Critica Teatrale

Questo articolo è stato commissionato dall'UTE (Union des Théatres de l'Europe) nell'ambito del progetto triennale Conflict Zones ed è stato pubblicato sul sito web http://conflict-zones.reviews/. Il file allegato contiene l'introduzione, l'indice e il primo capitolo. Il resto si può leggere gratuitamente sul sito http://conflict-zones.reviews/.

Questo articolo ha lo scopo di tracciare un panorama del sistema delle arti performative contemporanee in Italia. Una breve nota è necessaria per introdurre il lettore al funzionamento della sezione – che tenta di sfruttare al meglio le potenzialità del Web – ma soprattutto per spiegare come e perché una struttura ipertestuale sia più che mai adatta all'attuale situazione italiana. Anche se la natura di questo contributo (al quale è richiesto l'uso di un linguaggio agile e di facile leggibilità) non può certo dirsi in grado di comporre un esaustivo sommario dell'intero quadro, il punto di vista dell'autore è che una dinamica e composita raccolta di piccoli focus abbia modo di rispecchiare il sistema italiano in modo più fedele rispetto a un unico lungo saggio. Tale fiducia proviene da otto anni di esperienza giornalistica e critica, che hanno rivelato il panorama delle arti sceniche italiane come un organismo estremamente frammentato in cui la diversità territoriale, caratterizzata in gran parte da sensibili differenze di carattere economico, crea una pluralità di opportunità di produzione e circolazione che va di pari passo con lo stato delle realtà locali.
Come si vede nella mappa della sezione, un focus è a volte generato da un altro ed esso stesso dà origine a uno ulteriore, in una complessa rete di relazioni e interdipendenze, un sistema vitale che affronta di continuo uno slittamento evidente e tuttavia dimostra una fondamentale abilità nel preservare la propria verve creativa. Politica culturale e pratica teatrale, ad esempio, funzionano in stretta connessione; una determina necessariamente l'altra, e quest'ultima dà vita a estetiche particolari, con relative tendenze e uno specifico orizzonte di richiamo sul pubblico, che di fatto può a sua volta influenzare (o quanto meno interagire con) la politica culturale.
Un ultima questione necessita di attenzione. La situazione descritta in questa sezione è stata registrata tra febbraio e marzo 2015. Durante questi mesi l'intero sistema di finanziamento pubblico sta andando incontro a un profondo cambiamento (un breve sommario viene offerto nel paragrafo Struttura dei Teatri) che deve ancora essere verificato e esperito dagli agenti del sistema stesso. In altre parole, al momento la generale gestione del denaro pubblico destinato alla scena delle arti performative italiane si sta ridimensionando su un nuovo ordine che si prevede possa influenzare l'equilibrio tra strutture pubbliche e private nel più imprevedibile dei modi.
Motivo per cui abbiamo scelto di declinare al plurale la parola teatro, facendo riferimento ai Teatri Contemporanei in Italia.

L'ispirazione non viene mai da sola, e quello che ne risulta, spesso diventa ispirazione per opere future.
Anche tre grandi drammaturghi francesi come Georges Feydeau, Victorien Sardou e Henri Meilhac non sfuggono a questa regola. I loro testi non sempre nascono da idee originali ma si basano anche su opere precedenti, perfino non teatrali, da cui gli autori sono rimasti colpiti. Si scopre così che Feydeau ha subito l'influenza dell'opera di Eugène Scribe, che Victorien Sardou è rimasto affascinato dagli scritti di Edgar Allan Poe e che Henri Meilhac, l'unico in questo contesto a fungere soprattutto da ispiratore, ha scritto un'opera che all'epoca fu giudicata alquanto mediocre ma che servì da base alla celeberrima Vedova Allegra. Perché capita un po' a tutti, nella vita, di ispirarsi a qualcuno e diventare fonte di ispirazione di qualcun altro.
Il volume contiene i seguenti testi nella mia traduzione:
La catena di Eugène Scribe
La palla al piede di Georges Feydeau
La lettera rubata di Edgar Allan Poe
Le zampe di gallina di Victorien Sardou
L'attaché d'ambasciata di Henri Meilhac
La Vedova Allegra di Victor Léon e Leo Stein

