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Considerare oggi il grande progetto federiciano significa innanzitutto interpellarne le istanze fondative. Una secolare storiografia ha puntualmente risposto alla medesima inchiesta, a partire cioè ogni volta dal proprio orizzonte... more
Considerare oggi il grande progetto federiciano significa innanzitutto interpellarne le istanze fondative. Una secolare storiografia ha puntualmente risposto alla medesima inchiesta, a partire cioè ogni volta dal proprio orizzonte d’attesa. Il saggio prova dunque a osservare con quali prospettive e come nei diversi secoli l’Ambrosiana è stata inquadrata, per introdurre criticamente all’attuale rinnovamento degli studi. Il recupero di due importanti scritti di Federico Borromeo, pienamente apprezzati solo di recente, è stato significativo per la più esatta conoscenza delle istituzioni milanesi: l’ambizioso De absoluta Collegi Ambrosiani institutione in litteris che, con i suoi sedici libri programmatici, squaderna l’enciclopedia dei saperi e il metodo da adoperarsi da parte dei Dottori del Collegio Ambrosiano; il breve e retorico Salomon sive opus regium, che dimostra un dato ormai condiviso, ossia che il tanto desiderato rinnovamento degli studi avrebbe dovuto contemplare anche le scienze esatte, per la conoscenza della natura.
The essay publishes seven letters sent between 1612 and 1627 by the Ghent poet Justus Ryckius to the archbishop of Milan Federico Borromeo, founder of the Biblioteca Ambrosiana and esteemed patron of art and culture. The letters, not all... more
The essay publishes seven letters sent between 1612 and 1627 by the Ghent poet Justus Ryckius to the archbishop of Milan Federico Borromeo, founder of the Biblioteca Ambrosiana and esteemed patron of art and culture. The letters, not all already known, testify to the Flemish’s gratitude towards the learned prelate, who had hosted the young man during his first stay in Italy, and document new traits of the last section of his biography, concluded in the Rome of Pope Urban VIII Maffeo Barberini, who favored him as a Latin poet, and then in Bologna, where Ryckius was hired as a professor of humanities.
Il capitolo offre l'analitica descrizione dell'opera di D\ufcrer, con l'individuazione dei legni e la trascrizione di tutti i testi
Nella primavera del 1512 Massimiliano I, imperatore del Sacro Romano Impero, concepisce uno dei pi\uf9 sorprendenti strumenti di propaganda: un maestoso arco trionfale su carta, un grande poster alto e largo oltre tre metri, raffigurante... more
Nella primavera del 1512 Massimiliano I, imperatore del Sacro Romano Impero, concepisce uno dei pi\uf9 sorprendenti strumenti di propaganda: un maestoso arco trionfale su carta, un grande poster alto e largo oltre tre metri, raffigurante il Trionfo degli Asburgo dalle origini antichissime alle conquiste presenti. Per trasfigurare la storia in mito, per fingere la realt\ue0 in simboli perenni, l\u2019imperatore chiama il grande D\ufcrer, l\u2019artista tedesco che dal Rinascimento italiano aveva imparato ad attualizzare i classici. Le sue 192 incisioni compongono un meraviglioso tripudio di parole e immagini, destinate, grazie alla riproducibilit\ue0 della stampa, a resistere quasi pi\uf9 del marmo. Presentato nella biblioteca voluta a Milano dall\u2019imperatrice Maria Teresa d\u2019Austria a fine Settecento, l\u2019Arco trionfale si impone nella cultura odierna, cos\uec esposta, tramite i nuovi media, ai fenomeni della comunicazione del potere. Il volume \ue8 diviso in tre parti. La prima propone 6 Studi di contesto, con capitoli di approfondimento sull'opera e sul panomara storico culturale che la vide nascere; la seconda invece \ue8 dedicata all'Arco, con 5 capitoli specifici sul capolavoro di D\ufcrer, con la descrizione e il commento tecnico dell'opera, nonch\ue9 la trascrizione dei testi. La terza parte consta di 55 schede di catalogo, relative alle opere esposte alla mostra aperta dal 7 maggio al 29 giugno presso la Biblioteca Nazionale Braidense (Milano)
In calce al carme latino che d\ue0 il titolo all'edizione si legge una lunga canzone in italiano sopra il medesimo soggetto: il trionfo di Carlo Borromeo, novello santo
Il poemetto, dedicato a san Carlo Borromeo, consta di 52 ottave che descrivono le celebrazioni per la canonizzazione, avvenuta il primo novembre 1610. Poco o nulla si sa dell'autore
in italiano: Le terzine, per una certa loro approssimazione ed ingenuità, dimostrano come Alessandro Moneta, c le traduce dal latino, intenda la poesia come svago e opera di devozione, a margine di una brillante carriera nel campo della... more
in italiano: Le terzine, per una certa loro approssimazione ed ingenuità, dimostrano come Alessandro Moneta, c le traduce dal latino, intenda la poesia come svago e opera di devozione, a margine di una brillante carriera nel campo della giurisprudenza.
