Consob

Il biennio 2008-2009 è stato caratterizzato per Arena S.p.A. da due importanti operazioni : l’aumento di capitale riservato a YA Global Dutch b.v., advisor statunitense e la conversione in azioni del prestito obbligazionario di Jp Morgan avvenuto nel 2007. Sia YA Global  sia Jp Morgan hanno richiesto ed ottenuto con successo la presenza nel CdA di Arena. Il contratto SEDA con YA Global si è risolto anticipatamente e Arena ha citato il fondo di investimento in tribunale chiedendo un risarcimento di € 40 mln. Secondo la stampa entrambe le operazioni risulterebbero “operazioni di salvataggio” ancor più che di riorganizzazione degli assetti di governance. L’ipotesi del “salvataggio” è fondata nei dati economici e finanziari che vedono Arena S.p.A nel periodo 2008/2009 costantemente in perdita sia a livello di capitale netto sia a livello di ROE nonostante un’inversione percentuale positiva nel 2009 rispetto al 2008 soprattutto grazie all’intervento di Jp Morgan. Nonostante la nuova governance di gruppo i risultati non sono stati all’altezza delle aspettative.

Since the inclusion in the Italian institutional system of the c.d. Independent authorities , which are given the power to regulate sensitive sectors of the market (domain sensibles), attention has been focused on the particular interference between market regulation and contract discipline. In particular, the Authorities have quite a varied regulatory power: the law gives the Authorities the power to define the starting and conclusion procedures, as well as the form and minimum content of the contracts. In relation to these last powers, we will try, with this contribution, to examine the hypothesis of negotiation nullity deriving from the non-conformity of the contracts with the regulations of the Independent Authorities, as well as the hypothesis of external regulation of the contracts by the regulations of Independent Authorities.

The purpose of this work is to inquire into the rules governing the activity of independent financial advisers. The reason for concentrating on this topic is that, as their very name makes it clear, they are by definition immune from the conflicts of interests that typically affect other financial institutions providing financial advice. This seems to be a particularly valuable asset to which financial regulators should attach proper consideration, particularly when trying to work out regulatory solutions aimed at preventing the occurrence of other crises, as seems to be the underlying rationale of all the recent efforts to overhaul the framework for financial regulation, both at global and national level.
The structure of the work - whose focus is confined to the EU system and particularly to two countries taken as a case-study, the UK and Italy - is the following: first of all, we will clarify
what we mean precisely by independent financial advisers: the name clearly gives an idea of what we are referring to, but it is obviously very important to identify from the outset, precisely what the law means by such notion. In particular, we will consider the issue of remuneration of independent financial advisers, which is crucial for defining their notion (§ 2).
After that, we will go into more details on why independent financial advisers seem to be particularly promising in working around the conflicts of interests typical of traditional investment firms, and why in terms of policy it would seem wise to encourage the development of such an alternative channel for financial investments, also as a possible alternative to heavier regulation of the traditional channels (§ 3).
Next, we will consider the key features of independent financial advisers regulation, starting from the EU Directive on markets in financial instruments (MiFID) and then analysing two very different countries, the UK and Italy: we will use them as case-studies because, from a historical point of view, they are at the respective ends of the spectrum, the former having a 20-years experience in the regulation of the subject, while the latter only recently having
started to adopt its first laws on it (§ 4).
We will then move to the assessment of such regulatory architecture, trying to understand if it adequately protects and promotes an effective competition to incumbent financial institutions from independent financial advisers, if the reform trend manifested in the UK in the recent years has gone in the right direction, and if the Italian newly-approved regulation is a fertile environment for the growth of this new profession, all this against the background of the EU framework (§ 5).
Finally, we will go a step further, trying to understand if the current reform proposals at the EU level are to be welcomed, to imagine what other improvements could be made to the existing regime, and to appraise to what extent there is a need for competition law to complement sector-specific regulation, if we want to encourage the development of a lively industry of independent financial advice (§ 6).

