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Care amiche e cari amici, questo è il breve articolo che è stato pubblicato sul Domenicale del Sole 24-ore del 4 agosto u.s. Spero che, nonostante la brevità, possa comunque interessare. Con l'occasione auguro a tutte e a tutti un periodo... more
Care amiche e cari amici, questo è il breve articolo che è stato pubblicato sul Domenicale del Sole 24-ore del 4 agosto u.s.
Spero che, nonostante la brevità, possa comunque interessare.
Con l'occasione auguro a tutte e a tutti un periodo di serene vacanze.
Gaetano Pecora
* pubblicato su "Il Domani" del 24 luglio 2024 Hans Kelsen è stato, forse, il maggiore giurista del ventesimo secolo. Sicuramente il più controverso. Parrà strano: ma al
Care amiche e cari amici, sul Domenicale del 7 luglio ho pubblicato questo articolo che è un po' presentazione, un po' sunto del mio ultimo libro (Bertrand Russell. Tra liberalismo e socialismo, Donzelli, Roma 2024, pp. 241, euro 19).... more
Care amiche e cari amici,  sul Domenicale del 7 luglio ho pubblicato questo articolo che è un po' presentazione, un po' sunto del mio ultimo libro (Bertrand Russell. Tra liberalismo e socialismo, Donzelli, Roma 2024, pp. 241, euro 19). Spero possa interessarvi.
Grazie per l'attenzione e tanti cordiali saluti. Gaetano Pecora
Care amiche e cari amici, ieri, nella pagina dei commenti del Sole 24 ore è stato pubblicato questo breve articolo sulla democrazia secondo Giovanni Sartori. E' un pezzetto...etto...etto. Però non credo sia del tutto insignificante.... more
Care amiche e cari amici,
ieri, nella pagina dei commenti del Sole 24 ore è stato pubblicato questo breve articolo sulla democrazia secondo Giovanni Sartori.
E' un pezzetto...etto...etto. Però non credo sia del tutto insignificante.
Grazie dell'attenzione e tanti cari saluti a tutte e a tutti. Gaetano Pecora
Care amiche e cari amici, per il centenario della nascita di Giovanni Sartori ho pubblicato questo articolo che ora sottopongo alla Vostra attenzione. Spero possa interessare. Con i più cordiali saluti. Gaetano Pecora
E' l'articolo pubblicato sul Sole 24 Ore in occasione del prossimo anniversario einaudiano. Lo sottopongo all'attenzione di chi
potrà essere interessato.
E' il link di una conversazione radiofonica tenuta su Radio Radicale nell'ambito della rubrica mensile "Il Politecnico" . "Il Politecnico" si propone di approfondire il pensiero e l'opera di eminenti personaggi del mondo... more
E' il link di una conversazione radiofonica tenuta su Radio Radicale nell'ambito della rubrica mensile "Il Politecnico" .
"Il Politecnico" si propone di approfondire il pensiero e l'opera di eminenti
personaggi del mondo politico-culturale. Questa puntata è stata dedicata a Norberto Bobbio.
* Bobbio e il problema della guerra *pubblicato sul Domenicale del Sole 24Ore dell'11 febbraio 2024 Di solito, gli anniversari servono a ravvivare la fiamma di un ricordo altrimenti sempre più stenta e sempre più tremolante.
Care amiche e cari amici, sottopongo alla vostra attenzione la relazione svolta nell'Università del Sannio in occasione del 150° della morte di Mazzini. Aggiungo che tale relazione, insieme con le altre che furono lette al convegno... more
Care amiche e cari amici, sottopongo alla vostra attenzione la relazione svolta nell'Università del Sannio in occasione del 150° della morte di Mazzini. Aggiungo che tale relazione, insieme con le altre che furono lette al convegno mazziniano, viene ora pubblicata sul numero 1-2/ 2021 dell' "Archivio Storico del Sannio".
