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A naturalistic sensitivity emerges that is disengaged from transcendental presuppositions, and which reflects in a broad sense a medical conception based less on "cosmic causes" and more on "human and social" aspects.... more
A naturalistic sensitivity emerges that is disengaged from transcendental presuppositions, and which reflects in a broad sense a medical conception based less on "cosmic causes" and more on "human and social" aspects. Starting with an analysis of the important work by Ingrassia, this study will then draw a comparison both with contemporary teratological treatises and with subsequent thought on monstrous births in Sicily during the Enlightenment. In this remote corner of Europe, in fact, in the eighteenth century—and thus in a radically different cultural context—the discussion of monsters converges in a regressive movement far removed from the most daring positions expressed by Ingrassia in his sixteenth-century treaty.
La monografia mette a fuoco gli sviluppi settecenteschi dell'antiebraismo cattolico e si inserisce nel pi\uf9 ampio dibattito sulle radici cristiane dell'antisemitismo. In particolare, sulla scorta di elementi archivistici e di... more
La monografia mette a fuoco gli sviluppi settecenteschi dell'antiebraismo cattolico e si inserisce nel pi\uf9 ampio dibattito sulle radici cristiane dell'antisemitismo. In particolare, sulla scorta di elementi archivistici e di materiali epistolari, il libro consente la ridefinizione del problema storiografico del rapporto tra erudizione e dottrina e delle sintonie e convergenze tra l'azione dell'apologetica cattolica e le prospettive culturali tracciate dal cruciale pontificato di Benedetto XIV
La \uablibraria\ubb del principe di Torremuzza, grande antiquario che ricopr\uec numerosi incarichi per il governo borbonico, alla sua morte fu smembrata tra la due biblioteche pubbliche della capitale del regno (1792). La raccolta qui... more
La \uablibraria\ubb del principe di Torremuzza, grande antiquario che ricopr\uec numerosi incarichi per il governo borbonico, alla sua morte fu smembrata tra la due biblioteche pubbliche della capitale del regno (1792). La raccolta qui osservata sulla scorta degli inediti cataloghi manoscritti di acquisti dei volumi, rinvenuti presso l\u2019Archivio Storico dell\u2019Universit\ue0 di Palermo, rappresenta solo un valido ma parziale campione di quella che fu una piu\u300 ampia collezione. Il quadro emerso con ogni evidenza da questa analisi, che parte da considerazioni critiche relative alla metodologia impiegata nel lavoro di ricostruzione delle biblioteche settecentesche per giungere a definire la \u2018qualit\ue0\u2019 di questa raccolta, rafforza l\u2019ipotesi di una definitiva dispersione delle informazioni in grado di consentire la ricostruzione della biblioteca nelle sue reali dimensioni
L\u2019intervento mira a una ridefinizione critica della questione legata al rapporto tra cristiani ed ebrei in Sicilia dopo l\u2019espulsione di fine Quattrocento, e intende rimarcare la riattivazione di un interesse per gli ebrei che... more
L\u2019intervento mira a una ridefinizione critica della questione legata al rapporto tra cristiani ed ebrei in Sicilia dopo l\u2019espulsione di fine Quattrocento, e intende rimarcare la riattivazione di un interesse per gli ebrei che seguiva il progetto del loro reintegro nei Regni di Napoli e Sicilia da parte di Carlo III (l\u2019editto borbonico, del 1740, era revocato dopo sei anni). Emerge in questo contesto il contributo di uno dei massimi eruditi di area muratoriana operanti in Sicilia, l\u2019inquisitore taorminese Giovanni Di Giovanni, che dedicava alla storia dell\u2019ebraismo siciliano prima dell\u2019espulsione un\u2019importante opera (l\u2019Ebraismo della Sicilia, ricercato ed esposto, Palermo, Gramignani, 1748). Poco si \ue8 riflettuto, in realt\ue0, sulla valenza controversistica e antigiudaica del volume, che adottando uno sguardo retrospettivo sulla storia delle comunit\ue0 ebraiche isolane intendeva riattualizzarne alcuni temi, quali quelli della \u201cnatura\u...
