispondente ha un suo linguaggio e vive una sua situazione”1, che vanno illustrati e capiti: come esplorata e conosciuta con il necessario rigore, è da aggiungere, dovrà essere la sua scrittura, intesa non tanto quale fatto meccanico e seriale, circoscritto all’esecuzione di una manualità neutra di supplenza della voce, ma nel suo doppio valore di espressione fisica soggettiva e di rappresentazione mentale della personalità cui essa appartiene. Valido e non meno giustificabile, naturalmente, è peraltro il richiamo ai buoni diritti di una recensio ecumenica dei materiali pertinenti, che comporti perciò il recupero di “tutte le lettere disponibili”, pervenute a biblioteche e ad archivi pubblici o custodite in sedi distinte da essi, non escluse le collezioni private di autografi. Esemplare in questo senso è, di nuovo, la vicenda del Muratori e dell’Epistolario 1 A. VECCHI, Motivi per una ecdotica degli epistolari e dei carteggi, in Metodologia ecdotica dei carteggi, Atti del Convegno internazionale di studi (Roma, 23-25 ottobre 1980), a cura di E. d’Auria, Firenze, Le Monnier, 1989, p. 31. Muratoriana online 2023 71 allestito cronologicamente dal marchese Matteo Càmpori nel primo ventennio del Novecento 2 , rispetto al quale “molte lettere vennero alla luce dopoché i volumi che avrebbero dovuto accoglierle” erano stati pubblicati; in tale circostanza, “l’attenzione dei detentori d’inediti era stata svegliata dal fatto compiuto” della monumentale iniziativa 3 , che aveva così operato una funzione salutare di trascinamento nel recupero di quanto era rimasto fino ad allora occultato in raccolte periferiche ed ignote ai ricercatori. Se la conoscenza incompleta e l’esplorazione solo parziale dei fondi privati, oltre che degli archivi occasionali e volatili che si costituiscono presso le librerie antiquarie, resta un elemento di debolezza nel piano dell’edizione di un epistolario o di un carteggio (non ne va esente quello muratoriano, visto che il censimento delle carte è condotto, per l’essenziale, tra fondi pubblici italiani e stranieri)4, ciò continua a essere vero anche quando gli archivi o le biblioteche non siano istituti privati, ma la loro fruizione venga condizionata da fattori esterni o interni ben altro che inabituali, quali l’accessibilità difficoltosa delle carte e la loro catalogazione imperfetta, o persino la sua assenza: da soli, ostacoli del genere pesano sui destini di compiutezza di una qualsiasi edizione di corrispondenze che si voglia proporre di essere integrale e definitiva, così come impediscono il conseguimento del traguardo la dispersione pulviscolare dei documenti in sedi numerose e inaspettate, la loro scoperta tardiva a causa di un riordino più efficace dei fondi già noti, o il ritrovamento occasionale di quanto era stato confinato, a un certo punto, in sedi improprie che ne avevano decretato la condizione temporanea di deperditus. La raccolta e lo studio dei fogli epistolari, a ogni buon conto, appartiene alla sfera dei lavori destinati più di ogni altro a rimanere aperti e in progress, 2 L.A. MURATORI, Epistolario, a cura di M. Càmpori, Modena, Società tipografica modenese, 1901-1922, 14 voll. (di seguito Epist.). 3 VECCHI, Motivi per una ecdotica, cit., p. 27. 4 Carteggio muratoriano: corrispondenti e bibliografia, a cura di F. Missere Fontana e R. Turricchia, coordinamento e introduzione di F. Marri, Bologna, Editrice Compositori, 2008 (Emilia-Romagna biblioteche, archivi; 66), di seguito CMCEB, pp. 21 e 31-33. 72 Muratoriana online 2023 come è ben noto a tutti coloro che abbiano praticato un esercizio del genere; quale aneddoto e controprova, si ricorderà in merito che suscitò qualche sorpresa legittima il titolo di Tutte le lettere assegnato tempo fa (1986), con scarsa cautela, all’edizione delle corrispondenze epistolari di un nostro classico dell’Ottocento, della quale poco dopo furono facilmente dimostrate le lacune (la circostanza finì per dare l’occasione di un’irosa defensoria pubblica a chi era rimasto stupito dalle riserve non meno che dai recuperi inattesi, i quali, carte alla mano, invalidavano senza scampo la titolazione fiduciosa della sua raccolta)5. Il carteggio dell’erudito vignolese, così ampio e talmente variegato da avere assunto con piena liceità la funzione di nutritissimo deposito documentario attraverso il quale si riflette, insieme con i suoi aspetti innumerevoli, un’intera età storica della cultura italiana alla vigilia dei Lumi, si presta agevolmente a illustrare quanto esposto poc’anzi. Ciò è suscettibile di conferma sia sul versante dei nuovi ritrovamenti cui offrono occasione le risorse inesauribili degli archivi pubblici, sia su quello delle ricerche di materiali sconosciuti che si celino nelle collezioni private e nella loro ‘proiezione dinamica’, costituita dagli archivi temporanei in possesso dei commercianti di autografi, verso i quali convergono e da cui si dipartono le vie tortuose di un ancora vivace mercato di compravendita delle carte muratoriane. Questo secondo caso può venire esemplificato dalla comparsa recente di un importante foglio epistolare, fin qui sconosciuto, dell’anziano Muratori, il quale si giudicava ormai incapace di dedicarsi a nuovi argomenti nel “poco tempo” che gli “restava di vita” indirizzandosi da Modena il 27 dicembre del 1747 – poco più di due anni prima della scomparsa – allo storico e filologo Giovanni Lami (Santa Croce sull’Arno, 8 novembre 1697-Firenze, 6 febbraio 1770). Per una svista, l’antiquario possessore del documento epistolare, però, lo ha reso noto identificando l’interlocutore del Muratori nell’erudito 5 La reazione cui si allude è in D. ISELLA, Lettere (Aggiunta II all’edizione di Cesare Arieti), “Annali manzoniani”, n.s., II (1994), p. 79. Ci piace qui segnalare per la sua recenziorità, tuttavia, il bel tributo allo studioso e al brillante saggista di P. BONGRANI, Quattro studi per Dante Isella. In memoria, Milano, Il muro di Tessa, 2022. Muratoriana online 2023 73 friulano Giuseppe Bini (Varmo, 22 aprile 1689-Gemona, 16 marzo 1773), in ragione del fatto che il Lami si era coperto, in alcuni casi, sotto lo pseudonimo di Giuseppe Clemente Bini6. La confusione tra i due personaggi e la catalogazione inesatta hanno rischiato di sviare gli studiosi in cerca di lettere del Lami e del vero Bini, ma i temi ai quali si riferisce la missiva consentono fortunatamente di sciogliere l’equivoco