Quante verità nelle pagine che Sartori scrisse sotto la voce "Democrazia" per l'Enciclopedia delle Scienze Sociali e che ora
Fu scritto una volta che «possiede tutta la forza del mondo l'uomo che dice di "no" contro tutti». Salvemini ne pronunciò
*Fu liberale Niccolò Machiavelli? * pubblicato sul Domenicale del Sole 24Ore del 5 febbraio 2023 Giancristiano Desiderio ha ragione: "non esiste una dottrina ufficiale del liberalismo". Non c'è il Libro e non c'è l'Autore di cui tutti... more
*Fu liberale Niccolò Machiavelli? * pubblicato sul Domenicale del Sole 24Ore del 5 febbraio 2023 Giancristiano Desiderio ha ragione: "non esiste una dottrina ufficiale del liberalismo". Non c'è il Libro e non c'è l'Autore di cui tutti debbano compitare il Verbo. Esistono invece gli
Mai fidarsi troppo delle memorie personali. Le vicende del passato rivivono, sì, ma sempre filtrate dalle idee e dalla
E' passato in proverbio. Gli svizzeri-si dice-in lunghi anni di pace e di tranquillità hanno prodotto una cosa sola: l'orologio a cucù. Che deliziosa cattiveria! Peccato che sia falsa.
Ci sono nomi che sono dinamite. Voi pronunziateli e all'istante darete la miccia ad un crepitio di censure che poi esplodono con il botto delle condanne senza appello. Così è accaduto per Kelsen la cui "Dottrina pura del diritto" è stata... more
Ci sono nomi che sono dinamite. Voi pronunziateli e all'istante darete la miccia ad un crepitio di censure che poi esplodono con il botto delle condanne senza appello. Così è accaduto per Kelsen la cui "Dottrina pura del diritto" è stata aggredita da ogni parte, talora con riserve fondate, talatra con critiche
Rossi, gialli, verdi: tutti vogliono la pace. E quando tutti la vogliono, il vero discrimine è tra quelli che si incapricciano
Cosa direste se, appena entrati in un bar, la grinta del gestore vi affrontasse così: "bada, se non paghi la consumazione chiamo
Research Interests:
Per gentile concessione dell’Editore e dell’Autore pubblichiamo l'introduzione.
Carta de Norberto Bobbio ao Autor "Caro Pecora, Obrigado pelo teu livro sobre Kelsen. Parabéns! A tua introdução é o que de melhor se poderia desejar para compreender o pensamento político de Kelsen, entre democracia e... more
Carta de Norberto Bobbio ao Autor

"Caro Pecora,

Obrigado pelo teu livro sobre Kelsen. Parabéns!

A tua introdução é o que de melhor se poderia desejar para compreender o pensamento político de Kelsen, entre democracia e autocracia, entre democracia e liberalismo, entre liberalismo e liberismo.

Escrita com a tua habitual clareza, e sem transigir com um discurso celebratório, também é atentíssima em não deixar escapar aporias e erros".

Turim, 1995
Norberto Bobbio
Per il testo completo si veda: http://www.liberalforum.eu/en/publications.html Complice probabilmente l'annosa polemica su liberismo contra keynesismo sempre attiva nel dibattito pubblico italiano, quando uscì per la prima volta, nel... more
Per il testo completo si veda: http://www.liberalforum.eu/en/publications.html

Complice probabilmente l'annosa polemica su liberismo contra keynesismo sempre attiva nel dibattito pubblico italiano, quando uscì per la prima volta, nel 2002, questo volume fece parlare non poco di sè. Oggi, grazie al contributo della Fondazione «Critica Liberale», dell'European Liberal Forum e del Parlamento Europeo, la casa editrice Rubbettino lo ripropone in inglese, confidando di dare nuovo fiato a quello scambio di idee (e polemiche) che lo aveva visto protagonista. Curiosamente, chi cercasse in questo saggio un'eco dello scontro sulla questione «intervento economico dello Stato sì; intervento economico dello Stato, no», rimarrebbe deluso. L'occhio di Gaetano Pecora è quello del filosofo politico. Meglio, del logico politico. La domanda che ha guidato la sua analisi è semplice: posto il liberalismo come il credo nella crescita individuale, mediante il conflitto, quanto è coerente il pensiero hayekiano con questo assunto? Al lettore, se vorrà, lasciamo il piacere (e l'impegno) di seguire, nella loro lucida chiarezza, le argomentazioni del volume, il suo testare la consistenza e le debolezze di un edificio teorico a tratti solidissimo, a tratti venato da più di una crepa.