Il saggio propone una panoramica sui testi letterari dedicati alla peste editi a Milano in occasione dei due storici contagi, quello degli anni ’70 del Cinquecento e quello del 1630. Legati dal protagonismo dei due arcivescovi Borromeo,... more
Il saggio propone una panoramica sui testi letterari dedicati alla peste editi a Milano in occasione dei due storici contagi, quello degli anni ’70 del Cinquecento e quello del 1630. Legati dal protagonismo dei due arcivescovi Borromeo, san Carlo e il Federico manzoniano, i due eventi ispirarono un vero e proprio topos nella tradizione lombarda. In particolare, l’attenzione si pone sull’intervento del poeta Giuliano Goselini, autore di una canzone sul contagio che si segnala per autonomia dal modello carolino, e, per la peste federiciana, sul dramma del frate Benedetto Cinquanta, un esempio di ‘tragedia spirituale’ meritevole di attenzione.
Il saggio pubblica 17 lettere inedite spedite da Giorgio Caproni al giornalista e poeta Enzo Fabiani. Le epistole, risalenti ad un arco cronologico che va dal 1959 al 1982, affrontano in prevalenza argomenti di natura religiosa. Il poeta... more
Il saggio pubblica 17 lettere inedite spedite da Giorgio Caproni al giornalista e poeta Enzo Fabiani. Le epistole, risalenti ad un arco cronologico che va dal 1959 al 1982, affrontano in prevalenza argomenti di natura religiosa. Il poeta livornese scriveva sia per ringraziare dei numerosi articoli che Fabiani gli andava dedicando sulle colonne del settimanale milanese «Gente», sia, soprattutto, per condividere pareri e opinioni sulle rispettive produzioni liriche. Emerge in tal modo da un lato il carattere specifico della scrittura di Fabiani, poeta ad oggi pressoché sconosciuto e che risulta apprezzato da Caproni, sia la conferma della inquieta e sofferta ricerca di Dio che ispira l’opera del livornese.
The essay presents a research around the figure of the Milanese poet Francesco Ellio, who lived in Milan in the early seventeenth century and so far known for being the author of idylls. included in the first and famous collections of... more
The essay presents a research around the figure of the Milanese poet Francesco Ellio, who lived in Milan in the early seventeenth century and so far known for being the author of idylls. included in the first and famous collections of that Barocco micro-genre. In this paper Ellio, whose dense network of contacts and relationships in the Lombard city is gathered, is studied because he is the author of the first Italian translation of Cervantes’ Perciles, the last masterpiece of the Hispanic genius, published in 1617. The translation was edited in Venice for the printer Fontana in 1626, placing itself among the last traces of Ellio’s life, and will remain the only one in Italian until the nineteenth century.
