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CHI HA UCCISO GIOVANNI RAMA? Storia del diritto e delle istituzioni giuridiche dal Medioevo all'età contemporanea (Secondo modulo), Università di Venezia Ca\' Foscari-anno accademico 2007-2008-Docente professore CLAUDIO POVOLO Nella notte... more
CHI HA UCCISO GIOVANNI RAMA? Storia del diritto e delle istituzioni giuridiche dal Medioevo all'età contemporanea (Secondo modulo), Università di Venezia Ca\' Foscari-anno accademico 2007-2008-Docente professore CLAUDIO POVOLO Nella notte tra il 5 e il 6 marzo 1831 un uomo di circa trent'anni venne ucciso lungo uno stretto ed accidentato sentiero posto in località San Bartolomeo, frazione del comune di Selva di Progno (Verona). Si chiamava Giovanni Rama originario di Bolca (Verona), ma da alcuni anni abitante con la moglie Lucia Graizzaro in località Orche di Durlo. Il Rama era partito verso le ore una della notte ed era giunto nella località Pedegatto di San Bortolameo intorno le ore tre. Alcuni abitanti della contrada Rama posta sulla parte elevata della valle attraversata dal sentiero del Pedegatto notarono un improvviso bagliore e lo scoppio di un colpo di fucile. Nel pomeriggio del 7 marzo successivo, con la perizia condotta sul luogo del delitto dalla competente pretura di Tregnago (Verona), si avviò il processo istruito dapprima dalle preture di Tregnago ed Arzignano, che inviarono il fascicolo al tribunale provinciale di Verona e poi dal tribunale provinciale di Vicenza, l'organo giudiziario cui spettava di procedere in via definitiva, in quanto le persone direttamente coinvolte nel fatto vennero successivamente arrestate per ordine di organi di polizia appartenenti alla provincia di Vicenza. Il processo si concluse dapprima con la sentenza consultiva dello stesso tribunale di Vicenza, pronunciata l'11 gennaio 1833 e poi con la definitiva sentenza della corte d'appello di Venezia del 28 maggio 1833.
Il corso vuole soffermarsi sulla straordinaria figura di un bandito vissuto tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento: Giovanni Beatrice detto Zanon , ovvero conosciuto e denominato per lo più con la più efficace contrazione... more
Il corso vuole soffermarsi sulla straordinaria figura di un bandito vissuto tra la fine del Cinquecento e i primi anni del Seicento: Giovanni Beatrice detto Zanon , ovvero conosciuto e denominato per lo più con la più efficace contrazione semantica di Zanzanù .
La sua biografia è ricostruita essenzialmente dalle fonti giudiziarie che riportano la caccia spietata e quasi senza tregua che per circa quindici anni gli diedero sia le istituzioni giudiziarie e militari della Repubblica, che i numerosi cacciatori di taglie attratti dai premi e benefici che erano stati promessi in cambio della sua cattura o uccisione. Nato a Gargnano
, florido centro della riva occidentale del lago di Garda, Zanzanù emerge sullo scenario contrastato della storia nei primissimi anni del Seicento. Protagonista di una cruenta faida che coinvolse direttamente la sua parentela, Zanzanù fu colpito da numerose sentenze di bando pronunciate sia dagli organi giudiziari locali che dalle supreme magistrature
veneziane.
Godendo di non poche protezioni locali e cogliendo l’opportunità di rifugiarsi negli stati confinanti, Zanzanù riuscì a sfuggire per alcuni anni all’azione repressiva condotta dalle magistrature veneziane. Ritornato nel territorio della Riviera di Salò , nel 1616 Zanzanù tentò inutilmente di ottenere la liberazione dai numerosi bandi da cui era stato colpito negli
anni precedenti offrendosi di partecipare attivamente, con i suoi uomini, alla guerra allora in corso con gli arciducali. Ripresa l’attività di disturbo nei confronti delle parentele avversarie e del notabilato locale, il 17 agosto 1617, dopo uno scontro lungo e sanguinoso, Zanzanù venne ucciso dall’attacco concentrico condotto dalle due comunità di Tignale e di
Gargnano . Quella tragica giornata è ricordata sia dal fascicolo istruito su richiesta delle due comunità per ottenere le taglie e i premi promessi per la sua uccisione, che dallo splendido ex-voto commissionato dalla comunità di Tignale per ringraziare la Madonna per l’aiuto ottenuto in occasione del sanguinoso scontro.
