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Angelo Colombo
  • Université de Franche-Comté
    Faculté des Lettres et Sciences humaines
    30-32, rue Mégevand
    25030 Besançon
    France
video al link "https://www.fondazionecorriere.corriere.it/iniziative/caro-buzzati/", oppure al link "https://www.youtube.com/watch?v=8y8lu8Pl-1w" Con: Angelo Colombo, professore ordinario di Letteratura italiana, Università di Besançon... more
video al link "https://www.fondazionecorriere.corriere.it/iniziative/caro-buzzati/", oppure al link "https://www.youtube.com/watch?v=8y8lu8Pl-1w"
Con:
Angelo Colombo, professore ordinario di Letteratura italiana, Università di Besançon
Vivian Lamarque, poetessa
Lorenzo Viganò, giornalista e curatore delle opere di Dino Buzzati
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato nella rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina).
N.B. Disponibile nel fascicolo completo della rivista.
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N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e dei riassunti redazionali in lingua italiana e inglese).
N.B. Disponibile nel fascicolo completo della rivista.
N.B. Disponibile nella miscellanea integrale.
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato nel volume collettivo (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina).
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N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e dei riassunti redazionali in lingua italiana e inglese).
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in volume.
N.B. Disponibile nel fascicolo completo della rivista. A p. 371 si corregga "not t ogive" con "not to give".
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N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato nella miscellanea (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e del riassunto redazionale in lingua inglese).
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N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e del riassunto redazionale in lingua inglese).
N.B. Per un refuso, alla p. 552 si legga "Breslau" anziché "Bresalu".
A duecento anni dalla composizione de "L'infinito", il volume rende omaggio a Giacomo Leopardi raccontando l'importanza della città di Milano nella sua vicenda biografica. Partendo dalle riflessioni del poeta sull'esperienza milanese e... more
A duecento anni dalla composizione de "L'infinito", il volume rende omaggio a Giacomo Leopardi raccontando l'importanza della città di Milano nella sua vicenda biografica. Partendo dalle riflessioni del poeta sull'esperienza milanese e sui suoi soggiorni nei centri urbani italiani dopo l'abbandono del borgo natio, viene ripercorsa la trama delle considerazioni autografe sulla società e sul vivere nella grande città ("…amerò ancor io la mia patria quando ne sarò lontano… Del luogo dove s'è passata l'infanzia è bellissima e dolcissima cosa il ricordarsi": Giacomo Leopardi a Pietro Giordani Recanati, 30 aprile 1817).
N.B. A causa di un errore dell'editore, alla p. 29 in luogo di "identica da Carlo Losi" si legga "replicata da Carlo Losi".
N.B. Si correggono i refusi segnalati in sede di bozza e inavvertiti dalla Redazione. p. 267: [erratum] Longe major <con> emendationum [corrige] Longe major >con< emendationum p. 283: [erratum] e(st) et(iam) merito curiale... more
N.B.
Si correggono i refusi segnalati in sede di bozza e inavvertiti dalla Redazione.
p. 267: [erratum] Longe major <con> emendationum    [corrige] Longe major >con< emendationum
p. 283: [erratum] e(st) et(iam) merito curiale dicend(um), q(uia) curialitas, nil a(liud) e(st), q(uam) librata u<ra> <r°, eorum q(uae) p(er)agenda sunt    [corrige] e(st) et(iam) merito curiale dicend(um), q(uia) curialitas, nil a(liud) e(st), q(uam) librata > u<ra> <r°, eorum q(uae) p(er)agenda sunt
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto identico al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e dei riassunti... more
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto identico al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e dei riassunti redazionali).
N.B. Si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al contributo pubblicato nella miscellanea. Un centinaio di amici e colleghi, provenienti dai cinque continenti, colgono l’occasione del compleanno di Alberto... more
N.B. Si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al contributo pubblicato nella miscellanea.
Un centinaio di amici e colleghi, provenienti dai cinque continenti, colgono l’occasione del compleanno di Alberto Brambilla per ‘festeggiarsi’ con un libro d‘artista singolare. Esso infatti contiene tipologie diverse di scrittura e diverse forme artistiche costituendo un esempio giocoso di collaborazione tra artisti, scrittori, giornalisti, filologi, storici, che mai avrebbero pensato di trovarsi insieme a partecipare a questo allegro convito. [dalla presentazione editoriale]
N.B. Si correggono i refusi segnalati in sede di bozza e inavvertiti dalla Redazione. p. 327: [erratum] corrispondenza. [corrige] corrispondenza p. 327: [erratum] G. Guasti [corrige] C. Guasti p. 328: [erratum] Europa... more
N.B.
Si correggono i refusi segnalati in sede di bozza e inavvertiti dalla Redazione.
p. 327: [erratum] corrispondenza.    [corrige] corrispondenza
p. 327: [erratum] G. Guasti    [corrige] C. Guasti
p. 328: [erratum] Europa classicismo    [corrige] Europa: classicismo
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato nella miscellanea.
N.B. Disponibile nel fascicolo completo della rivista.
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato nella miscellanea (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina).
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e del riassunto... more
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in rivista (ad eccezione dell'ordinamento delle note, progressivo anziché per pagina, e del riassunto redazionale in lingua inglese).
N.B. L'articolo è disponibile in forma integrale al seguente indirizzo: https://books.openedition.org/pufc/25364
N.B. Si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto conforme al saggio pubblicato in rivista.
N.B. L'articolo è disponibile in forma integrale al seguente indirizzo: https://books.openedition.org/pur/32321
N.B. Disponibile nel fascicolo completo della rivista.
N.B. In luogo di "De Maldo" si legga "De Maldé".
N.B. Disponibile nel fascicolo completo della rivista.
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La nuova veste editoriale della "Libertà perpetua di San Marino", che qui si presenta, scaturisce da un’opportunità d’eccezione fornita dalla Biblioteca di Stato della Repubblica, dove si conserva il manoscritto originale di quel... more
La nuova veste editoriale della "Libertà perpetua di San Marino", che qui si presenta, scaturisce da un’opportunità d’eccezione fornita dalla Biblioteca di Stato della Repubblica, dove si conserva il manoscritto originale di quel discorso, donato da Carducci al termine della cerimonia che la mattina di domenica 30 settembre 1894 lo vide partecipare all’inaugurazione del nuovo palazzo governativo progettato dall’architetto Francesco Azzurri e voluto fermamente da Pietro Tonnini, artista noto e figura di spicco assoluto della politica sammarinese nella seconda metà dell’Ottocento. La circostanza, sorprendente in sé, che per oltre un secolo l’orazione carducciana non avesse trovato il dovuto risarcimento tramite un’edizione critica integrale, accompagnata da un commento, pur sintetico, di carattere storico-filologico, era derivata dalla certezza – duratura, benché non suffragata dalle verifiche opportune – che quelle parole manoscritte corrispondessero in modo del tutto fedele all’edizione del discorso, distribuita il medesimo giorno dei festeggiamenti dallo Zanichelli di Bologna in un elegante opuscolo tirato su carta a mano. In realtà, il 30 settembre Carducci pronunciò un’orazione che nella stampa zanichelliana sincrona era ormai stata corretta da lui in più punti, anche in maniera significativa, avendo licenziato all’impressione tipografica un manoscritto differente da quello destinato alla pubblica lettura: sicché il testimone deposto nella biblioteca di San Marino ha custodito fino a questo momento la veste autentica e sconosciuta dell’orazione detta realmente nel salone consiliare del palazzo governativo dal poeta-professore, mentre le edizioni del discorso, vale a dire le due del medesimo anno (dopo quella del 30 settembre, Zanichelli ne stampò infatti una seconda con la data del 13 ottobre 1894, su carta comune) e la definitiva del 1898, inclusa nel tomo decimo delle "Opere" carducciane, hanno dato circolazione a un testo progressivamente alterato e reso via via più conforme alle istanze letterarie, lontane da quelle oratorie d’origine, preferite dall’autore. Il documento criticamente edito che ora è offerto rende disponibile, di conseguenza, l’orazione letta dal poeta e acclamata dal pubblico degli astanti il 30 settembre: in quanto tale, a motivo del suo pregio di reperto cospicuo, ma sinora inedito, il manoscritto sammarinese ha dunque meritato di essere sottratto all’oblio e di venire sottoposto all’attenzione del lettore, così che siano ristabiliti, a tanta distanza di tempo, le parole e gli accenti veri dell’orazione prima del suo nuovo allestimento in abito di discorso letterario consegnato alle stampe ufficiali. [dalla "Premessa"]
La corrispondenza editoriale di Dino Buzzati con la Mondadori (Arnoldo, il figlio Alberto, Vittorio Sereni allorché ne divenne figura di spicco), conservata in massima parte in Fondazione Mondadori e qui raccolta per la prima volta nella... more
La corrispondenza editoriale di Dino Buzzati con la Mondadori (Arnoldo, il figlio Alberto, Vittorio Sereni allorché ne divenne figura di spicco), conservata in massima parte in Fondazione Mondadori e qui raccolta per la prima volta nella sua attuale interezza, copre una parabola cronologica trentennale: dall'estate del 1940, quando venne distribuito il "Deserto dei Tartari", fino alla pubblicazione dell'ultima silloge narrativa, "Le notti difficili", che vide la luce nell'autunno del 1971, alle soglie della scomparsa del narratore. Le testimonianze epistolari investono un'ampia gamma di questioni (proprietà delle opere, prime edizioni, ristampe, formati e copertine), ma non mancano - anzi, emergono a volte in tutta la loro profondità o urgenza - riflessioni sulla scrittura e i suoi nodi, elementi di poetica narrativa o di politica editoriale, confessioni, sfoghi e sussulti psicologici da cui esce arricchito, recuperando energia e completezza, il dialogo che tradizionalmente intrecciano un autore e il suo editore di fiducia. [dalla presentazione editoriale, risvolto di copertina]

Il volume è stato presentato il 16 settembre 2022 (Cernobbio, villa Bernasconi) nell'ambito del festival del libro "Parolario" (Como-Cernobbio, 14-18 settembre 2022) e l'11 ottobre 2022 a Milano presso la sala Buzzati della Fondazione Corriere della Sera in collaborazione con la Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori (video al link "https://www.fondazionecorriere.corriere.it/iniziative/caro-buzzati/", oppure al link "https://www.youtube.com/watch?v=8y8lu8Pl-1w").

Recensioni: L. Mascheroni, "Buzzati e Mondadori. 'Un amore' letterario fra lusinghe e contratti, "Il Giornale", 20 settembre 2022; G. Ciarapica, "Buzzati e Mondadori. Il rapporto misterioso tra scrittore ed editore", "Il Foglio", 1° ottobre 2022; N. Menniti-Ippolito, "Rispetto e fedeltà. Dagli archivi emerge il legame tra Buzzati e Mondadori", "Il Mattino di Padova", 25 ottobre 2022; A. Sebastiani,, "Treccani.it", 14 novembre 2022; A. Kerbaker, "Cari Mondadori, sono Dino Buzzati", "Il Sole-24 ore", Supplemento domenicale, 4 dicembre 2022; L. Viganò, "Vi assicuro, sarà un successo!", "Corriere della Sera", 13 dicembre 2022; O.C., "Il carteggio Buzzati-Mondadori", "Il Manifesto", 4 febbraio 2023; "Quando Buzzati scriveva alla Mondadori", "Vaccarinews.it", 16 febbraio 2023; P. Di Palmo, "Successo e mugugni, le lettere editoriali", "Il Manifesto", Supplemento "Alias", 19 marzo 2023; M. Gatta, "Charta", n° 3, 2023, p. 36; A. Brambilla, "Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica", n° 85, 2023, pp. 164-165; A. Sebastiani, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 106, 2023, pp. 328-331; M. Callegari, "L'almanacco bibliografico", n° 65, 2023, p. 11; F. Favaro, "Studi buzzatiani", 2023, pp. 133-136; A. Brambilla, "Appunti sull'edizione del carteggio tra Dino Buzzati e la Casa editrice Mondadori (con qualche suggerimento critico)", "La Rassegna della letteratura italiana", n° 2, 2023, pp. 260-264.
Recensioni disponibili al link: https://www.olschki.it/libro/9788822266958 Recensioni: R. Pasta, "Archivio storico italiano", 2021, pp. 643-644; S. Cuoghi, "Paideia. Rivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria", 2021, pp.... more
Recensioni disponibili al link: https://www.olschki.it/libro/9788822266958
Recensioni:
R. Pasta, "Archivio storico italiano", 2021, pp. 643-644; S. Cuoghi, "Paideia. Rivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria", 2021, pp. 611-615; A. Dardi, "Seicento e Settecento", 2021, pp. 187-190; S. Bargellini, "Città di vita", n° 2, 2021, p. 222; R. Turchi, "La Rassegna della letteratura italiana", n° 1, 2021, p. 215; A. Brambilla, "Aevum. Rassegna di scienze storiche linguistiche e filologiche", 2021, pp. 856-857; F. Arato, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 2022, pp. 131-134; F. Fabbri, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 104, 2022, pp. 289-292.
Il volume propone una ricognizione organica delle esperienze molteplici praticate dal poeta Vincenzo Monti (1754-1828) e da chi gli fu vicino nei suoi ultimi anni di vita, conferendo spessore a vicende di rilievo che si fondono in un... more
Il volume propone una ricognizione organica delle esperienze molteplici praticate dal poeta Vincenzo Monti (1754-1828) e da chi gli fu vicino nei suoi ultimi anni di vita, conferendo spessore a vicende di rilievo che si fondono in un orizzonte unitario, ma che risultano abitualmente sottaciute o sacrificate dalle indagini più recenti. Emerge in primo luogo la natura sottilmente sperimentale che qualifica l’estremo compito poetico affrontato dal Monti nel corso della sua carriera prolungata e feconda: esso consistette nel ‘volgarizzamento’ dal tedesco in sciolti italiani (1825-26), realizzato insieme con il giovane trentino Andrea Maffei, di parte del poema ("Tunisias") del patriarca magiaro di Venezia, János László Pyrker. Intrecciandosi con l’epopea cristiana e con il sentimentalismo ‘nordico’ di quella prova letteraria, un secondo nucleo di interessi riguarda la simpatia crescente che il Monti seppe esprimere dinanzi alle rivoluzioni liberali in atto negli stessi anni Venti del secolo: sia nel caso del tentativo, fallito, di sedizione antiaustriaca previsto a Milano nella primavera del 1821, sia nei confronti della vittoriosa insurrezione popolare che diede invece inizio alla rivoluzione ellenica. Costituisce un terzo aspetto simultaneo dell’impegno letterario e intellettuale del Monti in quei frangenti storici l’applicazione rigorosa, insieme con il marchese Gian Giacomo Trivulzio e con Giovanni Antonio Maggi, allo studio, alla correzione e all’edizione criticamente accertata del "Convivio" di Dante (1826-27), in una prospettiva che, lontano dal contrarsi entro il perimetro di un mero esercizio erudito, implicò una rilettura politica e civile dell’opera dantesca e dei suoi lasciti vitali nel quadro dell’età storica presente, condizionata dall’espansione vigorosa del romanticismo liberale, negli stessi mesi in cui a Milano avrebbe infine visto la luce la Ventisettana dei "Promessi sposi". [dalla presentazione editoriale, quarta di copertina]

Recensioni: D. Colombo, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 93, 2016, pp. 276-279; B.M. D’Agnanno, "Otto/Novecento", n° 1, 2016, pp. 201-203; B. Colli, "Nuova informazione bibliografica", n° 4, 2016, pp. 888-894; F. Rossetti, "Lettere italiane", 2017, pp. 180-183; L. Mazzoni, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 2017, pp. 135-139; G. Frasso, "Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica", n° 74, 2017, pp. 157-161; F. Favaro, "La Rassegna della letteratura italiana", n° 1, 2018, pp. 190-192.
Recensioni: L. Mazzoni, "Su una recente edizione del 'Saggio' di Vincenzo Monti intorno al testo del 'Convito' dantesco", "Lettere italiane", 2013, pp. 263-270; S. Triachini, "Otto/Novecento", n° 3, 2013, pp. 177-179; G. Fantini, "La... more
Recensioni:
L. Mazzoni, "Su una recente edizione del 'Saggio' di Vincenzo Monti intorno al testo del 'Convito' dantesco", "Lettere italiane", 2013, pp. 263-270; S. Triachini, "Otto/Novecento", n° 3, 2013, pp. 177-179; G. Fantini, "La Rassegna della letteratura italiana", n° 1, 2014, pp. 281-282; A. Scardicchio, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 89, 2014, pp. 321-326; G. Nicoletti, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 2014, pp. 300-303.
Il convegno salentino completa i percorsi di ricerca aperti dalle iniziative che l'hanno preceduto indagando i momenti principali della dibattuta fortuna di Vincenzo Monti e della sua opera nella stagione otto-novecentesca a cavallo... more
Il convegno salentino completa i percorsi di ricerca aperti dalle iniziative che l'hanno preceduto indagando i momenti principali della dibattuta fortuna di Vincenzo Monti e della sua opera nella stagione otto-novecentesca a cavallo dell'Unità e delle due guerre mondiali, esaminati da molteplici punti di vista, allo scopo di ottenere precisazioni significative sui rapporti fra il Monti, Giovanni Antonio Maggi, Cesare Cantù e altri letterati, nonché di verificare le testimonianze montiane ancora presenti fra le carte del lughese Giacomo Manzoni; una sezione significativa dell'incontro è stata dedicata alla bibliografia e alla critica montiana del Novecento: dagli scritti apparsi nel 1928 in occasione del primo centenario della morte, ai contributi offerti da Alfonso Bertoldi, Leone Vicchi, Guido Bustico, fino alle interpretazioni di Luigi Russo e di Cesare Angelini. [dalla presentazione editoriale]
Il volume vede la luce nell'ambito del PRIN 2008 "Le corti padane e la tradizione della favola pastorale" (2008A74427-002), delle Università di Padova, Genova, Parma, Venezia-Ca' Foscari e Lecce (Università del Salento).
Il volume offre in edizione anastatica, preceduta da un ampio saggio introduttivo e seguita da una postfazione musicologica, la 'princeps' delle "Poesie" (1632) del giurista bolognese Claudio Achillini (1574-1640), al quale il curatore ha... more
Il volume offre in edizione anastatica, preceduta da un ampio saggio introduttivo e seguita da una postfazione musicologica, la 'princeps' delle "Poesie" (1632) del giurista bolognese Claudio Achillini (1574-1640), al quale il curatore ha già consacrato una monografia (1988) e l'edizione critica dei versi (1991). Le indagini che accompagnano il testo stabiliscono l'appartenenza dell'Achillini al nucleo dei poeti che avvertirono più intensamente, ben oltre le soglie immediate del secolo nuovo, la vitalità e il magistero della produzione tassiana, pur dinanzi all'affermarsi progressivo del modello di un nuovo canzoniere, introdotto dal Marino agli inizi del Seicento: una caratteristica di cui furono del resto ben coscienti quanti si volsero con impegno alla traduzione musicale, certamente ardua, dei versi achilliniani. Sottratta alle categorie ingannevoli del marinismo o del concettismo secenteschi, la raccolta delle "Poesie" è in questo modo restituita alla sua fisionomia autentica dopo le incertezze o i fraintendimenti che ne hanno accompagnato la fortuna, peraltro desultoria e limitata, anche in tempi recenti. La proposta dell'anastatica permette di porre a fuoco un altro carattere della prima e unica raccolta poetica composta dall'autore nel corso della sua vita: l'accuratezza del processo di allestimento materiale del libro e l'indiscutibile qualità dell'esito tipografico (insolite per un volume di poesie, in quel momento), provate tanto dalla nitidezza dell'impressione, quanto dalla sobria eleganza della pagina. [dalla scheda editoriale del catalogo]

Recensioni: C. Tarallo, "Seicento e Settecento", 2011, pp. 181-183; R. Bonfatti, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 86, 2013, pp. 322-324; L. Carpanè, "Misure critiche", n° 1, 2013, pp. 182-184.
Un exemplaire de l’ouvrage a été offert au Président de la République Italienne, M. Giorgio Napolitano, lors d’une rencontre personnelle des curateurs avec le premier conseiller et chef du cabinet du Président, M. le professeur Carlo... more
Un exemplaire de l’ouvrage a été offert au Président de la République Italienne, M. Giorgio Napolitano, lors d’une rencontre personnelle des curateurs avec le premier conseiller et chef du cabinet du Président, M. le professeur Carlo Guelfi, au Palais du Quirinale, à Rome, le 18 avril 2011. Cet ouvrage a fait aussi l’objet d’une présentation officielle le 8 novembre 2011 à l’Université Catholique de Milan, organisée par le doyen de la Faculté des Lettres, avec les interventions de M. Angelo Bianchi (professeur d’histoire moderne à l’Université Catholique de Milan), de M. Giuseppe Zecchini (professeur d’histoire romaine à l’Université Catholique de Milan) et de Mme Isabella Becherucci (professeur de littérature italienne à l’Université Européenne de Rome).

Comptes rendus : D. Loupsans, "Anabases. Traditions et réceptions de l’Antiquité", n° 16, 2012, p. 303-305 ; N. Maldina, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 86, 2013, p. 327-330 ; M. Simon, "Revue de philologie", n° 2, 2016, p. 255-257.
Il volume raccoglie alcuni contributi relativi alla formazione di Vincenzo Monti nella Roma di Pio VI e, successivamente, nella ben diversa temperie culturale e politica della Milano napoleonica fra la Cisalpina e il Regno Italico. La... more
Il volume raccoglie alcuni contributi relativi alla formazione di Vincenzo Monti nella Roma di Pio VI e, successivamente, nella ben diversa temperie culturale e politica della Milano napoleonica fra la Cisalpina e il Regno Italico. La prima parte dell’opera si sofferma sulle meditazioni compiute dal poeta in materia di drammaturgia tragica, specialmente per quanto attiene alla ricezione contrastata della sua prima tragedia ("Aristodemo", 1786), mentre la seconda delinea un profilo più complesso dell’intellettuale: emergono infatti sia i rapporti intrecciati dal Monti con la società politica attiva nella capitale lombarda, che il graduale adattamento del poeta a un ambiente animato da un intenso agonismo letterario, nel quale egli è di volta in volta costretto a difendere e a promuovere la sua funzione di voce dominante della letteratura ufficiale. [dalla scheda editoriale del catalogo]

Recensioni: A. Brambilla, "Archivio Storico per le Province parmensi", s. IV, 2008 (2009), pp. 555-557; M.C. Albonico, "Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica", luglio-dicembre 2009, pp. 177-179; A. La Monica, "Annali d’Italianistica" (University of North Carolina, Chapel Hill), 2010, pp. 547-549; R. Bonfatti, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 83, 2011, pp. 299-303; L. Della Bianca, "Otto/Novecento", n° 3, 2011, pp. 231-232.
