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Romeo Dell’Era
  • Institut d'archéologie et des sciences de l’Antiquité
    Bâtiment Anthropole
    Quartier Chamberonne
    UNIL Dorigny
    CH-1015 Lausanne
    Suisse
“Le iscrizioni romane del Canton Ticino” è l’edizione completa di tutte le iscrizioni latine di età romana su pietra note dal territorio dell’attuale Canton Ticino. Si tratta della prima opera in cui queste iscrizioni (in totale 34... more
“Le iscrizioni romane del Canton Ticino” è l’edizione completa di tutte le iscrizioni latine di età romana su pietra note dal territorio dell’attuale Canton Ticino. Si tratta della prima opera in cui queste iscrizioni (in totale 34 documenti + appendice) siano riunite tutte insieme e presentate con gli stessi criteri moderni di edizione, mentre già esistono pubblicazioni relativamente recenti sulle iscrizioni preromane (celtiche) e medievali del Canton Ticino. Tutte le iscrizioni sono state oggetto di un’attenta ricerca bibliografica e storica; quelle ancora accessibili sono state studiate sul posto. Ognuna di esse è stata poi descritta, trascritta, illustrata, tradotta in italiano e commentata, nel rispetto delle convenzioni internazionalmente riconosciute e considerando sia il testo epigrafico sia il suo supporto, ossia il manufatto in pietra scolpita. L’obiettivo principale di questa edizione è sfruttare al meglio le potenzialità delle fonti epigrafiche per integrare le conoscenze storiche e archeologiche sull’età romana in Ticino.
Tesi di dottorato in cotutela fra l’Università di Losanna (dir. Dott. Michel Aberson) e Sapienza Università di Roma (dir. Prof. Gian Luca Gregori). Le epigrafi sono fonti insostituibili per la storia antica ed erano un importante mezzo... more
Tesi di dottorato in cotutela fra l’Università di Losanna (dir. Dott. Michel Aberson) e Sapienza Università di Roma (dir. Prof. Gian Luca Gregori).

Le epigrafi sono fonti insostituibili per la storia antica ed erano un importante mezzo di comunicazione in età romana: l’analisi di questo fenomeno è decisiva per meglio comprendere molti aspetti della romanità e della romanizzazione. Il concetto di “cultura epigrafica” è essenziale per le ricerche che considerano le iscrizioni non soltanto come fonti storiche, ma anche come testimonianze di un fenomeno sociale di comunicazione che si materializza contemporaneamente nel testo scritto e nel suo supporto. La storia e l’archeologia delle Alpi sono al centro di un interesse costantemente rinnovato: le ricerche in queste due discipline si sono evolute e si sviluppano in un’ottica interdisciplinare perché il contesto alpino, strettamente legato al territorio, domanda una forte interazione fra di esse. In questo contesto l’epigrafia, punto di contatto fra la cultura materiale e quella scritta, ha un ruolo importante. Le informazioni ricavate dalle iscrizioni e dai loro supporti sono state gestite mediante la banca dati ALPINITAS, appositamente creata, a partire dalla quale si sono potute definire varie categorie tematiche e poi, con un procedimento di seriazione, vari gruppi tipologici nella comunicazione epigrafica centroalpina. Questo ha poi permesso di riconoscere e definire diversi “orizzonti epigrafici” locali e regionali; capirne le origini, le particolarità, gli sviluppi e le relazioni reciproche permette di affacciarsi su dinamiche socioculturali più ampie.
Il volume raccoglie i contributi presentati al Colloquio internazionale “Les Romains dans les Alpes”, organizzato all’Università di Losanna dal 13 al 15 maggio 2019. Tema della prima sessione, orientata sulla “Grande Histoire”, è stata la... more
Il volume raccoglie i contributi presentati al Colloquio internazionale “Les Romains dans les Alpes”, organizzato all’Università di Losanna dal 13 al 15 maggio 2019. Tema della prima sessione, orientata sulla “Grande Histoire”, è stata la presenza romana nelle Alpi, la “conquista” della catena alpina da parte dei Romani fra il III e il I secolo a.C. e la successiva assimilazione di queste regioni nel mondo romano. Le scoperte archeologiche di questi ultimi decenni hanno infatti fornito nuove informazioni sulle Alpi prima delle campagne militari di Augusto, con le quali viene comunemente identificata la sottomissione delle popolazioni indigene al potere romano. L’epigrafia è stata invece la protagonista della seconda sessione, nella quale gli studiosi hanno presentato nuove scoperte e nuovi approcci nell’ambito dell’epigrafia alpina, dell’onomastica antica e dello studio delle culture epigrafiche. Le ricerche attuali hanno messo bene in evidenza i contatti culturali e linguistici tra le popolazioni alpine e i Romani, richiamati dai relatori partendo da approcci diversi.
