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Acidi grassi a catena media

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Acidi grassi a catena media

Gli Acidi grassi a catena media o MCFA, dall'inglese medium chain fatty acids, sono una classe di acidi grassi saturi con una catena alifatica composta da un numero di atomi di carbonio compreso tra 6 e 12. Questi acidi grassi sono più comunemente riconosciuti nella forma di trigliceridi a catena media (MCT) dall'inglese medium chain triglycerides, per la loro esterificazione a formare trigliceridi.

I principali acidi grassi a media catena sono acido caproico (C6), acido caprilico (C8), acido caprico (C10) e acido laurico (C12). I trigliceridi composti da questi acidi grassi, ovvero gli MCT, subiscono dei processi digestivi sostanzialmente diversi dai trigliceridi formati da acidi grassi a catena lunga (LCFA), cioè gli LCT[1]. La digestione degli LCT richiede l'attivazione della lipasi pancreatica e dei sali biliari: i prodotti di questa idrolisi enzimatica sono monogliceridi e acidi grassi liberi (FFA o NEFA) che vengono assorbiti dagli enterociti (cellule del intestino tenue) e riesterificati a trigliceridi, incorporati nei chilomicroni e assorbiti per via linfatica.

Al contrario gli MCT non richiedono l'azione emulsionante dei sali biliari e vengono assorbiti più facilmente. Questi sono più solubili in acqua rispetto agli LCT, e attraversano più facilmente lo strato acquoso che bagna il villo intestinale. Possono essere assorbiti e idrolizzati direttamente dalla mucosa intestinale senza subire l'iniziale idrolisi enzimatica. Gli acidi grassi a media catena che ne derivano non sono riesterificati a trigliceridi e inglobati nei chilomicroni, ma vengono direttamente immessi nel circolo portale (nel sangue), trasportati dalla proteina albumina[2].

Gli MCT sono principalmente presenti nel latte, più concentrati nel burro, e in quantità maggiori nel cocco e più concentrati nell'olio di cocco[3].

Aspetti nutrizionali e proprietà

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Mentre i grassi del latte umano e di porcellini d'India sono in gran parte costituiti da acidi grassi a lunga catena, quelli del latte di mucca, pecora e capra sono ricchi di acidi grassi a catena corta. I grassi del latte di cavallo contengono grandi quantità di acidi grassi a catena media[4].

Alcuni studi hanno dimostrato che gli MCT possono favorire il processo di smaltimento di calorie in eccesso e quindi la perdita di peso, in particolare della massa grassa.[1][5][6]. Gli MCT inoltre inducono una termogenesi alimentare superiore di circa tre volte rispetto agli LCT[7].

Gli MCFA riducono la secrezione delle lipoproteine e attenuano la risposta post-prandiale dei trigliceridi. Tuttavia è stato spesso osservato che gli MCT aumentano i livelli di colesterolo e dei trigliceridi a digiuno, ma se assunti in quantità moderate nelle diete con moderata presenza di grassi gli MCFA possono effettivamente ridurre i livelli di lipidi a digiuno più degli oli ricchi di acidi grassi mono e polinsaturi. Lo stesso vale per i livelli di glucosio. Gli MCT contribuiscono anche a migliorare la sensibilità insulinica[1].

Si è visto che gli MCT promuovono l'ossidazione dei grassi e un maggiore senso di sazietà rispetto agli LCT[8][9]. Mary G. Enig descrive nel dettaglio gli aspetti medici e i benefici per la salute dati dai trigliceridi a catena media[10]. Anche la comunità sportiva ha dimostrato un interesse per l'utilizzo degli MCT da parte di atleti di resistenza e dei bodybuilder. Tuttavia, nonostante i benefici per la salute, le loro presunte proprietà sul miglioramento della prestazione atletica sono state messe in discussione[9]. Infatti è stato ipotizzato che il potere energetico degli MCT durante l'allenamento fisico potesse favorire un risparmio delle fonti endogene di glicogeno, ma tutto ciò è stato smentito[11]

Si è ipotizzato che gli MCT possano sostituire in toto gli LCT e che a parità di apporto calorico portino ad una maggiore perdita di peso ponderale, in particolare della massa grassa.[7] È stato proposto anche un loro potenziale impiego nella prevenzione dell'obesità[8].

I vantaggi degli MCT rispetto agli LCT sono:

  • Più facile metabolizzazione e ossidazione
  • Maggiore termogenesi alimentare
  • Maggiore consumo lipidico
  • Minore probabilità di accumulo
  • Riduzione del volume degli adipociti
  • Riduzione del peso corporeo
  • Maggiore potere saziante
  • Proprietà dimagranti

Gli MCT sono generalmente considerati una buona fonte di energia che il corpo umano riesce a metabolizzare abbastanza facilmente. Questi hanno proprietà potenzialmente benefiche nel metabolismo delle proteine, ma possono essere controindicati in alcune situazioni a causa della loro tendenza a indurre chetogenesi e acidosi metabolica[12]. Il loro uso non è raccomandato ai diabetici, se non sotto supervisione medica, e a soggetti con problemi al fegato a causa del potenziale stress che questi possono indurre sull'organo[13].