SOMMARIO: Il saggio ricostruisce le vicende dell’editoria e della tipografia in Sicilia tra tardo Settecento e primo Ottocento, riconnettendole alla questione della circolazione libraria nel delicato frangente contraddistinto... more
SOMMARIO: Il saggio ricostruisce le vicende dell’editoria e della tipografia in Sicilia tra tardo Settecento e primo Ottocento, riconnettendole alla questione della circolazione libraria nel delicato frangente contraddistinto dall’espulsione gesuitica e dall’abolizione dell’Inquisizione, sino alla repressione antigiacobina e all’esperienza costituzionale di stampo inglese. L’indubbio rilancio dell’editoria, che nell’isola risponde alle rinnovate esigenze delle élites urbane e al vasto progetto borbonico di riforme, subisce un’inevitabile battuta d’arresto nel 1799, quando la censura, ora saldamente nelle mani del governo, ne impedisce l’ulteriore espansione comprimendo gli spazi di movimento del mercato librario. Col nuovo secolo è poi l’ascesa del giornalismo politico a misurare i nuovi interessi in gioco e il livello di maturazione e di consapevolezza politica della classe dirigente. La breve esperienza costituzionale del 1812, che ha come corollario l’affermazione del principio della libertà di stampa e l’abolizione della censura, si spegne con la restaurazione borbonica che avvia una nuova stagione di conflitti. ABSTRACT: This essay reconstructs the main events in the history of publishing and printing in Sicily between the end of the XVIII century and the beginning of the XIX century. It reconnects them to the issue of book circulation at a delicate time characterised by the Jesuit expulsion and the abolition of the Inquisition, which also featured anti-Jacobin repression and English-style constitutional experience. The irrefutable publishing boom on the island met the renewed needs of the urban elite and the huge Bourbon reform plan, but inevitably suffered a setback in 1799 when censorship – now firmly in the hands of the government – prevented it from expanding further by restricting the scope of movement in the free market. With the new century, the rise of political journalism gauged the interests at stake and the level of maturation and political awareness of the ruling class. The brief constitutional experience of 1812, whose corollary was the affirmation of the principle of freedom of the press and the abolition of censorship, ended with the Bourbon Restoration, triggering a new period of conflict.
In Sicily in the XVIII century there was an increase in the level of attention dedicated to books printed in the Kingdom and imported works. Censorship control was now firmly in the hands of the Bourbon government, especially after the... more
In Sicily in the XVIII century there was an increase in the level of attention dedicated to books printed in the Kingdom and imported works. Censorship control was now firmly in the hands of the Bourbon government, especially after the abolition of the Inquisition and in the pivotal years of anti-Jacobin repression. The censors focused more on books by feudists that were hostile to the crown and in favour of baronial privileges than on the French output of philosophical and libertine works. In a context distinguished by the progressive excessive presence of censorship and the expansion of its prerogatives, which gradually merged into the field of police jurisdiction, the normative profile developed in 1799 became binding during phases of insurrection in the nineteenth century, when it was decided to adopt it with the same procedures of implementation.
Questo volume intende analizzare un singolo aspetto della sfera del prodigioso, relativo ai parti mostruosi. Come furono interpretati, quali le persistenze e le trasformazioni nei quadri culturali di riferimento? E perch\ue9 la Sicilia?... more
Questo volume intende analizzare un singolo aspetto della sfera del prodigioso, relativo ai parti mostruosi. Come furono interpretati, quali le persistenze e le trasformazioni nei quadri culturali di riferimento? E perch\ue9 la Sicilia? Ci\uf2 su cui il libro prova a interrogarsi pertiene a un ben preciso ambito: quanto la cultura medico-scientifica dell\u2019isola, ma anche quella ermetica e magica, abbiano contribuito in et\ue0 moderna al pi\uf9 ampio sviluppo del discorso sui mostr
A naturalistic sensitivity emerges that is disengaged from transcendental presuppositions, and which reflects in a broad sense a medical conception based less on “cosmic causes” and more on “human and social” aspects. Starting with an... more
A naturalistic sensitivity emerges that is disengaged from transcendental presuppositions, and which reflects in a broad sense a medical conception based less on “cosmic causes” and more on “human and social” aspects. Starting with an analysis of the important work by Ingrassia, this study will then draw a comparison both with contemporary teratological treatises and with subsequent thought on monstrous births in Sicily during the Enlightenment. In this remote corner of Europe, in fact, in the eighteenth century—and thus in a radically different cultural context—the discussion of monsters converges in a regressive movement far removed from the most daring positions expressed by Ingrassia in his sixteenth-century treaty.
... Col passaggio dal medioevo all'età moderna, la «macchina mitologica» dell'omicidio rituale, secondo una felice espressione di Furio Jesi7 ... dell'omi-cidio rituale è recentemente tornata al centro delle... more
... Col passaggio dal medioevo all'età moderna, la «macchina mitologica» dell'omicidio rituale, secondo una felice espressione di Furio Jesi7 ... dell'omi-cidio rituale è recentemente tornata al centro delle cronache in seguito alla pubblicazione di un libro di Ariel Toaff, intitolato ...