Socialista Salvemini? Senz'altro. E fino all'ultimo. Ma un socialista un po' particolare (come molti, del resto, di quella generazione): antico e moderno insieme. Un socialista percorso da sensibilità moderna e un moderno che aveva ancora... more
Socialista Salvemini? Senz'altro. E fino all'ultimo. Ma un socialista un po' particolare (come molti, del resto, di quella generazione): antico e moderno insieme. Un socialista percorso da sensibilità moderna e un moderno che aveva ancora attivo il ricordo dell'antico. Questo fu Salvemini. Noi non sappiamo se il moderno fosse più grande dell'antico. Certo ce lo sentiamo più vicino.
Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della legislazione - era il 1780 - il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l'apostolo del riscatto sociale. Poi però, auspice anche la... more
Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della legislazione - era il 1780 - il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l'apostolo del riscatto sociale. Poi però, auspice anche la requisitoria di Benjamin Constant (correva il biennio 1822-1824), quello stesso nome venne atterrato nella fangaia del confuso e del contraddittorio, lì dove, in seguito, i critici di estrazione romantica vi avrebbero colto tutto un ripullulare di umori liberticidi. Con la conseguenza che per molto tempo la Scienza fu tenuta in conto di opera di cui bisognasse far cenno e tirare subito innanzi, come di cosa senza risonanza d'eco. Salvo poi - in giorni assai più vicini a noi - essere risollevata nella stima pubblica da studiosi più benevoli, quasi festanti, i quali l'onorano come uno dei momenti più alti della sapienza liberale. Da qui, dalle altalenanti fortune di Filangieri, le domande che costellano questo libro. Per cominciare: chi ha ragione? Gli esaltatori o i denigratori? E poi: si tratta solo di capricci esegetici? O gli screzi tra gli interpreti riflettono un pensiero che ha un'indole  contrastata e che, mancando di una ispirazione unitaria, si apre perciò stesso alle letture più divergenti? E in tal caso, qual è il dissidio che lacera la Scienza strattonandola ora di qua ora di là? Infine: questo dissidio appartiene solo al tempo di Filangieri? O finisce per contendersi anche la sensibilità di noi contemporanei?
Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita. Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a... more
Dalla osservazione della irriducibilità delle credenze ultime ho tratto la più grande lezione della mia vita. Ho imparato a rispettare le idee altrui, ad arrestarmi davanti al segreto di ogni coscienza, a capire prima di discutere, a discutere prima di condannare (Norberto Bobbio).
Le odierne riflessioni sul liberalismo rivelano un fervore intellettuale neppure immaginabile sino a qualche tempo addietro. Oggi, tutti (o quasi) si dicono liberali e come tali tutti (o quasi) si mostrano solleciti per le sorti della... more
Le odierne riflessioni sul liberalismo rivelano un fervore intellettuale neppure immaginabile sino a qualche tempo addietro. Oggi, tutti (o quasi) si dicono liberali e come tali tutti (o quasi) si mostrano solleciti per le sorti della libertà. E sta bene. Ma, come sempre avviene in tali circostanze, è grande il rischio che i concetti - in questo caso la libertà - svaporino nell'indistinto e che, sotto il palpito di un'unica bandiera, si riuniscano le idee meno compatibili e i principi più contraddittori fra loro. donde l'opportunità di chiedere: quando discorriamo di libertà, intendiamo veramente la stessa cosa? La libertà è una o plurima? E, posto che ve ne sia più d'una, che rapporto c'è tra le diverse libertà? Ecco: il saggio che si presenta qui vuole appunto fornire una risposta chiara e rigorosa a tali interrogativi. Dopo di che, si spera, riuscirà meno difficile orientarsi nella variopinta efflorescenza degli studi sul liberalismo.