Ancor oggi conservato nel santuario della Madonna di Montecastello ,sovrastante il lago, l’ex-voto commissionato dalla comunità di Tignale ha rappresentato per secoli la testimonianza visibile di un evento che venne riproposto alla luce dell’indecifrabile tema della grazia, ma che evidentemente sottendeva la complessità delle dinamiche che avevano
investito le istituzioni politiche e il notabilato locali, insieme alla tragica figura di Zanzanù.
Il corso affronta i temi della violenza e delle inimicizie sia nelle loro caratteristiche tradizionali e culturali, che alla luce delle trasformazioni da cui vennero investite tra Cinque e Seicento, di seguito ai provvedimenti assunti in... more
Il corso affronta i temi della violenza e delle inimicizie sia nelle loro caratteristiche tradizionali e culturali, che alla luce delle trasformazioni da cui vennero investite tra Cinque e Seicento, di seguito ai provvedimenti assunti in molte realtà europee, per affrontare soprattutto il preoccupante fenomeno del banditismo, alla luce delle nuove esigenze di sicurezza e tranquillità. Le inimicizie sono una caratteristica di tutti i gruppi umani, in ogni luogo e in ogni tempo. E poiché, almeno per un lungo periodo, furono molto spesso in stretta relazione con una spiccata dimensione della violenza, le loro caratteristiche e i loro mutamenti sono rivelatori di come ciascuna società assegni determinati simboli e valori ai conflitti che insorgono e alle modalità della loro risoluzione. In realtà il concetto di inimicizia, strettamente intrecciato a quello di vendetta, svolse una funzione essenziale nell’ambito di una società in cui era non solo preminente un ordine incentrato sulla pace, ma anche si costituiva come la salvaguardia di gerarchie sociali incentrate sullo status, la parentela e l’onore.

The course deals with the topics of violence and enmity both in terms of their traditional and cultural characteristics, as well as in light of the transformations undergone between the 16th and 17th centuries following the measures implemented in various European environments to target above all the alarming phenomenon of banditry, and adopted in consideration of the new-found need for safety and tranquillity. Enmity is typical of all human groups everywhere and at any point in time. And since for long it was often closely related to a distinct dimension of violence, its characteristics and changes reveal the symbolic meanings and values that each society ascribes to conflicts and to the methods of their resolution. In fact, the concept of enmity, deeply intertwined with that of revenge, played an essential role within a society in which a peace-centred order was not only pre-eminent but also constituted as the safeguarding of social hierarchies focused on status, kinship, and honour. In the second half of the 16th century, in the wake of widespread social insecurity and the crisis of political polycentrism that had characterised the mediaeval state, the cultural system of enmity lost its traditional stamp and became, often unawares, a means of extreme violence.
Storia Veneta, anno acc. 2011-12. Università di Venezia Ca' Foscari. Dipartimento di studi umanistici-Corso di laurea in storia Laurea Magistrale LE PIETRE DI PERASTO Il corso si sofferma sulla storia del dominio da mar della Repubblica... more
Storia Veneta, anno acc. 2011-12. Università di Venezia Ca' Foscari. Dipartimento di studi umanistici-Corso di laurea in storia Laurea Magistrale LE PIETRE DI PERASTO Il corso si sofferma sulla storia del dominio da mar della Repubblica di Venezia ed in particolare sulle vicende politiche e sociali di Perasto, comunità appartenente ai territori denominati Albania Veneta. La peculiare posizione geografica e il ruolo di contenimento svolto nei confronti del confinante impero ottomano, permisero alla comunità, sino alla caduta della Repubblica, di mantenere quasi inalterato il proprio sistema giuridico incentrato sulle consuetudini e sul controllo socialeesercitato dai forti gruppi parentali.
