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Federico Nascimben

"Tesi di laurea magistrale in Diritto e Politiche Comunitarie del Lavoro, discussa nella sessione di Aprile 2014. L'elaborato tratta il tema dell'aziendalizzazione della contrattazione... more
"Tesi di laurea magistrale in Diritto e Politiche Comunitarie del Lavoro, discussa nella sessione di Aprile 2014. L'elaborato tratta il tema dell'aziendalizzazione della contrattazione collettiva in Italia ed in Europa. All’interno del primo capitolo viene analizzato il fenomeno aziendalizzazione nel suo complesso. A partire cioè dalla rottura delle tradizionali comunità di riferimento imperniate sul ruolo dello Stato e sulla centralità della legge con i suoi rinvii al contratto collettivo nazionale; rottura causata anzitutto dalla globalizzazione. La nuova comunità di riferimento – visti i tentennamenti nel processo di integrazione europea – è così diventata l’azienda con la sua ragione, il suo interesse e la sua libertà. Tale mutamento è stato assecondato anche dalle tradizionali comunità di riferimento e dall’analisi economica del diritto. Nel secondo capitolo si prende in considerazione l’evoluzione storica della contrattazione collettiva in Italia. A partire dagli anni ’90 il legislatore ha iniziato un lungo processo teso a valorizzare e incentivare la contrattazione decentrata della retribuzione di produttività. Il protocollo de 23 luglio 1993, infatti, per la prima volta, seppur nell’ambito di una centralizzazione della struttura negoziale, ha formalmente assegnato alla contrattazione decentrata “il compito essenziale, se non esclusivo, di collegare la retribuzione agli andamenti della produttività e redditività” . Sono intervenuti in seguito una serie di Accordi volti a modificare la struttura contrattuale: • l’Accordo quadro di riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 seguito dall’Accordo interconfederale attuativo del 15 settembre 2009; • l’Accordo interconfederale del 28 giugno 2011; • l’Accordo interconfederale del 21 novembre 2012, contenente le “Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia”; • Il Protocollo d’intesa del 31 maggio 2013 che introduce regole ad hoc su rappresentanza e rappresentatività sindacale in applicazione dell’Accordo del giugno 2011, a cui ha fatto seguito il Testo Unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014. Tali intese hanno visto al loro interno la rottura dell’unità sindacale in diverse occasioni , ma tutte sono state caratterizzate dal costante collegamento fra crescita della produttività e livello decentrato . Nel terzo capitolo viene analizzata brevemente l’evoluzione del diritto del lavoro dell’Unione Europea e l’influsso che tale evoluzione ha avuto sul nostro Paese. In particolare vengono prese in considerazione le direttive in tema di orario di lavoro e il loro recepimento attraverso il d.lgs. n. 66 del 2003. Infine, viene analizzato una forma di influenza da parte dell’UE, difficilmente inquadrabile sotto un profilo puramente giuridico, come la lettera che la BCE inviò all’Italia il 5 agosto 2011. Nel quarto capitolo – dopo aver delineato gli aspetti generali del fenomeno aziendalizzazione, l’evoluzione del sistema di contrattazione collettiva in Italia e l’influsso della legislazione europea – verrà esaminato il caso FIAT, che di quanto analizzato nei primi tre capitoli è il frutto, rappresentando il caso di un’azienda che a seguito di un processo di internazionalizzazione aveva la necessità di dare vita ad un proprio organization-based employment system, e lo strumento per realizzare ciò è rappresentato dall’utilizzo di un contratto aziendale, definito “contratto specifico di primo livello”. Nel quinto ed ultimo capitolo, invece, trovandoci in un contesto completamente differente – cioè il Nord-est, tradizionalmente caratterizzato da una moltitudine di piccole e medie imprese -, ma comunque segnato da una forte crisi e da un vistoso calo della produzione industriale, viene in luce la necessità da parte dell’associazione confindustriale della provincia di Pordenone di mettere in piedi una proposta di accordo territoriale per provare a rendere nuovamente competitività sul piano nazionale e internazionale l’area del pordenonese. In questo caso, quindi, sarà il contratto territoriale a dettare le linee guida a cui i contratti aziendali dovranno adattarsi."
Tesi di laurea magistrale in Diritto e Politiche Comunitarie del Lavoro, discussa nella sessione di Aprile 2014. L'elaborato tratta il tema dell'aziendalizzazione della contrattazione collettiva in Italia ed in Europa. All’interno del... more
Tesi di laurea magistrale in Diritto e Politiche Comunitarie del Lavoro, discussa nella sessione di Aprile 2014.
L'elaborato tratta il tema dell'aziendalizzazione della contrattazione collettiva in Italia ed in Europa.
All’interno del primo capitolo viene analizzato il fenomeno aziendalizzazione nel suo complesso. A partire cioè dalla rottura delle tradizionali comunità di riferimento imperniate sul ruolo dello Stato e sulla centralità della legge con i suoi rinvii al contratto collettivo nazionale; rottura causata anzitutto dalla globalizzazione. La nuova comunità di riferimento – visti i tentennamenti nel processo di integrazione europea – è così diventata l’azienda con la sua ragione, il suo interesse e la sua libertà. Tale mutamento è stato assecondato anche dalle tradizionali comunità di riferimento e dall’analisi economica del diritto.
Nel secondo capitolo si prende in considerazione l’evoluzione storica della contrattazione collettiva in Italia. A partire dagli anni ’90 il legislatore ha iniziato un lungo processo teso a valorizzare e incentivare la contrattazione decentrata della retribuzione di produttività. Il protocollo de 23 luglio 1993, infatti, per la prima volta, seppur nell’ambito di una centralizzazione della struttura negoziale, ha formalmente assegnato alla contrattazione decentrata “il compito essenziale, se non esclusivo, di collegare la retribuzione agli andamenti della produttività e redditività” .
