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Con il mio contributo mi propongo di dimostrare che, anche se il testo in cui più esplicitamente Erasmo mette a fuoco il concetto di dolus bonus è certamente l'Apologia contro Alberto Pio da Carpi, l'intera riflessione teologica, retorica... more
Con il mio contributo mi propongo di dimostrare che, anche se il testo in cui più esplicitamente Erasmo mette a fuoco il concetto di dolus bonus è certamente l'Apologia contro Alberto Pio da Carpi, l'intera riflessione teologica, retorica e pedagogica erasmiana ha a che fare con la definizione della necessità insieme etica ed estetica della simulatio come fictio iocunda che, confondendo i territori del vero è del falso («nec vero semper opponitur falsum»), individua nel terreno della rappresentazione lo spazio più proprio dell'indagine umana. Nello specifico mostrerò come in Erasmo la capacità di «quamvis persona sumere» che caratterizza il precettore-retore del De pueris instituendis non si limiti ad indicare la necessità di adeguarsi agli strumenti cognitivi del fanciullo attraverso la dissimulazione come sottrazione di verità: quella del pedagogo erasmiano è una vera e propria simulatio in cui ogni identità rimette in gioco se stessa nella reciprocità dell'exercitium mimetico. Precettore e fanciullo, insomma, giocano a vicenda ad imitarsi mettendo in scena una rappresentazione (fabula) in cui l'identità di ognuno è in divenire, in cui maschera e volto non possono che coincidere sotto il segno metamorfico del decorum come forma più vera di pietas.
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I saggi raccolti in questo volume, esito del lavoro di ricerca annuale del Laboratorio Antichi&Moderni di Zetesis, sono il risultato del tentativo collettivo di interrogare il valore filosofico e letterario del frammento. Muovendosi tra... more
I saggi raccolti in questo volume, esito del lavoro di ricerca annuale del Laboratorio Antichi&Moderni di Zetesis, sono il risultato del tentativo collettivo di interrogare il valore filosofico e letterario del frammento. Muovendosi tra Petrarca, Cusano, Budé, Vico, Buffon, Boulanger, e arrivando fino a Auerbach, Benjamin e DeLillo, i contributi qui raccolti cercano di riflettere sulla natura del frammento e sul modo in cui oggetti desueti, dimenticati, frantumati e minuti trovino forme di composizione momentanea in costellazioni di senso capaci di ridefinire, nel gioco dei rimandi, modalità conoscitive e paradigmi temporali, scoprendo di nuovo che «dio è nei dettagli».
Dalla problematizzazione del Nachleben der Antike alla composizione dell’Atlas Mnemosyne l’opera di Warburg rappresenta un punto di svolta nella storia del pensiero per il modo in cui costringe a ripensare le categorie storiche e... more
Dalla problematizzazione del Nachleben der Antike alla composizione dell’Atlas Mnemosyne l’opera di Warburg rappresenta un punto di svolta nella storia del pensiero per il modo in cui costringe a ripensare le categorie storiche e cronologiche. Che sia in senso anacronistico, ricorsivo o inconscio, ciò che la “psicostoria” di Warburg fa saltare è la concezione lineare del tempo, a favore di un tempo sintomale, differenziale e anomalistico, costituito della e dalla dinamica tra latenze e riemergenze conflittualmente precipitanti nella vita delle forme. Si tratta di sopravvivenze d’una paura primordiale ma non archetipica, nella cui immaginazione l’uomo prende distanza dalla notte oscura che da ogni parte lo circonda e dischiude a se stesso il proprio Denkraum: lo spazio intermedio del pensiero che, funzionando come strumento di orientamento, è certo “orizzontale”, una volta aperto, e quindi articolato in senso estatico, come spaziotempo; ma che, per la duplicità delle formule utilizzate, resta nondimeno sempre esposto al rischio del ritorno di quella paura, rivelando il tempo storico come tempo patologico. Nella Ninfa c’è la Menade, nel dio il demone. In questo contesto il seminario mette a tema la concezione warburghiana della temporalità, soffermandosi sulle figure che esso assume tra storia dell’arte, antropologia, filosofia e psicanalisi.
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Programma ore 10 Palazzo Curini, Via Santa Maria 89, Aula A4 Coordina: N. Ramazzotto (Zetesis-Unipi) 10,00 M. Marcheschi (Zetesis-FSC-Modena), Introduzione 10,15 F. Desideri (Unifi), La rovina e il Trauerspiel dell’opera. Simmel,... more
Programma
ore 10 Palazzo Curini, Via Santa Maria 89, Aula A4

Coordina: N. Ramazzotto (Zetesis-Unipi)
10,00 M. Marcheschi (Zetesis-FSC-Modena), Introduzione
10,15 F. Desideri (Unifi), La rovina e il Trauerspiel dell’opera. Simmel, Benjamin, Kiefer
11,15 A. Barale (Unifi), “A Hideaway in the Wastelands": Warburg, Benjamin e la AI art
12,15 G. Pucci (Unisi), Rovine, macerie, memoria: eterocronia e eterotopia

ore  14,30 Palazzo Curini, Via Santa Maria 89, Aula B2

Coordina: E. Bacchi (Zetesis-Unipi)
14,30 C. De Cosmo (Zetesis-Unipi), Das Schiffshaus: rovine, frammenti e non contemporaneità nel pensiero di E. Bloch
15,30. F. De Simone (FSC-Modena), La ricostruzione come distruzione della distruzione: Günther Anders e la storia in rovina
16,45 S. Tedesco (Unipa), Buchstabenbrücke zwischen Unglück und Trost. Rovina, malinconia, tessitura estetica nella scrittura di Sebald
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