«Genesis. Rivista della Società italiana delle Storiche», XXIV/1, 2025
Call for papers
Genere e Archivi
a cura di LAURA CASELLA, SERENA GALASSO
Ogni ripensamento storico e apertura di nuove prospettive storiografiche che si propongano
di correggere la lettura delle diseguaglianze di genere non può che partire dalla critica delle
fonti. Dalle prime ricerche degli anni ’70, avviate dalle pioniere della storia delle donne,
campagne di scavo archivistico e censimenti hanno individuato documenti inediti e aperto nuovi
campi di studio. Tuttavia, il silenzio delle fonti ha continuato ad essere invocato troppo spesso
quando, e non di rado, bisogna constatare che le scritture che si cercano, non sempre si trovano.
Ma in quale misura queste lacune documentarie riflettono assenze effettive? O, piuttosto,
sbagliamo le domande e le tipologie di carte a cui rivolgerle e non ci interroghiamo a
sufficienza sulla struttura dei sistemi archivistici e documentari e sulle logiche che hanno
presieduto alla loro formazione nel lungo periodo? La carenza di fonti non è sempre un dato di
fatto e la scarsa visibilità delle donne negli archivi va contestualizzata.
Negli ultimi anni, la nozione di «archivio» è stata sottoposta a una lettura critica e, in
particolare nel mondo anglosassone, simili approcci, alimentati dalla storiografia post-coloniale,
i femminismi intersezionali e i queer studies hanno impresso una vera e propria svolta di
paradigma, un archival turn (De Vivo–Guidi–Silvestri 2016; Walsham 2016; Poncet 2019).
Queste nuove epistemologie sottolineano la necessità di destrutturare le strategie canoniche di
archiviazione che tendono a marginalizzare soggettività non normative e subalterne, fornendo
chiavi teoriche utili per ripensare anche i processi storici di conservazione della documentazione
nei secoli dell’antico regime. È ormai chiaro che l’archivio è un prodotto socio-culturale
plasmato dall’asimmetria dei rapporti di potere e da progettualità ben precise di trasmissione
della memoria. Le pratiche conservative di tracce testuali e materiali sono, in altre parole,
strategie discorsive che si interpongono tra noi e la ricostruzione degli eventi passati, e che,
come tali, vanno problematizzate e studiate.
Sebbene più frequentemente l’attenzione di studiosi e studiose si sia concentrata sulle
pratiche di trasmissione della documentazione degli organi di potere, di cancellerie e apparati
burocratici nell’obiettivo di mettere a fuoco i meccanismi di costruzione dello stato e le forme di
dominazione sociale, negli ultimi anni anche gli archivi privati sono stati studiati per i discorsi
memoriali che producono sul lignaggio e la storia familiare (De Lurdes Rosa 2019; Véronique
Lamazou-Duplan 2021). Tuttavia, le logiche di genere che hanno inciso sulla genesi e la
fisionomia degli archivi sono state raramente prese in considerazione e non sono state mai
oggetto di un’analisi comparativa ed estesa sul lungo periodo.
In questo numero monografico di Genesis, proponiamo di sottoporre a un approccio di
genere la formazione di sistemi archivistici, intesi in senso lato come reti organizzate di carte,
nel periodo compreso tra gli ultimi secoli del Medioevo e il XIX secolo. L’arco cronologico
considerato è il più adeguato per ricomprendere modalità di produzione e trasmissione
documentaria che precedono il pieno affermarsi e l’istituzionalizzazione della moderna scienza
archivistica. Si invitano ricercatrici e ricercatori a inviare contributi che intendano approfondire
i seguenti assi di ricerca, a partire da casi di studio concreti:
•
Le responsabilità di uomini e donne nella produzione e trasmissione della memoria
scritta, personale e familiare, e dunque i loro ruoli nel definire attivamente
1
l’ordinamento e la morfologia di sistemi archivistici. Sono di interesse anche gli
spazi e i modi in cui le carte venivano conservate.
•
La materialità della documentazione, i supporti, le forme, le caratteristiche
estrinseche che la connotano e che possono rivelare, in chiave comparativa,
differenze o similitudini – materiali ma anche sostanziali – tra documenti maschili e
femminili dello stesso archivio; che cosa le carte ci dicono dell’alfabetizzazione
letteraria, giuridica, contabile ed economica dei soggetti produttori e delle loro
eventuali differenze di genere.