SOMMARIO: Il saggio ricostruisce le vicende dell’editoria e della tipografia in Sicilia tra tardo Settecento e primo Ottocento, riconnettendole alla questione della circolazione libraria nel delicato frangente contraddistinto... more
SOMMARIO: Il saggio ricostruisce le vicende dell’editoria e della tipografia in Sicilia tra tardo Settecento
e primo Ottocento, riconnettendole alla questione della circolazione libraria nel delicato
frangente contraddistinto dall’espulsione gesuitica e dall’abolizione dell’Inquisizione, sino alla
repressione antigiacobina e all’esperienza costituzionale di stampo inglese. L’indubbio rilancio
dell’editoria, che nell’isola risponde alle rinnovate esigenze delle élites urbane e al vasto progetto
borbonico di riforme, subisce un’inevitabile battuta d’arresto nel 1799, quando la censura, ora
saldamente nelle mani del governo, ne impedisce l’ulteriore espansione comprimendo gli spazi
di movimento del mercato librario. Col nuovo secolo è poi l’ascesa del giornalismo politico a misurare
i nuovi interessi in gioco e il livello di maturazione e di consapevolezza politica della classe
dirigente. La breve esperienza costituzionale del 1812, che ha come corollario l’affermazione del
principio della libertà di stampa e l’abolizione della censura, si spegne con la restaurazione borbonica
che avvia una nuova stagione di conflitti.
ABSTRACT: This essay reconstructs the main events in the history of publishing and printing in Sicily
between the end of the XVIII century and the beginning of the XIX century. It reconnects them to the
issue of book circulation at a delicate time characterised by the Jesuit expulsion and the abolition of
the Inquisition, which also featured anti-Jacobin repression and English-style constitutional experience.
The irrefutable publishing boom on the island met the renewed needs of the urban elite and the huge
Bourbon reform plan, but inevitably suffered a setback in 1799 when censorship – now firmly in the
hands of the government – prevented it from expanding further by restricting the scope of movement in
the free market. With the new century, the rise of political journalism gauged the interests at stake and
the level of maturation and political awareness of the ruling class. The brief constitutional experience
of 1812, whose corollary was the affirmation of the principle of freedom of the press and the abolition
of censorship, ended with the Bourbon Restoration, triggering a new period of conflict.
Il saggio ricostruisce il dibattito di matrice medico-scientifica scaturito da un caso di cronaca avvenuto a Cesena nel 1731, quando il cadavere della nobildonna Cornelia Bandi veniva trovato in stato di parziale incenerimento in una... more
Il saggio ricostruisce il dibattito di matrice medico-scientifica scaturito da un caso di cronaca avvenuto a Cesena nel 1731, quando il cadavere della nobildonna Cornelia Bandi veniva trovato in stato di parziale incenerimento in una camera da letto che non presentava tracce alcune di rogo. Emergeva nel mondo scientifico ed erudito dell’epoca un dibattito che coinvolgeva alcuni dei personaggi più influenti della cultura coeva, da Giuseppe Bianchini a Scipione Maffei e Ludovico Antonio Muratori, sino a Immanuel Kant, e che più avanti, in un contesto culturale profondamente mutato, raccoglieva l’interesse di Giacomo Leopardi e Charles Dickens. Appare con tutta evidenza la differenza tra la penisola, in cui nella prima metà del secolo si provava a dare del fenomeno – pur tra molti limiti – una spiegazione scientifica immune dalle forzature ermeneutiche della matrice comportamentale, e il contesto francese e soprattutto americano, dove a partire dal tardo Settecento la questione suscitava un’eco crescente perché posta in stretta correlazione con la piaga dell’alcolismo: le teorie della «temperanza», ormai senza dubbi residui, avevano individuato nelle donne in sovrappeso e alcolizzate i soggetti predisposti a tali insoliti decessi.
Research Interests:
A naturalistic sensitivity emerges that is disengaged from transcendental presuppositions, and which reflects in a broad sense a medical conception based less on “cosmic causes” and more on “human and social” aspects. Starting with an... more
A naturalistic sensitivity emerges that is disengaged from transcendental presuppositions, and
which reflects in a broad sense a medical conception based less on “cosmic causes” and more on
“human and social” aspects. Starting with an analysis of the important work by Ingrassia, this
study will then draw a comparison both with contemporary teratological treatises and with
subsequent thought on monstrous births in Sicily during the Enlightenment. In this remote
corner of Europe, in fact, in the eighteenth century—and thus in a radically different cultural
context—the discussion of monsters converges in a regressive movement far removed from the
most daring positions expressed by Ingrassia in his sixteenth-century treaty.
In Sicily in the XVIII century there was an increase in the level of attention dedicated to books printed in the Kingdom and imported works. Censorship control was now firmly in the hands of the Bourbon government, especially after the... more
In Sicily in the XVIII century there was an increase in the level of attention dedicated
to books printed in the Kingdom and imported works. Censorship control was now firmly in the
hands of the Bourbon government, especially after the abolition of the Inquisition and in the pivotal
years of anti-Jacobin repression. The censors focused more on books by feudists that were hostile
to the crown and in favour of baronial privileges than on the French output of philosophical and
libertine works. In a context distinguished by the progressive excessive presence of censorship
and the expansion of its prerogatives, which gradually merged into the field of police jurisdiction,
the normative profile developed in 1799 became binding during phases of insurrection in the
nineteenth century, when it was decided to adopt it with the same procedures of implementation.
Research Interests: