Academia.edu no longer supports Internet Explorer.
To browse Academia.edu and the wider internet faster and more securely, please take a few seconds to upgrade your browser.
Nella questione dei rapporti tra il Raffaello tardo e i suoi allievi, oggi per tanti versi ancora aperta, ma certo non più definibile come nel 1982, alla vigilia della grande ondata di studi per il centenario del-l'artista, " the crucial but extraordinarily misunderstood problem of autograph paintings by Raphael during his last years " 1 , il nodo dell'attribuzione della Madonna della Quercia (fig. 5) appare a tutta pri-ma meno intricato di altri. Per buona parte del Novecento il quadro è stato ascritto a Giulio Romano, secondo alcuni coadiuvato da Penni o da Raffaellino del Colle, con la prevalente tendenza, salvo rare eccezioni, a prospettare un coinvolgimento di Raffaello solo nel disegno preliminare; oggi vi si ricono-sce unanimemente un ampio contributo del Sanzio 2. È una conclusione a cui si è arrivati grazie alla lettura incrociata dei dati di stile e degli esiti degli esami diagnostici 3 : la radiografia effettuata nel 1982 (fig. 6) ha rivelato una prima, pressoché compiuta versione del dipinto, di qualità altissima e da ascri-versi senz'altro a Raffaello, avvicinata dagli studi per ragioni di stile alla Sacra Famiglia di Francesco I documentata all'inizio del 1518 4 , sulla quale per motivi a oggi non chiariti è intervenuto un diverso pit-tore, presumibilmente Giulio Romano in un momento di poco successivo alla scomparsa del maestro o forse ancora sotto il suo controllo 5. In favore di una datazione del rimaneggiamento che non si al-lontani troppo dalla morte di Raffaello puntano gli echi della Trasfigurazione nel paesaggio sullo sfon-do, il panneggio che avvolge il busto della Vergine e il ritmo del gesto di lei, che ricordano la Giustizia dipinta a olio su muro nella Sala di Costantino 6 , gli insistiti effetti di controluce nel chiarore del cielo sulla sinistra e nel fogliame dell'albero, nei quali si coglie una prima risposta alla sfida lanciata da Se-bastiano del Piombo al tempo della Resurrezione di Lazzaro, ma non ancora l'accentuazione delle om-bre tipica delle pale romane di Giulio. A rimandare a Giulio Romano così come oggi lo si intende, più del chiaroscuro, che qui avvolge gli incarnati con passaggi leggeri (le ombre " piombine " che secondo Lanzi distinguono Raffaello da Giulio) 7 e non contrastati come nelle prime opere autonome del Pippi, sono piuttosto i tipi dei volti della Vergine (il brano in cui è più evidente il divario stilistico rispetto al-la radiografia) e del Bambino, accostabile al giovane biondo della Lapidazione di santo Stefano (ma an-che di nuovo al Bambino della Sacra Famiglia di Francesco I 8 , e già definito come tale nella prima ver-sione), e soprattutto il carattere decentrato della composizione, che fa perno sull'aggetto del 'triangolo' Grimani su cui si appoggiano la Madonna e il san Giuseppe 9. Ne deriva un'impostazione in scorcio che significativamente nella radiografia non compare ancora: in principio il lato esterno dell'ara, riprodot-ta con rigorosa fedeltà ma poi scheggiata ad arte a renderla frammento, non sfuggiva infatti verso il fon-do, ma più regolarmente andava a perdersi verso destra. È il segno più rilevante dello scarto tra l'inter-vento dell'allievo, con la sua maggiore audacia compositiva, la minore sottigliezza, la semplificazione quasi brutale della condotta pittorica, e la prima versione del maestro, caratterizzata invece, a quanto sembra potersi leggere nella radiografia, da passaggi delicati e finissimi (fig. 6), e dominata da una rin-novata riflessione su modelli leonardeschi che spinge ad anticiparne l'esecuzione forse al 1516. La storia del dipinto è nota con certezza soltanto a partire dalla sua prima registrazione in Spagna, nell'inventario dell'Álcazar del 1666, ma è stato di recente supposto che abbia fatto parte del grup-po di opere offerte a Filippo IV da Niccolò Ludovisi nel 1640 10. Se ne ignora tuttavia la collocazione prima di allora, e nel secolo precedente non sembrano potersene trovare tracce, se non indirette 11. Se sulla provenienza i dati sono scarsi, sulla committenza mancano del tutto, pur trattandosi di un'opera di notevole impegno, che dobbiamo immaginare destinata a una personalità di rilievo, in grado di chiedere un quadro al Sanzio in un momento sovraccarico di commissioni e di ottenerlo dal suo maggiore allievo a una data prossima alla scomparsa del maestro.
