ISSN: 2240-2705
2023
Centro di studi
muratoriani
Periodico annuale di approfondimenti muratoriani,
con articoli scientifici double-blind peer review,
edito in Modena, copyr. del Centro di studi muratoriani, dicembre 2023
(chiusura dei contributi in data 19 dicembre 2023;
la presente versione aggiornata, per correzioni di un autore,
ANNULLA IL PDF PRECEDENTE).
ISSN: 2240-2705
disponibile gratuitamente in formato pdf all’indirizzo
http://www.centrostudimuratoriani.it/strumenti/muratorianaonline
a cura del Centro di studi muratoriani, Modena
Aedes Muratoriana, via della Pomposa, 1 – 41121 Modena
con autorizzazione del Tribunale di Modena n. 2036 del 6.6.2011
Direttore responsabile: Fabio Marri
Comitato scientifico: Matteo Al Kalak, Gabriele Burzacchini, Grazia Maria
De Rubeis, Paola Di Pietro Lombardi, Alfredo Cottignoli, Daniela
Gianaroli, Lorenza Iannacci, Fabio Marri, Federica Missere, Salvatore
Puliatti, Angelo Spaggiari, Corrado Viola
Redazione: Paola Di Pietro, Daniela Gianaroli, Fabio Marri, Federica
Missere
Segreteria di redazione e grafica: Federica Missere
Contatti: info@centrostudimuratoriani.it
I finalini sono tratti dalla decorazione silografica presente nelle edizioni
antiche citate nei testi.
2023
Centro di studi
muratoriani
Editoriale
di Fabio Marri
Atti
a cura di Federica Missere Fontana
MATTEO AL KALAK
Un ricordo muratoriano:
il lascito di Mario Rosa
7
31
37
TEMI MURATORIANI
GABRIELE BURZACCHINI
Un epigramma greco-latino
di Lodovico Antonio Muratori
43
RICCARDO CASTAGNETTI
La musica nella Repubblica delle lettere.
Note sullo scambio epistolare
tra Lodovico Antonio Muratori
e Giambattista Martini
ANGELO COLOMBO
Addizioni minime ai carteggi
di Lodovico Antonio Muratori
(con qualche rilievo di metodo)
49
71
1. Per il quattordicesimo anno consecutivo
presentiamo, entro ma non oltre l’anno di riferimento,
il nostro bollettino erede dell’originario fascicolo a
stampa pubblicato su carta in sedici numeri, per
l’ultima volta nel 1989, con l’aggiunta del numero
speciale 2020 uscito sia in rete sia su carta.
Come è noto, anche i fascicoli cartacei sono stati
digitalizzati e messi online a cura di Federica Missere
(https://www.centrostudimuratoriani.it/strumenti/mur
atoriana/), consentendo a lettori e studiosi una visione
immediata, comoda e interrogabile con le risorse
dell’informatica.
Viceversa, l’anno che si chiude non ha visto la stampa
di volumi di Carteggio: l’elaborazione del vol. XXIV
Hakemann-Lazarelli ha richiesto più impegno del
prevedibile, ma siamo convinti che il 2024 vedrà
finalmente un nuovo, e pesante, mattone aggiungersi
a quelli via via ammonticchiati dal 1975 in poi.
Mentre è ripartito un altro volume, il XXVII MalaspinaManni, fermo da un decennio ed ora affidato a forze
nuove: inutile fare ulteriori promesse su volumi
assegnati da lustri e lustri, persistendo e forse
aggravandosi, per ragioni anagrafiche, economiche,
accademiche (e, vorrei aggiungere, di correttezza
intesa come rispetto degli altri e degli impegni
liberamente presi), la penuria di studiosi motivati e,
come si sarebbe detto nei tempi andati, sufficienti1.
Ben più che “sufficiente”, per noi e per la cultura
italiana in generale, è stato Mario Rosa, il nostro socio
Estraggo dalla voce del Dizionario Battaglia, all’accezione “Che è in
grado di svolgere un determinato compito; che si comporta in modo
corretto e adeguato” (ecc.): “Perché non conviene al prencipe il far
ragione e dar sentenza, è necessario ch’egli si proveda di ministri
sofficienti e dabbene, i quali suppliscano per lui” (Botero); “Chiunque
intraprende pericolosa navigazione fa di mestieri che si provvegga di
sofficiente piloto” (Salvini); “Importa al bene della Chiesa che i più
sufficienti de’ suoi ministri siano preposti ai primi gradi del
reggimento” (Gioberti).
1
Muratoriana online 2023
7
che scomparendo novantenne alla vigilia di Natale ha
chiuso un 2022 già contrassegnato nel Centro da altri
addii (Paolo Grossi, Carlo Maccagni, Andrea Dardi).
Ad onorarlo come si conviene non bastava una
menzione incidentale in questa sede (cui Rosa collaborò
col saggio Settecento muratoriano uscito nel 2015:
https://www.centrostudimuratoriani.it/strumenti/mol2015-tutto/mol-2015-rosa/), e per questo abbiamo
chiesto a Matteo Al Kalak, suo allievo e poi
collaboratore pisano, un ricordo apposito che leggete
qui oltre.
Né passeremo sotto silenzio i dieci anni dalla
scomparsa del nostro Presidente Martino Capucci,
in cui onore l’Accademia delle Scienze dell’Istituto
di Bologna ha tenuto, lo scorso 10 novembre,
il seminario Martino Capucci secentista in ideale
continuazione del volume Martino Capucci. Etica
di uno studioso, umanità di un maestro curato
da Andrea Battistini e da chi scrive per le edizioni
Aspasia (Bologna 2014).
Intanto, ci confortano le prime recensioni apparse
delle nostre pubblicazioni, tanto quelle relative ai
volumi XIII-XIV-XV, ultimi della “Biblioteca del
Carteggio” (puntualmente registrate nel sito ufficiale,
in attesa che escano recensioni su periodici a stampa:
https://www.centrostudimuratoriani.it/carteggio/labiblioteca-del-carteggio/), quanto le recensioni ai volumi
VIII e XXV (2020) del Carteggio, aggiornate sul sito
(https://www.centrostudimuratoriani.it/carteggio/pian
o-dell-opera/), e tra le quali ricordiamo con grata ed
ammirata mestizia quelle che ci ha lasciato Andrea
Dardi, rispettivamente su “Seicento e Settecento”,
XVI, 2021, pp. 187-190, e su "Lingua nostra", LXXXII,
fasc. 1-2, giugno 2021, pp. 63-64.
Quanto all’attività da noi svolta durante l’anno, rinviando
per dettagli più specifici agli Atti che qui seguono, segnalo
il momento divulgativo cui lo scrivente è stato invitato
8
Muratoriana online 2023
dall’Università Popolare di Formigine lo scorso 28 marzo,
sul tema “Lodovico Antonio Muratori: da Vignola
all'Europa”: un link alla registrazione della serata è
pure disponibile nella sezione “Eventi” del nostro sito
(https://www.youtube.com/watch?v=KrNzw05c6cw&t=125s).
Nessuna sorpresa, invece, che la damnatio memoriae su
Muratori si perpetui al “Festival Filosofia” di Modena, nel
2023 dedicato al tema “Parola” e ripieno di
paroleparoleparole col solito successo conclamato ante
eventum: senza dubbio, più che da Muratori
il pubblico delle piazze è attirato da una “lezione
magistrale” (sic!) di Alessandro Bergonzoni dedicata
“a tutti quelli che sono morti senza aver mai pronunciato
le parole solfa e gonadi”. Il tema o flatus vocis prescelto
per il 2024 è “Psiche”: da escludere fin d’ora ogni
riferimento alle Forze dell’intendimento umano e alla
Forza della fantasia umana, seppure appena riportate
all’attenzione del pubblico grazie alle edizioni commentate
di Andrea Lamberti.
2. Per restare ai “grandi comunicatori”, penso che
un riferimento a Muratori potesse venir fatto durante
la puntata di “Passato e presente” dedicata da Rai
Storia il 13 novembre scorso a Paolo Diacono cronista
dei Longobardi: se non dal conduttore Paolo Mieli
(che non può sapere tutto), o dai cosiddetti “giovani
storici” che gli fanno codazzo, almeno da Stefano
Gasparri, medievista emerito di Ca' Foscari e
presidente della Società Italiana degli Storici
Medievisti, a pieno diritto presente in studio in quanto
autore di studi fondamentali sui Longobardi. Sarebbe
stato opportuno citare Muratori non solo perché fu
il primo editore italiano della Historia Langobardorum
in apertura dei RIS (tomo I, parte I: 1723), ma perché
la sua visione storica rivalutava l’età longobarda, contro
la storiografia cattolica che aveva preso le parti dei
Franchi venuti in soccorso della Chiesa, secondo una
Muratoriana online 2023
9
concezione arrivata fino a Manzoni (propenso a
sovrapporre all’immagine dei longobardi quella degli
austriaci oppressori del suo tempo). Solo Machiavelli,
a dire del professor Gasparri, avrebbe difeso i
Longobardi ormai fattisi italiani e alla fine sconfitti dai
Franchi invasori; mentre la nostra storiografia soltanto
dall’ultimo dopoguerra, e “con difficoltà”, si sarebbe
liberata dai pregiudizi cattolici e manzoniani. Eppure,
il “filolongobardismo” muratoriano (come lo definì
Sebastiano Timpanaro a proposito delle idee di Muratori
sull’origine della civiltà e della lingua italiana)2 è noto a
tutti quanti si siano occupati delle opere storiche di
Muratori, in primis Sergio Bertelli nel suo Erudizione e
storia in L.A.M. del 1960: detto (pp. 290, 299-301, 314)
del ruolo primario, fondativo dei RIS assegnato fin dal
1721 a Paolo Diacono come cronista in proprio o presente
in compilazioni altrui, quando poi giunge a trattare degli
Annali d’Italia non fa mistero della posizione filolongobarda di Muratori, anche a costo di talune forzature
e parzialità che dipendono dalla sua fonte.
Codesti annali “civili” che, secondo le premesse, avrebbero
dovuto completare per l’Italia la narrazione della storia
descritta per la Chiesa dai Baronio e Fleury, diverranno
invece una polemica continua contro gli Annales Ecclesiastici,
e per molti versi anche contro l’Histoire ecclésiastique,
proponendo una visione del medio evo capovolta rispetto alle
opere di questi due autori, giacché Goti e Longobardi
vengono esaltati e opposti ai Franchi e al papato (p. 431). Il
tratto caratteristico di questo periodo storico, negli Annali
muratoriani, è tuttavia, come si diceva, l’avversione ai
Franchi, in seguito mutata in una netta tendenza
antifrancese, cui fa da contrappeso una malcelata simpatia
per la politica dell’Impero (p. 436).
2
Cfr. la Postilla su Maffei e Muratori, pp. 359-370 di Classicismo
e illuminismo nell’Ottocento italiano, Pisa, Nistri-Lischi, 1965;
nella nuova edizione, in “testo critico e con l’aggiunta di saggi
e di annotazioni autografe” a c. di Corrado Pestelli, Firenze,
Le Lettere, 2011, pp. 475-483 (in particolare 480n e 483).
10
Muratoriana online 2023
Le radici e le prime espressioni di questo atteggiamento
sono fatte risalire da Bertelli alla polemica anticuriale
degli scritti comacchiesi ed al contatto con Leibniz al
tempo delle Antichità estensi poi sviluppate a dismisura
nelle Antiquitates Italicae. Quanto alle dirette parole di
Muratori, basti qui rinviare all’insostituibile antologia
Falco-Forti delle Opere, di cui riporto pochi stralci
cominciando dal titolo italiano della dissertazione XXI
delle Antiquitates (1739 / 1751):
Dello stato dell’Italia, dell’abbondanza d’abitatori; della
coltura delle campagne, mutazione delle città, felicità e
infelicità de’ secoli barbarici
L’altra [parte d’Italia] nondimeno che ubbidiva ai
Longobardi non avea di che lagnarsi della propria fortuna.
S’ammansò a poco a poco quella fiera gente, si accomodò
ai costumi civili dell’Italia; e i popoli godendo nel cuore del
regno la pace, non conoscevano altra guerra se non quella
che si faceva fuori de’ confini contra de’ suoi nemici. Buona
giustizia era fatta, si potea portar l’oro in palma
viaggiando; e per conseguente tornò la popolazione nelle
città e ville e la fertilità nelle coltivate campagne.
Deposero i Longobardi gli errori d’Ario, s’imparentarono coi
Romani, cioè con gli antichi abitatori d’Italia […] e,
divenuti Romani e Longobardi un popolo solo, la stessa
misura di tributi fu imposta ad ognuno (pp. 618-620, dalle
Dissertazioni).
[Barbarie bizantina e civiltà longobarda]3
… Che se i Longobardi ne’ primi anni dopo la lor venuta in
Italia, cioè prima di umanizzarsi e incivilirsi nel dolce clima
d’Italia, arrivati a Monte Casino, desertarono quel sacro
luogo, vanamente si può inferire che da lì
a moltissimi anni seguitassero ad operar del medesimo
tenore (pp. 1146-7, dagli Annali d’Italia, anno 650).
[Felicità d’Italia sotto Bertarido]
Nulla ci somministra di nuovo in questi tempi la storia d’Italia;
ma il suo stesso silenzio ci fa intendere la mirabil quiete e
felicità che godevano allora sotto il pacifico governo del buon re
Bertarido i popoli italiani. Lasciava egli in pace i Romani, né ad
3
I titoli sono apposti dagli editori moderni.
Muratoriana online 2023
11
altro attendeva che a reggere con giustizia e soavità i suoi
sudditi, e a dar loro nuovi esempli di pietà, siccome principe
cattolico e rinomato pel timore di Dio. Abbiam fondamento di
credere che sotto di lui il resto de’ Longobardi ariani si riducesse
al grembo della vera Chiesa. E tanto più dee dirsi felice allora ed
invidiabile lo stato dell’Italia, perché gli altri paesi d’Europa
provavano dei fieri disastri (pp. 1150-1, ivi, anno 674).
Indi, premesse le poco edificanti azioni di Carlo Magno
per usurpare il regno dei Franchi agli eredi del fratello
Carlomanno (“certo per azioni tali egli non si acquistò né
meritò il titolo di Grande”, p. 1173), la descrizione
dell’invasione franca baciata da “tanta facilità e felicità”
porta Muratori a interrogarsi sulle ragioni della sconfitta
longobarda:
È da por mente che le forze di Carlo Magno, padrone
di tutta la Gallia e di non poca parte della Germania, tali erano
che i popoli giudicarono di più sano consiglio
il cedere che il resistere. Ma si aggiunsero a questa potenza
alcune ruote segrete che agevolarono non poco la rovina del
re Desiderio. Non si farà torto veruno alla memoria del
pontefice Adriano I in credere ch’egli, autore della venuta in
Italia del re de’ Franchi, impiegasse l’autorità e destrezza sua
in quanti occulti maneggi egli poté, affinché la nazione
longobarda, e massimamente gli antichi abitatori dell’Italia,
concorressero ad accettare un re nuovo senza contrasto. […]
Finirono dunque i re di nazion longobarda, ma non finì il regno
de’ Longobardi, di cui assunse il titolo di re il vincitor Carlo
Magno. Cambio che tornò anche in sommo vantaggio
dell’Italia, perché, quantunque i sudditi dei re longobardi
godessero interna quiete e felicità e fossero governati con
buone leggi ed esatta giustizia, pure provarono dipoi anche
miglior trattamento sotto di Carlo Magno, monarca che in
altezza di mente, possanza e dirittura di giudizio superò tutti i
re franchi e longobardi (pp. 1176-8, anno 774).
A quest’ultimo punto, Forti segnala la postilla sarcastica di
Manzoni sulla propria copia degli Annali: “Allegramente,
di bene in meglio, così va la storia”.
È noto che il primo coro dell’Adelchi insiste sulla inutile
speranza degli italiani (ma l’autore si rivolgeva ai suoi
12
Muratoriana online 2023
contemporanei) che un nuovo regime straniero li
liberasse dall’oppressione, mentre in realtà “il forte
si mesce col vinto nemico, – col novo signore rimane
l’antico; – l’un popolo e l’altro sul collo vi sta”; ma quanto
alla ricostruzione storica preliminare alla stesura della
tragedia, già le note manzoniane premesse all’opera
mostrano la loro fonte nelle Antiquitates, negli Annali e
nelle cronache antiche, a cominciare da Paolo Diacono,
lette attraverso i RIS.
E Muratori sembra l’appiglio principale, nel consenso e più
spesso nel dissenso, del complementare Discorso sopra
alcuni punti della storia longobardica in Italia, dove è
citato 89 volte4: contestandone il giudizio sull’usurpazione
del trono5, e dedicando l’intero cap. II della trattazione
Dirà a un certo punto: “Cito un solo esempio per ognuno di questi
due effetti, e lo ricavo di preferenza dalle opere del Muratori, e per
la sua autorità, e perché è cosa meno spiacevole il ribattere le
opinioni di quegli scrittori, dei quali, nel confutarli, si può parlare con
un grande rispetto”. E ancora: “l’immortale Muratori impiegò lunghe
e tutt'altro che materiali fatiche a raccogliere e a vagliare notizie
di quell'epoca: cercatore indefesso, discernitore guardingo, editore
liberalissimo di memorie d'ogni genere; annalista sempre diligente
e spesso felice nel trovare i fatti che hanno un carattere storico, nel
rigettare le favole che al suo tempo erano credute storia; raccoglitore
attento dei tratti sparsi nei documenti del medio evo, e che possono
servire a dare una idea dei costumi e delle istituzioni che vigevano
in esso, egli risolvette tante questioni, tante più assai ne pose, ne
sfrattò tante inutili e sciocche, e fece la strada a tante altre, che
il suo nome, come le sue scoperte, si trova e debbe trovarsi ad
ogni passo negli scritti posteriori, che trattano di questa materia”.
5
“Queste poche parole d’uno scrittore sì diligente e sì sagace,
possono servire per un esempio insigne di quel costume tanto
comune a molti storici di pigliar le convenzioni moderne per
misura a giudicare i fatti accaduti in tempi, in cui queste
convenzioni non si sognavano nemmeno. Nelle leggi divine,
è impossibile di assegnar quella, per cui i figli di Carlomanno
dovessero succedergli nel regno. Quanto alle umane poi,
l’egregio Muratori sapeva meglio d’ogni altro che, presso i popoli
settentrionali, la collazione del poter regio era regolata non
da leggi scritte, ma da consuetudini; e che la consuetudine dei
Franchi, a quei tempi, era di eleggere nella famiglia del re morto
4
Muratoriana online 2023
13
a negare l’integrazione tra longobardi e italiani,
già sostenuta da Machiavelli, poi da Muratori cui
va comunque un tributo di gratitudine:
Ma quell’egregio scrittore, di cui le diligenti, importanti,
moltiplici scoperte saranno sempre un oggetto di
riconoscenza, una scusa abbondante per le inavvertenze
nelle quali è caduto, quell’egregio scrittore non si
sovvenne, che i Longobardi avevano antiveduta la
confusione delle due schiatte a cui potevano dar luogo i
matrimonj, e che avevano pensato a prevenirla, e che la
prova di questa antiveggenza e di questo pensiero si trova
in quelle stesse loro leggi, che furono ristampate e
commentate da lui.
Non vado oltre perché l’excursus diventerebbe troppo
lungo6: peccato che dei meriti muratoriani, riconosciuti
dal suo principale oppositore Manzoni (di cui si
ricorderanno anche le riserve a proposito di peste e
untori), non sia arrivato all’alta divulgazione televisiva
un benché minimo cenno.
3. I Rerum Italicarum Scriptores nel 2023 hanno
celebrato il trecentesimo anniversario del loro avvio
di pubblicazione: ed è stata una meritoria iniziativa
colui che pareva più conveniente a quell’ufficio. Ma la prepotenza
del costume che abbiam detto, lo condusse ad un tale giudizio,
che purtroppo non è il solo di quel valore” (desumo per comodità
dall’edizione messa in linea all’interno della “Biblioteca italiana”:
http://www.bibliotecaitaliana.it/testo/bibit000975).
6
E dovrebbe tener conto delle conclusioni di Timpanaro
nell’Appendice sopra citata, per es. a p. 483 dell’ed. 2011:
“nel Muratori, come si è detto, la simpatia per i Longobardi nemici
del papato è colorata di giurisdizionalismo – sebbene con toni
meno accesi che nel Giannone –. Diviene quindi spiegabile come
il Manzoni, nel Discorso sopra alcuni punti della storia
longobardica in Italia, polemizzi contro il Muratori con una forte
animosità che affiora sotto un tono ostenta<ta>mente pacato;
e come addirittura, per impugnare il filo-longobardismo del
Muratori, prenda a prestito molti argomenti dal Maffei e lo citi
con molto onore”.
14
Muratoriana online 2023
del mensile “la Biblioteca di via Senato – Milano”
(anno XV, n. 4, aprile 2023, recuperabile al link
https://bibliotecadiviasenato.it/mensile/aprile-2023/)
ricordarlo in uno Speciale Lodovico Antonio Muratori –
“Rerum Italicarum Scriptores” (1723-1751), 136
pagine riccamente corredate di fotografie (in buona
parte, immagini delle prime edizioni) e con l’intervento
di alcuni tra i più rinomati esperti del Settecento, della
storiografia italiana e di Muratori: il primo letterato
capace “di penetrare una storia culturale complessa
come quella dell’Italia medievale, divisa in una miriade
di piccole entità cittadine e feudali”, vedendone
“i prodromi di un comune senso della patria che già
accomunava la Penisola” (come scrive l’Editoriale
del coordinatore Gianluca Montinaro, e ribadirà
Giorgio Montecchi nel suo contributo alle pp. 38-45).
Alla frase muratoriana “la verità per se stessa è
sempre un gran bello” intitola Renato Martinoni il suo
excursus su Gli eruditi, i loro ideali, l’apporto alla
modernità (pp. 7-12), che rivisita le storie di quella
“gente un poco cocciuta, nella loro tenacia, studiosi
solitari, che non temono la fatica […] non per
vanagloria filosofica, ma, filantropicamente, per il bene
dell’uomo”, arrivando a “mettere in dubbio, pur con
tutte le precauzioni del caso, i dogmi e i dettami della
tradizione ecclesiastica” (come mostrano poi Matteo
Al Kalak discorrendo a pp. 46-50 dell’impegno insieme
intellettuale e religioso di Muratori, ed Angelo Colombo
riassumendo il dibattito sulla presunta tomba di S.
Agostino, pp. 60-67).
Dopo una panoramica su Erudizione e storiografia nel
‘700. La grande svolta di Gian Mario Anselmi (pp. 14-25),
si leggono i contributi di cinque membri del Centro
muratoriano: una succinta biografia di Fabio Marri, un
approfondimento sul rapporto col “maestro speciale”
Bacchini di Paolo Golinelli, più i già citati Montecchi, Al
Kalak, Colombo. In mezzo sta il saggio di Gianmarco
Muratoriana online 2023
15
Gaspari “Mi perdoni se dico ella esser più pazzo di me”.
Gli abissi della fantasia umana (pp. 52-58), che pone la
frase, attribuita a un “gesuita monomaniaco” nella Forza
della fantasia muratoriana, come emblema dell’indagine
appassionata attorno ai “limiti dell’umana comprensione”.
La fama del Nostro, che cominciò a diffondersi per
l’Europa dagli anni milanesi, si accrebbe al punto di
meritare Una tappa a Modena per incontrare Muratori, e
persisterà anche dopo la sua morte come documenta
Fiammetta Sabba (pp. 78-85). Un contributo decisivo
alla conoscenza di Indole e intelletto di Muratori venne
dalla biografia del nipote Gianfrancesco Soli (1756), oggi
riletta da Antonio Castronuovo (pp. 120-126).
