Dante Politico at the Crossroad of Arts and Sciences .Virtual International Symposium hosted by the University of Rochester, Friday, April 16 – Sunday, April 18, 2021
What has changed in our understanding of the De vulgari eloquentia in the half century that separ... more What has changed in our understanding of the De vulgari eloquentia in the half century that separates us from the fundamental critical edition (1968) and commentary (1979) by Pier Vincenzo Mengaldo? Mengaldo’s interpretation, in agreement with Gianfranco Contini’s “idea of Dante” (Un’idea di Dante is the title of Contini’s famous collection of essays, 1976), is centered on the fact that Dante always accompanies his poetry, while producing it in its subsequent experimental phases, with meta-poetic reflection, and with self-exegesis on the authentic meaning of his past poetry. In this perspective, the De vulgari eloquentia represents the leading theoretical moment of this distinctive constant of Dante’s personality, the moment dedicated to the technical, linguistic and rhetorical aspects of his own and others’ poetry. This idea is still valid to explain the second book of the treatise, but cannot account for the entire first book: the philosophical definition of the essence of language (chapters i-iii); the linguistic history of humanity, from Adam’s primiloquium to the Tower of Babel (chapters iv-vii); the colonization of Europe by three Babel idioms ancestors of the linguistic families of Europe (chapter viii); the discovery of the intrinsic mutability of every human language in time and space, the inventio gramatice facultatis and the creation of the two grammatical languages of Europe, Greek and Latin (chap. ix); up to the map of the Italian dialects (chapters x-xv) and to the idea of the “illustrious vernacular” (chapters xvi-xix), with its political implications closely connected with the imperial idea. All these contents, their disparate sources, and the whole universe of discourse thus created by Dante, fall outside the poetic dimension; they originate in other dimensions of Dante’s personality, in other philosophical interests, they reveal different cultural and political projects and look at a wider and more composite audience, tied to the biographical contingencies of Dante exiled over the years 1304-1306 in which he composed his linguistic treatise.
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La prima puntata era dedicata a quanto sono capaci gli studenti italiani di leggere e capire testi, secondo le rilevazioni Invalsi e Ocse-Pisa, e si chiedeva se le grammatiche scolastiche in uso li aiutano a capirli o no.
La seconda puntata, che si pubblica qui, è dedicata al muro che da decenni tiene la grammatica scolastica separata dalla ricerca linguistica: perché si è prodotto e perché appare invalicabile?
Dal 1975 a oggi si è avuto, da una parte, lo sviluppo estremamente vitale della linguistica teorica applicata alla grammatica dell’italiano; dall’altra la perpetuazione estremamente conservatrice, quanto a impianto teorico, della grammatica scolastica. Come si è atteggiato, rispetto a questi due ordini di fatti incomunicanti, il movimento per l’educazione linguistica democratica? E come si è atteggiata la Linguistica italiana, che aveva e ha la responsabilità della formazione universitaria dei futuri insegnanti di italiano?
La terza puntata sarà pubblicata fra una settimana e sarà dedicata a una possibile via d’uscita dalla situazione di stallo fin qui descritta: come liberare le potenzialità cognitive della grammatica, coinvolgendo docenti che vogliano crescere professionalmente e migliorare il proprio ambiente di insegnamento.
Per partecipare alla discussione su questo articolo: https://www.academia.edu/s/e815d40548?source=link.
La prima puntata, che si pubblica qui, https://www.rivistailmulino.it/a/la-grammatica-a-scuola-serve-1, è dedicata a quanto sono capaci gli studenti italiani di leggere e capire testi. La grammatica li aiuta a capirli o no?
Le prossime due puntate saranno pubblicate nelle prossime settimane.
La seconda puntata sarà dedicata al muro che da decenni tiene la grammatica scolastica separata dalla ricerca linguistica: perché si è prodotto e perché appare invalicabile?
La terza puntata sarà dedicata a una possibile via d’uscita dalla situazione di stallo fin qui descritta: come liberare le potenzialità cognitive della grammatica, coinvolgendo docenti che vogliano crescere professionalmente e migliorare il proprio ambiente di insegnamento.
La prima puntata era dedicata a quanto sono capaci gli studenti italiani di leggere e capire testi, secondo le rilevazioni Invalsi e Ocse-Pisa, e si chiedeva se le grammatiche scolastiche in uso li aiutano a capirli o no.
La seconda puntata, che si pubblica qui, è dedicata al muro che da decenni tiene la grammatica scolastica separata dalla ricerca linguistica: perché si è prodotto e perché appare invalicabile?
Dal 1975 a oggi si è avuto, da una parte, lo sviluppo estremamente vitale della linguistica teorica applicata alla grammatica dell’italiano; dall’altra la perpetuazione estremamente conservatrice, quanto a impianto teorico, della grammatica scolastica. Come si è atteggiato, rispetto a questi due ordini di fatti incomunicanti, il movimento per l’educazione linguistica democratica? E come si è atteggiata la Linguistica italiana, che aveva e ha la responsabilità della formazione universitaria dei futuri insegnanti di italiano?
La terza puntata sarà pubblicata fra una settimana e sarà dedicata a una possibile via d’uscita dalla situazione di stallo fin qui descritta: come liberare le potenzialità cognitive della grammatica, coinvolgendo docenti che vogliano crescere professionalmente e migliorare il proprio ambiente di insegnamento.
Per partecipare alla discussione su questo articolo: https://www.academia.edu/s/e815d40548?source=link.
La prima puntata, che si pubblica qui, https://www.rivistailmulino.it/a/la-grammatica-a-scuola-serve-1, è dedicata a quanto sono capaci gli studenti italiani di leggere e capire testi. La grammatica li aiuta a capirli o no?
Le prossime due puntate saranno pubblicate nelle prossime settimane.
La seconda puntata sarà dedicata al muro che da decenni tiene la grammatica scolastica separata dalla ricerca linguistica: perché si è prodotto e perché appare invalicabile?
La terza puntata sarà dedicata a una possibile via d’uscita dalla situazione di stallo fin qui descritta: come liberare le potenzialità cognitive della grammatica, coinvolgendo docenti che vogliano crescere professionalmente e migliorare il proprio ambiente di insegnamento.
Il prof. Tavoni terrà una lezione magistrale dal titolo “Dante e la scoperta del Paradiso terrestre in mezzo all'Oceano”.
riporto qui una breve descrizione del libro, curato da lei insieme a Pietro Maturi e Fabiana Rosi, Orale e scritto, verbale e non verbale: la multimodalità nell'ora di lezione, Firenze, Cesati 2020. Il volume raccoglie gli atti del XX Convegno del Giscel (Gruppo di Intervento e Studio nel Campo dell’Educazione Linguistica) dedicato a plurisemiosi, plurilinguismo, oralità e scrittura. La scelta di questo fil rouge tematico nasce dalla constatazione che la comunicazione in classe e la pratica didattica sono necessariamente multimodali. Qualsiasi lezione, anche la più tradizionale, richiede necessariamente di usare varie modalità di comunicazione in modo alternato e integrato: si parla, si scrive, si espongono relazioni oralmente con l’ausilio di materiali scritti o si presentano testi scritti che rimandano a video o brani musicali. La multimodalità non è legata necessariamente all’uso di tecnologie, ma è parte del nostro agire comunicativo quotidiano. Sebbene la maggior parte delle relazioni si occupino di molti aspetti della multimodalità, è possibile individuare tre filoni principali di ricerca: il primo si focalizza sul ruolo della comunicazione multimodale nell’apprendimento e nell’insegnamento delle lingue; il secondo presenta confronti nell’uso di modalità diverse nell’apprendimento e nell’insegnamento; il terzo, infine, è dedicato al rapporto tra la comunicazione verbale e non verbale.
Marco Gui, Il digitale a scuola. Rivoluzione o abbaglio? il Mulino, 2019.
Alle tecnologie digitali si è guardato come a una delle leve principali per il miglioramento della scuola. È proprio così? Alcune delle più importanti aspettative, come quella di incrementare i livelli di apprendimento degli studenti, non hanno trovato finora un riscontro negli studi scientifici internazionali; per altre manca un'adeguata valutazione. Discutendo i limiti cognitivi e sociali del digitale a scuola in un contesto di connessione permanente, l'autore sviluppa una visione alternativa del ruolo del digitale nell'esperienza educativa: prima ancora che fare didattica con le tecnologie è urgente educare all'uso consapevole dei media.
Benessere digitale a scuola e a casa. Un percorso di educazione ai media nella connessione permanente, a cura di Marco Gui, Mondadori Università, 2019. l volume propone un approccio inedito alle problematiche e alle opportunità che la vertiginosa innovazione tecnologica ha portato nella vita e nell’educazione dei giovani, un percorso che ha mostrato la sua validità nella sperimentazione «Benessere Digitale – Scuole», condotta su 18 scuole secondarie di II grado di tutti gli ordini. La sperimentazione è stata cofinanziata da Università di Milano-Bicocca e Fastweb SpA, mentre il MIUR la considera una delle tre esperienze di rilevanza nazionale per la costruzione di un curricolo di educazione ai media digitali. Partendo dalla consapevolezza che l’innovazione tecnologica non è stata accompagnata da un adeguato rinnovamento culturale ed educativo, il libro si rivolge a docenti e formatori, considerandoli gli interlocutori principali per una riflessione critica sul digitale, ma anche ai genitori per allargare lo sguardo a un’idea ampia di «Benessere Digitale». La qualità della vita, infatti, dipende sempre più dal nostro rapporto con i media digitali in diverse dimensioni: da quelle classiche nella letteratura sulla media literacy (la ricerca delle informazioni, la collaborazione e la comunicazione online, la creazione di contenuti digitali, la sicurezza) a quelle emergenti, come l’impatto sulla salute e la gestione del tempo e dell’attenzione.
Come negli anni scorsi, la seconda parte di ogni lezione sarà dedicata all’interazione dei corsisti con il relatore / la relatrice, organizzata dalle tutrici del corso, Samuela Brunamonti e Sara Gigli, così da stimolare la partecipazione, far emergere l’esperienza pregressa dei partecipanti, e le loro valutazioni e prospettive per il presente e il futuro, in rapporto ai contenuti (dati, idee, problemi, proposte…) presentati nella relazione.
Loggia del Mangano, Corte Sgarzarie, 8/P, 37121 Verona
Venerdì 18 febbraio 2022 ore 15.30
Mirko Tavoni
Dante, l’invenzione del latino, l’invenzione dell’italiano.
Introduzione al De vulgari eloquentia
Presso la sede e in modalità remota su piattaforma ZOOM al link:
https://us06web.zoom.us/j/84600419854?
pwd=NXlwMmFVMG1CcjBIWUMrVldtQlF1QT09
Coordina Claudio Marazzini, Presidente dell’Accademia della Crusca.
David Sassoli, Presidente del Parlamento europeo, Saluto inaugurale: da 11:30 a 14:00.
Mirko Tavoni, Accademia della Crusca, Le famiglie linguistiche d’Europa nel De vulgari eloquentia: da 15:00 a 50:00.
Irène Rosier-Catach, École Pratique des Hautes Études, La variabilité naturelle des langues et la recherche d’un parler “commun à tous” (DVE, I, XVI, 4): da 52:45 a 1:15:40.
Vittorio Coletti, Accademia della Crusca, Dante, confronto tra le lingue e traduzioni: da 1:19:00 a 1:40:00.
Francesco Sabatini, Presidente emerito dell’Accademia della Crusca, Conclusione. Volgari illustri e plurilinguismo europeo: da 1:41:40 a 2:05:00.
Discussione: da 2:05:00 a 2:36:00.
https://www.youtube.com/watch?v=_Ut_3JqFn5U&list=PLDxLIgSs54XwXh9zn9v4OLHTyeB7VGMGV&index=7
Dante in Sprache, Literatur und Kunst. Mirko Tavoni,
Dante linguista al crocevia tra filosofia, politica e biografia, 11. Mai 2021.
