Riccardo Antoniani
Université Paris III - Sorbonne Nouvelle, Département Etudes italiennes et roumaines, Faculty Member
Università degli Studi di Bergamo (University of Bergamo), Lingue, letterature e culture straniere, Faculty Member
Università degli Studi di Padova, Dipartimento di Studi Linguistici e Letterari (DISLL), PhD student in Italian literature
Address: Paris, Île-de-France, France
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Conference Presentations
Il tempo si dilata, assolutizzandosi: non si cerca più una cronologia degli eventi, si preferisce disintegrarli. Il racconto scenico si struttura come un “flusso di coscienza” i cui epigoni più celebri sono oggi Ascanio Celestini e Ricci/Forte. Venendo meno la bussola temporale, anche le nozioni di uomo cambia: l'umano regredisce ad uno stato primitivo o inorganico; l’autore ricorre a una lingua che si disarticola, sublimandosi nella sua funzione espressiva come il grammelot di Fo, il pastiche di Testori, o le glossolalie di Bene. Nello slittamento scenico da un tempo-kronos ad un tempo-aion, la nozione di corpo viene parimenti dilatata e attraversata da disarticolazioni destinate a mutarne la scrittura scenica per approdare alla “macchina attoriale”, lungo assi che molto hanno in comune con la nascente body-art.
La sessione accoglierà degli interventi atti a sondare gli archetipi e le odierne evoluzioni di uno sconfinamento scenico nel “presente-assente” in cui l’autore si appropria d’un bagaglio espressivo destinato ad investire radicalmente l’anatomia della lingua e la grammatica del corpo nel tentativo di attribuire una fisionomia più precisa e veritiera della recente storia italiana.
Il tempo si dilata, assolutizzandosi: non si cerca più una cronologia degli eventi, si preferisce disintegrarli. Il racconto scenico si struttura come un “flusso di coscienza” i cui epigoni più celebri sono oggi Ascanio Celestini e Ricci/Forte. Venendo meno la bussola temporale, anche le nozioni di uomo cambia: l'umano regredisce ad uno stato primitivo o inorganico; l’autore ricorre a una lingua che si disarticola, sublimandosi nella sua funzione espressiva come il grammelot di Fo, il pastiche di Testori, o le glossolalie di Bene. Nello slittamento scenico da un tempo-kronos ad un tempo-aion, la nozione di corpo viene parimenti dilatata e attraversata da disarticolazioni destinate a mutarne la scrittura scenica per approdare alla “macchina attoriale”, lungo assi che molto hanno in comune con la nascente body-art.
La sessione accoglierà degli interventi atti a sondare gli archetipi e le odierne evoluzioni di uno sconfinamento scenico nel “presente-assente” in cui l’autore si appropria d’un bagaglio espressivo destinato ad investire radicalmente l’anatomia della lingua e la grammatica del corpo nel tentativo di attribuire una fisionomia più precisa e veritiera della recente storia italiana.
«L'italia nel petrolio si legge d'un fiato come un libro giallo, ma al contrario di quelli di fantasia, qui abbiamo una vittima, ma non il colpevole: la giustizia umana si è dovuta fermare a un passo dalla verità perché i depistaggi sono iniziati quando i rottami dell'aereo di Mattei fumavano ancora in un prato alle porte di Milano.» - Il Sole 24 Ore
Perché Enrico Mattei fu ucciso mentre stava per firmare una tregua con le compagnie petrolifere Usa? Chi furono i mandanti del sabotaggio che il 27 ottobre 1962 provocò la caduta del suo aereo? E perché Eugenio Cefis, suo successore alla presidenza dell’Eni, sottoscrisse la pace con la Esso e con la Shell, con cui Mattei aveva avuto rapporti conflittuali? Perché scalò la Montedison – punto di incontro e di scontro fra capitale privato e capitale pubblico – di cui poi divenne presidente? Quali furono i suoi veri rapporti con i capi della Dc e degli altri partiti? È vero che cercò di favorire un riassetto istituzionale di tipo presidenzialistico? E perché Pier Paolo Pasolini avanzò il dubbio, in Petrolio, di una qualche sua responsabilità nell’eliminazione di Mattei? Gli autori rispondono a tutte queste domande con una ricca documentazione estratta dagli archivi e con l’ausilio di importanti testimonianze. Negli ultimi mesi di vita, Mattei stava lavorando a un’intesa triangolare fra Italia, Francia e Algeria per la posa di un metanodotto transmediterraneo che avrebbe dovuto far affluire nel cuore della Comunità europea il gas naturale estratto dai giacimenti del Sahara. A differenza di Cefis, che operò per riequilibrare i rapporti fra l’Eni e le “sette sorelle” e per ricondurre la politica petrolifera nazionale nel perimetro degli interessi economici e militari dell’Alleanza atlantica, Mattei si impegnò fino alla fine per attuare il suo progetto di indipendenza energetica che avrebbe dovuto favorire il processo di unificazione dell’Europa e trasformare l’Italia in una potenza industriale avanzata. Il petrolio è nella politica. Nella morte di Enrico Mattei. Nella scalata di Eugenio Cefis alla Montedison. Lo aveva capito Pasolini. Sono le radici della Repubblica che gettano ombre sul nostro presente.Il giallo sanguinoso e senza fine del capitalismo italiano.
Le Catalogue «Dessiner L’Invisible», 704 pages au format 14x20 cm, est édité par la Collection Implicite de la Fondation sous égide Mindscape en co-édition avec EBL éditions qui gère tous droits pour son compte (les profits liés à la commercialisation de l’ouvrage seront intégralement reversés à la Fondation sous égide Mindscape).