Videogioco

“Abbiamo costruito il libro Conoscere i videogiochi come uno strumento conoscitivo allo stesso tempo di introduzione e di approfondimento all’argomento”, scrivono Pellitteri e Salvador nell’introduzione del volume Conoscere i videogiochi ed è proprio così che si presenta un volume che indaga il medium videoludico a tutto tondo, fornendo una grande quantità di spunti d’analisi e valutazione, fornendo molti dati utili ad approfondire - o ad avviare - la conoscenza del videogioco come prodotto, come medium, come cultura, come arte.

Questo libro accompagna il lettore in un viaggio di esplorazione del tempo nei videogiochi. Che caratteristiche ha il tempo videoludico? In che modo i videogiochi rappresentano e strutturano il tempo? Quali effetti temporali e ritmici sono in grado di generare sul giocatore? Che conseguenze ha la struttura temporale e ritmica di un videogioco sulle pratiche d’uso?
Attraverso un’analisi semiotica di videogiochi appartenenti a diverse epoche e generi e partendo dall’idea che i videogiochi siano “macchine” capaci di creare particolari esperienze temporali, il volume arriva a individuare i meccanismi e gli ingranaggi che le fanno funzionare.

Nota sull'Autrice
Agata Meneghelli, dottoressa di ricerca in Semiotica, da anni si interessa di videogiochi e nuovi media. È Digital Strategist presso un’importante agenzia di comunicazione, dove applica la teoria del gioco a campagne promozionali e attività educational. È autrice dei volumi Dentro lo schermo. Immersione e interattività nei god games (Milano, 2007) e Il risveglio dei sensi. Verso un’esperienza di gioco corporea (Milano, 2011).

The present contribution offers an example of the use of videogame spaces to communicate and suggest narrative elements or to subtly guide the player’s journey. This paper, after a general introduction on the topic, offers some examples taken from a specific case: the dark fantasy trilogy composed by Dark Souls (FromSoftware, 2011), Dark Souls II (FromSoftware, 2014) and Dark Souls III (FromSoftware, 2017).

Oggi non è più possibile basarci “sulle impressioni” che ognuno di noi ha circa l’uso delle tecnologie da parte dei ragazzi a scuola, a casa o per relazionarsi con i coetanei. Occorrono dati certi, su cui riflettere per  costruire una scuola del futuro e dare ai genitori indicazioni di come abitudini ormai consolidate non sempre hanno effetti positivi sulla crescita dei propri figli . Per rispondere a questa esigenza è stata strutturata  la ricerca condotta dal Centro Studi ImparaDigitale  in collaborazione con l’Università Bocconi e CNIS  supportata da ACER Education

I dati raccolti (619.000 risposte date da  130 docenti, 80 consigli di classe, 1499 studenti, 850 genitori) ci danno uno spaccato, nella prima parte del report, delle abitudini dei bambini/ragazzi, dei docenti e dei genitori nell'uso del digitale sia durante la giornata, a casa e a scuola, sia dopo cena a letto. Nella seconda parte si riportano i risultati di un progetto  di storytelling/digital storytelling fatto fare a 80 consigli di classe (classi sperimentali e  di controllo) di ogni ordine di scuola a livello nazionale.
Introduzione di Roberto Maragliano.
Obiettivi dell'indagine:
1. Come il digitale modifica e supporta l’apprendimento degli studenti in relazione a differenti modalità didattiche, di asset d’aula, in cui lo studente può essere mero esecutore o protagonista, a diversi livelli, del proprio processo di apprendimento

2. Analizzare variabili quali l’interesse, la motivazione, le strategie cognitive divergenti che la progettazione di artefatti digitali può facilitare nella didattica

3. Descrizione delle abitudini alle tecnologie da parte di studenti e genitori,

4. Come l’uso delle tecnologie possano supportare positivamente una didattica interattiva e migliorare la motivazione, l’interesse, i rapporti tra gli studenti, tra i docenti, con le famiglie

MISURAZIONI

Variabili motivazionali quali l’interesse, l’attribuzione e il locus of control
Variabili emotive quali l’ansia (stato di tratto)
Variabili di dinamica sociale per verificare le relazioni tra i soggetti della relazione educativa (studenti-docenti)
Effetto di eccesso di carico cognitivo

This paper explores the emotional relationship between game experience and real experience in That Dragon, Cancer (Numinous Games 2016), a video game about Joel, a 4-year child, and his fight against cancer. The approach of this paper combines game studies and philosophy. The first part introduces the procedural rhetoric of this video game, to understand how the game can influence reality through its game mechanics. Then, the paper presents some of these game elements: the effects of video game language, the universalization of the experience through visual and spatial design choices, and the question of time. The aim is to discuss the game's effectiveness in the production of a possible change in real life, on a psychological, political and relational level.

William Audureau, autore del libro La storia di Mario – 1981-1991: La nascita di un’icona, tra mito e realtà, edito in Italia da Multiplayer.it Edizioni, riesce invece nell’impresa di trasformare un saggio in una sorta di romanzo, che cattura l’attenzione in parte grazie ad una storia ben più curiosa e originale di quanto ci si potrebbe aspettare, in parte costruendo la narrazione con grande passione e attenzione alle sfaccettature che la compongono, contestualizzandola in modo accurato e tenendo conto della grande mole di ricordi e aneddoti riferibili alle persone che hanno costruito, all’inizio addirittura inconsapevolmente, il mito di Mario, da Miyamoto e Yokoi a Yamauchi, Hiwata, Tezuka e Nakago.

