Riforma Del Diritto Societario

Abstract Field Project - master COR-GOV a.a. 2019/2020 (2° ed.)
Candidato: dott. Iemmolo Angelo Giulio
Relatore responsabile: Prof. Cetra Antonio

TITOLO
La tutela dei diritti partecipativi nelle fasi di mutamento degli assetti di Corporate Governance - il recesso del socio
(The protection of participatory rights in Corporate Governance changes - Shareholders’ exit rights)

OBIETTIVO
L’obiettivo della ricerca si inserisce nel più ampio tema della difficile gestione della relazione principal-agent rispetto alle problematiche di gestione e controllo delle società (agency capitalism). Lo spunto di ricerca è dato da alcune rilevanti novelle al diritto societario italiano introdotte con la riforma del 2003, tra cui la riforma dell’art. 2437 cc, il cui comma I, lett. G oggi prevede, quali modificazioni che legittimino il diritto di recesso, quelli “concernenti i diritti di voto o di partecipazione”. Una formula ampia che ha innescato un dibattito attorno alle ipotesi che vi possano – legittimamente o meno – essere ricondotte.
Vi sarà, quindi, un’attenzione mirata su come, rispetto a tali nuove possibilità, il diritto di recesso si atteggi nei confronti delle questioni di governance societaria, come modifiche statutarie delle competenze e dei quorum assembleari, nonché della più rilevante (almeno ai fini del percorso accademico qui in oggetto) delle novità introdotte dalla riforma del 2003, ovvero la possibilità per le società di diritto italiano di scegliere tra diversi sistemi di amministrazione e controllo.
QUADRO DI RIFERIMENTO
Verranno, quindi, studiate e analizzate almeno le seguenti fonti dottrinali, giurisprudenziali e normative:
- studi sulla tutela delle minoranze (tra cui gli scritti in onore del prof. Alberto Mazzoni: “La tutela del socio e delle minoranze”);
- studi sui Corporate Governance changes, rispetto anche alle modifiche recentemente introdotte al più diffuso tipo societario italiano, la S.r.l., con cui sono strutture le PMI alla base dell’economia nazionale;
- gli articoli del codice civile in merito al diritto di recesso, principalmente quindi art. 2437, (diritto di recesso rispetto alla sezione X “Delle modificazioni dello Statuto”), ma anche 2376 (assemblee speciali rispetto alle modifiche che pregiudicano i diritti di una categoria), 2473 (recesso del socio nella S.r.l.), 2497 quater (diritto di recesso nei gruppi sottoposti a direzione e coordinamento alieno) nonché 2380 e ss (sistemi di amministrazione e controllo nella S.p.A.) e 2475 e ss (norme speculari riguardo alla S.r.l.);
- la massima del Consiglio notarile di  Milano n. 17, rubricata “Varianti organizzative e modifiche dei sistemi di governance”;
- l’analisi svolta in merito dalla Suprema Corte, la funzione nomofilattica tra interpretazione estensiva ed interpretazione restrittiva della citata norma introdotta dall’art. 1437, comma I, lett. G. (sent. Cassaz. Civ. sez. I del 01-06-2017, n. 13875);
- il parere pro veritate reso in merito dal prof. Stella Richter (2016), intitolato “Parere sul “punto G” dell’art. 2437 cod. civ. (e su altre questioni meno misteriose)”.

METODOLOGIA
“Quali pregiudizi attivano, dunque, il diritto di recesso (exit) del o dei soci di minoranza”, sarà la domanda principale cui chi scrive cercherà di rispondere. Consapevole che, rispetto al tema sussidiario del recesso in seguito a cambio del sistema di governance, vi è stata recentemente presa di posizione in senso negativo tanto da parte della dottrina (summenzionato parere del prof. Stella Richter), quanto della giurisprudenza (succitata sent. Cassaz. n. 13875/2017).
Si procederà, quindi, ad una breve ricognizione introduttiva di ciò che la novella del 2003 ha significato per il diritto societario italiano, dei motivi e delle ragioni sottese all’introduzione dei sistemi alternativi di amministrazione e controllo e delle nuove e più ampie ipotesi di recesso.
Si cercherà di analizzare, poi, forme e modalità attraverso cui tali cambiamenti si verificano (passaggio generazionale, modifiche statutarie, atti di trasformazione, etc.).
Sarà quindi messa sotto analisi la norma cardine del discorso in esame (art. 2437, comma I, lett. G) al fine di comprenderne appieno significato e portata, e discutere – come d’altronde è già più autorevolmente stato fatto – come la stessa si comporti nei casi di mutamenti della corporate governance.
Ultimo spunto di ricerca potrà essere dato dalla domanda se la tutela solutoria (e risarcitoria) sia un inevitabile letto di Procuste cui ricondurre i conflitti insorti tra maggioranza e minoranza; o viceversa se sussistano strumenti, attuali o de jure condendo, che risolvano o evitino diversamente l’insorgere di tali tipi di conflitti endosocietari.

