- Classical Archaeology, STORIA DELL'ARTE, Medieval Art, Roman Archaeology, Diritto Dei Beni Culturali, Topography of Ancient Rome (Archaeology), and 24 moreTutela Patrimonio Storico Archeologico E Artistico, Filologia Italiana Letteratura Italiana del Rinascimento, Archaeology, Cultural Heritage Law, Medieval Epigraphy, Cultural Heritage, Codicology of medieval manuscripts, UNESCO world heritage, Byzantine Paleography and codicology, Letteratura italiana medievale, Medieval Literature, Science for Conservation and Restoration of Cultural Heritage, Renaissance Studies, History of Art, Italian Renaissance Art, Egyptology, Architecture, Ancient History, Antiquaria e collezionismo, Roman History, Hellenistic and Roman Asia Minor, Ancient Greek History, Art History, and Classics: Ancient History and Archaeologyedit
DE PICTURA (1435) Trattato sulla pittura scritto da Leon Battista Alberti dedicato a Filippo Brunelleschi. Fu la prima opera di una trilogia di trattati sulle arti "maggiori" che ebbero una larga diffusione nell'ambito umanistico. Gli altri due sono il De re aedificatoria (1450) e De statua (1462).more
Leon Battista Alberti si assume il compito di esplorare la logica interna del linguaggio pittorico, di indagarne la coerenza e ricercarne le leggi. Volge l’attenzione a determinare e ordinare gli elementi costitutivi, non ancora mai... more
Leon Battista Alberti si assume il compito di esplorare la logica interna del linguaggio pittorico, di indagarne la coerenza e ricercarne le leggi. Volge l’attenzione a determinare e ordinare gli elementi costitutivi, non ancora mai illuminati, dell'atto figurativo che si proponga di imitare o riprodurre la realtà visibile.
Il testo ha così le caratteristiche di una guida alla creazione artistica, ma mira nello stesso tempo a far comprendere meglio un'opera di pittura.
Alberti si pone subito il problema di delimitare il campo specifico della pittura, che definisce così: Nam ea solum imitari studet pictor quae sub luce videantur
(«Infatti il pittore s’ingegna solamente d’imitare le cose che si vedono alla luce»).
È il concetto, precisato e arricchito, su cui egli torna a scrivere all'inizio del terzo libro, quasi per riassumere, verso la chiusa del testo, il suo pensiero.
«Compito del pittore è tracciare con linee e dipingere con colori qualsivoglia dato corpo su una superficie così che, ad una certa distanza e stabilita la precisa posizione del raggio centrico, ogni cosa che tu vedi dipinta appaia con lo stesso rilievo e molto simile al corpo dato».
Inoltre quando esorta chi voglia eccellere nell'arte pittorica a far uso del velo, può scrivere: picturam expectamus eam quae maxime prominens et datis corporibus persimilis videatur («ci aspettiamo una pittura che sembri molto in rilievo e molto simile ai corpi dati»).
In Alberti naturale e ferma è la volontà di una pittura che tenda a imitare le cose reali e a rappresentare le cose viste. Ma l'osservazione diretta dovrà fissarsi e saldarsi in una forma compiuta e chiara: «Sarà adunque pittura non altro che intersegazione della pirramide visiva, sicondo data distanza, posto il centro e constituiti i lumi, in una certa superficie con linee e colori artificiose representata».
Il testo ha così le caratteristiche di una guida alla creazione artistica, ma mira nello stesso tempo a far comprendere meglio un'opera di pittura.
Alberti si pone subito il problema di delimitare il campo specifico della pittura, che definisce così: Nam ea solum imitari studet pictor quae sub luce videantur
(«Infatti il pittore s’ingegna solamente d’imitare le cose che si vedono alla luce»).
È il concetto, precisato e arricchito, su cui egli torna a scrivere all'inizio del terzo libro, quasi per riassumere, verso la chiusa del testo, il suo pensiero.
«Compito del pittore è tracciare con linee e dipingere con colori qualsivoglia dato corpo su una superficie così che, ad una certa distanza e stabilita la precisa posizione del raggio centrico, ogni cosa che tu vedi dipinta appaia con lo stesso rilievo e molto simile al corpo dato».
Inoltre quando esorta chi voglia eccellere nell'arte pittorica a far uso del velo, può scrivere: picturam expectamus eam quae maxime prominens et datis corporibus persimilis videatur («ci aspettiamo una pittura che sembri molto in rilievo e molto simile ai corpi dati»).
In Alberti naturale e ferma è la volontà di una pittura che tenda a imitare le cose reali e a rappresentare le cose viste. Ma l'osservazione diretta dovrà fissarsi e saldarsi in una forma compiuta e chiara: «Sarà adunque pittura non altro che intersegazione della pirramide visiva, sicondo data distanza, posto il centro e constituiti i lumi, in una certa superficie con linee e colori artificiose representata».
