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From the 1730s, in Spain and southern Italy—both domains of the House of Bourbon—two very different versions of court culture emerged. In 1759, Ferdinand VI’s succession to the Spanish throne after his half-brother Charles III (formerly... more
From the 1730s, in Spain and southern Italy—both domains of the House of Bourbon—two very different versions of court culture emerged. In 1759, Ferdinand VI’s succession to the Spanish throne after his half-brother Charles III (formerly Charles of Bourbon, as king of Naples and Sicily) showed all the signs of the profound transformation taking place in early modern culture, and notably in its social mindsets and public opinion. This new Spanish course was helped by Charles III’s presence, who, during his years spent at the head of the Italian government, had developed an idea of sovereignty far more modern than the retrospective, traditionalist one still closely linked to medieval metaphysis that had inspired his parents: Philip V and Elizabeth Farnese.
L'auteur s'interroge sur la manière de qualifier tumultes et révoltes contre l'autorité centrale dans la Sicile du XVIII siècle, en suivant l'évolution concrète en droit qui mène depuis le XVI siècle à distinguer révoltes et licite... more
L'auteur s'interroge sur la manière de qualifier tumultes et révoltes contre l'autorité centrale dans la Sicile du XVIII siècle, en suivant l'évolution concrète en droit qui mène depuis le XVI siècle à distinguer révoltes et licite resistere. Le concept de résistance ayant acquis une autonomie juridique au regard de celui de rébellion, l'opposition consentie et légitime au pouvoir royal amène aussi à extraire l'action de résistance de la notion de crime de lèse majesté.
This volume, the result of the diligent work of a group of professors and researchers belonging to the Department of Cultures and Society of the University of Palermo and a professor of the University of Catania, proposes the results of a... more
This volume, the result of the diligent work of a group of professors and researchers belonging to the
Department of Cultures and Society of the University of Palermo and a professor
of the University of Catania, proposes the results of a research on the 'field' of the phenomenon
migration in the municipalities of the Calatino Sud-Simeto area in the Metropolitan City area
of Catania. It represents the elaboration of the mapping of local public services,
understood as a "photograph" of the problems / needs that the operators of the Public Administration they live in managing
relations with foreign citizens / students, specifying the type of problems that
hinder the efficient delivery of the public service.
Il presente intervento non ha per nulla la pretesa d’essere esaustivo, piuttosto intende fornire alcuni spunti di riflessione utili alla discussione qui intrattenuta. Perciò, sotto forma di appunti e note, saranno esposte alcune... more
Il presente intervento non ha per nulla la pretesa d’essere esaustivo, piuttosto intende fornire alcuni spunti di riflessione utili alla discussione qui intrattenuta. Perciò, sotto forma di appunti e note, saranno esposte alcune impressioni relative all’emersione della categoria politica del popolo tra l’età moderna e la contemporanea, e del correlato fenomeno del populismo. Nella prima parte ci si occuperà della nascita dell’idea di popolo tra le classi dirigenti dell’Occidente, sotto la spinta della prepotente emersione di questo nuovo soggetto politico, forza sociale in ‘movimento’ attraverso la lotta politica; nella seconda parte si prenderà in considerazione come la presenza concreta del ‘popolo’ trovi espressione nei diritti sanciti dalle grandi carte costituzionali, a partire dalla Dichiarazione d’Indipendenza americana (1776), e come tale concetto verrà declinato nei tempi a seguire; infine, nella terza, con un salto cronologico di due secoli(l’Otto ed il Novecento sono stati dei secoli molto studiati come incubatori di forme di ‘populismo’, dalle ricadute spesso tragiche), si guarderà ad alcuni interessanti aspetti del movimenti populistici italiani contemporanei.