Che cosa è cambiato nella nostra interpretazione del De vulgari eloquentia nel mezzo secolo che ci separa dalla fondamentale edizione critica (1968) e commentata (1979) di Pier Vincenzo Mengaldo? L’interpretazione di Mengaldo, in accordo con l’”idea di Dante” di Gianfranco Contini (Un’idea di Dante è il titolo di una famosa raccolta di saggi di Contini, 1976), è che Dante accompagna sempre la sua poesia, nelle sue successive fasi sperimentali, con la riflessione meta-poetica, e con l’auto-esegesi sul significato autentico della sua poesia passata. In questa prospettiva, il De vulgari eloquentia rappresenta il momento teorico saliente, il momento dedicato agli aspetti tecnici, linguistici e retorici della poesia volgare propria e degli altri poeti romanzi e italiani della sua epoca.
Questa idea è ancora valida per spiegare il secondo libro del trattato, ma è inadeguata per rendere conto dell’intero primo libro: la definizione filosofica dell’essenza del linguaggio (capitoli 1-3); la storia linguistica dell’umanità da Adamo alla Torre di Babele (capitoli 4-7), poi la colonizzazione dell’Europa da parte di tre idiomi babelici progenitori di tutte le lingue d’Europa (capitolo 8); la scoperta dell’intrinseca variabilità di ogni lingua umana nel tempo e nello spazio, la conseguente invenzione della gramatica e la creazione delle due lingue grammaticali d’Europa, il greco e il latino (capitolo 9); fino alla mappa dei dialetti d’Italia (capitoli 10-15) e all’idea del “volgare illustre” (capitoli 16-19), con le sue implicazioni politiche connesse con l’idea imperiale. Tutti questi contenuti, le loro fonti disparate, e l’intero universo di discorso così creato da Dante, cadono completamente fuori dalla dimensione poetica: hanno origine in altre dimensioni della personalità di Dante, in altri interessi filosofici, rivelano progetti culturali e politici diversi e guardano a un pubblico più composito.
Tutte queste caratteristiche portano alla conclusione che Dante deve aver scritto il De vulgari eloquentia a Bologna, dove la coesistenza di un regime politico favorevole, di una importantissima Università, di un centro di eccellenza nelle artes dictandi e di un cenacolo di poeti volgari ammiratori di Dante creava le condizioni per concepire e scrivere un trattato linguistico così straordinariamente onnicomprensivo e audace.
Dante als Sprachforscher am Scheideweg zwischen Philosophie, Politik und Biographie
Inwiefern hat sich unsere Deutung von De vulgari eloquentia in dem halben Jahrhundert, das uns von der fundamentalen kritischen Edition (1968) und der kommentierten Edition (1979) Pier Vincenzo Mengaldos trennt, verändert?
Die Interpretation Mengaldos, in Übereinstimmung mit Gianfranco Continis „Idee von Dante“ (Un’idea di Dante lautet der Titel einer berühmten Sammlung von Essays Continis aus dem Jahr 1976), arbeitet heraus, dass Dante die Dichtung seiner zukünftigen experimentellen Phasen fortwährend durch meta-poetische Reflexion begleitet und sich der Selbstexegese hinsichtlich der Bedeutung und Authentizität seines zurückliegenden poetischen Schaffens unterwirft. Aus dieser Perspektive stellt De vulgari eloquentia den theoretischen Höhepunkt seines Schaffens dar, indem sich Dante mit den formalen, linguistischen und rhetorischen Aspekten seiner eigenen volkssprachlichen Poesie sowie der Dichtung anderer romanischsprachiger und italienischer Autoren seiner Zeit auseinandersetzt.