The essay underscores the significance of letter writing for the cultural project of Cardinal Federico Borromeo, archbishop of Milan and founder of the famous Ambrosiana Library and Art Gallery. Together with printing and travels abroad,... more
The essay underscores the significance of letter writing for the cultural project of Cardinal Federico Borromeo, archbishop of Milan and founder of the famous Ambrosiana Library and Art Gallery. Together with printing and travels abroad, correspondence with scholars from across Europe is key – according to Borromeo – to increase and spread knowledge. Here are emphatically stated the wellknown humanistic values establishing the commercium epistolare, one of the cornerstones of Res publica litterarum. Therefore he advised members of his ‘Collegio dei Dottori’, the true heart of Ambrosiana, to write and store letters. From another point of view we can esteem letter writing – specifically Borromeo’s letters in Latin directed to his nephews – as a part of the cardinal’s literary output. The pedagogical quality of the epistles examined confirms the genuine humanistic vocation of the cardinal.
But if we consider epistolary collections as an historical source, we have to call attention to his own great correspondence, a collection of tens of thousand letters, still kept in over 120 folders, stored in Ambrosiana Library. The second part of the paper tries to shed light on the story of this big archive and then to suggest research perspectives for artistic and book collecting. In fact, it’s not be news that letters have always been the main documentation for art historians. In this particular case we have to remember that Borromeo didn’t exchange letters directly with artists, of course, and not even with collectors, but he envolved a large numbers of collaborators, sometimes known agents but often anonymous figures. What we need, in order to improve knowledge about the history of Borromeo’s institutes, is to sift through letters after selecting names and chronological sections. In conclusion some examples (Papirio Bartoli and Girolamo Cardano) try to suggest how useful is to cross epistolary data.
Over 800 academies, or learned societies, flourished in Italy over the sixteenth and seventeenth centuries, forming a significant and influential aspect of social and intellectual culture. Multidisciplinary in their interests, bridging... more
Over 800 academies, or learned societies, flourished in Italy over the sixteenth and seventeenth centuries, forming a significant and influential aspect of social and intellectual culture. Multidisciplinary in their interests, bridging the arts and sciences, they operated outside, but were often interconnected with official institutions like universities, courts, political and religious bodies, and offered a more flexible, apparently 'free' and 'equal' form of association. Members could sometimes include socially marginal figures like women and artisans. Academies attracted also foreign intellectuals and their networks extended across Europe, providing a model of association for other nations to emulate, adapt or reject. However, the historical records of the Italian Academies remain fragmented now across many different archives and libraries, and are often lost from sight, in part because of the sheer quantity and variety of surviving data and its geographical dispersal, but also because academies were often short-lived and marginal to official culture. A further factor is the frequently negative historiography of Italian academies, casting them as frivolous and irrelevant. The political and religious suppression of various heterodox academies; their invisibility in cataloguing systems; material factors (earthquakes, flooding); and political agendas surrounding heritage preservation are further factors to consider in the critical evaluation of the archival and other remaining sources.

The symposium thus aims to interrogate the forms, state and meanings of academy archives from multidisciplinary perspectives, in relation to broader issues of cultural heritage relating to early modern Italy. By bringing together a team of leading scholars from the fields of archive, digital humanities and early modern studies, the intention is to challenge historical perspectives on academies and explore new methodologies and possibilities for modelling future research and sustainable digital resources. For full details and to register (by 25 June) please visit:
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Sommario: Marco Guardo, Le Vite dei primi Lincei. Un' impresa editoriale mancata Le Vite: Eraldo Bellini, La Vita di don Virginio Cesarini linceo Marco Guardo, La Vita di Filippo Salviati linceo Marco Guardo, La Vita di Giovanni... more
Sommario:
Marco Guardo, Le Vite dei primi Lincei. Un' impresa editoriale mancata

Le Vite:

Eraldo Bellini, La Vita di don Virginio Cesarini linceo
Marco Guardo, La Vita di Filippo Salviati linceo
Marco Guardo, La Vita di Giovanni Battista Porta linceo
Fabio Guidetti, La Vita di Vincenzo Mirabella linceo
Roberta Ferro, La Vita di Marco Welser linceo
Alessandro Ottaviani, La Vita di Antonio Persio linceo
A cura di Guardo Marco
Anno di Edizione: 2017
Edizione: L'ERMA di BRETSCHNEIDER
Collane:
L'Ellisse (Classe A), 11/2
ISBN: 978-88-913-1609-7
Pagine: 160, 3 ill. B/N
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From 1967 the essay Geografia e storia della letteratura italiana is a classic in italian literary historiography. To understand better his nature is important to contextualize the origin of the paper: Dionisotti, arrived in England in... more
From 1967 the essay Geografia e storia della letteratura italiana is a classic in italian literary historiography. To understand better his nature is important to contextualize the origin of the paper: Dionisotti, arrived in England in 1948, settled the beginning of this critical analysis in contemporary italian history and in the national pride of his generation. In this original proposition he opens a discussion about the unity of italian literature, if considered from a geografical and chronological viewpoint: resting on eighteenth-century scholarship, the critic goes through the epochs of our tradition proving it much more discontinuous than the Romantics believed. He pays specific attention to the 1500s, when, thanks to Pietro Bembo’s stilistic reform, italian literature really began; wherease about seventeenth-century not only he points out the delay of historical research but also dialogues with Benedetto Croce, esteemed as historian but rejected for his aesthetic theory.
