The digital culture, more and more scattered in our daily life, generate, more or less explicitly, a promise of liberation for the individual and for whole society. Therefore the Internet, from a technological medium has been changed from the collective imagination, in a utopian instrument capable of realizing, in a short time, all the dreams of freedom and political participation left unfulfilled in vast sectors of society. Over time, this utopian vision has been opposed by a dystopian vision of the Internet as a new global Big Brother able to monitor more and more closely the private lives of everyone. What is the real political perspective of digital culture? Is it possible to base on the digital culture, so pervading today in our lives, a perspective of political changing, both individual and collective?

Lo scritto, prendendo le mosse dai più recenti interventi del legislatore italiano sulla disciplina del processo civile che – al fine di semplificarlo e renderlo più efficiente – promuovono e regolano (in senso lato) la digitalizzazione, tenta di individuarne le indirette ricadute sul terreno sia applicativo, sia della cosiddetta giustizia predittiva. L’indagine si allarga poi al tema dell’impatto delle intelligenze artificiali sul sistema giustizia e alla questione cruciale – da tempo al centro del pensiero filosofico-giuridico – se il diritto possa essere tradotto in elementi quantitativi, suscettibili di calcolo, tali da essere (inters)oggettivamente esperibili e misurabili.

La partecipazione sociale e politica digitale contemporanea (e-Democracy) è un prodotto della digitalizzazione dello Stato e dei suoi apparati, caratterizzata dalla produzione di nuovi diritti resi possibili dalle tecnologie della comunicazione. La digitalizzazione degli apparati dello Stato attraverso le nuove tecnologie basate su algoritmi intelligenti e le norme sulla società dell’informazione e della comunicazione hanno innescato la produzione di cosiddetti “nuovi diritti” la cui esigibilità amplia il concetto di democrazia stabilendo una differenza tra il tradizionale governo della cosa pubblica e le crescenti pretese delle comunità sempre più legate al sistema della comunicazione digitale. I diritti di accedere a Internet e alla rete, all’e-voting, a comunicare con la PA attraverso le nuove tecnologie, a ricevere servizi pubblici digitali sono paralleli a doveri dello Stato caratterizzati dalla soddisfazione dei nuovi diritti. Contemporaneamente cresce il rischio che forme di ...

Il futuro della politica è sempre più legato al digitale. Marco Morosini, già ghostwriter di Beppe Grillo, descrive l'impatto che il "digitalismo politico", a bui si ispira il M5S potrebbe avere sulla democrazia.

L’articolo opera una sintetica ricostruzione dell’attuale quadro normativo in tema di democrazia diretta e partecipativa, nonché delle più comuni prassi di condivisione delle decisioni interne agli stessi partiti politici (si pensi alle cc.dd. primarie e alla nota piattaforma Rousseau), per poi soffermarsi sui rischi di manipolazione del consenso e di destrutturazione dello stesso modello tradizionale di partito, propri della comunicazione politica digitale. A seguire, esso si sofferma sulle risposte elaborate dal legislatore nazionale e, soprattutto, europeo, insieme ad alcuni spunti in prospettiva de iure condendo.