Une quarantaine d'études sont réunies dans ce volume, dont le titre s'inspire du label de l'unité de recherche qui l'a promu (« Littérature et histoire des pays de langues européennes », Université de Franche-Comté, Besançon). Les... more
Une quarantaine d'études sont réunies dans ce volume, dont le titre s'inspire du label de l'unité de recherche qui l'a promu (« Littérature et histoire des pays de langues européennes », Université de Franche-Comté, Besançon). Les articles sont regroupés selon trois axes (« Autour de l'Espagne moderne et contemporaine : culture, politique et société », « L' Amérique Latine. Quelques aperçus », « Traduire, interpréter, voyager : regards sur l'autre et constructions identitaires »), et à l'intérieur de chaque axe, ils se succèdent chronologiquement : le domaine linguistique le plus représenté est l'espagnol, les autres domaines (italien, allemand, anglais, etc.) y figurant par des communications plus ponctuelles et pourtant non moins remarquables. Concernant les sujets abordés, une large partie des textes porte, donc, sur les questions multiples suscitées par la double constitution de l'identité et de l'altérité, tant individuelle que collective, leurs manifestations dans la littérature et la civilisation européennes ainsi que leurs enjeux. Plusieurs articles sont consacrés à l'analyse des manifestations festives et à l'étude des productions littéraires de la fête (qu'elle soit religieuse, politique, laïque ou carnavalesque). Enfin, un certain nombre de contributions est moins rigoureusement lié à ces thématiques, ce qui permet, non seulement d'élargir la perspective du recueil, mais aussi d'ouvrir de nouvelles pistes de recherche.
Actes du Colloque international de Besançon, octobre 2006 à l'occasion du centenaire de la naissance de Buzzati. L'objectif était tout d'abord de s'interroger sur la place que Buzzati a occupée au 20e siècle, sur les relations qu'il a pu... more
Actes du Colloque international de Besançon, octobre 2006 à l'occasion du centenaire de la naissance de Buzzati. L'objectif était tout d'abord de s'interroger sur la place que Buzzati a occupée au 20e siècle, sur les relations qu'il a pu avoir - dans la vie ou dans son oeuvre - avec des écrivains, des peintres, des journalistes (et plus largement des intellectuels) d'Italie, de France et d'ailleurs. Le second objectif était d'examiner comment cet échange se poursuit à l'heure actuelle, de se pencher sur les traces que Buzzati a pu laisser, sur les échos buzzatiens qui résonnent encore à l'aube du 21e siècle. Plusieurs chercheurs venant de France et d'Italie se sont engagés dans une série d'études ciblées qui figurent maintenant dans les actes de ce colloque international et qui donnent un apport considérable à la connaissance d'un écrivain bien aimé du public français et traduit, désormais, en une quarantaine de langues étrangères.

Comptes rendus : A. Scarsella, "Studi buzzatiani", 2009, p. 167-169 ; M. Sipione, "Otto/Novecento", n° 2, 2009, p. 163-164.
Sono riuniti in questo volume otto articoli che sondano la posizione assunta da alcuni intellettuali — prioritariamente Vincenzo Monti e Ugo Foscolo — nelle fasi di trapasso e di assestamento del potere politico in Lombardia tra la fine... more
Sono riuniti in questo volume otto articoli che sondano la posizione assunta da alcuni intellettuali — prioritariamente Vincenzo Monti e Ugo Foscolo — nelle fasi di trapasso e di assestamento del potere politico in Lombardia tra la fine dell'età napoleonica e il Regno Lombardo-Veneto, durante la prima fase della Restaurazione e a monte delle rivoluzioni liberali che attraversarono il continente nel medio Ottocento. Lo scopo è quello di ritrovare, nella congerie delle iniziative letterarie votate, all'apparenza, all'occasionalità e alla dispersione prodotte da un momento storico delicato, la coerenza sotterranea fornita da un doppio motivo unificatore: anzitutto, la durata tenace dei miti e dei modelli antichi o moderni in cui si rifletteva ormai un'identità meno incerta della futura nazione; in secondo luogo, una costante esigenza di misurarsi, per non esserne condizionati più di quanto le circostanze non lo esigessero, con il potere politico e con le sue capacità di mitigare o di dirigere le dinamiche della cultura. In un simile quadro, Monti e Foscolo esprimono in maniera emblematica due scelte differenti dinanzi al patrimonio della tradizione (ma non per questo del tutto prive di tratti comuni) e rappresentano, inoltre, due diversi destini allo sguardo di quegli intellettuali che nell'epicentro politico di Milano si confrontavano, in maniera laboriosa e con difficoltà crescenti, con i diritti 'restaurati' degli antichi governanti. [dalla presentazione editoriale, quarta di copertina]

Recensioni: A. Brambilla, "Aevum. Rassegna di scienze storiche linguistiche e filologiche", 2008, pp. 961-962; N. Maldina, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 77, 2008, pp. 262-265; A. Scardicchio, "Filologia e critica", 2008, pp. 147-154; A. Carrozzini, "Studi italiani", n° 40, 2008, pp. 154-157; R. Necchi, "Paideia. Rivista di filologia, ermeneutica e critica letteraria", 2008, pp. 490-495.
Vincenzo Monti (1754-1828) est surtout connu pour sa célèbre traduction de l Ilïade d Homère. En réalité, il joua un rôle de premier plan dans la vie littéraire italienne de la fin du XVIIIe au début du XIXe. En 1799, il séjourna à Paris... more
Vincenzo Monti (1754-1828) est surtout connu pour sa célèbre traduction de l Ilïade d Homère. En réalité, il joua un rôle de premier plan dans la vie littéraire italienne de la fin du XVIIIe au début du XIXe. En 1799, il séjourna à Paris et, après être rentré à Milan, suite à la victoire de Marengo, il se fit le chantre de l épopée napoléonienne. Dans ce volume, ses liens étroits et nombreux avec la culture et les lettres françaises font l objet, pour la première fois, d une étude approfondie qui a aussi le mérite de reconstituer la trame dense et complexe des rapports franco-italiens à cheval de deux siècles qui fondent la modernité.

Compte rendu : D. Vanden Berghe, "Italianistica", n° 3, 2008, p. 209-213.
Ce volume réunit sept articles consacrés aux rapports d'une certaine partie de la littérature italienne (XVIIIe-XIXe siècles) avec les modèles littéraires du passé, notamment de l'Antiquité grecque et latine et de la Renaissance. La... more
Ce volume réunit sept articles consacrés aux rapports d'une certaine partie de la littérature italienne (XVIIIe-XIXe siècles) avec les modèles littéraires du passé, notamment de l'Antiquité grecque et latine et de la Renaissance. La recherche dans son ensemble s'attache donc à retrouver les traces de la réception des œuvres anciennes à l'époque moderne et à mettre en valeur les relations plus ou moins étroites des lettrés avec le pouvoir politique, l'enjeu étant de faire naître une conscience collective ainsi que de construire dans la Péninsule une identité nationale plus solide qu'auparavant. Les objets privilégiés de cette recherche sont des intellectuels célèbres comme Vincenzo Monti, Ugo Foscolo, Giacomo Leopardi, Alessandro Manzoni, mais aussi des personnages mineurs, par exemple Costanza Monti (fille de Vincenzo), titulaire à la fois d'un poème assez méconnu et d'études inédites sur la "Comédie" de Dante. [fiche de la maison éditrice, 4e de couverture]

Comptes rendus: G.A. Camerino, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 2007, pp. 147-151; A. Gendrat-Claudel, "Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica", janvier-juin 2007, p. 175.