•
I percorsi di trasmissione delle carte (e dei piccoli oggetti a volte ad esse legati)
ovvero come le scritture prodotte o possedute da donne siano state integrate in
sistemi archivistici; la formazione di nessi e sistemi di carte riconducibili a un
soggetto e il loro dialogo con l’insieme dell’archivio.
•
Il problema delle lacune documentarie, degli scarti e delle operazioni, volontarie e
non, di soppressione della memoria. L’obiettivo è di mettere in chiaro i processi di
ordinamento e conservazione della documentazione per interrogarsi non solo su ciò
che l’archivio contiene, ma anche su ciò che ci impedisce di vedere.
•
La riflessione interdisciplinare ed epistemologica sul concetto di archivio, sui
confini ambigui tra biblioteche, collezioni e sistemi documentari e sulle categorie
logico-descrittive, spesso modellate su un maschile con pretese di neutralità e
normatività, attraverso le quali ordiniamo e pensiamo le tracce del passato.
Le proposte di articoli inediti dovranno essere di circa 3.000 caratteri (400 parole) e dovranno
pervenire alle curatrici del numero Laura Casella (laura.casella@uniud.it) e Serena Galasso
(serena.galasso@unipd.it) entro il 29 luglio 2024. Dovranno essere accompagnati da una breve
nota biografica dell’autore/autrice. Gli articoli selezionati per la pubblicazione non dovranno
superare le 50.000 battute, spazi e note a piè di pagina inclusi, e dovranno pervenire entro il 30
novembre 2024. Si accetteranno contributi in italiano e, unicamente da parte di studiose e studiosi
non italiani, in francese, inglese e spagnolo.
Bibliografia indicativa
Étienne Anheim, Singulières archives: le statut des archives dans l’épistémologie historique. Une
discussion de La mémoire, l’histoire, l’oubli de Paul Ricœur, «Revue de synthèse», 125, 2004,
p. 153-182.
Benedetta Borello, Laura Casella, Paper Heritage in Italy, France, Spain and Beyond (16th to 19th
Centuries). Collector Aspirations & Collection Destinies, Abingdon-New York, Routledge, 2024.
Emmanuelle Berthiaud (a cura di), Paroles de femmes. Rôles et images de soi dans les écrits
personnels XVIe-XXe siècles, Paris, Éditions Le Manuscrit, 2017.
Laura Casella, Roberto Navarrini (a cura di), Archivi nobiliari e domestici. Conservazione,
metodologie di riordino e prospettive di ricerca storica. Atti del convegno di studi, Udine, 14-15
maggio, 1998, Forum, Udine, 2000.
Laura Casella, Il confine quotidiano. Scritture di donne in Friuli tra Cinque e Settecento, in Maria
Cristina La Rocca, Saveria Chemotti (a cura di), Il genere nella ricerca storica. Atti del VI
Congresso della Società delle Storiche (Padova, 14-15 febbraio 2013), 2015, v. I, pp. 1057-1072.
2
Alessandra Contini, Archivio per la memoria e la scrittura delle donne: un cantiere aperto,
«Archivio storico italiano», 160, 4, 2002, pp. 769-787.
Filippo De Vivo, Andrea Guidi, Alessandro Silvestri (a cura di), Archivi e archivisti in Italia tra
Medioevo ed età moderna, Roma, Viella, 2015.
Filippo De Vivo, Andrea Guidi, Alessandro Silvestri, Archival transformations in Early Modern
European history, «European History Quarterly», 46, 3, 2016, pp. 421-434.
Maria Pia Donato, Anne Saada (a cura di), Pratiques d’archives à l’époque moderne: Europe,
mondes coloniaux, Paris, Éditions classiques Garnier, 2019.
Markus Friedrich, The Birth of the Archive: A History of Knowledge, Ann Arbor, University of
Michgan Press, 2018.
Serena Galasso, La memoria tra i conti: alcune riflessioni sulle scritture domestiche di donne a
Firenze (XV-XVI secolo), «Quaderni storici», 2019/I, pp. 195-223.
