Fusione Campane

In questo articolo è discusso un particolare aspetto del processo produttivo di quelle campane, principalmente medievali, che presentano iscrizioni e immagini formate da linee più o meno sottili e in leggero rilievo, apparentemente tracciate a mano libera. Nella letteratura campanologica sembra essersi affermata da tempo l’opinione che questi elementi di corredo siano il risultato di un’incisione operata nella superficie interna del mantello dopo il sollevamento di quest’ultimo dalla falsa campana. L’osservazione di alcune fra queste campane sembra però suggerire un’altra interpretazione.

[ITA] Un articolo di campanologia che tratta la formazione dei c.d. "concerti" di campane in Liguria attraverso ricerca sul campo e d'archivio.
[ENG] A campanology article about the intonation of bells in Liguria and the development of the so-called "concerto" through field and archive research.

Dal terremoto di Sant’Antonino del 1456
a quello di San Giuliano del 2002.
La chiesa di Toro conserva diverse lapidi. Ricordano ai posteri i crolli e le distruzioni e i rifacimenti che si sono susseguiti nel corso dei secoli a causa di terremoti, a volte devastanti.
La maggior parte delle iscrizioni, grazie a un periodare sincero ed essenziale che torna ad onore di chi le ha commissionate e di chi le ha scritte, sembrano contraddire la massima, secondo la quale l’uomo che detta le lapidi non è sotto giuramento.
Ce n’è qualcuna, invece, che ne è la dimostrazione migliore. O peggiore. Nell’uno e nell’altro caso, è bene sapere come sono andati i fatti per conoscere meglio le cose e di che pasta sono fatti gli uomini.

Indice
- Il cartiglio del terremoto del 1688.
- La lapide che ricorda il terremoto del 26 luglio 1805.
- La lapide della scalinata (1885).
- La lapide del campanile (1893).
- Il terremoto del 1913.
- L’iscrizione della campana rifusa nel 1916.
- Il terremoto dell’Irpinia (23 novembre 1980).
- Il terremoto di San Giuliano del 2002 e la lapide del 2013.