Research Interests:
Stelae with Celtic inscriptions from the Lugano region (Canton Ticino, Switzerland) were mostly found in situations of re-use and scholars have dated them based on palaeographic comparisons. In this paper, these inscribed stelae will be... more
Stelae with Celtic inscriptions from the Lugano region (Canton Ticino, Switzerland) were mostly found in situations of re-use and scholars have dated them based on palaeographic comparisons. In this paper, these inscribed stelae will be put into the archaeological context of the area, whose greatest occupation took place during the Early Iron Age (Golasecca culture). Moreover, tombs from that period are often attested near the findspots of inscribed stelae. Since finds from the Early and Middle La Tène culture are extremely limited in the Lugano region, it seems unlikely that there was a significant epigraphic production in the Late Iron Age. The Celtic inscriptions on stone stelae found in the Lugano region should therefore be a local expression of the Golasecca culture.
Con questa notizia si fornisce un aggiornamento alle conoscenze storiche sui fonditori di campane a Locarno, oggetto di uno studio pubblicato nel 2017 sul Bollettino della Società Storica Locarnese (https://www.academia.edu/35365575).... more
Con questa notizia si fornisce un aggiornamento alle conoscenze storiche sui fonditori di campane a Locarno, oggetto di uno studio pubblicato nel 2017 sul Bollettino della Società Storica Locarnese (https://www.academia.edu/35365575). Infatti, sul campanile della chiesa dei Santi Gottardo e Anna a Prestinone (frazione del comune di Craveggia, in Valle Vigezzo) si trova un piccolo concerto di quattro campane interamente fuso nel 1781 dal locarnese Giovanni Giacomo Bustelli, fonditore di cui si conoscevano soltanto due campane ancora conservate.
La ricerca sulla produzione di campane si effettua tramite lo studio delle campane stesse (forma, decorazioni, iscrizioni, iconografia), ma anche delle fonti documentarie (contratti fra acquirenti e fonditori, informazioni su campane oggi... more
La ricerca sulla produzione di campane si effettua tramite lo studio delle campane stesse (forma, decorazioni, iscrizioni, iconografia), ma anche delle fonti documentarie (contratti fra acquirenti e fonditori, informazioni su campane oggi non più esistenti) e delle tracce archeologiche (fosse di fusione, frammenti di stampi), specialmente laddove siano associate a un preciso contesto stratigrafico. Queste diverse fonti sono complementari e permettono di ottenere importanti informazioni sui fonditori di campane e sulla loro attività. In questo contributo si è scelto di porre l’attenzione sulle fonti documentarie, di gran lunga le più rare fra quelle disponibili nella Svizzera italiana per ricostruire la storia della produzione di campane nel Medioevo. Sono quindi prese in esame due pergamene del tardo Quattrocento, proponendo per ciascuna di esse un’edizione del testo latino e una sua traduzione in italiano. Nel commento, questi documenti sono messi a confronto con altre fonti relative alla produzione di quelle stesse campane.
Italian bell heritage is extremely rich and varied, but also little known. It is not easy to classify the numerous traditional bell ringing cultures in Italy: although free-swinging bells are the most common, especially (but not only) in... more
Italian bell heritage is extremely rich and varied, but also little known. It is not easy to classify the numerous traditional bell ringing cultures in Italy: although free-swinging bells are the most common, especially (but not only) in central and southern regions, some territories show different bell hanging styles, which are generally associated with specifically planned sets of bells and particular ringing techniques. Those campanological cultures can be defined as “systems”: some ringing techniques are possible only on specific sets of bells with precise hanging styles, which are conceived in order to make those ringing techniques possible.
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[MORE INFORMATION IN: Romeo Dell’Era, Gian Luca Gregori, “Amministrazione imperiale e popoli alpini al tempo di Domiziano. Il caso del procurator Augusti Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum”, Ancient... more
[MORE INFORMATION IN: Romeo Dell’Era, Gian Luca Gregori, “Amministrazione imperiale e popoli alpini al tempo di Domiziano. Il caso del procurator Augusti Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum”, Ancient Society, 51 (2021), pp. 157-191]
The aim of this paper is a reflection on the policy of the Flavians – in particular Domitian – towards the Alpine territories. Augustus celebrated the conquest of the Alps, but the integration of local populations into the Roman administrative system, with the eventual granting of citizenship, took place gradually during the reigns of successive emperors and could have been accomplished perhaps only in the Flavian age.