Linda Giuva, Archivi neutri e archivi di genere. Problemi di metodo e di ricerca negli universi
documentari, in Oriana Cartaregia, Paola De Ferrari (a cura di), Reti della memoria. Censimento di
fonti per la storia delle donne in Italia, Genova, Coordinamento donne lavoro cultura, 1996, pp. 1442.
Valérie Feschet, Les papiers de famille: une ethnologie de l’écriture, de la mémoire et des
sentiments en Provence alpine, Aix-en-Provence, Publications de l’Université de Provence, 1998.
Elisabetta Insabato, Le nostre «chare scritture»: la trasmissione delle carte di famiglia nei grandi
casati toscani dal XV al XVIII secolo, in Istituzioni e società in Toscana nell’età moderna. Atti delle
giornate di studio dedicate a Giuseppe Pansini, Firenze, 4-5 dicembre 1992, Firenze, Ministero per
i beni culturali e ambientali, 1994, vol. II, pp. 879-911.
Véronique Lamazou-Duplan (a cura di), Les archives familiales dans l’Occident médiéval et
moderne. Trésor, arsenal, mémorial, Madrid, Casa de Velázquez, 2021.
Isabella Lazzarini, L’ordine delle scritture. Il linguaggio documentario del potere nell’Italia
tardomedievale, Roma, Viella, 2021.
Maria de Lurdes Rosa, Rita Sampaio da Nóvoa, Alice Borges Gago, Maria João da Câmara (a cura
di), Recovered voices, newfound questions: family archives and historical research, Coimbra,
Imprensa da Universidade de Coimbra, 2019.
Joseph Morsel, Le médiéviste, le lignage et l’effet de réel. La construction du Geschlecht par
l’archive en Haute-Allemagne à partir de la fin du Moyen Âge, «Revue de Synthèse», 125, 2004,
pp. 83-110.
Olivier Poncet, Archives et histoire: dépasser les tournants, «Annales. Histoire, Sciences Sociales»,
2019/3, pp. 711-743.
Ann Laura Stoler, Along the Archival Grain: Epistemic Anxieties and Colonial Common Sense,
Princeton, Princeton University Press, 2009.
Alexandra Walsham, The Social History of the Archive: Record-Keeping in Early Modern Europe,
«Past and Present», 230, 2016, pp. 9-48.
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«Genesis. Rivista della Società italiana delle Storiche», XXIV/1, 2025
call for papers
Gender and Archives
edited by LAURA CASELLA, SERENA GALASSO
A critique of the sources is the necessary starting point for any historical rethinking and for
opening up new historiographical perspectives on gender inequalities. Since the 1970s – i.e.
with the earliest studies of the pioneers in women’s history – archival excavation campaigns
have identified unpublished documents and opened up new fields of research. However, the
silence of the sources has continued to be evoked all too often in those (frequent) cases when
records are sought but not found. Even so, to what extent do these documentary gaps reflect
actual absences? Or is it rather that we do not sufficiently question the structure of archival and
documentary systems and the logics underpinning their formation in the long run? The lack of
sources is not always a given, and the low visibility of women in archives must be
contextualised.
In recent years, the notion of ‘archive’ has been the subject of critical readings and,
particularly in Anglophone historiography, such approaches, fuelled by post-colonial theory,
intersectional feminisms, and queer studies have produced a real paradigm shift, an archival
turn (De Vivo-Guidi-Silvestri 2016; Walsham 2016; Poncet 2019). These new epistemologies
emphasise the need to deconstruct canonical archival strategies that tend to marginalise nonnormative and subaltern subjectivities, providing useful theoretical keys also for rethinking the
historical processes of document preservation in the pre-industrial period. It is now clear that the
archive is a socio-cultural product shaped by asymmetric power relations and by precise
projects of memory transmission. In other words, preservation practices of textual and material
traces are discursive strategies that stand between us and the reconstruction of past events, and
as such should be problematised and studied.
Scholars have most frequently focused on the transmission of documentary evidence related
to political structures, chanceries and bureaucratic apparatuses, with the aim of assessing the
mechanisms of state-building and forms of social domination. More recently, private archives
have also been studied in the same perspective for the memorial discourses they produce on
lineage and family history (De Lurdes Rosa 2019; Véronique Lamazou-Duplan 2021).
However, the gender logics underlying the genesis and form of archives have rarely been taken
into account and have never been the subject of a comparative and long-term analysis.