Il lettore non cada in equivoco: benchè il titolo di questo saggio sia alquanto puntuto, on di velenoso pamphlet si tratta, ma di libro ragionato, riflettuto, che non indulge mai al gusto invasato della provocazione e che sempre, al... more
Il lettore non cada in equivoco: benchè il titolo di questo saggio sia alquanto puntuto, on di velenoso pamphlet si tratta, ma di libro ragionato, riflettuto, che non indulge mai al gusto invasato della provocazione e che sempre, al contrario, muove rilievi ed appunti all'"anomalo" liberalismo di Hayek derivandoli da uno studio minuzioso dei suoi testi, scomposti e frugali anche nei loro più appartati diverticoli. Il tutto, peraltro, dispiegato senza torbide tortuosità, senza burbanze erudite e con il piglio di una conversazione diretta, immediata, che coinvolge il lettore e fin da subito lo rende partecipe di questa analisi critica. Che poi, in fondo, è l'analisi che si conviene ad un "grande" come Hayek non già per abbassarlo ma per intenderlo meglio.
"Se un giorno scriverò L'Elogio della galera...": così diceva, tra serio e faceto, Ernesto Rossi in una lettera del 1936 da Regina Coeli. Non scrisse mai il libro che forse aveva in mente. Ma questa raccolta delle sue lettere dal carcere... more
"Se un giorno scriverò L'Elogio della galera...": così diceva, tra serio e faceto, Ernesto Rossi in una lettera del 1936 da Regina Coeli. Non scrisse mai il libro che forse aveva in mente. Ma questa raccolta delle sue lettere dal carcere (1930-1943), è qualcosa di più: raffigurazione della vita di un prigioniero politico sotto il fascismo, romanzo autobiografico, vivace galleria di ritratti, altissima testimonianza civile. Un libro che resterà nella nostra storia, fra le lettere di Settembrini e quelle di Gramsci.
Cattaneo, Tocqueville, Mosca, Pareto, De Viti De Marco, Salvemini: questi gli autori prediletti, che il suo carteggio ci rivela, e che sono alla base della sua cultura, della sua forma mentis chiara e positiva. Il suo liberalismo era il frutto di un'empirica e disincantata considerazione dei fatti, di un assoluto rispetto delle coscienze libere ed autonome, di uno sdegnoso rifiuto d'ogni imposizione autoritaria come di ogni conformismo gregale. Questo abito scientifico, unito ad una visione pessimistica degli uomini e del loro futuro, gli diede a volte una chiaroveggenza quasi profetica. Il suo pessimismo di fondo sulla natura umana, sulle debolezze e viltà degli italiani, si stempera tuttavia nel suo straordinario umorismo, e nella sua grande bontà, che lo rendeva indulgente verso chi non aveva saputo trovare in sè la forza di resistere, e gli faceva riconoscere anche i meriti dei suoi nemici.
C'è poco da fare: per i più, il nome di Hans Kelsen evoca immediatamente la Dottrina pura del diritto, che certo è la teoria giuridica più suggestiva e controversa di questo secolo. Tanto controversa che ad ogni occasione essa ha... more
C'è poco da fare: per i più, il nome di Hans Kelsen evoca immediatamente la Dottrina pura del diritto, che certo è la teoria giuridica più suggestiva e controversa di questo secolo. Tanto controversa che ad ogni occasione essa ha rinfocolato passioni antiche ed inasprito ostilità remote. Con la conseguenza che questo aspetto del pensiero kelseniano - importantissimo ma non esclusivo - ha catturato per sè quasi tutta l'attenzione (anche degli specialisti) tenendola discosta così dalle indagini politiche che, pure, costellano il magistero dello studioso praghese. Ben a ragione perciò Ernst Topitsch ha lamentato l'ingiustizia patita da Kelsen, il quale "mentre gode meritatamente la fama di 'giurista del secolo', come uomo e pensatore politico non ha sino ad ora raggiunto un pari riconoscimento". Di qui la necessità di restituire vita e colore a degli scritti - quelli del Kelsen "politico", appunto - che paiono come rinsecchiti dall'oscurità e che nondimeno, a trarli dall'ombra, sfavillano ancora di luce inattesa.
