Mirko Tavoni
Università di Pisa, Dipartimento di Filologia, Letteratura e Linguistica, Department Member
- Dante Studies, Syntax, Renaissance Studies, Renaissance Humanism, History of Linguistics, Italian (Languages And Linguistics), and 34 moreDante Alighieri, Filologia dantesca, History of Italian Language, Lucid Dreams, Lucid Dreaming, Visions And Dreams, Lorenzo Valla, De Vulgari Eloquentia, Augustine, Middle Ages, Medioevo, Lunigiana, Medieval Latin Literature, Italian Studies, Italian Literature, Italian Renaissance Art, Early Modern Italy, Italian Cultural Studies, Dante, Italian philology, Italian Renaissance literature, commenti antichi alla Commedia di Dante Alighieri, Dante and the ancient commentaries tradition, Dante’s earliest reception, Dream-books, Dream Poetry, Dreams (History), Dreams, Medieval Bologna, Comics and Graphic Novels, Graphic Novels, Manuscript Facsimiles, Psychoanalysis And Literature, and Loanwords, Language contact & changeedit
Dante Alighieri, De vulgari eloquentia, a cura di Mirko Tavoni, Milano: Mondadori (Oscar Classici), 2017, pp. 425, ISBN 978-88-04-67586-0.
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La ristampa anastatica di questo manuale sulla complessa storia linguistica del Quattrocento, uscito nel 1992, sembra particolarmente utile alla luce dei mutamenti intervenuti nella didattica universitaria in questi venti anni. La riforma... more
La ristampa anastatica di questo manuale sulla complessa storia linguistica del Quattrocento, uscito nel 1992, sembra particolarmente utile alla luce dei mutamenti intervenuti nella didattica universitaria in questi venti anni. La riforma universitaria del “3 più 2”, entrata in vigore nel 2000, infatti, ha avuto tra i suoi effetti la diffusione di una manualistica di base molto lontana dall’idea che gli studenti di Lettere dovessero appropriarsi di un rapporto diretto, anche tecnico, con i testi di studio. Può dunque essere stimolante rendere di nuovo disponibile uno strumento pensato per addestrare gli studenti a “mettere le mani” nei testi e a ricavare dalla lingua in cui essi sono scritti tante informazioni sulla storia, sulle figure sociali, sulle personalità letterarie che in quei testi si sono espressi. Le due sezioni del libro, racconto delle vicende storico-linguistiche e antologia di testi, più una fabbrile appendice di esercizi, incoraggiano gli studenti a sviluppare interessi e competenze sul secolo in cui il policentrismo medievale sta per cedere all’unificazione linguistico-letteraria promossa dalla stampa.
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«Renaissance Linguistics», ed. by M. Tavoni («Western Europe», by M. Tavoni [pp. 1-108]; «Roman Slavdom», by M. D. Gandolfo; «Orthodox Slavdom», by S. Toscano, in History of Linguistics. III: Renaissance and Early Modern Linguistics, ed. by G. C. Lepschy, London-New York: Longman, 1998, pp. 1-148.more
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Nel XXII canto del Paradiso, vv. 133-154, Dante, dal cielo delle stelle fisse, guarda sotto di sé e vede i cieli che ruotano attorno alla Terra; poi, nel XXVIII canto, vv. 16-39, trovandosi nel Primo Mobile, guardando verso l’altro ha la... more
Nel XXII canto del Paradiso, vv. 133-154, Dante, dal cielo delle stelle fisse, guarda sotto di sé e vede i cieli che ruotano attorno alla Terra; poi, nel XXVIII canto, vv. 16-39, trovandosi nel Primo Mobile, guardando verso l’altro ha la visione dei nove cori angelici che ruotano attorno a un punto luminosissimo che rappresenta evidentemente Dio. Poiché questa seconda visione non può essere, per ragioni cogenti qui messe a fuoco, una visione estemporanea proiettata solo nella mente di Dante, come pure i commenti in uso continuano a spiegare, ma fa parte a pieno titolo della realtà dell’universo sensibile-sovrasensibile che Dante descrive, dobbiamo rassegnarci a “vedere” tale universo, nella sua totalità, come una geometrica dualistica, con il mondo sensibile geocentrico e il mondo sovrasensibile (l’Empireo) teocentrico? Il saggio discute la teoria, sostenuta da diversi matematici e fisici dal 1925 a oggi, che l’universo di Dante sia una “3-sfera”, cioè una sfera a quattro dimensioni, una sfera la cui superficie è una sfera: teoria che supererebbe il dualismo geometrico suddetto, senonché a Dante mancavano totalmente i presupposti matematici per poterla concepire.
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Research Interests: Philosophy and Humanities
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Research Interests: Humanities and Art
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«Dante Linguista at the Crossroad of Philosophy, Politics, and Biography», in Perspectives on «Dante Politico» at the Crossroad of Arts and Sciences, edited by Donatella Stocchi-Perucchio, Berlin: De Gruyter (Mimesis, 97), 2024, pp.... more
«Dante Linguista at the Crossroad of Philosophy, Politics, and Biography», in Perspectives on «Dante Politico» at the Crossroad of Arts and Sciences, edited by Donatella Stocchi-Perucchio, Berlin: De Gruyter (Mimesis, 97), 2024, pp. 141-155. https://doi.org/10.1515/9783110790894-009.
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Research Interests: Humanities and Art
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Research Interests: Humanities and Art
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Dante studies in recent decades assume and inertially repeat that the moment in which Dante breaks with his fellow-exiles, whom years later he would define “wicked and senseless company", and becomes “a party by himself " ( Pd... more
Dante studies in recent decades assume and inertially repeat that the moment in which Dante breaks with his fellow-exiles, whom years later he would define “wicked and senseless company", and becomes “a party by himself " ( Pd XVII 61-69), coincides with the so-called battle at La Lastra, that is the failed attempt of the exiled Whites and their allies to conquer Florence on July 20, 1304. The article aims to check if this assumption is well founded. In particular, the article aims to check whether it must be held that Dante wrote the letter Popule mee, quid tibi feci? , asking for forgiveness to the Comune of Florence, and thus becoming an enemy and traitor to the White Guelph party, soon after the battle at La Lastra. If that were the case, it would be difficult to admit that Dante, during the same period, lived in Bologna, a White Guelph Comune. On the other hand, many clues internal to these two treatises seem to prove that he wrote most of the Convivio and the entire De vulgari eloquentia precisely in Bologna from mid-1304 until the early months of 1306. The critical review of the current ideas on the subject shows that these ideas are based on several misunderstandings and offers a different view of Dante’s political biography from 1303 to 1306.
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Research Interests: Humanities and Art
Mirko Tavoni traccia una breve storia della controversia sull'interpretazione letterale della risposta di Dante a Guido Cavalcanti nel decimo canto dell'Inferno. Dopo aver dimostrato che le difficolta interpretative sono dovute... more
Mirko Tavoni traccia una breve storia della controversia sull'interpretazione letterale della risposta di Dante a Guido Cavalcanti nel decimo canto dell'Inferno. Dopo aver dimostrato che le difficolta interpretative sono dovute alla distanza tra il lettore moderno ed il testo dantesco, propone per una piu sicura interpretazione, il ricorso alle concordanze elettroniche di Dante e dell'italiano antico che aiutano a ricostruire il significato letterale dei versi. La corretta lettura dei versi in questione induce a ritenere oggetto del disdegno di Guido non Virgilio, ma Dio o forse anche Beatrice.
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Research Interests: Art and The Renaissance
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Presentation de la controverse a Florence au 15e siecle sur la langue latine parlee a Rome, suivie des principaux textes
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Sabato 1 giugno 2019, alle 11.30, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, in occasione del 754° Annuale della Nascita di Dante, l’Amministrazione Comunale di Firenze e l’Unione Fiorentina Museo Casa di Dante, su designazione della Società... more
Sabato 1 giugno 2019, alle 11.30, nella Sala d’Arme di Palazzo Vecchio, in occasione del 754° Annuale della Nascita di Dante, l’Amministrazione Comunale di Firenze e l’Unione Fiorentina Museo Casa di Dante, su designazione della Società Dantesca Italiana, consegneranno al prof. Mirko Tavoni, in riconoscimento dei suoi studi danteschi, il premio Annuale della Nascita di Dante.
Il prof. Tavoni terrà una lezione magistrale dal titolo “Dante e la scoperta del Paradiso terrestre in mezzo all'Oceano”.