In this issue of Genesis, we aim to apply a gendered approach to the formation of archival
systems, broadly understood as organised networks of papers, during the period spanning the
late Middle Ages to the ninenteenth century. This timeframe is the most appropriate for
considering practices of documentary production and transmission that precede the full
establishment and institutionalisation of modern archival science. Contributions are invited from
researchers who intend to explore the following research avenues, based on specific case
studies:
•
The responsibilities of women and men in the production and transmission of
written, personal, and family memory, and thus their roles in actively defining the
order and morphology of archival systems. Also of interest are the spaces and
methods through which the papers were preserved.
1
•
The materiality of documents, their supports and their extrinsic characteristics, and
how they can reveal, in a comparative key, differences or similarities between men’s
and women’s documents; what these papers tell about literacy, and the literary,
legal, accounting and economic culture of those who produced them and their
possible gender differences.
•
The transmission trajectories of the papers (and of the small objects sometimes
associated with them) or how writings produced or owned by women have been
integrated into archival systems; the formation of links and systems of documents
relating to an actor and their dialogue with the archive as a whole.
•
The problem of documentary gaps, discards and operations of voluntary or
involuntary memory suppression. The aim is to clarify the processes of sorting and
preserving documents in order to question not only what the archive contains, but
also what it prevents us from seeing.
•
Interdisciplinary and epistemological reflections on the concept of archive, on the
ambiguous boundaries between libraries, collections and documentary systems, and
on the logical-descriptive categories, often shaped on a masculine gender with
claims to neutrality and normativity, through which we order and think about traces
of the past.
Abstracts of unpublished articles must be of approximately 3,000 characters (400 words) long
and must be sent to the editors, Laura Casella (laura.casella@uniud.it) and Serena Galasso
(serena.galasso@unipd.it), by July 29, 2024. They must be accompanied by a short biographical
note of the author. Articles selected for publication must not exceed 50,000 characters, including
spaces and footnotes, and must be submitted by November 30, 2024. Contributions in English,
French and Spanish will be accepted, but only from non-Italian scholars.
Selective bibliography
Étienne Anheim, ‘Singulières archives: le statut des archives dans l’épistémologie historique. Une
discussion de La mémoire, l’histoire, l’oubli de Paul Ricœur’, Revue de synthèse, 125, 2004,
pp. 153-182.
Benedetta Borello, Laura Casella, Paper Heritage in Italy, France, Spain and Beyond (16th to 19th
Centuries). Collector Aspirations & Collection Destinies, Abingdon-New York, Routledge, 2024.
Emmanuelle Berthiaud (ed.), Paroles de femmes. Rôles et images de soi dans les écrits personnels
XVI -XXee siècles, Paris, Éditions Le Manuscrit, 2017.
Laura Casella, Roberto Navarrini (eds.), Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologie
di riordino e prospettive di ricerca storica. Atti del convegno di studi, Udine, 14-15 May, 1998,
Forum, Udine, 2000.
Laura Casella, ‘Il confine quotidiano. Scritture di donne in Friuli tra Cinque e Settecento’, in Maria
Cristina La Rocca, Saveria Chemotti (eds.), Atti del VI Congresso della Società delle Storiche
(Padova, 14-15 febbraio 2013), 2015, v. I, pp. 1057-1072.
Alessandra Contini, ‘Archivio per la memoria e la scrittura delle donne: un cantiere aperto’,
Archivio storico italiano, 160, 4, 2002, pp. 769-787.
Filippo De Vivo, Andrea Guidi, Alessandro Silvestri (eds.), Archivi e archivisti in Italia tra
Medioevo ed età moderna, Roma, Viella, 2015.
2
Filippo De Vivo, Andrea Guidi, Alessandro Silvestri, ‘Archival transformations in Early Modern
European history’, European History Quarterly, 46, 3, 2016, pp. 421-434.
Maria Pia Donato, Anne Saada (eds.), Pratiques d’archives à l’époque moderne: Europe, mondes
coloniaux, Paris, Éditions classiques Garnier, 2019.
Markus Friedrich, The Birth of the Archive: A History of Knowledge, Ann Arbor, University of
Michgan Press, 2018.
Serena Galasso, ‘La memoria tra i conti: alcune riflessioni sulle scritture domestiche di donne a
Firenze (XV-XVI secolo)’, Quaderni storici, 2019/I, pp. 195-223.