Comptes rendus: A. Romano, "Rassegna montiana (1980-2000)", "Lettere italiane", 2001, pp. 130-131, nota 98 (= A. Romano, "Vincenzo Monti a Roma", Manziana, Vecchiarelli, 2001, p. 271, nota 98); V. De Maldé, "Annali manzoniani",... more
Comptes rendus:
A. Romano, "Rassegna montiana (1980-2000)", "Lettere italiane", 2001, pp. 130-131, nota 98 (= A. Romano, "Vincenzo Monti a Roma", Manziana, Vecchiarelli, 2001, p. 271, nota 98); V. De Maldé, "Annali manzoniani", 2001-2003, pp. 513-515.
L'esigenza di esplorare gli archivi del moderno, anche quando si tratti di investigare su basi meno incerte o arbitrarie prosatori e poeti del nostro secolo, è ormai distintamente avvertita dagli studiosi e ha beneficiato di ripetute... more
L'esigenza di esplorare gli archivi del moderno, anche quando si tratti di investigare su basi meno incerte o arbitrarie prosatori e poeti del nostro secolo, è ormai distintamente avvertita dagli studiosi e ha beneficiato di ripetute opportunità di manifestazione nel corso degli ultimi anni. Muovendosi ora fra i documenti materiali della produzione di Buzzati (dalle stesure manoscritte dei primi racconti ai dattiloscritti consegnati per la composizione a stampa, dai giornali in cui le novelle comparvero la prima volta alle raccolte in cui esse vennero riproposte), Angelo Colombo illustra lo sviluppo della narrativa buzzatiana negli anni 1937-1940, a cavallo dell'esperienza giornalistica vissuta da Buzzati nei territori etiopici dell'Impero (1939). Ne emerge il ritratto di un narratore alla ricerca della propria lingua, conscio di un'inadeguatezza incolmabile delle eredità realistiche (e delle loro propaggini novecentesche) dinanzi al presente, insofferente delle convenzioni espressive e ispirato, all'opposto, da un esercizio selettivo e parsimonioso delle risorse linguistiche, oltre che dagli interessi precoci per un calcolato gioco di scambio con il favoloso e l'illusionistico. [dalla presentazione redazionale, quarta di copertina]

Recensioni:
R. Zucco, "Studi buzzatiani", 1997, p. 205; P. Cerisola, "Buzzatiana", "Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica", n° 35, 1998, pp. 153-154; A. Wittschier, "Neue Wege zu Dino Buzzati 'Un amore' (1963). Ein Buzzati-Handbuch", Frankfurt am Main, Peter Lang, 2010, pp. 238-239.
Recensioni:
M. Slawinski, "The Year’s Work in Modern Language Studies", 1996 (1997), p. 561; C. Sensi, "Studi Piemontesi", 1997, pp. 462-463.
Il volume raccoglie le lettere che Vincenzo Monti e Giambattista Bodoni si scambiarono tra il 1786 e il 1812. Intorno a questa prima raccolta completa delle lettere si muove tutto il mondo culturale e politico italiano tra fine Settecento... more
Il volume raccoglie le lettere che Vincenzo Monti e Giambattista Bodoni si scambiarono tra il 1786 e il 1812. Intorno a questa prima raccolta completa delle lettere si muove tutto il mondo culturale e politico italiano tra fine Settecento e inizi Ottocento, tra Rivoluzione francese e dominazione napoleonica. Tra Roma, Parma e Milano si intrecciano storie di edizioni e polemiche letterarie e politiche ricostruite nei loro aspetti tecnici e nei loro risvolti umani. Il testo delle lettere è fornito in edizione critica, giustificata in una ricchissima "Nota filologica", le lettere stesse sono accompagnate da un ampio "Commento" e il volume è completato da una importante appendice di "Documenti montiani" e da "Indici" (delle lettere, dei manoscritti, dei nomi). [Gius. Izzi, presentazione nel "santino" pubblicitario]
Recensioni:
C. Carena, "Il Monti stampato in Bodoni", "Il Sole-24 ore", 5 giugno 1994; G.C. Mezzadri, "Il carteggio Monti-Bodoni e le polemiche con Angelo Mazza", "Gazzetta di Parma", 22 agosto 1994; G.C. Ferretti, "Caro Bodoni, salvami tu", "L’Unità", 26 settembre 1994; P. Palmieri, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 49, 1994, pp. 182-187; A. Brambilla, "Due recenti studi su Vincenzo Monti", "Il Cristallo", n° 3, 1994, pp. 69-72; P. Di Sacco, "Testo. Studi di teoria e storia della letteratura e della critica", luglio-dicembre 1994, pp. 136-137; Fabrizio-Costa, "Revue des Etudes Italiennes", tome XL, 1994, pp. 188-189; A. Anichini, "La Rassegna della Letteratura italiana", n° 1-2, 1995, pp. 300-301; C. Chiodo, "Misure critiche", n. 94-96, 1995, pp. 98-99; D. Gnemmi, "Archivio Storico per le Province parmensi", s. IV, 1994 (1995), pp. 569-572; J. Lindon, "The Year’s Work in Modern Language Studies", 1995 (1996), p. 577; G.A. Camerino, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 1996, pp. 147-149 ; V. Giannantonio, "Studi medievali e moderni", n° 1, 1997, pp. 248-251; ‘Parmenio’, "L’attività scientifica della Deputazione. Storia locale sotto la lente", "Gazzetta di Parma", 10 marzo 1997; R. Righi, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 55, 1997, pp. 284-285; A. Romano, "Rassegna montiana (1980-2000)", "Lettere italiane", 2001, pp. 128-129 (= A. Romano, "Vincenzo Monti a Roma", Manziana, Vecchiarelli, 2001, pp. 269-270).