«Ho puntato non tanto sulle recensioni, troppo legate alla fissità di uno spettacolo lontano, ma a “pezzi” su personaggi del teatro del ’900
(apparsi per lo più su “Gazzetta del Sud”). Temi, cioè, che avevano una loro attualità al tempo in cui sono stati scritti (una scomparsa, una ricorrenza, una prima…, senza alcuna intenzione esaustiva), che la conservano anche
adesso e che probabilmente l’avranno anche domani. E ho cercato di trasformare il tutto in qualcosa di utile per chi legge, con due accorgimenti. Il primo è un “ammodernamento” o “ristrutturazione” dei singoli capitoli (ed ex articoli), aggiungendo concetti e circostanze grazie a uno spazio maggiore di quello ristretto di una pagina di giornale. Il secondo è un complesso apparato di note (insieme con una nutrita bibliografia), appetibile per gli appassionati di teatro, che consente di ritrovare
facilmente (grazie anche a un dettagliato indice analitico) spettacoli famosi con la loro distribuzione di ruoli, che instaura collegamenti tra un personaggio e l’altro, che mette insieme nomi e date, utili anche a una “storia” (per carità, tra virgolette e con la s minuscola) del teatro,
soprattutto della seconda metà del Novecento».
Trentadue personaggi
Julian Beck, Samuel Beckett, Biagio Belfiore, Paola Borboni, Lilla
Brignone, Peter Brook e Jerzy Grotowski, Gabriele D’Annunzio,
Eduardo De Filippo, Rossella Falk, Giuseppe Fava, Dario Fo, Jean
Genet, Eugène Ionesco, Beniamino Joppolo, Alberto Moravia, Salvo
Randone, Leonida Rèpaci, Mariano Rigillo, Enrico Maria Salerno,
Stefano Satta Flores, Jérôme Savary, Leonardo Sciascia, Spiro Scimone
e Francesco Sframeli, Luigi Squarzina, Konstantin S. Stanislavskij,
Giorgio Strehler, Giovanni Testori, Aroldo Tieri, Leopoldo Trieste,
Anatolij Vasiliev.
E anche
Un palcoscenico dal cuore siciliano (Stabile di Catania), Cinquant’anni
di Piccolo Teatro (e di Strehler), Il palcoscenico terapeutico (lo
psicodramma).

Il saggio descrive il lavoro di catalogazione e di analisi del materiale documentario
raccolto dal critico teatrale Aggeo Savioli, recentemente scomparso. Il materiale, donato
dalla famiglia Savioli al Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale ed Europeo,
consiste di 42 faldoni (periodo 1956-2000), contenenti paratesti teatrali, e di raccolte di
volumi e di cataloghi di ambito teatrale e cinematografico. Durante questa prima fase
è stato catalogato il periodo 1956-1970, classificando le tipologie di paratesti attraverso
criteri basati su competenze di letteratura teatrale, storia del teatro, critica teatrale e
soprattutto di archivistica digitale e di biblioteconomia.
The essay describes the cataloguing and analysis of the documents collected by the
theatre critic and journalist Aggeo Savioli, who recently passed away. The documents,
donated by the Savioli family to the Centro Studi sul Teatro Napoletano, Meridionale
ed Europeo, consist of 42 folders (1956-2000 period), containing theatrical paratexts,
and collections of volumes and catalogues on theatre and cinema. In this first part of
the work, the 1956-1970 period was catalogued, classifying different types of paratexts
according to multidisciplinary criteria referring to theatre literature, theatre history,
theatre critics and digital archivistic and library sciences.

A presente monografia procura refletir os preceitos, fundamentos e características da Crítica Teatral como gênero jornalístico. Avaliando qual seria a maneira mais correta de redigir uma, e quais os pontos essenciais para essa. Para isso, serão analisadas críticas teatrais vinculadas na mídia brasileira entre 2015 e 2018, a conduta que seus autores e meios utilizam para produzi-las, além de entrevistas com profissionais do meio, e pesquisas com bases históricas.
O intuito final é compreender e identificar uma possível forma base de escrita que guie profissionais e elucide estudantes do meio, gerando maior interesse para o texto opinativo em questão.

Ho cominciato a scrivere di teatro con una certa continuità alla fine del 2015, mentre curavo per il quotidiano online Ravennanotizie una rubrica intitolata "Moderato cantabile".

Dall'autunno del 2017 la rubrica si è spostata sul settimanale Ravenna&dintorni, specializzandosi sul teatro e cambiando il nome nell'aristofanesco "Le nuvole".

Nel 2018 ho partecipato al concorso nazionale indetto dall'associazione Lettera 22 per critici teatrali under 35. Ho voluto integrare in questa raccolta i pezzi scritti durante quella trasferta, nonché il breve contributo di ringraziamento che inviai per ripagare la fiducia di chi aveva voluto onorarmi col primo premio: il lettore lo ritroverà qui al posto di una postfazione.

Le recensioni selezionate per questa raccolta, lo si noterà, sono in genere piuttosto lunghe e articolate; cosa inusuale se si pensa allo spazio solitamente dedicato alla critica teatrale in Italia, che negli ultimi due decenni si è contratta in sparuti trafiletti da 1000 battute. Devo il lusso di tanta prodigalità, oltre che al mezzo digitale, ai caporedattori dei giornali per cui ho lavorato: Pier Giorgio Carloni per Ravennanotizie e Fausto Piazza per Ravenna&dintorni.