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Il saggio analizza la produzione epistolare latina di tre figure rappresentative della Lombardia primosecentesca: Girolamo Bossi, Aquilino Coppini e Sigismondo Boldoni.Professori di umane lettere a Pavia e Milano, Bossi e Coppini... more
Il saggio analizza la produzione epistolare latina di tre figure rappresentative della Lombardia primosecentesca: Girolamo Bossi, Aquilino Coppini e Sigismondo Boldoni.Professori di umane lettere a Pavia e Milano, Bossi e Coppini pubblicano a partire dal 1613 i rispettivi libri epistolari, rincorrendo la tradizione classicistica dei maestri delle cattedre Palatine. Resta invece inedito a lungo il volume di lettere di Boldoni, pubblicato nel 1651 dal fratello Ottavio. Prima di morire di peste nel 1630, a soli trentatré anni, il valente poeta, di formazione medica, già autore di un pregevole poema in ottava rima, aveva ottenuto notorietà soprattutto grazie al Larius (1617), un elegante prosa latina sul natio lago di Como.
Da un punto di vista metodologico, i loro libri di lettere latine guadagnano attenzione come fonti di notizie di storia letteraria; come testimoni diretti del gusto dell’epoca; infine, in una prospettiva più ampia, per la storia della loro ricezione, come opere che, nelle alterne fortune, hanno raggiunto generazioni di autori italiani notoriamente bilingui.
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This article underscores the significance of letter writing for the cultural project of Cardinal Federico Borromeo, archbishop of Milan and founder of the famous Ambrosiana Library (1609). Together with printing and travels abroad,... more
This article underscores the significance of letter writing for the cultural project of Cardinal Federico Borromeo, archbishop of Milan and founder of the famous Ambrosiana Library (1609). Together with printing and travels abroad, correspondance with scholars from across Europe is key – according to Borromeo – to increase and spread knowledge. Therefore he advised members of his ‘Collegio dei Dottori’, the true heart of Ambrosiana, to write and store letters. The second part of the article considers letter writing – specifically Borromeo’ s letters in Latin directed to his nephews – as a part of the cardinal’s literary output. The pedagogical quality of the epistles examined confirms the genuine humanistic vocation of the cardinal.
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Atti dell’incontro di studi in occasione della II “Giornata Eraldo Bellini”, Milano, Università Cattolica (20 febbraio 2020), a cura di Marco Corradini, Roberta Ferro, Paolo Senna, Milano, Vita e Pensiero, 2021. L'intero volume è... more
Atti dell’incontro di studi in occasione della II “Giornata Eraldo Bellini”, Milano, Università Cattolica (20 febbraio 2020), a cura di Marco Corradini, Roberta Ferro, Paolo Senna, Milano, Vita e Pensiero, 2021. L'intero volume è disponibile gratuitamente all'indirizzo https://www.vitaepensiero.it/ebook.html.