sottraendola al carteggio biniano del Muratori e restituendola al dialogo con il Lami, i cui documenti epistolari sono in corso di raccolta e di indagine nell’ambito dell’Edizione Nazionale muratoriana 7 . La lettera merita tanto più rilievo perché, dando voce a un pur garbato rimprovero conferito alle responsabilità di terzi, essa pone a fuoco un aspetto specifico dei giudizi sulle pubblicazioni periodiche formulati dal Muratori, che in tal caso revoca in dubbio l’apertura degli orizzonti culturali cui era stata ispirata l’ideazione delle “Novelle letterarie”; la loro diffusione a largo raggio e su scala europea appariva fragile e stentata, infatti, a causa del dannoso ripiegamento municipalistico che esse avevano manifestato da ultimo: Debbo […] dirle che persone passate per Modena si son lagnate per veder le sue Novelle letterarie non più lavorate con quella esattezza che si osservava negli anni addietro, empiendosi talvolta il foglio con lettere di niun momento e libercoli più leggieri della fiamma. Ho io risposto provvedere l’Italia pochi libri; ed essi mi han replicato non ne mancare, e poi si può ricorrere agli oltramontani, che abbondano 8. I casi analoghi sono probabilmente numerosi, ma per rimanere nell’ambito della medesima, benemerita iniziativa del carteggio muratoriano, uno dei volumi recenti ospitati nell’Edizione Nazionale e affidato alle cure di chi scrive permette altre piccole verifiche a breve distanza dalla sua 6 Scarperia e San Piero (Firenze), Galileum Autografi, bifolio di mm. 220  155 (da c. 2r la citazione); sul personaggio si rimanda perlomeno a M.P. PAOLI, Giovanni Lami, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2004, vol. LXIII, pp. 227-233. 7 L.A. MURATORI, Carteggi con Hakemann … Lazzarelli, Firenze, Olschki (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. XXIV), in preparazione. 8 La citazione è da c. 1v dell’autografo di cui alla precedente nota 6. 74 Muratoriana online 2023 comparsa9. Esse saranno dunque da ritenere, oltre che prove di conferma degli asserti generali cui è stato fatto cenno, altrettante schede opportune all’aggiornamento del quale è passibile il dovizioso corpus di settecento e più lettere che quella pubblicazione ha avuto modo di riunire10. Il primo esempio utile al proposito appena dichiarato viene offerto dalla corrispondenza del Muratori con il bolognese Giovanni Battista Bianconi (Calcara, 12 maggio 1698-Bologna, 13 agosto 1781), erudito e filologo, esperto di caldeo e di arabo, lettore di lingua greca all’Archiginnasio felsineo per trentuno anni (1732-1763), più apprezzato dal suo interlocutore in qualità di storico del Medioevo11. Il dialogo epistolare fra i due (per un totale di 73 pezzi del periodo 17221738, allo stato attuale) è conosciuto grazie agli originali delle lettere del Bianconi giacenti presso l’Archivio muratoriano alla L.A. MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, a cura di A. Colombo, Firenze, Olschki, 2020 (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. VIII). 10 Circa il volume di cui si discute cfr. le recensioni di R. TURCHI, “La Rassegna della letteratura italiana”, CXXV (2021), 1, p. 215; R. PASTA, “Archivio storico italiano”, CLXXIX (2021), pp. 643-644; S. CUOGHI, “Paideia”, LXXVI (2021), pp. 611-615; A. DARDI, “Seicento e Settecento”, XVI (2021), pp. 187-190; A. BRAMBILLA, “Aevum”, XCV (2021), pp. 856-857; F. ARATO, “Giornale storico della letteratura italiana”, CXCIX (2022), pp. 131-134; F. FABBRI, “Studi e problemi di critica testuale”, vol. 104 (2022), pp. 289-292. 11 Su di lui e sugli argomenti della sua conversazione epistolare con Muratori rimandiamo alla sintesi prodotta in MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., pp. 16-23 (e relative note bibliografiche). È frutto di un’inesattezza quanto si legge in G. CANTARUTTI, Effetto edizione. Il caso Giovanni Battista Bianconi, in “L’uomo, se non teme fatica, può far di gran cose”. Studi muratoriani in onore di Fabio Marri, a cura di A. Cottignoli e F. Missere Fontana, Modena, Centro di studi muratoriani, 2020, p. 112, secondo cui l’incarico di lettore di greco all’Archiginnasio cittadino si sarebbe prolungato ben quarantuno anni, fino al 1773: cfr. al contrario L. FRATI, Della vita e degli scritti di Giambattista Bianconi. Memorie (nozze Casoni-Bianconi), Bologna, Tipografia all’Ancora, 1858, p. 12 (“Nell’anno appresso [1763] per la medesima ragione [era “bisognevole di riposo”] ottenne di cessare dall’insegnamento della greca favella”). 9 Muratoriana online 2023 75 Biblioteca Estense Universitaria di Modena12 e, sul versante delle carte epistolari di mano dal suo corrispondente modenese, tramite diciotto copie giacenti nella medesima sede archivistica, cui aggiungere quanto raccolto negli Scritti inediti del 1872 e la pubblicazione integrale delle lettere effettuata dal Càmpori (25 pezzi)13, che dichiarò di avere trascritto gli originali muratoriani quasi per intero dalle carte custodite nell’“Archivio Bianconi” di Bologna. Quest’ultimo deposito, preziosissimo per la numerosità dei documenti che conteneva, è dichiarato irreperibile nella nostra edizione del carteggio 14 . Ha dunque prodotto grande interesse ciò che è stato riferito in tempi vicini da una studiosa, secondo la quale l’“archivio della Famiglia Bianconi lungamente creduto disperso” sarebbe “giunto all’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna nel 2010 per legato dell’ultima erede della famiglia Bianconi, Paola Giovannini”, costituendovi in tal modo uno “splendido, enorme tesoro epistolare”15. In realtà, i dati non sono completamente esatti. L’archivio seguì la linea ereditaria maschile dei Bianconi, terminata con Giuseppe Giovanni (1809-1878), per passare in seguito alla linea femminile, rappresentata da Giulia Bianconi Venturoli (1838-1888) e poi da Maria Pia Bianconi (1872-1900), andata sposa a Luigi Giovannini: da quel momento esso seguì le sorti della nuova famiglia. Agli inizi degli anni Novanta quanto era rimasto, conservato da Gian Lodovico Giovannini presso la villa di campagna a Idice, venne trasferito in via Oberdan 16, a Bologna, allo scopo di permetterne la consultazione da parte di Carolina Crovara Pescia in servizio della sua tesi di laurea (Carlo Bianconi e Modena, Biblioteca Estense e Universitaria (d’ora in avanti BEUMo), Archivio muratoriano (da qui in poi Arch. Mur.), Filza 55, fasc. 5. 