Sono intervenuti in seguito una serie di Accordi volti a modificare la struttura contrattuale:
• l’Accordo quadro di riforma degli assetti contrattuali del 22 gennaio 2009 seguito dall’Accordo interconfederale attuativo del 15 settembre 2009;
• l’Accordo interconfederale del 28 giugno 2011;
• l’Accordo interconfederale del 21 novembre 2012, contenente le “Linee programmatiche per la crescita della produttività e della competitività in Italia”;
• Il Protocollo d’intesa del 31 maggio 2013 che introduce regole ad hoc su rappresentanza e rappresentatività sindacale in applicazione dell’Accordo del giugno 2011, a cui ha fatto seguito il Testo Unico sulla rappresentanza del 10 gennaio 2014.
Tali intese hanno visto al loro interno la rottura dell’unità sindacale in diverse occasioni , ma tutte sono state caratterizzate dal costante collegamento fra crescita della produttività e livello decentrato .
Nel terzo capitolo viene analizzata brevemente l’evoluzione del diritto del lavoro dell’Unione Europea e l’influsso che tale evoluzione ha avuto sul nostro Paese. In particolare vengono prese in considerazione le direttive in tema di orario di lavoro e il loro recepimento attraverso il d.lgs. n. 66 del 2003. Infine, viene analizzato una forma di influenza da parte dell’UE, difficilmente inquadrabile sotto un profilo puramente giuridico, come la lettera che la BCE inviò all’Italia il 5 agosto 2011.
Nel quarto capitolo – dopo aver delineato gli aspetti generali del fenomeno aziendalizzazione, l’evoluzione del sistema di contrattazione collettiva in Italia e l’influsso della legislazione europea – verrà esaminato il caso FIAT, che di quanto analizzato nei primi tre capitoli è il frutto, rappresentando il caso di un’azienda che a seguito di un processo di internazionalizzazione aveva la necessità di dare vita ad un proprio organization-based employment system, e lo strumento per realizzare ciò è rappresentato dall’utilizzo di un contratto aziendale, definito “contratto specifico di primo livello”.
Nel quinto ed ultimo capitolo, invece, trovandoci in un contesto completamente differente – cioè il Nord-est, tradizionalmente caratterizzato da una moltitudine di piccole e medie imprese -, ma comunque segnato da una forte crisi e da un vistoso calo della produzione industriale, viene in luce la necessità da parte dell’associazione confindustriale della provincia di Pordenone di mettere in piedi una proposta di accordo territoriale per provare a rendere nuovamente competitività sul piano nazionale e internazionale l’area del pordenonese. In questo caso, quindi, sarà il contratto territoriale a dettare le linee guida a cui i contratti aziendali dovranno adattarsi.
L'elaborato analizza l'andamento storico del tasso di sindacalizzazione in Italia ed in Europa, concentrandosi sui motivi della crisi attuale. Dopodiché viene preso in considerazione il tasso di copertura sindacale. Infine, si... more
L'elaborato analizza l'andamento storico del tasso di sindacalizzazione in Italia ed in Europa, concentrandosi sui motivi della crisi attuale.
Dopodiché viene preso in considerazione il tasso di copertura sindacale.
Infine, si approfondisce l'annosa questione della misurazione e certificazione della rappresentanza sindacale nel settore privato in Italia, alla luce dei recenti accordi e delle autodichiarazioni rese dagli stessi sindacati, mettendo in luce problematiche e contraddizioni.
Dall'unione di due articoli pubblicati su Europinione, analisi e proposte per superare l'attuale impostazione del c.d. stipendio parlamentare.
Research Interests:
Il paper analizza le riforme del mercato del lavoro a partire da due testi: il primo di natura giuridica che prende in esame soprattutto le riforme Hartz ed aspetti segnatamente giuslavoristici; il secondo di natura economica che esamina... more
Il paper analizza le riforme del mercato del lavoro a partire da due testi: il primo di natura giuridica che prende in esame soprattutto le riforme Hartz ed aspetti segnatamente giuslavoristici; il secondo di natura economica che esamina le spinte verso l'aziendalizzazione della contrattazione.
Sulla base di queste due direttrici vengono infine evidenziate le principali conseguenze del processo di riforma, a partire dall'aumentata competitività del sistema tedesco, ma senza tralasciare aspetti meno positivi.
Research Interests:
Paper realizzato per l'esame di diritto parlamentare sul ruolo svolto dalla giunta per il regolamento di Camera e Senato. L'elaborato analizza funzionamento e composizione della giunta all'interno dei due rami del Parlamento, mettendo... more
Paper realizzato per l'esame di diritto parlamentare sul ruolo svolto dalla giunta per il regolamento di Camera e Senato.
L'elaborato analizza funzionamento e composizione della giunta all'interno dei due rami del Parlamento, mettendo in luce le differenze - anche in chiave storica - attinenti soprattutto al ruolo svolto dalla stessa per quanto attiene le modifiche regolamentari.
Un approfondimento sulle leggi elettorali dell'Italia repubblicana, nonché sui sistemi attualmente vigenti in Spagna, Germania e Francia. La pubblicazione contiene inoltre un'analisi delle principali proposte delle forze politiche e del... more
Un approfondimento sulle leggi elettorali dell'Italia repubblicana, nonché sui sistemi attualmente vigenti in Spagna, Germania e Francia.
La pubblicazione contiene inoltre un'analisi delle principali proposte delle forze politiche e del testo dell'Italicum - con rispettivi aspetti problematici.
Per finire, una nostro parere sulla riforma del sistema di voto coerente, però, con un insieme di modifiche costituzionali, per razionalizzare e rendere maggiormente efficace ed efficiente le nostre istituzioni.