Nell’officina dei RIS ci portano gli altri saggi,
cominciando da quello di Giancarlo Petrella su Argelati,
Muratori e la Società Palatina (pp. 86-95), fino
all’approfondimento su un testo scovato con fatica da
Muratori durante le sue investigazioni a Massa del
1716, il Diarium Romanum Antonii Petri, di cui riferisce
Francesca Nepori (pp. 128-135).
Federica Missere Fontana riesce ad individuare
esattamente Le medaglie storiche di Carlo VI d’Asburgo,
ossia accoppiare ad esemplari reali le sette medaglie
riprodotte accanto alla dedica all’imperatore nel primo
tomo della raccolta storica (pp. 97-105; qui, il corredo
iconografico è quanto mai indissolubile dal testo).
I due contributi restanti si rivolgono invece all’edizione
aretina dell’Opera omnia, in 36 volumi pubblicati tra il
1767 e il 1780: Riccardo Neri descrive La riscoperta
delle matrici originali, che per le Antiquitates e i RIS
vennero acquistate dalla Società Palatina di Milano,
ma solo in parte sfruttate perché la pubblicazione si
interruppe prima di affrontare la raccolta degli storici
(pp. 106-111); mentre Elisa Boffa tratta (pp. 113-118)
delle Nuove e vecchie calcografie, ma pure delle
xilografie che l’editore Bellotti si procurò per l’edizione
16
Muratoriana online 2023
complessiva, “uno dei momenti di maggior splendore
della tipografia aretina”.
4. Di Muratori si è invece ricordata Elisabetta Marchetti
nel saggio L’annullamento matrimoniale per impotenza
ottenuto da Anna Maria Pallavicini: materiali inediti
e prospettive di un caso del XVIII secolo, sulla “Revista
de Historia Moderna”, 41 (2023), pp. 253-271
(https://doi.org/10.14198/rhm.25023).
Il riconoscimento nella Biblioteca Universitaria di
Bologna di corposi materiali manoscritti e a stampa in
merito permette di approfondire – seppure nell’attesa di
ulteriori testimonianze da cercare a Genova – la
questione che a principio del 1720 coinvolse gli eruditi di
mezza Italia (con vertice nel Muratori), adeguatamente
“istruiti” da un misterioso personaggio austriaco che,
sotto il falso nome di Goffredo Filippi, curava gli interessi
di Giovanni Luca (Gianluca) Pallavicini, futuro
governatore asburgico della Lombardia. L’articolo
attuale si occupa in realtà del prodromo della
questione, cioè dei modi con cui si giunse
all’annullamento del matrimonio tra Anna Maria
Pallavicini (cugina e più tardi sposa di Giovanni Luca) e
Giovanni Giacomo Imperiale, mentre l’impegno di
Muratori fu sollecitato, dallo pseudo Filippi alias
Gottfried Philipp Spannagel, dopo l’annullamento delle
prime nozze e per ottenere il consenso del gran mondo
(in primis, della famiglia della nubenda) alla nuova
unione. Correttamente l’autrice richiama la nostra
edizione del carteggio Muratori-Spannagel7, e le
7
La corrispondenza di Lodovico Antonio Muratori col mondo
germanofono. Carteggi inediti, a cura di chi scrive e di Maria Lieber
con la collaborazione di Daniela Gianaroli, Frankfurt am Main, Peter
Lang, 2011, pp. 194-418, in particolare 200-202, e 267-309 per le
lettere pertinenti.
Muratoriana online 2023
17
faremo grazia se non conosce il breve articolo di
Daniela Gianaroli Un singolare quesito del 17208,
uno a firma di chi scrive pubblicato negli Studi per
Gian Paolo Marchi (Pisa, ETS, 2011)9, infine quello
in lingua tedesca da attribuire in larga misura alle
continuate ricerche di Elisabeth Garms-Cornides,
uscito negli Atti di un convegno viennese a fatica
reperibili in Italia: Il misterioso Filippi. Gottfried Philipp
Spannagel zwischen den italienischen Staaten und der
Habsburgermonarchie10.
5. Non sembrano esserci rapporti diretti fra il trattato
muratoriano Della perfetta poesia italiana e quello di
Alessandro Zilioli Dei poeti italiani, lasciato incompiuto
alla morte dell’autore (1596-1642), e mai giunto alle
stampe sebbene dal manoscritto originale, “idiografo
con correzioni autografe”, venuto nelle mani di
Angelico Aprosio che ne diede notizia nel 1673, fossero
tratte copie “a beneficio di eruditi illustri, quali Allacci,
Zeno, Crescimbeni, Mazzuchelli”.
L’opera è finalmente pubblicata, e largamente
commentata, per le cure di Franco Arato (RomaPadova, Antenore, 2021, pp. XLVIII-684, da cui
traggo le citazioni). Sarebbe ingeneroso confrontare
l’Introduttione dove si tratta dell’origine della lingua
e poesia italiana (qui a pp. 3-75) col lungo cap. III
del primo libro della PPI, Cangiamento della lingua
latina nella volgare italiana. Siciliani ed altri antichi
poeti d’Italia (ecc.), e ancor più con le dissertazioni
XXXII De origine linguae italicae e XL De rhytmica
“Il Ducato”, 32 [Modena, dicembre 2009]. Speciale Lodovico
Antonio Muratori, pp. 38-40.
9
A cura di Raffaella Bertazzoli et alii: Tessere minime per il
“confronto ineludibile”, pp. 557-572.
10
In Europäische Geschichtskulturen um 1700 zwischen
Gelehrsamkeit, Politik und Konfession, a cura di Thomas Wallnig
et alii, Berlin, De Gruyter, 2012, pp. 271-304, in particolare 287-290.
8
18
Muratoriana online 2023
veterum poesi et origine italicae poeseos delle
Antiquitates, stese un secolo dopo dello Zilioli.
Si può tuttavia trovare qualche consonanza nella
rivendicazione nazionalistica di una priorità dei poeti
siciliani sui provenzali (Zilioli pp. 50-53, però dando
credito alla falsa epigrafe degli Ubaldini di cui Muratori,
ed. 1724, pp. 7-8, non fa menzione); pure notando
come entrambe le rassegne storiche muovano dalla
terzina petrarchesca del Triumphus Cupidinis IV 34-36,
sui “Siciliani che fur già primi”. E se è comune
l’ammirazione per il Cinquecento, secondo Zilioli la
“sesta età nella quale, ridotta la nostra poesia a somma
perfettione et eccellenza, si sono fatti sentire spirti così
sublimi in questa professione che hanno fatto meravigliar
ciascuno […] e con leggiadria e dottrina tale che non vi
resta luogo di pareggiarli”, postovi in testa Tasso, “che
molti hanno ben desiderato e procurato di
uguagliarseli, ma niuno giamai se gl’è avvicinato” (p. 73),
noterò tuttavia che il veneziano Zilioli elogia i modenesi
Francesco Maria Molza (pp. 542-4, ma senza pubblicarne
testi) e Panfilo Sassi (con un sonetto, 546-548),
viceversa ignorati dal loro compatriota Muratori. È
invece curiosa la presenza in entrambi i repertori del
carneade cinquecentista pesarese Pietro Barignano,
criticato da Zilioli in quanto “pieno di vanagloria contra
il precetto dell’arte” (571-2, introducendo al sonetto
Fiamma d’amor), e invece esaltato da Muratori (lib. IV,
nel t. II dell’ed. 1724, p. 405) per l’altro sonetto Ove
fra bei pensier, detto di “rara dilicatezza”, tanto che
“poco mancherà che nol chiamiamo nel suo genere un
de gli ottimi di questa raccolta”.
Forse, la compilazione di una tavola comparativa dei
rispettivi citati potrà scoprire qualche altra affinità
(per non dire filiazione) dei due trattati.
6. Per gli editori di carteggi, quali istituzionalmente
siamo anche noi, la nuova rivista “Epistolographia”,
Muratoriana online 2023
19
diretta da Corrado Viola e Fabio Forner e diffusa
dall’editore Fabrizio Serra col sostegno dell’Università
di Verona (il volume I-2023 è datato aprile) diventa un
riferimento, come si suol dire, imprescindibile, sia in
quanto serbatoio di notizie erudite e di inediti che
vengono pubblicati, sia come invito ad un raffinamento
dei metodi editoriali. In quest’ultimo campo, i due
saggi collegati di Simone Albonico, sul nuovo database
Epistulae (includente per ora Bembo, Ariosto, Tasso,
Algarotti, Foscolo, Fortini e lo scambio LeopardiGiordani) e di Chiara De Cesare, sull’applicazione dello
strumento all’epistolario di Ariosto (pp. 97-117),
aprono orizzonti insieme affascinanti e paurosi per chi
ha avviato le proprie imprese nel secolo scorso e non
può modificarle in corso d’opera. Le sole duecento
lettere ariostesche possono sicuramente essere
catalogate e illustrate secondo la miriade di parametri
e annotazioni testuali suggerite, ma l’applicazione
di un simile metodo a edizioni di migliaia di lettere
porterebbe qualsiasi progetto alle calende greche: fermo
restando che la compilazione e la messa in linea di
regesti, di rinvii incrociati, l’esplicazione di persone ed
eventi nominati nei carteggi diverrà preziosa e feconda
di ulteriori risultati, come già si vede dai materiali
disponibili nel repertorio Archilet (Archivio delle
Corrispondenze Letterarie di Età Moderna – secoli XVIXVII), che attualmente censisce circa novemila lettere11.
Siamo ormai entrati in un secolo nel quale la
corrispondenza tradizionale (cartacea) è al tramonto:
“prima o poi le carte canteranno”, secondo una frase del
11
Ma avrebbe bisogno di un discreto aggiornamento,
depennando per esempio dallo “staff” (http://www.archilet.it/Staff.aspx)
e dal Comitato Scientifico il nome del compianto consocio
Eraldo Bellini, deceduto nel 2018. Stante il limite cronologico
del secolo XVII, Muratori vi è al momento incluso solo per due
lettere inviategli da Giovanni Stefano Agosti nel 1697 e già
presenti nella nostra Edizione Nazionale (citata: cfr.
http://www.archilet.it/Lettera.aspx?IdLettera=1350).
20
Muratoriana online 2023
1948 di Elsa Morante messa a titolo del contributo di
Maria Procino (pp. 69-81); ma oggi di carta ne viaggia
sempre meno, e sebbene circolino ancora le frasi fatte
“ha preso carta e penna” o “ha scritto nero su bianco”,
più verosimile si è fatta la frase proverbiata di Amintore
Fanfani, oltre mezzo secolo fa, che a chi gli chiedeva se
avesse scritto una lettera a qualche esponente politico,
rispose “non ho più francobolli”. Dunque, gli editori di
quelli che tuttora si chiamano “carteggi”, al pari degli
editori critici di testi letterari prodotti nell’ultimo
quarantennio almeno, dovranno sottoporsi a un ben
diverso genere di ricerca d’archivio, e spesso
fatalmente alzeranno bandiera bianca, come noi editori
tradizionali dobbiamo arrenderci di fronte alla perdita
dei materiali.
Per l’epoca “classica”, i cui estremi cronologici
novecenteschi nel presente fascicolo sono
rappresentati dai carteggi Montale-Solmi e dalle
corrispondenze di Camillo Sbarbaro (che però distrusse
volontariamente molte sue carte), senza dimenticare
le gustose corrispondenze in versi nell’archivio di
Giuseppe Giacosa riportate da Alice Petrocchi, posso
citare, in relazione all’età di cui ci occupiamo noi, il
saggio di Fiammetta Sabba I carteggi quali strumenti
d’indagine per la storia delle biblioteche (pp. 83-93),
l’unico nel quale il nome di Muratori è fatto pour cause
e associato a quello di Magliabechi (cui potremmo
aggiungere quanto meno i carteggi con Argelati e con
Giuseppe Antonio Sassi, il primo malamente edito, il
secondo inedito quanto alle responsive). Nei dintorni
del nostro terreno si collocano poi i contributi di
Alfonso Mirto (sui carteggi “cruscanti” tra Sforza
Pallavicino e Carlo Roberto Dati) e di Valentina Gallo
sull’epistolario italiano di Voltaire (che fu in contatto
con vari corrispondenti di Muratori, ma non con lui in
persona, evidentemente valutato poco utile al
perseguimento dei propri scopi di grandeur). Si
Muratoriana online 2023
21
scrissero lettere invece Muratori e il padre
Giambattista Martini: e Riccardo Castagnetti,
che rapidamente ne accenna nel suo saggio in lingua
inglese (pp. 149-163), svolge compiutamente il tema
nell’articolo La musica nella Repubblica delle lettere.
Note sullo scambio epistolare tra Lodovico Antonio
Muratori e Giambattista Martini leggibile in questo
nostro fascicolo.
Nel suo complesso, dunque, “Epistolographia” resta un
ottimo esordio, e un felice pollone germogliato dalla
grande impresa veronese del Centro di Ricerca sugli
Epistolari del Settecento, oltre che dall’agguerritissima
officina guidata all’università di Losanna da Simone
Albonico.
7. Se la nostra Edizione Nazionale nell’ultima annata
non ha fatto progressi misurabili, quella di Antonio
Vallisneri esibisce invece due volumi: uno nella collana
ufficiale edita da Olschki, l’altro per i tipi di Franco
Angeli (con l’identico formato dei due primi volumi
dell’Epistolario di Antonio Vallisneri del 1991 e 1998)
nella serie “Filosofia e scienza nell’età moderna e
contemporanea” sotto l’ègida dell’Istituto per la Storia
del Pensiero Filosofico e scientifico moderno compreso
nel CNR.
Diciamo subito, e più rapidamente, di quest’ultimo, I
Consulti di Ludovico Pacino Viti (1662-1732) e di altri
medici del suo tempo, a cura di Benedino Gemelli con
la collaborazione di Alessandro Menin, e Premessa di
Dario Generali (Milano, Angeli, copyright 2022).
Le osservazioni preliminari di Generali giustificano la
pertinenza dell’opera al vasto cantiere dell’edizione
vallisneriana, sia per la presenza tra i consulti di uno
inedito di Vallisneri (poi sviluppato dallo stesso Viti),
sia come documento della diffusione di una scuola
medica moderna, non dogmatica ma sperimentale,
avviata da Francesco Redi e Marcello Malpighi, cioè dai
22
Muratoriana online 2023
maestri riconosciuti di Vallisneri (due volumi dei cui
Consulti medici, curati dallo stesso Gemelli nel 2006
e 2011, figurano già nell’Edizione Nazionale).
La pubblicazione prende le mosse dal rientro in Italia,
grazie ad un’acquisizione privata, di un grosso
manoscritto di quasi cinquecento carte, vergate
(tranne un centinaio rimasto in bianco) da tre mani
diverse: in minima parte dal Viti, cui però va la
paternità della metà circa (una settantina) dei consulti,
insieme alla probabile ideazione e messa a punto
pratica della raccolta (ultimata però dopo la sua morte
dall’allievo Prospero Mariotti)12. Ad Alessandro Menin,
scopritore del codice ai nostri giorni e suo primo
trascrittore, si deve tra l’altro il capitolo Vita e opere
di Ludovico Pacino Viti (pp. 149-158), che giustifica
anche la scelta di intendere Pacino come nome
proprio, ritenendosi la forma Pacini un semplice
genitivo prodotto nelle attribuzioni latine, e non un
cognome13.
A Gemelli si deve invece la massiccia Introduzione
generale (pp. 19-148), più che esaustiva, per noi non
specialisti, quanto all’istituzione di collegamenti con le
scuole mediche passate e contemporanee: da cui
risulta, in sostanza, l’adesione di Viti (e Vallisneri,
e gli altri più avveduti) alle teorie del “medicare
semplice”, senza “sconcertare le viscere del paziente
con drastici e costosi medicamenti” che spesso
risultano “un inutile e dannoso aggregato”
(cfr. soprattutto pp. 43-49).
La farmacopea cara ad Alessandro Pascoli (altro allievo
di Viti), che rifiuta composti artificiosi ma si vale di
chinachina, coccole o siano noci di cipresso, salsa pariglia,
riobarbaro (44), ci ricorda un po’ i consigli per la povera
12
La Descriptio codicis occupa le pp. 169-175 del volume,
ed è preceduta dalla Nota al testo (159-167).
13
La decisione non è stata esente da dubbi, come mostra
la persistenza di Pacini nei titoli correnti delle pp. 205-547.
Muratoriana online 2023
23
gente nei tempi di peste del ‘profano’ Muratori, che pur
non tralasciando la menzione degli infiniti ed inqualificabili
antidoti propinati ai suoi tempi, mostrava predilezione
verso i rimedi più vicini, per così dire, alla natura, e alla
portata di borse meno provviste. Un confronto più
puntuale potrebbe essere agevolato dall’Indice dei termini
notevoli (pp. 605-612) che rimanda alle ricche
annotazioni dei due curatori, anche bibliografiche,
apposte soprattutto in calce ai consulti.
All’Edizione Nazionale vallisneriana in senso stretto
(illustrata ultimamente da Dario Generali nella giornata
di studi “Vallisneri, Spallanzani, Venturi.
Stato degli studi e prospettive di ricerca”, svolta a
Scandiano l’11 novembre scorso e cui ha preso parte
anche Gemelli), più precisamente alla sezione “Opere
edite in pubblicazioni periodiche”, appartiene il volume di
Scritti editi ne “La Galleria di Minerva”. I, 1696; II, 1697;
III, 1700, a cura di Stefano Spataro (che con Cristina
Dessì condivide l’Introduzione), libro decisamente
massiccio constando di LXXXVII+492 pagine.
I contenuti sono introdotti sinteticamente da Generali
nella Premessa alle pp. V-VIII, poi illustrati in modo
chiaro e completo da Dessì (IX-XXII) e Spataro (XXIILIX): la neonata rivista dell’editore veneziano Girolamo
Albrizzi fu per il medico condotto Vallisneri, non ancora
quarantenne, il trampolino di lancio verso la cattedra
all’università di Padova (che lo ingaggiò nell’agosto
1700, in casuale ma simbolica coincidenza con la
chiamata di Muratori quale archivista e bibliotecario
estense), e insieme il modo per segnalarsi, quanto
meno ai lettori italiani, come il miglior attuatore della
scuola di Malpighi, in particolare grazie ai suoi studi
sulla generazione animale dimostrata provenire
esclusivamente da uova fecondate.
Per tutta la vita del periodico, protrattasi fino al 1717,
Vallisneri non fece mancare contributi propri o di allievi
(senza dimenticare i suoi maestri come Malpighi e il
24
Muratoriana online 2023
defunto zio Giuseppe) sebbene dal 1710 avesse fatto
nascere, con Apostolo Zeno altro reduce della
“Galleria”, il “Giornale de’ letterati d’Italia”: oltre ai
trattati entomologici, si occupò di scienze della terra
(dando conto, tra botanica e geologia, di una sorta di
carbon fossile che si estraeva sulle alture di Scandiano
e Sassuolo) e di medicina, propugnando sulle orme di
Malpighi cure “gentili e miti, non violente”, con lo
scopo “di ricrear la natura, non di fiaccarla” (come
invece capitava per esempio con la smodata pratica
del salasso: cfr. in particolare pp. LVI-LVIII).
Tra i saggi pubblicati, rivestono particolare importanza
i due lunghi Dialoghi sopra la curiosa origine di molti
insetti (1696 e 1700), i cui interlocutori sono Plinio il
Vecchio e Malpighi, in qualche caso messi d’accordo
nel rigettare sia gli errori degli antichi sia talune
“moderne menzogne” (cfr. XXV). Per le sue trattazioni,
Vallisneri si valse anche della collaborazione del
livornese Diacinto Cestoni, alieno dal pubblicare in
proprio ma nemico giurato della “garrula e strepitosa
filosofia” di ieri e oggi (XXXIV); e trovò un autorevole
sostegno, nonché un prezioso informatore
bibliografico, nel fiorentino Antonio Magliabechi
protagonista negli stessi anni di un fattivo colloquio
con Muratori.
La revisione filologica di tutto il pubblicato coi
manoscritti e i postillati di Vallisneri consente anche di
chiarire questioni attributive, come l’indubbia paternità
vallisneriana di alcuni saggi anonimi o pubblicati sotto
lo pseudonimo di Ettore della Valle; e viceversa di
assegnare al medico reggiano Lodovico Testi una
Relazione concernente al zucchero di latte (il lattosio
secondo la terminologia attuale) stampata nella
“Galleria” del 1700 e altrove dubitosamente attribuita
allo stesso Vallisneri (cfr. qui XXXVII-XXXIX).
Dagli autografi e dalle stampe di questi primi anni
riemerge anche il graduale abbandono del primitivo
Muratoriana online 2023
25
cognome Valsinieri (pressoché esclusivo all’inizio) in
favore di Vallisnieri (dittongato) o Vallisnerius senza
dittongo alla latina. È il “medico filosofo Antonio
Valsinieri da Scandiano, cittadino da Reggio” a firmare
dal 1696 i Dialoghi (in questa edizione dalla p. 4);
come a nome di Valsinieri aveva indirizzato, datandola
15 novembre 1694, la lettera-saggio a Bernardino
Ramazzini sul “vitello mostruoso”, pubblicata nel
secondo tomo della “Galleria” (1697: ora alle pp. 142155). Ma nella copia personale del periodico, in data
più tarda e presumibilmente a ridosso della ristampa
1715, corresse il cognome in Vallisnieri; mentre non
corresse il cognome latinizzato dello zio Giuseppe
nell’annuncio delle promesse Josephi Valsinerii
Scandianensis […] Opera omnia uscito nello stesso
volume del 1697 (qui pp. 157-163), ricopiando in fine
il testo della lapide dettata da sé medesimo “Antonius
Valsinierius” (varianti manoscritte Valsiniensius e
Valsinerius). Regolare la forma Valsinieri nei saggi
successivi, inclusi quelli in corrispondenza coi toscani
Cestoni e Magliabechi (scrivendo ai quali sarebbe
apparsa ancor meno tollerabile una forma scorretta o
localistica): si vedano testi e relativi apparati (cioè le
corrispondenti stesure manoscritte) almeno alle pp.
164, 170, 228, 285, 296, 314, 318, 320 (dove
“Antonio Valsinieri” compare nella firma della lettera a
Magliabechi datata 1.6.1698). La normalizzazione in
Vallisnieri (peraltro, col dittongo) fa capolino
nell’intestazione del manoscritto del Secondo dialogo
sugli insetti, dedicato a Magliabechi: ma è per
intervento dell’archivista fiorentino, in età posteriore
alla morte del dedicatario.
Ancor meno importanti altre minuzie ecdotiche,
cominciando dalla formula “rinovata la memoria nel
nostro glorioso italiano Malpighi” (p. 4), dove penserei
a un refuso in luogo di del portato dal manoscritto;
26
Muratoriana online 2023
analogamente per “sputto del cucco” (5), dove il
manoscritto reca il regolare sputo.
E se non ci sono dubbi che torbiba di p. 291 sia un
refuso, crederei lo stesso anche di gallegia (292, dallo
stesso saggio edito nel 1700), viste le tre attestazioni di
galleggia nei manoscritti (note a e b), e il galleggiano
stampato tre righe sotto il presunto gallegia.
Resto infine perplesso di fronte alle grafie vetrivolo e
vetrivolate di pp. 286 e 294, cui nel primo caso
corrisponde un vitriolo di due manoscritti (uno dei quali
alterna a vetrivolo)14: andrebbe considerata l’ipotesi che
si tratti di una u semiconsonante, primo elemento del
dittongo uo, il cui passaggio a vo suonerebbe piuttosto
provinciale sebbene non inusitato (penso alla pronuncia
romagnola di parole come quando, acqua, suocero,
sangue, con rare analogie in italiano come nei casi di
vedovo o dell’antico contìnovo).