Il prof. Tavoni terrà una lezione magistrale dal titolo “Dante e la scoperta del Paradiso terrestre in mezzo all'Oceano”.
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A che punto è la "digitalizzazione" della scuola italiana 23 anni dopo l'"E-learning Action Plan. Designing Tomorrow's Education" della Commissione Europea, e dopo due anni di lockdown che hanno costretto la scuola italiana a improvvisare... more
A che punto è la "digitalizzazione" della scuola italiana 23 anni dopo l'"E-learning Action Plan. Designing Tomorrow's Education" della Commissione Europea, e dopo due anni di lockdown che hanno costretto la scuola italiana a improvvisare dall’oggi al domani una “didattica a distanza” (DAD) alla quale era strutturalmente del tutto impreparata? Che cosa ha in cantiere il sistema scolastico italiano per riuscire a spendere i fondi del PNRR per la transizione digitale? Questo flusso di denaro sarà almeno in qualche misura destinato a migliorare l’efficacia dell’insegnamento dell’italiano, a ridurre il grave deficit nella comprensione dei testi, a contrastare l’analfabetismo funzionale? E gli strumenti digitali prodotti dall’editoria scolastica offrono qualcosa di più e di diverso dal cartaceo per promuovere quella riflessione sulla lingua “a partire dalla competenza nativa degli studenti” che viene molto invocata ma per nulla praticata? La conferenza cerca di indicare, al di là dei limiti dell’esistente, in quali direzioni un digitale profondamente diverso potrebbe aiutare molto gli insegnanti a rendere il loro lavoro più produttivo e più gratificante.
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Con la lezione della dott.ssa Marina Di Simone e del dott. Gianluca Canè (rispettivamente responsabile editoriale area umanistica e consulente editoriale della Zanichelli) Gli strumenti digitali per le grammatiche di italiano, scuola... more
Con la lezione della dott.ssa Marina Di Simone e del dott. Gianluca Canè (rispettivamente responsabile editoriale area umanistica e consulente editoriale della Zanichelli) Gli strumenti digitali per le grammatiche di italiano, scuola media e scuola superiore, dopo la DAD introdurremo nel nostro corso una terza componente necessaria per avere una visione d’insieme del tema generale a cui il corso è dedicato, cioè Come usare la tecnologia per insegnare grammatica dopo la DAD. Dopo la riflessione sociologica sull’impatto della digitalizzazione e dei social media sulla scuola, trattata dal dott. Marco Gui, e dopo la riflessione semiotica e linguistica sulle specificità della didattica in forma orale e scritta, in presenza e a distanza, trattata dalla prof. Miriam Voghera, domani due rappresentanti della più importante casa editrice scolastica italiana ci parleranno di come la casa editrice sta ricalibrando, dopo l’esperienza DAD, l’uso delle proprie risorse digitali per l’insegnamento della grammatica e del lessico sul piano delle spiegazioni, delle esercitazioni e delle verifiche. La lezione sarà anche l’occasione per sondare e confrontare le abitudini, le esigenze e le valutazioni delle e dei docenti in merito all’uso dei vari tipi di risorse digitali, di pubblico dominio e proprietarie, nelle varie fasi dell’insegnamento dell’italiano.
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Per introdurre la lezione della prof. Voghera - la seconda del nostro corso su Come usare la tecnologia per insegnare grammatica dopo la DAD - riporto qui una breve descrizione del libro, curato da lei insieme a Pietro Maturi e Fabiana... more
Per introdurre la lezione della prof. Voghera - la seconda del nostro corso su Come usare la tecnologia per insegnare grammatica dopo la DAD -
riporto qui una breve descrizione del libro, curato da lei insieme a Pietro Maturi e Fabiana Rosi, Orale e scritto, verbale e non verbale: la multimodalità nell'ora di lezione, Firenze, Cesati 2020. Il volume raccoglie gli atti del XX Convegno del Giscel (Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica) dedicato a plurisemiosi, plurilinguismo, oralità e scrittura. La scelta di questo fil rouge tematico nasce dalla constatazione che la comunicazione in classe e la pratica didattica sono necessariamente multimodali. Qualsiasi lezione, anche la più tradizionale, richiede necessariamente di usare varie modalità di comunicazione in modo alternato e integrato: si parla, si scrive, si espongono relazioni oralmente con l’ausilio di materiali scritti o si presentano testi scritti che rimandano a video o brani musicali. La multimodalità non è legata necessariamente all’uso di tecnologie, ma è parte del nostro agire comunicativo quotidiano. Sebbene la maggior parte delle relazioni si occupino di molti aspetti della multimodalità, è possibile individuare tre filoni principali di ricerca: il primo si focalizza sul ruolo della comunicazione multimodale nell’apprendimento e nell’insegnamento delle lingue; il secondo presenta confronti nell’uso di modalità diverse nell’apprendimento e nell’insegnamento; il terzo, infine, è dedicato al rapporto tra la comunicazione verbale e non verbale.
riporto qui una breve descrizione del libro, curato da lei insieme a Pietro Maturi e Fabiana Rosi, Orale e scritto, verbale e non verbale: la multimodalità nell'ora di lezione, Firenze, Cesati 2020. Il volume raccoglie gli atti del XX Convegno del Giscel (Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica) dedicato a plurisemiosi, plurilinguismo, oralità e scrittura. La scelta di questo fil rouge tematico nasce dalla constatazione che la comunicazione in classe e la pratica didattica sono necessariamente multimodali. Qualsiasi lezione, anche la più tradizionale, richiede necessariamente di usare varie modalità di comunicazione in modo alternato e integrato: si parla, si scrive, si espongono relazioni oralmente con l’ausilio di materiali scritti o si presentano testi scritti che rimandano a video o brani musicali. La multimodalità non è legata necessariamente all’uso di tecnologie, ma è parte del nostro agire comunicativo quotidiano. Sebbene la maggior parte delle relazioni si occupino di molti aspetti della multimodalità, è possibile individuare tre filoni principali di ricerca: il primo si focalizza sul ruolo della comunicazione multimodale nell’apprendimento e nell’insegnamento delle lingue; il secondo presenta confronti nell’uso di modalità diverse nell’apprendimento e nell’insegnamento; il terzo, infine, è dedicato al rapporto tra la comunicazione verbale e non verbale.
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Centro scaligero degli studi danteschi e della cultura internazionale Loggia del Mangano, Corte Sgarzarie, 8/P, 37121 Verona Venerdì 18 febbraio 2022 ore 15.30 Mirko Tavoni Dante, l’invenzione del latino, l’invenzione dell’italiano.... more
Centro scaligero degli studi danteschi e della cultura internazionale
Loggia del Mangano, Corte Sgarzarie, 8/P, 37121 Verona
Venerdì 18 febbraio 2022 ore 15.30
Mirko Tavoni
Dante, l’invenzione del latino, l’invenzione dell’italiano.
Introduzione al De vulgari eloquentia
Presso la sede e in modalità remota su piattaforma ZOOM al link:
https://us06web.zoom.us/j/84600419854?
pwd=NXlwMmFVMG1CcjBIWUMrVldtQlF1QT09
Loggia del Mangano, Corte Sgarzarie, 8/P, 37121 Verona
Venerdì 18 febbraio 2022 ore 15.30
Mirko Tavoni
Dante, l’invenzione del latino, l’invenzione dell’italiano.