Il paginone di «Stilos» (9-22 maggio 2006) contiene una recensione di due libri di d’Amico o a lui dedicati: le sue Cronache teatrali, vol. V 1945-1955, a cura di A. d’Amico e L. Vito, Novecento; e il volume di Teresa Viziano, Silvio d’Amico & Co. 1943-1955. Allievi e maestri dell’Accademia d’Arte Drammatica di Roma, Bulzoni.
Il paginone contiene poi, soprattutto, testo (e commento) di 8 lettere inedite di Silvio d’Amico o a lui dirette, tra il 1922 e il 1953. Questi i corrispondenti: Maria Melato, Luigi Federzoni, Umberto Fracchia, Gualtiero Tumiati, Roberto Forges Davanzati, Luigi Sturzo, Vito Pandolfi, Luigi Squarzina.
Sulle circostanze della lettera di Squarzina, lo stesso regista interviene nell’intervista redazionale che completa il paginone.

Sinopsis La investigación "Otras Voces" presenta una revisión sobre las interpretaciones de otras voces, aquellas que no consagra el canon teatral colombiano, reconociendo en la práctica artística su dimensión histórica; seguidamente, a través de procesos fronterizos y liminales se propone un análisis de las obras escogidas, que tienen en común temas mesoamericanas y afrodescendientes.

Les écritures critiques se sont profondément transformées au contact des nouveaux langages théâtraux se profilant à la moitié des années soixante. Confrontons les positions de deux protagonistes de ces bouleversements : Giuseppe Bartolucci et Bernard Dort. Cette étude comparée franco-italienne nous permet d’une part de mettre en lumière la convergence entre deux écritures critiques qui prennent pour objet la même question, ce que nous avons appelé « l’expansion du concept de dramaturgie » et, d’autre part, de mieux comprendre les écarts entre ces deux écritures motivées tant par la sensibilité des critiques que par les contextes italien et français.

Il volume indaga l’inedito scambio epistolare tra Scipione Maffei (Verona, 1675-1755) e Pietro Calepio (Bergamo, 1693-1762), nato in margine alla recensione del Paragone della poesia tragica d’Italia con quella di Francia (1732) del bergamasco edita nel primo tomo delle maffeiane «Osservazioni letterarie». Il breve carteggio, in cui emergono le diverse teorie drammaturgiche dei due autori, offre lo spunto per una più ampia analisi della critica teatrale primo-settecentesca: vengono esaminati il dibattito intorno alla Merope di Maffei nel contesto della polemica Orsi-Bouhours, la varia fortuna dei drammi di Corneille nel teatro italiano sei-settecentesco, la formulazione di un canone tragico tra Crescimbeni e Calepio, e infine la fondazione di un’estetica teatrale italiana, che si origina dal confronto con i teorici francesi più all’avanguardia, da Voltaire a Jean-Baptiste Du Bos e a François Granet.

Este artículo visita las críticas en medios de prensa chilenos consideradas las más relevantes, para situar el trabajo de la compañía de teatro La Mona Ilustre en el medio teatral chileno a partir de sus particularidades. Este texto es inédito, sin embargo, su versión original forma parte de la Introducción de mi tesis de Magíster.

Osservazioni  sul ruolo della critica come codice di lettura scenica: l' approccio teorico e semiologico del testo e della rappresentazione, il ruolo del critico come traduttore e interprete di una rete complessa. Come cambia la ricezione del fenomeno teatrale nel tempo con lo sviluppo della semiotica, lo strutturalismo praghese, i 13 punti di Kowzan nonchè come si scrive una recensione motivata ed argomentata. Proviamo a capire cosa si intende per critica teatrale, oggi (le dinamiche della critica teatrale in rete), discutendo con alcuni tra i critici Italiani più attivi nel panorama contemporaneo italiano: Giulio Baffi, Mario Bianchi, Rossella Menna, Roberto Rinaldi e Oliviero Ponte Di Pino.

Il saggio è  stato redatto nell'ambito dello stage formativo per il conseguimento del Master di II livello in Letteratura,Scrittura e Critica Teatrale presso l’Università degli Studi di Napoli "Federico II".

César Brie é um dos criadores mais fascinantes do teatro contemporâneo. Presença regular em festivais e outras ocasiões em contexto europeu, este argentino de 52 anos atravessou já as fronteiras do mundo de muitas maneiras: em 1974, opta pelo exílio em Milão, fugido do regime dos generais; em 1980, vai para a Dinamarca com Eugenio Barba e o Odin Teatret; depois de um curto regresso a Itália, vai para a Bolívia em 1991, onde funda o Teatro de los Andes, companhia com a qual produziu desde então vários trabalhos e que permanece como uma referência do teatro boliviano e sul-americano. Este percurso extraordinário encontra interesses e motivações claras no território do político. Mas também na poética do texto e do actor, na palavra transformadora e essencial, no corpo expressivo, inteligente e sensível do actor. Mas também no território e na história e nas pessoas. O teatro que César Brie pensa e faz é “um teatro necessário”