La tesi sostenuta in questo libro è che le moderne democrazie sono percorse da valori che non derivano dalle religioni positive e che tuttavia operano come vere e proprie credenze religiose. E ciò a conferma di quanto ha scritto Durkheim:... more
La tesi sostenuta in questo libro è che le moderne democrazie sono percorse da valori che non derivano dalle religioni positive e che tuttavia operano come vere e proprie credenze religiose. E ciò a conferma di quanto ha scritto Durkheim: "vi è, e vi sarà sempre posto, nella vita sociale, per un tipo di verità che si esprimerà, forse, con forme laiche, ma che avrà, suo malgrado, un fondamento mitologico e religioso". La prima di queste verità è che l'individuo è sacro e come tale va rispettato e protetto. Di qui tutta una serie di congegni giuridici volti a garantire l'inviolabilità delle coscienze singole. Una nuova, anomala, religione ha dunque preso il posto agli antichi convincimenti dogmatici, ed è essa che assicura la coesione della democrazia liberale: è la religione dell'individuo. Non ha senso, perciò, discorrere di "democrazia agnostica" come usa fare un certo integralismo cattolico; così come non ha senso rimproverare alla cultura liberale l'indifferenza e lo scettico distacco dai valori morali. "Rifiutare il dogmatismo non equivale a 'non credere'. La fede nella libertà è una fede. La differenza è che è una fede che non ammazza, perchè è una fede che impone di rispettare la libertà di fede dell'altro" (Giovanni Sartori).
Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Hans Kelsen: quattro vite interamente spese per la causa della democrazia. Una causa difesa pagando di persona e perorata sempre con lucido disincanto, senza coltivare illusioni sulla... more
Gaetano Salvemini, Ernesto Rossi, Piero Calamandrei, Hans Kelsen: quattro vite interamente spese per la causa della democrazia. Una causa difesa pagando di persona e perorata sempre con lucido disincanto, senza coltivare illusioni sulla condotta e la natura umana. Di qui l'apprezzamento dei dispositivi giuridici che, soli, impediscono agli uomini di dar sfogo ai loro istinti belluini, e sempre di qui il ripudio di quella concezione irrealistica della democrazia che fa della partecipazione popolare il toccasana di ogni male. Lo stesso realismo porta i quattro Autori ad escludere l'esistenza del Bene assoluto, certo, razionalmente dimostrabile. Da seguaci della scuola empirica essi ammettono soltanto il bene relativo, speso impastato con un male ed un errore altrettanto relativi. In quest'ordine di idee, il dissenziente figura non già come un reprobo da combattere ma come un interlocutore da rispettare perchè portatore, forse, di un granello di verità; di una verità che poi il libero confronto delle idee saprà convenientemente valorizzare. Ecco perchè, a loro avviso, la democrazia potrà ben promuovere varie forme di giustizia (formali e materiali); essa però non è neppure concepibile senza quel particolare atteggiamento dello spirito che vivifica la prima e più difficile giustizia, quella di Kelsen: la "giustizia della tolleranza".
Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della legislazione - era il 1780 - il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l'apostolo del riscatto sociale. Poi però, auspice anche... more
Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della legislazione - era il 1780 - il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l'apostolo del riscatto sociale. Poi però, auspice anche la requisitoria di Benjamin Constant (correva il biennio 1822-1824), quello stesso nome venne atterrato nella fangaia del confuso e del contraddittorio, lì dove, in seguito, i critici di estrazione romantica vi avrebbero colto tutto un ripullulare di umori liberticidi. Con la conseguenza che per molto tempo la Scienza fu tenuta in conto di opera di cui bisognasse far cenno e tirare subito innanzi, come di cosa senza risonanza d'eco. Salvo poi - in giorni assai più vicini a noi - essere risollevata nella stima pubblica da studiosi più benevoli, quasi festanti, i quali l'onorano come uno dei momenti più alti della sapienza liberale. Da qui, dalle altalenanti fortune di Filangieri, le domande che costellano questo libro. Per cominciare: chi ha ragione? Gli esaltatori o i denigratori? E poi: si tratta solo di capricci esegetici? O gli screzi tra gli interpreti riflettono un pensiero che ha un'indole contrastata e che, mancando di una ispirazione unitaria, si apre perciò stesso alle letture più divergenti? E in tal caso, qual è il dissidio che lacera la Scienza strattonandola ora di qua ora di là? Infine: questo dissidio appartiene solo al tempo di Filangieri? O finisce per contendersi anche la sensibilità di noi contemporanei?
