New Italian Epic

Disamina dell'utilizzo del termine Graphic Journalism in Italia e dei suoi abusi. Sguardo d'insieme sulla vasta tipologia di opere sotto questa etichetta. Inquadramento del termine. Può la definizione NIE New Italian Epic restituire maggiore cogenza alla definizione di molte opere a fumetti?

L’obiettivo della mia tesi è stato quello di analizzare una tendenza editoriale italiana: la pubblicazione dei romanzi storici. Nell’impossibilità di analizzare per intero la vasta produzione, ho scelto un piccolo campione di testi che avessero questi requisiti: 1) fossero stati pubblicati nel 2014; 2) appartenessero ad autori non considerati di genere o provenienti da altre esperienze letterarie; 3) che questi autori godessero di una certa fama e diffusione editoriale. Alla luce di ciò ho selezionato i seguenti testi: Inseguendo un’ombra di Andrea Camilleri, La figlia del papa di Dario Fo, Terre selvagge di Sebastiano Vassalli, L’armata dei sonnambuli dei Wu Ming. Il tema è tanto più interessante se si tiene conto del dibattito che si è sviluppato negli ultimi anni intorno alla categoria del new italian epic, espressione resa famosa dai Wu Ming stessi. Infatti, il mio lavoro è stato il tentativo di approfondire determinate tematiche già toccate dal collettivo e, soprattutto, di mettere ordine all’interno di riflessioni, per stessa ammissione dei Wu Ming, parziali e aperte.

Analysis of Roberto Saviano masterpiece "Gomorra. Viaggio nell'impero economico e nel sogno di dominio della camorra" and of the challenging German translated version created by Friederike Hausmann and Rita Seuss.
Diving deeply into foreignization & domestication translation methods, into  the well known translation theories of Sapir, Whorf, Benjamin, Berman, Lotman and Zohar, here is the attempt to discover the translators' paths to ensure the cultural transfer of foreign realities as well as the Fortleben of novels and respective authors.

Conflitto, esperienza, letteratura.
Per una "boîte à outils" della moltitudine.

[...] Congiungere l’esperienza vissuta con la narrazione vuol dire anche riconnettere tra loro i fili che fanno l’epica, cioè la trasmissione di avventure e valori a cui una collettività di soggetti può richiamarsi e ispirarsi.

[...] Questa rubrica vuole analizzare alcune di queste produzioni. L’intenzione è comprendere il
funzionamento degli strumenti indicati, immaginando di fornire a quell’insieme eterogeneo di
soggetti altrimenti detto moltitudine uno elemento in più per riconoscersi, liberarsi, divenire e,
naturalmente, generare conflitto.

Eccentric Narration and Testimony in Roberto Saviano’s Gomorra

If post-modern literature is often assumed to be characterized by the aporetic fusion of fictional and non-fictional contents, forms and structures, post-modern literary criticism seems to still struggle to avoid analyzing contemporary literature without leading itself back to the two static, dichotomous categories of fiction and non-fiction. This article attempts to penetrate the narrative structure of one of the most controversial Italian contemporary novels, Gomorra. It interprets this structure with the help of these two categories which are not considered stable and generative with respect to the narration itself, but are rather seen as derivative refractions of the hybridity of Saviano’s novel. In order to achieve this goal a comparison is made between three different, yet complementary texts. Firstly, it analyzes the continuity in narrative structure between Truman Capote’s non-fiction novel In Cold Blood and Gomorra. Moreover, it identifies the points of divergence that turn Saviano’s novel into an independent phenomenon of post-modern Italian literature. This divergence will be compared to the definition of Unidentified Narrative Objects (U.N.O.) proposed by Wu Ming in their programmatic essay New Italian Epic. Finally, it examines the connection between narration and testimony in Saviano’s Gomorra through Jacques Derrida’s theoretical conception in Demeure: Fiction and Testimony.

"In recent years, Pier Paolo Pasolini’s Petrolio has become a literary point of reference for a number of New Italian Epic authors who seem to find in this novel a typical example
of an unidentified narrative object. This article considers, first, how Petrolio has become exemplary for a style of writing that aims to fully engage with the complexity of reality in
terms of content and by means of its literary representation. It then focuses on a specific example, Guiseppe Genna’s Italia De Profundis, to analyse how the author related to Pasolini’s experimentation with genre and came to terms with such a legacy. Finally, the article explores how both authors pursued the practice of narration in their novels and tried to elude the rhetoric of discourse in their representation of reality."