Una delle immagini più solide e vulgate della nostra letteratura, anche presso la critica meglio attrezzata, è quella che vuole Vincenzo Monti (1754-1828) - il grande esponente del neoclassicismo italiano - uomo pacato, tutto dedito ai... more
Una delle immagini più solide e vulgate della nostra letteratura, anche presso la critica meglio attrezzata, è quella che vuole Vincenzo Monti (1754-1828) - il grande esponente del neoclassicismo italiano - uomo pacato, tutto dedito ai suoi diletti studi, chiuso in una sorta di "turris eburnea" privilegiata, lontana dai rumori del mondo. Le 154 lettere qui proposte, opportunamente trascelte dall'imponente epistolario montiano, documentano invece una vivacità di interessi, di accenti, di sentimenti straordinaria. Dominano gli affetti, ovviamente: quelli femminili (coniugale per Teresa Pikler, amicale per le intellettuali illuminate Fortunata Sulgher, Madame de Staël, Clarina Mosconi) e quelli maschili (per il genero, Giulio Perticari, e per il genero mancato, Andrea Mustoxidi). Poi i rapporti "di lavoro": da un lato tipografi ed editori (Bodoni, Bettoni, Stella, Sonzogno), dall'altro poeti e letterati (Tiraboschi, Cesarotti, Pindemonte, Manzoni, Foscolo, Leopardi). E ancora, una folla di interlocutori più e meno noti, con cui corrispondeva talora in termini non sempre sereni (in qualche caso anzi il Monti appare dotato di una "vis" polemica e di un'irruenza verbale spesso notevolissime): Cesare Arici, Ennio Quirino Visconti, Giuseppe Acerbi, il principe Pietro Odescalchi, Diodata Saluzzo, e molti altri. Ampiamente introdotte e corredate da un nutrito commento storico-critico a piè di pagina, queste lettere - emendate grazie al sistematico confronto con gli autografi e le edizioni ottocentesche - offrono una testimonianza per più versi sorprendente su tanti aspetti della vita e della personalità del Monti forse poco noti, comunque troppo spesso dimenticati: così da costituire, almeno in parte, la "riscoperta" di un poeta che riveste un ruolo certo non secondario nel panorama della nostra storia letteraria. [presentazione editoriale, quarta di copertina]
Recensioni:
R. Damiani, "Lettere d’affetti e di poesia di Monti", "Il Gazzettino" (Venezia), 20 agosto1993; R. Fedi, "Monti riabilitato dall’epistolario", "Il Sole-24 ore", 29 agosto 1993; G.P. Marchi, "Le ‘alleanze’ veronesi dell’irrequieto Monti", "L’Arena" (Verona), 11 settembre 1993; D. Gnemmi, "Gli affetti e la poesia", "Gazzetta di Parma", 10 ottobre 1993 ; G. De Rienzo, "Per l’ideale e gli zecchini", "Corriere della sera", 12 febbraio1994; A. Lacchini, "Otto/Novecento", n° 6, 1993, pp. 275-276; M. Cerruti, "Uomo di potere, ma non soltanto", "L’Indice dei libri del mese", giugno1994, p. 8; A. Palermo, "Due epistolari: De Sanctis e Monti", "Filologia e critica", 1993, pp. 290-294 (= A. Palermo, "Il vero, il reale e l’ideale. Indagini napoletane fra Otto e Novecento", Napoli, Liguori, 1995, pp. 71-76); D. Chiodo, "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 1994, pp. 469-471; D. Cofano, "Italianistica", 1994, pp. 566-567; P. Palmieri, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 49, 1994, pp. 182-187; P. Palmieri, "Memoria e Ricerca", n° 3, 1994, pp. 290-291; M. Ajello, "Ugo e quel fifone di Vincenzo Monti", "La Voce", 23 dicembre 1994; A. Brambilla, "Due recenti studi su Vincenzo Monti", "Il Cristallo", n° 3, 1994, pp. 69-72; S. Fabrizio-Costa, "Revue des Etudes Italiennes", tome XL, 1994, pp. 188-189; M. Mancini, "La Rassegna della Letteratura italiana", n° 1-2, 1994, pp. 333-334; P. Palmieri, "Il cuore di Monti. In margine ad una recente antologia dall’Epistolario", "Studi romagnoli", 1994, pp. 337-348; R. Righi, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 54, 1997, p. 281; A. Romano, "Rassegna montiana (1980-2000)", "Lettere italiane", 2001, pp. 128-129 (= A. Romano, "Vincenzo Monti a Roma", Manziana, Vecchiarelli, 2001, pp. 269-270).
Recensioni: S. Fabrizio-Costa, "Les Langues Néo-latines", 1992, pp. 98-103; D. Chiodo, "Studi tassiani", 1991, pp. 253-255; M. Slawinski, "The Year’s Work in Modern Language Studies", 1991 (1992), pp. 497-498; V. Giannantonio, "Critica... more
Recensioni:
S. Fabrizio-Costa, "Les Langues Néo-latines", 1992, pp. 98-103; D. Chiodo, "Studi tassiani", 1991, pp. 253-255; M. Slawinski, "The Year’s Work in Modern Language Studies", 1991 (1992), pp. 497-498; V. Giannantonio, "Critica letteraria", 1993, pp. 821-822; F. Guardiani, "Quaderni d’italianistica. Official Journal of the Canadian Society for Italian Studies", 1993, pp. 182-183; E. Graziosi, "Studi e problemi di critica testuale", vol. 48, 1994, pp. 237-238; D. Chiodo, "Rassegna bibliografica. Testi della lirica barocca", "Giornale Storico della Letteratura Italiana", 1995, pp. 434-436; C. Sensi, "XVIIe Siècle", 1997, pp. 727-728; L. Giachino, "‘Atomi fecondi’ : rassegna di edizioni e studi sulla poesia barocca (1989-1996)", "Lettere italiane", 1998, pp. 275-276; G. Arbizzoni, "La poesia del Seicento", in "Storia della letteratura italiana", diretta da E. Malato, vol. X, "La tradizione dei testi", a cura di C. Ciociola, Roma, Salerno editrice, 2001, p. 879.
Recensioni: F. Guardiani, "Quaderni d’italianistica. Official Journal of the Canadian Society for Italian Studies", 1988, p. 336; V. Giannantonio, "Critica letteraria", 1989, pp. 195-197; M. Slawinski, "The Year’s Work in Modern Language... more
Recensioni:
F. Guardiani, "Quaderni d’italianistica. Official Journal of the Canadian Society for Italian Studies", 1988, p. 336; V. Giannantonio, "Critica letteraria", 1989, pp. 195-197; M. Slawinski, "The Year’s Work in Modern Language Studies", 1988 (1989), pp. 556-557; R. Pozzi, "La Rassegna della Letteratura italiana", n° 1-2, 1990, p. 323; P. Cherchi, "Italica" (University of Chicago), 1991, pp. 228-230; S. Fabrizio-Costa, "Les Langues Néo-latines", 1992, pp. 98-103.
N.B. In allegato, la direzione e la redazione della nuova rivista.
[...] Un cenno, per concludere, è ora da riservare ai contenuti del nuovo numero di "R-EM". Nel solco di un’esperienza che ha preso avvio con il fascicolo antecedente, anche in questo il ventaglio delle tematiche alle quali l’insieme... more
[...] Un cenno, per concludere, è ora da riservare ai contenuti del nuovo numero di "R-EM". Nel solco di un’esperienza che ha preso avvio con il fascicolo antecedente, anche in questo il ventaglio delle tematiche alle quali l’insieme degli articoli è rivolto si presenta ampio, oltre che animato da spinte radiali in grado di testimoniare proporzionalmente l’estensione, la pieghevolezza e il radicamento del messaggio montaliano nelle forme comunicative della civiltà letteraria tra la metà e la fine del Novecento. Tuttavia, l’apertura a compasso della ricognizione verso un orizzonte ricco di argomenti all’apparenza disparati si rivela, all’occhio del lettore, disciplinata a norma di un intento selettivo che ha privilegiato, nella sostanza, due direttrici essenziali della ricerca.