La Biblioteca della Sede di Milano dell’Università Cattolica conserva un consistente patrimonio di volumi antichi, tra cui circa tremila pubblicati nel XVII secolo, oggetto di un ampio processo di rischedatura in itinere che prevede accanto a una compiuta descrizione bibliografica anche puntuali indicazioni sulle specificità dell’esemplare. A queste raccolte si aggiunge la Biblioteca di Storia delle scienze “Carlo Viganò” della sede bresciana, forte di oltre diecimila opere fra antiche e moderne. Questa vasta “base dati” ha costituito il campo di esercizio che ha condotto alcuni studiosi dell’Ateneo a proporre riflessioni puntuali sull’editoria e la storia culturale secentesca. L’incontro si è svolto nel contesto della Giornata di studi dedicata a Eraldo Bellini, al cui nome e al cui lavoro sulla letteratura del Seicento questo volume – il primo di una collana dedicata alle collezioni speciali della Biblioteca dell’Università Cattolica – è idealmente dedicato.
Da Torquato Tasso a Italo Calvino, dalle novità dei moderni tardorinascimentali al ‘classicismo’ del prosatore novecentesco: i sei saggi qui riuniti, che raccolgono gli Atti della prima Giornata di studi per Eraldo Bellini (15 febbraio... more
Da Torquato Tasso a Italo Calvino, dalle novità dei moderni tardorinascimentali al ‘classicismo’ del prosatore novecentesco: i sei saggi qui riuniti, che raccolgono gli Atti della prima Giornata di studi per Eraldo Bellini (15 febbraio 2019), percorrono coerentemente la traccia indicata dalle ricerche dell’amico e collega che si è voluto ricordare. Posto al principio, quasi a rappresentare la meta delle indagini, verso il presente, apre il volume Italo Calvino lettore di Galileo, indagatore inquieto dei rapporti tra le ‘due culture’ in nome di una letteratura «alla ricerca della saggezza». Gli succede il grande cantiere della Roma primosecentesca, con i saggi dedicati all’Accademia dei Lincei e alla scuola galileiana, qui rappresentata dal matematico Benedetto Castelli. A fianco, formatesi in un unico organismo culturale, troviamo le maggiori voci legate alla Compagnia di Gesù, Agostino Mascardi e Sforza Pallavicino, con il loro aristotelismo non dogmatico e, soprattutto, con il loro classicismo letterario, sensibile e al contempo critico verso le novità in ambito retorico, poetico e storiografico. Proprio al papa poeta, Maffeo Barberini, è dedicato il contributo successivo, che, a partire da inediti epistolari, offre significative novità sulla storia della ‘letteratura barberiniana’, da retrodatarsi rispetto all’elezione del 1623. Il saggio conclusivo, analizzando una disputa svoltasi a metà secolo nell’Accademia romana degli Umoristi, misura la tenuta del messaggio di Tasso nell’ambito della scrittura storica, con un allargamento oltre la poesia che indica la portata e le conseguenze delle riflessioni tassiane intorno alla validità della parola, tra vero, verisimile, finto e falso. Chiudendo il cerchio, nell’eterno confronto tra ‘parole’ e ‘cose’, si torna così al titolo del volume, che, citando Calvino, ricorda motivi ben presenti al lavoro di Eraldo Bellini, fedele a un’idea di letteratura che non rinunci a guidare dal «mondo scritto» al «mondo non scritto».