(From Editor's Introduction)
The contributors of this special issue of Journal of Romance Studies all offer a critical view of a single text. They all engage with different novels as primary material, but their analysis is based on Italian author Wu Ming 1’s essay New Italian Epic: Memorandum 1993-2008, the first version of which was published online in April 2008. Wu Ming is the name of a collective of Italian authors based in Bologna, formerly known as the Luther Blissett Project. The collective is currently formed by four members, known by a number from 1 to 5 (Wu Ming 1, Wu Ming 2, Wu Ming 4 and Wu Ming 5 – Wu Ming 3 left the group in 2008). New Italian Epic is commonly known as the ‘Memorandum’. It describes and provides a taxonomy for a corpus of Italian contemporary novels by various authors – including Wu Ming. The common stylistic and thematic characteristics and similar philosophy these works share are termed New Italian Epic (NIE). ‘Epic’ is both a noun and an adjective but all contributors of this issue use it as an adjective meaning epic style. ‘Style’ in Italian [stile] is a masculine noun, whereas ‘epic’ [epica] is feminine (therefore the Italian article is ‘il’ rather than ‘la’ NIE). This is important because epic is a literary genre, whereas this special issue deals with the Italian novel: it is the epic narrative mode of NIE that expands the boundaries of the novel form.

The American Association for Italian Studies and The Canadian Society for Italian Studies conference are now accepting session and roundtable proposals for the joint conference that will take place from 20-22 April 2017 at The Ohio State University in Columbus, Ohio.

Conference website (includes Norms for Organizers/Chairs/Speakers, Proposed Sessions, Lodging Information): http://canadiansocietyforitalianstudies.camp7.org/AAIS-CSIS-Conference-2017

Epiche della moltitudine: il titolo della tesi è una suggestione, nel tentativo di inquadrare la tendenza di certa narrativa italiana che, a parer mio, ha definito i caratteri di una contemporanea letteratura militante. Una letteratura che scelto un luogo da cui narrare e un soggetto specifico a cui rivolgersi [...] È una narrativa che di nuovo assume su di sé la responsabilità del narrato, non rinuncia a essere divertente ma si fa di nuovo etica. Il suo obiettivo principale si può definire nel recupero del rapporto tra narrazione e prassi. Ciò si realizza principalmente come superamento di quelle scelte etiche ed estetiche che hanno influenzato parte della narrativa novecentesca – soprattutto nella parte finale del secolo – e racchiuse nell’accezione, forse troppo generale, di letteratura postmoderna. Queste scelte si definiscono attraverso un’esasperata interpretazione del reale, l’avvilimento di qualunque concetto di verità, l’ostentata ironia. [...] Il risultato è stato la moltiplicazione di individualità irriducibili esposte a poteri multipli e soggiogate – in campo sociale e politico - e di egocentrismi e narrazioni autoreferenziali in campo letterario. In questi termini, il discorso compiuto da quella che vogliamo riconoscere come epiche della moltitudine intende invertire la rotta: riconsegnare ai soggetti degli elementi comuni, strumenti, consapevolezze che li rendano di nuovo attori/agenti nel reale. Come comunità vasta, meticcia, ribelle capace di coordinarsi lungo direttrici inaspettate, fondate su nuovi desideri umani, elaborati in seno a nuove collettività. Elemento fondante la prassi è il recupero dell’intersoggettività come condizione umana irrinunciabile e forma di protezione: un’interazione intellettuale, emotiva, fisica – non sottomessa a logiche esterne – il capitale, lo stato, l’impresa, l’interesse politico – ma necessaria ai soggetti che la generano – per riconoscersi, liberarsi, divenire.