espanolLa tesis de este articulo es que la neutralidad confesional del Estado laico no significa que sea indiferente a cada valor y a cada principio, sino justo lo contrario. La laicidad o, si se quiere, el laicismo es una fe. Si, una fe.... more
espanolLa tesis de este articulo es que la neutralidad confesional del Estado laico no significa que sea indiferente a cada valor y a cada principio, sino justo lo contrario. La laicidad o, si se quiere, el laicismo es una fe. Si, una fe. Es la fe en el individuo. Una fe como las otras, se podria decir. Se podria decir asi, pero se diria mal. Mientras tanto, a diferencia de tantas que chorrean sangre, esta fe laica es una fe que no mata porque es una fe que obliga a respetar no la fe del otro (no necesariamente, al menos) sino al otro (y asi vuelve la fe en el individuo); siempre, en todos los casos, cualquiera que sea su fe y, asi, bien entendido, permita a cada uno expresar la suya, su fe. EnglishThis article shows that the confessional neutrality of the secular State doesn't mean that it is all the same to moral values. We sould say the laicality is a faith. A faith just like the others. It's possible say that, but it's not right. At the same time, unlike other faiths that shed blood, the laicality doesn't kill because it forces to respect not man's faith but man; always, in any case, any faith he belives, and let express to each man his own faith.
Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della legislazione - era il 1780 - il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l'apostolo del riscatto sociale. Poi però, auspice anche... more
Quando apparvero i primi due libri de La Scienza della legislazione - era il 1780 - il nome di Gaetano Filangieri volò alto nella fama dei contemporanei che lo salutarono come l'apostolo del riscatto sociale. Poi però, auspice anche la requisitoria di Benjamin Constant (correva il biennio 1822-1824), quello stesso nome venne atterrato nella fangaia del confuso e del contraddittorio, lì dove, in seguito, i critici di estrazione romantica vi avrebbero colto tutto un ripullulare di umori liberticidi. Con la conseguenza che per molto tempo la Scienza fu tenuta in conto di opera di cui bisognasse far cenno e tirare subito innanzi, come di cosa senza risonanza d'eco. Salvo poi - in giorni assai più vicini a noi - essere risollevata nella stima pubblica da studiosi più benevoli, quasi festanti, i quali l'onorano come uno dei momenti più alti della sapienza liberale. Da qui, dalle altalenanti fortune di Filangieri, le domande che costellano questo libro. Per cominciare: chi ha ragione? Gli esaltatori o i denigratori? E poi: si tratta solo di capricci esegetici? O gli screzi tra gli interpreti riflettono un pensiero che ha un'indole contrastata e che, mancando di una ispirazione unitaria, si apre perciò stesso alle letture più divergenti? E in tal caso, qual è il dissidio che lacera la Scienza strattonandola ora di qua ora di là? Infine: questo dissidio appartiene solo al tempo di Filangieri? O finisce per contendersi anche la sensibilità di noi contemporanei?
La tesi sostenuta in questo libro è che le moderne democrazie sono percorse da valori che non derivano dalle religioni positive e che tuttavia operano come vere e proprie credenze religiose. E ciò a conferma di quanto ha scritto Durkheim:... more
La tesi sostenuta in questo libro è che le moderne democrazie sono percorse da valori che non derivano dalle religioni positive e che tuttavia operano come vere e proprie credenze religiose. E ciò a conferma di quanto ha scritto Durkheim: "vi è, e vi sarà sempre posto, nella vita sociale, per un tipo di verità che si esprimerà, forse, con forme laiche, ma che avrà, suo malgrado, un fondamento mitologico e religioso". La prima di queste verità è che l'individuo è sacro e come tale va rispettato e protetto. Di qui tutta una serie di congegni giuridici volti a garantire l'inviolabilità delle coscienze singole. Una nuova, anomala, religione ha dunque preso il posto agli antichi convincimenti dogmatici, ed è essa che assicura la coesione della democrazia liberale: è la religione dell'individuo. Non ha senso, perciò, discorrere di "democrazia agnostica" come usa fare un certo integralismo cattolico; così come non ha senso rimproverare alla cultura liberale l'indifferenza e lo scettico distacco dai valori morali. "Rifiutare il dogmatismo non equivale a 'non credere'. La fede nella libertà è una fede. La differenza è che è una fede che non ammazza, perchè è una fede che impone di rispettare la libertà di fede dell'altro" (Giovanni Sartori).