The MediaEvo Project aims to develop a multichannel and multi-sensory platform for edutainment in cultural heritage for the realization of a digital didactic game oriented towards the knowledge of medieval history and society by means of the integration of human sciences and new data processing technologies. During the project it has been possible to test the possible interactions between historical research, morphological inquiries, data management systems and the definition of a virtual immersive platform for playing and educating. The platform has also proved to be a means for validating hypotheses and findings formulated by researchers. This paper introduces the theoretical questions related to the educative use of Virtual Reality technology and describes the steps of the reconstruction of the town of Otranto in the Middle Ages: data collection and integration, organization of work, peripherals and software applications.

The MediaEvo Project aims to develop a multi-channel and multi-sensory platform for edutainment in cultural heritage for the realization of a digital didactic game oriented towards the knowledge of medieval history and society by means of the integration of human sciences and data processing technologies. It deals with historical findings, geo-morphological inquiries, data management systems and the definition of a virtual immersive platform for playing and educating. This paper introduces the theoretical questions related to the educative use of Virtual Reality technology and describes the steps of the reconstruction of the town of Otranto in the Middle Ages: data collection and integration, organization of work, peripherals and software applications. During its definition, the platform that has been planned for educational purposes has proved to be useful for testing the hypothesis coming from researchers about the ancient town and its everyday life. At the end of project, other r...

The MediaEvo Project aims to develop a multichannel and multi-sensory platform for edutainment in cultural heritage for the realization of a digital didactic game oriented towards the knowledge of medieval history and society by means of the integration of human sciences and new data processing technologies. During the project it has been possible to test the possible interactions between historical research, morphological inquiries, data management systems and the definition of a virtual immersive platform for playing and educating. The platform has also proved to be a means for validating hypotheses and findings formulated by researchers. This paper introduces the theoretical questions related to the educative use of Virtual Reality technology and describes the steps of the reconstruction of the town of Otranto in the Middle Ages: data collection and integration, organization of work, peripherals and software applications.

La pervasività del videogioco degli ultimi anni spinge necessariamente per un approfondimento
critico delle possibilità, caratteristiche e funzioni di questo mezzo. Attraverso un'analisi che parte
dalla prospettiva dell'autore americano K.L.Walton (1991), e l'interpretazione data di questo
dall'autore italiano Stefano Velotti (2012), si arriva a mostrare come il videogame sia in grado di
fungere agevolmente da supporto per quelli che vengono chiamati giochi del far finta e la sua
importanza nella dicotomia mondo dell'opera e mondo del giocatore. Sotto certi aspetti, al pari di
altri sistemi culturali, il videogioco è in grado di offrirsi al fruitore per accompagnarlo nei suoi
processi esperienziali, immaginativi ed estetici, instaurando un circuito di dialogo fra i due soggetti;
sotto altri è in grado di offrire delle possibilità inarrivabili per gli altri mezzi culturali proponendo,
ad esempio, un livello di immersione, d'immedesimazione e d'interazione profondamente differenti
da ciò che è stato visto fino al giorno d'oggi. Si analizza la funzione culturale del gioco in sé,
prendendo come riferimento le tesi di J.Huizinga e R. Callois, e la si confronta con il videogame,
arrivando ad affermare una profonda connessione fra le due attività. Il videogioco è caratterizzato,
così come il gioco, da aspetti quali libertà, separazione, incertezza, improduttività, regola, finzione
e riesce, inoltre, ad essere inquadrato da caratteristiche quali la competizione (agon), il
mascheramento (mimicry), la vertigine (ilinix), (meno dalla sorte, l'alea). Tuttavia non è possibile
offrire attraverso queste una classificazione esaustiva del videogioco. A tal ragione, nel capitolo
terzo, si introduce una barra d'immedesimazione, una suddivisione concettuale che offre un
approccio per classificare, e quindi delimitare i vari aspetti del videogioco, capace di mostrare i
possibili atteggiamenti ed i circuiti che caratterizzano proprio il rapporto fra videogioco e giocatore.
Si attesta lo statuto narrativo del videogame, quest'ultimo capace di permettere attivazioni narrative
di primo livello, il quale tuttavia non può essere definito come dipendente da queste nel suo
funzionamento. Inoltre, sempre nel terzo capitolo, si affronta la questione dell'identità del
videogiocatore nel momento in cui fruisce un videogioco, affermando che in nessun caso si può
parlare di una “perdita” della propria identità. Infatti, nel caso della sostituzione si digitalizza se
stessi per venire trasportati nel mondo di gioco; nel caso del trasporto ci si mette nei panni altrui, i
quali sono appunto chiaramente altri; nel caso della cooperazione, ugualmente, ci si riferisce ad
altro da sé; nel caso dell'assenza non c'è alcuna identità in ballo. Nell'ultimo capitolo si mostrano le
opinioni di un grande numero di videogiocatori, interrogati attraverso un questionario a libera
partecipazione, che paiono in larga parte confermare le affermazioni presentate nella tesi. In
conclusione questo testo dimostra come il videogioco possa essere, in alcune sue declinazioni, un
prodotto pienamente culturale, capace di offrire l'attivazione di un circuito composto da esperienze
di piacere, ragionamenti, analisi, approfondimento di sé, e molto altro ancora. Risulta quindi
accettabile iniziare a pensare al videogame come sistema, anche se non ancora giunto nella sua
piena maturità, in grado di offrire grandi speranze per il futuro.