Come afferma “il critico venuto apposta da Roma” riferendosi a Ladri di Biciclette di De Sica, il primo passo nell'Italia post-bellica era stato effettivamente compiuto. Le narrazioni, cinematografiche e non di stampo neo-realista portavano il lavoratore, il proletario al centro dell'espressione artistica, motore e protagonista della resistenza, della contestazione e della critica sociale e politica. Progressivamente, però, con la concretizzazione del cosiddetto “boom” economico, del miracolo italiano, le strade del benessere si aprivano ad un ceto medio che, allargandosi, paradossalmente assorbiva i sentimenti eterogenei di lavoratori, studenti ed intellettuali in un serbatoio contestatorio pronto ad esondare durante gli anni '60 e '70. Quindi, dopo circa dieci anni dall'uscita del capolavoro di De Sica, l'ironia con cui Bianciardi accompagna le parole e la figura del critico venuto da Roma mira evidentemente alla destabilizzazione della stagnante culturale italiana che nel decennio post-bellico si radicò in un'estetica apologetica del lavoro che, per quanto giustificata, sembrava radicalizzare l'intento resistente  nella componente proletaria e nella sua attivazione come re-azione al sistema economico-sociale capitalista. In questo senso, Luciano Bianciardi sembra essere una figura divergente nella scrittura di resistenza1, non solo della letteratura italiana del periodo, ma anche rispetto a quella contemporanea. Infatti, la recente crisi economica e la conseguente precarizzazione del sistema lavorativo italiano hanno di nuovo spostato il baricentro delle narrazioni resistenti sulla tematica del “lavoro”. Inoltre, similmente al movimento neo-realista del dopoguerra, queste “narrazioni della precarietà”, come sono state definite da Monica Jansen, rientrano nella nebulosa del New Italian Epic parzialmente caratterizzata da un ritorno al realismo come reazione alle poetiche post-moderne2. Quindi, presentando la forma divergente di Luciano Bianciardi e specialmente quella del suo romanzo più celebre La Vita Agra, si vuole analizzare una modalità resistente che non si fa re-azione rispetto alla dinamica capitalista, ma che, invece, decide di inceppare il meccanismo della produzione facendosi in-azione. Attraverso l'introduzione di questa modalità resistente tramite l'esempio del protagonista del celebre racconto  di Herman Mellville “Bartleby, the Scrivener: A Story of Wall Street” e le analisi di quest'opera fornite da Gilles Deleuze e Giorgio Agamben, si intende concepire la potenzialità contestatoria di Bianciardi in quanto possibilità alternativa rispetto alle scritture di resistenza contemporanee. Per questo, nell'ultima sezione di questo testo si offrirà un'analisi comparativa tra il romanzo di Bianciardi e Amianto di Alberto Prunetti, che costituisce uno degli esempi recenti più riusciti di scritture di resistenza contemporanea.

L'articolo è parte della sezione NIE - New Italian Epic, a cura di Claudia Boscolo. La linearità narrativa, già messa in crisi nella letteratura postmoderna, ha subito un'ulteriore frammentazione con la scrittura in rete, ed è passata dal costituire un paradigma - essendo allo stesso tempo specchio dell'esistenza umana fino ad una generazione fa - alla sua totale scomparsa. La scrittura in rete si configura come il veicolo ideale per rappresentare la frammentarietà esistenziale esasperata dalla legislazione sul lavoro attualmente in vigore. Tuttavia, il blog collettivo "Scrittori Precari" rappresenta un caso particolare, avendo nel tempo introdotto strategie discorsive di risposta alla narrazione del precariato imposta dai media. Queste strategie costituiscono oggi una forma di resistenza, il cui obiettivo è boicottare la frammentazione e ripristinare la linearità narrativa. Ciò sottolinea l'autonomia del collettivo rispetto ai discorsi imposti dai media.

Questo numero di «Bollettino '900» ospita una sezione dedicata alla proposta interpretativa di alcuni fenomeni narrativi contemporanei conosciuta come New Italian Epic. Il nome deriva dal titolo di un saggio pubblicato da Wu Ming nel 2009 presso Einaudi, che ha riscosso un discreto successo sia all'interno sia al di fuori del mondo accademico. Al saggio sono seguiti alcuni sviluppi delle idee proposte in quel contesto, che hanno trovato humus fertile specie in particolari ambienti della Rete.