Diese Idee hat ihre Gültigkeit für das Verständnis des zweiten Buches des Traktats keinesfalls verloren, sie erweist sich jedoch als inadäquat, um Klarheit über das gesamte erste Buch zu gewinnen: die philosophische Definition des Wesenskerns von Sprache (Kapitel 1-3); die sprachhistorische Betrachtung der Menschheitsgeschichte von Adam bis zum Turmbau zu Babel (Kapitel 4-7), des Weiteren die Kolonisierung Europas durch drei babylonische Idiome als Vorläufer aller europäischen Sprachen (Kapitel 8); die Entdeckung der intrinsischen Variabilität einer jeden menschlichen Sprache durch Zeit und Raum, die folgerichtige Erfindung einer gramatica und die Erschaffung der zwei grammatischen Sprachen Europas, des Griechischen und des Lateinischen (Kapitel 9); schlussendlich die Karte der Dialekte Italiens (Kapitel 10-15) und die Vorstellung der ‚erlauchten Volkssprache‘ (volgare illustre, Kapitel 16-19), die in ihrer politischen Reichweite die Idee des Kaisertums einschließt – alle diese Themen und Konzepte, ihre unterschiedlichen Quellen, das Universum der auf diese Weise von Dante begründeten Diskurse stehen vollkommen außerhalb der poetischen Dimension: Sie haben ihren Ursprung in anderen Facetten der Persönlichkeit Dantes, in anderen philosophischen Interessen, sie offenbaren verschiedenste kulturelle und politische Entwürfe und nehmen ein äußerst vielschichtiges Publikum in den Blick.
Die Gesamtheit dieser dem Text inhärenten Charakteristiken führt zu der Schlussfolgerung, dass Dante sein De vulgari eloquentia in Bologna verfasst haben muss, einer Stadt, in welcher die Koexistenz eines begünstigenden politischen Systems, einer hochangesehenen Universität, eines Zentrums exzellenter Ausübung der artes dictandi und eines Kreises volkssprachlicher Dichter und gleichzeitig Bewunderer Dantes die Bedingungen schuf, einen derart allumfassenden linguistischen Traktat von solch außergewöhnlicher Kühnheit zu konzipieren und niederzuschreiben.
(Übersetzung: Wiebke Gerlach, Technische Universität Dresden)
Metafora della luce della Ragione che guida gli uomini nella comprensione, la figura di Virgilio è qui arricchita dall’analisi degli stretti legami del poeta con la Tunisia, e Cartagine in particolare. Supportati dalle ricerche curate dal professor Raimondo Fassa, lettore d’Italiano presso il Campus Universitaire Manouba di Tunisi, affrontano il tema, spaziando tra le opere del poeta latino e il suo ruolo all’interno della Commedia, i docenti Meriem Dhouib, professore associato di Italianistica dello stesso istituto e Mirko Tavoni, già professore di filologia dantesca presso Università degli Studi di Pisa. Uno dei più affermati attori teatrali e cinematografici del Nord Africa, Ahmed Hafiane, completa il percorso alla scoperta di Virgilio interpretando alcuni versi significativi dalle prime due cantiche della Commedia (Canti I, II, XVI, V, IV dell’Inferno e Canti XXVII e XXX del Purgatorio letti nella traduzione di Kadhem Jihad (AL’MU’ASSAT AL ARABIA LE DIRASAT, Beirut 2002). Luoghi delle riprese: Museo del Bardo di Tunisi; Museo Archeologico di Cartagine, Terme di Antonino, Tofet, Porto Punico, Cisterne (tutti a Cartagine); Palazzo Ennejma Ezzahra di Sidi Bou Said.
Canto per Canto: Conversations with Dante in our time
- Discussants: Zygmunt G. Barański (Notre Dame), Gino Belloni (Venezia), Sandro Bertelli (Ferrara), Marcello Ciccuto (Pisa), Claudio Ciociola (SNS), Laura Facini (Genève), Luciano Formisano (Bologna), Giovanna Frosini (Siena), Claudio Giunta (Trento), Bernhard Huss (Freie Universität Berlin),Giuseppe Ledda (Bologna), Andrea Mazzucchi (Napoli), Lino Pertile (Harvard), Arnaldo Soldani (Verona), Mirko Tavoni (Pisa), Tiziano Zanato (Venezia)
Dante e la lingua italiana
Pisa, Palazzo Gambacorti, Sala delle Baleari, 23 maggio 2018
Lezione di apertura della manifestazione Danteprima 697 (www.danteprima.it).