La prima di esse investe i nodi concettuali di cui è sparsa la scrittura di Montale in poesia e in prosa; in questa direzione si sono mossi i saggi di Silvia Giudice, Ida Duretto, Angela Ida Villa, Sara Lorenzetti, Riccardo Mozzati, che costituiscono la sezione preponderante e l’ossatura stessa nell’impianto del fascicolo. In particolare, Silvia Giudice è tornata su uno degli intrecci più fecondi della poesia montaliana con uno dei propri archetipi da tempo riconosciuti, ovvero con la lirica di Leopardi e con le sue lunghe (oltre che notoriamente controverse) eredità novecentesche. Già indagata anni addietro dagli studi compiuti in questa direzione da Fabrice De Poli – uno dei contributori di "R-EM", peraltro – la filiazione leopardiana di Montale è qui ripresa da una molteplicità di punti di vista, poiché la studiosa si trattiene sui compiti attribuiti da Leopardi e da Montale allo statuto del poeta, sull’impegno morale che ne deve dirigere l’agire, sulla ricerca del perfezionamento strenuo nelle forme e sulla percezione dell’esperienza negativa del vivere, che si rivela potente tratto comune del modello ottocentesco e del suo emulo moderno; sono elementi che – ci pare – non cessano di promettere acquisti ulteriori e aprono la strada a prolungamenti supplementari dell’indagine verso conclusioni ancora più ambiziose. Alla musica e al teatro, passioni notorie della musa montaliana (nel caso della musica, sarà anzi il caso di evocare l’attrazione originaria da essa esercitata nel costituirsi del cosmo culturale e nell’apprendistato del poeta principiante), si rivolgono invece i contributi di Ida Duretto e di Riccardo Mozzati: la prima cercando risonanze melodiche nella settima raccolta, gli "Altri versi", e individuandovi la presenza e il ruolo di alcune citazioni musicali riconoscibili, il secondo operando un approfondimento non occasionale sulla collaborazione di Montale, fra il 1945 e il 1946, con il quotidiano di Firenze "La Nazione del Popolo" nella veste di esperto di drammaturgia, pronto, dopo sette rappresentazioni osservate con cura nel teatro fiorentino della Pergola, a segnalarvi con preoccupazione l’indebolimento progressivo della "vitalità poetica" a tutto vantaggio di una "vitalità scenica" che, accentuando la mera componente spettacolare, implicava un’adesione più stretta, ma anche meno ragionata, alle attese del pubblico. Angela Ida Villa e Sara Lorenzetti, al contrario, si concentrano sui nuclei di senso dissimulati e sugli ipomessaggi attivi nella scrittura montaliana, interrogando, nel primo caso, un frammento dalle implicazioni semantiche misteriose come è "Quando uscivi dall’acqua" degli "Altri versi" e, nel secondo, il "bestiario" delle prose raccolte in "Fuori di casa", di cui è offerta un’utile ed esauriente disamina.
La seconda direttrice della ricerca ha comportato un’inchiesta selettiva svolta in un terreno di per sé molto largo e non meno fertile, quello consistente nella disseminazione dell’esperienza poetica e meditativa di Montale al di là del suo tempo e al di fuori del perimetro di una pur estesa e variegata produzione letteraria. Ne sono testimonianza, in questo numero della rivista, i saggi di Antonio Lucio Giannone, Fabrice De Poli, Gabriella Macrì e Liang Shuang. Mentre negli ultimi due casi gli studiosi forniscono prove ed elementi di giudizio sulla fortuna di Montale in Cina e in Grecia (si ricorderà che nel primo fascicolo di "R-EM" il tema dell’"ellenismo montaliano" era già stato avvicinato da un diverso angolo d’incidenza), il contributo di Antonio Lucio Giannone esibisce documenti di rilievo che vanno a locupletare, mediante rivelazioni nuove, il nutrito – ma sin qui edito in misura del tutto insufficiente – carteggio montaliano; è il caso della rara corrispondenza (tre lettere) con il traduttore e poeta leccese Vittorio Pagano (dove non mancano indiscrezioni preziose sia in ordine alla biografia, che alla bibliografia di Montale), mentre Fabrice De Poli, dilatando la propria inchiesta su ciò che potremmo definire i "dintorni letterari" del poeta, avvicina con finezza e con merito la figura di Umberto Fiori (nato nel 1949), pronto a misurarsi in maniera non superficiale con il modello, oltre che ad analizzarne con acume le scelte espressive in un saggio rivelatore quale resta "Gli 'sciacalli' di Montale. Riflessioni su oscurità e chiarezza in poesia". Nel moltiplicarsi beneaugurante degli studi a un quarantennio dalla scomparsa di Montale, preceduta da quell’autentico "monumento in vita" che fu l'"Opera in versi", anche in questo nuovo fascicolo della rivista a lui intitolata, in definitiva, una valutazione poligonale e composita prodotta tanto sull’opera, che sui lasciti duraturi di essa contribuisce a porre a fuoco con nitidezza sempre maggiore il ruolo decisivo e la funzione strategica esercitati dal poeta genovese nella tradizione letteraria del nostro medio e secondo Novecento.
Chiudono il numero, come di consueto, gli "Aggiornamenti" della bibliografia montaliana. [dall’"Editoriale"]
Paolo Senna, nel primo dei saggi, si concentra sull’analisi di "Verso Vienna" proponendone una fitta trama di rimandi intertestuali tanto sulla base dell’opera in versi di Montale, quanto in forza di una ricognizione tra i modelli esterni... more
Paolo Senna, nel primo dei saggi, si concentra sull’analisi di "Verso Vienna" proponendone una fitta trama di rimandi intertestuali tanto sulla base dell’opera in versi di Montale, quanto in forza di una ricognizione tra i modelli esterni usufruiti dal poeta. Di rilievo appaiono, in questo secondo caso, i dantismi infernali presenti nella composizione, meglio giustificabili sulla base della sua datazione più bassa, che la allontana dal meno significativo 1933 (anno con cui comparve la prima volta nella "Gazzetta del Popolo" del 1939) avvicinandola al 1938 (data corretta nelle "Occasioni"): un momento, quest’ultimo, ben diversamente carico di eventi ad alta intensità politico-culturale nella penisola (le leggi razziali, che di poco precedettero la famigerata notte antisemita scatenatasi in Germania il 9-10 novembre), ma soprattutto fuori di essa, cioè nel Terzo Reich ormai in marcia "verso Vienna", ovvero verso l’"Anschluss" del 13 marzo. Spetta ad Angela Ida Villa valutare la "Farfalla di Dinard" dal punto di vista, per così dire, del romanzo poliziesco e interrogarsi perciò sul misterioso «tu» che indirizza al poeta un «messaggio segreto» poco prima di morire, in Bretagna: lo scioglimento dell’enigma vede Anna degli Uberti, già evocata simbolicamente da Montale mediante l’immagine della farfalla in altri testi poetici monterossini, venire riconosciuta nella mittente nascosta sotto il debole "senhal" pronominale, in un reticolo molto più espanso di rinvii interni disseminati nell’opera in versi del poeta genovese, che la studiosa percorre di nuovo con cura.
Andrea Bongiorno a sua volta si impegna a illustrare un enigma onomastico della produzione poetica di Montale mettendosi sulle tracce della «mia tigre» che figura nella "Casa di Olgiate" (riconosciuta anni fa come la triestina Dora Zanini), per avvertirne la presenza in "Satura" e congetturare, infine, che il poeta avesse concepito un ciclo di elegie a lei dedicate prima degli "Xenia", nel 1963, interrottosi, però, subito dopo la morte di Drusilla Tanzi. Ida Duretto si trattiene invece sulla poesia "All’alba", mandata dall’autore a Rosanna Bettarini nella seconda metà di aprile del 1980 (scritta, a caldo, in occasione della morte di Jean-Paul Sartre), per illustrarne lo spessore intertestuale e porne a fuoco il quesito di fondo che la agita, diffuso negli "Altri versi": vale a dire, se la fama letteraria possa procurare all’uomo quell’immortalità cui egli legittimamente aspira. Tramite un breve intervento, Francesca Strazzi si interroga sul valore conferito dal poeta ai nomi dei mezzi ferroviari che lo portavano da Genova verso le Cinque Terre, siano essi semplici esiti del ricordo personale o entrino a loro volta nel gioco sottile del "senhal", rendendosi così veicoli di un messaggio arcano, quali sintomi oggettivi capaci di presagire metafisicamente, in tal caso, l’epilogo della stagione più felice della vita.