Linda Giuva, ‘Archivi neutri e archivi di genere. Problems of method and research in documentary
universes’, in Oriana Cartaregia, Paola De Ferrari (eds.), Reti della memoria. Censimento di fonti
per la storia delle donne in Italia, Genova, Coordinamento donne lavoro cultura, 1996, pp. 14-42.
Valérie Feschet, Les papiers de famille: une ethnologie de l’écriture, de la mémoire et des
sentiments en Provence alpine, Aix-en-Provence, Publications de l’Université de Provence, 1998.
Elisabetta Insabato, ‘Le nostre “chare scritture”: la trasmissione delle carte di famiglia nei grandi
casati toscani dal XV al XVIII secolo’, in Istituzioni e società in Toscana nell’età moderna. Atti
delle giornate di studio dedicata a Giuseppe Pansini, Firenze, 4-5 dicembre 1992, Firenze,
Ministero per i beni culturali e ambientali, 1994, vol. II, pp. 879-911.
Véronique Lamazou-Duplan (ed.), Les archives familiales dans l’Occident médiéval et moderne.
Trésor, arsenal, mémorial, Madrid, Casa de Velázquez, 2021.
Isabella Lazzarini, L’ordine delle scritture. Il linguaggio documentario del potere nell’Italia
tardomedievale, Roma, Viella, 2021.
Maria de Lurdes Rosa, Rita Sampaio da Nóvoa, Alice Borges Gago, Maria João da Câmara (eds.),
Recovered voices, newfound questions: family archives and historical research, Coimbra, Imprensa
da Universidade de Coimbra, 2019.
Joseph Morsel, ‘Le médiéviste, le lignage et l’effet de réel. La construction du Geschlecht par
l’archive en Haute-Allemagne à partir de la fin du Moyen Âge’, Revue de Synthèse, 125, 2004,
pp. 83-110.
Olivier Poncet, ‘Archives et histoire: dépasser les tournants’, Annales. Histoire, Sciences Sociales,
2019/3, pp. 711-743.
Ann Laura Stoler, Along the Archival Grain: Epistemic Anxieties and Colonial Common Sense,
Princeton, Princeton University Press, 2009.
Alexandra Walsham, ‘The Social History of the Archive: Record-Keeping in Early Modern
Europe’, Past and Present, 230, 2016, pp. 9-48.
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«Genesis. Rivista della Società italiana delle Storiche», XXIV/1, 2025
Appel à articles
Genre et archives
Numéro coordonné par LAURA CASELLA ET SERENA GALASSO
Toute analyse historique et l’ouverture de nouvelles perspectives historiographiques visant à
corriger la lecture des inégalités de genre ne peut se faire qu’à partir d’une critique des sources.
Depuis les premières recherches des pionnières de l’histoire des femmes, dans les années 1970,
les campagnes de fouilles d’archives et les recensements ont permis d’identifier de nouveaux
documents et d’explorer de nouveaux champs d’étude. Cependant, on a trop souvent invoqué le
silence des sources lorsqu’on ne trouvait pas les documents recherchés. Mais dans quelle
mesure ces lacunes documentaires reflètent-elles de veritables absences ? Ne se trompe-t-on pas
plutôt de questions et de types de sources ? Ne s’interroge-t-on pas suffisamment sur la structure
des systèmes archivistiques et documentaires et sur les logiques qui ont présidé à leur formation
dans la durée ? Le manque de sources n’est pas toujours un fait acquis et la faible visibilité des
femmes dans les archives doit être contextualisée.
Dans les dernières années, la notion d’« archives » a fait l’objet d’une lecture critique et, en
particulier dans le monde anglo-saxon, ces approches, alimentées par l’historiographie postcoloniale, les féminismes intersectionnels et les études queer, ont suscité un véritable
changement de paradigme, un archival turn (De Vivo-Guidi-Silvestri 2016 ; Walsham 2016 ;
Poncet 2019). Ces nouvelles épistémologies soulignent la nécessité de déconstruire les
stratégies archivistiques canoniques qui tendent à marginaliser les subjectivités non normatives
et subalternes, en fournissant des clés théoriques utiles pour repenser même les processus
historiques de préservation de la documentation dans l’ancien régime. Il est désormais clair que
les archives sont un produit socioculturel façonné par des relations de pouvoir asymétriques et
par des projets bien précis de transmission mémorielle. En d’autres termes, les pratiques de
conservation des traces textuelles et matérielles sont des stratégies discursives qui s’inscrivent
entre nous et la reconstruction des événements passés. C’est en tant que telles qu’elles doivent
être problématisées et étudiées.