Il rapido progresso informatico non promette di risolvere questi aspetti, perché la ricerca sui software OCR risponde a logiche e finalità spesso ben diverse da quelle degli studi umanistici: più che per rispondere a requisiti di esattezza, gran parte dei software OCR – usati anche per la scansione e l’archiviazione di documenti – sono sviluppati e migliorati alla ricerca di una maggiore velocità con cui le immagini possono essere processate, e della lettura di alfabeti non latini (arabo, russo, cinese ecc.). Anche gli indici di affidabilità sono intesi in modo diverso: quelli normalmente disponibili sono infatti tarati su moderna documentazione cartacea, stampata con font attuali, mentre le fonti cartacee degli e-texts sono spesso edizioni invecchiate e/o copie ingiallite o danneggiate dal tempo (ad esempio, TANNER – MUÑOZ – HEMY ROS 2009). Inoltre, questo stesso studio ha dimostrato come il dato significativo per l’affidabilità degli e-text non sia la quantità di caratteri erronei per pagina, normalmente valutata in ambito informatico, ma la quantità di parole erronee, ambito in cui l’accuratezza risulta sempre inferiore e che – naturalmente – ha importanti ripercussioni sui risultati di ricerche e indicizzazioni eseguite sul testo digitalizzato. D’altra parte, quest’ultima tipologia d’impiego – con accesso puntuale e parcellizzato al testo – è responsabile del fatto che la massima parte delle scorrettezze presenti negli e-texts vengono riconosciute molto difficilmente, perché al testo si arriva attraverso i motori di ricerca, con risultati che molto spesso non vengono allargati oltre il loro contesto minimo (VAIDHYANATHAN 2011).
Accademia della Crusca - Società Filosofica Italiana
20 aprile, ore 15.30, Accademia della Crusca, Via di Castello 46.
Introduzione ai lavori: Claudio Marazzini, Presidente dell'Accademia della Crusca - Claudio Polizzi, Vicepresidente della Società Filosofica Italiana.
Un filosofo e un linguista parlano di...
Dante: Bruno Pinchard - Mirko Tavoni
Speroni-Pomponazzi: Vittoria Perrone Compagni - Alessio Cotugno
Bruno: Michele Ciliberto - Maria Pia Ellero.
21 aprile, ore 10, Istituto degli Innocenti, Piazza Santissima Annunziata
Un filosofo e un linguista parlano di...
Campanella: Sandro Plastina - Marco Biffi
Machiavelli: Mario De Caro - Jean-Jacques Marchand
Galileo: Massimo Bucciantini - Laura Ricci
Brilli’s opening piece on "Dante’s Biographies and Historical Studies" draws a cross-disciplinary state of the art over the last decade and raises five major questions (pp. 133-142: 10.1353/das.2018.0004). The answers tackle all or some of these questions from different angles and traditions of studies.
Manuele Gragnolatiand Elena Lombardi focus on Dante’s textual constructions and storytelling ("Autobiografia d’autore," pp. 143-169: 10.1353/das.2018.0005).
Giorgio Inglese reflects on his biography (Dante. Una biografia possible) in a new contribution entitled "Una biografia impossibile" (pp. 161-166: 10.1353/das.2018.0006).
Giuliano Milani develops a methodological reflection on the possibility of writing "La vita di Dante iuxta propria principia" (pp. 167-175: 10.1353/das.2018.0007).
Paolo Pellegrini engages the discussion with the new trend and declares the "De profundis per l’Instant Book" (pp. 176-186: 10.1353/das.2018.0008).
Jean-Claude Schmitt challenges Dante Studies by analyzing Dante’s Vita Nova with the approach of historical anthropology ("Dante en rêveur médiéval : « Memoria » funéraire et récit autobiographique, pp. 187-200: 10.1353/das.2018.0009).
Mirko Tavoni’s "Dante e il ‘paradigma critico dellacontingenza’" (pp. 201-212: 10.1353/das.2018.0010) offers a theoretical reflection on Tavoni’s critical approach.
Finally, David Wallace compares the situation in Dante studies with other research fields, and asks the most uncomfortable question: "Lives of Dante: Why Now?" (pp. 213-222: 10.1353/das.2018.0011).
A Bibliography completes the Forum (pp. 223-231: 10.1353/das.2018.0012).