[MAGGIORI INFORMAZIONI IN: Romeo Dell’Era, Gian Luca Gregori, “Amministrazione imperiale e popoli alpini al tempo di Domiziano. Il caso del procurator Augusti Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum”, Ancient Society, 51 (2021), pp. 157-191]
Scopo di questo contributo è una riflessione sulla politica dei Flavi, e in particolare di Domiziano, nei confronti dei territori alpini. Augusto celebrò la sua conquista delle Alpi, ma l’integrazione delle popolazioni locali nel sistema amministrativo romano, con l’eventuale concessione della cittadinanza, avvenne in modo graduale durante i regni degli imperatori successivi e poté dirsi compiuta forse soltanto in età flavia.
Research Interests:
The epigraphical cursus honorum of Sex. Attius Suburanus Aemilianus mentions the task of procurator Augusti Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum, otherwise not attested, which he held at the beginning of... more
The epigraphical cursus honorum of Sex. Attius Suburanus Aemilianus mentions the task of procurator Augusti Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum, otherwise not attested, which he held at the beginning of Domitian’s reign. In addition to the province of the Cottian Alps, Suburanus Aemilianus had competence on three other little-known Alpine communities. The authors propose the identification of these communities and reflect on the tasks of this procurator. Their analysis unveils chronological and juridical novelties as well as new hints about imperial administration in the Alps under Domitian.

Il cursus honorum epigrafico di Sex. Attius Suburanus Aemilianus menziona l’incarico di procurator Augusti Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum, altrimenti non attestato, che ricoprì all’inizio del regno di Domiziano. In aggiunta alla provincia delle Alpi Cozie, Suburanus Aemilianus ebbe competenza su tre comunità alpine poco note. Gli autori propongono l’identificazione di queste comunità e degli interventi del procurator. La loro analisi rivela novità cronologiche e giuridiche, così come nuovi indizi sull’amministrazione imperiale nelle Alpi sotto Domiziano.
Il volume raccoglie i contributi presentati al Colloquio internazionale “Les Romains dans les Alpes”, organizzato all’Università di Losanna dal 13 al 15 maggio 2019. Tema della prima sessione, orientata sulla “Grande Histoire”, è stata la... more
Il volume raccoglie i contributi presentati al Colloquio internazionale “Les Romains dans les Alpes”, organizzato all’Università di Losanna dal 13 al 15 maggio 2019. Tema della prima sessione, orientata sulla “Grande Histoire”, è stata la presenza romana nelle Alpi, la “conquista” della catena alpina da parte dei Romani fra il III e il I secolo a.C. e la successiva assimilazione di queste regioni nel mondo romano. Le scoperte archeologiche di questi ultimi decenni hanno infatti fornito nuove informazioni sulle Alpi prima delle campagne militari di Augusto, con le quali viene comunemente identificata la sottomissione delle popolazioni indigene al potere romano. L’epigrafia è stata invece la protagonista della seconda sessione, nella quale gli studiosi hanno presentato nuove scoperte e nuovi approcci nell’ambito dell’epigrafia alpina, dell’onomastica antica e dello studio delle culture epigrafiche. Le ricerche attuali hanno messo bene in evidenza i contatti culturali e linguistici tra le popolazioni alpine e i Romani, richiamati dai relatori partendo da approcci diversi.
Research Interests:
Benedetto Giovio (Como, 1471-1545), fratello maggiore del più celebre Paolo Giovio, fu un notaio ed umanista comasco. Specialmente negli anni della sua gioventù, Benedetto Giovio disegnò e commentò diverse iscrizioni romane di Como e dei... more
Benedetto Giovio (Como, 1471-1545), fratello maggiore del più celebre Paolo Giovio, fu un notaio ed umanista comasco. Specialmente negli anni della sua gioventù, Benedetto Giovio disegnò e commentò diverse iscrizioni romane di Como e dei suoi dintorni. La sua raccolta epigrafica, intitolata "Veterum monumentorum quae tum Comi tum eius in agro reperta sunt collectanea", è conservata in diverse copie manoscritte, ma non è mai stata edita a stampa. In questo contributo viene considerato un gruppo di quattro epigrafi, che il Giovio vide a Ligornetto e dintorni alla fine del XV secolo.
In questo articolo è discusso un particolare aspetto del processo produttivo di quelle campane, principalmente medievali, che presentano iscrizioni e immagini formate da linee più o meno sottili e in leggero rilievo, apparentemente... more
In questo articolo è discusso un particolare aspetto del processo produttivo di quelle campane, principalmente medievali, che presentano iscrizioni e immagini formate da linee più o meno sottili e in leggero rilievo, apparentemente tracciate a mano libera. Nella letteratura campanologica sembra essersi affermata da tempo l’opinione che questi elementi di corredo siano il risultato di un’incisione operata nella superficie interna del mantello dopo il sollevamento di quest’ultimo dalla falsa campana. L’osservazione di alcune fra queste campane sembra però suggerire un’altra interpretazione.