Nella realtà e nell'immaginario contemporanei dell'uomo occidentale il jihad islamico occupa un posto centrale tra le sue grandi paure. E le antiche divisioni tra Oriente e Occidente sono riesumate dai mass media nel tentativo di spiegare... more
Nella realtà e nell'immaginario contemporanei dell'uomo occidentale il jihad islamico occupa un posto centrale tra le sue grandi paure. E le antiche divisioni tra Oriente e Occidente sono riesumate dai mass media nel tentativo di spiegare gli attuali attriti presenti nell'intero bacino del Mediterraneo. Spesso, ci troviamo però di fronte a trasmissioni d'informazione, anche con pretese di divulgazione scientifica, in cui la storia di questi rapporti viene forzata o, peggio ancora, abusata da interpretazioni fallaci, quanto non del tutto false. Avvalendosi della migliore storiografia sull'argomento l'autore dimostra la grossolonità, persino la tendenziosità, di queste ricostruzioni, che ben poco hanno a che spartire con la realtà storica del Mediterraneo.
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Con il secolo XVIII ebbe inizio nei governi europei un’inedita e complessa sperimentazione di metodi e tecniche amministrative. Dentro questa temperie la nuova e straordinaria consapevolezza razionale e pragmatica degl’illuministi si... more
Con il secolo XVIII ebbe inizio nei governi europei un’inedita e complessa sperimentazione di metodi e tecniche amministrative. Dentro questa temperie la nuova e straordinaria consapevolezza razionale e pragmatica degl’illuministi si scontrò con le vecchie strutture, con interessi consolidati e con l’ambiguità dei poteri preminenti. Porre al centro della riflessione e dell’azione politica il problema di come governare la società significò accettare l’idea moderna di un mondo sempre in rapida trasformazione. Per questa via, assumere l’idea del continuo cambiamento vitale rese arbitrario e ingiusto legittimare secondo le forme tradizionali la ‘volontà generale’. Questa fu la novità essenziale del pensiero illuministico: le attività dei governi devono essere sempre collaudate dal consenso popolare. Seguendo il fil rouge della ‘governamentalità’ lungo il XVIII secolo, questo libro descrive il duro scontro tra riformismo e conservatorismo che percorse la vita politica dell’Italia meridionale, e, attraverso di esso, dell’intera Europa mediterranea.
Maturato nell’età dei Lumi, l’esprit de société aveva concentrato ogni attenzione sul popolo, e aveva così sostenuto la nascita del populismo, vocabolo qui utilizzato in un’accezione ben diversa da quella contemporanea, e più vicino al... more
Maturato nell’età dei Lumi, l’esprit de société aveva concentrato ogni attenzione sul popolo, e aveva così sostenuto la nascita del populismo, vocabolo qui utilizzato in un’accezione ben diversa da quella contemporanea, e più vicino al senso della parola russa narodnicestvo. Nella sostanza, come tanti altri illuministi, Tanucci sosteneva un culto del popolo come programma di trasfigurazione delle classi sociali del Regno e fondato sulla necessità di ‘nazionalizzare’ quegli abitanti. L’adesione, necessariamente dissimulata, di Tanucci alle idee del filosofo ginevrino ci mostra chiaramente i segni delle modifiche intercorse nei rapporti tra governi europei e società, fin a partire dalla seconda metà del XVIII secolo.Nelle pagine che seguono cercheremo di raccontare come Tanucci descrivesse il mondo sociale che gli apparteneva e come egli strutturasse la sua azione politica di fronte a soggetti collettivi, gruppi sociali ed istituzioni.  Crediamo che attraverso la sua colta, intelligente e riflessiva testimonianza sia possibile vedere uno scorcio delle forme generali dell’immaginario delle élites del suo tempo, e quale fosse il modo di concettualizzare e di raffigurare i contorni e la qualità dei gruppi sociali, anche attraverso le appartenenze e le traiettorie della vita dei singoli individui.