Ma sono piccolissimi rilievi di fronte all’ennesimo
encomiabile prodotto che esce dalla fucina dell’edizione
vallisneriana, al cui primo motore (tutt’altro che
immobile) Dario Generali vanno infine gli auguri per il
settantesimo compleanno appena scoccato.
8. Cosa ci attende nel 2024 (ultimo del consiglio
direttivo attualmente in carica, e conclusione del
settimo mandato presidenziale dello scrivente)? Salvo
eventi nefasti, quanto al lato editoriale la pubblicazione
del volume XXIV dell’Edizione Nazionale contenente i
carteggi da Hakemann a Laz(z)arelli, che già ora – per
chi ne segue il farsi pressoché quotidiano – annuncia
significative novità, ad esempio circa i rapporti con la
Società Palatina di un Muratori dai piedi a Modena ma
un occhio fisso su Milano (dove agiva il modenese
Lazarelli); e ancora, con la pubblicistica periodica qui
rappresentata da Giovanni Lami, con la vita letteraria
Tra i pochi interventi editoriali dichiarati sta la “distinzione tra u
vocalica e u consonantica” (p. LXII).
14
Muratoriana online 2023
27
in area padana filtrata da un Ubertino Landi, col
cattolicesimo più o meno illuminato dei gesuiti
Janninck o Lagomarsini15, con la grande cultura
europea di Hudson o Imhof.
Quanto al lato pratico, anzi – letteralmente – terra
terra, dopo le imminenti elezioni amministrative nel
comune di Modena si vedrà, col nuovo sindaco, di fare
il punto sugli annosi problemi della sede e sul
reperimento di locali idonei a contenere i crescenti
materiali prodotti dal Centro, oltre che a garantire un
decoroso ubi consistam alle carte di segreteria e
d’archivio, a schedari, microfilm, trascrizioni, e
primariamente a quanti avessero necessità di
consultazione sul posto (dove, non dimentichiamo,
stanno pure i preziosi volumi del Museo-Biblioteca del
Centro coi rari opuscoli raccolti da Tommaso Sorbelli
e privi di una catalogazione che li renda reperibili).
L’estate appena trascorsa ha riportato l’attenzione
della carta stampata e del web sui progetti di
valorizzazione della Modena estense e muratoriana
lanciati da Vittorio Sgarbi come sottosegretario di stato
alla Cultura; e sarebbe davvero il caso che la
riconversione di vari edifici pubblici della città andasse
anche a beneficio del “primo onore d’Italia”.
Modena, 19 dicembre 2023
FABIO MARRI
Anticipazioni a proposito di quest’ultimo e delle problematiche
dibattute nel carteggio sono date da Daniela Gianaroli in Tra Sicilia
e Portogallo: Muratori e i Gesuiti, pp. 213-224 di Muratori tra storia
e religione (vol. XV, 2021, della “Biblioteca dell’Edizione nazionale”),
in particolare 217 e ss.
15
28
Muratoriana online 2023
ATTI
ATTI
2022-2023
a cura di Federica Missere Fontana
Albo Accademico
Avvertenza
Per fornire informazioni corrette sul corpo sociale, anche
attraverso la rivista “Muratoriana online” oltre che attraverso
il sito, l’Albo Accademico e gli Atti sono aggiornati al 31
ottobre 2023.
CONSIGLIO DIRETTIVO
Presidente: Fabio Marri
Vicepresidente: Gabriele Burzacchini
Segretario generale: Federica Missere
Bibliotecario e webmaster: Federica Missere
Tesoriere: Paola Di Pietro
Consiglieri eletti: Matteo Al Kalak, Alfredo Cottignoli, Daniela
Gianaroli, Corrado Viola
Consiglieri di diritto: Direttore Biblioteca Estense Universitaria
(Grazia Maria De Rubeis), Direttore dell’Archivio di Stato
(Lorenza Iannacci), Presidente Deputazione Storia Patria di
Modena (Angelo Spaggiari)
COMMISSIONE CENTRALE
Direttore Archivio di Stato: Lorenza Iannacci
Direttore Biblioteca Estense Universitaria: Grazia Maria De
Rubeis
Presidente Accademia di Scienze Lettere e Arti: Salvatore
Puliatti
Presidente Deputazione di Storia Patria per le Antiche
Provincie Modenesi: Angelo Spaggiari
Dirigente Ufficio Scolastico Provinciale: Veronica Tomaselli
Muratoriana online 2023
31
Rettore Università di Modena e Reggio Emilia: Carlo Adolfo Porro
Arcivescovo di Modena: S.E. mons. Erio Castellucci
Presidente della Provincia: Gian Domenico Tomei; poi Fabio
Braglia
Prefetto della Provincia: Alessandra Camporota
Presidente BPER: Banca: Flavia Mazzarella
Presidente Camera di Commercio: Giuseppe Molinari
Presidente Fondazione di Modena: Paolo Cavicchioli; poi
Matteo Tiezzi
Sindaco di Modena: Giancarlo Muzzarelli
Sindaco di Vignola: Emilia Muratori
SOCI EFFETTIVI
Matteo Al Kalak
Franco Arato
Enrico Artifoni
Laura Balletto
Arnaldo Bruni
Gabriele Burzacchini
Anna Calapaj Burlini
Marco Cattini
Marco Cavina
Angelo Colombo
Alfredo Cottignoli
Paola Di Pietro Lombardi
Mario Fanti
Ennio Ferraglio
Vincenzo Ferrone
Dario Generali
Daniela Gianaroli
Paolo Golinelli
Mario Infelise
Maria Lieber
32
Gian Paolo Marchi
Francesco Margiotta Broglio
Fabio Marri
Ernesto Milano
Federica Missere Fontana
Giorgio Montecchi
Maria Pia Paoli
Renzo Rabboni
Giuseppe Ricuperati
Gian Paolo Romagnani
Gino Ruozzi
Claudio Scarpati
Giovanni Vittorio Signorotto
William Spaggiari
Carmelo Elio Tavilla
Duccio Tongiorgi
Paola Vecchi
Marcello Verga
Corrado Viola
Muratoriana online 2023
SOCI CORRISPONDENTI
Antonella Agostinis
Gabriella Airaldi
Luca Badini Confalonieri
Bruno Basile
Alberto Beniscelli
Carlo Bitossi
Rossella Bonfatti
Aldo Borsari
Manuela Bragagnolo
Giulia Cantarutti
Cristina Cappelletti
Chiara Continisio
Francesca Maria Crasta
Renzo Cremante
Chiara Curci
Fabio Danelon
Patrizia Delpiano
Maria Grazia Di Campli
Carlo Fantappiè
Michela Fantato
Carla Forlani
Simone Forlesi
Fabio Forner
Luca Frassineti
Elisabeth Garms-Cornides
Simona Gavinelli
Francesco Gherardi
Elisabetta Graziosi
Muratoriana online 2023
Giulio Guderzo
Girolamo Imbruglia
Claudio Lamioni
Andrea Lazzarini
Ilaria Magnani Campanacci
Anna Maranini
Vincenzo Mazzini
Giuliano Milani
Maria Teresa Monti
Giuseppe Nicoletti
Andrea Palazzi
Pantaleo Palmieri
Patrizia Paradisi
Renato Pasta
Giuliano Pinto
Gilberto Pizzamiglio
Amedeo Quondam
Milena Ricci
Giordano Rodda
Irene Scaravelli
Giuseppe Sergi
Maria Gioia Tavoni
Annalaura Trombetti Budriesi
Roberta Turchi
Roberta Turricchia
Paolo Ulvioni
Gabriella Bruna Zarri
33
Atti
Durante l’a.a. 2022-2023 le attività sono proseguite
con la consueta cura dei volumi di Carteggio. Per l’edizione
del Carteggio un solo volume – dei 7 in corso di lavorazione –
è in avanzato stato di redazione: si tratta del volume 24,
iniziato immediatamente dopo la pubblicazione del volume
25, nel marzo 2020 dalle socie Gianaroli e Lieber, già
autrici del volume 25, con il gruppo dell’Università di
Dresda. Il volume, che si presenta internazionale nei
contenuti in quanto comprende anche lettere di olandesi,
inglesi, austriaci, ecc., si auspica possa uscire nel 2024
avvalendosi anche di un contributo per le spese di stampa
da Dresda.
L’assemblea annuale si è svolta il 17 marzo 2023: in
questa sede è stato possibile aggiornare i soci sullo
Statuto (depositato presso la Prefettura di Modena dal
Presidente il 4.3.2022) e dare lettura dell’email della
Prefettura datata 19.8.2022, giunta il 7.3.2023.
Tale corrispondenza, a firma del Dirigente dell’Area
IV, risponde negativamente alla richiesta della personalità
giuridica per il Centro, causa la mancanza di un adeguato
fondo economico, come si evince dal testo qui sotto
riportato:
OGGETTO: Istanza di riconoscimento giuridico dell’ente Centro
di Studi Muratoriani.
Con riferimento all’istanza pervenuta in data 7 marzo 2022,
si comunica che non è possibile procedere al riconoscimento
giuridico dell’ente indicato in oggetto. In particolare, si
precisa che il patrimonio richiesto per ottenere il suddetto
riconoscimento non risulta sufficiente e non risulta costituito
il cosiddetto fondo patrimoniale di garanzia (vincolato). Ciò
premesso, la valutazione della consistenza patrimoniale e la
successiva attribuzione della personalità giuridica dovrà
rispettare quanto indicato nella circolare n. M/5501/30 del
Ministero dell’Interno – Dipartimento per l’Amministrazione
Generale e per gli Affari del Personale – Servizio Cittadinanza,
Affari speciali e Patrimoniali – Divisione Affari Speciali del 23
febbraio 2001 ai sensi della quale l’attribuzione della
34
Muratoriana online 2023
personalità giuridica, per l’immediatezza dei suoi effetti, non
può che fondarsi su elementi la cui esistenza e disponibilità
siano assolutamente certe, al fine di garantire il perseguimento
degli scopi e i terzi sotto il profilo della responsabilità civile
per le obbligazioni assunte (art. 2740 e 2910 del C.C.).
Nel corso dell’assemblea le votazioni hanno portato
all’elezione di un socio effettivo, Renzo Rabboni, già socio
corrispondente, e di un solo socio corrispondente sul
numero di 4 posti disponibili, Francesco Gherardi.
Nel corso dell’anno accademico è scomparso il socio
effettivo Mario Rosa (24 dicembre 2022).
Il 28 marzo 2023 il presidente Marri ha tenuto una
conferenza su Lodovico Antonio Muratori: da Vignola
all'Europa per l’Università Popolare di Formigine, della
quale è possibile prendere visione attraverso un link sul
sito web del Centro.
Nell’aprile del 2023 il mensile milanese “la
Biblioteca di via Senato”, diretto da Gianluca
Montinaro, ha dedicato un intero numero a Muratori e
in particolare ai Rerum Italicarum Scriptores, di cui
ricorreva il trecentenario della pubblicazione. Il numero
monografico si compone di 15 saggi in parte scritti da
soci del Centro (Marri, Montecchi, Al Kalak, Colombo,
Golinelli, Missere Fontana). Il testo completo, edito in
formato cartaceo, è raggiungibile anche all’indirizzo
https://bibliotecadiviasenato.it/mensile/aprile-2023/.
Il nostro sito web è consultato da un numeroso
pubblico di studiosi, ma anche di appassionati e curiosi.
Federica Missere, webmaster, ha realizzato l’annuale
numero di “Muratoriana online” e ha aggiornato il sito,
continuando a gestire la pagina di Academia.edu che
pubblicizza le attività del Centro, raccogliendo numerose
visualizzazioni dall’Italia e dall’estero.
Gli Atti trovano il loro naturale completamento
nell’Editoriale del Presidente pubblicato in questo stesso
numero.
Muratoriana online 2023
35
MATTEO AL KALAK
Un ricordo muratoriano:
il lascito di Mario Rosa
ario Rosa (1932-2022) è uno degli
studiosi che, con sguardo acuto, hanno
guadagnato alla figura di Lodovico
Antonio Muratori un posto forse sfuggito a molti altri
osservatori del passato. Fin dai suoi studi giovanili e, a
seguire, dal fecondo cantiere di studi sviluppato tra
Lecce, Bari, Roma e Pisa, Rosa fu attratto dal nesso tra
politica e religione e dai sommovimenti della cultura
cattolica, in un’età per certi aspetti magmatica come il
Settecento incamminato verso l’Illuminismo.
La capacità di Rosa, non di rado in controtendenza
rispetto ad altri storici, fu quella di avvertire che il
cambiamento epocale segnato dall’avvento della ragione
“illuminata” aveva avuto numerose anticipazioni e, per
così dire, era stato preparato o quantomeno accompagnato
dai tormenti del cattolicesimo settecentesco.
Di qui scaturirono alcuni dei suoi interessi di ricerca,
dal rapporto tra giansenismo e gesuitismo, alla centralità
– da Rosa discussa e rivisitata – di un pontificato come
quello di Benedetto XIV (sua la memorabile voce dedicata
a papa Lambertini nel Dizionario Biografico degli Italiani,
un altro dei cantieri di cui fu protagonista). Sempre da
qui, per venire a Muratori, l’attenzione verso l’erudito
modenese, guardato e valutato nella sua complessità,
poliedrica e originalissima. Da un lato, uomo della
Repubblica delle lettere, intento a riscoprire l’eredità del
Muratoriana online 2023
37
passato alimentando una rete intellettuale che travalicava
confini nazionali e confessionali; dall’altro, personalità in
cui la problematica religiosa non era di fatto mai assente
e, al contrario, si saldava con una ricerca intellettuale e
veritativa, poco incline a dogmatismi e approcci
apologetici. Ecco allora che proprio a Rosa si deve
l’invenzione dell’“età muratoriana”, una sorta di già ma
non ancora, in cui lo storico poteva ritrovare uno sforzo
di modernizzazione e di rinnovamento che, per molti
aspetti, non nasceva dalla contrapposizione alla
religione, ma da una sua riscoperta più autentica, nel
segno della sobrietà e del ritorno alle origini, anche
grazie all’ausilio dell’intelletto e delle nuove discipline che
si formavano in quei decenni (dalla paleografia alla
diplomatica, dalla moderna scienza storica a un’antiquaria
di nuovo stampo).
È Rosa, appunto, a segnalare alla comunità scientifica
l’esistenza di un’epoca intermedia, di una sorta di
transizione in cui il cattolicesimo genera proposte di
cambiamento ed è, esso stesso, un protagonista sulla
scena. In questa transizione, il Muratori letto da Rosa è
una personalità tra l’incudine e il martello: attaccato dagli
ambienti del cattolicesimo conservatore; ammirato da
una generazione di uomini di governo che, nei decenni
centrali del secolo, saranno protagonisti delle grandi
battaglie del giurisdizionalismo; guardato con stima – e
con prudenza – da altre personalità che, all’interno della
Chiesa, tenteranno di introdurre caute aperture alla
modernità. Fu tipico di Rosa inseguire queste “età di
mezzo”, epoche difficili da etichettare, complesse da
inquadrare e orientate al richiamo di una complessità non
riducibile a letture semplificate o schematiche. Muratori
entrò così nella galleria dei “riformatori e ribelli” del
Settecento religioso (per ricorrere al titolo di un libro del
1969); e a Rosa gli studi muratoriani sono debitori di una
capacità di respiro e di contestualizzazione che, talora,
38
Muratoriana online 2023
rischia di essere soffocata dalla dimensione erudita cui il
lascito muratoriano presta il fianco.
Ad altri, e a momenti più maturi, il formulare bilanci
storiografici da cui certamente il lavoro di Rosa emergerà
in tutta la sua importanza: a noi, con muratoriana
moderazione, l’augurare a Mario un buon viaggio, ora che
forse con Muratori può parlare di persona.
Muratoriana online 2023
39
TEMI
MURATORIANI
GABRIELE BURZACCHINI
Un epigramma greco-latino
di Lodovico Antonio Muratori
ll’origine di questo curioso breve epigramma sta
il rammarico del Nostro, che si scusa con Carlo
Maria Maggi1 per un mancato appuntamento a
teatro, a causa di un’improvvida terapia prescrittagli dal medico.
Del testo possediamo un paio di minute: la prima (a),
contenente una stesura provvisoria, è indirizzata a Michele
Maggi2 e reca la seguente intestazione:
Ad suavissimum doctissimumq(ue) sodalem
D(omin)um Michaëlem Maddium
Excusatio
mo
Cl(arissi) eius Patri exhibenda.
Tetrast(ichon)
La seconda redazione (b), più completa e pertanto
definitiva, è intestata direttamente a Carlo Maria Maggi3 ed è
accompagnata da una postilla in prosa, una sorta di biglietto con
1
Sulla figura e l’opera del celebre poeta milanese e sul carteggio
intrattenuto col Muratori, vd. VIOLA, pp. 192-208.
2
Biblioteca Estense Universitaria, Modena (di seguito BEUMo),
Archivio Muratoriano (di seguito Arch. Mur.), Filza II, fasc. 6 A4, c.
7r. Sul cospicuo carteggio del Muratori con Michele Maggi, figlio di
Carlo Maria, vd. ancora VIOLA, pp. 211-239.
3
BEUMo, Arch. Mur., Filza II, fasc. 6 A4, c. 11r. SORBELLI (p. 60)
stampa questa seconda versione, ma – in modo del tutto arbitrario –
la fa precedere dall’intestazione della prima minuta; evidentemente
Muratori aveva pensato, in un primo momento, di indirizzare le sue
scuse all’illustre padre tramite il figlio, per poi decidere di rivolgersi
senz’altro al primo.
Muratoriana online 2023
43
cui Lodovico ribadisce il proprio disappunto, chiede venia per la
spiacevole circostanza e si augura una prossima opportunità. La
data di composizione non è indicata, ma il tenore particolarmente
ossequioso nei confronti di entrambi i Maggi ed altri indizi (vd.
infra, n. 5) inducono a propendere per il 1695, il primo anno del
quinquennio milanese del Nostro. Riproduco qui di seguito la
stesura (b), facendo seguire una proposta di traduzione e
segnalando nelle note di commento le divergenze rispetto sia alla
minuta (a), sia al testo stampato da Sorbelli (S)4:
Ad Ill(ustrissi)mum et Cl(arissim)um Virum Carolum
M(ari)am Maddium
Excusatio.
Quid medico cupiam μοῖ φάρμακα χρήσιμα δόντι,
Commoti ut valeat sanguinis ira mei?
Dixissem: pereat; dum vestrum amitto theatrum,
Ἰατρὸς, et νοσιμὸς ni foret unum et idem.
Il Sig(nor) Bern(ardon)i 5 sarà à riccever le grazie di V(ostra)
S(ignoria) Ill(ustrissi)ma e porterà assieme il disgusto e la
scusa mia. Godremo la tragedia, et all’ora ch’ella vorrà, si
supplica di venir sino alle Cinque vie con la Carozza, ove il
S(igno)re Ber(nardon)i sarà à goder i suoi favori. Con che le
fà umil(issi)ma riv(eren)za il Mur(ator)i suo div(oto) ser(vito)re.
Che cosa augurare al medico che mi ha dato validi farmaci
perché guarisca l’ira del mio sangue perturbato?
Avrei detto: crepi! mentre perdo il vostro teatro,
medico e foriero di malattia, se non fosse la stessa cosa.
4
L’epigramma con le sue righe di accompagnamento non è incluso
nell’Epistolario curato dal CÀMPORI, né nel carteggio coi Maggi edito
da VIOLA, cit.
5
Pietro Antonio Bernardoni, letterato vignolese dalla vita inquieta e
movimentata, poeta di corte a Vienna, fu amico e corrispondente del
Muratori. A conferma della data del 1695, è da rilevare che proprio
“in quel periodo […] il Bernardoni soggiornò molto spesso a Milano,
dove dal Muratori venne introdotto nell’ambiente colto della città e
prese a frequentare l’accademia Borromea. Alla fine del 1695 pubblicò
la sua prima tragedia, Irene, che recava in appendice un sonetto del
Cabrera, governatore di Milano, cui era dedicata, ed un epigramma di
Michele Maggi” (BURLINI CALAPAJ, p. 433).
44
Muratoriana online 2023
Note al testo
1. μοῖ: scil. μοι enclitica.
‒ φάρμακα χρήσιμα: così (b); χρήσιμα φάρμακα (a). L’impiego
di χρήσιμα è ovviamente ironico: le medicine somministrate
dal medico si sono dimostrate tutt’altro che ‘utili’.
2. Commoti … sanguinis … mei: commoveri ad indicare
indisposizione fisica o mentale è ben documentato, esempi ne
offrono Cicerone, Orazio, Plinio il Vecchio, Tacito. Si noti la
personificazione del sangue, la cui perturbazione è causata da ira.
3. pereat; (b): pereat. (a): “Pereat!” S, è l’indispettito sfogo
dell’Autore, che per colpa del medico ha perduto la messa in
scena di un’opera teatrale. “Godremo la tragedia”, si ripromette
il Nostro nella postilla; non è dato stabilire con certezza di che
dramma si tratti, ma sarei incline a ritenere che potesse essere
proprio l’Irene del Bernardoni, edita a Milano appunto sullo
scorcio del 1695 (vd. supra, n. 5), il che darebbe anche
ragione del suo diretto coinvolgimento6. In alternativa non è
tuttavia da escludere, pur se meno probabile, una pièce dello
stesso Maggi: nella biografia del poeta milanese, pubblicata nel
1700, Muratori menziona cinque sue tragedie: Griselda,
Teopiste, Ritorno d’Asoto, Troade, Ifigenia, “la prima […]
composta nel fior dell’età, l’altre furono dal suo ingegno
partorite negli ultimi dieci anni della sua vita” (p. 98), dunque
tra il 1689 e il 1699; se, com’è verosimile, l’epigramma risale
al 1695, il dato cronologico sarebbe congruente. Vd. anche
BUFACCHI, pp. 331s.; VIOLA, p. 192 n. 1.
4. Ἰατρὸς, (b): Ιατρὸς, (a): Ιατρός S, prosodicamente
misurerebbe come palimbaccheo
, ma qui è scandito
.
come dattilo
‒ νοσιμὸς (ab): νοσιμός, S, è termine di fatto ignorato dalla
lessicografia greca, ma Muratori deve aver trovato il
peregrino νόσιμος nel solo Stephanus (oggi ThGL V 1570A),
registrato dubitanter con l’annotazione: “quod in VV. LL.
exp(licatur) Ægrotus, mihi equidem suspectum est”. Il Nostro
6
Alla stessa opera allude sicuramente il Muratori nella chiusa di
una lettera inviata da Milano il 25 gennaio 1696 al modenese Gian
Giacomo Tori: «Il Bernardoni si gode il buontempo, più Poeta che
mai con la sua conseguenza. Vedrete la tragedia» (CÀMPORI, I, nr.
106, p. 131).
Muratoriana online 2023
45
tuttavia l’impiega non nel senso passivo di ‘malato’, ma in
quello attivo di ‘morbifero’: coi suoi farmaci il medico non solo
non ha guarito il paziente, ma l’ha fatto ulteriormente
ammalare. Si noti – mi suggerisce Marri – la possibile
adnominatio nell’antitesi χρήσιμα (v. 1) vs. νόσιμος (v. 4).
‒ unum et idem (b): unus (seguito da Idem cassato, sicché
il pentametro resta mutilo) (a). La locuzione è classica, cf.
ad es. Cic. Div. II 97, Cat. 4,14; qui Muratori se ne serve per
rilevare, non senza sarcasmo, che nella fattispecie ‘medico e
portatore di malattia’ sono precisamente ‘la stessa identica
cosa’.
Riferimenti bibliografici
BUFACCHI = Voce Maggi, Carlo Maria, di E. Bufacchi, in Dizionario
biografico degli Italiani, 67, Roma, Istituto dell’Enciclopedia
Italiana, 2006, pp. 328-332.
BURLINI CALAPAJ = Pietro Antonio Bernardoni, in L.A. MURATORI,
Carteggi con Bentivoglio …. Bertacchini, a c. di A. Burlini Calapaj,
Firenze, Olschki, 1983 (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A.
Muratori, vol. 6), pp. 432-438.
CÀMPORI = L.A. MURATORI, Epistolario, a c. di M. Càmpori, Modena,
Società Tipografica Modenese, 14 voll., I, 1901.
MURATORI = Vita di Carlo Maria Maggi. Scritta da Lodovic’Antonio
Muratori […] e dedicata all’Illustriss., ed Eccellentiss. Signor D.
Giansimone Enriquez de Cabrera […], In Milano, per Giuseppe
Pandolfo Malatesta, 1700.
SORBELLI = Lud. Ant. Muratorii Carmina. Quam plurima juvenili aetate
condita quae ex Atestina Bibliotheca eruit quibusque praefationem
adiecit Th. Sorbelli, Mutinae, Apud Aedem Muratorianam, 1958.
VIOLA = L.A. MURATORI, Carteggi con Mabillon … Maittaire, a c. di C.
Viola, Firenze, Olschki, 2016 (Edizione Nazionale del Carteggio
di L.A. Muratori, vol. 28).
46
Muratoriana online 2023
Fig. 1. BEUMo, Arch. Mur., Filza II, fasc. 6 A4, c. 7r.
Fig. 2. BEUMo, Arch. Mur., Filza II, fasc. 6 A4, c. 11r.
Tutte le immagini sono edite su concessione del Ministero della
Cultura, Gallerie Estensi, Biblioteca Estense Universitaria, Modena.
Muratoriana online 2023
47
RICCARDO CASTAGNETTI
La musica nella Repubblica delle lettere
Note sullo scambio epistolare
tra Lodovico Antonio Muratori
e Giambattista Martini
a nascita della storiografia musicale può essere
considerata come il frutto tardivo di quella
stagione culturale di recupero critico della
memoria storica che culmina nella prima metà del
Settecento. Rispetto alla letteratura e alle arti figurative, la
musica apparve infatti più incerta nel definire il proprio
ambito di indagine e una metodologia di ricerca in grado di
superare, da un lato, la dimensione frammentaria della
narrazione aneddotica e, dall’altro, quella tecnicistica del
linguaggio specialistico.
Alle origini della storiografia musicale italiana
Nel contesto italiano, tra i primi ad avvertire fortemente
l’esigenza di colmare questo divario tra gli studi musicali e gli
altri ambiti della cultura fu il frate bolognese Giambattista
Martini, personalità ricca e complessa dell’ambiente musicale
europeo del XVIII secolo, capace di unire le competenze
specifiche del sapere musicale teorico e pratico all’erudizione
storico-critica 1 . In una lettera scritta sul finire del 1746,
1
Giambattista Martini (1706-1784), appartenente all’ordine dei
minori conventuali, compositore, teorico e didatta della musica, per la
sua sconfinata erudizione venne annoverato tra le massime autorità
europee in campo musicale. Instancabile bibliofilo e collezionista
Muratoriana online 2023
49
Martini lamentava il grave ritardo culturale che caratterizzava
la riflessione sulla storia della musica:
Tutte le professioni ed arti nobili ànno la loro istoria, la sola
povera musica va spogliata e priva di così bel ornamento.
Iddio si degni, se così Le piace, di concedermi vita e forza, e
spero [...] di produrne, se non altro, un abozzo tale che servirà
di stimulo a qualche uomo di altro intendimento [e sapere] del
mio e formarne un’opera perfetta in tutte le sue parti2.
Martini si dedicò per più di quarant’anni alla realizzazione
di quest’ambiziosa e pionieristica impresa storiografica, destinata
Martini perseguì il progetto di assemblare i materiali documentari in
vista della realizzazione della sua monumentale Storia della musica,
che la morte gli impedì di completare. Sulla figura di Martini si rimanda
ai fondamentali studi di Elisabetta PASQUINI, in particolare Giambattista
Martini, Palermo, L’Epos, 2007. Si vedano anche P. MIOLI, Padre Martini.
Musicista e musicografo da Bologna all’Europa (1706-1784), Lucca,
LIM, 2006; V. ZACCARIA, Padre Giambattista Martini compositore
musicologo e maestro. Con il catalogo di tutte le opere, Padova, Il
Messaggero, 1969; L. BUSI, Il padre G.B. Martini. Musicista-letterato del
secolo XVIII, Bologna, Zanichelli, 1891.
2
Museo Internazionale e Biblioteca della Musica, Bologna (di seguito
I-Bc), I.011.066 (SCHN 1279), minuta della lettera di G.B. Martini a
Girolamo Chiti del 14 dicembre 1746. Nella trascrizione si è
mantenuta la cassatura autografa, segnalata tra parentesi quadre.
Girolamo Chiti (1679-1759) erudito musicografo di origine senese,
ricoprì l’incarico di maestro di cappella nella Basilica di San Giovanni
in Laterano dal 1727 al 1759. Profondo conoscitore della musica
polifonica dei secoli XVI e XVII, intrattenne una fitta corrispondenza
con Martini, contribuendo intensamente alle ricerche bibliografiche di
quest’ultimo. Cfr. Epistolario Giovanni Battista Martini e Girolamo Chiti
(1745-1759): 472 lettere del Museo internazionale e biblioteca della
musica di Bologna, a cura di G. Rostirolla et alii, Roma, IBIMUS, 2010,
p. 170-171, n. 67. Sul carteggio tra Martini e Chiti cfr. G. ROSTIROLLA,
La corrispondenza fra Martini e Girolamo Chiti: una fonte preziosa per
la conoscenza del Settecento italiano, in Padre Martini. Musica e
cultura nel Settecento europeo, a cura di A. Pompilio, Firenze, Olschki,
1987, pp. 211-276; A. MORELLI, “Tutte le professioni ed arti nobili
hanno la loro istoria”. Girolamo Chiti e la storia come fondamento
della pratica musicale, in Le note del ricordo. Il codice musicale M13
della Biblioteca dell'Accademia Nazionale dei Lincei e Corsiniana di
Roma, a cura di E. Sala, Venezia, Nova Charta, 2015, pp. 73-91.
50
Muratoriana online 2023
a rimanere incompiuta. Il piano dell’opera, che nel corso della
redazione subì ripensamenti e modifiche, avrebbe dovuto
abbracciare l’intero corso della storia umana, dalla creazione fino
alla musica dell’epoca moderna3. Dei cinque volumi inizialmente
previsti da Martini, solamente tre furono pubblicati: il primo
tomo, datato 17574, tratta delle origini della musica ebraica e
dei popoli del vicino oriente; il secondo, stampato nel 17705,
della musica nell’antica Grecia, dai primordi “fino al principio
delle Olimpiadi”; il terzo, uscito nel 1781, riprende la storia della
musica greca “fino all’introduzione della Drammatica”,
approfondendone gli aspetti teorici e filosofici6. Del quarto tomo
sopravvivono materiali preparatori in forma manoscritta, alcuni
dei quali in fase avanzata di redazione, contenenti annotazioni
su Gregorio Magno e Guido d’Arezzo7.
Non è possibile stabilire con certezza quando Martini
concepì l’idea di redigere una storia della musica. Le fonti
confermano che le indagini archivistiche e bibliografiche furono
avviate almeno all’inizio degli anni Quaranta del Settecento.
3
Cfr. PASQUINI, Giambattista Martini, cit., pp. 100-113; EAD.,
Introduzione, in G.B. MARTINI, Esemplare o sia Saggio fondamentale
pratico di contrappunto (Bologna 1774-1776), edizione in facsimile
a cura di E. Pasquini, Lucca, LIM, 2012, pp. 1-5.
4
G.B. MARTINI, Storia della musica, I, Bologna, Dalla Volpe, 1757.
La data di pubblicazione indicata sul frontespizio è in realtà
anteriore di qualche anno all’uscita effettiva del volume. Cfr. E.
PASQUINI, “Respinto da un impensato vento contrario in alto mare”:
Anton Raaff, il Farinelli e la “Storia della musica” di Giambattista
Martini, “Recercare”, XXIX (2017), pp. 181-252.
5
G.B. MARTINI, Storia della musica, II, Bologna, Dalla Volpe, 1770.
Sulla Storia della musica di Martini cfr. anche M. TITLI,
Giovanbattista Martini, “Storia della musica”, in La musica degli
antichi e la musica dei moderni. Storia della musica e del gusto nei
trattati di Martini, Eximeno, Brown, Manfredini, a cura di M. Garda,
A. Jona e M. Titli, Milano, Angeli, 1989, pp. 43-208.
6
G.B. MARTINI, Storia della musica, III, Bologna, Dalla Volpe, 1781.
Sulle ricerche e la metodologia storiografica di Martini in relazione alla
musica greca cfr. D. RESTANI, Martini studioso di musica greca, in Padre
Martini. Musica e cultura nel Settecento europeo, cit., pp. 27-54.
7
I manoscritti sono conservati in I-Bc, I.36 e nella Biblioteca del
Convento di San Francesco in Bologna (ms. 46). Cfr. A. ZIINO,
Martini studioso di musica medievale, in Padre Martini. Musica e
cultura nel Settecento europeo, cit., pp. 55-72.
Muratoriana online 2023
51
Martini aveva orientato da subito i propri sforzi in due direzioni
complementari. Da un lato, grazie ad infaticabili ricerche e
acquisizioni, Martini era stato in grado di metere insieme una
vasta biblioteca, vero oggetto di ammirazione da parte degli
studiosi di musica per la quantità e qualità dei volumi
manoscritti e a stampa in essa custoditi8. Dall’altro, fino alla
sua morte, il frate bolognese costruì, attraverso un costante
carteggio, una fittissima rete epistolare, comprendente circa
seimila lettere, inviate da quasi mille corrispondenti, tra cui non
solo colleghi e allievi, ma anche eminenti personalità politiche
e culturali in tutta Europa.
Attraverso questa corrispondenza, Martini alimentava le
proprie indagini bibliografiche e arricchiva la propria collezione
di libri e ritratti di musicisti, consolidando al contempo la
propria autorità in campo musicale e la propria reputazione di
“uomo di lettere”9. Al pari degli eruditi contemporanei, anche
per Martini biblioteche, archivi e carteggi rappresentavano le
condizioni materiali e sociali della storiografia10.
La stesura dell’opera pose il frate bolognese di fronte
a una serie di ostacoli: la difficoltà nel reperire le fonti e la
loro relativa scarsità11, il complesso intreccio di competenze
8
Sulla biblioteca di Martini cfr. O. MISCHIATI, Padre Martini e la sua
biblioteca, in Collezionismo e storiografia musicale nel Settecento. La
quadreria e la biblioteca di Padre Martini, Bologna, Nuova Alfa, 1984,
pp. 127-142; PASQUINI, Giambattista Martini, cit., pp. 61-82.
9
La maggior parte della corrispondenza di Martini è conservata
nel Museo Internazionale e Biblioteca della Musica di Bologna. Cfr.
A. SCHNOEBELEN, Padre Martini’s Collection of Letters: An
Overview, “Current Musicology”, XIX (1975), pp. 81-88; EAD.,
Padre Martini’s Collection of Letters in the Civico Museo
Bibliografico Musicale in Bologna: An Annotated Index, cit.; R.
CASTAGNETTI, A Network of Music and Letters: Reconsidering
Giambattista Martini’s Correspondence, “Epistolographia: An
International Journal”, 1 (2023), pp. 149-163.
10
Sul rapporto tra l’attività epistolare di Martini e la formazione
della sua biblioteca cfr. A. SCHNOEBELEN, The Growth of Padre
Martini’s Library as Revealed in his correspondence, “Music and
Letters”, LVII, 4 (1976), pp. 379-397.
11
Cfr. M. HUGO, La musicologie au XVIIIe siecle: Giambattista
Martini & Martin Gerbert, “Revue de Musicologie”, LIX, 1 (1973),
pp. 106-118. La principale fonte per lo studio della trattatistica
musicale greca e latina era rappresentata dai due volumi
52
Muratoriana online 2023
richieste per stabilire una metodologia di indagine appropriata
all’oggetto della ricerca e l’assenza di modelli precedenti ai quali
rifarsi 12 . Era stato dunque necessario unire ad uno scavo
archivistico volto a rintracciare testimonianze e documenti per
dare corpo ad una narrazione coerente dei fatti, l’acquisizione di
un ampio spettro di competenze teorico-musicali e storicofilologiche funzionale all’analisi delle fonti13 . Martini si dedicò
assiduamente allo studio delle opere di storiografia più recenti14,
dall’edizione curata da Marcus Meibom degli Antiquae musicae
auctores septem graece et latine (Amsterdam, 1652), dai quali il
frate bolognese trasse le traduzioni italiane degli Harmonicorum
Elementorum Libri III di Aristosseno e dell’Introductio harmonica
di Euclide, conservate rispettivamente in I-Bc, A.3 e I-Bc, A.13.
Nella bibliografia del primo volume della Storia della musica,
Martini cita l’edizione delle opere agostiniane curata dei padri
Maurini (Parigi, 1679-1700), tra le quali era compreso il De musica.
Dell’opera di Boezio, Martini possedeva l’edizione veneziana del
1492 (I-Bc, A.9) oltre ad una traduzione italiana dei De musica libri
V redatta da Ercole Bottrigari (I-Bc, B.43). Per quanto riguarda la
pubblicazione delle fonti dell’ars musica medievale si dovranno
attendere i lavori di Martin Gerbert (1720-1793): il De cantu et
musica sacra, a prima ecclesiae aetate usque ad praesens tempus
(St. Blasien, 1774) alla pubblicazione del quale Martini portò un
significativo contributo, e gli Scriptores ecclesiastici de musica
sacra potissimum (St. Blasien, 1784), che il frate bolognese poté
consultare soltanto poco prima della morte.
12
Le opere di storiografia musicale pubblicate tra le fine del Seicento
e l’inizio del Settecento, l’Historia musica (Perugia, 1695) di Giovani
Andrea Angelini Bontempi, della quale si dirà anche in seguito, e
l’Histoire de la musique et de ses effets depuis son origine jusqu’à
present (Parigi, 1715) edita da Jacques Bonnet, non potevano
costituire dei punti di riferimento significativi per il progetto di
Martini, mentre il confronto con altri progetti storiografici di analogo
respiro, come quello intrapreso intorno al 1770 dall’inglese Charles
Burney, poté avvenire solamente in una fase di stesura già molto
avanzata della Storia della musica. Cfr. H. BROFSKY, Doctor Burney
and Padre Martini: Writing a General History of Music, “The Musical
Quarterly”, LXV, 3 (1979), pp. 313-345.
13
Cfr. MARTINI, Storia della musica, I, cit. p. 3-4.
14
Scorrendo l’indice degli autori in calce al primo tomo della Storia della
musica è possibile intuire quali fossero i referenti culturali e
metodologici di Martini: Benedetto Bacchini, Lodovico Antonio Muratori,
Muratoriana online 2023
53
cercando al contempo di proiettarsi il più possibile nella rete dei
letterati, dei bibliotecari, e degli eruditi per poter ricevere
materiali e suggerimenti di lavoro15. Per portare a compimento
un progetto così vasto, infatti “altro non v’era, se non ricorrere
ad altri per direzione e per guida”16.
Una delle prime testimonianze dei sondaggi documentari
del frate bolognese si trova in una breve corrispondenza con
Lodovico Antonio Muratori, risalente al 1744. Se le poche lettere
rimaste non vanno al di là di un cortese scambio formale,
tuttavia Muratori rappresentò certamente per Martini, come per
molti storici italiani ed europei, una figura ispiratrice17 . Dalla
lettura delle opere dell’erudito modenese Martini aveva assorbito
i principi cardine di una rigorosa metodologia storiografica, la
sensibilità critico-filologica per il documento nonché l’interesse
per la riscoperta e la rivalutazione dell’epoca medievale18.
Questo saggio si propone di esaminare il carteggio tra
Muratori e Martini, a partire dalla prospettiva della rete epistolare
Francesco Saverio Quadrio, Giovanni Crisostomo Trombelli, i padri
maurini Jean Mabillon Bernard de Montfaucon, per citarne solo alcuni.
15
Cfr. P.P. SCATTOLIN, Ricostruzione del carteggio di Padre G.B.
Martini con G. Tiraboschi, A.M. Bandini, P.M. Paciaudi e I. Affò,
“Rivista italiana di musicologia”, VIII (1973), pp. 225-253.
16
Cfr. MARTINI, Storia della musica, I, cit. p. 4.
17
Martini aveva consultato sistematicamente le opere maggiori
della storiografia muratoriana. Alla lettura delle Antiquitates
italicae medii aevi (Milano, 1738-1742) fa riferimento il carteggio
che verrà esaminato in questo saggio mentre quella dei Rerum
Italicarum Scriptores (Milano, 1723-1751) è attestata dai copiosi
appunti raccolti dal frate bolognese nel manoscritto miscellaneo IBc, H.68, cc. 54-61. Sulle miscellanee compilate da Martini,
strumento cardine della sua metodologia di ricerca, cfr. O.
MISCHIATI, Le miscellanee come specchio degli interessi storicomusicali di padre Martini, in Padre Martini. Musica e cultura nel
Settecento europeo, cit., pp. 17-26.
18
Sull’approccio metodologico di Martini e il suo rapporto con la
storiografia settecentesca cfr. M. HUGO, La musicologie au XVIIIe
siècle: Giambattista Martini & Martin Gerbert, cit.; I. CAVALLINI, Padre
G.B. Martini fra storia ed estetica: alcune osservazioni sulla “Storia
della musica”, “Quadrivium”, XXII (1981), pp. 169-183; ID., L’idée
d’histoire et d’harmonie du Padre Martini et d’autres penseurs de
son temps, “International Review of the Aesthetics and Sociology of
Music”, XXI, 2 (1990), pp. 141-159.
54
Muratoriana online 2023
che fece da sfondo alle vicende ad esso collegate19. Dall’analisi di
quello che all’apparenza non fu molto più che un episodio di
ordinaria ricerca bibliografica emergono alcuni spunti di
riflessione sull’intreccio tra storiografia, musica e carteggi nel
Settecento. Possiamo infatti risalire alle prime fasi del lavoro
preparatorio svolto da Martini in vista della stesura di quella
che sarebbe divenuta la prima sistematica storia della musica
in lingua italiana, consentendo di osservare lo sviluppo di quel
metodo storiografico applicato alla disciplina musicale che sta
a fondamento della successiva ricerca musicologica. Fornisce
inoltre la possibilità di osservare in azione il processo di
costruzione di una rete epistolare, mostrando alcune delle
dinamiche tipiche della repubblica delle lettere.
Il contesto epistolare della corrispondenza tra Martini
e Muratori
Del carteggio tra Muratori e Martini sopravvivono
unicamente due lettere, risalenti al maggio 1744, che
documentano il primo contatto epistolare diretto tra l’erudito
modenese e il musicista bolognese. Dal contenuto delle missive
si evince chiaramente che questa corrispondenza aveva
richiesto l’azione coordinata dei nodi di una rete di conoscenze
comuni. Per comprendere il significato e le modalità di questo
breve dialogo a distanza è pertanto opportuno ricostruire il
contesto epistolare che lo rese possibile.
19
Sul passaggio metodologico dalla focalizzazione sul carteggio alla rete
epistolare nel quale esso è situato cfr. F. FEDI, C. VIOLA, Periodici e
carteggi nella Respublica literaria del Settecento italiano, in I cantieri
dell’italianistica. Ricerca, didattica e organizzazione agli inizi del XXI
secolo. Atti del XVII congresso dell’ADI – Associazione degli
Italianisti (Roma Sapienza, 18-21 settembre 2013), a cura di B.
Alfonzetti, G. Baldassarri e F. Tomasi, Roma, Adi editore, 2014,
https://www.italianisti.it/pubblicazioni/atti-di-congresso/i-cantieridellitalianistica-ricerca-didattica-e-organizzazione-agli-inizi-delxxi-secolo-2014/2013%20fedi%20viola(1).pdf [cons. 18/12/2023];
C. VIOLA, Edizioni a stampa di epistolari di letterati italiani. Tendenze
e iniziative, “Mélanges de l’École française de Rome. Italie et
Méditerranée modernes et contemporaines”, CXXXII, 2 (2020), pp.
317-338.
Muratoriana online 2023
55
Come si è osservato, quando Martini mise mano al
progetto di redigere una storia della musica, aveva dovuto in
primo luogo affrontare il problema delle fonti, nella maggior
parte dei casi scarsamente disponibili e inedite. Martini si
dedicò innanzitutto alla consultazione della storiografia
erudita fiorita nei primi decenni del Settecento. Tra queste
opere non potevano mancare le Antiquitates Italicae Medii
Aevi di Muratori20, la cui lettura spinse Martini a cercare di
contattare l’autore. All’interno del terzo volume vengono
infatti menzionati alcuni testi di teoria musicale medievale
conservati nella Biblioteca Ambrosiana che suscitarono
l’interesse bibliografico di Martini. Conformemente ad un
metodo di lavoro già consolidato, il frate bolognese non
mancò di annotare i titoli in questione:
Si desidera una copia de’ seguenti m.s. che sono nella Biblioteca
Ambrosiana accennati nel tomo 3 pag. 875 Antiquitates italicae
medii aevi, cioè: Micrologus Guidonis Aretini = Liber Henchiriadis
in Musica = Epistola, et Lucidarium Marcheti de Padua in Arte
Musicae planae = Pomerium Marcheti de Padua in Arte Musicae
mensuratae = Ars cantus mensurabilis edita a Magistro Francone
Parisiensi21. Di più si desidera sapere, se vi siano nella suddetta
Biblioteca altri autori di musica o m.s. o stampati, e quali siano22.
20
L.A. MURATORI, Antiquitates italicae medii aevi, 6 v., Mediolani,
ex typographia Societatis Palatinae in regia curia, 1738-1742. Sulle
Antiquitates e l’apporto metodologico muratoriano alla storiografia
erudita cfr. M. AL KALAK, Tra antichi e moderni. Lodovico Antonio
Muratori e le origini di una tradizione erudita, in Mutina
splendidissima. La città romana e la sua eredità, a cura di L.
Malnati, S. Pellegrini, F. Piccinini e C. Stefani, Roma, De Luca
editori d’arte, 2017, pp. 544-546.
21
Le opere ricercate da Martini sono comprese all’interno del codice
BAMi, D 5 inf.: cc. 1r-12r, Micrologus; 21v-51v, Liber Henchiriadis
in musica Boethii et domini Guidonis monachi; cc. 52r-77v,
Lucidarium in arte musicae planae, cum praevia epistula ad
Raynerium de Urbeveteri; cc. 78r-110r, Pomerium in arte musicae
mensuratae; cc. 110v-118v, Ars cantus mensurabilis. È da
segnalare un piccolo errore bibliografico da parte di Martini: le
opere in questione non si trovano alla p. 875 del terzo volume delle
Antiquitates, ma alle coll. 876-877.
22
I-Bc, I.007.025b, SCHN 3510. Diversamente da quanto ipotizza
Schnoebelen, il foglio non contiene la minuta di una lettera a
56
Muratoriana online 2023
Martini era ben consapevole che per poter avere
informazioni sulle opere di interesse musicale conservate nella
Biblioteca Ambrosiana e avere copia dei codici desiderati,
avrebbe dovuto far giungere la propria richiesta all’allora prefetto,
Giuseppe Antonio Sassi23. Tuttavia, l’etichetta epistolare non
consentiva di iniziare a carteggiare senza aver il consenso
diretto del corrispondente o senza la mediazione preliminare
di una comune conoscenza 24 . Inoltre, se di fatto Martini
aveva già guadagnato una certa notorietà come musicista,
non aveva tuttavia al suo attivo pubblicazioni tali da poter
essere annoverato tra i letterati. Occorreva pertanto anche
una raccomandazione autorevole perché la sua richiesta di
consultazione venisse accolta. La scelta ricadde su Muratori,
il quale non era solamente un’autorità indiscussa nel campo
dell’erudizione storica ma era stato a sua volta dottore della
Biblioteca Ambrosiana tra il 1695 e il 1700 ed era in rapporti
epistolari con Sassi.
L’idea di contattare Muratori fu probabilmente suggerita
a Martini da Francesco Zambeccari, primicerio della basilica
Muratori, ma appunti di lavoro in vista di indagini archivistiche e
bibliografiche. Nella nota seguono infatti altri desiderata, da
indirizzare probabilmente ad un corrispondente parigino, che
attestano la vicinanza degli interessi storiografici di Martini
all’attività filologica dei padri maurini: La Science et la pratique du
plain-chant (Parigi, 1673) del monaco maurino Pierre-Benoît de
Jumilhac (1611-1682) e il terzo tomo dell’Opera omnia di Gregorio
Magno pubblicata per la prima volta secondo criteri filologici a
Parigi nel 1705, a cura dei Benedettini di San Mauro.
23
Giuseppe Antonio Sassi (1685-1751) venne nominato prefetto
della Biblioteca Ambrosiana il 25 agosto 1711, ricoprendo tale
incarico sino al 1751. Si dedicò soprattutto allo studio della storia
ecclesiastica milanese, acquisendo in breve tempo fama di grande
erudito. Tra i suoi numerosi corrispondenti era anche Muratori, con
il quale collaborò alla stesura dei Rerum Italicarum Scriptores
(Milano, 1723-1751), provvedendo a fornire e collazionare
numerosi manoscritti. Cfr. M. CATTO, voce Sassi, Giuseppe Antonio,
in Dizionario Biografico degli Italiani (di seguito DBI), v. 90, Roma,
Istituto della Enciclopedia Italiana, 2017, pp. 698-700.
24
Le lettere di presentazione costituivano un indispensabile
lasciapassare per essere introdotti in contesti sociali elitari o per
poter fare la conoscenza di personalità di rilievo in ambito politico
o culturale.
Muratoriana online 2023
57
di San Petronio, che si incaricò anche di fare da tramite tra i
due25. Zambeccari, che corrispondeva con Muratori almeno
dal 1725 26 , era stato inizialmente contattato dall’erudito
modenese affinché lo aiutasse nel reperire negli archivi
bolognesi fonti per la pubblicazione nei Rerum Italicarum
Scriptores, anche se in seguito il loro rapporto epistolare
aveva assunto un tono più personale27.
Il 18 maggio 1744, Zambeccari scrisse dunque a
Muratori domandandogli di far pervenire a Sassi una lettera di
presentazione per Martini, unitamente alla raccomandazione di
esaudirne le richieste bibliografiche.
Havendomi il padre maestro Martini fatto pervenire per lo
mezzo di persona a me confidente la brama grande che esso
haverebbe di ottenere dalla vasta erudizione di V.S.
25
Francesco Zambeccari (Bologna 1682-1767) era figlio di Camillo,
marchese di Bossara e senatore di Bologna. Figura di rilievo
nell’ambiente culturale e politico bolognese del Settecento,
Zambeccari intratteneva rapporti di amicizia con numerosi letterati
ed intellettuali italiani. Nominato prelato domestico di papa
Benedetto XIV, nel 1752 aveva devoluto una parte cospicua della
sua biblioteca in vista dell’apertura di una pubblica biblioteca
all’interno del Collegio gesuitico di Santa Lucia. Zambeccari era
inoltre membro dell’Accademia Clementina alla quale, tra il 1762 e
il 1763, donò un’importante raccolta di dipinti.
26
Del carteggio fra Zambeccari e Muratori sopravvivono 31 lettere,
che coprono in modo frammentario il periodo 1725-1749.
Nell’edizione nazionale del carteggio muratoriano sono state
pubblicate 30 missive: 23 inviate da Zambeccari, conservate in
Biblioteca Estense Universitaria, Modena (d’ora in poi BEUMo),
Archivio Muratoriano (di seguito Arch. Mur.), Filza 82, fasc. 56, e 7
vergate da Muratori, sei delle quali già pubblicate in precedenza da
Càmpori e una, inedita, conservata in BEUMo, cod. It. 2192,
collocazione b.25.8, cc. 8-9. Cfr. L.A. MURATORI, Carteggi con
Zacagni … Zurlini, a cura di A. Calapaj Burlini, Firenze, Olsckhi,
1975 (Edizione nazionale del Carteggio di L.A. Muratori; vol. 46),
pp. 15-39. Recentemente è comparsa sul mercato antiquario
un’altra lettera di Muratori a Zambeccari, datata Modena, 20
agosto 1740. Cfr. Finarte s.p.a., Libri, Autografi e Stampe, catalogo
dell’asta tenutasi a Roma il 20-21 giugno 2023, p. 9, lotto n. 3.
27
Sul carteggio Muratori-Zambeccari si rimanda alle osservazioni
introduttive di Calapaj Burlini in MURATORI, Carteggi con Zacagni …
Zurlini, vol. 46, cit., pp. 15-16.
58
Muratoriana online 2023
illustrissima le notitie, che in questo foglio che qui le
unisco 28 , con tutto il cuore la prego di tal favore, e con
piacere m’interesso a servirlo, perché veramente passa et è
nel genere della musica, come io credo, il più erudito che
ora vadi.
Esso ha fatta una racolta d’opere in questo genere, che si
crede singolare. Tutti questi mottivi, uniti alla tanto
conosciuta e da tutti esperimentata gentilezza di V.S.
illustrissima, non dubito non siano per mover l’animo suo
generoso, et amante di qualsivoglia leteratura, a favorire
questo padre, che è nostro bolognese e sta qui in S.
Francesco29.
Il “confidente” che aveva facilitato il contatto tra Martini
e Zambeccari era probabilmente l’allora maestro di cappella in
San Petronio, Giacomo Antonio Perti, del quale il frate
bolognese era stato allievo30 . Nell’allegato alla lettera viene
sottolineata ulteriormente l’erudizione di Martini in campo
musicale e le ambizioni “letterarie” che animano la sua ricerca.
Il padre maestro Martini bolognese nostro, dell’ordine
de’ Minori conventuali, uomo dottissimo nella musica
non meno in pratica che in teorica, brama per suoi fini
letterari e per avvanzar camino in una opera da lui
incominciata su tal materia, aver più distinta notizia di
certi manoscritti di cui ella, signor provosto mio
stimatissimo, ha fatto motto nel tomo 3 delle Antichità
italiche medii aevi, tomo 3, p. 875, che sono i seguenti:
Micrologus Guidonis Aretini, Liber Henchiriadis in
28
Si riferisce all’allegato della lettera, trascritto di seguito.
La trascrizione è tratta da MURATORI, Carteggi con Zacagni …
Zurlini, vol. 46, cit., lett. 21, p. 30. La lettera è conservata in
BEUMo, Arch. Mur., Filza 82, fasc. 56, cc. 21r-22r.
30
Giacomo Antonio Perti (1661-1756) ricoprì l’incarico di maestri
di cappella in San Petronio dal 1696 fino al 1756. Sul rapporto tra
Martini e Perti cfr. E. PASQUINI, Perti e Martini in contrappunto, in
Un anno per tre filarmonici di rango: Perti, Martini e Mozart. Un
principe, un “definitore” e un fuoriclasse da celebrare nel 2006, Atti
del convegno, Bologna, Accademia Filarmonica, 3-4 novembre
2006, a cura di P. Mioli, Bologna, Pàtron, 2008, pp. 77-90; EAD.,
Padre Martini in giudizio da Apollo, “Il Saggiatore musicale”, XVI
(2009), pp. 185-202.
29
Muratoriana online 2023
59
musica, Epistola et lucidarium Marcheti de Padua in arte
musicae planae, Pomerium Marcheti de Padua in arte
musicae mensuratae, Ars cantus mensurabilis edita a
magistro Francone Parisiensi.
Con questa notizia di essi più estesa e distinta, il p.
Martini avrà luogo di giudicare se gli convenga di
procacciarsene copia per suo vantaggio. Il signor
provosto mio, a cui tutto il mondo fa capo per somiglianti
notizie e per la di lei vastissima erudizione, e per la singolar
sua cortesia, prenderà in buon grado che io le raccomandi
le premure del detto religioso: al che m’avvanzo con
maggior coraggio, mentre basterà ch’ella si contenti
pregare il sig. Sassi prefetto dell’Ambrosiana, che dia
l’incombenza a qualche bravo suo giovane, e in appresso
onorarmi della risposta riportatane, che secondo il
discernimento del padre, si passerà poi, se occorre, a
cometterne le copie. Bramerebbe egli di più sapere se vi
sieno nella mentovata biblioteca Ambrosiana altri autori di
musica, o manoscritti o stampati, e quali sieno31.
La risposta di Muratori a Zambeccari giunse prontamente
il 19 maggio 1744.
Sommamente bello e plausibile è il disegno di cotesto padre
maestro Martini di fare raccolta di chi ha trattato della musica
ne’ secoli barbari, conducendo poscia i lettori a ravvisar di
mano il miglioramento di questa professione. Anzi sarebbe da
desiderare che mostrasse qual fosse il canto prima di Guido
Aretino, giacché si trovano in Roma ed altrove antifonari
antichissimi manoscritti, colle note usate allora e consistenti in
punti e linee. A me non sovviene di aver veduto nell’Ambrosiana
altri autori manoscritti che trattino di musica; e di quei, che ho
riferito, non ne so dire di più.
31
La trascrizione è tratta da MURATORI, Carteggi con Zacagni …
Zurlini, vol. 46, cit., lett. 21, p. 30. Il manoscritto è conservato in
BEUMo, Arch. Mur., Filza 82, fasc. 56, cc. 38r-39r. La data in calce
non indica il giorno ma solamente “maggio 1744”. L’allegato, che
incorpora e rielabora l’annotazione bibliografica sopra riportata,
sembra redatto dalla mano di Martini, verosimilmente secondo le
indicazioni o sotto la supervisione di Zambeccari.
60
Muratoriana online 2023
Sarà dunque ubbidita V.S. illustrissima e io ne scriverò con tutta
premura al sig. bibliotecario Sassi. Ma dica ad esso padre
maestro che il sig. Sassi è vecchio e di poca sanità, né si vorrà
prendere molta briga. Perciò creder’io bene, anzi necessario,
ch’egli scriva ad alcuno de’ suoi religiosi in Milano, il quale si
porti da esso sig. Sassi, a fine di poter visitare que’ manoscritti,
per riferirne poi quello, che bramerà esso padre maestro. Io ne
scriverò in questo ordinario, e pregherò in oltre il signor
bibliotecario di lasciar vedere al deputato da esso padre l’indice
de’ manoscritti, per vedere se altro antico scrittore avesse
trattato di questo argomento32.
Dall’elogio del progetto martiniano con cui si apre la
lettera, traspaiono due aspetti caratteristici della storiografia
muratoriana: l’importanza attribuita alla riscoperta e alla
rivalutazione del Medio Evo e una filosofia della storia
improntata ad una fiducia nel progresso delle conoscenze e
delle arti33. Inoltre, le indagini di Martini sulla storia del canto
liturgico intercettavano l’interesse di Muratori verso la storia
della liturgia, sulla quale andava conducendo in questi anni
32
I-Bc, I.007.021, SCHN 3507. Schnoebelen identifica erroneamente
il destinatario con Martini, mentre il confronto con la missiva
precedente mostra chiaramente che si tratta di Zambeccari.
Nell’Epistolario di L.A. Muratori curato da Matteo Càmpori, la lettera
risulta pubblicata due volte. Nel primo caso, Càmpori indica
erroneamente la data 1714 e scioglie l’abbreviazione “p. M. Martini”
in “padre Marcello” anziché in “p. maestro”, ma ipotizza
correttamente che il destinatario sia Francesco Zambeccari. Cfr.
L.A. MURATORI, Epistolario, a cura di M. Càmpori, Modena, Società
Tipografica Modenese, 1901-1922, 14 voll. (d’ora in poi Epist.) IV,
1448. Nel secondo caso, la lettera è datata e trascritta
correttamente, ma il destinatario è identificato erroneamente con
l’erudito bolognese Giovanni Crisostomo Trombelli (1697-1784).
Cfr. Epist. X, 4913. La trascrizione pubblicata in MURATORI, Carteggi
con Zacagni … Zurlini, vol. 46, cit., p. 31, si basa su Epist. IV, 1448.
Secondo le indicazioni di Càmpori l’originale della lettera era
conservato nella Biblioteca Boncompagni di Roma, mentre Calapaj
Burlini la segnala come dispersa. A questo proposito, va rilevato
che l’esemplare conservato in I-Bc è certamente autografo.
33
F. MARRI, Muratori filosofo, tra Modena e l’Europa, “Accademia
Nazionale di Scienze, Lettere e Arti di Modena. Memorie
Scientifiche, Giuridiche, Letterarie”, Serie VIII, v. XIV (2011), fasc.
I, pp. 211-231.
Muratoriana online 2023
61
ricerche che confluirono poi nella pubblicazione della Liturgia
Romana vetus34. La rilevanza del rapporto tra ricerca in ambito
musicale e liturgico emerge anche dal carteggio di Muratori con
Giuseppe Bianchini35, che invitò all’erudito modenese a redigere
una dissertazione storico-critica per far fronte a quella che
considerava una dilagante decadenza della musica eseguita nelle
chiese36. Nel giugno del 1744, tramite una comune conoscenza,
Bianchini aveva cercato inoltre di convincere Martini a stendere
una dissertazione sul canto ecclesiastico da inserire nell’edizione
della Liturgia Romana vetus37, proponendone al contempo l’idea
a Muratori38.
34
Liturgia Romana vetus tria sacramentaria complectens, Venezia,
Pasquali, 1748. Cfr. E. CATTANEO, Gli studi liturgici di Muratori, in
L.A. Muratori storiografo, Atti del Convegno internazionale di studi
muratoriani (Modena, 1972), Firenze, Olschki, 1975, pp. 51-98.
35
Su Giuseppe Bianchini (1704-1764) cfr. S. ROTTA, voce Bianchini,
Giuseppe, in DBI, v. 10, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana,
1968, pp. 200-205.
36
Cfr. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 1, c. 111, lettera di Giuseppe
Bianchini a L.A. Muratori del 27 marzo 1749: “Qual’ora V.S.
illustrissima si risolva di voler fare un trattato sopra la musica
ecclesiastica per mettere in vista li eccessi che nella Chiesa si sono
introdotti da’ moderni compositori, con tanta stragge delle anime, io
le somministrerò i materiali per un’opera così santa”. La trascrizione
è tratta da L.A. MURATORI, Carteggi con Bertagni … Bianchini, a cura di
E. Ferraglio e F. Marri Firenze, Olschki, 2014 (Edizione nazionale del
carteggio di L.A. Muratori, vol. 7), lett. 151, p. 527.
37
Cfr. I-Bc, I.007.023 (SCHN 0752), lettera di Giuseppe Bianchini a
destinatario ignoto (erroneamente identificato con G.B. Martini) del 6
giugno 1744: “Il sig. Muratori, che sta mettendo insieme un gran
corpo di monumenti liturgici e rituali, potrebbe dar luogo nella opera
sua alle fatiche del p. Martini, e fargliene molto onore. Dopo
Cassiodoro, e Beda abbiamo di scrittori di musica sacra Aureliano
cherico della Chiesa remense e l’Anonimo anteriore di alcuni secoli a
Guidone Aretino. Ma né da essi, né da Bernone, né da Bernardo, né
da Ermanno Contratto potiamo cavar notizie che bastino per istabilire
qual fosse il vero canto ecclesiastico gregoriano. Avanti i sacramentari
che medita di pubblicare il sig. Muratori quanto ci starebbe bene una
dissertazione preliminare, che su tal punto mettesse in chiaro”.
38
Cfr. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 1, c. 72, lettera di Giuseppe
Bianchini a L.A. Muratori del 6 giugno 1744: “Vorrei che il p. Martini
di Bologna communicasse a V.S. illustrissima quanto ha trovato
intorno all’antico canto ecclesiastico gregoriano. Bel punto sarebbe da
62
Muratoriana online 2023
Come concordato con Zambeccari, Muratori inviò il 19
maggio 1744 una lettera a Sassi, nella quale si ritrovano i
tratti tipici della lettera di presentazione e raccomandazione.
Ha preso il p. maestro Martini bolognese minor conventuale,
siccome uomo dottissimo in varie professioni, a trattar della
musica antica e moderna, nel quale studio forse niuno il
pareggia, ed ha raccolto molti manoscritti di questo
argomento. Avendo egli osservato aver io fatta menzione
nelle mie Antichità italiche de’ manoscritti di Guido Aretino,
Marchetto da Padova, etc., bramerebbe d’essere meglio
informato d’essi libri, e mi ha fatto pregare da persona
d’autorità d’implorare da V.S. illustrissima la benigna
permissione, per poter ricavare ulteriori notizie di tali autori.
Ho risposto che a lei porgerò le mie suppliche, siccome ora
fo con tutto lo spirito; ma ch’egli abbia corrispondente costì
che venga a vedere essi manoscritti, essendo ella troppo
piena d’occupazioni. S’egli l’invierà, i favori che a lui ella
compartirà, li riceverò io come fatti a me stesso. E se V.S.
illustrissima vorrà anche permettere che esso corrispondente
vegga l’indice de’ manoscritti, per cercare se vi fossero altri
antichi trattati di musica, cresceranno le mie obbligazioni per
l’abbondanza delle sue finezze39.
Poco dopo l’invio della risposta a Zambeccari, Muratori
prende l’iniziativa di scrivere direttamente a Martini, rinnovandogli
la disponibilità ad aiutarlo nella ricerca bibliografica.
Ben caro mi sarebbe, che la lettera da me scritta al sig.
bibliotecario Sassi, riuscisse fruttuosa al disegno di Vostra
Paternità intorno all’antica musica: disegno sommamente
porsi in chiaro in fronte all’edizione che medita dei sacramentari, e
forse col tempo si potrebbe nelle chiese ristabilire. L’odierna musica
non si può più tollerare. In certe città ha un’aria da teatro più che da
chiesa e fa più tosto perdere che conciliare la devozione”. La
trascrizione è tratta da MURATORI, Carteggi con Bertagni … Bianchini,
vol. 7, cit., lett. 93, pp. 490-491.
39
La trascrizione è tratta da Epist. X, 4912. La missiva era stata
precedentemente pubblicata in Lettere inedite di Ludovico Antonio
Muratori tratte dagli autografi della Biblioteca Ambrosiana, a cura
di Antonio Ceruti, in Miscellanea di storia italiana edita per cura
della Regia Deputazione di Storia patria, vol. VIII, Torino,
Stamperia Reale, 1869, pp. 269- 408: pp. 405-406.
Muratoriana online 2023
63
lodevole, non ostante che altri ne abbiano trattato, e
massimamente uno scrittor perugino de’ nostri tempi che a
lei sarà ben noto40. Nella Vaticana v’ha degli antichissimi
antifonari colle note musicali prima di Guido, e quando mai
non riuscisse a Lei di averne un saggio, potrei forse io per
altra parte soddisfare al di Lei bisogno. Per altro sa Vostra
Paternità non esservi stato tempo alcuno senza musica e
per conseguente senza note. E v’ha chi ha trattato della
musica degli antichi. Anche a’ tempi di Carlo Magno si
disputò in Roma, se i romani o i franzesi avessero miglior
canto. Il lume, che potrà dare […]41.
40
Muratori si riferisce alla Historia musica (Perugia, 1695) di
Giovanni Andrea Angelini Bontempi (1624-1705), cantante,
compositore e teorico della musica. Occorre notare che il confronto
effettuato da Muratori tra l’opera di Bontempi e il progetto
storiografico di Martini non appare del tutto pertinente. Infatti,
come osserva Biancamaria Brumana, “nel caso della Historia
musica siamo di fronte ad una esposizione sistematica dei principi
della musica; in sostanza un trattato di teoria musicale piuttosto
che una anticipazione della Storia della musica di padre Martini, di
solito considerata il prototipo di questo tipo di studi”. Cfr. G.A.
ANGELINI BONTEMPI, Historia Musica. Prima e seconda parte della
teorica, a cura di B. Brumana, Bologna, Ut Orpheus, 2010, p. VII.
Nel carteggio muratoriano si conserva una lettera di Angelini
Bontempi del 12 gennaio 1702 (BEUMo, Arch. Mur., Filza 52, fasc.
10). Secondo Federica Missere, questa lettera, mancante
dell’indicazione del destinatario, non sarebbe indirizzata a Muratori
ma solamente trasmessa a quest’ultimo dall’ignoto ricevente. Cfr.
Carteggio muratoriano: corrispondenti e bibliografia, a cura di F.
Missere Fontana e R. Turricchia, coordinamento e introduzione di
F. Marri, Bologna, Compositori, 2008, p. 41, n. 70. Secondo
Federico Marri si tratta invece di una lettera inviata a Muratori da
Angelini Bontempi, in risposta ad un quesito dell’erudito modenese
in merito al dibattito sul ruolo della musica nel dramma antico. Cfr.
Federico MARRI, Muratori, la musica e il melodramma negli anni
milanesi (1695-1700), “Muratoriana”, 16 (1989), pp. 19-124: 22,
n. 8. Sulla musica nella riflessione estetica di Muratori cfr. M. LUCCHI,
Problemi di estetica musicale negli scritti di L.A. Muratori, in Aspetti e
problemi del Settecento modenese, II (Arte e cultura nel Ducato
estense), Modena, Aedes Muratoriana, 1982, pp. 219-240.
41
Cfr. I-Bc, I.007.026 (SCHN 5871), lettera di L.A. Muratori a G.B.
Martini [s.d.]. Il testo, certamente di mano del Muratori, è
purtroppo mutilo. La stesura del testo è collocabile tra il 19 maggio
64
Muratoriana online 2023
Martini rispose prontamente il 23 maggio 1744,
ribadendo le intenzioni che animavano il suo progetto e
auspicando di poter contare anche in futuro sul supporto di
Muratori. È interessante notare che Martini ha conservato
due diverse minute di questa lettera, indice forse di cura
editoriale dovuta alla soggezione provata verso il grande
erudito modenese42.
La somma bontà con cui si è degnata V.S. illustrissima e di
approvare la mia idea di esporre, se sarà possibile, nel vero
suo prospetto l’istoria della musica e d’interporsi presso il
signor bibliotecario Sassi per farmi ottenere copia de’ molti
inediti di tal materia, siccome mi fa coraggio di eseguire il
mio disegno, così m’obbliga a rendergliene come faccio colla
presente umilissimi ringraziamenti. Certo è che nella oscurità
in cui siamo pare assai difficile il poter stabilire l’epoca della
musica di canto figurato. Tuttavia, avendo ricevuto non
picciol lume dai tomi della Antichità prodotte da V.S.
illustrissima, spererei di poter da’ trattati medesimi di
Francone parisiense e di Marchetto da Padova averne tanto
che mi guidasse a stabilire con fondamento qualche
principio. Per quello poi che riguarda la musica di canto
fermo, essendo stato vario e diverso il suo uso, siccome ho
avuto l’onore di far vedere a mons. Zambeccari mio
riveritissimo padrone in alcuni trattati e fragmenti antichi di
canto fermo, così mi vado ingegnando per mezzo de’ miei
padroni di avere da varie parti, e particolarmente dalla
Francia, alcun saggio delle note de’ codici Antifonario e
Responsoriale di S. Gregorio prodotto da’ padri Maurini43, e
1744, data dell’invio della risposta di Muratori a Zambeccari, e il
23 maggio 1744, data della risposta di Martini a Muratori.
