Riassunto: Il saggio esamina le varie attestazioni del nome Ricina e propone quindi un'etimologia... more Riassunto: Il saggio esamina le varie attestazioni del nome Ricina e propone quindi un'etimologia che possa spiegare il senso di un toponimo che è irriducibile ad un'origine latina.
RIASSUNTO. Nel cielo di Marte Dante descrive il paradiso come un albero del quale sta ammirando l... more RIASSUNTO. Nel cielo di Marte Dante descrive il paradiso come un albero del quale sta ammirando la quinta soglia, ovvero il quinto ramo, il quinto cielo: la particolarità di questa pianta consiste nel fatto che si
Le pagine seguenti intendono proporre una nuova interpretazione della candida rosa che prende for... more Le pagine seguenti intendono proporre una nuova interpretazione della candida rosa che prende forma nell'Empireo dantesco e che rappresenta la vera dimora dei beati. Punto di partenza delle riflessioni che seguiranno sono le considerazioni di Jérôme Baschet sul modello epistemologico delle Scritture, fondato su una semantica aperta e plurale il cui senso non si rivela per nulla nella trasparenza; si offre parzialmente e lentamente, attraverso una frequentazione assidua e paziente che coinvolge l'intera persona, mischiando intelletto e affetti. Tale sforzo non può avere per obiettivo un senso univoco o definitivamente chiuso; piuttosto che scoprire un senso, esso tenta di produrre una stratificazione di sensi multipli, da tessere con reti di significati e catene di associazioni potenzialmente interminabili. 1 Date queste premesse, Baschet individua delle «modalità di senso» che «vanno dalla sovradeterminazione all'incertezza, dall'allusivo all'inaccessibile», fino a comprendere «un registro di senso qualificabile come generico»: Si vuole insistere su questo punto per svincolare l'attenzione dall'eccessiva preoccupazione per i sensi assai specifici che l'iconografia tradizionale si impegna a identificare, o a stanare nelle sottigliezze dell'esegesi o della teologia. Si può al contrario ipotizzare che le opere medievali funzionino in larga parte su uno zoccolo semantico comune a numerosi enunciati specifici. Tale livello di senso generico sembra attestarsi al tempo stesso sull'ambivalenza (ingloba più temi specifici) e sull'ambiguità (non rinvia a nessuno in particolare), a meno che non si collochi al di qua della distinzione fra l'uno e l'altro. 2 Le riflessioni e le parole di Baschet ben si attagliano alla polisemia della rosa oggetto di questo studio e ci inducono non alla resa di fronte all'indifferenza o all'equivalenza ermeneutica, ma all'apertura ad interpretazioni che possono anche coesistere e sovrapporsi anziché escludersi a vicenda: il campo semantico di questo fiore è insomma talmente vasto da poter evidentemente inglobare anche la rappresentazione della dimora dei beati 3 , tanto che tale ricchezza simbolica non consente la pretesa di offrire e di difendere l'interpretazione esclusiva perché migliore di altre, ma di proporne una ulteriore, che possa arricchire il dibattito critico con nuovi spunti di riflessione. La critica si è ovviamente cimentata nell'analisi di questa immagine individuando sostanzialmente due possibili tradizioni culturali da cui Dante può aver tratto ispirazione: i dantisti o chiamano in causa il rosone gotico e ipotizzano quindi che l'architettura abbia suggerito tale 1
Riassunto: Il saggio esamina le varie attestazioni del nome Ricina e propone quindi un'etimologia... more Riassunto: Il saggio esamina le varie attestazioni del nome Ricina e propone quindi un'etimologia che possa spiegare il senso di un toponimo che è irriducibile ad un'origine latina.
RIASSUNTO. Nel cielo di Marte Dante descrive il paradiso come un albero del quale sta ammirando l... more RIASSUNTO. Nel cielo di Marte Dante descrive il paradiso come un albero del quale sta ammirando la quinta soglia, ovvero il quinto ramo, il quinto cielo: la particolarità di questa pianta consiste nel fatto che si
Le pagine seguenti intendono proporre una nuova interpretazione della candida rosa che prende for... more Le pagine seguenti intendono proporre una nuova interpretazione della candida rosa che prende forma nell'Empireo dantesco e che rappresenta la vera dimora dei beati. Punto di partenza delle riflessioni che seguiranno sono le considerazioni di Jérôme Baschet sul modello epistemologico delle Scritture, fondato su una semantica aperta e plurale il cui senso non si rivela per nulla nella trasparenza; si offre parzialmente e lentamente, attraverso una frequentazione assidua e paziente che coinvolge l'intera persona, mischiando intelletto e affetti. Tale sforzo non può avere per obiettivo un senso univoco o definitivamente chiuso; piuttosto che scoprire un senso, esso tenta di produrre una stratificazione di sensi multipli, da tessere con reti di significati e catene di associazioni potenzialmente interminabili. 1 Date queste premesse, Baschet individua delle «modalità di senso» che «vanno dalla sovradeterminazione all'incertezza, dall'allusivo all'inaccessibile», fino a comprendere «un registro di senso qualificabile come generico»: Si vuole insistere su questo punto per svincolare l'attenzione dall'eccessiva preoccupazione per i sensi assai specifici che l'iconografia tradizionale si impegna a identificare, o a stanare nelle sottigliezze dell'esegesi o della teologia. Si può al contrario ipotizzare che le opere medievali funzionino in larga parte su uno zoccolo semantico comune a numerosi enunciati specifici. Tale livello di senso generico sembra attestarsi al tempo stesso sull'ambivalenza (ingloba più temi specifici) e sull'ambiguità (non rinvia a nessuno in particolare), a meno che non si collochi al di qua della distinzione fra l'uno e l'altro. 2 Le riflessioni e le parole di Baschet ben si attagliano alla polisemia della rosa oggetto di questo studio e ci inducono non alla resa di fronte all'indifferenza o all'equivalenza ermeneutica, ma all'apertura ad interpretazioni che possono anche coesistere e sovrapporsi anziché escludersi a vicenda: il campo semantico di questo fiore è insomma talmente vasto da poter evidentemente inglobare anche la rappresentazione della dimora dei beati 3 , tanto che tale ricchezza simbolica non consente la pretesa di offrire e di difendere l'interpretazione esclusiva perché migliore di altre, ma di proporne una ulteriore, che possa arricchire il dibattito critico con nuovi spunti di riflessione. La critica si è ovviamente cimentata nell'analisi di questa immagine individuando sostanzialmente due possibili tradizioni culturali da cui Dante può aver tratto ispirazione: i dantisti o chiamano in causa il rosone gotico e ipotizzano quindi che l'architettura abbia suggerito tale 1
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