Il corso di quest'anno intende delineare un tema storico assai particolare: quello dell'eroe locale, o, per meglio dire, della definizione di eroismo, così come viene a configurarsi in ambiti locali dai confini delimitati, come una... more
Il corso di quest'anno intende delineare un tema storico assai particolare: quello dell'eroe locale, o, per meglio dire, della definizione di eroismo, così come viene a configurarsi in ambiti locali dai confini delimitati, come una comunità, un villaggio o un territorio. Una nozione di eroismo assai variegata, che include figure reali o immaginarie, ma che sono celebrate a livello locale per le loro caratteristiche dal profilo non comune. Figure per lo più del tutto sconosciute o comunque poco conosciute al di fuori dell'area in cui hanno preso origine, che sono ritenute tali sia per le loro specificità individuali, ma anche per la loro capacità di riflettere valori e simboli comunitari.
Corso di Storia delle Istituzioni politiche e sociali – Università Ca’ Foscari, anno accademico 2012-2013. Docente prof. Claudio Povolo. Il corso si sofferma ad esaminare una documentazione trascritta dai fascicoli processuali istruiti da... more
Corso di Storia delle Istituzioni politiche e sociali – Università Ca’ Foscari, anno accademico 2012-2013. Docente prof. Claudio Povolo.
Il corso si sofferma ad esaminare una documentazione trascritta dai fascicoli processuali istruiti da un tribunale del Regno Lombardo-Veneto. Verranno analizzate in particolare le relazioni (referati) stilate dai giudici del tribunale, nelle qualii veniva esaminata la vicenda giudiziaria e proposta l’eventuale pena. Tali documenti saranno raffrontati con le sentenze pronunciate dall’organo collegiale competente sulla scorta di una discussione incentrata formalmente sulle previsioni del codice penale. Molto spesso la sentenza veniva esaminata dalla Corte d’appello di Venezia cui veniva trasmesso il fascicolo processuale istruito in prima istanza.
Il corso riprende il precedente ZANZANU': ALLE ORIGINI DEL MITO-Antropologia giuridica (Laurea specialistica), Università di Venezia Ca' Foscari-anno acc. 2007-08. La ripresa del tema è giustificata non solo per la ricorrenza della grande... more
Il corso riprende il precedente ZANZANU': ALLE ORIGINI DEL MITO-Antropologia giuridica (Laurea specialistica), Università di Venezia Ca' Foscari-anno acc. 2007-08. La ripresa del tema è giustificata non solo per la ricorrenza della grande battaglia svoltasi nell'estate del 1617 sull'altipiano di Tignale, ma soprattutto in quanto, dopo la pubblicazione del volume dedicato al fuorilegge e apparso nel 2011, la vicenda si è arricchita di nuovi documenti che hanno permesso di chiarire alcuni aspetti importanti della biografia del famoso bandito. Nel delineare la figura di Giovanni Beatrice verranno affrontati temi e problemi inerenti la diffusione del banditismo in Italia e in Europa nel corso dell'età moderna.
Corso di Storia della Repubblica di Venezia. Università di Venezia Ca’ Foscari (Laurea triennale). Prof. Claudio Povolo – anno acc. 2012-13. Nei secoli XVII e XVIII la storia della Repubblica di Venezia e del suo ceto dirigente venne... more
Corso di Storia della Repubblica di Venezia. Università di Venezia Ca’ Foscari (Laurea triennale). Prof. Claudio Povolo – anno acc. 2012-13.