This issue also includes the essays by Luca Fiorentini, "Archaeology of the Tre Corone: Dante, Petrarca, and Boccaccio in Benvenuto da Imola's Commentary on the Divine Comedy" (pp. 1-21), Ronald L. Martinez, "Dante 'buon sartore' (Paradiso 32.140): Textile Arts, Rhetoric, and Metapoetics at the End of the Commedia" (pp. 22-61), Barbara Newman, "The Seven-StoreyMountain: Mechthild of Hackeborn and Dante's Matelda" (pp. 62-92) and Matthew Collins, "The Forgotten Morgan Dante Drawings, Their Influence on the Marcolini Commedia of 1544, and Their Place within a Visually-Driven Discourse on Dante's Poem" (pp. 93-132).
Dante Studies is available on print and online on Project Muse. Access to Dante Studies is a primary benefit of membership in the Dante Society of America (https://www.dantesociety.org/). Current members receive both print copies and electronic access to current and recent issues. Individual subscriptions are available only through membership in the Society (https://www.dantesociety.org/membership-and-benefits#Joining_or_Renewing). Institutions that wish to subscribe to Dante Studies may place their order online via the JHUP journals website (https://www.press.jhu.edu/journals).
Carocci (Roma) in due volumi, che usciranno nel settembre 2021. La lettura del singolo canto sarà seguita da un’ampia discussione, che sarà pure compresa nei volumi.
6-8 marzo 2019: canti I-VII
23-25 ottobre 2019: canti VIII-XIV
11-13 marzo 2020: canti XV-XXI
21-23 ottobre 2020: canti XXII-XXVIII
10-12 marzo 2021: canti XXIX-XXXIV
Ogni sessione sarà introdotta da una lezione serale aperta anche al pubblico su un tema attinente all’Inferno, ma non direttamente trattato nelle letture dei canti:
• Introduzione all’‘Inferno’
• Composizione e trasmissione dell’‘Inferno’
• Amore e colpa: la ‘Vita nova’, l’esperienza lirica e l’‘Inferno’
• Dottrina e dannazione: il ‘Convivio’ e l’‘Inferno’
• Il problema della lingua: il ‘De vulgari eloquentia’ e l’‘Inferno’
immagazzinare conoscenze scientifiche su testi letterari; definite dai linguaggi Resource Description Framework (RDF), le risorse digitali vengono elaborate automaticamente nel contesto di una rete semantica espandibile. Indirizzato all’uso scientifico, HDN avrà ampia accessibilità grazie a interfacce di facile utilizzo e potrà dunque essere utilizzabile anche per importanti scopi educativi. Per esprimere efficacemente le conoscenze condivise sugli autori citati o allusi nel testo, la biblioteca digitale HDN parte da simili applicazioni precedenti di linguaggi descrittivi basati sulle ontologie, quali lo strumento Dante Sources, di UNIPI.
Based on the Semantic Web’s standards for building digital libraries, the Hypermedia Dante Network (HDN) project aims to establish a collaborative environment for a commentary of Dante’s works, with attention paid to issues of language, style and intertextuality. Using reliable primary sources in XML format, the HDN digital library will cater for a broad range of sophisticated queries, thanks to the greater scope of ontology-based resource description and an easier sharing of information with existing resources. Taken from existing or specifically designed repositories, web ontologies are the most efficient and productive means to store scholarly knowledge about literary texts; defined by Resource Description Framework (RDF) languages, digital resources may be automatically processed in the context of an expandable semantic network. Primarily intended for scholarly use, the HDN digital tool will have broad accessibility thanks to user-friendly interfaces and will thus be usable for important educational purposes. To efficiently express shared knowledge about authors cited or referred to in the text, the HDN digital library relies on previous, similar applications of ontology-based description languages, such as the tool Dante Sources, also produced by UNIPI.
https://youtu.be/Q3T7VOln2b0
Introduce Marcello Ciccuto. Intervengono Luigi Canetti, Alison Cornish, Enrico Faini, Sebastiana Nobili, Mirko Tavoni. Coordina Giuseppe Ledda
Gli ultimi vent’anni hanno visto un vigoroso rinnovamento
degli studi danteschi, specie sul piano della ricerca filologica,
bio-bibliografica e dell’informatica umanistica. Per citare solo
pochi capisaldi, l’edizione critica della Commedia a opera di
F. Sanguineti (2001), le ricerche storico-biografiche di U. Carpi
(2004), le nuove edizioni delle opere minori e dei commenti
danteschi per i Meridiani e per la Salerno Editrice, e da ultimo il
Codice Diplomatico Dantesco (2016) hanno gettato nuove basi
per lo studio della biografia e dell’opera dantesca, dalle quali
sono scaturite nuove questioni, su tutte quelle attributive, in
relazione ad alcuni testi.