Research Interests:
Piero della Francesca, De prospectiva pingendi. "Della prospettiva del dipingere" è un trattato scritto in volgare da Piero della Francesca. La datazione dell'opera è legata alla tarda maturità, entro il 1482. Il contenuto del libro fu assorbito nel successivo De Divina Proportione di Luca Pacioli.more
Il corpus degli scritti autografi di Piero della Francesca (1412 ca.-1492) comprende, oltre al testo sulla prospettiva, due trattati di argomento matematico-geometrico (il Trattato d’abaco in volgare e il Libellus de quinque corporibus... more
Il corpus degli scritti autografi di Piero della Francesca (1412 ca.-1492) comprende, oltre al testo sulla prospettiva, due trattati di argomento matematico-geometrico (il Trattato d’abaco in volgare e il Libellus de quinque corporibus regularibus in latino) e la trascrizione della versione latina dell’Archimede (ms. Ricc. 106 della Biblioteca Riccardiana di Firenze) di Jacopo da Cassiano: ai disegni dei manoscritti di questi testi è affidata l’intera opera grafica del pittore di Borgo Sansepolcro.
Del De prospectiva pingendi esistono sia una versione volgare, sia una latina. Ciascuna è tradita da quattro codici: per il volgare, ms. 1576 della Biblioteca Palatina di Parma, ms. Reggiano A 41/2 della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ms. D 200 inf. della Biblioteca Ambrosiana di Milano e ms. A266 della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna.
- Parma, Biblioteca Palatina, ms. Parmense 1576 (in volgare, autografo)
- Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, Mss. Regg. A 41/2 (in volgare, autografi i disegni e le annotazioni marginali)
- Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. D 200 inf. (in volgare)
- Bordeaux, Bibliothèque municipale, ms. 616 (in latino)
- Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. C 307 inf. (in latino)
- Londra, British Library, ms. 10366 (in latino)
- Parigi, Bibliothèque Nationale, ms. Lat. 9337 (in latino).
Del De prospectiva pingendi esistono sia una versione volgare, sia una latina. Ciascuna è tradita da quattro codici: per il volgare, ms. 1576 della Biblioteca Palatina di Parma, ms. Reggiano A 41/2 della Biblioteca Panizzi di Reggio Emilia, ms. D 200 inf. della Biblioteca Ambrosiana di Milano e ms. A266 della Biblioteca dell’Archiginnasio di Bologna.
- Parma, Biblioteca Palatina, ms. Parmense 1576 (in volgare, autografo)
- Reggio Emilia, Biblioteca Panizzi, Mss. Regg. A 41/2 (in volgare, autografi i disegni e le annotazioni marginali)
- Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. D 200 inf. (in volgare)
- Bordeaux, Bibliothèque municipale, ms. 616 (in latino)
- Milano, Biblioteca Ambrosiana, ms. C 307 inf. (in latino)
- Londra, British Library, ms. 10366 (in latino)
- Parigi, Bibliothèque Nationale, ms. Lat. 9337 (in latino).
Research Interests:
Research Interests: Carlo Goldoni, Letteratura italiana moderna e contemporanea, Geography and Literature, Landscape in literature, Carlo Goldoni, Goldoni and Commedia Dell’arte, History of Serenissima Repubblica Di Venezia, and 4 moreLetteratura E Filologia Umanistica, Teatro Di Goldoni, Letteratura italiana del Settecento, and commediadell'arte
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Hans Belting ha dato un contributo fondamentale allo studio della cultura figurativa e della funzione delle immagini nel mondo occidentale, per l’originalità della sua impostazione interpretativa. Ne è un esempio eminente Bild und Kult,... more
Hans Belting ha dato un contributo fondamentale allo studio della cultura figurativa e della funzione delle immagini nel mondo occidentale, per l’originalità della sua impostazione interpretativa. Ne è un esempio eminente Bild und Kult, distintosi tra i libri che hanno impresso una svolta negli studi storico-artistici per avere avviato una trattazione delle immagini di culto dall'avvento del cristianesimo alla Riforma protestante che prescinde dal concetto stesso di arte. A più di trent'anni dalla prima pubblicazione in lingua tedesca, questa nuova edizione italiana presenta, oltre a una traduzione e a una veste grafica completamente riviste, un corredo iconografico a colori arricchito anche rispetto all'edizione originale.
Prima dell'età del Rinascimento e della Riforma, le immagini sacre erano considerate oggetti di venerazione che recavano in sé una tangibile presenza del sacro: oggetti di culto capaci di operare miracoli, emettere responsi, determinare l'esito di una guerra.
Solo con la fine del Medioevo e l'inizio del mondo moderno, il legame esclusivo tra immagini e culto tende ad allentarsi, e le immagini finiscono per essere apprezzate e discusse soprattutto per il loro stile e per le loro qualità estetiche.
Prima dell'età del Rinascimento e della Riforma, le immagini sacre erano considerate oggetti di venerazione che recavano in sé una tangibile presenza del sacro: oggetti di culto capaci di operare miracoli, emettere responsi, determinare l'esito di una guerra.
Solo con la fine del Medioevo e l'inizio del mondo moderno, il legame esclusivo tra immagini e culto tende ad allentarsi, e le immagini finiscono per essere apprezzate e discusse soprattutto per il loro stile e per le loro qualità estetiche.