Ces dernières décennies, l’attention des chercheur-e-s s’est le plus souvent portée sur les
pratiques de transmission documentaire des organismes de pouvoir, chancelleries et appareils
bureaucratiques dans le but de dévoiler les mécanismes de construction de l’État et les formes
de domination sociale. Plus récemment, les archives privées ont également fait l’objet d’études
similaires dans le but de déchiffrer les discours mémoriels qu’elles produisent sur le lignage et
l’histoire familiale (De Lurdes Rosa 2019 ; Véronique Lamazou-Duplan 2021). Cependant, les
logiques de genre qui ont affecté la genèse et la physionomie des archives ont rarement été
prises en compte et elles n’ont jamais fait l’objet d’une étude comparative sur le long terme.
Dans ce numéro de Genesis, nous proposons de soumettre à une approche de genre la
formation des systèmes d’archives, entendus au sens large comme des réseaux organisés de
documents, entre les derniers siècles du Moyen Âge et le XIXe siècle. L’arc chronologique
considéré englobe les modes de production et de transmission documentaire qui précèdent
l’établissement et l’institutionnalisation de l’archivistique moderne. Nous invitons les
chercheur-e-s à envoyer des propositions de contributions qui visent à approfondir les axes de
recherche suivants, à partir d’études de cas concrets :
•
Les responsabilités des femmes et des hommes dans la production et la transmission
de la mémoire écrite, personnelle et familiale, et donc leur rôle dans la définition
1
active de l’ordre et de la morphologie des systèmes d’archives. On pourra également
porter l’attention sur les espaces et sur les modes de conservation des documents.
•
La matérialité de la documentation, les supports, les formes, les caractéristiques
extrinsèques qui la définissent et qui peuvent révéler, dans une perpective
comparative, des différences ou des ressemblances entre les documents des hommes
et des femmes ; ce que ces formes disent des sujets producteurs si elles sont
soumises à une comparaison du point de vue de la littératie et de la culture littéraire,
juridique, comptable et économique.
•
Les voies de transmission des documents (et des petits objets qui sont parfois mis en
relation avec eux) ou comment les écrits produits ou possédés par les femmes ont été
intégrés dans les systèmes d’archives ; la formation de liens et de systèmes
documentaires d’un sujet et leur dialogue avec les archives dans leur ensemble.
•
Le problème des lacunes documentaires, des rejets et des opérations de suppression
volontaire et involontaire de la mémoire. L’objectif est de clarifier les processus de
triage et de conservation de la documentation afin d’interroger non seulement ce que
les archives contiennent, mais aussi ce qu’elles nous empêchent de voir.
•
Une réflexion interdisciplinaire et épistémologique sur le concept d’archives, sur les
frontières ambiguës entre bibliothèques, collections et systèmes documentaires, et
sur les catégories logico-descriptives, souvent modelées sur un masculin
prétenduement neutre et normatif, à travers lesquelles nous ordonnons et pensons les
traces du passé.
Les propositions d’articles inédits doivent comporter environ 3 000 caractères (400 mots) et
parvenir à Laura Casella (laura.casella@uniud.it) et Serena Galasso (serena.galasso@unipd.it),
avant le 29 juillet 2024. Elles doivent être accompagnées d’une courte notice biographique de
l’auteur-e. Les articles sélectionnés pour la publication ne devront pas dépasser 50 000 caractères,
espaces et notes de bas de page compris, et devront parvenir avant le 30 novembre 2024. Les
contributions en anglais, français et espagnol seront acceptées, mais uniquement de la part de
chercheur-e-s non italien-ne-s.
Bibliographie indicative
Étienne Anheim, « Singulières archives : le statut des archives dans l’épistémologie historique. Une
discussion de La mémoire, l’histoire, l’oubli de Paul Ricœur », Revue de synthèse, 125, 2004,
p. 153-182.
Benedetta Borello, Laura Casella (dir.), Paper Heritage in Italy, France, Spain and Beyond (16th to
19th Centuries). Collector Aspirations & Collection Destinies, Abingdon-New York, Routledge,
2024.