Nei secoli XVII e XVIII la storia della Repubblica di Venezia e del suo ceto dirigente venne delineata avvalendosi di narrazioni che, uscendo dagli  stereotipi del mito, miravano a sottolineare alcune debolezze e contraddizioni del sistema politico della Serenissima. A diversità delle rappresentazioni ufficiali incentrate sul mito del buongoverno, tali narrazioni, riflesso della spiccata divaricazione di ricchezza che divideva il
patriziato veneziano al suo interno, descrivevano il sistema di potere lagunare nelle sue concrete articolazioni parentali e di fazione. Non diversamente, alcune opere storiografiche scritte da stranieri (soprattutto francesi) iniziarono a dipingere il sistema costituzionale veneziano evidenziandone la fragilità e le debolezze di fondo. Un filone, quello dell’antimito, che sarebbe poi ripreso, con maggiore intensità nel corso dell’Ottocento, ma avvalendosi, in gran parte, di quelle argomentazioni che erano state precedentemente elaborate nel corso della vita politica della Repubblica.
Università Ca’ Foscari di Venezia. Dipartimento di studi umanistici - Corso di Storia della Repubblica di Venezia, laurea triennale, anno acc. 2011-12 prof. Claudio Povolo Il corso è dedicato alla figura di Agostino Sagredo, grande... more
Università Ca’ Foscari di Venezia. Dipartimento di studi umanistici - Corso di Storia della Repubblica di Venezia, laurea triennale, anno acc. 2011-12 prof. Claudio Povolo
Il corso è dedicato alla figura di Agostino Sagredo, grande intellettuale veneziano dell’Ottocento. Nato a Venezia il 29 novembre 1798, un anno dopo la caduta della Serenissima, il Sagredo apparteneva ad un’antica e prestigiosa famiglia patrizia. Il padre Giovanni (morto nel 1822) aveva ricoperto tra le più alte cariche dello stato repubblicano, mentre la madre, Elisabetta Renier discendeva pure da un altro antico lignaggio patrizio. Prima ancora che dai suoi studi, Agostino apprese direttamente dai suoi genitori e dalla cerchia di patrizi che avevano direttamente vissuto le ultime vicende istituzionali e politiche della Serenissima, alcuni degli aspetti più significativi della storia dell’antica repubblica.  Nonostante la sua attività di storico sia conosciuta soprattutto per un fortunato  Sommario della storia di Venezia pubblicata dopo la sua morte, in realtà il lavoro più pregevole di Agostino Sagredo è costituito dalla Storia civile e politica, il lungo saggio che introduceva i due prestigiosi volumi Venezia e le sue lagune, che il comune di Venezia pubblicò nel 1847 in occasione del IX congresso degli scienziati italiani. La Storia civile e politica è opera di grande interesse che travalica il semplice dato storiografico che la colloca nell’ambito dell’imponente produzione sulla storia di Venezia che proliferò nel corso dell’Ottocento. Da quest’opera traspare quello che si può definire mito debole, il particolare approccio con cui Agostino Sagredo affronta la storia veneziana: un approccio che non è insensibile al richiamo della grandezza dell’antica repubblica, ma che nel contempo è in grado pure di segnalare debolezze ed incongruenze delle scelte politiche del suo ceto dirigente.
IL CORPO E L’ANIMA DELLA REPUBBLICA Le lezioni sono dedicate alla delineazione di un potere oligarchico che nel corso del Cinquecento si rappresentò simbolicamente nella struttura stessa di palazzo ducale e nella conservazione... more
IL CORPO E L’ANIMA DELLA REPUBBLICA
Le lezioni sono dedicate alla delineazione di un potere oligarchico che nel corso del Cinquecento si rappresentò simbolicamente nella struttura stessa di palazzo ducale e nella conservazione dell’archivio che ne testimoniava l’attività politica. Il corso si soffermerà in particolare sulla vicenda che, tra Cinque e Seicento, ebbe come protagonista principale il patrizio veneziano Alvise Bon. Se il corpo è rappresentato dalla splendida struttura di palazzo ducale (ed in particolare dalla sua ala rinascimentale), l’anima riflette simbolicamente la struttura ‘burocratica’ di un potere costituito soprattutto dai segretari che operavano all’interno delle più importanti magistrature della Serenissima. I protagonisti della vicenda affrontata delineano in tal modo la complessità di un potere oligarchico, contraddistinto comunque dall’irrinunciabile vocazione repubblicana.