This article attempts to describe some characteristics of New Italian Epic (NIE), especially in relation to the epic mode itself. It aims to liberate the term 'epic' from the perception inherited from twentieth-century literary theory, and to reassess it as a component of NIE. The article shows how NIE interprets 'epic' as a way of rereading history critically by engendering new myths (mythopoesis), and how it conveys a desire for stories that encompass a search for historical truth. NIE is described as a corpus of new metahistorical romances for the contemporary moment, a tool that enables readers to take an active part in the construction of meaning within a society that seems to have progressively forgotten how to interpret data, to the detriment of historical truth. This is achieved through the recalling of events in the form of allegorical narratives, which, while they do not recount Italian historical facts as such, evoke real events by referring to what has been left unsaid in Italian history. This perspective involves the problematic question of realism, which leads, in this frame, to a search for truth and knowledge. Realism emerges as a pure textual fact, and thus parataxis no longer represents a rhetorical strategy to obtain mimesis. In NIE parataxis works as a basic element of epic narration, whose aim is to evoke. A number of examples from NIE novels are discussed in illustrating how this narrative strategy is created.

"On March 29, 1969, Pier Paolo Pasolini asks: “Do Novelistic Lives Still Exist?” In this article, Pasolini wonders whether the novel is still a contemporary literary form or if it is rather something which belongs to the past. He concludes that, as long as the real retains its novelistic structure, the novel will not become outdated. But why did Pasolini pose the question of the novelistic in such a time in Italian history? Pasolini was compelled by the understanding that the bourgeois consumerism dominating Italy in the 1960s tended to eliminate the novelistic from reality, forcing pre-molded destinies upon the lives of the people. It is this very homologation that puts the novel at risk: If lives are no longer novelistic, then the novel cannot be the literary device which can best tell their stories.

Yet, can those who write years after Piazza Fontana still agree with Pasolini’s historicalnarratological thesis regarding the obsoleteness of the novel? After the discovery of State terrorism, can we still believe that the bourgeois State enforces its dominion over the present by inducing an ordered standardization and repressing the novelistic structure of the real? The spectacular series of detonations which bloodied a winter market day forces us to admit that the “Italian boom” ultimately led not to the triumph of order, but to a chaos that was all too novelistic. The Italy born out of Christmas ’69, the Italy of the 1970s, must then be understood as a noir, viscous as oil and populated by a multitude of characters worthy of the best crime novels.

But if Italy truly is all of this, it would be a matter of denouncing the epos of a new governmental monster: a monster whose threat lies not in repressing the novelistic and producing disciplined uniformity, but in using lives and events that are strategically novelized to annihilate any possibility of resistance. A monster, therefore, with a “literary côté.”

In this article, I argue that Giancarlo De Cataldo’s "Romanzo criminale" is one of the most ambitious attempts to denounce exactly such a new governmental literary monster. Novelizing the deeds of the Magliana Gang – from its seizing power in the 1970s to its withering in the 1980s – is, for De Cataldo, an opportunity to chart the State’s strategies to ward off any radical change and keep Italy stuck at the gates of history."

L’eroe torna ad essere il protagonista di narrazioni contemporanee caratterizzate da un andamento che è stato definito epico - con il recupero di un termine non scevro di difficoltà interpretative. La riflessione sull’eroe si è infittita, con la comparsa nel panorama critico dell’urgenza di interpretare figure letterarie che rappresentano istanze tipiche del nostro tempo. In questo quadro si inserisce il recente volume di Wu Ming 4, L’eroe imperfetto, edito da Bompiani.

Av dei nyare utanlandske forfattarskapa som ikkje er omsette til norsk, så er kanskje romanane til det italienske forfattarkollektivet Wu Ming den mest slåande utelatinga.

Når dei utvikla prosjektet sitt på 1990-talet, var målet deira å bruke internettet og andre nye media til å få inn litt konflikt og radikalitet i kulturindustrien. Det er også eit kulturpolitisk poeng at alle bøkene deira er trykt på det vilkåret at dei kan kopierast av alle og spreiast for personleg bruk.

Cognitive mutations, confusion of perception and mediatic overexposure are the new elements that literature offers to confront the new millennium. This is the kind of challenge that cannot be met by the strategies proposed by postmodern culture. This article takes as its starting ...