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In December 1741, the statesman Bernardo Tanucci wrote to prince Bartolomeo Corsini a long, very interesting letter regarding authors and readings, travel, principles and good practices of eros and agape, on which to base the training of... more
In December 1741, the statesman Bernardo Tanucci wrote to prince Bartolomeo Corsini a long, very interesting letter regarding authors and readings, travel, principles and good practices of eros and agape, on which to base the training of a young Florentine knight.  Tanucci’s authentic, essential and eclectic position on the matter of education strongly emerges from these pages. The educational proposal is based on three axes: a general culture plan, emphasizing historical studies and political science, whose authors are all non-conformist thinkers, or rather, considered to be the expression of the utmost criticism; a mischievous vademecum for education at the University of Pisa, where Tanucci had taught law; the right way to integrate theoretical knowledge and direct knowledge, which was to be implemented through a series of expedients, such as the experience of travelling in Europe, attending courts and exponents of the ruling classes, direct knowledge of the major intellectuals of the time, conviviality in the drawing room and, last but not least, relations with the opposite sex. With the latter point Tanucci addressed the central problem of the limits of education, namely those posed by the paradox of the « already educated educator ». Again,  the relationship between Tanucci and the German intellectual world clearly emerges. This attraction derived from the great theme of eclecticism. Firstly, this method appeared to Tanucci as a useful and convenient canon for interpreting the four-way relationship between ‘civil’ and ‘ecclesiastical’ history, between philosophy and theology. Moreover, Tanucci admired the eclectic method of comparing confessional divisions, which seemed to lead to the hypothesis of the necessity of a natural and worldly religion. Eclecticism was understood by Tanucci and Genovesi – and, before them, by their common master and friend Celestino Galiani (albeit with different outcomes, tending towards radical scepticism on this last aspect) – as the sign of a sincere and creative variety of scientific results.
degli Italiani-Volume 96 (2019) • Condividi • • • TORCIA, Michele.-Nacque ad Amato, nella Calabria Ultra, il 26 giugno 1736. La madre, Giuseppa Salina, era di origini catanesi, mentre il vero cognome ereditato dal padre Pietro, di... more
degli Italiani-Volume 96 (2019) • Condividi • • • TORCIA, Michele.-Nacque ad Amato, nella Calabria Ultra, il 26 giugno 1736. La madre, Giuseppa Salina, era di origini catanesi, mentre il vero cognome ereditato dal padre Pietro, di professione «cuscitore seu sartore» (Tufano, 2000, p. 6, n. 8), era Torchia; ma Michele preferì, più tardi negli anni, modificarlo. Studiò nel collegio dei gesuiti di Catanzaro e poi, trasferitosi diciassettenne a Napoli, si dedicò allo studio della lingua inglese, francese e tedesca. Divenne allievo di Antonio Genovesi e, come era accaduto a tanti altri suoi coetanei, fu segnato indelebilmente da quel rapporto, come testimoniano alcune lettere risalenti agli anni Sessanta. Grazie alla protezione di Genovesi e del regio funzionario Gennaro Sarno, che lo raccomandarono al ministro Bernardo Tanucci, alla fine del 1762 Torcia fu nominato segretario del plenipotenziario napoletano in Olanda, Giacinto Catanti; all'Aia egli ebbe modo di frequentare i salotti dei più significativi esponenti dell'illuminismo olandese: dal giurista Elie Luzac (divulgatore del pensiero di Montesquieu), all'economista Isaac da Pinto, all'umanista Petrus Burmannus. Con accenti di nostalgia Torcia avrebbe ricordato nelle sue opere quel clima culturale, ch'egli descrisse come «prudente», cioè, a suo dire, «empirista» e «antisistema» (Sbozzo del commercio d'Amsterdam, 1782, passim), eppure, al contempo, animato da tensioni radicali sotto il profilo politico, in quanto progetto di emancipazione politico-sociale con marcate connotazioni antiteologiche, democratiche e repubblicane. Inoltre, per