Lo studio di un originale organismo giudiziario pensato e voluto dal feldmaresciallo Radetzky all'indomani del biennio rivoluzionario del 1848-1849 per reprimere un allarmante fenomeno di azioni predatorie (furti violenti e rapine) in... more
Lo studio di un originale organismo giudiziario pensato e voluto dal feldmaresciallo Radetzky all'indomani del biennio rivoluzionario del 1848-1849 per reprimere un allarmante fenomeno di azioni predatorie (furti violenti e rapine) in Bassa Padovana e in Polesine, nel quadro di una più ampia e inconsueta strategia politica avallata da Vienna per la gestione dei rapporti con i notabilati e con le comunità del Veneto asburgico. Una ricerca che indaga nello specifico quali furono le origini della Commissione militare in Este, che tipo di procedura adottò, come fu percepita la sua azione dalle realtà che ne vennero investite, in che modo tale attività fu rappresentata dai protagonisti della stessa, dalla storiografia coeva e dalla successiva e, infine,
Il corso si sofferma su un originale processo criminale, integralmente riprodotto a stampa alla fine del secolo XVIII. Una produzione ex-lites, dunque, ma del tutto originale se si riflette che il processo si struttura in realtà in due... more
Il corso si sofferma su un originale processo criminale, integralmente riprodotto a stampa alla fine del secolo XVIII. Una produzione ex-lites, dunque, ma del tutto originale se si riflette che il processo si struttura in realtà in due parti ben distinte, che sembrano rifarsi a ciascuna delle due parti in conflitto. E in questa sua pubblicazione risiede evidentemente l'interesse maggiore per chi oggi lo esamina e lo studia. La pubblicazione della stessa sentenza fa supporre che ad occuparsi della sua stampa fu forse lo stesso organo giudicante, insediatosi, dopo un breve periodo di transizione democratica, il 4 luglio 1797 (il governo centrale vicentino-bassanese, composto di 23 cittadini proprietari scelti dal generale Joubert). Il processo Talin si prospetta interessante per una pluralità di motivi. innanzitutto perché si colloca nei tumultuosi avvenimenti che videro la caduta della Serenissima e l'avvento delle municipalità provvisorie. Si tratta dunque di un documento che permette di cogliere le diversità culturali e giudiziarie che caratterizzavano i due sistemi. Come in altri casi analoghi il processo presenta inoltre una vicenda incentrata su una seduzione amorosa, colta nell'ambito di uno scontro duro e senza mezzi termini condotto tra due famiglie appartenenti alla stessa comunità. Il tema del ruolo dei medici e, più in generale, delle conoscenze mediche, del confronto tra medicina popolare e medicina 'scientifica' si costituiscono inoltre come aspetti di estremo interesse.