RISULTATI ATTESI
Il risultato che ci si attende dall’elaborato è una più mirata ricognizione degli argomenti sopra esposti nei precisati confini tracciati dal rapporto tra i diritti partecipativi e il diritto di recesso, rispetto soprattutto alle future applicazioni dello stesso in caso di mutamento del sistema di governance.
Senza pretesa di assolutezza e nella consapevolezza sopra anticipata che il tema è stato già discusso in dottrina e – parzialmente – in giurisprudenza, si cercherà di capire se e quali profili di dubbio permangano e, in definitiva, quali rimedi sono concessi ai soci dissenzienti.

La normativa in materia di invalidità della deliberazione di approvazione del bilancio ha subito importanti modifiche in seguito alla riforma societaria del 2003. La nullità e l'annullabilità rappresentano gli unici rimedi ammessi in caso di invalidità delle deliberazioni dell'assemblea: mentre la nullità ex art. 2379 c.c. è esperibile nei soli casi espressamente previsti, l'annullabilità, di cui all'art. 2377 c.c., trova applicazione in tutti i casi di violazione della legge o dello statuto. Il legislatore ha voluto impedire il ricorso all'«inesistenza» delle deliberazioni, alla quale la giurisprudenza aveva fatto ampio ricorso in passato. La trattazione inizia con la disamina dei due principali modelli di amministrazione e controllo (tradizionale e dualistico), per concentrarsi poi sull'approvazione delle deliberazioni assembleari in relazione a ciascuno di essi. L'analisi degli artt. 2377 e 2379 c.c. è seguita dalla descrizione dei vizi di contenuto e i vizi del procedimento che possono configurarsi in sede di approvazione del bilancio. Nell'ultima parte, la tesi è dedicata all'impugnativa delle deliberazioni delle assemblee delle società quotate, mettendone in evidenza le principali differenze rispetto alla disciplina delle società che non fanno ricorso al mercato dei capitali, prestando particolare attenzione al ruolo del giudizio di revisione e alle modalità di intervento dell'autorità di vigilanza.

L’autore illustra la procedura volta a sottoporre al controllo del tribunale le società per le quali siano denunciate gravi irregolarità nella gestione. # In particolare, l’a. analizza quello che sinora è stato lo strumento cardine per il controllo giudiziario delle società di capitali e cioè l’art. 2409 c.c., sulla denunzia al tribunale se vi è fondato sospetto di gravi irregolarità degli amministratori. # L’istituto ha avuto un notevole successo pratico ed ha svolto positivamente una utile funzione di chiusura del sistema societario di amministrazione e controllo. Ma il d.lgs. n. 6/2003, sulla riforma del diritto societario, ha fortemente inciso, indebolendone l’efficacia, sulla disciplina. # Il legislatore del 2003 ha infatti tentato di ridimensionare l’importanza dell’istituto agendo su più fronti: contraendo i poteri del pubblico ministero e, contemporaneamente, mantenendo sostanzialmente inalterati i gravosi quorum a cui la precedente legislazione ricollegava la possibilità dei soci di minoranza di ricorrere al tribunale; escludendo dall’ambito di applicazione della norma le società a responsabilità limitata; restringendo, almeno in apparenza, l’area delle irregolarità denunciabili; ammettendo il reclamo contro l’ordine di ispezione; consentendo all’assemblea di impedire le ispezioni sull’amministrazione, di sospendere il procedimento di denuncia e di rinunziare alle azioni di responsabilità contro amministratori e sindaci promosse dall’amministratore giudiziario. Né si può dire che tale ridimensionamento sia stato compensato dall’attribuzione ai soci delle società a responsabilità limitata da alcuni maggiori poteri di diretto controllo nonché di possibilità di adire l’autorità giudiziaria # Non è dunque possibile – a parere dell’a. – dare un giudizio positivo della riforma, che è andata in direzione contraria rispetto alla tendenza a rafforzare i controlli giudiziari, disattendendo la tendenza che si era in precedenza delineata nell’ambito della riforma delle società quotate in borsa, dove, secondo quanto disposto dall’art. 152 t.u.f., il controllo era stato rafforzato, estendendo al collegio sindacale la legittimazione al ricorso ex art. 2409 c.c.  [CAPITOLO DI LIBRO IN S. CHIARLONI (DIRETTO DA), IL NUOVO PROCESSO SOCIETARIO, ZANICHELLI, BOLOGNA, 2008, VOL. II, PAG. 1491-1607]