Cultura Economia Territorio. La Storia come mestiere. Studi in onore di Fabio Bettoni, a cura di A. Ciuffetti, R. Tavazzi, Bollettino storico della città di Foligno
L. Bertoglio, E. Cecconelli, M.R. Picuti, Il santo e il vitello: un affresco con sant’Antonio abate nella chiesa di Santa Maria Infraportas, in Cultura Economia Territorio. La Storia come mestiere. Studi in onore di Fabio Bettoni, a cura A. Ciuffetti, R. Tavazzi, BSCFoligno, 43-4, 2020-1, 343-562020 •
Questo contributo nasce dalla segnalazione della presenza di un vitello accovacciato ai piedi di un sant’Antonio Abate, al posto dell’usuale porcello, in un dipinto realizzato nella prima metà del XVI secolo in una cappella viaria annessa alla chiesa di santa Maria Infraportas a Foligno. L’analisi dell’opera attribuita a un pittore in cui è ben riconoscibile l’influenza operata da Bernardino di Betto detto il Pinturicchio ha rappresentato l’occasione per esaminare con un approccio interdisciplinare questa iconografia così poco usuale nel panorama della storia dell’arte e di approfondire quali possano essere i motivi che hanno portato i committenti a tale scelta. “Ulteriore motivo d’interesse della raffigurazione di Sant’Antonio con il vitello scaturisce dalla possibile appartenenza dell’animale alla razza chianina, la monumentale specie di buoi dal manto bianco porcellana, che negli individui di meno di 6 mesi di età si presenta di colore fromentino, come nel nostro esemplare, e dalla suggestione che la sua raffigurazione voglia testimoniare il legame che unisce la valle Umbra a questa particolare varietà bovina. È noto come la bellezza e l’imponenza dei buoi di Bevagna, l’antica Mevania, costituiscano un topos letterario dell’antica Roma che prende avvio dai versi del secondo libro delle Georgiche, nei quali Virgilio, decantando le glorie italiche, ricorda il candore delle greggi e dei buoi lavati nelle sacre acque del Clitunno e il loro impiego nel trionfo dei condottieri vittoriosi, chiaro riferimento ai sacrifici che avvenivano a Roma sul Campidoglio, presso il tempio di Giove Ottimo Massimo, dove le cerimonie terminavano...”.
Montreâl, a cura di A. Colonnello, A. Fadelli, P. Tomasella, Udine, Società Filologica Friulana, 2023, pp. 355-365
Il pittore e il prete. Note d'archivio sugli affreschi del Calderari conservati nell'antica pieve di Montereale, in Montreâl, a cura di A. Colonnello, A. Fadelli, P. Tomasella, Udine, Società Filologica Friulana, 2023, pp. 355-365 (pre-print)2023 •
Nell'antica pieve di Montereale Valcellina, oggi declassata a chiesa cimiteriale, si conserva un ciclo di affreschi realizzato poco dopo la metà del Cinquecento dal pittore pordenonese Giovanni Maria Zaffoni detto il Calderari. Nuove scoperte d'archivio hanno permesso di datare con maggiore precisione le pitture, anticipare di almeno 5 anni la morte dell'artista e dare un nome certo al pievano il cui ritratto compare nel ciclo di affreschi.
Loading Preview
Sorry, preview is currently unavailable. You can download the paper by clicking the button above.
RECEIN: Revista del Centro de Investigación de la Universidad La Salle
On Scheler's Affective Intentionality (Sobre la Intencionalidad Afectiva de Scheler)2018 •
2022 •
2018 •
The Dictionary of the Bible in Ancient Media, edited by T. Thatcher, C. Keith, R. Person, E. Stern. Bloomsbury: T & T Clark
Rabbinic Literature and Ancient Media2017 •
Journal of the College of Physicians and Surgeons Pakistan
Evidence-based Medicine in Cardiac Imaging2019 •
Developmental Dynamics
Time-lapse microscopy of macrophages during embryonic vascular development2012 •
Journal of Biological Chemistry
Recombinant human extrinsic pathway inhibitor. Production, isolation, and characterization of its inhibitory activity on tissue factor-initiated coagulation reactions1990 •
XVIII FÓRUM DE PESQUISA CIENTÍFICA E TECNOLÓGICA
Comparação Do Uso De Corantes Em Uma Técnica De Montagem Para Monogenéticos (Platyhelminthes: Monogenea) De Peixes2018 •
2024 •
2017 •