Corso di Storia Veneta anno acc. 2010-11 Serenissimo Principe e Illustrissima Signoria è un testo che raccoglie una scelta di suppliche presentate alla Serenissima Signoria (organo rappresentativo della Repubblica di Venezia) dal 1554 al... more
Corso di Storia Veneta anno acc. 2010-11
Serenissimo Principe e Illustrissima Signoria è un testo che raccoglie una scelta di suppliche presentate alla Serenissima Signoria (organo rappresentativo della Repubblica di Venezia) dal 1554 al 1609. La serie di suppliche presentate alla Signoria sono oggi conservate all’archivio di stato di Venezia e sono suddivise nei due grandi fondi archivistici Collegio, Risposte di fuori e Collegio, Risposte di dentro. La distinzione di fuori e di dentro non si rapportava alla provenienza geografica dei supplicanti, ma agli organi istituzionali cui la Signoria chiedeva una risposta in merito a quanto chiesto dal supplicante. Con l’espressione di dentro ci si riferiva dunque alle magistrature che operavano nell’ambito della città dominante e del Dogado; con quella di fuori al rimanente dello stato ( da terra e da mar). Le suppliche erano nella quasi totalità dei casi stese da avvocati, sulla scorta delle motivazioni addotte dai supplicanti. La supplica veniva preventivamente accolta (probabilmente dopo un iniziale filtro da parte della cancelleria) e poi inoltrata all presenza dell’organo istituzionale dai supplicanti accompagnati dai loro avvocati . Una volta ricevuta la supplica, la magistratura preposta (per lo più rettori, nel caso delle suppliche di fuori) istruiva un processo interrogando i testi indicati dagli stessi supplicanti. Il fascicolo istruito veniva quindi consegnato a questi ultimi, che si incaricano di trasferirlo a Venezia alla stessa Signoria, che decideva infine sul da farsi.  La procedura seguita dalla presentazione e dall’accoglimento delle suppliche rappresenta dunque il tipico assetto costituzionale dello stato policentrico di antico regime, anche se alcune sue trasformazioni suggeriscono i cambiamenti intervenuti a livello istituzionale, di seguito ai mutati rapporti di forza. Va comunque precisato che gli avversari dei supplicanti potevano opporsi in Collegio all’accoglimento della delega richiesta nella supplica. In tal caso, nel fondo archivistico di tale magistratura sono pure allegate le risposte dei rettori o delle magistrature (in prevalenza l’Avogaria di comun) che erano state sollecitate a fornire un loro parere (si vedano gli esempi riportati al punto 4).
La scelta (nell’ambito tematico più ampio della successione ereditaria) è dettata dalle caratteristiche (e, pure, dalla frequenza) di conflitti successori in cui il soggetto principale è una donna. Conflitti che hanno dato luogo,... more
La scelta (nell’ambito tematico più ampio della successione ereditaria) è dettata dalle caratteristiche (e, pure, dalla frequenza) di conflitti successori in cui il soggetto principale è una donna. Conflitti che hanno dato luogo, soprattutto a partire dalla prima età moderna, ad una ricchissima documentazione depositata negli archivi pubblici e privati. Il termine donna rinvia dunque, in primo luogo, ad un approccio storiografico in cui il tema della biografia è predominante. Dagli archivi emergono vicende minute ed intricate al contempo; una serie di interrelazioni sociali dense e ricche di spunti interpretativi; nomi e cognomi: in definitiva informazioni che rinviano a donne che erano, per così dire, in attesa di emergere sullo scenario della storia, in virtù soprattutto di una diversa sensibilità che ne potesse cogliere la significatività storica. 
La biografia femminile (quale ci giunge dal conflitto successorio) appare come un dato che veicola aspetti di indubbia importanza sul piano interpretativo e storiografico. I conflitti di tale natura non possono infatti prescindere da una questione più ampia di genere, che implica, sullo sfondo, una serie di problemi di grande rilevanza (in primis l’onore) che influiscono sulla rappresentazione (e sugli stessi percorsi) del conflitto. Le cause successorie al femminile si costituiscono, dunque, come un fervido terreno di riflessione per cogliere non tanto e non solo questioni di tipo giuridico-successorio, quanto piuttosto la struttura stessa del linguaggio culturale che le anima. 
Sul piano successorio la relazione padre (ma leggasi anche lignaggio)-figlia è di estremo interesse, in quanto esplicita non solo un particolare legame affettivo e famigliare, ma rinvia pure ad un istituto successorio di estremo interesse: la dote.