Salò

The story of Zanzanù is symbolically the history of the birth of  outlaw imagine in early modern age. Zanzanù firstly became a 'bandit' because he received a banishment penalty owing to the killing of a member of a rival family. But then, unable to establish a peace with his enemies, he couldn't return to his village and he followed a vengeance for his father killing. Survived to several ambushes of his enemies and of bounty killers who chased him, he soon entered the  dimension of myth until he died the 17th of august 1617 in a bloody battle which lasted a full day.

La breve e lunga esistenza di Giovanni Beatrice fu contraddistinta da fasi che, in successione, possono essere considerate paradigmatiche nella costruzione del mito del fuorilegge. La prima, caratterizzata dalla serie cruenta di vendette si concluse nel 1607 con l’uccisione dello storico nemico Riccobon Sette. Pur personalmente colpitoda numerose sentenze di bando, in realtà Giovanni Beatrice si era sempre mosso all’interno della cosiddetta banda Zanoni, guidata dallo zio Giovan Francesco.
L’agguato di Riva, nel febbraio del 1609, lo isolò e lo spinse probabilmente a
cercare un rifugio e delle protezioni che lo allontanarono dai luoghi in cui era nato e vissuto; anche se, tra il 1610 e il 1611, di seguito all’abbattimento della sua casa di Gargnano, compì gli ultimi e clamorosi atti di sfida.
Gli anni successivi al febbraio del 1609 sono però comprensibili solo se vengono considerati alla luce di quanto si era svolto nel periodo che va dal giugno del 1607, contrassegnato dall’uccisione di Riccobon Sette, all’agguato notturno da cui Giovanni Beatrice riuscì a sfuggire tuffandosi nelle acque del lago dall’imbarcazione che si stava avvicinando a Riva del Garda. Un periodo breve, ma intenso, durante il quale la banda Zanoni si mosse spavaldamente sul bacino del lago dedicandosi apertamente all’attività di contrabbando, ma anche contrapponendosi a irriducibili e pericolosi nemici. Nel corso di quei diciannove mesi l’azione repressiva delle istituzioni veneziane contribuì all’affermazione di una nuova narrazione, che fu probabilmente decisiva nel determinare non solamente il sanguinoso agguato di Riva, ma pure la successiva biografia del bandito Giovanni Beatrice. Una biografia che,
entrando nella dimensione del mito, sarebbe stata successivamente raccontata avvalendosi di un codice interpretativo complesso e contraddittorio

This essay examines the society of a provincial seat of government in the Venetian mainland state during the early modern period. The analysis focuses on its social groups, the mercantile nature of its economy, its profound socio-economic tensions, public order, and relations between the lay and secular spheres. Families of the town prominent in these various phenomena over four centuries are the object of a lengthy discussion which traces their patrimonial, social and political trajectory.
Il saggio analizza la società di un capoluogo della Terraferma veneta durante l’epoca moderna. Sono oggetto di indagine le significative differenze di una società composta di ceti, il carattere mercantile della sua economia, le tensioni di carattere economico-sociale che la permeavano in profondità, l’ordine pubblico e i rapporti fra componente laica e religiosa. Alle famiglie della città, protagoniste delle citate dinamiche, è dedicata l’ampia disamina lungo l’arco di quattro secoli, seguendone l’ascesa patrimoniale, sociale e politica.

The book is published at the initiative of Tignale Municipality (Brescia) to commemorate the 4th centenary of the cruel battle which took place on the 17th August 1617 in the mountains above. A day which was soon recorded in the majestic ex-voto describing the death of the great outlaw Giovanni Beatrice (Zanzanù), which occurred between the two streams in the Monible valley, and today preserved in the Madonna di Montecastello sanctuary. Giovanni Beatrice, similarly to his uncle Giovan Francesco Beatrice
called Lima, can be considered a symbolic figure of banditry, which was widespread in many Mediterranean countries in modern history. The strong repressive actions carried out against him contributed somehow
to further foster his bandit fame, which over his lifetime had grown so much that allowed him to go down in myth. The humblest people on the Western cost of Lake Garda found in him a steady beacon.

Il cinema analizzato in questo libro si costruisce attorno alle due interdizioni che secondo André Bazin sanciscono i limiti della rappresentazione cinematografica, ovvero la morte e la piccola morte, l’orgasmo. L’universo letterario e biografico di D. A. F. De Sade costringe i registi che vi si avvicinano – nomi fondamentali nella storia del cinema quali Luis Buñuel e Pier Paolo Pasolini e outsider quali Peter Brook e Jesús Franco – a muoversi sui terreni dell’osceno, del proibito e dell’irrappresentabile. L’analisi dei testi produce una costellazione in cui ogni film dialoga con le altre pellicole, con l’opera di Sade nel suo complesso, con la letteratura critica su Sade e infine con spazi che fungono da cassa di risonanza per gli echi prodotti dai film. Nel bicentenario della morte (1814-2014) Sade dimostra di essere ancora un “prossimo nostro”, un autore che continua a far capolino dall’oscurità in cui è costretto e si costringe.

"Là dove si enuncia qualcosa come un 'limite' del pitturale, è là dove si espongono i paradigmi su cui, di fatto, la pittura lavora”. Georges Didi-Huberman "

Disponibile al sito: http://mimesisedizioni.it/sguardo-corpo-violenza.html

The paper dwell upon the ambush that some vicious merchants of the Lake of Garda organized in the night of february 13rd 1609 against the bandit Giovanni Beatrice (Zanzanù) and his companions at Riva del Garda. The story is narrated in the dossier kept in the Venetian archive of Frari and instructed by the bounty killers recruited by Alberghino Alberghini and other merchants of Salò and Desenzano.

Im nachfolgenden Aufsatz werden die Manierismus-Bezüge in den Filmen Pier Paolo Pasolinis ausgearbeitet und sein filmisches Werk wird als ein Beispiel des Kampfes gegen die Verunsicherungen und Gleichschaltungen der Nachkriegszeit interpretiert. Dabei werden vor allem drei Werke Pasolinis betrachtet, nämlich die Filme 'La ricotta' und 'Salò' (I 1975) sowie sein Text 'Lʼarticolo delle lucciole'. Doch zuvor wird die These vom 20. Jahrhundert als einem (neuen) Jahrhundert der Verunsicherung erläutert.

Le Salò de Pier Paolo Pasolini est la figure exemplaire d’un usage de Sade comme révélateur d’un pouvoir fasciste. De cet énoncé, on conclura, et à tord, que Sade est fasciste et que le propos de Pasolini consiste à condamner l’Italie mussolinienne. Pasolini ne voit pas chez Sade un prêche du totalitarisme non plus que sa cible première soit la République fasciste. Ces deux éléments (Sade et le fascisme) lui servent plutôt d’outils pour dénoncer un phénomène qui balaie l’Italie des années 1970 : le nouveau fascisme. C’est en ce sens que la décadence de l’ancien régime (peinte par Sade dans Les cent vingt journées de Sodome) couplée à l’édification grotesque d’une république fantoche dans la ville de Salò en 1943 serait susceptible d’éclairer la compréhension de ce nouvel « arrangement » politique. En creux de cette thèse, s’inscrit l’injonction pasolinienne à la destitution de la figure de l’anarchiste au pouvoir, où Sade apparaît comme le meilleur outil pour penser un « perpétuel inachèvement », une perpétuelle « errance » qui permettrait d’échapper à toute récupération par le pouvoir.