13 BEUMo, Arch. Mur., Filza 48, fasc. 20.11; L.A. MURATORI, Scritti inediti, pubblicati a celebrare il secondo centenario della nascita di lui, Bologna, Zanichelli, 1872, vol. II, pp. 345-361; Epist. VII, 2289, 2372, 2450-2451, 2456, 2463, 2473, 2485, 2529, 2577, 2580, 2588, 2599, 2621, 2623, 2670, 2680, 2716, 2719, 3123, 3126, 3128, 3313 e 3319. Cfr. CMCEB, n. 250, p. 56; l’intero corpus attualmente disponibile è ora in Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, cit., pp. 25-62. 14 MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., p. 17, nota 3. 15 CANTARUTTI, Effetto edizione, cit., p. 116. 12 76 Muratoriana online 2023 l’architettura: l’archivio di famiglia, i disegni, le fabbriche, gli studi vitruviani, relatore Gabriele Morolli, Università di Firenze, a.a. 1995-1996, 2 voll.) 16 e lì rimase fino alla donazione effettuata da Paola Giovannini (1924-2009), che, prima della scomparsa, scelse di legare le carte della famiglia alla parrocchia di S. Pietro nella Metropolitana di Bologna, da dove sono pervenute all’Archivio generale arcivescovile cittadino (2010-2011) 17 . In merito allo stato di conservazione, però, l’ottimismo espresso dalle parole sopra trascritte si trova smentito dalle condizioni odierne in cui versa il legato, dal momento che solo una parte dell’archivio Bianconi, colpito dalle conseguenze delle successioni ereditarie, dei traslochi e degli eventi bellici, è giunta alla sede attuale: sfortunatamente, in quanto è rimasto le corrispondenze spedite dal Muratori a Giovanni Battista Bianconi non risultano sopravvissute e, salvo recuperi che al momento non sembrano prevedibili, si confermano smarrite 18 . Malgrado le aspettative fiduciose, rimane perciò valido quanto è stato dichiarato, editando il carteggio Bianconi-Muratori, in materia di irreperibilità degli autografi muratoriani, del cui aspetto continua a fare fede allo stato presente la sola edizione completa di essi fornita dall’Epistolario del Càmpori. Circa quest’ultima, resta tuttavia confortante presumere che il quoziente di esattezza nella trascrizione degli originali 16 Cfr. C. CROVARA PESCIA, Carlo Bianconi, architetto-decoratore. Le opere bolognesi: gallerie, ville, palazzi, “Strenna storica bolognese”, XLVII (1997), pp. 185-200; EAD., Villa Bianconi a Calcara: un’opera architettonica ‘in famiglia’, “Strenna storica bolognese”, XLVIII (1998), pp. 163-188. 17 Per una descrizione sommaria del fondo, denominato Famiglia Bianconi-Giovannini, e delle sue due parti (archivio Bianconi e archivio Bianconi-Giovannini) si rimanda a L’Archivio Generale Arcivescovile di Bologna. Inventario-guida dei fondi ordinati e consultabili, a cura di M. Fanti, Bologna, Costa, 2015, pp. 202-203; è ora disponibile, invece, un quadro dettagliato, messo a punto dopo la catalogazione esauriente dei materiali, in Archivio delle famiglie Bianconi e Giovannini. Inventario, a cura di D. Nardin, Bologna, s.e., 2023 (in https://www.archivio-arcivescovile-bo.it/patrimonio/): la vicenda storica si legge ivi, pp. 1-5. 18 Ce ne fornisce ulteriore conferma il dott. Simone Marchesani (Bologna, Archivio arcivescovile), che ringraziamo. Muratoriana online 2023 77 sia elevato, poiché sembra probabile che lo studioso modenese non dovette ricorrere a copiatori occasionali e di affidabilità incerta per quel lavoro, in virtù della prossimità geografica a Bologna e della conseguente ricognizione autoptica di cui egli poté fare oggetto l’archivio storico della famiglia Bianconi19. Ogni volta che ciò si è reso verificabile nel caso di altri carteggi, in effetti, la collazione della stampa con gli originali ha certificato la bontà sostanziale dell’edizione messa a punto dal Càmpori a partire da una conoscenza diretta e personale dei documenti manoscritti. Diverso e di segno positivo si rivela, al contrario, il ritrovamento propiziato dal riordino di una filza dell’Archivio muratoriano di Modena rimasta a lungo priva di inventariazione adeguata; segnalato tardi perché potesse trovare posto nell’edizione del carteggio con l’erudito estense a lui consacrato20, un biglietto di pugno di Pier Francesco Bottazzoni può dunque essere reso noto ora a titolo di integrazione e secondo i medesimi criteri in uso nell’Edizione Nazionale21: ‹Bologna, seconda metà di febbraio 1703› Dopo avere io scritto una lunga lettera a V.S. eccellentissima mi conviene soggiugnerle che nell’incarricarmi questa mattina il nostro signor marchese Orsi d’intendere dal signor dott. Sbaragli, annoverato dal sig. Lamindo Pritanio fra’ suoi virtuosi accademici, qual modo voglia egli tenere nella risposta alla lettera circolare del sudetto sig. Lamindo, m’ha significato il medesimo signor Marchese d’avere cominciato carteggiare col sig. Pritanio. La circostanza pare del tutto probabile, malgrado l’avvertenza che si legge in Epist., VI, p. 2204, a proposito del ruolo di terzi, che andrà riferita a un numero circoscritto di casi, non certo alla globalità dei documenti raccolti nel corposo volume. 20 Recuperi muratoriani: lettere e corrispondenti della Filza 86, catalogo di F. Missere Fontana; trascrizioni di D. Gianaroli, coordinamento e introduzione di F. Marri, Verona, QuiEdit, Centro di ricerca sugli epistolari del Settecento, 2020 (Reperta/Dagli archivi, 4); MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., pp. 655-668 (25 pezzi, tutti del Bottazzoni). 21 Si leggono in Norme per l’edizione del carteggio muratoriano, a cura di F. Marri, Modena, Aedes Muratoriana, 1989. 19 78 Muratoriana online 2023 Avuta che averò la risposta del sig. Sbaragli la comunicherò ancora a V.S. eccellentissima, e nuovamente la riverisco…22. Al principio del 1703 il Bottazzoni – dal 1700 segretario del marchese Giovan Gioseffo Orsi, oltre che letterato non trascurabile e infine professore di umane lettere nello Studio bolognese23 – si venne a trovare implicato nella gestazione dei muratoriani Primi disegni della repubblica letteraria d’Italia24, allestiti dal bibliotecario estense sotto lo pseudonimo cautelativo di Lamindo Pritanio: un artificio di cui non erano al corrente l’Orsi né lo “Sbaragli” citato nella missiva (forse da riconoscere nel medico e anatomista Giovanni Girolamo Sbaraglia, animatore di una celebre polemica contro Marcello Malpighi) 25 . Il manoscritto dei Primi disegni sarebbe pervenuto a Bologna, fra le mani del Bottazzoni e poi dell’Orsi, solo alla metà del marzo seguente, quando il secondo, ormai informato dell’origine di quell’operetta, scrisse al corrispondente modenese: “Mi giunse poi il manoscritto di V.S. eccellentissima, come suppongo le abbia avvisato il dott. Bottazzoni” 26 . Stante l’identità fittizia che 22 BEUMo, Arch. Mur., Filza 86, fasc. 4 C, c. 40r; manca in CMCEB, n. 321, p. 62, ma cfr. Recuperi muratoriani, cit., p. 189. 23 Si veda per brevità la scheda a lui relativa e al suo dialogo epistolare con il Muratori in Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., pp. 647-654; sui rapporti fra l’Orsi e il Muratori si rinvia senz’altro a L.A. MURATORI, Carteggio con Giovan Gioseffo Orsi, a cura di A. Cottignoli, Firenze, Olschki, 1984 (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. XXXII); A. COTTIGNOLI, Muratori teorico. La revisione della «Perfetta poesia» e la questione del teatro, Bologna, Clueb, 1987, pp. 37-47; A. BATTISTINI, Bologna, 1703. Alla ricerca di un’identità nazionale, in Atlante della letteratura italiana, a cura di S. Luzzatto e G. Pedullà, vol. II, Dalla Controriforma alla Restaurazione, a cura di E. Irace, Torino, Einaudi, 2011, pp. 571-576. 24 LAMINDO PRITANIO, I primi disegni della Repubblica letteraria d’Italia rubati al segreto e donati alla curiosità de gli altri eruditi, Napoli, s.e., 1703. 25 Su di lui cfr. M. BRESADOLA, Giovanni Girolamo Sbaraglia, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 2018, vol. XCI, pp. 169-171. 26 MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 8, p. 659 (del 16 marzo 1703); Muratori, Carteggio con Giovan Gioseffo Orsi, vol. XXXII, cit., lett. 159, p. 130 (del 19 marzo 1703). Muratoriana online 2023 79 nascondeva il nome del Muratori, l’Orsi non era dunque in grado di carteggiare con il preteso Lamindo Pritanio, come invece dichiarava – teste la scrittura fin qui inedita – lo Sbaraglia, tanto che il 22 febbraio del 1703, rispondendo a una missiva smarrita del Muratori, il Bottazzoni gli scriveva, riferendosi esattamente ai contenuti della sua letterina precedente e ora ritrovata: Temei anch’io che fosse una amorevole insidia quella del nostro signor Marchese quando mi disse che carteggiava con Lamindo Pritanio, ma conobbi dopoi essere stato un mero supposto dello stesso cavaliero mentre truovandomi con esso lui alla commedia ed interrogatolo quale risposta doveva io dare al signor dott. Sbaraglia se mi chiedesse chi fosse questo Pritanio rispose Bernardo Trevisani, il quale fallace supposto fu da me comunicato al sig. Sbaraglia medesimo, che si mostra uomo nuovo in codesta faccenda e che non vuole saper nulla di tale accademia 27. Il biglietto che abbiamo pubblicato poco sopra è dunque da collocare nella seconda metà di febbraio del 1703 e, in forza del suo contenuto, precedette di qualche giorno il 22 del mese, quando venne scritta la lettera appena ricordata28. Non a un ritrovamento fortunoso, ma alla lettura differente di una data si ispira invece il ritocco alla seriazione delle lettere che compongono il robusto carteggio (187 pezzi) del Muratori con l’avvocato Ottavio Bocchi (Venezia, 14 ottobre 1697-21 giugno 1749), storico e antiquario, collezionista e studioso delle origini di Adria (la sua raccolta epigrafica, alimentata dai discendenti, stimolò la curiosità di Theodor Mommsen, che la volle osservare di persona e ne trasse giovamento per le proprie ricerche)29. In un lavoro recente, scaturito dalla volontà di ricomporre la dispersa collezione MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 7, pp. 658-659. 28 Esso andrà perciò inserito fra la lett. 6 e la 7 in MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., p. 658. 29 Cfr. C. DE MICHELIS, Ottavio Bocchi, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1969, vol. XI, pp. 75-76; MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., pp. 225-226 (con i rinvii bibliografici forniti nelle note). 27 80 Muratoriana online 2023 epigrafica dell’abate veneziano Onorio Arrigoni (Arigoni, secondo la grafia veneta corrente), che nel 1741 firmò il primo tomo dei Numismata quaedam cuiuscumque formae et metalli musaei Honorii Arigoni veneti ad usum iuventutis rei nummariae studiosae30, Lorenzo Calvelli si è interrogato sulla consistenza di quella raccolta avvalendosi anche delle scarne testimonianze custodite proprio dal carteggio del Muratori con il Bocchi, che per conto del suo corrispondente modenese vide e copiò ben trenta epigrafi del museo arrigoniano in servizio del discusso Novus thesaurus veterum inscriptionum in praecipuis earumdem collectionibus hactenus praetermissarum (Mediolani, ex Aedibus Palatinis, 17391742, 4 tomi), in via di allestimento per mano dell’amico31. Alla lettera posta sotto la data del 18 gennaio 1736, in effetti, il Bocchi allegò quattro “inserte” riservate alla trascrizione di un numero variabile di materiali epigrafici sparsi in sedi veneziane differenti, ovvero un “marmo con greca iscrizione esistente appresso il sig. Apostolo Zeno”, un secondo “marmo greco del detto sig. Apostolo” recante però una scrittura oltremodo guasta, in terzo luogo il “disegno del marmo greco esistente presso il museo Capello”, mentre la “quarta” delle “inserte” contenne “trenta iscrizioni” copiate dai “marmi che sono appresso l’illustrissimo sig. Arigoni nostro degnissimo concittadino”32. L’ultimo degli allegati di cui è menzione nella lettera del Bocchi è stato identificato in un bifolio (dal titolo di Iscrizioni antiche esistenti apresso l’Ill.e S.r Abb.e Onorio Arigoni cittadino 30 Corrispondente muratoriano a sua volta, benché titolare, per ora, di un’unica missiva: cfr. L.A. MURATORI, Carteggi con Amenta … Azzi, a cura di M.G. Di Campli e C. Forlani, Firenze, Olschki, 1995 (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. II), pp. 239240. Un cenno su di lui è anche in I. FAVARETTO, Arte antica e cultura antiquaria nelle collezioni venete al tempo della Serenissima, Roma, “L’Erma” di Bretschneider, 1990, pp. 200-201. 31 L. CALVELLI, Da Roma a Venezia: la collezione epigrafica dell'abate Onorio Arrigoni, in Collezionisti e collezioni di antichità e di numismatica a Venezia nel Settecento, Atti del Convegno (Trieste, 6-7 dicembre 2019), a cura di A. Gariboldi, Trieste, EUT, 2022, pp. 37-76. 32 MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 25, p. 254. Muratoriana online 2023 81 veneto degnissimo) custodito a Modena nell’Archivio muratoriano33, dove appare privo di data ma siglato “N.