Quali sono gli scenari che si prospettano all’orizzonte della autonomia statutaria? Si tratta di stabilire quale sia la tendenza in atto nella oscillazione tra eteronomia e autonomia, tra autorità e libertà.
La tendenza mi pare decisamente orientata verso una non irrilevante compressione dell’autonomia statutaria.
La ultima ampia visione di netto favore verso un adeguato riconoscimento dell’autonomia statutaria risale alla riforma organica del diritto societario; da allora su diversi fronti gli interventi normativi paiono generalmente e progressivamente indirizzati a erodere gli spazi precedentemente riservati all’autonomia dei privati.
Lo scritto analizza tre esempi significativi di questa tendenza: (i) quello delle associazioni e fondazioni del c.d. Terzo settore; (ii) quello delle società a responsabilità limitata (e delle sue diverse “varianti” o “sottospecie”) costituite attraverso il ricorso a modelli standard; (iii) quello della nomina e composizione degli organi amministrativi e di controllo delle società quotate.

Il lavoro, che riproduce la relazione su I nuovi orizzonti dell’autonomia statutaria tenuta il 10 dicembre 2021 nell’ambito convegno organizzato dal Consiglio notarile di Roma sui Profili di attualità del diritto commerciale, è dedicato a Paolo Montalenti ed è destinato ad
una raccolta di studi in suo onore.

SOMMARIO: 1. Cenni di inquadramento generale del controllo giudiziario ex art. 2409 c.c. – 2. Sugli interessi protetti dall’art. 2409 c.c. – 3. Sulla
necessità di apprezzare l’irregolarità dei singoli atti gestori. – 4. Sui limiti
di rilevanza dell’irregolare gestione di una controllata. – 5. Sulla posizione
della società, degli Amministratori e dei Sindaci. – 6. Sulla residualità
dell’istituto. – 7. Sui riflessi di una procedura concorsuale che esautori gli
organi sociali nel procedimento ex art. 2409 c.c. – 8. Sulle spese legali.

Molto si dice dell’affanno con il quale il diritto societario rincorre l’evolversi della società, della morale, dell’economia. Spesso la risposta è rappresentata da un iperattivismo legislativo, giurisprudenziale e dottrinale che mette a dura prova le capacità di analisi dei giuristi, ma al contempo finisce per valorizzare e consolidare il ruolo degli operatori del diritto che si trovano ad affrontare le tematiche del diritto societario.

L’età del giurista autodidatta – semmai effettivamente esistita – è certamente tramontata: troppo rapide sono le inversioni di rotta dei legislatori, della giurisprudenza e della dottrina e soprattutto troppo frammentate sono le fonti alle quali il giurista deve saper guardare. Il diritto societario di questa incertezza è la massima espressione: chi si occupa di diritto societario deve saper guardare ad una moltitudine di norme di legge, di norme secondarie, di codici di autoregolazione, di direttive europee e spesso a sistemi ed istituti giuridici diversi, il tutto in continuo aggiornamento.

Il presente lavoro è una aggiornata trattazione delle tematiche societarie – come regolate dal codice civile e dalle leggi che lo integrano – attraverso l’illustrazione delle più rilevanti questioni che la pratica pone all’operatore del diritto. Il manuale analizza la disciplina delle Srl (il tipo societario più diffuso in Italia) e Spa (l’amalgama di due delle più geniali creazioni del diritto dei traffici: la società di capitali e i titoli di credito). È il fulcro e la sintesi di una attività di ricerca durata un decennio, originata dalla selezione di materiali di varia derivazione, quali articoli di riviste giuridiche, studi monografici, atti di convegni, circolari, trattati, note a sentenza, massime notarili.

Il principale obiettivo che mi sono posto e che ho sempre tenuto presente man mano che mi addentravo nella trattazione è stato quello di realizzare un testo (nei limiti del possibile) facile e di immediata consultazione, privilegiando un’analisi pratica che ben si amalgamasse con l’esposizione organica e maggiormente teorica dei manuali istituzionali, al fine di soddisfare l’esigenza di un sapere organico in un’epoca di vaste e incessanti trasformazioni.