Emmanuelle Berthiaud (dir.), Paroles de femmes. Rôles et images de soi dans les écrits personnels
XVI -XXee siècles, Paris, Éditions Le Manuscrit, 2017.
Laura Casella, Roberto Navarrini (dir.), Archivi nobiliari e domestici. Conservazione, metodologie
di riordino e prospettive di ricerca storica. Atti del convegno di studi, Udine, 14-15 mai 1998,
Forum, Udine, 2000.
Laura Casella, Il confine quotidiano. Scritture di donne in Friuli tra Cinque e Settecento, dans
Maria Cristina La Rocca, Saveria Chemotti (dir.), Il genere nella ricerca storica, Proceedings of the
VI Congress of the Society of Historians (Padua, 14-15 February 2013), 2015, v. I, p. 1057-1072.
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Alessandra Contini, « Archivio per la memoria e la scrittura delle donne : un cantiere aperto »,
Archivio storico italiano, 160, 4, 2002, p. 769-787.
Filippo De Vivo, Andrea Guidi, Alessandro Silvestri (dir.), Archivi e archivisti in Italia tra
Medioevo ed età moderna, Rome, Viella, 2015.
Filippo De Vivo, Andrea Guidi, Alessandro Silvestri, « Archival transformations in Early Modern
European history », European History Quarterly, 46, 3, 2016, p. 421-434.
Maria Pia Donato, Anne Saada (dir.), Pratiques d’archives à l’époque moderne : Europe, mondes
coloniaux, Paris, Éditions classiques Garnier, 2019.
Markus Friedrich, The Birth of the Archive : A History of Knowledge, Ann Arbor, University of
Michgan Press, 2018.
Serena Galasso, « La memoria tra i conti : alcune riflessioni sulle scritture domestiche di donne a
Firenze (XV-XVI secolo) », Quaderni storici, 2019/I, p. 195-223.
Linda Giuva, Archivi neutri e archivi di genere. Problèmes de méthode et de recherche dans les
univers documentaires, dans Oriana Cartaregia, Paola De Ferrari (dir.), Reti della memoria.
Censimento di fonti per la storia delle donne in Italia, Gênes, Coordinamento donne lavoro cultura,
1996, p. 14-42.
Valérie Feschet, Les papiers de famille : une ethnologie de l’écriture, de la mémoire et des
sentiments en Provence alpine, Aix-en-Provence, Publications de l’Université de Provence, 1998.
Elisabetta Insabato, Le nostre “chare scritture” : la trasmissione delle carte di famiglia nei grandi
casati toscani dal XV al XVIII secolo, dans Istituzioni e società in Toscana nell’età moderna. Atti
delle giornate di studio dedicata a Giuseppe Pansini, Firenze, 4-5 dicembre 1992, Firenze,
Ministero per i beni culturali e ambientali, 1994, vol. II, p. 879-911.
Véronique Lamazou-Duplan (dir.), Les archives familiales dans l’Occident médiéval et moderne.
Trésor, arsenal, mémorial, Madrid, Casa de Velázquez, 2021.
Isabella Lazzarini, L’ordine delle scritture. Le langage documentaire du pouvoir dans l’Italie
médiévale tardive, Rome, Viella, 2021.
Maria de Lurdes Rosa, Rita Sampaio da Nóvoa, Alice Borges Gago, Maria João da Câmara (dir.),
Recovered voices, newfound questions : family archives and historical research, Coimbra,
Imprensa da Universidade de Coimbra, 2019.
Joseph Morsel, « Le médiéviste, le lignage et l’effet de réel. La construction du Geschlecht par
l’archive en Haute-Allemagne à partir de la fin du Moyen Âge », Revue de Synthèse, 125, 2004,
p. 83-110.
Olivier Poncet, « Archives et histoire : dépasser les tournants », Annales. Histoire, Sciences
Sociales, 2019/3, p. 711-743.
Ann Laura Stoler, Along the Archival Grain : Epistemic Anxieties and Colonial Common Sense,
Princeton, Princeton University Press, 2009.
Alexandra Walsham, « The Social History of the Archive : Record-Keeping in Early Modern
Europe », Past and Present, 230, 2016, p. 9-48.
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