Breve articolo divulgativo sui ritrovamenti archeologici di Pregassona-Viarnetto (Lugano), in particolare due tombe dell'età del Ferro scoperte negli anni 1919-1920, con proposte relative al futuro Parco Viarno, attualmente in fase di... more
Breve articolo divulgativo sui ritrovamenti archeologici di Pregassona-Viarnetto (Lugano), in particolare due tombe dell'età del Ferro scoperte negli anni 1919-1920, con proposte relative al futuro Parco Viarno, attualmente in fase di progettazione.
In Val Lavizzara, tratto superiore della Vallemaggia, sono conservate due campane medievali. In ambedue i casi, le campane sono poste su un campaniletto secondario della chiesa parrocchiale, un aspetto che ne ha certamente favorito la... more
In Val Lavizzara, tratto superiore della Vallemaggia, sono conservate due campane medievali. In ambedue i casi, le campane sono poste su un campaniletto secondario della chiesa parrocchiale, un aspetto che ne ha certamente favorito la conservazione sino ad oggi. L’una, fusa nel 1481, è custodita a Broglio, mentre l’altra, non datata ma probabilmente assegnabile alla prima metà del XIV secolo, si trova a Fusio. Seppur non firmate e notevolmente diverse tra loro, entrambe le campane sono riconducibili a produzioni tipiche della Svizzera interna: la campana di Broglio, che presenta un’iscrizione in minuscola gotica, potrebbe essere attribuita al fonditore bernese Heinrich Zehnder.

Im Val Lavizzara, dem oberen Teil des Vallemaggia, sind zwei mittelalterliche Glocken erhalten. In beiden Fällen sind die Glocken in einem zweiten Glockenturm der Pfarrkirche aufgehängt, was ihre Erhaltung bis heute sicherlich begünstigt hat. Die eine, 1481 gegossen, befindet sich in Broglio, während die andere, undatiert, aber wahrscheinlich aus der ersten Hälfte des 14. Jahrhunderts stammend, in Fusio hängt. Obwohl nicht signiert und erheblich voneinander abweichend, lassen sich beide Glocken auf typische Produkte der Deutschschweiz zurückführen: Die Glocke in Broglio, die eine gotische Minuskelinschrift trägt, könnte dem Berner Giesser Heinrich Zehnder zugeschrieben werden.
Breve articolo divulgativo sulla scoperta di una tomba dell'età del Ferro, avvenuta nel novembre 1960 ad Aldesago (Lugano). La tomba a incinerazione, databile intorno al 300-250 a.C., conteneva una situla in lamina di bronzo e tre... more
Breve articolo divulgativo sulla scoperta di una tomba dell'età del Ferro, avvenuta nel novembre 1960 ad Aldesago (Lugano). La tomba a incinerazione, databile intorno al 300-250 a.C., conteneva una situla in lamina di bronzo e tre recipienti ceramici: una ciotola, un bicchiere e una particolarissima “clessidra pre-trottola”.
Riassunto dell'articolo scientifico “Une clepsydre pre-trottola dans une tombe d’Aldesago (Lugano, Suisse)”, dans Lucien Rivet (dir.), Société Française d’Étude de la Céramique Antique en Gaule - Actes du Congrès de Reims (10-13 mai 2018), Marseille 2018, pp. 513-518 (https://www.academia.edu/38055676).
Questo contributo è una rassegna delle iscrizioni romane conservate presso Villa Maraini (Istituto Svizzero di Roma), acquistate sul mercato antiquario a inizio Novecento. Tre iscrizioni sono edite (due urbane e una di Lanuvium; due di... more
Questo contributo è una rassegna delle iscrizioni romane conservate presso Villa Maraini (Istituto Svizzero di Roma), acquistate sul mercato antiquario a inizio Novecento. Tre iscrizioni sono edite (due urbane e una di Lanuvium; due di esse erano considerate perdute) e una è inedita. Una quinta epigrafe (addendum) è forse una falsa.
Starting from some questions about the ancient objects kept at the Villa Maraini in Rome, headquarters of the Istituto Svizzero, the reader is guided in a journey back into the history of that villa and the place where it stands. From... more
Starting from some questions about the ancient objects kept at the Villa Maraini in Rome, headquarters of the Istituto Svizzero, the reader is guided in a journey back into the history of that villa and the place where it stands. From present until Antiquity, from the Istituto Svizzero until Julius Caesar.
Research Interests:
Nuova lettura di un’iscrizione celtica da Pregassona (Lugano).
In questo articolo si presentano i risultati principali del lavoro di master “La vallée du Cassarate (distr. de Lugano) à l’âge du Fer et à l’époque romaine”, portato a termine nel 2017 all’Università di Losanna sotto la direzione del... more
In questo articolo si presentano i risultati principali del lavoro di master “La vallée du Cassarate (distr. de Lugano) à l’âge du Fer et à l’époque romaine”, portato a termine nel 2017 all’Università di Losanna sotto la direzione del Prof. Thierry Luginbühl e reso possibile dalla collaborazione dell’Ufficio cantonale dei beni culturali (UBC) di Bellinzona.
The inscription on the Roman altar of Gravesano (Ticino, Switzerland) is complete, but its reading is arduous because of the eroded surface and the natural texture of the stone. A first reading was established with traditional epigraphic... more
The inscription on the Roman altar of Gravesano (Ticino, Switzerland) is complete, but its reading is arduous because of the eroded surface and the natural texture of the stone. A first reading was established with traditional epigraphic techniques (autopsy and paper squeeze), but the text remained partially undeciphered. In order to enhance the readings of stone inscriptions, a more extensive and accurate technique was deemed necessary. This involved a collaboration between specialists in Roman epigraphy and in forensic science. We propose the use of forensic photogrammetry, which has proven to be useful in the study of archaeological objects. The high-quality photographs and the resulting 3D dynamic model were examined and the reading of the inscription could be confirmed and improved. The details of that procedure are exposed and illustrated in this paper. A link points to the PDF 3D file obtained from the original 3D dynamic model.
La festa del Primo d’agosto è un appuntamento ricorrente nel calendario della Pro Piandera, associazione di antico stampo ma tuttora presente e attiva nella realtà locale, con un ruolo di aggregazione sociale. Il programma della giornata... more
La festa del Primo d’agosto è un appuntamento ricorrente nel calendario della Pro Piandera, associazione di antico stampo ma tuttora presente e attiva nella realtà locale, con un ruolo di aggregazione sociale. Il programma della giornata è stato rispettato, con tuttavia una parentesi straordinaria che ha richiamato l’attenzione dei presenti su un progetto culturale di cui si è occupata la Pro Piandera: il restauro di un affresco della Crocifissone datato 1650. Di autore ignoto, l’opera reca un’iscrizione che riporta la data di esecuzione e il nome del committente. Il percorso del delicato restauro e la descrizione dell’opera nei contributi dell’archeologo Romeo Dell’Era e della storica dell’arte Patrizia Perencin.
Edizione di due frammenti marmorei di cui si dimostra la pertinenza a uno stesso monumento epigrafico di età romana, una stele ad erma, con importanti confronti nel panorama dei collegi professionali di Como.
Un frammento di stele con iscrizione celtica fu trovato nel 2007 a Dino, nella valle del Cassarate, presso Lugano, durante i lavori di restauro di una villa. La stele si trovava fuori dal suo contesto originario ed era inserita in un muro... more
Un frammento di stele con iscrizione celtica fu trovato nel 2007 a Dino, nella valle del Cassarate, presso Lugano, durante i lavori di restauro di una villa. La stele si trovava fuori dal suo contesto originario ed era inserita in un muro dell’edificio. Il nuovo monumento va ad aggiungersi ad altri pezzi analoghi d’epoca preromana rinvenuti nel Luganese che costituiscono un nucleo importante dell’epigrafia celtica cisalpina. L’autore si sofferma dapprima sull’iscrizione. Posta all’interno di un contorno antropomorfo stilizzato, la parte conservata del testo – in lingua celtica cisalpina e in alfabeto nord-etrusco del tipo cosiddetto «di Lugano» – consiste di una sola parola interpretabile come un patronimico che doveva essere preceduto da un nome unico femminile, andato perduto. Il confronto paleografico con altre inscrizioni celtiche note permette di datare la stele tra il IV e la metà del II secolo a.C. Tale datazione sembra però contrastare con quanto finora rinvenuto nella valle del Cassarate ove contesti archeologici noti databili in questo periodo sono assai rari rispetto a quelli d’epoca precedente. Tale discrepanza potrebbe suggerire secondo l’autore una datazione più alta per questa e per altre stele rinvenute nella regione.
Développement de la question présentée dans le poster du même titre : https://www.academia.edu/36679541
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Il borgo di Locarno è stato la sede di alcune fonderie di campane tra il Seicento e l’Ottocento. Questo articolo vuole essere una prima sintesi di questa particolare attività produttiva.
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Lo scorso 26 ottobre, la Società storica locarnese ha organizzato una conferenza che ha visto la partecipazione, in qualità di relatore, di Romeo Dell’Era che ha trattato un tema piuttosto incosueto nonché singolare dal titolo: “Pietro... more
Lo scorso 26 ottobre, la Società storica locarnese ha organizzato una conferenza che ha visto la partecipazione, in qualità di relatore, di Romeo Dell’Era che ha trattato un tema piuttosto incosueto nonché singolare dal titolo: “Pietro Franca: un fonditore di campane a Locarno”. Gli abbiamo chiesto di fornirci una sintesi della sua relazione; lo ringraziamo della cortese disponibilità.
Domiciliato a Piandera (Val Colla), Dell’Era è studente in Scienze dell’Antichità (Archeologia, Latino e Storia antica) presso l’Università di Losanna. Dal 2006 sta svolgendo, nel tempo libero, un lavoro di ricerca sulle campane del Canton Ticino. È membro di comitato della GCCS (Gilda dei Carillonneurs e dei Campanologi Svizzeri) e vicepresidente dell’Associazione Italiana di Campanologia.
Dès l’époque augustéenne, toutes les cités italiennes du pied des Alpes étaient organisées selon les modèles romains du municipe ou de la colonie. En revanche, les peuples alpins avaient un degré de romanisation variable. L’étude des... more
Dès l’époque augustéenne, toutes les cités italiennes du pied des Alpes étaient organisées selon les modèles romains du municipe ou de la colonie. En revanche, les peuples alpins avaient un degré de romanisation variable. L’étude des inscriptions aide à comprendre quels étaient les rapports entre ces deux réalités.
1. Edizione di un'iscrizione su un altare votivo (AE 2005, 653) ritrovato nel 1994, mai pubblicata in modo completo. La lettura difficile è stata coadiuvata dall'intervento di specialisti del settore forense. 2. Riedizione di... more
1. Edizione di un'iscrizione su un altare votivo (AE 2005, 653) ritrovato nel 1994, mai pubblicata in modo completo. La lettura difficile è stata coadiuvata dall'intervento di specialisti del settore forense.
2. Riedizione di un'iscrizione funeraria (CIL V, 5244) citata nel XVI secolo, poi perduta e infine ritrovata nel 1985.
Le territoire de l’actuel canton du Tessin connaît à l’Âge du Fer deux cultures archéologiques celtiques: d’abord celle de Golasecca, autochtone, et ensuite celle de La Tène, originaire d’Europe centrale, qui s’étend au Sud des Alpes à la... more
Le territoire de l’actuel canton du Tessin connaît à l’Âge du Fer deux cultures archéologiques celtiques: d’abord celle de Golasecca, autochtone, et ensuite celle de La Tène, originaire d’Europe centrale, qui s’étend au Sud des Alpes à la suite des «invasions gauloises» du début du IVe siècle av. J.-C. Les populations tessinoises s’adaptent à la nouvelle culture, mais comment s’est déroulée cette transition?
Nell’attuale Canton Ticino, incluso anticamente nella regio XI Transpadana, è stata ritrovata poco più di una trentina di iscrizioni lapidee di età romana, principalmente di ambito funerario o sacro. Finora poco considerati o persino... more
Nell’attuale Canton Ticino, incluso anticamente nella regio XI Transpadana, è stata ritrovata poco più di una trentina di iscrizioni lapidee di età romana, principalmente di ambito funerario o sacro. Finora poco considerati o persino esclusi dagli studi storici ed epigrafici sull’Italia romana, questi documenti permettono di conoscere vari aspetti della storia di un territorio la cui separazione dalla Lombardia è avvenuta soltanto in età moderna.
Per esempio, nei dintorni di Mendrisio e di Lugano è assodata la presenza di esponenti dell’élite cittadina di Comum e Mediolanum, sepolti nelle loro proprietà di campagna e talvolta imparentati con la popolazione locale. Una parte non trascurabile di quest’ultima, come risulta dalle ricerche onomastiche, sembra essere stata, in età imperiale, priva della cittadinanza romana; questa anomalia, nell’ambito di un contesto istituzionale transpadano, dovrà essere spiegata. Le iscrizioni sacre, in gran parte votive, rivelano l’affermarsi di teonimi latini, cui sono sottesi fenomeni di interpretatio Romana di divinità indigene. Le numerosissime iscrizioni su instrumentum, non considerate in questa ricerca, potrebbero costituire l’oggetto di uno studio futuro.
Nell’Alto Ticino non sono state rinvenute iscrizioni antiche; in queste valli abitavano i Lepontii, elencati fra le gentes Alpinae deuictae in età augustea. Un secolo più tardi, essi erano forse beneficiari del diritto latino e adtributi a una città transpadana, come risulta da recenti ricerche su fonti diverse.
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L'argomento di questo poster è stato sviluppato in articolo nel Bulletin d'Études Préhistoriques et Archéologiques Alpines: https://www.academia.edu/42017982 In questo poster si presentano i risultati principali del lavoro di master... more
L'argomento di questo poster è stato sviluppato in articolo nel Bulletin d'Études Préhistoriques et Archéologiques Alpines: https://www.academia.edu/42017982

In questo poster si presentano i risultati principali del lavoro di master “La vallée du Cassarate (distr. de Lugano) à l’âge du Fer et à l’époque romaine”, portato a termine nel 2017 all’Università di Losanna sotto la direzione del Prof. Thierry Luginbühl e reso possibile dalla collaborazione dell’Ufficio cantonale dei beni culturali (UBC) di Bellinzona.

La valle del fiume Cassarate si estende per una quindicina di km a nord di Lugano (Canton Ticino, Svizzera) e costituisce un territorio geograficamente coerente nell’area prealpina. Dal punto di vista archeologico si tratta di una regione poco conosciuta, sebbene i ritrovamenti dell’età del Ferro e di epoca romana siano relativamente numerosi e ben distribuiti. Tuttavia, non essendo mai stati ritrovati abitati o necropoli di grandi dimensioni, la ricerca sull’età del Ferro e sull’epoca romana in Ticino si è concentrata solo marginalmente su quest’area.

Lo studio di un territorio ristretto ha consentito di prendere in considerazione tutte le fonti disponibili per l’età del Ferro e per l’epoca romana con un approccio volto a definire l’identità storica ed archeologica della valle del Cassarate. Le fonti archeologiche costituiscono la maggior parte del corpus (tanto più che nessuna fonte letteraria antica menziona questa regione), ma l’eterogeneità della loro documentazione è tale da dover adattare di volta in volta il metodo d’indagine: si va da ritrovamenti di fine Ottocento di cui si hanno soltanto brevi testi descrittivi, da analizzare quasi filologicamente, fino a scavi recenti con regolari rapporti di scavo e con tutto il materiale conservato, per i quali è stato necessario selezionare e riassumere le informazioni significative per uno studio generale. Su un totale di 52 siti archeologici analizzati – per i quali si è tentato di stabilire una bibliografia completa – sono più della metà i casi in cui il materiale non è più conservato e si è dovuto fare affidamento alle fonti disponibili, ma vi sono anche diversi insiemi o singoli oggetti inediti. Ci sono poi casi in cui gli oggetti archeologici riportano delle iscrizioni (celtiche o latine) oppure sono delle monete (celtiche o romane): in questi casi si è ricorso ai metodi propri dell’epigrafia e della numismatica per arricchire in modo pluridisciplinare questo lavoro.

Nel caso di diversi siti è stato possibile ridefinirne la cronologia e/o la localizzazione geografica. Grazie all’uso del programma ArcGIS è stato possibile realizzare delle carte cronologiche che permettono, insieme alla tabella riassuntiva dei siti, di avere una visione d’insieme su questo territorio. Alcuni siti il cui potenziale è stato messo in luce in questo lavoro andranno chiaramente approfonditi singolarmente in altre sedi. La metodologia messa in atto in questo lavoro potrebbe prestarsi allo studio di altri territori alpini poco conosciuti.
Research Interests:
Le sujet de ce poster a été développé en article dans les Actes : https://www.academia.edu/38055676 Le mobilier d’une tombe à incinération inédite découverte en 1960 à Aldesago (Lugano) se compose de quatre objets, dont un vase du type... more
Le sujet de ce poster a été développé en article dans les Actes : https://www.academia.edu/38055676
Le mobilier d’une tombe à incinération inédite découverte en 1960 à Aldesago (Lugano) se compose de quatre objets, dont un vase du type pre-trottola avec 17 perforations dans le fond, réalisées avant cuisson. Si la forme de cet objet est caractéristique de La Tène B2/C1 en Gaule Cisalpine, la présence de perforations dans le fond constitue une particularité remarquable qui modifie sensiblement son emploi, fondé sur le même principe physique qui régit les pipettes à vin d’époque romaine. Des parallèles fonctionnels plus proches se trouvent en Grèce et au Levant sous le nom de « clepsydres » ; ce même terme a été également employé pour des équivalents dans la protohistoire ibérique. Dans l’espace celtique cisalpin, le seul parallèle repéré jusqu’à présent provient de Côme et serait antérieur de plus de deux siècles. Sur le plan chronologique, les autres objets dans la tombe d’Aldesago – une situle en bronze, un gobelet et une écuelle – semblent confirmer une datation de LT B2.
Short proceedings of a web conference on linguistic and cultural contacts in the Ancient Mediterranean and Near East with a focus on Italy and Anatolia organized at the Swiss Institute in Rome on 25/06/2020.
Web conference on linguistic and cultural contacts in the Ancient Mediterranean and Near East with a focus on Italy and Anatolia. Organized at the Swiss Institute in Rome, 25/06/2020. Tanto il mondo classico quanto quello... more
Web conference on linguistic and cultural contacts in the Ancient Mediterranean and Near East with a focus on Italy and Anatolia. Organized at the Swiss Institute in Rome, 25/06/2020.

Tanto il mondo classico quanto quello vicinorientale sono stati a lungo panorama di innumerevoli contatti, incontri e scontri tra popoli diversi. Per millenni, genti di ogni sostrato e provenienza hanno abitato territori ricchi di storia e tradizioni in un continuo scambio linguistico e culturale. Tale scambio ha posto le basi necessarie per lo sviluppo di civiltà altamente evolute nonché fondanti del nostro mondo contemporaneo.

L’Italia nel mondo mediterraneo e l’Anatolia nel mondo vicinorientale costituiscono due casi di grande interesse al fine dell’analisi di questi contatti culturali. Durante l’incontro, due ricercatori affermati, esperti rispettivamente di ognuna di queste due macroregioni ed impegnati nello studio di fenomeni di contatto, si confronteranno al fine di stimolare una discussione interdisciplinare e future direzioni di ricerca.

Ciascun intervento sarà seguito da una sessione di domande e risposte. In seguito, gli organizzatori commenteranno i due interventi e modereranno una tavola rotonda conclusiva con la partecipazione del pubblico.
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Programme du colloque international « Les Romains dans les Alpes : Histoire, archéologie, épigraphie », qui se tiendra à l'Université de Lausanne du 13 au 15 mai 2019. Ce colloque est ouvert à toute personne intéressée. Programma del... more
Programme du colloque international « Les Romains dans les Alpes : Histoire, archéologie, épigraphie », qui se tiendra à l'Université de Lausanne du 13 au 15 mai 2019. Ce colloque est ouvert à toute personne intéressée.

Programma del convegno internazionale "I Romani nelle Alpi: Storia, archeologia, epigrafia", che si terrà all'Università di Losanna dal 13 al 15 maggio 2019. Questo convegno è aperto ad ogni persona interessata.
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Nuove riflessioni sulla carriera del cavaliere Attius Suburanus e in particolare sulla sua procuratela Alpium Cottianarum et Pedatium Tyriorum et Cammuntiorum et Lepontiorum, all'inizio del regno di Domiziano
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Il volume Le iscrizioni romane del Canton Ticino, curato da Romeo Dell’Era (Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2022), costituisce l’edizione completa delle iscrizioni latine di età romana su pietra note nel territorio dell’attuale cantone... more
Il volume Le iscrizioni romane del Canton Ticino, curato da Romeo Dell’Era (Bellinzona, Edizioni Casagrande, 2022), costituisce l’edizione completa delle iscrizioni latine di età romana su pietra note nel territorio dell’attuale cantone Ticino. Si tratta del primo inventario completo e unitario di queste iscrizioni (in totale una trentina), presentate con criteri di edizione moderni, che completa peraltro un quadro di indagine che vede già nel territorio pubblicazioni recenti sulle iscrizioni preromane (celtiche) e medievali. Le iscrizioni sono oggetto di un’attenta ricerca bibliografica e storica, e quelle ancora accessibili sono state studiate sul posto. Ognuna di esse è descritta, trascritta, illustrata, tradotta in italiano e commentata, considerando sia il testo epigrafico sia il suo supporto, il manufatto in pietra scolpita. L’obiettivo principale dell’opera è quello di sfruttare al meglio le potenzialità delle fonti epigrafiche per integrare le conoscenze storiche e archeologiche sull’età romana.
Con Romeo Dell’Era, dottorando in Storia antica presso l’Università di Losanna e la Sapienza Università di Roma, ne parleranno Gian Luca Gregori, professore di Epigrafia Latina e Antichità Romane presso Sapienza Università di Roma, e Stefano Vassere, direttore delle Biblioteche cantonali.
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Locarno è stata la sede di almeno quattro fonderie di campane tra la seconda metà del Seicento e la metà dell’Ottocento. Il protagonista di questa conferenza è Pietro Franca (1768–1826), che ha fuso campane a Muralto dal 1790 fino alla... more
Locarno è stata la sede di almeno quattro fonderie di campane tra la seconda metà del Seicento e la metà dell’Ottocento. Il protagonista di questa conferenza è Pietro Franca (1768–1826), che ha fuso campane a Muralto dal 1790 fino alla sua morte. Le sue campane ancora conservate sono poco più di una decina (soltanto un decimo della sua produzione), principalmente nei distretti di Locarno e Vallemaggia. La principale fonte scritta riguardante questo fonditore, il suo stesso Libro di fornace, è andata perduta, ma è stata copiata nelle sue parti essenziali da Emilio Motta nel 1894. Un lavoro congiunto sulle campane e sulle fonti scritte permette di presentare in modo più chiaro la storia e le opere di questo artigiano locarnese, su cui rimangono ancora aperte varie piste di ricerca. Inoltre, questa conferenza è l’occasione per discutere dell’importanza del patrimonio campanario nostrano, poco conosciuto e poco valorizzato, e per esporre i metodi di studio impiegati nella ricerca campanologica.
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