Introduzione al De vulgari eloquentia
Presso la sede e in modalità remota su piattaforma ZOOM al link:
https://us06web.zoom.us/j/84600419854?
pwd=NXlwMmFVMG1CcjBIWUMrVldtQlF1QT09
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La relazione illustra le funzionalità, la storia e le prospettive di sviluppo della risorsa DanteSearch (https://dantesearch.dantenetwork.it/), corpus delle opere volgari e latine di Dante con annotazione morfologica e sintattica in... more
La relazione illustra le funzionalità, la storia e le prospettive di sviluppo della risorsa DanteSearch (https://dantesearch.dantenetwork.it/), corpus delle opere volgari e latine di Dante con annotazione morfologica e sintattica in formato XML-TEI. Il primo nucleo di DanteSearch viene realizzato all’Università di Pisa all’inizio degli anni Duemila, in concomitanza con la nascita del corso di laurea in Informatica umanistica, nell’ambito di un progetto di ricerca nazionale dal quale nascono diverse iniziative e collezioni di filologia digitale, fra cui la Biblioteca italiana (http://www.bibliotecaitaliana.it/). Questo primo nucleo consiste nel corpus completo delle opere volgari e latine lemmatizzate e arricchite di una capillare annotazione morfologica: dotato di un efficiente motore di ricerca e di un’interfaccia lineare e amichevole, consente di esplorare la lingua di Dante con inedita profondità. Il secondo nucleo, realizzato nell’ambito di un altro progetto di ricerca nazionale una decina d’anni dopo, consiste nell’annotazione sintattica completa della Commedia, e poi del Convivio e delle Rime, secondo le categorie della Grande grammatica italiana di consultazione di Renzi-Salvi-Cardinaletti, e mette a disposizione degli studiosi funzionalità di ricerca sintattica del tutto innovative. Attualmente DanteSearch è una risorsa utilizzata nell’ambito di progetti di ricerca contigui quali il Vocabolario Dantesco (http://www.vocabolariodantesco.it/), il Vocabolario Dantesco Latino (http://www.vocabolariodantescolatino.it/ ) e il progetto ERC LiLa-Linking Latin (https://lila-erc.eu/#page-top). Nell’ambito del progetto HDN-Hypermedia Dante Network (https://hdn.dantenetwork.it/) DanteSearch, insieme con l’altra risorsa realizzata in parallelo negli anni scorsi, cioè DanteSources (https://dantesources.dantenetwork.it/), viene ripensato in ottica di web semantico, al fine di costituire una base di conoscenza, fondata su logiche calcolabili (RDF, OWL), che superi i limiti della singola struttura gerarchica imposta da XML e consenta l’interrogazione combinata dell’ontologia morfologica e di quella sintattica nonché di tutta l’informazione esegetica tratta dai commenti alle opere di Dante.
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Technische Universität Dresden - Italien Zentrum. Dante in Sprache, Literatur und Kunst. Mirko Tavoni, Dante linguista al crocevia tra filosofia, politica e biografia, 11. Mai 2021. Che cosa è cambiato nella nostra interpretazione del... more
Technische Universität Dresden - Italien Zentrum.
Dante in Sprache, Literatur und Kunst. Mirko Tavoni,
Dante linguista al crocevia tra filosofia, politica e biografia, 11. Mai 2021.
Che cosa è cambiato nella nostra interpretazione del De vulgari eloquentia nel mezzo secolo che ci separa dalla fondamentale edizione critica (1968) e commentata (1979) di Pier Vincenzo Mengaldo? L’interpretazione di Mengaldo, in accordo con l’”idea di Dante” di Gianfranco Contini (Un’idea di Dante è il titolo di una famosa raccolta di saggi di Contini, 1976), è che Dante accompagna sempre la sua poesia, nelle sue successive fasi sperimentali, con la riflessione meta-poetica, e con l’auto-esegesi sul significato autentico della sua poesia passata. In questa prospettiva, il De vulgari eloquentia rappresenta il momento teorico saliente, il momento dedicato agli aspetti tecnici, linguistici e retorici della poesia volgare propria e degli altri poeti romanzi e italiani della sua epoca.
Questa idea è ancora valida per spiegare il secondo libro del trattato, ma è inadeguata per rendere conto dell’intero primo libro: la definizione filosofica dell’essenza del linguaggio (capitoli 1-3); la storia linguistica dell’umanità da Adamo alla Torre di Babele (capitoli 4-7), poi la colonizzazione dell’Europa da parte di tre idiomi babelici progenitori di tutte le lingue d’Europa (capitolo 8); la scoperta dell’intrinseca variabilità di ogni lingua umana nel tempo e nello spazio, la conseguente invenzione della gramatica e la creazione delle due lingue grammaticali d’Europa, il greco e il latino (capitolo 9); fino alla mappa dei dialetti d’Italia (capitoli 10-15) e all’idea del “volgare illustre” (capitoli 16-19), con le sue implicazioni politiche connesse con l’idea imperiale. Tutti questi contenuti, le loro fonti disparate, e l’intero universo di discorso così creato da Dante, cadono completamente fuori dalla dimensione poetica: hanno origine in altre dimensioni della personalità di Dante, in altri interessi filosofici, rivelano progetti culturali e politici diversi e guardano a un pubblico più composito.
Tutte queste caratteristiche portano alla conclusione che Dante deve aver scritto il De vulgari eloquentia a Bologna, dove la coesistenza di un regime politico favorevole, di una importantissima Università, di un centro di eccellenza nelle artes dictandi e di un cenacolo di poeti volgari ammiratori di Dante creava le condizioni per concepire e scrivere un trattato linguistico così straordinariamente onnicomprensivo e audace.
Dante als Sprachforscher am Scheideweg zwischen Philosophie, Politik und Biographie
Inwiefern hat sich unsere Deutung von De vulgari eloquentia in dem halben Jahrhundert, das uns von der fundamentalen kritischen Edition (1968) und der kommentierten Edition (1979) Pier Vincenzo Mengaldos trennt, verändert?
Die Interpretation Mengaldos, in Übereinstimmung mit Gianfranco Continis „Idee von Dante“ (Un’idea di Dante lautet der Titel einer berühmten Sammlung von Essays Continis aus dem Jahr 1976), arbeitet heraus, dass Dante die Dichtung seiner zukünftigen experimentellen Phasen fortwährend durch meta-poetische Reflexion begleitet und sich der Selbstexegese hinsichtlich der Bedeutung und Authentizität seines zurückliegenden poetischen Schaffens unterwirft. Aus dieser Perspektive stellt De vulgari eloquentia den theoretischen Höhepunkt seines Schaffens dar, indem sich Dante mit den formalen, linguistischen und rhetorischen Aspekten seiner eigenen volkssprachlichen Poesie sowie der Dichtung anderer romanischsprachiger und italienischer Autoren seiner Zeit auseinandersetzt.
Diese Idee hat ihre Gültigkeit für das Verständnis des zweiten Buches des Traktats keinesfalls verloren, sie erweist sich jedoch als inadäquat, um Klarheit über das gesamte erste Buch zu gewinnen: die philosophische Definition des Wesenskerns von Sprache (Kapitel 1-3); die sprachhistorische Betrachtung der Menschheitsgeschichte von Adam bis zum Turmbau zu Babel (Kapitel 4-7), des Weiteren die Kolonisierung Europas durch drei babylonische Idiome als Vorläufer aller europäischen Sprachen (Kapitel 8); die Entdeckung der intrinsischen Variabilität einer jeden menschlichen Sprache durch Zeit und Raum, die folgerichtige Erfindung einer gramatica und die Erschaffung der zwei grammatischen Sprachen Europas, des Griechischen und des Lateinischen (Kapitel 9); schlussendlich die Karte der Dialekte Italiens (Kapitel 10-15) und die Vorstellung der ‚erlauchten Volkssprache‘ (volgare illustre, Kapitel 16-19), die in ihrer politischen Reichweite die Idee des Kaisertums einschließt – alle diese Themen und Konzepte, ihre unterschiedlichen Quellen, das Universum der auf diese Weise von Dante begründeten Diskurse stehen vollkommen außerhalb der poetischen Dimension: Sie haben ihren Ursprung in anderen Facetten der Persönlichkeit Dantes, in anderen philosophischen Interessen, sie offenbaren verschiedenste kulturelle und politische Entwürfe und nehmen ein äußerst vielschichtiges Publikum in den Blick.
Die Gesamtheit dieser dem Text inhärenten Charakteristiken führt zu der Schlussfolgerung, dass Dante sein De vulgari eloquentia in Bologna verfasst haben muss, einer Stadt, in welcher die Koexistenz eines begünstigenden politischen Systems, einer hochangesehenen Universität, eines Zentrums exzellenter Ausübung der artes dictandi und eines Kreises volkssprachlicher Dichter und gleichzeitig Bewunderer Dantes die Bedingungen schuf, einen derart allumfassenden linguistischen Traktat von solch außergewöhnlicher Kühnheit zu konzipieren und niederzuschreiben.
(Übersetzung: Wiebke Gerlach, Technische Universität Dresden)
Dante in Sprache, Literatur und Kunst. Mirko Tavoni,
Dante linguista al crocevia tra filosofia, politica e biografia, 11. Mai 2021.