Nei decenni fra Cinque e Seicento due poeti, Giovan Battista Strozzi il Giovane e Girolamo Preti, indirizzarono le loro lettere a Federico Borromeo. Con il primo, fiorentino, noto soprattutto come madrigalista, il cardinale strinse una... more
Nei decenni fra Cinque e Seicento due poeti, Giovan Battista Strozzi il Giovane e Girolamo Preti, indirizzarono le loro lettere a Federico Borromeo. Con il primo, fiorentino, noto soprattutto come madrigalista, il cardinale strinse una lunga amicizia epistolare, apprezzandolo il suo stile poetico moderato e per la competenza linguistica. Il secondo, il bolognese sodale di Marino, destinato a divenire poeta di punta della Roma barberiniana, mosse i primi passi da lirico a Pavia, ospite del Collegio Borromeo, e, in seguito, mantenne quel legame operando per la Biblioteca Ambrosiana. Le lettere qui edite, ristrette nel triennio 1611-1613, lo colgono, come in un’istantanea, mentre si trova a Roma, segretario degli Umoristi. In questo punto le due biografie si incontrano, perchè Strozzi venne assoldato da quegli accademici come revisore lirico. L’incontro non è segnalato dai carteggi, eppure non sorprende, non solo considerando il circuito delle rispettive relazioni, ma anche, in questo frangente, visto il comune interlocutore dei due poeti. Si è di recente valorizzato il progetto culturale di Federico Borromeo, edificato all’incrocio tra cultura umanistica, scientifica e artistica: le lettere pubblicate in questo volume, sinora inedite e qui accompagnate da puntuale commento e ampie introduzioni, ne documentano la presenza anche nel campo della letteratura italiana. Sull’altro fronte, nel suo doppio registro, il libro illustra nuovi aspetti sulla vita e sull’opera di due tra i principali protagonisti della scena letteraria del tardo Rinascimento.

In the decades between the Fifteenth and Seventeenth centuries two poets, Giovan Battista Strozzi the Younger and Girolamo Preti, addressed their letters to Federico Borromeo. With the first, Florentine, known above all as a madrigalist, the cardinal made a long epistolary friendship, appreciating his moderate poetic style and linguistic competence. The second, the Bolognese supporter of Marino, destined to become a leading poet of Barberini's Rome, took the first steps as a lyric in Pavia, guest of the Collegio Borromeo, and later maintained that link working for the Biblioteca Ambrosiana. The letters published here, restricted in the three years 1611-1613, capture him, as in a snapshot, while in Rome, secretary of the Humorists. At this point the two biographies meet, because Strozzi was engaged by those academics as a lyrical auditor. The meeting is not marked by correspondence, yet it is not surprising, not only considering the circuit of their respective relationships, but also, in this situation, given the common interlocutor of the two poets. The cultural project of Federico Borromeo, built at the crossroads between humanistic, scientific and artistic culture, has recently been valued: the letters published in this volume, accompanied here with punctual comments and extensive introductions, document his presence in the field of Italian literature. On the other side, in its double feature, the book illustrates new aspects of the life and work of two of the main protagonists of the late Renaissance literary scene.
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Nell’ottobre del 1597 il giovane belga Ericio Puteano giunse nella città di Federico Borromeo, destinato a rimanervi circa otto anni, prima di fare ritorno a Lovanio per salire sulla cattedra del celebre maestro Giusto Lipsio. In Italia,... more
Nell’ottobre del 1597 il giovane belga Ericio Puteano giunse nella città di Federico Borromeo, destinato a rimanervi circa otto anni, prima di fare ritorno a Lovanio per salire sulla cattedra del celebre maestro Giusto Lipsio. In Italia, a Milano come nel breve intermezzo padovano, Puteano si inserì negli ambienti delle lettere e dell’erudizione, arricchendo la sua formazione e preparandosi alla decennale carriera accademica che avrebbe svolto in Belgio. In modo complementare, la sua presenza, catalizzatrice di contatti internazionali, fu occasione per misurare la vocazione europea e i talenti culturali della città lombarda. Adottando questa prospettiva sdoppiata, i cinque capitoli che compongono la presente ricerca intendono scandire, quasi ‘al rallentatore’, i momenti più significativi del soggiorno di Puteano in Italia. L’auspicio è che la disamina, nello sforzo di accedere a fonti poco frequentate, possa arricchire la conoscenza e la comprensione di entrambi i versanti, la biografia di Puteano e la storia letteraria della Milano borromaica.