È compito di Mattia Delmondo rivolgere la propria attenzione a Montale attraverso lo sguardo di Alberto Moravia. Così facendo, viene rievocata la conoscenza reciproca fra i due, nata occasionalmente nella Firenze dei primi anni trenta e consolidatasi più tardi in virtù della reciproca curiosità dell’uno per l’altro, fino al viaggio di entrambi in Inghilterra nel 1948: per terminare con gli effetti causati dall’assegnazione a Montale del premio Nobel nel 1975, quando il rapporto del romanziere con lui si deteriorò velocemente alimentando, sul versante moraviano, un atteggiamento di maggiore disincanto verso l’agire del poeta genovese e una valutazione sempre meno favorevole delle qualità attribuite al vecchio amico, sconfinante persino nel linguaggio del sarcasmo e nell’intento caricaturale. Da parte sua, Simone Evangelisti affronta un argomento di rilievo come l’incontro fra Montale e Scheiwiller; allo scopo di stabilirne i termini oggettivi, l’autore passa in rassegna i lavori montaliani apparsi per i tipi della piccola ma dinamica casa di Milano fra il 1946 e il 1979: dall’inclusione di versi del poeta genovese in antologie (del 1946 si ricordi il collettivo "Madre", dove figurarono anche composizioni di Saba, Sinisgalli e Ungaretti, e nel 1951 la raccolta "Poetesse del Novecento", nella quale Montale collaborò con Maria Luisa Spaziani e in cui vennero inclusi versi, fra le altre voci, di Alda Merini), alle traduzioni (è del 1955 la silloge decisiva dei "Poeti stranieri del ’900 tradotti da poeti italiani contemporanei"), alla narrativa (il racconto "Il colpevole", nel 1966, e del 1968 "L’intellettuale" nel volume di Annalisa Cima "Eugenio Montale via Bigli"), dalla poesia (ricordiamo naturalmente le cento copie non venali di "Diario del ’71") alle curatele (nel 1953, insieme con Vanni Scheiwiller, la "Corrispondenza  con Valery Larbaud, Benjamin Crémieux e Marie-Anne Comnène di Italo Svevo" e l’"Iconografia" di Clemente Rebora sei anni più tardi, o, nel 1965, i "Nemici della musica" di Gianandrea Gavazzeni), concludendo con la pittura (il pastello "Terrazza milanese", ad esempio, che impreziosì nel 1960 l’antiporta dell’"Omaggio a Milano di poeti italiani contemporanei con dodici paesaggi urbani di Mario Sironi", allestito da Vittorio Sereni, sino all’importante album del 1966, interamente montaliano, "Pastelli & disegni"). Ne deriva un quadro convincente, in cui la poliedricità creativa di Montale finì per riscuotere dagli Scheiwiller una generosa e convinta malleveria, che agevolò l’accesso del poeta-traduttore-artista al pubblico colto e raffinato cui si destinavano i pregiati "libri farfalla" della sofisticata officina editoriale. Dopo lo sguardo critico di Moravia ricordato da Mattia Delmondo, tocca a Riccardo Vanin, invece, interessarsi a "Come Zanzotto legge Montale" e stabilire che, al contrario del romanziere, in "Botta e risposta I" l’autore riconobbe al collega genovese il ruolo di poeta «centrale del suo Novecento» e alla lirica montaliana la cifra di un’espressione «necessaria».
Con il saggio di Francesca Nassi si apre nel volume una ricca sezione dedicata ai carteggi del poeta; la studiosa si concentra sulla natura binaria del rapporto intrecciato da Montale con Italo Svevo, che fu certamente relazione feconda sul piano letterario, grazie all’avvio dell’attività critica da parte del poeta, ma si rivelò anche incontro umano riuscito, prodotto da un’intesa istintiva: Montale avvertiva infatti nell’amico – diremmo, forzando probabilmente i termini per ragioni di evidenza – una sorta di controfigura asimmetrica di se stesso, poiché Svevo aveva saputo combinare insieme l’esperienza maturata nel mondo delle tecniche (in maniera ben più convinta di quanto non fosse stato fatto da Montale, coronandola perciò di risultati positivi) e la propria vocazione insopprimibile di "artifex" operante con libertà nel territorio della letteratura; da questa convergenza profonda sarebbero scaturite le scelte montaliane di promuovere l’attenzione della critica per Svevo e, dopo la morte di lui, di caldeggiare l’edizione dei suoi scritti ancora inediti. Alla scoperta di Konstantinos Kavafis e all’amicizia con Margherita Dalmati si indirizzano le pagine di Alessandra Cenni, che recupera dall’archivio privato della destinataria, ad Atene, ben 49 lettere inedite di Montale alla poetessa e musicista Maria-Niki Zoroyannidis ("nom de plume" Margherita Dalmati, 1921-2009), traduttrice e mediatrice fra l’Italia e la Grecia (in specie a beneficio della conoscenza della letteratura neogreca nella penisola, dell’opera poetica di Konstantinos Kavafis soprattutto); a lei Montale non mancò di sottoporre, nel corso di quasi vent’anni di dialogo e in una conversazione che sfociò presto nell’"amitié amoureuse", riflessioni, congetture e inquietudini tanto di natura culturale (circa i poeti contemporanei, l’attualità letteraria e le passioni musicali, ad esempio), che di genere privato: rivelazioni tanto più significative, nel loro insieme, perché intersecarono l’allestimento di opere che diedero inizio a una stagione nuova nella carriera del poeta, quali la raccolta "Satura" e il "Diario del ’71 e del ’72 ".
La sezione conclusiva del volume è occupata per intero da due saggi che si rivolgono alla lingua di Montale e alla traduzione della sua poesia. Nel primo, Alberto Fraccacreta studia lo "slang" mistico di Montale nelle lettere a Clizia ravvisandovi le anticipazioni linguistiche dei versi successivi agli "Ossi di seppia", dominati dalla conversione dell’amata, neostilnovisticamente, in dispensatrice di "salus", cui rivolgersi perciò attraverso il linguaggio iniziatico e privilegiato del misticismo; il saggio include in appendice una preziosa testimonianza inedita, ovvero una foto di Irma Brandeis, scattata probabilmente nel 1985, quando a Firenze la donna conobbe di persona Gianfranco Contini e la consorte di lui, Margaret Piller (testimonianze accessorie in tal senso sono raccolte dall’autore, naturalmente, dal carteggio "montaliano" Brandeis-Contini, edito da Marco Sonzogni nel 2015 presso Archinto). Circa il secondo articolo, di Cristina Marchisio, esso rende nota la sopravvivenza in autografo di tre inedite traduzioni da Montale nell’archivio di José Ángel Valente; accuratamente riprodotte e valutate quelle carte montaliane, l’autrice incrementa in tal maniera il mosaico della fortuna spagnola arrisa al poeta genovese grazie a questo tassello sconosciuto, motivando inoltre le ragioni della scelta di quei tre "specimina" da parte di Valente (1929-2000): infine, soffermandosi in specie sul terzo di essi, si spinge a congetturare, sulla base di indizi persuasivi, che la traduzione francese di Patrice Angelini per Gallimard (1966) abbia potuto fungere da anello intermedio fra l’originale montaliano e il riuscito travestimento linguistico operato da Valente.
N.B. Per ragioni di proprietà editoriale, si rende disponibile in questa sede il dattiloscritto, in tutto identico al testo pubblicato in rivista.
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N.B. Disponibile nel fascicolo integrale della rivista.
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