Che cosa è cambiato nella nostra interpretazione del De vulgari eloquentia nel mezzo secolo che ci separa dalla fondamentale edizione critica (1968) e commentata (1979) di Pier Vincenzo Mengaldo? L’interpretazione di Mengaldo, in accordo con l’”idea di Dante” di Gianfranco Contini (Un’idea di Dante è il titolo di una famosa raccolta di saggi di Contini, 1976), è che Dante accompagna sempre la sua poesia, nelle sue successive fasi sperimentali, con la riflessione meta-poetica, e con l’auto-esegesi sul significato autentico della sua poesia passata. In questa prospettiva, il De vulgari eloquentia rappresenta il momento teorico saliente, il momento dedicato agli aspetti tecnici, linguistici e retorici della poesia volgare propria e degli altri poeti romanzi e italiani della sua epoca.
Questa idea è ancora valida per spiegare il secondo libro del trattato, ma è inadeguata per rendere conto dell’intero primo libro: la definizione filosofica dell’essenza del linguaggio (capitoli 1-3); la storia linguistica dell’umanità da Adamo alla Torre di Babele (capitoli 4-7), poi la colonizzazione dell’Europa da parte di tre idiomi babelici progenitori di tutte le lingue d’Europa (capitolo 8); la scoperta dell’intrinseca variabilità di ogni lingua umana nel tempo e nello spazio, la conseguente invenzione della gramatica e la creazione delle due lingue grammaticali d’Europa, il greco e il latino (capitolo 9); fino alla mappa dei dialetti d’Italia (capitoli 10-15) e all’idea del “volgare illustre” (capitoli 16-19), con le sue implicazioni politiche connesse con l’idea imperiale. Tutti questi contenuti, le loro fonti disparate, e l’intero universo di discorso così creato da Dante, cadono completamente fuori dalla dimensione poetica: hanno origine in altre dimensioni della personalità di Dante, in altri interessi filosofici, rivelano progetti culturali e politici diversi e guardano a un pubblico più composito.
Tutte queste caratteristiche portano alla conclusione che Dante deve aver scritto il De vulgari eloquentia a Bologna, dove la coesistenza di un regime politico favorevole, di una importantissima Università, di un centro di eccellenza nelle artes dictandi e di un cenacolo di poeti volgari ammiratori di Dante creava le condizioni per concepire e scrivere un trattato linguistico così straordinariamente onnicomprensivo e audace.
Dante als Sprachforscher am Scheideweg zwischen Philosophie, Politik und Biographie
Inwiefern hat sich unsere Deutung von De vulgari eloquentia in dem halben Jahrhundert, das uns von der fundamentalen kritischen Edition (1968) und der kommentierten Edition (1979) Pier Vincenzo Mengaldos trennt, verändert?
Die Interpretation Mengaldos, in Übereinstimmung mit Gianfranco Continis „Idee von Dante“ (Un’idea di Dante lautet der Titel einer berühmten Sammlung von Essays Continis aus dem Jahr 1976), arbeitet heraus, dass Dante die Dichtung seiner zukünftigen experimentellen Phasen fortwährend durch meta-poetische Reflexion begleitet und sich der Selbstexegese hinsichtlich der Bedeutung und Authentizität seines zurückliegenden poetischen Schaffens unterwirft. Aus dieser Perspektive stellt De vulgari eloquentia den theoretischen Höhepunkt seines Schaffens dar, indem sich Dante mit den formalen, linguistischen und rhetorischen Aspekten seiner eigenen volkssprachlichen Poesie sowie der Dichtung anderer romanischsprachiger und italienischer Autoren seiner Zeit auseinandersetzt.
Diese Idee hat ihre Gültigkeit für das Verständnis des zweiten Buches des Traktats keinesfalls verloren, sie erweist sich jedoch als inadäquat, um Klarheit über das gesamte erste Buch zu gewinnen: die philosophische Definition des Wesenskerns von Sprache (Kapitel 1-3); die sprachhistorische Betrachtung der Menschheitsgeschichte von Adam bis zum Turmbau zu Babel (Kapitel 4-7), des Weiteren die Kolonisierung Europas durch drei babylonische Idiome als Vorläufer aller europäischen Sprachen (Kapitel 8); die Entdeckung der intrinsischen Variabilität einer jeden menschlichen Sprache durch Zeit und Raum, die folgerichtige Erfindung einer gramatica und die Erschaffung der zwei grammatischen Sprachen Europas, des Griechischen und des Lateinischen (Kapitel 9); schlussendlich die Karte der Dialekte Italiens (Kapitel 10-15) und die Vorstellung der ‚erlauchten Volkssprache‘ (volgare illustre, Kapitel 16-19), die in ihrer politischen Reichweite die Idee des Kaisertums einschließt – alle diese Themen und Konzepte, ihre unterschiedlichen Quellen, das Universum der auf diese Weise von Dante begründeten Diskurse stehen vollkommen außerhalb der poetischen Dimension: Sie haben ihren Ursprung in anderen Facetten der Persönlichkeit Dantes, in anderen philosophischen Interessen, sie offenbaren verschiedenste kulturelle und politische Entwürfe und nehmen ein äußerst vielschichtiges Publikum in den Blick.
Die Gesamtheit dieser dem Text inhärenten Charakteristiken führt zu der Schlussfolgerung, dass Dante sein De vulgari eloquentia in Bologna verfasst haben muss, einer Stadt, in welcher die Koexistenz eines begünstigenden politischen Systems, einer hochangesehenen Universität, eines Zentrums exzellenter Ausübung der artes dictandi und eines Kreises volkssprachlicher Dichter und gleichzeitig Bewunderer Dantes die Bedingungen schuf, einen derart allumfassenden linguistischen Traktat von solch außergewöhnlicher Kühnheit zu konzipieren und niederzuschreiben.
(Übersetzung: Wiebke Gerlach, Technische Universität Dresden)
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Scuola Normale Superiore -Fondazione Lincei per la Scuola. La competenza nativa degli allievi: come farla funzionare nell'educazione linguistica e nell'insegnamento della grammatica. Incontro 5. Samuela Brunamonti e Sara Gigli: Laboratorio didattico sui temi emersi nel corso
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Scuola Normale Superiore -Fondazione Lincei per la Scuola. La competenza nativa degli allievi: come farla funzionare nell'educazione linguistica e nell'insegnamento della grammatica. Incontro 4. Mirko Tavoni (già Università di Pisa): Le parti del discorso: come individuarle, come definirle, che uso farne
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Scuola Normale Superiore -Fondazione Lincei per la Scuola. La competenza nativa degli allievi: come farla funzionare nell'educazione linguistica e nell'insegnamento della grammatica. Incontro 3. Cristiana De Santis (Università di Bologna): Partire dalla frase: un percorso induttivo alla scoperta del verbo e dei suoi argomenti
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Scuola Normale Superiore -Fondazione Lincei per la Scuola. La competenza nativa degli allievi: come farla funzionare nell'educazione linguistica e nell'insegnamento della grammatica. Incontro 2. Maria Giuseppa Lo Duca (già Università di... more
Scuola Normale Superiore -Fondazione Lincei per la Scuola. La competenza nativa degli allievi: come farla funzionare nell'educazione linguistica e nell'insegnamento della grammatica. Incontro 2. Maria Giuseppa Lo Duca (già Università di Padova): Alla scoperta della grammatica dentro le parole: tra ricerca, didattica e prove Invalsi
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Scuola Normale Superiore -Fondazione Lincei per la Scuola. La competenza nativa degli allievi: come farla funzionare nell'educazione linguistica e nell'insegnamento della grammatica. Incontro 1. Alvise Andreose (Università e-Campus): Competenza nativa e riflessione metalinguistica: alcune proposte per andare oltre i limiti della grammatica tradizionale
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Accademia La Colombaria, Ciclo «Mondi e voci dantesche», 4 marzo 2021, https://www.youtube.com/watch?v=js5zU2IUF-Q
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Saluto di apertura al Congresso AIUCD 2021- Associazione per l’Informatica Umanistica e la Cultura Digitale - Pisa, 19-22 gennaio 2021
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Autorevoli studiosi di Fellini e storici del cinema sostengono che Fellini è stato profondamente influenzato da Dante, e addirittura che i capolavori di Fellini, anzitutto La dolce vita e 8 ½, devono essere considerati la più importante... more
Autorevoli studiosi di Fellini e storici del cinema sostengono che Fellini è stato profondamente influenzato da Dante, e addirittura che i capolavori di Fellini, anzitutto La dolce vita e 8 ½, devono essere considerati la più importante trasposizione del poema dantesco nel cinema del Novecento. Ma i temi salienti di questa presunta affinità – la “discesa agli Inferi” della società contemporanea, il ruolo salvifico di una donna beatrice, la riflessione metaletteraria dello scrittore sulla propria opera in fieri, ecc. – non sono certo temi esclusivi. E Il viaggio di G. Mastorna, il film sull’aldilà che Fellini progettò e scrisse ma non realizzò mai – “il più famoso film mai fatto nella storia del cinema” – quanto ha a che fare con l’aldilà di Dante? La sceneggiatura scritta in collaborazione con Dino Buzzati e il fumetto realizzato in collaborazione con Milo Manara ci mostrano un aldilà kafkiano, molto più che dantesco. Fellini ha invece in comune con Dante un altro tratto importantissimo della sua ispirazione, e cioè l’onirismo visionario, innato in entrambi, anche se universalmente riconosciuto in Fellini, molto meno in Dante. E in entrambi gli artisti l’onirismo visionario diventa elemento costitutivo dell’opera matura solo dopo essere stata legittimato da un’autorità teorica: nel caso di Fellini la psicologia analitica di Jung, che riconosce al sogno un profondo valore conoscitivo e creativo; nel caso di Dante la filosofia e la teologia, da Avicenna ad Alberto Magno, che riconosce al sogno un valore profetico.