° 4”, visto dai curatori del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL) quando ancora si trovava, però, in casa di Pietro Soli; il documento è ora riproposto da Calvelli34. L’identificazione del materiale non ha motivo di sollevare riserve o destare contrarietà, presentando carattere di verosimiglianza; essa tuttavia induce a riaprire l’inchiesta attorno alla lettera di accompagnamento del Bocchi, che trova corrispondenza simmetrica nella missiva di risposta inviata dal Muratori all’avvocato veneziano il 23 gennaio del 1737 35 , dove il bibliotecario estense ringrazia della “ricca flotta d’iscrizioni” e assicura che renderà “onore” tanto al Bocchi, che “al sig. Arigoni”. La stessa lettera menziona inoltre la “Risposta al p. Georgio” (vale a dire le Dissertationes apologeticae del cavaliere di Malta Giovanni Antonio Ciantar contro le Inspectationes anticriticae del benedettino raguseo Ignjat Đurđević circa l’identificazione della Melita insula sulla quale, secondo la tradizione raccolta in Act. Apost. 28,1, sarebbe sbarcato l’apostolo Paolo) e la questione complessa della sua stampa, che erano state oggetto di rapida allusione nella missiva scritta dal Bocchi il 18 gennaio del 1736, di cui è in tal modo ribadita la solidarietà con quella muratoriana del 23 gennaio 1737. Dal confronto dialogico sorto intorno ai medesimi temi di discussione sarà dunque lecito congetturare che la data della prima delle due corrispondenze, vergata dal Bocchi, sia da intendere more veneto (18 gennaio 1737), benché tale specificità non venga indicata, diversamente da molti altri casi (non tutti, però), tramite la consueta nota m.v. nell’autografo. Se il ritocco che proponiamo risulta del tutto ininfluente sul significato della conversazione epistolare, si potranno invece ridurre di molto i tempi di attesa intercorsi fra la lettera dell’erudito veneziano e la risposta del Muratori, come del 33 BEUMo, Arch. Mur., Filza 37, fasc. 5, cc. 142r-143v. F. MISSERE FONTANA, Un’occhiata nell’Archivio Muratoriano insieme agli editori del «Corpus Inscriptionum Latinarum», nell’estate del 1863, “Muratoriana online”, 2012, pp. 53-80; CALVELLI, Da Roma a Venezia, cit., pp. 48-51. 35 MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 40, p. 264. 34 82 Muratoriana online 2023 resto suggeriscono di fare altri casi nello stesso carteggio, dove le missive dell’uno sono seguite dalle repliche dell’altro, di solito, nel giro di pochi giorni. Una manciata di emendamenti, tanto più scarsa quanto è cospicua la massa delle lettere confluite nel volume del quale discorriamo, ha proposto Andrea Dardi in una sua recensione36, dopo l’esame personale dei materiali compiuto dichiaratamente grazie alle “buone digitalizzazioni dell’Archivio muratoriano”; non tutti i rilievi appaiono accettabili. È il caso di passarli in rassegna qui di seguito sia per comodità del lettore, sia allo scopo di evitare che vengano ingenerati equivoci presso quanti si dedicheranno in futuro allo studio dei medesimi documenti (sono indicati, oltre al nome del mittente, il numero della missiva e la pagina della nostra edizione). Una costante nell’operare del recensore è quella di dare per certa una lezione graficamente insicura, o facile a revocarsi in dubbio, quando la cautela imporrebbe semmai la formulazione di ipotesi sostitutive a partire da un’analisi attenta del referto manoscritto, tanto più raccomandabile se è obiettiva, come il Dardi stesso riconosce, “l’onerosità” di “decifrare 66 scritture diverse, alcune passabilmente sgangherate, e di misurarsi con tre lingue (senza contare l’unica lettera in greco […])” (scorda, a dire il vero, il fatto che siano presenti in questa compagine epistolare anche lemmi in ebraico, samaritano e fenicio: Guillaume Bonjour, MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 4, p. 514). Osservando il carteggio muratoriano di Carlo Bianconi (lett. 1, p. 13), nel sintagma “pretensione che l’Angela asseriva essere” – cioè ‘sussistere’ – “con li signori Petramelara”, il Dardi sostituisce allora il verbo all’infinito con “avere”, che garantisce una lettura più lineare e moderna, ma che l’autografo non sostiene con certezza; analogamente (lett. 3, p. 14), egli ritiene di correggere la lezione, molto precaria sul piano della decifrazione grafica, “biglietti da morte” (vale a dire, certificati che attestavano i lutti famigliari patiti da Isabella Crespi Fontana e che ne avevano cagionato la causa ereditaria, cui si allude nella corrispondenza) con “biglietti da monte”, vale a dire “cedole del monte di pietà”, l’esistenza delle quali è, peraltro, solo postulata. 36 Nell’elenco fornito supra, nota 10. Muratoriana online 2023 83 Due lettere dopo (lett. 5, p. 15), alla designazione graficamente plausibile di “aventata lettera”, che bene esprime l’atteggiamento d’ossequio da cui sono pervase le corrispondenze mediante le quali il sacerdote Carlo Bianconi si rivolgeva al Muratori, è preferito quello neutro di “accennata lettera”, che non è inverosimile dal punto di vista grafico, ma resta perlomeno molto fragile nel contesto del dialogo, come debolissimo – per non dire invalido – è, a qualche riga di distanza, il surrogato di “contratto” in luogo del “contrasto” su cui insistono le lettere del Bianconi (lezione anche semanticamente calzante, mentre appare piuttosto improbabile essere “molestati” da un “contratto”). Spiace inoltre che nel carteggio muratoriano del già ricordato Giovanni Battista Bianconi, fratello di Carlo (lett. 72, p. 62), il Dardi imponga a forza il raro “potressimo” (anziché il comune “potessimo”: “potessimo dir di fianco”), insieme con la definizione superflua “tipo di condizionale presente” (con tanto di rinvio alla Grammatica storica del Rohlfs), quando lo stesso manoscritto documenta ad abundantiam che le scrizioni di -t- e di -tr- non si distinguono (fig. 1) e che il gruppo tr- presenta una grafia ben diversa due righe più sotto (“trent’anni”), sicché il raro “tipo di condizionale presente” è epifania grata alla volontà del recensore molto più di quanto non sia evidenza grafica suscettibile di certificazione autoptica. Fig. 1. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 5, c. 69r, Giovanni Battista Bianconi a Muratori. 84 Muratoriana online 2023 Passando a Jean-Paul Bignon (lett. 11, p. 100), è opinione del Dardi che l’espressione “vos réservations” (naturalmente nel significato di ‘riserve’, ‘rilievi’) debba sostituirsi con uno sbiadito “vos observations”, benché il nesso ob- sia ben arduo da leggersi, dal momento che nella grafia del Bignon la o- incipitaria presenta in genere l’occhiello chiuso (come poco più sotto documenta esemplarmente, peraltro, il nitidissimo lemma “ouvrages”). Non meno infelice si rivela l’emendamento a una lettera di Cesare Bigolotti (lett. 4, p. 106), dove un “falso supposto” dovrebbe sostituire l’espressione “fatto supposto”, mentre il manoscritto, benché reso poco leggibile da un ricalco d’inchiostro, esibisce in realtà la lezione “fat[t]o” (fig. 2); nel medesimo dialogo epistolare (lett. 11, p. 113), il recensore crede di vedere, contro “Io procurarò il più che ho saputo succintamente”, un “Ho proccurato… sucintamente”: l’autografo rivela senza dubbio che le due correzioni sono parimenti sbagliate e che la prima – qualora proprio si voglia raddrizzare l’ortopedia sintattica – dovrà essere mutata, semmai, in “Io ‹ho› proccurato”. Fig. 2. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55.9, c. 5r, Cesare Bigolotti a Muratori. Quanto sia metodologicamente deleterio considerare la scrittura una semplice espressione di manualità irriflessa e porsi sul piano inclinato degli emendamenti suggeriti da un ingenium tutto personale, che frutta storture interpretative e incorre spesso nell’esito di una banalizzazione più o meno irrispettosa del testo, è inoltre dimostrato con limpidezza dal carteggio muratoriano del menzionato Giuseppe Bini (lett. 7, p. 184), quando il Dardi pensa di correggere l’espressione “è ben agevolezza conoscersi” mediante un facile “è ben agevole da conoscersi”. Chiunque abbia studiato la grafia del Bini gli è grato perché era consuetudine dell’erudito friulano Muratoriana online 2023 85 distinguere e separare i lemmi facilitandone in tal modo la lettura; la manipolazione effettuata dal recensore a danno del chiarissimo lemma “agevolezza” (fig. 3), troncato e storpiato nella forma di “agevole da” (travisando, inoltre, la grafia della doppia -z- verticale), appare perciò tanto arbitraria da non chiedere argomentazioni supplementari di smentita. Fig. 3. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55.10, c. 6r, Giuseppe Bini a Muratori. Qualcosa di analogo, in termini di esondazione correttoria, troviamo del resto ribadito nel carteggio di Giovanni Battista Bianconi (lett. 14, p. 31): qui, dinanzi al sintagma “Altro che col benefizio del tempo non posso avere ‹in› questa congiuntura”, il recensore giudica inopportuna l’integrazione senza però comprendere il senso della fase (‘non posso avere altro, stando così le cose, che col beneficio del tempo’), nella quale il ritocco diventa necessario. Il caso non è così dissimile da quanto accade dinanzi a un’espressione che figura nel carteggio del Bignon (lett. 9, p. 98), “j’avois écrit pour scavoir ce qu’estoit devenu ‹de› votre manuscrit”, vale a dire ‘avevo chiesto di sapere che cosa fosse accaduto del vostro manoscritto’, mentre il recensore anche in tale circostanza, modificando il senso delle parole, dimostra di non cogliere l’opportunità dell’integrazione. La norma di restituire il testo nella sua veste originale limitando gli interventi sulla base di una rigorosa economia di intrusioni editoriali è certo meritevole di conferma, ma il Dardi, applicandola con rigidità, ritiene che in un paio di casi essa sia stata infranta da addizioni inopportune. Il primo è quello che riguarda ancora il Bianconi (lett. 16, p. 34), dove l’edizione legge, a proposito degli scritti di Tommaso Garzoni: “ho trovate molte sue opere in detta biblioteca, che senza comparazione è più accessibile di quella dell’Instituto. Tutte nella ‹parte› seconda ci sono l’opere del Garzoni, nella 86 Muratoriana online 2023 prima non così”. Il recensore è certo che i lemmi “prima” e “seconda” siano sempre riferiti alle biblioteche e l’integrazione del lemma “parte” risulti, di conseguenza, superflua; pur essendo verosimile (perché economica), un’ipotesi del genere si scontra però con quanto leggiamo subito dopo, quando il Bianconi lamenta che “nella prima” siano stati “stracciati e portati via alcuni quinternetti”: operazione che in genere non compie chi manometta un’intera biblioteca, ma chi lacera un libro contenente “opere” o, appunto, “parte” di esse. Il secondo esempio consente di allargare l’osservazione chiamando in causa la metodologia dell’edizione del carteggio muratoriano; il Dardi crede che l’integrazione sia inutile nel caso di una lettera di Ottavio Bocchi (lett. 147, p. 316), dove una formula di cortesia del mittente è restituita nella forma “sono obbligato alla somma gentilezza ‹che› usa verso di me”, ma sembra ignorare che le norme redazionali preposte all’edizione del carteggio muratoriano fin dal suo nascere prescrivono di ricorrere alle parentesi uncinate per gli interventi di natura del tutto congetturale e di piena responsabilità del curatore, raccomandabili in specie – come in questo caso – se, dinanzi ai sospetti trascorsi di penna dello scrivente, esse risultino funzionali all’intelligibilità di un’enunciazione altrimenti viziata da eccessiva crudezza sintattica. Il carteggio muratoriano del Bocchi, molto nutrito, come abbiamo già ricordato, è oggetto di qualche altro sporadico intervento del Dardi, che propone emendamenti di valore diseguale e globalmente fragili o svianti. In un primo caso (lett. 4, p. 242), egli stabilisce che l’espressione “aver ritoccato” sia da sostituire con “aver ritrovato”, debolissima sul piano grafico perché il gruppo -tr- è incerto (basti il paragone con il lemma adiacente, “questo”, e con la grafia della sua -t-), come è ancora più aleatoria la pretesa -v(poche righe prima, il medesimo tratto esprime la geminata -cc- di “raccogliere”), ma essa viene riproposta alla pagina successiva (p. 243, “ho ritrovato”) per il sintagma “ho rivocato non poche memorie”, che invece appare pressoché inoppugnabile, anche sul piano semantico. In altra lettera (lett. 7, p. 245), è opinione del recensore che la forma “molto inflessibile” (‘senz’altro certo’) sia da correggere in “molto riflessibile” (“modo che non piaceva al Tommaseo”, egli Muratoriana online 2023 87 annota), ma la lettura è fantasiosa (con buona pace del Tommaseo) se si osservano in extenso le scrizioni della -ne ad esempio, poco oltre, la ben diversa resa grafica del lemma “ragione” (fig. 4). Non è gradita al Dardi neanche l’espressione “benché levatile” di un’altra lettera del Bocchi (lett. 32, p. 258), dove egli propone naturalmente la lectio facilior di “levabile”, che è però smentita dalla grafia della -tquale è documentata dai lemmi attigui (fig. 5). Figg. 4 e 5. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 16, cc. 12r e 33v, Ottavio Bocchi a Muratori. Al contrario, è meno precario l’emendamento successivo (lett. 144, p. 314), riguardante l’espressione “aggirata la mia Adria” (‘aggirata’ nel significato di ‘esaminata da ogni punto di vista’, com’è ovvio), che si potrebbe convertire – non perché la grafia, in realtà molto evasiva, lo autorizzi, come crede il Dardi – in “aspirata la mia Adria” (cioè ‘Hadria’) per confronto con quanto si legge poco oltre nel medesimo carteggio (lett. 147, p. 316). Una smentita merita anche l’osservazione del recensore circa una lettera di Giacinto Boccolari (lett. 4, p. 340), in cui si trova la definizione “una stampa tale, veramente indolente”, che il Dardi trasforma in “veramente insolente”; al di là della consueta banalizzazione del testo, che di per sé induce al sospetto, lo scrutinio dell’originale permette di stabilire che il Boccolari tracciava di norma la -s- fornendola di un doppio occhiello (superiore e inferiore), mentre nel nostro caso di tratta di una -d- la cui asta verticale non è completata per la velocità della redazione (fig. 6). Sfugge inoltre al Dardi che, subito dopo, il responsabile della “scrittura” è definito un 88 Muratoriana online 2023 “frate incapace”, sicché la “scrittura” stessa e il suo autore (effetto e causa, in altri termini) sono pareggiati dal Boccolari, con arguzia, mediante il conferimento a entrambi di una comune dote, la poltroneria. Da ultimo, nella lettera di Bartolomeo Bonvicini (p. 540), “penna insoluta” è corretto con il suo contrario, “penna rissoluta”: la lezione, tuttavia, si rivela incoerente (il disegno non avrebbe bisogno di essere “toccato d’acquaforte” se la penna fosse stata “rissoluta”) e dubbia sul piano grafico, poiché la scrizione è in parte diversa, poco sotto, da quella di “risoluta” (lezione che si vorrebbe peraltro modificare, sbagliando, in “rissoluta”, esclusa invece dall’analisi attenta dell’autografo, che non ha geminata). Fig. 6. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 17, c. 7r, Giacinto Boccolari a Muratori. Sgombrato il campo dagli equivoci propiziati da qualche foga correttoria, nociva al ben vedere e al buon intendere, è invece necessario riconoscere al Dardi il merito di avere fornito la segnalazione di sporadici refusi di stampa, che a nostra volta comunichiamo al lettore perché provveda all’emendamento opportuno dell’edizione. In primo luogo, due innocue sostituzioni: nel carteggio di Carlo Bianconi (lett. 4, p. 15), la forma “distintissimi commandamenti” è da sostituire con l’equivalente di “stimatissimi commandamenti”, mentre in una lettera di Antonio Maria Biscioni (lett. 6, p. 209) la definizione di “legatissima discendenza” sarà da correggere mediante il ben più ovvio “legittima discendenza”. Segue un refuso occorso nella corrispondenza del Bignon (lett. 7, p. 98), “sur ce fondement que vous bâlistés”, dove il recensore interviene emendando in maniera erronea l’ultimo lemma tramite uno sgrammaticato “bâtistés”, quando la conoscenza del francese e l’esame dell’autografo consentono di leggere il regolare “bâtissés” (fig. 7). Muratoriana online 2023 89 Fig. 7. BEUMo, Arch. Mur., Filza 84, fasc. 13, c. 8r, Jean-Paul Bignon a Muratori. Infine, nel carteggio di Jean Boivin de Villeneuve (lett. 12, p. 373) in “bonnefetez” è trasformato per un curioso refuso il più ovvio e amorfo “honnêtetez”, in quello di Taddeo Bolognini (lett. 7, p. 428) è da restaurare “Goderò” in luogo di “Sonderò”, nella sola lettera del Bonvicini (p. 540) andrà soppresso l’articolo nella locuzione “aperto la bocca”, in una del Biscioni (lett. 8, p. 211), invece, “parecchi‹e›” non abbisogna di integrazione desinenziale, perché fino al primo Settecento “parecchi” risulterebbe – è opinione del Dardi – forma linguisticamente compatibile con un plurale femminile (non sappiamo, ovviamente, se il Biscioni volesse conformarsi a tale opportunità o sia incorso in una svista, ma non sarà il caso di insistere ancora sui difetti di un ragionare per schemi perentori). Traendo le conclusioni, il bilancio della scarsa spigolatura di minuzie (sette) sembra a noi non autorizzare la dichiarazione cui il recensore crede di giungere, con qualche enfasi, quando asserisce che il volume (dove sono riunite, ribadiamolo, oltre settecento lettere dovute a una sessantina di mani diverse) “non è del tutto soddisfacente” per la presenza di “equivoci” responsabili, nientemeno, di “compromettere la comprensione”37. In realtà, ben oltre l’orizzonte angusto delle mende pulviscolari, autentiche o così credute, ci sembra giustificato formulare un interrogativo di merito e di ampiezza ben diversamente estesa, osservando questo come altri volumi del 37 In tema di briciole, tanto varrà allora segnalare che il rinvio al saggio di G. DELL’ORO, “Oh quanti mostri si trovano in questo nuovo Mondo venuti d’Europa!”. Vita e vicissitudini di un ecclesiastico piemontese tra Roma e Cina: Carlo Tommaso Maillard de Tournon (1668-1710), “Annali di storia moderna e contemporanea”, IV (1998), pp. 305-335, in MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., p. 101, nota 2, è dato secondo la paginazione dell’estratto. 90 Muratoriana online 2023 carteggio muratoriano. Se ne è del resto accorto, suggerendolo indirettamente con proprietà di valutazione, un recensore attento della raccolta da noi fornita38, quando, a proposito delle “più disparate ricerche erudite” di cui il Muratori fu capace, egli ha concluso evocando l’immagine di un savant versatile, “che davvero sembra dotato di più mani e più cervelli”. Di una simile attrezzatura immaginaria, ma soprattutto dei suoi prolungamenti fra le risorse operative di un comune editore non sembra trovarsi in possesso, almeno in un certo numero di casi (fra i quali si annovera di sicuro lo scrivente), chi si accinga a comprendere e a presentare in maniera congrua i carteggi del Muratori, specialmente dopo la svolta decisiva impressa all’Edizione Nazionale negli ultimi anni. In effetti, ai suoi inizi la pubblicazione delle corrispondenze era posta al servizio di una semplice trascrizione corretta dei documenti epistolari, propedeutica, in caso, a ricerche specifiche deputate alle sedi proprie: ciò si rifletteva ad esempio nella brevità delle introduzioni ai singoli carteggi, destinate a una sintesi delle note biografiche spettanti all’interlocutore del bibliotecario estense, a un breve catalogo delle sue opere o all’elenco delle attività più significative che ne avevano scandito l’esperienza di vita. Da un certo punto in avanti, al contrario, le pagine introduttive hanno preso a ospitare informazioni sempre più dettagliate o confronti con altre voci del carteggio muratoriano e con lettere, libri o iniziative di terzi, nonché a includere un’illustrazione non evasiva degli argomenti toccati dalla conversazione epistolare, lo scioglimento delle sue reticenze o lo sgombero delle opacità, la dichiarazione dei personaggi figuranti nelle missive e delle cause per le quali essi vi erano nominati o assorbiti come presenze attive in un dialogo virtualmente poligonale, nonché l’aggiunta di ogni notizia accessoria capace di rendere perspicuo il significato del carteggio tra il Muratori e il suo corrispondente, così da riconoscere de facto a quelle pagine una funzione di supplenza rispetto alle note di commento che l’Edizione Nazionale, dalla sua origine, aveva stabilito di non accompagnare ai testi delle lettere. Del resto, una semplice perlustrazione orizzontale dei carteggi consente di avvertire come questioni storiche, 38 Ci riferiamo ad Alberto Brambilla, cfr. supra, nota 10. Muratoriana online 2023 91 erudite, epigrafiche, dottrinarie, teologiche, politiche e molte altre ancora si intreccino nel sovrapporsi delle testimonianze epistolari dando vita a un reticolo fittissimo, a volte inestricabile, composto di rinvii, allusioni e interferenze vicendevoli. Sorge perciò come legittimo, pare a noi, l’interrogativo al quale ci siamo riferiti poc’anzi e cui crediamo di rispondere positivamente, se la curatela dei volumi non debba venire assegnata con frequenza sempre maggiore, che diventi infine norma del procedere, a responsabilità più allargate di quanto non sia permesso dalle competenze di un solo studioso, costretto a misurarsi, a prezzo di sforzi non lievi, con territori del sapere fra loro lontani, che impongono le diversioni e gli adeguamenti di un’‘atletica disciplinare’ passibile di esiti difformi. Benché sia piuttosto semplice arguire in quali ostacoli potrebbe incorrere a sua volta una scelta del genere, la presenza di comitati editoriali che per ciascun caso riuniscano funzionalmente specializzazioni distinte – oltre che punti di vista e ricognizioni differenti sulle medesime carte – andrebbe a garantire, accanto a una più sicura decifrazione dei manoscritti stessi, un’indagine ampia e autorevole su quanto siano in grado di trasmettere i documenti giunti fino a noi e che cosa sappiano rivelarci del vasto teatro storicoculturale in cui i dialoghi del Muratori ebbero l’occasione di snodarsi. Tutte le immagini delle lettere sono edite su concessione del Ministero della Cultura, Gallerie Estensi, Biblioteca Estense Universitaria, Modena. 92 Muratoriana online 2023 NORME EDITORIALI Tutti i saggi scientifici inviati a “Muratoriana online” vengono sottoposti a double-blind peer review: i saggi vengono valutati, dopo un primo parere del comitato redazionale, da due revisori anonimi esterni alla redazione, individuati secondo le specifiche competenze in ordine ai temi del saggio proposto. Il nome dell'autore sarà cancellato dai saggi inviati ai revisori. La valutazione verrà comunicata all’autore in forma anonima. L'obiettivo della peer review è di quello di individuare gli strumenti per massimizzare il potenziale dell'articolo. Nell'elaborare la peer review e i commenti esplicativi si tengono in considerazione gli scopi seguenti: •Come l'articolo potrebbe dare un contributo più efficace alla letteratura esistente •Come potrebbe essere modificato l'articolo per essere più chiaro e mettere in rilievo il fulcro centrale della questione. Il contenuto dei referaggi è riservato. Gli autori, accettando di essere sottoposti a valutazione, si impegnano a non divulgare le peer review. A coloro che accolgono la richiesta di formulare giudizi su un testo è richiesto un impegno di discrezione nei confronti dell’autore e della comunità scientifica. Tutti i testi dovranno uniformarsi alle Norme per l'edizione del Carteggio muratoriano, a cura di Fabio Marri, Modena, Aedes Muratoriana, 1989, con aggiornamento dell'Autore, dicembre 2003, scaricabili in pdf dal sito web del Centro <http://www.centrostudimuratoriani.it/carteggio-1/normeeditoriali/>. La redazione si riserva il diritto di attuare interventi volti ad uniformare al meglio i contributi. Si prevede un solo giro di bozze, gestite solo attraverso la posta elettronica. Ulteriori correzioni di bozze saranno attuate solo in casi eccezionali e a insindacabile giudizio della redazione. In attesa di una definizione più precisa delle norme internazionali relative alle pubblicazioni online, tra la redazione del periodico Muratoriana online e gli autori dei testi destinati alla pubblicazione si conviene quanto segue: - I testi di articoli, contributi e recensioni riflettono esclusivamente le opinioni dei singoli autori e non intendono quindi, rappresentare posizioni ufficiali del Centro di studi muratoriani. - L'autore attribuisce all'editore il diritto di pubblicare e distribuire il proprio elaborato. Tale diritto rimarrà in vigore fintanto che Muratoriana online sarà titolo attivo ed accessibile sulle reti telematiche. - L'autore rimarrà l'unico proprietario del diritto di stampa sul proprio testo. Potrà pubblicarlo, successivamente alla pubblicazione su Muratoriana online, anche in altre sedi e in forme diverse, ma dovrà comunicarlo in forma scritta alla redazione e sarà tenuto a segnalare nel testo della nuova edizione che il proprio testo è stato precedentemente pubblicato da Muratoriana online. - L'autore si impegna a segnalare per iscritto alla redazione se i materiali affidati a Muratoriana online siano già stati pubblicati in altra sede. È demandata ai singoli autori l'acquisizione e trasmissione degli eventuali permessi scritti dai rispettivi editori relativi all'immissione online dei testi in questione. - Non è consentita l'utilizzazione degli elaborati da parte di terzi, per fini commerciali o comunque non autorizzati. 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