Grazie alla loro capacità di essere assorbiti rapidamente dall'organismo, i trigliceridi a catena media hanno trovato impiego nel trattamento di una varietà di disturbi di malassorbimento. La supplementazione di MCT con una dieta povera di grassi è stata descritta come la base del trattamento della linfangectasia intestinale (malattia di Waldmann)[14]. Gli MCT sono un ingrediente utilizzato nell'alimentazione per via parenterale. Diversi studi hanno anche mostrato risultati promettenti nel trattamento dell'epilessia tramite l'applicazione della dieta chetogenica[15][16].

Principali MCFA

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n° atomi di C:
n° doppi legami
nome comune nome IUPAC formula chimica punto di
fusione (°C)
fonti
6:0 acido capronico acido esanoico C6H12O2
CH3(CH2)4COOH
-3 grassi del latte
7:0 acido enantico acido eptanoico C7H14O2
CH3(CH2)5COOH
- Infiorescenze della vite
8:0 acido caprilico acido ottanoico C8H16O2
CH3(CH2)6COOH
16,5 grassi del latte, del cocco, di palma
9:0 acido pelargonico acido nonanoico C9H18O2
CH3(CH2)7COOH
- -
10:0 acido caprico acido decanoico C10H20O2
CH3(CH2)8COOH
31,5 grassi del latte, del cocco, di olmo
11:0 - acido undecanoico C11H22O2
CH3(CH2)9COOH
- -
12:0 acido laurico acido dodecanoico C12H24O2
CH3(CH2)10COOH
44 grassi del latte, del cocco, palma, lauraceae
  1. ^ a b c Marten, B., Pfeuffer M., Schrezenmeir. Medium-chain triglycerides (archiviato dall'url originale il 3 settembre 2017).. International dairy journal, 2006
  2. ^ Gaetano Crepaldi,Aldo Baritussio. Trattato di medicina interna, Volume 3. PICCIN, 2002. p. 1512. ISBN 8829916420
  3. ^ Giuseppe Arienti. Le basi molecolari della nutrizione. PICCIN, 2003. p. 139. ISBN 8829916668.
  4. ^ Molecular weight distributions of milk fat triglycerides from seven species (archiviato dall'url originale il 16 maggio 2009) - Breckenridge and Kuksis 8 (5): 473 - Journal of Lipid Research
  5. ^ M-P St-Onge, P J H Jones. Greater rise in fat oxidation with medium-chain triglyceride consumption relative to long-chain triglyceride is associated with lower initial body weight and greater loss of subcutaneous adipose tissue.. International journal of obesity, 2003
  6. ^ Tsuji et al. Dietary Medium-Chain Triacylglycerols Suppress Accumulation of Body Fat in a Double-Blind, Controlled Trial in Healthy Men and Women.. The American Society for Nutritional Sciences
  7. ^ a b Seaton, Welle, Warenko, Campbell. Thermic effect of medium-chain and long-chain triglycerides in man. 1986, American Journal of Clinical Nutrition, Vol 44, 630-634
  8. ^ a b St-Onge, Jones Physiological Effects of Medium-Chain Triglycerides: Potential Agents in the Prevention of Obesity. 2002 - The Journal of nutrition
  9. ^ a b Clegg, Miriam E. (2010). Medium-chain triglycerides are advantageous in promoting weight loss although not beneficial to exercise performance.. 2010, International Journal of Food Sciences and Nutrition 61 (7): 653–679
  10. ^ Enig, Mary. Coconut: In support of Good Health in the 21st Century (PDF) (archiviato dall'url originale il 27 febbraio 2012).. Asia and Pacific Coconut Community, 36th CocoTech Meeting.
  11. ^ Décombaz et al.. Energy metabolism of medium-chain triglycerides versus carbohydrates during exercise[collegamento interrotto]. 1983, European journal of applied physiology and occupational physiology
  12. ^ Wanten, GJ; Naber, AH (2004). Cellular and physiological effects of medium-chain triglycerides. 2004, Mini reviews in medicinal chemistry 4 (8): 847–57.
  13. ^ Talbott, Shawn M. and Kerry Hughes. [books.google.it/books?id=hV2_TdmoDo8C&pg=PA60&dq=&redir_esc=y#v=onepage&q&f=false The Health Professional's Guide to Dietary Supplements]. 2006, Lippincott Williams & Wilkins. pp. 60–63
  14. ^ Vignes, S.; Bellanger, J. (Feb 2008). Primary intestinal lymphangiectasia (Waldmann's disease).. Orphanet Journal of Rare Diseases 3: 5. doi:10.1186/1750-1172-3-5
  15. ^ Neal, E. G.; Cross, J. H. (2010). Efficacy of dietary treatments for epilepsy.. Journal of Human Nutrition and Dietetics 23 (2): 113–119
  16. ^ Liu, Yeou-mei Christiana (2008). Medium-chain triglyceride (MCT) ketogenic therapy. Epilepsia 49: 33–36.

Voci correlate

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