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Authoritative film historians and Fellini scholars claim that Fellini was deeply influenced by Dante, and even that La dolce vita and 8 ½ must be considered the most important transposition of Dante's poem in twentieth-century cinema. But... more
Authoritative film historians and Fellini scholars claim that Fellini was deeply influenced by Dante, and even that La dolce vita and 8 ½ must be considered the most important transposition of Dante's poem in twentieth-century cinema. But the salient themes of this alleged affinity - the "descent into the underworld" of contemporary society, the saving role of a beatific woman, the writer's metaliterary reflection on his work in progress, etc. - are certainly not exclusive themes. And Il viaggio di G. Mastorna, the film on the afterlife that Fellini conceived and wrote but never realized - "the most famous film never made in the history of cinema" - how much has it to do with Dante's afterlife? The script that Fellini wrote with Dino Buzzati and Brunello Rondi and the comic he realized with Milo Manara show us a Kafkaesque much more than Dantean afterlife. Fellini, however, has in common with Dante an essential trait of his inspiration, namely visionary oneirism - even if this trait is universally recognized to Fellini, much less to Dante. But visionary oneirism is innate in both Dante and Fellini, and becomes an active element of their creativity only after having been legitimized by a theoretical authority: in the case of Fellini, Jung’s analytical psychology, which assigns the dream a profound cognitive value; in the case of Dante the philosophy and theology from Avicenna to Albert the Great, which recognize and explain how dreams can have prophetic value.
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All'inizio del XXVI canto dell'Inferno Dante lancia un'invettiva contro Firenze, che ha riempito l'Inferno di ladri, e le profetizza che dovrà presto scontare le sue colpe, se è vero che i sogni prima dell'alba sono veritieri. Ma in cosa... more
All'inizio del XXVI canto dell'Inferno Dante lancia un'invettiva contro Firenze, che ha riempito l'Inferno di ladri, e le profetizza che dovrà presto scontare le sue colpe, se è vero che i sogni prima dell'alba sono veritieri. Ma in cosa consiste il sogno premonitore che annuncia questa sciagura a Firenze? Il video (di 3:45 minuti) propone una spiegazione diversa da quella tradizionale: in questa terzina, come in tre altri luoghi della cantica, Dante ci dice che la sua discesa all'Inferno avviene all'interno di una visione in sogno.
At the beginning of the 26th canto of the Inferno Dante launches an invective against Florence, which has filled Hell with thieves, and prophesies that Florence will soon have to face its sins, if it is true that dreams before dawn are true. But what is the premonitory dream that announces this disaster to Florence? This video (3:45 minutes) offers a different explanation from the traditional one: in this triplet, as in three other places in the canticle, Dante tells us that his descent to Hell takes place within a dream vision.
At the beginning of the 26th canto of the Inferno Dante launches an invective against Florence, which has filled Hell with thieves, and prophesies that Florence will soon have to face its sins, if it is true that dreams before dawn are true. But what is the premonitory dream that announces this disaster to Florence? This video (3:45 minutes) offers a different explanation from the traditional one: in this triplet, as in three other places in the canticle, Dante tells us that his descent to Hell takes place within a dream vision.
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Nel De vulgari eloquentia Dante dichiara l'esistenza di una lingua italiana comune, che inizierà a costituirsi solo un paio di secoli più tardi. All'epoca esistevano solo i vari volgari municipali o regionali, più o meno dotati di una... more
Nel De vulgari eloquentia Dante dichiara l'esistenza di una lingua italiana comune, che inizierà a costituirsi solo un paio di secoli più tardi. All'epoca esistevano solo i vari volgari municipali o regionali, più o meno dotati di una recente tradizione letteraria. È stato quindi detto giustamente che Dante "inventa l'Italia linguistica". Il video (15 minuti) cerca di spiegare che cosa abbia reso possibile una "invenzione" così in anticipo sulla storia e così intrisa di istanze politiche.
Dante, in his De vulgari eloquentia, declares the existence of a common Italian language, which will start to be formed only a couple of centuries later. At the time only the various municipal or regional vernaculars, more or less endowed with a recent literary tradition, existed. It has therefore been rightly said that Dante "invents linguistic Italy". This video (15 minutes) tries to explain what made an "invention" so early on history and so steeped in political issues possible.
Dante, in his De vulgari eloquentia, declares the existence of a common Italian language, which will start to be formed only a couple of centuries later. At the time only the various municipal or regional vernaculars, more or less endowed with a recent literary tradition, existed. It has therefore been rightly said that Dante "invents linguistic Italy". This video (15 minutes) tries to explain what made an "invention" so early on history and so steeped in political issues possible.
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Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio. Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di... more
Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore
Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio.
Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di secondo grado
Coordinatore: Mirko Tavoni (Università di Pisa) – Tutrici: Samuela Brunamonti e Sara Gigli
Quinto incontro, 14 febbraio 2020: Mirko Tavoni (Università di Pisa), Qualche proposta operativa
https://www.sns.it/it/formazione-insegnanti-accademia-dei-lincei-normale-scuola/linguistica-moderna-insegnamento-della
https://www.youtube.com/watch?time_continue=105&v=hZQWN3-uUTQ&feature=emb_logo
Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio.
Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di secondo grado
Coordinatore: Mirko Tavoni (Università di Pisa) – Tutrici: Samuela Brunamonti e Sara Gigli
Quinto incontro, 14 febbraio 2020: Mirko Tavoni (Università di Pisa), Qualche proposta operativa
https://www.sns.it/it/formazione-insegnanti-accademia-dei-lincei-normale-scuola/linguistica-moderna-insegnamento-della
https://www.youtube.com/watch?time_continue=105&v=hZQWN3-uUTQ&feature=emb_logo
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Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio. Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di... more
Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore
Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio.
Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di secondo grado
Coordinatore: Mirko Tavoni (Università di Pisa) – Tutrici: Samuela Brunamonti e Sara Gigli
Quarto incontro, 24 gennaio 2020: Giorgio Graffi (Università di Verona), Il contributo della linguistica moderna
https://www.sns.it/it/formazione-insegnanti-accademia-dei-lincei-normale-scuola/linguistica-moderna-insegnamento-della
https://www.youtube.com/watch?time_continue=6&v=ZTI-A7W-Cxg&feature=emb_logo
Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio.
Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di secondo grado
Coordinatore: Mirko Tavoni (Università di Pisa) – Tutrici: Samuela Brunamonti e Sara Gigli
Quarto incontro, 24 gennaio 2020: Giorgio Graffi (Università di Verona), Il contributo della linguistica moderna
https://www.sns.it/it/formazione-insegnanti-accademia-dei-lincei-normale-scuola/linguistica-moderna-insegnamento-della
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Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio. Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di... more
Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore
Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio.
Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di secondo grado
Coordinatore: Mirko Tavoni (Università di Pisa) – Tutrici: Samuela Brunamonti e Sara Gigli
Terzo incontro, 24 gennaio 2020: Alvise Andreose (Università telematica e-campus), Il contributo della grammatica generativa
https://www.sns.it/it/formazione-insegnanti-accademia-dei-lincei-normale-scuola/linguistica-moderna-insegnamento-della
https://www.youtube.com/watch?time_continue=258&v=jkLHT7S6Fh8&feature=emb_logo
Programma: Linguistica moderna e insegnamento della grammatica alle medie e al biennio.
Destinatari: Docenti di scuola secondaria di primo grado e del biennio della scuola secondaria di secondo grado
Coordinatore: Mirko Tavoni (Università di Pisa) – Tutrici: Samuela Brunamonti e Sara Gigli
Terzo incontro, 24 gennaio 2020: Alvise Andreose (Università telematica e-campus), Il contributo della grammatica generativa
https://www.sns.it/it/formazione-insegnanti-accademia-dei-lincei-normale-scuola/linguistica-moderna-insegnamento-della
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Convegno della Associazione Italiana Alexander von Humboldt (AiAvH) Kosmos nel XXI secolo Villa Vigoni, 11-14 aprile 2019 Mirko Tavoni L’orbe terracqueo di Dante Dante dà prova di una spiccata competenza geografica già nel trattato De... more
Convegno della Associazione Italiana Alexander von Humboldt (AiAvH)
Kosmos nel XXI secolo
Villa Vigoni, 11-14 aprile 2019
Mirko Tavoni
L’orbe terracqueo di Dante
Dante dà prova di una spiccata competenza geografica già nel trattato De vulgari eloquentia: competenza su scala mondiale ed europea, nella trattazione della storia linguistica dell’umanità dal Paradiso terrestre alla Torre di Babele alle tre correnti migratorie che colonizzano l’Europa orientale, meridionale e settentrionale; e competenza su scala italiana, nell’indagine dialettologica che descrive sistematicamente l’intera penisola. Una competenza formatasi su fonti letterarie e su fonti cartografiche, dai mappamondi “T in O” alle carte corografiche d’Italia alle carte nautiche o portolani. Tale competenza geografica, di matrice letteraria e cartografica, esplode nella Commedia, integrandosi con una straordinaria capacità di osservazione dei paesaggi e una formidabile maestria nel trasformarne la memoria in quadri di realismo poetico mai prima sperimentato. La visione geografica del mondo è stata anche invocata come elemento di strutturazione, topografica e simbolica, dello spazio dell’aldilà. Mentre nel De vulgari eloquentia il Paradiso Terrestre è collocato tradizionalmente all’estremità orientale della terra emersa, nella Commedia è originalmente collocato in cima alla montagna del Purgatorio in mezzo all’Oceano. È questa un’invenzione dantesca che implica una dimensione cosmogonica, espressa nell’ultimo canto dell’Inferno, dove Dante spiega lo sconvolgimento delle terre emerse come conseguenza della caduta di Lucifero sprofondato al centro della Terra. Con questa spiegazione contrasta l’argomentazione puramente fisica della Questio de aqua et terra, che anche per questo si conferma opera di dubbia paternità dantesca.
Kosmos nel XXI secolo
Villa Vigoni, 11-14 aprile 2019
Mirko Tavoni
L’orbe terracqueo di Dante
Dante dà prova di una spiccata competenza geografica già nel trattato De vulgari eloquentia: competenza su scala mondiale ed europea, nella trattazione della storia linguistica dell’umanità dal Paradiso terrestre alla Torre di Babele alle tre correnti migratorie che colonizzano l’Europa orientale, meridionale e settentrionale; e competenza su scala italiana, nell’indagine dialettologica che descrive sistematicamente l’intera penisola. Una competenza formatasi su fonti letterarie e su fonti cartografiche, dai mappamondi “T in O” alle carte corografiche d’Italia alle carte nautiche o portolani. Tale competenza geografica, di matrice letteraria e cartografica, esplode nella Commedia, integrandosi con una straordinaria capacità di osservazione dei paesaggi e una formidabile maestria nel trasformarne la memoria in quadri di realismo poetico mai prima sperimentato. La visione geografica del mondo è stata anche invocata come elemento di strutturazione, topografica e simbolica, dello spazio dell’aldilà. Mentre nel De vulgari eloquentia il Paradiso Terrestre è collocato tradizionalmente all’estremità orientale della terra emersa, nella Commedia è originalmente collocato in cima alla montagna del Purgatorio in mezzo all’Oceano. È questa un’invenzione dantesca che implica una dimensione cosmogonica, espressa nell’ultimo canto dell’Inferno, dove Dante spiega lo sconvolgimento delle terre emerse come conseguenza della caduta di Lucifero sprofondato al centro della Terra. Con questa spiegazione contrasta l’argomentazione puramente fisica della Questio de aqua et terra, che anche per questo si conferma opera di dubbia paternità dantesca.
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Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore. Programma di lingua italiana per l’anno scolastico 2018-19. Il programma intende mettere gli insegnanti in contatto con gli editori che progettano, realizzano, promuovono e cercano di... more
Accademia dei Lincei e Scuola Normale Superiore. Programma di lingua italiana per l’anno scolastico 2018-19.
Il programma intende mettere gli insegnanti in contatto con gli editori che progettano, realizzano, promuovono e cercano di vendere i manuali scolastici, con le relative espansioni digitali, per l’educazione linguistica nelle medie e nel biennio. Che cosa induce gli editori a privilegiare certi contenuti linguistici, e certi stili didattici, piuttosto che altri? Quanto e come le loro scelte sono influenzate da esigenze e suggerimenti avanzati dagli insegnanti? Quanto sono influenzate dalle idee proposte dagli autori dei manuali? Quale spazio c’è per innovazioni, nei contenuti e nei metodi, provenienti dalla ricerca scientifica in linguistica e in pedagogia? E quanto valore, per contro, le case editrici attribuiscono alla conservazione in quanto tale dei paradigmi tradizionali? Che peso hanno fattori merceologici quali la grafica, il peso, il formato, il prezzo dei libri, l’usabilità del software? L’inserimento del digitale ha costituito finora una innovazione profonda o superficiale, e perché? Quali sono, sulla base dell’esperienza editoriale, i fattori di successo o di insuccesso di un manuale scolastico? E qual è il rapporto reale fra la totalità dei contenuti di un manuale e le pratiche didattiche effettive nelle classi che lo hanno adottato?
Il programma intende mettere gli insegnanti in contatto con gli editori che progettano, realizzano, promuovono e cercano di vendere i manuali scolastici, con le relative espansioni digitali, per l’educazione linguistica nelle medie e nel biennio. Che cosa induce gli editori a privilegiare certi contenuti linguistici, e certi stili didattici, piuttosto che altri? Quanto e come le loro scelte sono influenzate da esigenze e suggerimenti avanzati dagli insegnanti? Quanto sono influenzate dalle idee proposte dagli autori dei manuali? Quale spazio c’è per innovazioni, nei contenuti e nei metodi, provenienti dalla ricerca scientifica in linguistica e in pedagogia? E quanto valore, per contro, le case editrici attribuiscono alla conservazione in quanto tale dei paradigmi tradizionali? Che peso hanno fattori merceologici quali la grafica, il peso, il formato, il prezzo dei libri, l’usabilità del software? L’inserimento del digitale ha costituito finora una innovazione profonda o superficiale, e perché? Quali sono, sulla base dell’esperienza editoriale, i fattori di successo o di insuccesso di un manuale scolastico? E qual è il rapporto reale fra la totalità dei contenuti di un manuale e le pratiche didattiche effettive nelle classi che lo hanno adottato?
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Presentazione del libro: Il gioioso ritornare. Dante a Bologna nei 750 anni dalla nascita, a cura di Massimo Giansante. Venerdì 30 novembre 2018, ore 17. Bologna, Il Chiostro dei Celestini. Amici dell’Archivio di Stato di Bologna, 2018... more
Presentazione del libro: Il gioioso ritornare. Dante a Bologna nei 750 anni dalla nascita, a cura di Massimo Giansante.
Venerdì 30 novembre 2018, ore 17.
Bologna, Il Chiostro dei Celestini. Amici dell’Archivio di Stato di Bologna, 2018 (I quaderni del chiostro, 6)
Presenta: Mirko Tavoni, docente di linguistica italiana all’Università di Pisa
Introduce: Massimo Giansante, archivista dell’Archivio di Stato di Bologna.
Sala conferenze dell’Archivio di Stato di Bologna, Vicolo Spirito Santo 2.