Si è cercato, in primo luogo, di inserire in un contesto più chiaro l’esordio di Puteano scrittore, avvenuto nel 1598. Sono così emersi alcuni luoghi culturali della Milano tra i due secoli in grado di mostrare una realtà ben più mossa e variegata rispetto al giudizio tradizionale, ormai sensibilmente ritoccato dalla storiografia più recente. Il secondo capitolo apre una parentesi sui mesi trascorsi da Puteano nella casa padovana di Gian Vincenzo Pinelli, uno dei crocevia più fertili della comunità sovranazionale e palestra di studi filologici. L’approfondimento è valso anche ad illustrare le vicende occorse dopo il 1601 alla celebre biblioteca di Pinelli, che ha segnato in profondità la storia della Biblioteca Ambrosiana, dove quelle carte approdarono nel 1609.
Nel 1600 le autorità milanesi richiamarono Puteano dal Veneto per affidargli la cattedra di umanità alle Scuole Palatine, sperando con tale mossa di promuovere gli studi locali. È in questa fase che avvenne l’incontro con Federico Borromeo, che, da lì in poi, costituirà la prima speranza nei disegni italiani dell’allievo di Lipsio. L’arcivescovo, al rientro dalla lunga stagione romana, dove aveva appreso gli ultimi mutamenti del sapere elaborati attorno alla Biblioteca Vaticana e alle corti cardinalizie, andava proprio allora progettando la biblioteca milanese e la serie di istituti a lei congiunti. Complice l’affinità intellettuale basata sulla tradizione umanistica, fra i due si stabilì un dialogo dal ritmo discontinuo, concorde quando si trattò di gettare le basi ideali dell’Ambrosiana, più complicato durante i delicati assestamenti organizzativi. Nella prima fase, Puteano fece da tramite nel decisivo carteggio fra Borromeo e Lipsio, i cui consigli per la erigenda Biblioteca ebbero grande considerazione da parte del cardinale; nel passaggio successivo, mancò al fiammingo l’occasione e, probabilmente, l’accortezza per inserirsi nel gruppo degli stretti collaboratori del prelato. Gli attriti con il Collegio dei Dottori, in aggiunta a documentate schermaglie accademiche, esemplificano le difficoltà di ordinamento e definizione di un centro di ricerca innovativo, al passo con la trasformazione degli scenari epistemologici. In ogni caso, per l’alta progettualità di Borromeo, che mirava a ‘far gran cose’ a Milano, l’Ambrosiana si collocò tra gli istituti culturali di indubbio rilievo nel panorama europeo di inizio Seicento.
L’ultimo capitolo, infine, si sofferma sugli aspetti propriamente letterari del confronto fra i due intellettuali. Puteano fu l’antesignano della scrittura latina barocca nella sua veste ‘laconica’; Borromeo, educato alla scuola del classicismo rinascimentale, discusse la proposta del fiammingo e ne prese le distanze, mostrando, anche in questo lato della personalità, competenza e fermezza di opinioni. Gli argomenti avanzati dalle parti sono poi calati in contesti più ampi. Per il cardinale, essi vengono rintracciati fra le predilezioni nell’ambito della poesia volgare, all’insegna del decoro e della misura. Nel caso di Puteano invece, si è sondato il retroterra dei suoi scritti sul laconismo, usciti a Milano nel 1605, per valutarne l’accoglienza presso gli interlocutori locali.
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Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano
Lunedì 16 maggio 2022 - ore 14.00-18.30
Aula G.242
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La mostra, a cura di A. Alberti, R. Carpani e R. Ferro, presenta l'esemplare dell'Arco trionfale di Albrecht Durer conservato presso la Biblioteca Nazionale Braidense, Milano.
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Presentazione del volume di G. Contini, 'Una corsa all'avventura. Saggi scelti (1932-1989)', a cura di U. Motta, Carocci, Roma, 2023
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L'incontro, promosso da un gruppo di studiosi di diversi atenei, e con il sostegno dell'Accademia dell'Arcadia, nasce con l'obiettivo di costruire un quadro aggiornato delle indagini in corso sul Seicento da parte dei ricercatori delle... more
L'incontro, promosso da un gruppo di studiosi di diversi atenei, e con il sostegno dell'Accademia dell'Arcadia, nasce con l'obiettivo di costruire un quadro aggiornato delle indagini in corso sul Seicento da parte dei ricercatori delle ultime generazioni.
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