Si tratta, a mio avviso, di un manuale che permette di acquisire un elevato patrimonio di competenze e che, in quanto tale, è destinato primariamente a professionisti del diritto – docenti, avvocati, magistrati, notai, commercialisti – ed operatori societari – ceo, cfo, general counsels – e secondariamente ai laureati che si accingono ad affrontare gli esami di ammissione alle relative carriere.

La pronuncia della Cassazione 9 aprile 2021, n. 9460 (ord.) ammette la cedibilità a terzi del diritto di sottoscrizione dell’aumento di capitale di una società a responsabilità limitata, quando sia la stessa volontà negoziale dei soci a non escludere — espressamente od implicitamente — detta eventualità. La cosiddetta “centralità” del socio di s.r.l., infatti, a detta della Suprema Corte non corrisponde ad un atteggiamento di “chiusura” della società rispetto all’eventuale ingresso di soggetti terzi nella compagine sociale.

The judicial decision of Italian Supreme Court, April 9 2021, n. 9460 (ord.) admits the disponsability of the right to subscribe to a Limited Liability Company’s capital increase, when that it is the will of the shareholders that does not exclude — directly or indirectly — this possibility. In fact, the shareholder’s central role in the Co.Ltd, the Court claims, doesn’t mean that the company is always closed to accepting new members.

The paper describes the main features of the reform of Albanian justice system, basically articulated in a constitutional law, approved by the Parliament on 22 July 2016, and seven laws entered into force between August and November of the same year-changing 45 articles of the Constitution. It will be highlighted how the process of elaboration, adoption and implementation of the reform is integrated in the process of accession of Albania to the European Union. After having described the new institutions created with the reform and the modifications to already existing ones, and having highlighted some aspects of the process of re-evaluation of judges and prosecutors (the so-called vetting), impact and future perspectives of the justice reform on Albanian society will be assessed. SOMMARIO: 1. Introduzione.-2. La riforma della giustizia.-3. Le istituzioni nuove e rinnovate.-4. La procedura di vetting.-5. Gli effetti del vetting.-6. Gli effetti della riforma sul processo di adesione all'Unione europea.-7. L'impatto della riforma sulla società albanese.-8. Conclusioni.  Lavoro sottoposto a referaggio secondo le linee guida della Rivista

TITOLO IL FALLIMENTO DI SOCIETÀ DI CAPITALI SOCIE DI UNA SOCIETÀ DI FATTO. AUTORE GIOVANNI BATTISTA FAUCEGLIA. ANNO DI EDIZIONE 2021. PAGINE VIII – 200. ISBN 9788828829157. COLLANA QUADERNI DI GIURISPRUDENZA COMMERCIALE. AREA DI INTERESSE SOCIETÀ, FALLIMENTO E INDUSTRIALE. PROFESSIONE STUDIOSO DEL DIRITTO. MATERIA FALLIMENTO E PROCEDURE CONCORSUALI.

In data 24 giugno 2014 è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale della Repubblica Italiana - Serie Generale n.144 - il Decreto-legge 24 giugno 2014, n. 91 recante “Disposizioni urgenti per il settore agricolo, la tutela ambientale e l'efficientamento energetico dell'edilizia scolastica e universitaria, il rilancio e lo sviluppo delle imprese, il conteni-mento dei costi gravanti sulle tariffe elettriche, nonche' per la definizione immediata di adempimenti derivanti dalla normativa europea” .
Il provvedimento è entrato in vigore il 25 giugno 2014. Il Decreto, che dovrà essere con-vertito in Legge, apporta numerose innovazioni che modificano la disciplina giuridica delle società non quotate (con modifiche al Codice Civile) ed in parte l’attuale assetto normativo delle società aventi titoli negoziati in mercati regolamentati (società quotate, con modifiche al Testo Unico della Finanza - TUF).
Si richiamo all’attenzione le seguenti innovazioni:
- estensione della possibilità di applicare i principi contabili internazionali IAS/IFRS alle società non quotate;
- riduzione del capitale sociale minimo per la costituzione delle società per azioni;
- modifica della disciplina per la nomina dell’organo di controllo o del revisore nell’ambito delle società a responsabilità limitata;
- semplificazione della disciplina delle operazioni di conferimento di beni in natura o di crediti e la semplificazione della disciplina del diritto di opzione;
- introduzione della nozione di piccole e medie imprese con azioni quotate (PMI quo-tate);
- modifica della determinazione del valore delle azioni in caso di recesso nell’ambito delle società quotate;
- introduzione della disciplina delle azioni con voto maggiorato (c.d. loyalty shares).
Il Decreto-legge è stato trasmesso alle Camere per la successiva conversione in Legge (entro 60 giorni).