Info: 051 223891/239590 | archiviodistatobologna.it
Venerdì 30 novembre 2018, ore 17.
Bologna, Il Chiostro dei Celestini. Amici dell’Archivio di Stato di Bologna, 2018 (I quaderni del chiostro, 6)
Presenta: Mirko Tavoni, docente di linguistica italiana all’Università di Pisa
Introduce: Massimo Giansante, archivista dell’Archivio di Stato di Bologna.
Sala conferenze dell’Archivio di Stato di Bologna, Vicolo Spirito Santo 2.
Info: 051 223891/239590 | archiviodistatobologna.it
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In WORKSHOP 11 - AUTUNNO 2018. Epistole. Responsabile prof. Claudia Villa. Società Dantesca Italiana, Firenze 5 dicembre 2018 Palagio dell’Arte della Lana - Via Arte della Lana, 1 Abstract La comunicazione consisterà in un esame... more
In WORKSHOP 11 - AUTUNNO 2018. Epistole.
Responsabile prof. Claudia Villa.
Società Dantesca Italiana, Firenze 5 dicembre 2018
Palagio dell’Arte della Lana - Via Arte della Lana, 1
Abstract
La comunicazione consisterà in un esame sistematico, seppur espresso sinteticamente, dei numerosi punti controversi nell’interpretazione delle prime due epistole. A partire dalla loro datazione assoluta, che è certa nel caso dell’epistola I legata al tentativo di pacificazione fra Neri e fuorusciti Bianchi e ghibellini esperito dal cardinale da Prato (dunque primavera 1304), ma è variamente assegnata nel caso dell’epistola II in morte di Alessandro da Romena inviata ai nipoti Oberto e Guido, tanto da comportare forse, come è stato proposto, la sua anticipazione al primo posto nella numerazione della serie. Per passare poi all’interpretazione della stessa epistola II, spesso giudicata di stampo “cortigiano”, come richiesta di protezione anzitutto economica ai due destinatari. Fino a interrogarsi sulla sua collocazione in rapporto alla svolta politica di Dante, ovvero al suo distacco dalla Universitas Alborum e più ampiamente dalla prospettiva politica guelfo-bianca, fatto generalmente coincidere con la cosiddetta battaglia della Lastra (20 luglio 1304) e/o con la perduta epistola Popule mee, quid feci tibi?
Responsabile prof. Claudia Villa.
Società Dantesca Italiana, Firenze 5 dicembre 2018
Palagio dell’Arte della Lana - Via Arte della Lana, 1
Abstract
La comunicazione consisterà in un esame sistematico, seppur espresso sinteticamente, dei numerosi punti controversi nell’interpretazione delle prime due epistole. A partire dalla loro datazione assoluta, che è certa nel caso dell’epistola I legata al tentativo di pacificazione fra Neri e fuorusciti Bianchi e ghibellini esperito dal cardinale da Prato (dunque primavera 1304), ma è variamente assegnata nel caso dell’epistola II in morte di Alessandro da Romena inviata ai nipoti Oberto e Guido, tanto da comportare forse, come è stato proposto, la sua anticipazione al primo posto nella numerazione della serie. Per passare poi all’interpretazione della stessa epistola II, spesso giudicata di stampo “cortigiano”, come richiesta di protezione anzitutto economica ai due destinatari. Fino a interrogarsi sulla sua collocazione in rapporto alla svolta politica di Dante, ovvero al suo distacco dalla Universitas Alborum e più ampiamente dalla prospettiva politica guelfo-bianca, fatto generalmente coincidere con la cosiddetta battaglia della Lastra (20 luglio 1304) e/o con la perduta epistola Popule mee, quid feci tibi?
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Felician University. The Franciscan University of New Jersey. Tuesday, November 6, 2018.
Research Interests:
UCLA Center for Medieval & Renaissance Studies CMRS Distinguished Visiting Scholar Lecture Tuesday, October 30, 2018 at 4:30 PM in Royce 314 Mirko Tavoni Dante’s Inferno in the American Cinema Before and After World War II Abstract... more
UCLA Center for Medieval & Renaissance Studies
CMRS Distinguished Visiting Scholar Lecture
Tuesday, October 30, 2018 at 4:30 PM in Royce 314
Mirko Tavoni
Dante’s Inferno in the American Cinema Before and After World War II
Abstract
The lecture will consist in screening and commenting selected clips from three films produced in the United States in the years 1924-1944 and two films produced in the late 1990s. All these films actualize Dante's Inferno within five – very different – contemporary stories. In the three pre-war films – i.e. Dante's Inferno by Henry Otto (1924), the homonymous Dante's Inferno by Harry Lachman (1935) and the Harlemwood production Go Down Death! by Spencer Williams (1944) – Dante is the source of a moral message to modern society: the infernal vision admonishes us not to make of our life, with our hands, a Hell on Earth. The message will redeem or punish those who, through greed for money, spread evil in modern industrial society. Dante is taken as a humanist antidote to the animal spirits of capitalism. The two films of the 1990s - i.e. Decostructing Harry by Woody Allen (1997) and What Dreams May Come (1998) by Vincent Ward - rewrite the myth of Orpheus and Eurydice in opposite keys: the second in a spiritualist-New Age key, the first in a hilariously parodic key.
https://cmrs.ucla.edu/event/dantes-inferno-in-the-american-cinema-before-and-after-world-war-ii/
CMRS Distinguished Visiting Scholar Lecture
Tuesday, October 30, 2018 at 4:30 PM in Royce 314
Mirko Tavoni
Dante’s Inferno in the American Cinema Before and After World War II
Abstract
The lecture will consist in screening and commenting selected clips from three films produced in the United States in the years 1924-1944 and two films produced in the late 1990s. All these films actualize Dante's Inferno within five – very different – contemporary stories. In the three pre-war films – i.e. Dante's Inferno by Henry Otto (1924), the homonymous Dante's Inferno by Harry Lachman (1935) and the Harlemwood production Go Down Death! by Spencer Williams (1944) – Dante is the source of a moral message to modern society: the infernal vision admonishes us not to make of our life, with our hands, a Hell on Earth. The message will redeem or punish those who, through greed for money, spread evil in modern industrial society. Dante is taken as a humanist antidote to the animal spirits of capitalism. The two films of the 1990s - i.e. Decostructing Harry by Woody Allen (1997) and What Dreams May Come (1998) by Vincent Ward - rewrite the myth of Orpheus and Eurydice in opposite keys: the second in a spiritualist-New Age key, the first in a hilariously parodic key.
https://cmrs.ucla.edu/event/dantes-inferno-in-the-american-cinema-before-and-after-world-war-ii/
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UCLA Department of Italian. Monday, October 29, 2018 at 5:00 PM in Royce Hall 236. ABSTRACT. The lecture will investigate the iconography of Dante’s visio Dei in two senses: the images that few illustrated manuscripts of Paradise give as... more
UCLA Department of Italian. Monday, October 29, 2018 at 5:00 PM in Royce Hall 236.