42
Le due minute sono conservate in I-Bc, I.007.022 (SCHN 3508)
e I.007.025 (SCHN 3509). La prima contiene una versione
pressoché definitiva del testo inviato, mentre la seconda conserva
solamente una prima versione del corpo del testo. In un momento
successivo alla stesura, in testa alla prima minuta Martini annotò:
“scritta al signor dott. Muratori in Modona giugno 1744”. Si tratta
certamente di un errore di distrazione e quella della lettera
conservata in BEUMo deve considerarsi come la data effettiva della
missiva. Il testo di I.007.022 (SCHN 3508) è stato pubblicato in
Carteggio inedito del P. Giambattista Martini, vol. I, a cura di F.
Parisini, Bologna, Zanichelli, 1888, pp. 116-117.
43
Cfr. nota 16.
Muratoriana online 2023
65
d’altri posteriori, per conoscerne l’uso sino a’ tempi di Guido.
Io non ho che il buon desiderio di poter giovare al pubblico.
Resta solo che si degnino Iddio di concedermi le forze, e i miei
buoni padroni, tra quali ho la sorte di riconoscere V.S.
illustrissima, i mezzi atti per effettuarlo. E implorando umilmente
il di lei validissimo padrocinio, col dovuto profondissimo ossequio
bacio a V.S. illustrissima le sacre mani44.
In assenza di documentazione non è possibile stabilire
se e con quali modalità la corrispondenza tra Martini e
Muratori abbia avuto un seguito 45 . Tracce documentarie
attestano che il loro rapporto non si ridusse a questa singola
corrispondenza e che rimase in essere tra i due una qualche
forma di contatto diretta o indiretta46. Può essere tuttavia
44
Cfr. BEUMo, Arch. Mur., Filza 71, fasc. 11, c. 1, lettera di G.B
Martini a L.A. Muratori del 23 maggio 1744.
45
Schnoebelen segnala un’altra lettera di Muratori a Martini datata
3 gennaio 1748 (I-Bc, I.007.028, SCHN 3512). Si tratta tuttavia di
un errore di attribuzione: la lettera è indirizzata a Celestino
Petracchi, monaco benedettino, appartenente alla Congregazione
dei Celestini, come la precedente del 16 ottobre 1747 (I-Bc,
I.007.027, SCHN 3511). Il riferimento nel testo della missiva alle
critiche rivolte ad un’opera storiografica non rimanda infatti alla
Storia della musica di Martini, che nel 1748 non aveva ancora visto
la luce e pertanto non avrebbe potuto essere oggetto di critica, ma
al volume di Petracchi dedicato alla storia della Basilica di Santo
Stefano, uscito l’anno precedente. Cfr. C. PETRACCHI, Della insigne
Abbaziale Basilica di S. Stefano di Bologna, Bologna, Guidotti e
Mellini, 1747. A conferma dell’identificazione del destinatario con
Petracchi è possibile citare un altro esemplare di questa lettera,
rilegato all’interno di un volume miscellaneo relativo alla controversia
storiografica circa l’autenticità del diploma teodosiano, contenente
copia dell’opera citata unitamente ad altri quattro opuscoli a firma di
Alessandro Formagliari (1696-1769), Giovanni Battista Bianconi
(1698-1781) e del sacerdote modenese Bartolomeo Badiali. Cfr.
Libreria Oreste Gozzini (Firenze), Cataloghi di Arte, Storia e
Letteratura, n. 49, maggio 2022, p. 48, n. 347.
46
Nel primo tomo della Storia della musica Martini trascrive un
frammento di notazione neumatica tratto da un codice conservato
nell’archivio della cattedrale modenese, dichiarando che la copia
era stata ottenuta grazie a Muratori. Cfr. G.B. MARTINI, Storia della
musica, I, cit., p. 184, nota 66. A questo frammento fa riferimento
una lettera inviata a Martini da Lodovico Cavecchioli, che potrebbe
66
Muratoriana online 2023
interessante riportare la conclusione della vicenda che aveva
dato origine a questo breve carteggio.
Subito dopo la risposta di Muratori, Zambeccari ne aveva
verosimilmente riferito il contenuto a Martini. Quest’ultimo
aveva poi preso immediatamente contatto con un suo
correligionario che in quel momento si trovava a Milano,
chiedendogli di recarsi presso la Biblioteca Ambrosiana ad
effettuare le ricerche concordate. Tuttavia, quando il frate si
presentò al bibliotecario, la lettera di Muratori che doveva
preavvisare Sassi della sua venuta non era ancora giunta a
destinazione.
In assenza di adeguate presentazioni e raccomandazioni,
il prefetto dell’Ambrosiana aveva pertanto rifiutato di ricevere
le richieste dell’inviato di Martini. La notizia del mancato accogliento
delle richieste del frate bolognese non venne tuttavia
comunicata da Sassi, ma da Nicolò Sormani,47 che a quel
tempo svolgeva le funzioni di viceprefetto della Biblioteca
Ambrosiana, mediante una comunicazione indiretta, e a tratti
obliqua.
essere stato il tramite tra il frate bolognese e Muratori. Cfr. I-Bc,
I.022.093 (SCHN 1112), lettera di Lodovico Cavecchioli a G.B.
Martini del 15 luglio 1746: “[…] ho pure parlato al sig. Muratori per
le notizie che Vostra Reverenza m’impose di ricercare da esso lui,
ed egli m’ha detto non aver egli presentemente altra notizia che
d’un antico antifonario del 900 che si conserva nell’archivio della
cattedrale di Modena, il quale è scritto della maniera appunto (per
quanto egli mi ha espresso) che sono scritte alcune di quelle
antiche carte che Vostra Reverenza mi fece vedere, cioè con note
formate diversamente da quelle d’oggigiorno e senza virghe”. Il
codice dal quale è tratto il frammento citato è il Liber cantus ad
usum chori, conservato nell’Archivio Storico Diocesano di ModenaNonantola, Archivio Capitolare, Manoscritti, O.I.13. Cfr. G.
VIGARANI, Inventario dei manoscritti dell’Archivio Capitolare di
Modena, a cura di F. Baldelli, Modena, Mucchi, 2003, p. 52.
47
Nicolò Sormani (1686-1767) era stato nominato nel 1718
dottore della Biblioteca Ambrosiana. Fu il principale collaboratore
del prefetto Giuseppe Antonio Sassi nell’azione di rinnovamento
della biblioteca. Nel 1751 Sormani assunse la carica di prefetto,
che mantenne fino alla morte. Cfr. A. DATTERO, voce Sormani,
Nicolò, in DBI, v. 93, Roma, Istituto della Enciclopedia italiana,
2018, pp. 395-396.
Muratoriana online 2023
67
Il dottor bibliotecario Sormani riverisce umilmente il padre
maestro segretario Menefogli,48 e sì gli dice di aver parlato
col suo collega Sassi per servire il p. Giuseppe Antonio
Ferrario,49 ed anche il padre maestro di cappella.50 Ma la
conclusione è stata che trattandosi di copiare uno
manoscritto non si può senza convocare tutta la
congregazione, il che si fa appena tre volte l’anno. Nemmai
si permetterà di dare copia per intero, perché li manoscritti
sono preziosi e stimati per la rarità, e che il più possibile per
servire tante raccomandazioni sia tal volta permettere che
si trascriva alcuna piccola particella. Il sig. Muratori non ha
mai scritto niente51.
In quella che probabilmente era intesa come risposta
ad una domanda riguardante la mancata esecuzione di
quanto richiesto tramite Muratori, Sormani appare secco e
inappellabile nell’elencare serie di scoraggianti impedimenti
alle ricerche bibliografiche di Martini. Uno spiraglio sembrò
aprirsi solo dopo che la lettera di Muratori giunse nelle mani
di Sassi che, 14 giugno 1744, rispose rendendosi disponibile
ad accogliere le richieste del frate bolognese in ragione della
raccomandazione dell’erudito modenese.
48
Non è stato possibile rintracciare notizie su Menefogli. Un “padre
Menafoglio dello stato di Milano” ricoprì nel 1737 l’incarico di
cancelliere dell’inquisitore fiorentino Paolo Antonio Ambrosi,
appartenente all’ordine dei minori conventuali. Cfr. M.A. MORELLI
TIMPANARO, Tommaso Crudeli (Poppi 1702-1745). Contributo per
uno studio sulla inquisizione a Firenze nella prima metà del XVIII
secolo, Firenze, Olschki, 2003, p. 141.
49
Probabilmente da identificare con Giuseppe Antonio Ferrari,
minore conventuale, il cui nome compare nel carteggio martiniano
anche in un’altra lettera, contenente informazioni relative a
ricerche bibliografiche sulle opere di Giovanni Battista Doni. Cfr. IBc, I.009.123 (SCHN1992), lettera di Giuseppe Antonio Ferrari a
G.B. Martini del 3 marzo 1759.
50
Scil. Martini.
51
Cfr. I-Bc, I.007.024 (SCHN 5119). Più che di una lettera si tratta
in realtà un biglietto scritto molto frettolosamente che potrebbe
essere copia di parte di una lettera di Sormani a Menefogli oppure
un allegato inviato insieme ad un’altra missiva.
68
Muratoriana online 2023
Prima che io ricevessi il gentilissimo foglio di V.S.
illustrissima fu da me il corrispondente del padre
maestro Martini bolognese, ma perché non seppe
spiegarsi cosa bramasse il soddetto padre, nulla si
conchiuse, ed indi poi non ebbi più l’onore di vederlo.
Ora che intendo non desiderar egli altro che ulteriori
notizie degli autori da V.S. illustrissima già indicati,
ben volentieri mi offro a servirlo, bastandomi un solo
cenno della di lei persona per impiegare ogni mio
arbitrio e diligenza a pro massime de’ letterati di lei
amici52.
Le speranze di Martini erano però destinate a rimanere
frustrate, poiché la disponibilità avanzata da Sassi non trovò
però seguito nei fatti. Il funzionamento del network si era
ormai inceppato e il frate bolognese dovette attendere più di
un decennio per ottenere copia delle opere richieste. Solo nel
1755 infatti, grazie all’intervento di Baldassarre Oltrocchi53,
che dal 1751 ricopriva l’incarico di proprefetto dell’Ambrosiana,
giunsero finalmente a Bologna le copie del codice descritto
da Muratori nelle Antiquitates54.
52
BEUMo, Arch. Mur., Filza 78, fasc. 2, c. 299, lettera di Giuseppe
Antonio Sassi a L.A. Muratori del 14 giugno 1744.
53
Baldassarre Oltrocchi (1714-1797) venne cooptato nel 1748
come dottore della Biblioteca Ambrosiana e nominato nel 1751
proprefetto. Dopo la morte di Nicolò Sormani, nel 1767, Oltrocchi
gli succedette nell’incarico di prefetto. Cfr. M. NAVONI, voce
Oltrocchi, Baldassarre, in DBI, v. 79, Roma, Istituto della
Enciclopedia Italiana, 2013, p. 294.
54
La lettera di Oltrocchi in cui informa Martini dell’avvenuta
copiatura risale al 18 febbraio 1755. Cfr I-Bc, I.007.002 (SCHN
3666): “Godo per altro di esser stato in qualche modo utile alle di
lei dotte e virtuose fatiche, massimamente dopo essere andate a
vuoto altre sue dimande fatte già su questo punto medesimo al sig.
bibliotecario mio antecessore per mezzo del celebre signor dott.
Muratori”. Il volume contenente la copia del codice BAMi, D 5 inf.
è conservato in I-Bc, A.34. Cfr. O. MISCHIATI, Il catalogo originale
dei codici manoscritti di padre Martini, “Studi Musicali”, XXVIII
(1999), pp. 117-218: 123.
Muratoriana online 2023
69
Verso una moderna storiografia musicale
L’intervento di Muratori, per quanto a conti fatti
inefficace, rappresentò tuttavia un importante sprone per
Martini, ne incoraggiò i passi e ne indirizzò la ricerca. Il frate
bolognese si era assunto infatti il gravoso compito non
solamente di determinare l’oggetto di un campo di indagine
relativamente nuovo ma anche di precisare il carattere e i
requisiti del soggetto indagatore: la figura dello storiografo
musicale era in fase di definizione tanto quanto quella della sua
disciplina.
Non è questo il luogo per formulare un giudizio
complessivo sul valore della storiografia musicale martiniana55.
Certamente il frate bolognese non fu solo un erudito vincolato
ai modelli del passato e il suo contributo metodologico può già
essere considerato per molti versi moderno. Se è innegabile
che la storiografia musicale aveva ancora molta strada davanti
a sé, nelle opere di Martini si possono ritrovare in statu nascenti
gli elementi fondamenti della ricerca musicologica.
Rimane il fatto che fu “il primo in Italia, a voler scrivere
una vera e propria ‘storia’ della musica, dei fatti musicali nella loro
globalità, includendo tra questi anche i sistemi musicali e la loro
evoluzione”56. Con il suo progetto storiografico, Martini mirava,
da un lato, a legittimare l’ammissione della musica all’interno
della cultura erudita e, dall’altro, tramite l’uso della lingua italiana,
intendeva rendere la storia della musica accessibile ad un
pubblico più ampio, operando una mediazione tra “interessi
specialistici ed istanze ‘divulgative’ ”57.
Fondamentale in questa direzione fu l’attività epistolare
del frate bolognese che, come mostra il breve carteggio con
Muratori, si dimostrò un abilissimo tessitore di reti attraverso
le quali garantire alla musica un posto di riguardo nella
repubblica italiana delle lettere.
55
56
57
PASQUINI, Giambattista Martini, cit., pp. 117-120.
Cfr. A. ZIINO, Martini studioso di musica medievale, cit. p. 63.
Cfr. D. RESTANI, Martini studioso di musica greca, cit., p. 47.
70
Muratoriana online 2023
ANGELO COLOMBO
Addizioni minime ai carteggi
di Lodovico Antonio Muratori
(con qualche rilievo di metodo)
a vastità e la coesistenza di problematiche
disparate che assillano quanti si dedichino alla
pubblicazione dei carteggi moderni è parte di
una consapevolezza ormai talmente radicata
negli studiosi, da sollevare chi scrive dagli obblighi di un
preambolo specifico in materia. Anni addietro è stato ribadito
con valore di bilancio, del resto, il considerevole dispendio di
energie atteso dal responsabile dell’edizione “di tutti i carteggi
di un autore del quale già è stato pubblicato l’epistolario” – con
rinvio al caso ovvio del Muratori – perché “ogni corrispondente
ha un suo linguaggio e vive una sua situazione”1, che vanno
illustrati e capiti: come esplorata e conosciuta con il necessario
rigore, è da aggiungere, dovrà essere la sua scrittura, intesa non
tanto quale fatto meccanico e seriale, circoscritto all’esecuzione
di una manualità neutra di supplenza della voce, ma nel suo
doppio valore di espressione fisica soggettiva e di rappresentazione
mentale della personalità cui essa appartiene.
Valido e non meno giustificabile, naturalmente, è
peraltro il richiamo ai buoni diritti di una recensio ecumenica
dei materiali pertinenti, che comporti perciò il recupero di
“tutte le lettere disponibili”, pervenute a biblioteche e ad
archivi pubblici o custodite in sedi distinte da essi, non
escluse le collezioni private di autografi. Esemplare in questo
senso è, di nuovo, la vicenda del Muratori e dell’Epistolario
1
A. VECCHI, Motivi per una ecdotica degli epistolari e dei carteggi, in
Metodologia ecdotica dei carteggi, Atti del Convegno internazionale
di studi (Roma, 23-25 ottobre 1980), a cura di E. d’Auria, Firenze,
Le Monnier, 1989, p. 31.
Muratoriana online 2023
71
allestito cronologicamente dal marchese Matteo Càmpori nel
primo ventennio del Novecento 2 , rispetto al quale “molte
lettere vennero alla luce dopoché i volumi che avrebbero
dovuto accoglierle” erano stati pubblicati; in tale circostanza,
“l’attenzione dei detentori d’inediti era stata svegliata dal
fatto compiuto” della monumentale iniziativa 3 , che aveva
così operato una funzione salutare di trascinamento nel
recupero di quanto era rimasto fino ad allora occultato in
raccolte periferiche ed ignote ai ricercatori.
Se la conoscenza incompleta e l’esplorazione solo
parziale dei fondi privati, oltre che degli archivi occasionali e
volatili che si costituiscono presso le librerie antiquarie, resta
un elemento di debolezza nel piano dell’edizione di un
epistolario o di un carteggio (non ne va esente quello
muratoriano, visto che il censimento delle carte è condotto, per
l’essenziale, tra fondi pubblici italiani e stranieri)4, ciò continua
a essere vero anche quando gli archivi o le biblioteche non
siano istituti privati, ma la loro fruizione venga condizionata da
fattori esterni o interni ben altro che inabituali, quali
l’accessibilità difficoltosa delle carte e la loro catalogazione
imperfetta, o persino la sua assenza: da soli, ostacoli del
genere pesano sui destini di compiutezza di una qualsiasi
edizione di corrispondenze che si voglia proporre di essere
integrale e definitiva, così come impediscono il conseguimento
del traguardo la dispersione pulviscolare dei documenti in sedi
numerose e inaspettate, la loro scoperta tardiva a causa di un
riordino più efficace dei fondi già noti, o il ritrovamento
occasionale di quanto era stato confinato, a un certo punto, in
sedi improprie che ne avevano decretato la condizione
temporanea di deperditus. La raccolta e lo studio dei fogli
epistolari, a ogni buon conto, appartiene alla sfera dei lavori
destinati più di ogni altro a rimanere aperti e in progress,
2
L.A. MURATORI, Epistolario, a cura di M. Càmpori, Modena, Società
tipografica modenese, 1901-1922, 14 voll. (di seguito Epist.).
3
VECCHI, Motivi per una ecdotica, cit., p. 27.
4
Carteggio muratoriano: corrispondenti e bibliografia, a cura di F.
Missere Fontana e R. Turricchia, coordinamento e introduzione di
F. Marri, Bologna, Editrice Compositori, 2008 (Emilia-Romagna
biblioteche, archivi; 66), di seguito CMCEB, pp. 21 e 31-33.
72
Muratoriana online 2023
come è ben noto a tutti coloro che abbiano praticato un
esercizio del genere; quale aneddoto e controprova, si
ricorderà in merito che suscitò qualche sorpresa legittima il
titolo di Tutte le lettere assegnato tempo fa (1986), con scarsa
cautela, all’edizione delle corrispondenze epistolari di un nostro
classico dell’Ottocento, della quale poco dopo furono facilmente
dimostrate le lacune (la circostanza finì per dare l’occasione di
un’irosa defensoria pubblica a chi era rimasto stupito dalle
riserve non meno che dai recuperi inattesi, i quali, carte alla
mano, invalidavano senza scampo la titolazione fiduciosa della
sua raccolta)5.
Il carteggio dell’erudito vignolese, così ampio e talmente
variegato da avere assunto con piena liceità la funzione di
nutritissimo deposito documentario attraverso il quale si
riflette, insieme con i suoi aspetti innumerevoli, un’intera
età storica della cultura italiana alla vigilia dei Lumi, si
presta agevolmente a illustrare quanto esposto poc’anzi. Ciò
è suscettibile di conferma sia sul versante dei nuovi
ritrovamenti cui offrono occasione le risorse inesauribili
degli archivi pubblici, sia su quello delle ricerche di materiali
sconosciuti che si celino nelle collezioni private e nella loro
‘proiezione dinamica’, costituita dagli archivi temporanei in
possesso dei commercianti di autografi, verso i quali
convergono e da cui si dipartono le vie tortuose di un ancora
vivace mercato di compravendita delle carte muratoriane.
Questo secondo caso può venire esemplificato dalla
comparsa recente di un importante foglio epistolare, fin qui
sconosciuto, dell’anziano Muratori, il quale si giudicava ormai
incapace di dedicarsi a nuovi argomenti nel “poco tempo” che
gli “restava di vita” indirizzandosi da Modena il 27 dicembre
del 1747 – poco più di due anni prima della scomparsa – allo
storico e filologo Giovanni Lami (Santa Croce sull’Arno, 8
novembre 1697-Firenze, 6 febbraio 1770). Per una svista,
l’antiquario possessore del documento epistolare, però, lo ha
reso noto identificando l’interlocutore del Muratori nell’erudito
5
La reazione cui si allude è in D. ISELLA, Lettere (Aggiunta II
all’edizione di Cesare Arieti), “Annali manzoniani”, n.s., II (1994), p.
79. Ci piace qui segnalare per la sua recenziorità, tuttavia, il bel
tributo allo studioso e al brillante saggista di P. BONGRANI, Quattro
studi per Dante Isella. In memoria, Milano, Il muro di Tessa, 2022.
Muratoriana online 2023
73
friulano Giuseppe Bini (Varmo, 22 aprile 1689-Gemona, 16
marzo 1773), in ragione del fatto che il Lami si era coperto, in
alcuni casi, sotto lo pseudonimo di Giuseppe Clemente Bini6. La
confusione tra i due personaggi e la catalogazione inesatta
hanno rischiato di sviare gli studiosi in cerca di lettere del Lami
e del vero Bini, ma i temi ai quali si riferisce la missiva
consentono fortunatamente di sciogliere l’equivoco sottraendola
al carteggio biniano del Muratori e restituendola al dialogo con il
Lami, i cui documenti epistolari sono in corso di raccolta e di
indagine nell’ambito dell’Edizione Nazionale muratoriana 7 . La
lettera merita tanto più rilievo perché, dando voce a un pur
garbato rimprovero conferito alle responsabilità di terzi, essa
pone a fuoco un aspetto specifico dei giudizi sulle pubblicazioni
periodiche formulati dal Muratori, che in tal caso revoca in
dubbio l’apertura degli orizzonti culturali cui era stata ispirata
l’ideazione delle “Novelle letterarie”; la loro diffusione a largo
raggio e su scala europea appariva fragile e stentata, infatti,
a causa del dannoso ripiegamento municipalistico che esse
avevano manifestato da ultimo:
Debbo […] dirle che persone passate per Modena si son
lagnate per veder le sue Novelle letterarie non più lavorate
con quella esattezza che si osservava negli anni addietro,
empiendosi talvolta il foglio con lettere di niun momento e
libercoli più leggieri della fiamma. Ho io risposto provvedere
l’Italia pochi libri; ed essi mi han replicato non ne mancare,
e poi si può ricorrere agli oltramontani, che abbondano 8.
I casi analoghi sono probabilmente numerosi, ma per
rimanere nell’ambito della medesima, benemerita iniziativa
del carteggio muratoriano, uno dei volumi recenti ospitati
nell’Edizione Nazionale e affidato alle cure di chi scrive
permette altre piccole verifiche a breve distanza dalla sua
6
Scarperia e San Piero (Firenze), Galileum Autografi, bifolio di mm. 220
155 (da c. 2r la citazione); sul personaggio si rimanda perlomeno a
M.P. PAOLI, Giovanni Lami, in Dizionario biografico degli Italiani, Roma,
Istituto della Enciclopedia Italiana, 2004, vol. LXIII, pp. 227-233.
7
L.A. MURATORI, Carteggi con Hakemann … Lazzarelli, Firenze,
Olschki (Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol.
XXIV), in preparazione.
8
La citazione è da c. 1v dell’autografo di cui alla precedente nota 6.
74
Muratoriana online 2023
comparsa9. Esse saranno dunque da ritenere, oltre che prove
di conferma degli asserti generali cui è stato fatto cenno,
altrettante schede opportune all’aggiornamento del quale è
passibile il dovizioso corpus di settecento e più lettere che
quella pubblicazione ha avuto modo di riunire10.