Il lettore non cada in equivoco: benchè il titolo di questo saggio sia alquanto puntuto, on di velenoso pamphlet si tratta, ma di libro ragionato, riflettuto, che non indulge mai al gusto invasato della provocazione e che sempre, al... more
Il lettore non cada in equivoco: benchè il titolo di questo saggio sia alquanto puntuto, on di velenoso pamphlet si tratta, ma di libro ragionato, riflettuto, che non indulge mai al gusto invasato della provocazione e che sempre, al contrario, muove rilievi ed appunti all'"anomalo" liberalismo di Hayek derivandoli da uno studio minuzioso dei suoi testi, scomposti e frugali anche nei loro più appartati diverticoli. Il tutto, peraltro, dispiegato senza torbide tortuosità, senza burbanze erudite e con il piglio di una conversazione diretta, immediata, che coinvolge il lettore e fin da subito lo rende partecipe di questa analisi critica. Che poi, in fondo, è l'analisi che si conviene ad un "grande" come Hayek non già per abbassarlo ma per intenderlo meglio.
NORBERTO BOBBIO, TRA GIUSNATURALISMO E POSITIVISMO NORBERTO BOBBIO, BETWEEN NATURAL LAW AND LEGAL POSITIVISM Gaetano Pecora* RESUMO: Este artigo e a introducao a recente edicao italiana de “Locke e o Direito Natural”, o curso... more
NORBERTO BOBBIO, TRA GIUSNATURALISMO E POSITIVISMO NORBERTO BOBBIO, BETWEEN NATURAL LAW AND LEGAL POSITIVISM Gaetano Pecora* RESUMO: Este artigo e a introducao a recente edicao italiana de “Locke e o Direito Natural”, o curso universitario que Norberto Bobbio desenvolveu no ano academico de 1963-4 e que representa o fruto mais maduro de sua filosofia juridica. A qual, ao menos no que toca a doutrina jusnaturalista, nao se concluia com um juizo unitario e homogeneo. Juizo, sim, mas dividido, decomposto, porque tanto queria a natureza do problema, articulado por Bobbio em tres questoes diferentes: (a) qual foi a funcao pratica do jusnaturalismo lockeano? (b) a qual necessidade interior ele respondia ontem? (c) quais capacidades cognoscitivas ele conserva hoje? Uma coisa, entao, e reconstruir a funcao historica do direito natural (que Bobbio saudava como algo grandioso); outra coisa e sondar-lhe a exigencia ideologica (que Bobbio ora exaltava, ora depreciava); e outra coisa ainda e int...
espanolLa tesis de este articulo es que la neutralidad confesional del Estado laico no significa que sea indiferente a cada valor y a cada principio, sino justo lo contrario. La laicidad o, si se quiere, el laicismo es una fe. Si, una fe.... more
espanolLa tesis de este articulo es que la neutralidad confesional del Estado laico no significa que sea indiferente a cada valor y a cada principio, sino justo lo contrario. La laicidad o, si se quiere, el laicismo es una fe. Si, una fe. Es la fe en el individuo. Una fe como las otras, se podria decir. Se podria decir asi, pero se diria mal. Mientras tanto, a diferencia de tantas que chorrean sangre, esta fe laica es una fe que no mata porque es una fe que obliga a respetar no la fe del otro (no necesariamente, al menos) sino al otro (y asi vuelve la fe en el individuo); siempre, en todos los casos, cualquiera que sea su fe y, asi, bien entendido, permita a cada uno expresar la suya, su fe. EnglishThis article shows that the confessional neutrality of the secular State doesn't mean that it is all the same to moral values. We sould say the laicality is a faith. A faith just like the others. It's possible say that, but it's not right. At the same time, unlike other faiths...
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