The paper focuses on the analysis of implicit powers: from their genesis in the nineteenth century in the American continent, up to the most recent developments which in the Italian legal system concern the regulatory phenomenon of independent authorities. The intent is to raise doubts regarding the attributions of authoritative powers that the jurisprudence of the Council of State implicitly recognizes to these authorities.

L'elaborato si concentra sull'analisi dei poteri impliciti: dalla loro genesi nel XIX secolo nel continente americano, fino agli sviluppi più recenti che nell'ordinamento italiano riguardano il fenomeno regolatorio delle Autorità indipendenti. L'intento è sollevare dubbi rispetto alle attribuzioni di poteri autoritativi che la giurisprudenza del Consiglio di Stato riconosce implicitamente a queste autorità.

La voce del Dizionario Biografico degli Italiani on line  ricostruisce la vicenda professionale e politica di Franco Piga (1927-1990) giurista e grand commis legato ai governi della prima Repubblica. Al culmine della sua carriera fu presidente della Consob e ministro delle partecipazioni statali. Piga si occupò fin dall’inizio di questo mandato dello scioglimento della Enimont, joint-venture con quote identiche tra l’Eni e la Montedison-Ferruzzi di Raul Gardini. Sostenne la necessità di un programma di ristrutturazione della società e di valutare fin da subito il suo scioglimento definitivo, firmato da lui stesso il 5 settembre 1990, ma rimase impigliato nell’aggrovigliata vicenda giudiziaria che ne seguì, quando emerse che sua moglie era stata destinataria di una quota di 900 milioni di lire in Cct come parte della “maxi tangente” ai partiti ottenuta dalla sopravalutazione della cessione di Enimont. La sua carriera fu bruscamente e definitivamente interrotta dopo soli cinque mesi, quando Franco Piga morì a seguito di un infarto, il giorno di Santo Stefano del 1990, a Cortina d’Ampezzo, dove abitualmente trascorreva le vacanze natalizie con la famiglia. La scomparsa non coincise tuttavia con la fine del suo coinvolgimento nell’affare Enimont. A sei anni di distanza la procura di Belluno aprì un’inchiesta per accertarne i presunti collegamenti con le altre morti eccellenti (Gabriele Cagliari e Raul Gardini) dei protagonisti della vicenda. Nulla di certo è stato trovato per sostenere tali sospetti, ma ancora oggi non si è fatta pinea luce sulle ragioni che portarono Piga a firmare il provvedimento che pose fine all’industria chimica italiana. Quello che rimane sono gli elogi di tanti colleghi ed estimatori, che lo ricordarono per l’impegno in magistratura, la vocazione di uomo di stato e per le importanti innovazioni amministrative.

Il saggio esamina la disciplina del procedimento sanzionatorio della Con- sob dando particolare attenzione alle garanzie del soggetto sottoposto e ana- lizzando il percorso dottrinale e giurisprudenziale che ha portato alle recenti modi che regolamentari. In conclusione si espongono possibili prospettive di riforma della normativa, anche alla luce della nuova legislazione eurounitaria e della giurisprudenza della Corte EDU.

SOMMARIO: 1. Premessa: la questione di costituzionalità sollevata dalla Cassazione civile e le precedenti tappe del dialogo tra Corte costituzionale e Corte di Giustizia dell’Unione europea. — 2. L’epilogo dinanzi alla Corte costituzionale: la sentenza n. 84/2021. — 3. I diversi motivi di interesse della pronuncia. — 3.1. La questione della “doppia pregiudizialità”: ulteriori chiarimenti sull’ordine del dialogo? — 3.2. Diritto al silenzio, matière pénale ed espansione delle garanzie processuali penali: la massimizzazione del livello di protezione dei diritti fondamentali in uno scenario incerto
e problematico. Prospettive future in relazione ad altri procedimenti amministrativi “sanzionatori” previsti nel nostro ordinamento. — 3.3. Spunti sui possibili effetti della decisione in relazione alla dimensione sostanziale del nemo tenetur. — 4. Riflessioni conclusive.