Torcia il «sistema di commercio» delle Sette Province Unite si poteva ridurre a un fondamentale ed elementare principio: «ciascuno lavori per sé, come io lavoro per me» (Tufano, 2000, p. 39). Questa esperienza lo rese immune da qualunque forma di idealismo, di esprit de système (così Torcia indica ogni costruzione filosofica arbitraria e aprioristica), soprattutto in materia di politica economica, come dimostrano le numerose pagine e notazioni delle sue opere dedicate a polemizzare con le posizioni dei fisiocrati. A contatto con la realtà olandese sperimentò che «il martello dei fatti e della pratica» faceva crollare ogni «edificio de' sistemi al minimo tocco» (Sbozzo politico di Europa..., 1775, p. XXXIV). Eppure, il risvolto umano e mondano di quella 'non filosofica' philosophie era considerato spietato e brutale da Torcia, che, riferendosi in particolare alla realtà italiana, si persuase che per raggiungere i livelli di sviluppo economico e sociale dell'Europa settentrionale, avrebbe avuto bisogno di una politica «meno caritatevole», proprio allo scopo di rendere la gente del Sud «meno selvaggia e più industriosa» (Tufano, 2000, p. 44). In quei tardi anni Sessanta partecipò all'edizione delle Opere postume di Pietro Giannone (Venezia 1768), voluta da Tanucci, dentro il quadro della più generale offensiva politica e culturale in atto nelle monarchie dei Borbone contro la Compagnia di Gesù. Curata da Lionardo Panzini, la ristampa fu annotata da Torcia, che in particolare mise in evidenza le caratteristiche dei metodi di governo dei comuni dell'Italia meridionale, polemizzando più in generale con il metodo antiquario dei romanisti. Il giusnaturalismo di origine groziana, da lui tanto celebrato, aveva oramai introiettato gli elementi naturali quali fonti di produzione della normatività, mentre aveva escluso l'arbitrio e il 'dispotismo' dei giuristi dotti. Proprio contro costoro Torcia ritornò nelle sue successive opere con
Educazione civica Negli ultimi anni in alcuni Stati europei gli studi sulla socializzazione giovanile attraverso l’educazione al Diritto hanno avuto un notevole incremento. Essi dimostrano con chiarezza che il processo scolastico di... more
Educazione civica
Negli ultimi anni in alcuni Stati europei gli studi sulla socializzazione
giovanile attraverso l’educazione al Diritto hanno avuto
un notevole incremento. Essi dimostrano con chiarezza che il
processo scolastico di formazione delle conoscenze e delle rappresentazioni
del diritto prima dell’età adulta avviene attraverso
due vie complementari: da una parte l’individuo assimila norme
e valori, assieme al saper dire/pensare/fare; dall’altra elabora un
sistema proprio di canoni, di virtù e di competenze. Nel corso di
questo apprendistato si costruisce l’identità personale e sociale
del soggetto, ed un sistema di rappresentazione e d’interpretazione
della struttura sociale e delle persone, delle loro reciproche
interazioni, nonché dei rapporti personali con esse.
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Il legame tra le popolazione dell'Italia con il mar Mediterraneo è stato per tutto lo scorso millennio, e fino ad oggi, molto singolare: in generale più difficile che agevole, a prescindere di qualche notevole eccezione (Genova,... more
Il legame tra le popolazione dell'Italia con il mar Mediterraneo è stato per tutto lo scorso millennio, e fino ad oggi, molto singolare: in generale più difficile che agevole, a prescindere di qualche notevole eccezione (Genova, Livorno e Venezia), tuttavia ...
Quale soluzione per il continente africano? Perché l'Europa deve accantonare l'idea del clash of civilitation, per spingersi sula stada dell'intervento attivo nei confronti dei Paesi della sponda Su del Mediterraneo. Questi temi sono qui... more
Quale soluzione per il continente africano? Perché l'Europa deve accantonare l'idea del clash of civilitation, per spingersi sula stada dell'intervento attivo nei confronti dei Paesi della sponda Su del Mediterraneo. Questi temi sono qui discussi, seppur in breve, nell'illustrare un recentissimo volume di Salvo Andò sul Mediterraneo (Un altro Mediterraneo è possibile, Scenari mediterranei, Aracne, Roma 2017.