Il primo esempio utile al proposito appena dichiarato
viene offerto dalla corrispondenza del Muratori con il
bolognese Giovanni Battista Bianconi (Calcara, 12 maggio
1698-Bologna, 13 agosto 1781), erudito e filologo, esperto di
caldeo e di arabo, lettore di lingua greca all’Archiginnasio
felsineo per trentuno anni (1732-1763), più apprezzato dal
suo interlocutore in qualità di storico del Medioevo11. Il dialogo
epistolare fra i due (per un totale di 73 pezzi del periodo 17221738, allo stato attuale) è conosciuto grazie agli originali delle
lettere del Bianconi giacenti presso l’Archivio muratoriano alla
L.A. MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, a cura di A.
Colombo, Firenze, Olschki, 2020 (Edizione Nazionale del Carteggio di
L.A. Muratori, vol. VIII).
10
Circa il volume di cui si discute cfr. le recensioni di R. TURCHI, “La
Rassegna della letteratura italiana”, CXXV (2021), 1, p. 215; R. PASTA,
“Archivio storico italiano”, CLXXIX (2021), pp. 643-644; S. CUOGHI,
“Paideia”, LXXVI (2021), pp. 611-615; A. DARDI, “Seicento e
Settecento”, XVI (2021), pp. 187-190; A. BRAMBILLA, “Aevum”, XCV
(2021), pp. 856-857; F. ARATO, “Giornale storico della letteratura
italiana”, CXCIX (2022), pp. 131-134; F. FABBRI, “Studi e problemi di
critica testuale”, vol. 104 (2022), pp. 289-292.
11
Su di lui e sugli argomenti della sua conversazione epistolare con
Muratori rimandiamo alla sintesi prodotta in MURATORI, Carteggi con
Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., pp. 16-23 (e relative note
bibliografiche). È frutto di un’inesattezza quanto si legge in G.
CANTARUTTI, Effetto edizione. Il caso Giovanni Battista Bianconi, in
“L’uomo, se non teme fatica, può far di gran cose”. Studi muratoriani in
onore di Fabio Marri, a cura di A. Cottignoli e F. Missere Fontana,
Modena, Centro di studi muratoriani, 2020, p. 112, secondo cui l’incarico
di lettore di greco all’Archiginnasio cittadino si sarebbe prolungato ben
quarantuno anni, fino al 1773: cfr. al contrario L. FRATI, Della vita e degli
scritti di Giambattista Bianconi. Memorie (nozze Casoni-Bianconi),
Bologna, Tipografia all’Ancora, 1858, p. 12 (“Nell’anno appresso [1763]
per la medesima ragione [era “bisognevole di riposo”] ottenne di
cessare dall’insegnamento della greca favella”).
9
Muratoriana online 2023
75
Biblioteca Estense Universitaria di Modena12 e, sul versante delle
carte epistolari di mano dal suo corrispondente modenese,
tramite diciotto copie giacenti nella medesima sede archivistica,
cui aggiungere quanto raccolto negli Scritti inediti del 1872 e la
pubblicazione integrale delle lettere effettuata dal Càmpori (25
pezzi)13, che dichiarò di avere trascritto gli originali muratoriani
quasi per intero dalle carte custodite nell’“Archivio Bianconi” di
Bologna. Quest’ultimo deposito, preziosissimo per la numerosità
dei documenti che conteneva, è dichiarato irreperibile nella
nostra edizione del carteggio 14 . Ha dunque prodotto grande
interesse ciò che è stato riferito in tempi vicini da una studiosa,
secondo la quale l’“archivio della Famiglia Bianconi lungamente
creduto disperso” sarebbe “giunto all’Archivio Generale
Arcivescovile di Bologna nel 2010 per legato dell’ultima erede
della famiglia Bianconi, Paola Giovannini”, costituendovi in tal
modo uno “splendido, enorme tesoro epistolare”15.
In realtà, i dati non sono completamente esatti.
L’archivio seguì la linea ereditaria maschile dei Bianconi,
terminata con Giuseppe Giovanni (1809-1878), per passare
in seguito alla linea femminile, rappresentata da Giulia
Bianconi Venturoli (1838-1888) e poi da Maria Pia Bianconi
(1872-1900), andata sposa a Luigi Giovannini: da quel
momento esso seguì le sorti della nuova famiglia. Agli inizi
degli anni Novanta quanto era rimasto, conservato da Gian
Lodovico Giovannini presso la villa di campagna a Idice,
venne trasferito in via Oberdan 16, a Bologna, allo scopo di
permetterne la consultazione da parte di Carolina Crovara
Pescia in servizio della sua tesi di laurea (Carlo Bianconi e
Modena, Biblioteca Estense e Universitaria (d’ora in avanti BEUMo),
Archivio muratoriano (da qui in poi Arch. Mur.), Filza 55, fasc. 5.
13
BEUMo, Arch. Mur., Filza 48, fasc. 20.11; L.A. MURATORI, Scritti
inediti, pubblicati a celebrare il secondo centenario della nascita di
lui, Bologna, Zanichelli, 1872, vol. II, pp. 345-361; Epist. VII,
2289, 2372, 2450-2451, 2456, 2463, 2473, 2485, 2529, 2577,
2580, 2588, 2599, 2621, 2623, 2670, 2680, 2716, 2719, 3123,
3126, 3128, 3313 e 3319. Cfr. CMCEB, n. 250, p. 56; l’intero
corpus attualmente disponibile è ora in Carteggi con Bianconi …
Bottazzoni, cit., pp. 25-62.
14
MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., p.
17, nota 3.
15
CANTARUTTI, Effetto edizione, cit., p. 116.
12
76
Muratoriana online 2023
l’architettura: l’archivio di famiglia, i disegni, le fabbriche, gli
studi vitruviani, relatore Gabriele Morolli, Università di Firenze,
a.a. 1995-1996, 2 voll.) 16 e lì rimase fino alla donazione
effettuata da Paola Giovannini (1924-2009), che, prima della
scomparsa, scelse di legare le carte della famiglia alla
parrocchia di S. Pietro nella Metropolitana di Bologna, da dove
sono pervenute all’Archivio generale arcivescovile cittadino
(2010-2011) 17 . In merito allo stato di conservazione, però,
l’ottimismo espresso dalle parole sopra trascritte si trova
smentito dalle condizioni odierne in cui versa il legato, dal
momento che solo una parte dell’archivio Bianconi, colpito dalle
conseguenze delle successioni ereditarie, dei traslochi e degli
eventi bellici, è giunta alla sede attuale: sfortunatamente, in
quanto è rimasto le corrispondenze spedite dal Muratori a
Giovanni Battista Bianconi non risultano sopravvissute e, salvo
recuperi che al momento non sembrano prevedibili, si
confermano smarrite 18 . Malgrado le aspettative fiduciose,
rimane perciò valido quanto è stato dichiarato, editando il
carteggio Bianconi-Muratori, in materia di irreperibilità degli
autografi muratoriani, del cui aspetto continua a fare fede allo
stato presente la sola edizione completa di essi fornita
dall’Epistolario del Càmpori.
Circa quest’ultima, resta tuttavia confortante presumere
che il quoziente di esattezza nella trascrizione degli originali
16
Cfr. C. CROVARA PESCIA, Carlo Bianconi, architetto-decoratore. Le
opere bolognesi: gallerie, ville, palazzi, “Strenna storica bolognese”,
XLVII (1997), pp. 185-200; EAD., Villa Bianconi a Calcara: un’opera
architettonica ‘in famiglia’, “Strenna storica bolognese”, XLVIII
(1998), pp. 163-188.
17
Per una descrizione sommaria del fondo, denominato Famiglia
Bianconi-Giovannini, e delle sue due parti (archivio Bianconi e
archivio Bianconi-Giovannini) si rimanda a L’Archivio Generale
Arcivescovile di Bologna. Inventario-guida dei fondi ordinati e
consultabili, a cura di M. Fanti, Bologna, Costa, 2015, pp. 202-203;
è ora disponibile, invece, un quadro dettagliato, messo a punto dopo
la catalogazione esauriente dei materiali, in Archivio delle famiglie
Bianconi e Giovannini. Inventario, a cura di D. Nardin, Bologna, s.e.,
2023 (in https://www.archivio-arcivescovile-bo.it/patrimonio/): la
vicenda storica si legge ivi, pp. 1-5.
18
Ce ne fornisce ulteriore conferma il dott. Simone Marchesani
(Bologna, Archivio arcivescovile), che ringraziamo.
Muratoriana online 2023
77
sia elevato, poiché sembra probabile che lo studioso
modenese non dovette ricorrere a copiatori occasionali e di
affidabilità incerta per quel lavoro, in virtù della prossimità
geografica a Bologna e della conseguente ricognizione
autoptica di cui egli poté fare oggetto l’archivio storico della
famiglia Bianconi19. Ogni volta che ciò si è reso verificabile nel
caso di altri carteggi, in effetti, la collazione della stampa con
gli originali ha certificato la bontà sostanziale dell’edizione
messa a punto dal Càmpori a partire da una conoscenza
diretta e personale dei documenti manoscritti.
Diverso e di segno positivo si rivela, al contrario, il
ritrovamento propiziato dal riordino di una filza dell’Archivio
muratoriano di Modena rimasta a lungo priva di inventariazione
adeguata; segnalato tardi perché potesse trovare posto
nell’edizione del carteggio con l’erudito estense a lui
consacrato20, un biglietto di pugno di Pier Francesco Bottazzoni
può dunque essere reso noto ora a titolo di integrazione e
secondo i medesimi criteri in uso nell’Edizione Nazionale21:
‹Bologna, seconda metà di febbraio 1703›
Dopo avere io scritto una lunga lettera a V.S. eccellentissima
mi conviene soggiugnerle che nell’incarricarmi questa mattina
il nostro signor marchese Orsi d’intendere dal signor dott.
Sbaragli, annoverato dal sig. Lamindo Pritanio fra’ suoi virtuosi
accademici, qual modo voglia egli tenere nella risposta alla
lettera circolare del sudetto sig. Lamindo, m’ha significato il
medesimo signor Marchese d’avere cominciato carteggiare col
sig. Pritanio.
La circostanza pare del tutto probabile, malgrado l’avvertenza
che si legge in Epist., VI, p. 2204, a proposito del ruolo di terzi, che
andrà riferita a un numero circoscritto di casi, non certo alla
globalità dei documenti raccolti nel corposo volume.
20
Recuperi muratoriani: lettere e corrispondenti della Filza 86, catalogo
di F. Missere Fontana; trascrizioni di D. Gianaroli, coordinamento e
introduzione di F. Marri, Verona, QuiEdit, Centro di ricerca sugli
epistolari del Settecento, 2020 (Reperta/Dagli archivi, 4); MURATORI,
Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., pp. 655-668 (25
pezzi, tutti del Bottazzoni).
21
Si leggono in Norme per l’edizione del carteggio muratoriano, a
cura di F. Marri, Modena, Aedes Muratoriana, 1989.
19
78
Muratoriana online 2023
Avuta che averò la risposta del sig. Sbaragli la comunicherò
ancora a V.S. eccellentissima, e nuovamente la riverisco…22.
Al principio del 1703 il Bottazzoni – dal 1700 segretario
del marchese Giovan Gioseffo Orsi, oltre che letterato non
trascurabile e infine professore di umane lettere nello Studio
bolognese23 – si venne a trovare implicato nella gestazione
dei muratoriani Primi disegni della repubblica letteraria
d’Italia24, allestiti dal bibliotecario estense sotto lo pseudonimo
cautelativo di Lamindo Pritanio: un artificio di cui non erano
al corrente l’Orsi né lo “Sbaragli” citato nella missiva (forse
da riconoscere nel medico e anatomista Giovanni Girolamo
Sbaraglia, animatore di una celebre polemica contro Marcello
Malpighi) 25 . Il manoscritto dei Primi disegni sarebbe
pervenuto a Bologna, fra le mani del Bottazzoni e poi
dell’Orsi, solo alla metà del marzo seguente, quando il
secondo, ormai informato dell’origine di quell’operetta,
scrisse al corrispondente modenese: “Mi giunse poi il
manoscritto di V.S. eccellentissima, come suppongo le abbia
avvisato il dott. Bottazzoni” 26 . Stante l’identità fittizia che
22
BEUMo, Arch. Mur., Filza 86, fasc. 4 C, c. 40r; manca in CMCEB,
n. 321, p. 62, ma cfr. Recuperi muratoriani, cit., p. 189.
23
Si veda per brevità la scheda a lui relativa e al suo dialogo epistolare
con il Muratori in Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit.,
pp. 647-654; sui rapporti fra l’Orsi e il Muratori si rinvia senz’altro a
L.A. MURATORI, Carteggio con Giovan Gioseffo Orsi, a cura di A.
Cottignoli, Firenze, Olschki, 1984 (Edizione Nazionale del Carteggio di
L.A. Muratori, vol. XXXII); A. COTTIGNOLI, Muratori teorico. La revisione
della «Perfetta poesia» e la questione del teatro, Bologna, Clueb,
1987, pp. 37-47; A. BATTISTINI, Bologna, 1703. Alla ricerca di
un’identità nazionale, in Atlante della letteratura italiana, a cura di S.
Luzzatto e G. Pedullà, vol. II, Dalla Controriforma alla Restaurazione,
a cura di E. Irace, Torino, Einaudi, 2011, pp. 571-576.
24
LAMINDO PRITANIO, I primi disegni della Repubblica letteraria
d’Italia rubati al segreto e donati alla curiosità de gli altri eruditi,
Napoli, s.e., 1703.
25
Su di lui cfr. M. BRESADOLA, Giovanni Girolamo Sbaraglia, in
Dizionario biografico degli Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia
Italiana, 2018, vol. XCI, pp. 169-171.
26
MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 8,
p. 659 (del 16 marzo 1703); Muratori, Carteggio con Giovan Gioseffo
Orsi, vol. XXXII, cit., lett. 159, p. 130 (del 19 marzo 1703).
Muratoriana online 2023
79
nascondeva il nome del Muratori, l’Orsi non era dunque in
grado di carteggiare con il preteso Lamindo Pritanio, come
invece dichiarava – teste la scrittura fin qui inedita – lo
Sbaraglia, tanto che il 22 febbraio del 1703, rispondendo a
una missiva smarrita del Muratori, il Bottazzoni gli scriveva,
riferendosi esattamente ai contenuti della sua letterina
precedente e ora ritrovata:
Temei anch’io che fosse una amorevole insidia quella del
nostro signor Marchese quando mi disse che carteggiava
con Lamindo Pritanio, ma conobbi dopoi essere stato un
mero supposto dello stesso cavaliero mentre truovandomi
con esso lui alla commedia ed interrogatolo quale risposta
doveva io dare al signor dott. Sbaraglia se mi chiedesse chi
fosse questo Pritanio rispose Bernardo Trevisani, il quale
fallace supposto fu da me comunicato al sig. Sbaraglia
medesimo, che si mostra uomo nuovo in codesta faccenda
e che non vuole saper nulla di tale accademia 27.
Il biglietto che abbiamo pubblicato poco sopra è dunque
da collocare nella seconda metà di febbraio del 1703 e, in
forza del suo contenuto, precedette di qualche giorno il 22 del
mese, quando venne scritta la lettera appena ricordata28.
Non a un ritrovamento fortunoso, ma alla lettura
differente di una data si ispira invece il ritocco alla seriazione
delle lettere che compongono il robusto carteggio (187 pezzi)
del Muratori con l’avvocato Ottavio Bocchi (Venezia, 14 ottobre
1697-21 giugno 1749), storico e antiquario, collezionista e
studioso delle origini di Adria (la sua raccolta epigrafica,
alimentata dai discendenti, stimolò la curiosità di Theodor
Mommsen, che la volle osservare di persona e ne trasse
giovamento per le proprie ricerche)29. In un lavoro recente,
scaturito dalla volontà di ricomporre la dispersa collezione
MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett.
7, pp. 658-659.
28
Esso andrà perciò inserito fra la lett. 6 e la 7 in MURATORI, Carteggi
con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., p. 658.
29
Cfr. C. DE MICHELIS, Ottavio Bocchi, in Dizionario biografico degli
Italiani, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, 1969, vol. XI,
pp. 75-76; MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII,
cit., pp. 225-226 (con i rinvii bibliografici forniti nelle note).
27
80
Muratoriana online 2023
epigrafica dell’abate veneziano Onorio Arrigoni (Arigoni,
secondo la grafia veneta corrente), che nel 1741 firmò il
primo tomo dei Numismata quaedam cuiuscumque formae
et metalli musaei Honorii Arigoni veneti ad usum iuventutis
rei nummariae studiosae30, Lorenzo Calvelli si è interrogato
sulla consistenza di quella raccolta avvalendosi anche delle
scarne testimonianze custodite proprio dal carteggio del
Muratori con il Bocchi, che per conto del suo corrispondente
modenese vide e copiò ben trenta epigrafi del museo
arrigoniano in servizio del discusso Novus thesaurus veterum
inscriptionum in praecipuis earumdem collectionibus hactenus
praetermissarum (Mediolani, ex Aedibus Palatinis, 17391742, 4 tomi), in via di allestimento per mano dell’amico31.
Alla lettera posta sotto la data del 18 gennaio 1736, in
effetti, il Bocchi allegò quattro “inserte” riservate alla
trascrizione di un numero variabile di materiali epigrafici
sparsi in sedi veneziane differenti, ovvero un “marmo con
greca iscrizione esistente appresso il sig. Apostolo Zeno”,
un secondo “marmo greco del detto sig. Apostolo” recante però
una scrittura oltremodo guasta, in terzo luogo il “disegno del
marmo greco esistente presso il museo Capello”, mentre la
“quarta” delle “inserte” contenne “trenta iscrizioni” copiate dai
“marmi che sono appresso l’illustrissimo sig. Arigoni nostro
degnissimo concittadino”32.
L’ultimo degli allegati di cui è menzione nella lettera del
Bocchi è stato identificato in un bifolio (dal titolo di Iscrizioni
antiche esistenti apresso l’Ill.e S.r Abb.e Onorio Arigoni cittadino
30
Corrispondente muratoriano a sua volta, benché titolare, per
ora, di un’unica missiva: cfr. L.A. MURATORI, Carteggi con Amenta
… Azzi, a cura di M.G. Di Campli e C. Forlani, Firenze, Olschki, 1995
(Edizione Nazionale del Carteggio di L.A. Muratori, vol. II), pp. 239240. Un cenno su di lui è anche in I. FAVARETTO, Arte antica e cultura
antiquaria nelle collezioni venete al tempo della Serenissima,
Roma, “L’Erma” di Bretschneider, 1990, pp. 200-201.
31
L. CALVELLI, Da Roma a Venezia: la collezione epigrafica
dell'abate Onorio Arrigoni, in Collezionisti e collezioni di antichità e
di numismatica a Venezia nel Settecento, Atti del Convegno
(Trieste, 6-7 dicembre 2019), a cura di A. Gariboldi, Trieste, EUT,
2022, pp. 37-76.
32
MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 25,
p. 254.
Muratoriana online 2023
81
veneto degnissimo) custodito a Modena nell’Archivio
muratoriano33, dove appare privo di data ma siglato “N.° 4”,
visto dai curatori del Corpus Inscriptionum Latinarum (CIL)
quando ancora si trovava, però, in casa di Pietro Soli; il
documento è ora riproposto da Calvelli34. L’identificazione del
materiale non ha motivo di sollevare riserve o destare
contrarietà, presentando carattere di verosimiglianza; essa
tuttavia induce a riaprire l’inchiesta attorno alla lettera di
accompagnamento del Bocchi, che trova corrispondenza
simmetrica nella missiva di risposta inviata dal Muratori
all’avvocato veneziano il 23 gennaio del 1737 35 , dove il
bibliotecario estense ringrazia della “ricca flotta d’iscrizioni”
e assicura che renderà “onore” tanto al Bocchi, che “al sig.
Arigoni”. La stessa lettera menziona inoltre la “Risposta al p.
Georgio” (vale a dire le Dissertationes apologeticae del cavaliere
di Malta Giovanni Antonio Ciantar contro le Inspectationes
anticriticae del benedettino raguseo Ignjat Đurđević circa
l’identificazione della Melita insula sulla quale, secondo la
tradizione raccolta in Act. Apost. 28,1, sarebbe sbarcato
l’apostolo Paolo) e la questione complessa della sua stampa,
che erano state oggetto di rapida allusione nella missiva
scritta dal Bocchi il 18 gennaio del 1736, di cui è in tal modo
ribadita la solidarietà con quella muratoriana del 23 gennaio
1737. Dal confronto dialogico sorto intorno ai medesimi temi
di discussione sarà dunque lecito congetturare che la data
della prima delle due corrispondenze, vergata dal Bocchi, sia
da intendere more veneto (18 gennaio 1737), benché tale
specificità non venga indicata, diversamente da molti altri casi
(non tutti, però), tramite la consueta nota m.v. nell’autografo.
Se il ritocco che proponiamo risulta del tutto ininfluente sul
significato della conversazione epistolare, si potranno invece
ridurre di molto i tempi di attesa intercorsi fra la lettera
dell’erudito veneziano e la risposta del Muratori, come del
33
BEUMo, Arch. Mur., Filza 37, fasc. 5, cc. 142r-143v.
F. MISSERE FONTANA, Un’occhiata nell’Archivio Muratoriano insieme
agli editori del «Corpus Inscriptionum Latinarum», nell’estate del
1863, “Muratoriana online”, 2012, pp. 53-80; CALVELLI, Da Roma a
Venezia, cit., pp. 48-51.
35
MURATORI, Carteggi con Bianconi … Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett.
40, p. 264.
34
82
Muratoriana online 2023
resto suggeriscono di fare altri casi nello stesso carteggio,
dove le missive dell’uno sono seguite dalle repliche dell’altro,
di solito, nel giro di pochi giorni.
Una manciata di emendamenti, tanto più scarsa quanto
è cospicua la massa delle lettere confluite nel volume del quale
discorriamo, ha proposto Andrea Dardi in una sua recensione36,
dopo l’esame personale dei materiali compiuto dichiaratamente
grazie alle “buone digitalizzazioni dell’Archivio muratoriano”;
non tutti i rilievi appaiono accettabili. È il caso di passarli in
rassegna qui di seguito sia per comodità del lettore, sia allo
scopo di evitare che vengano ingenerati equivoci presso quanti
si dedicheranno in futuro allo studio dei medesimi documenti
(sono indicati, oltre al nome del mittente, il numero della
missiva e la pagina della nostra edizione).
Una costante nell’operare del recensore è quella di dare
per certa una lezione graficamente insicura, o facile a revocarsi
in dubbio, quando la cautela imporrebbe semmai la
formulazione di ipotesi sostitutive a partire da un’analisi attenta
del referto manoscritto, tanto più raccomandabile se è obiettiva,
come il Dardi stesso riconosce, “l’onerosità” di “decifrare 66
scritture diverse, alcune passabilmente sgangherate, e di
misurarsi con tre lingue (senza contare l’unica lettera in greco
[…])” (scorda, a dire il vero, il fatto che siano presenti in questa
compagine epistolare anche lemmi in ebraico, samaritano e
fenicio: Guillaume Bonjour, MURATORI, Carteggi con Bianconi …
Bottazzoni, vol. VIII, cit., lett. 4, p. 514). Osservando il
carteggio muratoriano di Carlo Bianconi (lett. 1, p. 13), nel
sintagma “pretensione che l’Angela asseriva essere” – cioè
‘sussistere’ – “con li signori Petramelara”, il Dardi sostituisce
allora il verbo all’infinito con “avere”, che garantisce una lettura
più lineare e moderna, ma che l’autografo non sostiene con
certezza; analogamente (lett. 3, p. 14), egli ritiene di correggere
la lezione, molto precaria sul piano della decifrazione grafica,
“biglietti da morte” (vale a dire, certificati che attestavano i lutti
famigliari patiti da Isabella Crespi Fontana e che ne avevano
cagionato la causa ereditaria, cui si allude nella corrispondenza)
con “biglietti da monte”, vale a dire “cedole del monte di pietà”,
l’esistenza delle quali è, peraltro, solo postulata.
36
Nell’elenco fornito supra, nota 10.
Muratoriana online 2023
83
Due lettere dopo (lett. 5, p. 15), alla designazione
graficamente plausibile di “aventata lettera”, che bene
esprime l’atteggiamento d’ossequio da cui sono pervase
le corrispondenze mediante le quali il sacerdote Carlo
Bianconi si rivolgeva al Muratori, è preferito quello neutro
di “accennata lettera”, che non è inverosimile dal punto di
vista grafico, ma resta perlomeno molto fragile nel
contesto del dialogo, come debolissimo – per non dire
invalido – è, a qualche riga di distanza, il surrogato di
“contratto” in luogo del “contrasto” su cui insistono le lettere
del Bianconi (lezione anche semanticamente calzante, mentre
appare piuttosto improbabile essere “molestati” da un
“contratto”). Spiace inoltre che nel carteggio muratoriano del
già ricordato Giovanni Battista Bianconi, fratello di Carlo
(lett. 72, p. 62), il Dardi imponga a forza il raro “potressimo”
(anziché il comune “potessimo”: “potessimo dir di fianco”),
insieme con la definizione superflua “tipo di condizionale
presente” (con tanto di rinvio alla Grammatica storica del
Rohlfs), quando lo stesso manoscritto documenta ad
abundantiam che le scrizioni di -t- e di -tr- non si distinguono
(fig. 1) e che il gruppo tr- presenta una grafia ben diversa due
righe più sotto (“trent’anni”), sicché il raro “tipo di
condizionale presente” è epifania grata alla volontà del
recensore molto più di quanto non sia evidenza grafica
suscettibile di certificazione autoptica.
Fig. 1. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 5, c. 69r,
Giovanni Battista Bianconi a Muratori.
84
Muratoriana online 2023
Passando a Jean-Paul Bignon (lett. 11, p. 100), è
opinione del Dardi che l’espressione “vos réservations”
(naturalmente nel significato di ‘riserve’, ‘rilievi’) debba
sostituirsi con uno sbiadito “vos observations”, benché il
nesso ob- sia ben arduo da leggersi, dal momento che nella
grafia del Bignon la o- incipitaria presenta in genere
l’occhiello chiuso (come poco più sotto documenta
esemplarmente, peraltro, il nitidissimo lemma “ouvrages”).
Non meno infelice si rivela l’emendamento a una lettera di
Cesare Bigolotti (lett. 4, p. 106), dove un “falso supposto”
dovrebbe sostituire l’espressione “fatto supposto”, mentre il
manoscritto, benché reso poco leggibile da un ricalco
d’inchiostro, esibisce in realtà la lezione “fat[t]o” (fig. 2); nel
medesimo dialogo epistolare (lett. 11, p. 113), il recensore
crede di vedere, contro “Io procurarò il più che ho saputo
succintamente”, un “Ho proccurato… sucintamente”:
l’autografo rivela senza dubbio che le due correzioni sono
parimenti sbagliate e che la prima – qualora proprio si voglia
raddrizzare l’ortopedia sintattica – dovrà essere mutata,
semmai, in “Io ‹ho› proccurato”.
Fig. 2. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55.9, c. 5r,
Cesare Bigolotti a Muratori.
Quanto sia metodologicamente deleterio considerare
la scrittura una semplice espressione di manualità irriflessa
e porsi sul piano inclinato degli emendamenti suggeriti da un
ingenium tutto personale, che frutta storture interpretative e
incorre spesso nell’esito di una banalizzazione più o meno
irrispettosa del testo, è inoltre dimostrato con limpidezza dal
carteggio muratoriano del menzionato Giuseppe Bini (lett. 7,
p. 184), quando il Dardi pensa di correggere l’espressione “è
ben agevolezza conoscersi” mediante un facile “è ben
agevole da conoscersi”. Chiunque abbia studiato la grafia del
Bini gli è grato perché era consuetudine dell’erudito friulano
Muratoriana online 2023
85
distinguere e separare i lemmi facilitandone in tal modo la
lettura; la manipolazione effettuata dal recensore a danno
del chiarissimo lemma “agevolezza” (fig. 3), troncato e
storpiato nella forma di “agevole da” (travisando, inoltre, la
grafia della doppia -z- verticale), appare perciò tanto
arbitraria da non chiedere argomentazioni supplementari di
smentita.
Fig. 3. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55.10, c. 6r,
Giuseppe Bini a Muratori.
Qualcosa di analogo, in termini di esondazione correttoria,
troviamo del resto ribadito nel carteggio di Giovanni Battista
Bianconi (lett. 14, p. 31): qui, dinanzi al sintagma “Altro che
col benefizio del tempo non posso avere ‹in› questa
congiuntura”, il recensore giudica inopportuna l’integrazione
senza però comprendere il senso della fase (‘non posso avere
altro, stando così le cose, che col beneficio del tempo’), nella
quale il ritocco diventa necessario. Il caso non è così dissimile
da quanto accade dinanzi a un’espressione che figura nel
carteggio del Bignon (lett. 9, p. 98), “j’avois écrit pour
scavoir ce qu’estoit devenu ‹de› votre manuscrit”, vale a dire
‘avevo chiesto di sapere che cosa fosse accaduto del vostro
manoscritto’, mentre il recensore anche in tale circostanza,
modificando il senso delle parole, dimostra di non cogliere
l’opportunità dell’integrazione.
La norma di restituire il testo nella sua veste originale
limitando gli interventi sulla base di una rigorosa economia
di intrusioni editoriali è certo meritevole di conferma, ma il
Dardi, applicandola con rigidità, ritiene che in un paio di casi
essa sia stata infranta da addizioni inopportune. Il primo è
quello che riguarda ancora il Bianconi (lett. 16, p. 34), dove
l’edizione legge, a proposito degli scritti di Tommaso
Garzoni: “ho trovate molte sue opere in detta biblioteca, che
senza comparazione è più accessibile di quella dell’Instituto.
Tutte nella ‹parte› seconda ci sono l’opere del Garzoni, nella
86
Muratoriana online 2023
prima non così”. Il recensore è certo che i lemmi “prima” e
“seconda” siano sempre riferiti alle biblioteche e
l’integrazione del lemma “parte” risulti, di conseguenza,
superflua; pur essendo verosimile (perché economica),
un’ipotesi del genere si scontra però con quanto leggiamo
subito dopo, quando il Bianconi lamenta che “nella prima”
siano stati “stracciati e portati via alcuni quinternetti”:
operazione che in genere non compie chi manometta
un’intera biblioteca, ma chi lacera un libro contenente
“opere” o, appunto, “parte” di esse. Il secondo esempio
consente di allargare l’osservazione chiamando in causa la
metodologia dell’edizione del carteggio muratoriano; il Dardi
crede che l’integrazione sia inutile nel caso di una lettera di
Ottavio Bocchi (lett. 147, p. 316), dove una formula di
cortesia del mittente è restituita nella forma “sono obbligato
alla somma gentilezza ‹che› usa verso di me”, ma sembra
ignorare che le norme redazionali preposte all’edizione del
carteggio muratoriano fin dal suo nascere prescrivono di
ricorrere alle parentesi uncinate per gli interventi di natura
del tutto congetturale e di piena responsabilità del curatore,
raccomandabili in specie – come in questo caso – se, dinanzi
ai sospetti trascorsi di penna dello scrivente, esse risultino
funzionali all’intelligibilità di un’enunciazione altrimenti
viziata da eccessiva crudezza sintattica.
Il carteggio muratoriano del Bocchi, molto nutrito,
come abbiamo già ricordato, è oggetto di qualche altro
sporadico intervento del Dardi, che propone emendamenti di
valore diseguale e globalmente fragili o svianti. In un primo
caso (lett. 4, p. 242), egli stabilisce che l’espressione “aver
ritoccato” sia da sostituire con “aver ritrovato”, debolissima
sul piano grafico perché il gruppo -tr- è incerto (basti il
paragone con il lemma adiacente, “questo”, e con la grafia
della sua -t-), come è ancora più aleatoria la pretesa -v(poche righe prima, il medesimo tratto esprime la geminata
-cc- di “raccogliere”), ma essa viene riproposta alla pagina
successiva (p. 243, “ho ritrovato”) per il sintagma “ho
rivocato non poche memorie”, che invece appare pressoché
inoppugnabile, anche sul piano semantico. In altra lettera
(lett. 7, p. 245), è opinione del recensore che la forma “molto
inflessibile” (‘senz’altro certo’) sia da correggere in “molto
riflessibile” (“modo che non piaceva al Tommaseo”, egli
Muratoriana online 2023
87
annota), ma la lettura è fantasiosa (con buona pace del
Tommaseo) se si osservano in extenso le scrizioni della -ne ad esempio, poco oltre, la ben diversa resa grafica del
lemma “ragione” (fig. 4). Non è gradita al Dardi neanche
l’espressione “benché levatile” di un’altra lettera del Bocchi
(lett. 32, p. 258), dove egli propone naturalmente la lectio
facilior di “levabile”, che è però smentita dalla grafia della -tquale è documentata dai lemmi attigui (fig. 5).
Figg. 4 e 5. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 16, cc. 12r e 33v,
Ottavio Bocchi a Muratori.
Al contrario, è meno precario l’emendamento successivo
(lett. 144, p. 314), riguardante l’espressione “aggirata la
mia Adria” (‘aggirata’ nel significato di ‘esaminata da ogni
punto di vista’, com’è ovvio), che si potrebbe convertire –
non perché la grafia, in realtà molto evasiva, lo autorizzi,
come crede il Dardi – in “aspirata la mia Adria” (cioè ‘Hadria’)
per confronto con quanto si legge poco oltre nel medesimo
carteggio (lett. 147, p. 316).
Una smentita merita anche l’osservazione del recensore
circa una lettera di Giacinto Boccolari (lett. 4, p. 340), in cui
si trova la definizione “una stampa tale, veramente indolente”,
che il Dardi trasforma in “veramente insolente”; al di là della
consueta banalizzazione del testo, che di per sé induce al
sospetto, lo scrutinio dell’originale permette di stabilire che il
Boccolari tracciava di norma la -s- fornendola di un doppio
occhiello (superiore e inferiore), mentre nel nostro caso di
tratta di una -d- la cui asta verticale non è completata per la
velocità della redazione (fig. 6). Sfugge inoltre al Dardi che,
subito dopo, il responsabile della “scrittura” è definito un
88
Muratoriana online 2023
“frate incapace”, sicché la “scrittura” stessa e il suo autore
(effetto e causa, in altri termini) sono pareggiati dal
Boccolari, con arguzia, mediante il conferimento a entrambi
di una comune dote, la poltroneria. Da ultimo, nella lettera di
Bartolomeo Bonvicini (p. 540), “penna insoluta” è corretto con
il suo contrario, “penna rissoluta”: la lezione, tuttavia, si rivela
incoerente (il disegno non avrebbe bisogno di essere “toccato
d’acquaforte” se la penna fosse stata “rissoluta”) e dubbia
sul piano grafico, poiché la scrizione è in parte diversa, poco
sotto, da quella di “risoluta” (lezione che si vorrebbe peraltro
modificare, sbagliando, in “rissoluta”, esclusa invece dall’analisi
attenta dell’autografo, che non ha geminata).
Fig. 6. BEUMo, Arch. Mur., Filza 55, fasc. 17, c. 7r,
Giacinto Boccolari a Muratori.
Sgombrato il campo dagli equivoci propiziati da
qualche foga correttoria, nociva al ben vedere e al buon
intendere, è invece necessario riconoscere al Dardi il merito
di avere fornito la segnalazione di sporadici refusi di stampa,
che a nostra volta comunichiamo al lettore perché provveda
all’emendamento opportuno dell’edizione. In primo luogo, due
innocue sostituzioni: nel carteggio di Carlo Bianconi (lett. 4, p.
15), la forma “distintissimi commandamenti” è da sostituire
con l’equivalente di “stimatissimi commandamenti”, mentre in
una lettera di Antonio Maria Biscioni (lett. 6, p. 209) la
definizione di “legatissima discendenza” sarà da correggere
mediante il ben più ovvio “legittima discendenza”. Segue un
refuso occorso nella corrispondenza del Bignon (lett. 7, p.
98), “sur ce fondement que vous bâlistés”, dove il recensore
interviene emendando in maniera erronea l’ultimo lemma
tramite uno sgrammaticato “bâtistés”, quando la conoscenza
del francese e l’esame dell’autografo consentono di leggere
il regolare “bâtissés” (fig. 7).
Muratoriana online 2023
89
Fig. 7. BEUMo, Arch. Mur., Filza 84, fasc. 13, c. 8r,
Jean-Paul Bignon a Muratori.
Infine, nel carteggio di Jean Boivin de Villeneuve (lett.
12, p. 373) in “bonnefetez” è trasformato per un curioso
refuso il più ovvio e amorfo “honnêtetez”, in quello di Taddeo
Bolognini (lett. 7, p. 428) è da restaurare “Goderò” in luogo
di “Sonderò”, nella sola lettera del Bonvicini (p. 540) andrà
soppresso l’articolo nella locuzione “aperto la bocca”, in una del
Biscioni (lett. 8, p. 211), invece, “parecchi‹e›” non abbisogna
di integrazione desinenziale, perché fino al primo Settecento
“parecchi” risulterebbe – è opinione del Dardi – forma
linguisticamente compatibile con un plurale femminile (non
sappiamo, ovviamente, se il Biscioni volesse conformarsi a
tale opportunità o sia incorso in una svista, ma non sarà il
caso di insistere ancora sui difetti di un ragionare per schemi
perentori). Traendo le conclusioni, il bilancio della scarsa
spigolatura di minuzie (sette) sembra a noi non autorizzare la
dichiarazione cui il recensore crede di giungere, con qualche
enfasi, quando asserisce che il volume (dove sono riunite,
ribadiamolo, oltre settecento lettere dovute a una sessantina di
mani diverse) “non è del tutto soddisfacente” per la presenza
di “equivoci” responsabili, nientemeno, di “compromettere la
comprensione”37.
In realtà, ben oltre l’orizzonte angusto delle mende
pulviscolari, autentiche o così credute, ci sembra giustificato
formulare un interrogativo di merito e di ampiezza ben
diversamente estesa, osservando questo come altri volumi del
37
In tema di briciole, tanto varrà allora segnalare che il rinvio al
saggio di G. DELL’ORO, “Oh quanti mostri si trovano in questo nuovo
Mondo venuti d’Europa!”. Vita e vicissitudini di un ecclesiastico
piemontese tra Roma e Cina: Carlo Tommaso Maillard de Tournon
(1668-1710), “Annali di storia moderna e contemporanea”, IV
(1998), pp. 305-335, in MURATORI, Carteggi con Bianconi …
Bottazzoni, vol. VIII, cit., p. 101, nota 2, è dato secondo la
paginazione dell’estratto.
90
Muratoriana online 2023
carteggio muratoriano. Se ne è del resto accorto, suggerendolo
indirettamente con proprietà di valutazione, un recensore
attento della raccolta da noi fornita38, quando, a proposito delle
“più disparate ricerche erudite” di cui il Muratori fu capace, egli
ha concluso evocando l’immagine di un savant versatile, “che
davvero sembra dotato di più mani e più cervelli”. Di una simile
attrezzatura immaginaria, ma soprattutto dei suoi prolungamenti
fra le risorse operative di un comune editore non sembra
trovarsi in possesso, almeno in un certo numero di casi (fra
i quali si annovera di sicuro lo scrivente), chi si accinga a
comprendere e a presentare in maniera congrua i carteggi
del Muratori, specialmente dopo la svolta decisiva impressa
all’Edizione Nazionale negli ultimi anni. In effetti, ai suoi inizi
la pubblicazione delle corrispondenze era posta al servizio di
una semplice trascrizione corretta dei documenti epistolari,
propedeutica, in caso, a ricerche specifiche deputate alle sedi
proprie: ciò si rifletteva ad esempio nella brevità delle
introduzioni ai singoli carteggi, destinate a una sintesi delle
note biografiche spettanti all’interlocutore del bibliotecario
estense, a un breve catalogo delle sue opere o all’elenco delle
attività più significative che ne avevano scandito l’esperienza
di vita.
Da un certo punto in avanti, al contrario, le pagine
introduttive hanno preso a ospitare informazioni sempre più
dettagliate o confronti con altre voci del carteggio muratoriano
e con lettere, libri o iniziative di terzi, nonché a includere
un’illustrazione non evasiva degli argomenti toccati dalla
conversazione epistolare, lo scioglimento delle sue reticenze
o lo sgombero delle opacità, la dichiarazione dei personaggi
figuranti nelle missive e delle cause per le quali essi vi erano
nominati o assorbiti come presenze attive in un dialogo
virtualmente poligonale, nonché l’aggiunta di ogni notizia
accessoria capace di rendere perspicuo il significato del
carteggio tra il Muratori e il suo corrispondente, così da
riconoscere de facto a quelle pagine una funzione di supplenza
rispetto alle note di commento che l’Edizione Nazionale, dalla
sua origine, aveva stabilito di non accompagnare ai testi delle
lettere. Del resto, una semplice perlustrazione orizzontale dei
carteggi consente di avvertire come questioni storiche,
38
Ci riferiamo ad Alberto Brambilla, cfr. supra, nota 10.
Muratoriana online 2023
91
erudite, epigrafiche, dottrinarie, teologiche, politiche e molte
altre ancora si intreccino nel sovrapporsi delle testimonianze
epistolari dando vita a un reticolo fittissimo, a volte inestricabile,
composto di rinvii, allusioni e interferenze vicendevoli.
Sorge perciò come legittimo, pare a noi, l’interrogativo
al quale ci siamo riferiti poc’anzi e cui crediamo di rispondere
positivamente, se la curatela dei volumi non debba venire
assegnata con frequenza sempre maggiore, che diventi infine
norma del procedere, a responsabilità più allargate di quanto
non sia permesso dalle competenze di un solo studioso,
costretto a misurarsi, a prezzo di sforzi non lievi, con territori
del sapere fra loro lontani, che impongono le diversioni e gli
adeguamenti di un’‘atletica disciplinare’ passibile di esiti
difformi. Benché sia piuttosto semplice arguire in quali
ostacoli potrebbe incorrere a sua volta una scelta del genere,
la presenza di comitati editoriali che per ciascun caso
riuniscano funzionalmente specializzazioni distinte – oltre che
punti di vista e ricognizioni differenti sulle medesime carte –
andrebbe a garantire, accanto a una più sicura decifrazione
dei manoscritti stessi, un’indagine ampia e autorevole su
quanto siano in grado di trasmettere i documenti giunti fino a
noi e che cosa sappiano rivelarci del vasto teatro storicoculturale in cui i dialoghi del Muratori ebbero l’occasione di
snodarsi.
Tutte le immagini delle lettere sono edite su concessione del Ministero della
Cultura, Gallerie Estensi, Biblioteca Estense Universitaria, Modena.
92
Muratoriana online 2023
NORME EDITORIALI
Tutti i saggi scientifici inviati a “Muratoriana online” vengono
sottoposti a double-blind peer review: i saggi vengono valutati,
dopo un primo parere del comitato redazionale, da due revisori
anonimi esterni alla redazione, individuati secondo le specifiche
competenze in ordine ai temi del saggio proposto.
Il nome dell'autore sarà cancellato dai saggi inviati ai revisori.
La valutazione verrà comunicata all’autore in forma anonima.
L'obiettivo della peer review è di quello di individuare gli
strumenti per massimizzare il potenziale dell'articolo.
Nell'elaborare la peer review e i commenti esplicativi si
tengono in considerazione gli scopi seguenti:
•Come l'articolo potrebbe dare un contributo più efficace alla
letteratura esistente
•Come potrebbe essere modificato l'articolo per essere più
chiaro e mettere in rilievo il fulcro centrale della questione.
Il contenuto dei referaggi è riservato. Gli autori, accettando di
essere sottoposti a valutazione, si impegnano a non divulgare
le peer review. A coloro che accolgono la richiesta di formulare
giudizi su un testo è richiesto un impegno di discrezione nei
confronti dell’autore e della comunità scientifica.
Tutti i testi dovranno uniformarsi alle Norme per l'edizione del
Carteggio muratoriano, a cura di Fabio Marri, Modena, Aedes
Muratoriana, 1989, con aggiornamento dell'Autore, dicembre
2003, scaricabili in pdf dal sito web del Centro
<http://www.centrostudimuratoriani.it/carteggio-1/normeeditoriali/>.
La redazione si riserva il diritto di attuare interventi volti ad
uniformare al meglio i contributi.
Si prevede un solo giro di bozze, gestite solo attraverso la
posta elettronica. Ulteriori correzioni di bozze saranno attuate
solo in casi eccezionali e a insindacabile giudizio della
redazione.
In attesa di una definizione più precisa delle norme
internazionali relative alle pubblicazioni online, tra la redazione
del periodico Muratoriana online e gli autori dei testi destinati
alla pubblicazione si conviene quanto segue:
- I testi di articoli, contributi e recensioni riflettono
esclusivamente le opinioni dei singoli autori e non intendono
quindi, rappresentare posizioni ufficiali del Centro di studi
muratoriani.
- L'autore attribuisce all'editore il diritto di pubblicare e
distribuire il proprio elaborato. Tale diritto rimarrà in vigore
fintanto che Muratoriana online sarà titolo attivo ed accessibile
sulle reti telematiche.
- L'autore rimarrà l'unico proprietario del diritto di stampa sul
proprio testo. Potrà pubblicarlo, successivamente alla
pubblicazione su Muratoriana online, anche in altre sedi e in
forme diverse, ma dovrà comunicarlo in forma scritta alla
redazione e sarà tenuto a segnalare nel testo della nuova
edizione che il proprio testo è stato precedentemente
pubblicato da Muratoriana online.
- L'autore si impegna a segnalare per iscritto alla redazione se
i materiali affidati a Muratoriana online siano già stati
pubblicati in altra sede. È demandata ai singoli autori
l'acquisizione e trasmissione degli eventuali permessi scritti dai
rispettivi editori relativi all'immissione online dei testi in questione.
- Non è consentita l'utilizzazione degli elaborati da parte di
terzi, per fini commerciali o comunque non autorizzati.
Muratoriana online declina ogni responsabilità sull'uso non
autorizzato del materiale pubblicato sul periodico.
- Nelle pagine di Muratoriana online possono essere citati per
ragioni scientifiche testi e immagini di cui non è stato possibile
individuare il proprietario. Gli autori restano a disposizione
degli aventi diritto. Gli autori personalmente provvedono alle
fotografie e alle eventuali spese fotografiche, all’acquisizione
delle autorizzazioni delle varie istituzioni culturali a pubblicare
le immagini e alle eventuali spese per diritti richiesti e infine
alla trasmissione di fotografie e autorizzazioni alla redazione.
La redazione si riserva il diritto di verificare le immagini da
pubblicare e di deciderne anche in base alla qualità. I marchi
citati sono esclusiva dei rispettivi proprietari. Tali marchi sono
citati soltanto per scopi didattici e scientifici.
- La ricezione e la stampa del materiale pubblicato su
Muratoriana online è da intendersi libera, nel rispetto dei
termini dell'accordo sul diritto di autore sopra esposti. In caso
di utilizzo dovrà essere sempre citata la fonte.
Gli autori si impegnano a rispettare i termini di questo accordo,
dichiarandone l'accettazione al momento stesso della consegna
dei propri elaborati.