Il fund rainsing è la pratica di raccolta fondi finalizzata alla realizzazione ed erogazione di specifici servizi, spesso adottata da organizzazioni non profit per coprirne i costi. È un approccio alla raccolta fondi molto interessante e che tende a distinguersi dal punto di vista della sua diffusione e partecipazione cittadina tra le varie nazionalità. Nel caso del sistema italiano, le donazioni rappresentano una parte modesta delle loro entrate complessive rispetto ad altre realtà nazionali.

L’attività regolatoria delle autorità amministrative indipendenti coinvolge settori sempre più ampi dell’agire quotidiano; ma come viene resa effettiva? Con quali strumenti ne viene garantito il rispetto? E ancora, quale ruolo ricopre l’enforcement nel ciclo complessivo della better regulation? Attraverso un’approfondita analisi del disegno istituzionale dell’enforcement di sei autorità italiane (agcom, arera, agcm, consob, ivass e Banca d’Italia), l’autrice ne individua i principali modelli e indaga i fattori istituzionali che influiscono sulla loro diversificazione. Ne emerge un quadro variegato, nel quale l’appartenenza all’uno o all’altro modello deriva principalmente dagli ambienti istituzionali (nazionale e sovranazionale) in cui le autorità agiscono. Ma contano anche la cultura e le tradizioni amministrative stratificatesi nel tempo. Cruciali appaiono, a tale proposito, le sfide poste dalla nuova governance ue, che tende ad accrescere i poteri di enforcement direttamente esercitati dalle istituzioni sovranazionali, chiamando le autorità nazionali a un significativo sforzo di adattamento.
Il volume offre, inoltre, una prospettiva nuova allo studio dell’enforcement, considerandolo, all’interno del ciclo della better regulation, come una sottofase dell’implementazione, essenziale a garantire efficacia alle scelte di policy.

Il 9 luglio 2015 si è riunito, presso Borsa Italiana, il Comitato per la Corporate Governance. Il Comitato ha discusso l’evoluzione dell’attività di monitoraggio sull’applicazione del Codice di Autodisciplina per le società quotate nonché l’evoluzione normativa e delle best practice internazionali.
Il Comitato ha approvato alcune modifiche di dettaglio del Codice di Autodisciplina volte a recepire alcuni principi in materia di corporate social responsibility, rafforzare i presidi aziendali di legalità e trasparenza e confermare alcune raccomandazioni formulate dal Comitato nella sua Relazione annuale pubblicata l’11 dicembre 2014.
Inoltre, è stato precisato che, in futuro, il Comitato prenderà in considerazione ulteriori revisioni del Codice con cadenza, di norma, biennale.

Enforcement of the European System of Financial Supervision (ESFS) has undergone a three-step process over time, leading it to a current networked configuration of powers and tasks between the EU and the national competent authorities (NCAs). In light of this, this paper has a twofold aim. First, it analyses the actual configuration of enforcement mechanisms in the ESFS, arguing that different patterns emerge across the three branches (banks, securities markets and insurance): as governance becomes more complex in terms of number of actors and functions, verticalisation of enforcement increases. Second, by taking into account the three Italian competent authorities, it assesses the concrete changes occurred both in organisation and in perceived effectiveness, through quantitative data and qualitative surveys. It therefore argues that the more institutionalised and verticalised is the enforcement governance, the less reluctant will NCAs be to transfer shares of their enforcing powers...

Attraverso il Decreto Legge n. 179/2012, convertito, con modifiche, nella Legge n. 221/2012, l’Italia ha adottato una regolamentazione ad hoc per l’equity crowdfunding, lo strumento che permette di investire in piccole società, startup o PMI innovative attraverso piattaforme web autorizzate.
Il legislatore ha mirato a creare condizioni e strumenti favorevoli per la nascita di nuove start-up semplificando l’iscrizione al Registro delle Imprese, riducendo gli oneri e prevedendo una disciplina specifica dei rapporti di lavoro nonché deroghe al diritto societario e fallimentare. In particolare, con la predisposizione di incentivi fiscali per gli investimenti in start-up e per gli incubatori, il decreto ha voluto favorire la progressiva crescita delle start-up innovative.