ABSTRACT. The lecture will investigate the iconography of Dante’s visio Dei in two senses: the images that few illustrated manuscripts of Paradise give as an equivalent of the verses referring to the vision of God; and the images that may have inspired Dante to conceive and put his vision into verse. While the first research is part of the consolidated line of study on the illustrations of the Commedia, only sporadically it has been asked whether Dante’s vision may have been inspired by figurative sources; or - taking seriously Dante’s statement that he really saw God - whether in his unique way of seeing God he may have been influenced by the artistic representations of God codified in his time. In the wake of the oneirism that pervades the whole canto 33 (“Qual è colui che sognando vede, / che dopo ’l sogno la passione impressa / rimane, e l’altro a la mente non riede…”) it is suggested that Dante’s daring phantasmagorias may result from dreamlike transformations of the traditional iconographic type of the Maiestas Domini. https://italian.ucla.edu/event/the-vision-of-god-and-its-iconography-by-mirko-tavoni/
ABSTRACT. The lecture will investigate the iconography of Dante’s visio Dei in two senses: the images that few illustrated manuscripts of Paradise give as an equivalent of the verses referring to the vision of God; and the images that may have inspired Dante to conceive and put his vision into verse. While the first research is part of the consolidated line of study on the illustrations of the Commedia, only sporadically it has been asked whether Dante’s vision may have been inspired by figurative sources; or - taking seriously Dante’s statement that he really saw God - whether in his unique way of seeing God he may have been influenced by the artistic representations of God codified in his time. In the wake of the oneirism that pervades the whole canto 33 (“Qual è colui che sognando vede, / che dopo ’l sogno la passione impressa / rimane, e l’altro a la mente non riede…”) it is suggested that Dante’s daring phantasmagorias may result from dreamlike transformations of the traditional iconographic type of the Maiestas Domini. https://italian.ucla.edu/event/the-vision-of-god-and-its-iconography-by-mirko-tavoni/
Research Interests:
Accademia dei Lincei e Normale per la scuola
“Italiano – L’italiano dei libri di testo”
Incontri di formazione e aggiornamento
per insegnanti della scuola secondaria di secondo grado
Pisa, Scuola Normale Superiore, 14 febbraio 2017
“Italiano – L’italiano dei libri di testo”
Incontri di formazione e aggiornamento
per insegnanti della scuola secondaria di secondo grado
Pisa, Scuola Normale Superiore, 14 febbraio 2017
Research Interests:
Società Dante Alighieri - TV2000
Comunicare Dante. Ricerca, letteratura, media
Mercoledì 5 ottobre 2016, Palazzo Firenze, Roma
https://www.youtube.com/watch?v=QH_PWb9akRE
dal minuto 51 al minuto 1:07
Comunicare Dante. Ricerca, letteratura, media
Mercoledì 5 ottobre 2016, Palazzo Firenze, Roma
https://www.youtube.com/watch?v=QH_PWb9akRE
dal minuto 51 al minuto 1:07
Research Interests:
È noto che Dante, nel corso della sua storia intellettuale e della sua carriera di scrittore, rifà continuamente i conti con il proprio passato, sia biografico sia testuale, reinterpretandolo, recitando palinodie, contraddicendo o... more
È noto che Dante, nel corso della sua storia intellettuale e della sua carriera di scrittore, rifà continuamente i conti con il proprio passato, sia biografico sia testuale, reinterpretandolo, recitando palinodie, contraddicendo o confermando precedenti posizioni, esplicitamente o allusivamente. È il suo modo per aggiornare continuamente la propria identità di autore - che conosce in realtà traumatici cambi di progetto e straordinari salti di qualità, in corrispondenza con fasi discontinue della sua biografia - sempre però mirando a costruire e mantenere un’immagine coerente di sé in evoluzione. Di questo processo si focalizzerà qui un aspetto spesso trascurato: cioè che le opere pregresse con cui Dante via via fa i conti sono, nel caso della Vita nova e delle canzoni (almeno, di molte di esse), opere edite, mentre nel caso del Convivio e del De vulgari eloquentia sono opere inedite. L’atto di rettificare, integrare o ribadire qualcosa che aveva già detto, quindi, assume due dimensioni notevolmente diverse se si tratta di un aggiornamento pubblico, attraverso il quale Dante vuole riqualificarsi – di solito per puntare a un’immagine di sé più matura, più forte, più inclusiva – agli occhi di lettori che già lo conoscono e lo seguono; o se si tratta di un aggiornamento interiore, perché ne è Dante stesso l’unico testimone.
Research Interests:
Congresso “Il volgare: idee, testi e contesti”, finanziato dallo ERC Starting Grant Aristotle in the Italian Vernacular: Rethinking Renaissance and Early-Modern Intellectual History, Università Ca’ Foscari - The University of Warwick,... more
Congresso “Il volgare: idee, testi e contesti”, finanziato dallo ERC Starting Grant Aristotle in the Italian Vernacular: Rethinking Renaissance and Early-Modern Intellectual History, Università Ca’ Foscari - The University of Warwick, Venezia 21-22 settembre.
Research Interests:
Conversazione di Mirko Tavoni sul libro Qualche idea di Dante, Il Mulino 2015, in Fahrenheit. I libri e le idee, Rai Radio 3, 9 agosto 2016 ore 16. Conduttore della trasmissione Felice Cimatti. Podcast.
Research Interests:
Mirko Tavoni
Dante e la lingua italiana
Pisa, Palazzo Gambacorti, Sala delle Baleari, 23 maggio 2018
Lezione di apertura della manifestazione Danteprima 697 (www.danteprima.it).
Dante e la lingua italiana
Pisa, Palazzo Gambacorti, Sala delle Baleari, 23 maggio 2018
Lezione di apertura della manifestazione Danteprima 697 (www.danteprima.it).
Research Interests:
Firenze - 20 e 21 aprile 2020. Accademia della Crusca - Società Filosofica Italiana 20 aprile, ore 15.30, Accademia della Crusca, Via di Castello 46. Introduzione ai lavori: Claudio Marazzini, Presidente dell'Accademia della Crusca -... more
Firenze - 20 e 21 aprile 2020.
Accademia della Crusca - Società Filosofica Italiana
20 aprile, ore 15.30, Accademia della Crusca, Via di Castello 46.
Introduzione ai lavori: Claudio Marazzini, Presidente dell'Accademia della Crusca - Claudio Polizzi, Vicepresidente della Società Filosofica Italiana.
Un filosofo e un linguista parlano di...
Dante: Bruno Pinchard - Mirko Tavoni
Speroni-Pomponazzi: Vittoria Perrone Compagni - Alessio Cotugno
Bruno: Michele Ciliberto - Maria Pia Ellero.
21 aprile, ore 10, Istituto degli Innocenti, Piazza Santissima Annunziata
Un filosofo e un linguista parlano di...
Campanella: Sandro Plastina - Marco Biffi
Machiavelli: Mario De Caro - Jean-Jacques Marchand
Galileo: Massimo Bucciantini - Laura Ricci
Accademia della Crusca - Società Filosofica Italiana
20 aprile, ore 15.30, Accademia della Crusca, Via di Castello 46.
Introduzione ai lavori: Claudio Marazzini, Presidente dell'Accademia della Crusca - Claudio Polizzi, Vicepresidente della Società Filosofica Italiana.
Un filosofo e un linguista parlano di...
Dante: Bruno Pinchard - Mirko Tavoni
Speroni-Pomponazzi: Vittoria Perrone Compagni - Alessio Cotugno
Bruno: Michele Ciliberto - Maria Pia Ellero.
21 aprile, ore 10, Istituto degli Innocenti, Piazza Santissima Annunziata
Un filosofo e un linguista parlano di...
Campanella: Sandro Plastina - Marco Biffi
Machiavelli: Mario De Caro - Jean-Jacques Marchand
Galileo: Massimo Bucciantini - Laura Ricci
Research Interests:
What has changed in our understanding of the De vulgari eloquentia in the half century that separates us from the fundamental critical edition (1968) and commentary (1979) by Pier Vincenzo Mengaldo? Mengaldo’s interpretation, in agreement... more
What has changed in our understanding of the De vulgari eloquentia in the half century that separates us from the fundamental critical edition (1968) and commentary (1979) by Pier Vincenzo Mengaldo? Mengaldo’s interpretation, in agreement with Gianfranco Contini’s “idea of Dante” (Un’idea di Dante is the title of Contini’s famous collection of essays, 1976), is centered on the fact that Dante always accompanies his poetry, while producing it in its subsequent experimental phases, with meta-poetic reflection, and with self-exegesis on the authentic meaning of his past poetry. In this perspective, the De vulgari eloquentia represents the leading theoretical moment of this distinctive constant of Dante’s personality, the moment dedicated to the technical, linguistic and rhetorical aspects of his own and others’ poetry. This idea is still valid to explain the second book of the treatise, but cannot account for the entire first book: the philosophical definition of the essence of language (chapters i-iii); the linguistic history of humanity, from Adam’s primiloquium to the Tower of Babel (chapters iv-vii); the colonization of Europe by three Babel idioms ancestors of the linguistic families of Europe (chapter viii); the discovery of the intrinsic mutability of every human language in time and space, the inventio gramatice facultatis and the creation of the two grammatical languages of Europe, Greek and Latin (chap. ix); up to the map of the Italian dialects (chapters x-xv) and to the idea of the “illustrious vernacular” (chapters xvi-xix), with its political implications closely connected with the imperial idea. All these contents, their disparate sources, and the whole universe of discourse thus created by Dante, fall outside the poetic dimension; they originate in other dimensions of Dante’s personality, in other philosophical interests, they reveal different cultural and political projects and look at a wider and more composite audience, tied to the biographical contingencies of Dante exiled over the years 1304-1306 in which he composed his linguistic treatise.