Parallelamente, importanti strumenti informatici hanno permesso
di rendere più accessibile il molto materiale primario e
meglio interrogabile il corpus testuale e l’imponente bibliografia
dantesca: da una rilettura sistematica dei dati disponibili, oggi
articolati nei nuovi standard descrittivi del Semantic Web, sono
nate sia nuove ipotesi interpretative sia nuovi percorsi di
conoscenza, che possono essere esemplificati con il portale
https://dantenetwork.it, allestito mediante la collaborazione fra
eminenti studiosi pisani (G. Albanese, M. Ciccuto, M. Tavoni) e lo
storico ISTI-CNR della stessa città. Nell’ambito di un progetto PRIN
2017 e delle celebrazioni del Centenario 2021, il presente convegno
intende offrire una panoramica sulle principali questioni
aperte che, in relazione alla biografia e all’opera dantesca,
sono state recentemente oggetto di importanti messe a
punto. Una specifica sezione darà spazio alle nuove piattaforme
informatiche che da un lato contribuiscono a un riesame dei dati
disponibili, dall’altro offrono nuove strategie di interrogazione
aprendo a loro volta nuove prospettive di ricerca.
In collaborazione con Istituto Italiano di Cultura Berlino
Ciclo di lezioni Salire al Paradiso
Ideato e diretto da Bernhard Huss
Mirko Tavoni
Sogni e visioni nel Purgatorio
10 maggio 2021, ore 18.00, online
(per registrarsi: bernhard.huss@fu-berlin.de)
La lezione esaminerà:
1) i tre sogni in Purgatorio IX (il sogno dell’aquila), XIX (il sogno della “femmina balba”), XXVII (il sogno di Lia), nella loro relazione con gli eventi che anticipano: cioè nel primo sogno l’intervento di Lucia che trasporta Dante alla porta del Purgatorio, nel secondo la salita alle cornici dei peccati di concupiscenza, nel terzo l’apparizione di Matelda all’ingresso nell’Eden;
2) le visioni estatiche di mansuetudine (XV) e di ira punita (XVII), nel loro parallelismo con gli esempi di umiltà scolpiti sulla parete della prima cornice (X) e di superbia punita scolpiti sul pavimento della stessa cornice (XII);
3) la processione allegorica dei canti dell’Eden (XXIX e XXXI-XXXII), che si svolge davanti agli occhi del pellegrino, dunque non è una visione, ma rimette in scena le visioni dell’Apocalisse e di Ezechiele.
In tutti questi casi, quindi, c’è intenzionale, insistito parallelismo fra ciò che accade nel viaggio e ciò che accade nelle “visioni interiori” che Dante personaggio vive nel viaggio. Ci si interrogherà sul significato di questo parallelismo, a sua volta interno all’unica visione in sogno che secondo Dante autore contiene l’intero viaggio nell’aldilà.
Anmeldung/Registrazione: bernhard.huss@fu-berlin.de
online: https://meet.google.com/qwy-gyhi-hoe
Partecipano
Alberto Casadei (Pisa), Davide
Cappi (Padova), Claudio
Ciociola (SNS Pisa), Paola Italia
(Bologna), Lino Leonardi
(Siena), Luca Lombardo
(Venezia), Giuseppe Marrani
(Siena)
Norbert András Mátyus
(Budapest), Cristina
Montagnani (Ferrara), Ciro
Perna (Caserta), Marzio Porro
(Milano), Lorenzo Renzi
(Padova), Justin Steinberg
(Chicago), Mirko Tavoni (Pisa),
Natascia Tonelli (Siena), Paola
Vecchi Galli (Bologna), Fabio
Zinelli (Parigi)