Watanabe E9W
Watanabe E9W | |
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uno degli E9W1 | |
Descrizione | |
Tipo | idroricognitore |
Equipaggio | 2 |
Costruttore | Watanabe Tekkōsho |
Data ordine | 1934 |
Data primo volo | febbraio 1935 |
Data entrata in servizio | 1938 |
Data ritiro dal servizio | 1942 |
Utilizzatore principale | Dai-Nippon Teikoku Kaigun Kōkū Hombu |
Esemplari | 35 |
Dimensioni e pesi | |
Lunghezza | 8,00 m |
Apertura alare | 9,91 m |
Altezza | 3,71 m |
Superficie alare | 23,51 m² |
Carico alare | 92,6 kg/m² |
Peso a vuoto | 882 kg |
Peso carico | 1 253 kg |
Propulsione | |
Motore | un radiale Hitachi Tempu-II |
Potenza | 300 hp (224 kW) |
Prestazioni | |
Velocità max | 232 km/h |
Velocità di crociera | 148 km/h |
Autonomia | 731 km (454 mi)[1] 4,9 h |
Tangenza | 6 740 m (22 100 ft) |
Armamento | |
Mitragliatrici | una Type 92 calibro 7,7 mm |
Note | dati riferiti alla versione E9W1 |
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Il Watanabe E9W, in seguito ridesignato nel sistema lungo (九六式小型水上機? "piccolo idrovolante da ricognizione per la marina tipo 96", nome in codice alleato (per la versione E9W1) Slim[3]) era un idroricognitore a scarponi, monomotore biplano sviluppato dall'azienda giapponese Watanabe Tekkōsho KK negli anni trenta.
Realizzato per creare un velivolo adatto ad operare da sommergibili classe Junsen 3 in dotazione alla marina imperiale giapponese venne realizzato, per la particolare tipologia, in un buon numero di esemplari e fu il primo modello prodotto dall'azienda giapponese.
Storia
[modifica | modifica wikitesto]Nel gennaio 1934 la Marina imperiale giapponese emise la specifica 9-Shi riguardante la fornitura di un nuovo modello di idrovolante biposto da ricognizione destinato ad essere imbarcato sui sommergibili classe Junsen 3[1]. Il nuovo velivolo doveva avere tra i suoi requisiti una cellula compatta, resistente all'aggressione corrosiva dell'ambiente marino[4] e la possibilità di essere facilmente smontato in un tempo massimo di un minuto e 30 secondi, per lo stivaggio nell'apposito hangar pressurizzato ricavato nella struttura dell'unità navale, ed in grado di essere rimontato in 2 minuti 30 secondi.[1]
A questo scopo vennero contattati diversi produttori di aeromobili incaricati di fornire un progetto di massima per un modello, adatto a soddisfare questo requisito, da sottoporre ad una commissione di valutazione istituita dalle autorità militari. Dopo una valutazione comparativa tra le varie proposte, nella primavera di quello stesso anno venne scelta quella Watanabe alla quale venne affidato il compito di sviluppare i prototipi per la valutazione in condizioni operative.[1][4]
Sviluppo
[modifica | modifica wikitesto]Il progetto era basato su un compatto velivolo monomotore caratterizzato dai due abitacoli aperti in tandem, il posteriore dotato di armamento difensivo brandeggiabile, dalla velatura biplano-sesquiplana e dalla configurazione a scarponi. Vennero realizzati tre prototipi, che assunsero la designazione ufficiale "corta" E9W, il primo dei quali venne portato in volo per la prima volta nel febbraio 1935. Sottoposti in seguito ad una serie di prove in condizioni operative venne valutato positivamente dalla commissione esaminatrice durante una prova in cui fungeva come equipaggiamento del sottomarino I-5, una evoluzione della classe Junsen I già equipaggiata con un idrovolante Yokosuka E6Y1. Le buone caratteristiche generali raggiunte convinsero le autorità militari ad emettere un ordine di fornitura per 32 esemplari che assunsero la designazione E9W1.[5]
Impiego operativo
[modifica | modifica wikitesto]Gli E9W1 cominciarono ad essere consegnati ai reparti operativi durante il 1938 con la nuova designazione "lunga" piccolo idrovolante da ricognizione per la marina tipo 96 come equipaggiamento dei sommergibili I-7 e I-8 (i due battelli prodotti della classe Junsen 3), I-10 (di classe A1), I-15, I-17, I-19, I-21, I-23, I-25 e I-26 (tutti i primi battelli di classe B1).[6] La Watanabe riuscì ad evadere completamente l'ordine nel corso del 1940.[5]
Benché in procinto di essere sostituito dal più moderno monoplano Yokosuka E14Y, alla data dell'attacco giapponese a Pearl Harbor il modello era ancora in servizio di prima linea e ci rimase fino al luglio 1942, utilizzato per identificare le unità navali cinesi ed indirizzare i sottomarini da cui provenivano ad intercettarli se tentavano di forzare il blocco giapponese del Mar della Cina.[5]
Dal 1942, nell'ambito della seconda guerra mondiale, l'intelligence alleata assegnò all'E9W1 il nome in codice "Slim"[3].
Descrizione tecnica
[modifica | modifica wikitesto]L'E9W1 era un idrovolante a scarponi dall'aspetto convenzionale per l'epoca, monomotore biposto a velatura biplana con i grandi galleggianti collegati sotto l'ala inferiore.
La fusoliera incorporava i due abitacoli aperti posizionati in tandem, l'anteriore destinato al pilota ed il posteriore all'osservatore-mitragliere, entrambi protetti da un parabrezza. Posteriormente terminava in un impennaggio classico monoderiva con piani orizzontali controventati da un'asta di controvento per lato.
La configurazione alare era biplano-sesquiplana, con ala superiore, montata alta a parasole, caratterizzata da un sensibile angolo di diedro positivo, dall'apertura maggiore dell'inferiore, montata bassa sulla fusoliera e spostata verso coda, collegate tra loro da un montante interalare ad "N" per lato. Entrambe erano dotate di alettoni
Il dispositivo di ammaraggio consisteva in una coppia di galleggianti metallici collegati all'intradosso dell'ala inferiore tramite una struttura tubolare.
La propulsione era affidata ad un motore Hitachi Tempu-II, un radiale 9 cilindri disposti a singola stella e raffreddato ad aria, capace di erogare una potenza di 300 hp (224 kW), posizionato all'apice anteriore della fusoliera racchiuso in una cappottatura ed abbinato ad un'elica bipala in legno a passo fisso.
L'armamento difensivo era costituito da un'unica mitragliatrice brandeggiabile Type 92 calibro 7,7 mm montata su supporto ad anello ed integrata nell'abitacolo posteriore.
Utilizzatori
[modifica | modifica wikitesto]Note
[modifica | modifica wikitesto]- ^ a b c d Mikesh and Abe 1990, p.259.
- ^ Green 1962, p.138.
- ^ a b (EN) Randy Wilson, Japanese Aircraft Designations 1939-1945, su Randy Wilson's Aviation History Page, http://rwebs.net/avhistory, 10 marzo 2009. URL consultato il 16 luglio 2011.
- ^ a b Passieux, Watanabe E9W in Air et Espace.
- ^ a b c Green 1962, p.137.
- ^ Watanabe E9W in Уголок неба.
Bibliografia
[modifica | modifica wikitesto]- The Illustrated Encyclopedia of Aircraft (Part Work 1982-1985). Orbis Publishing.
- Rene Francillon, Japanese Aircraft of the Pacific War, Putnam, 1979.
- William Green, Gordon Swanborough, The Complete Book of Fighters, Londra, Greenwich Editions, 1990, ISBN 0-86288-220-6.
- Robert Mikesh, Japanese Aircraft 1910-1941, Naval Institute Press, 1990, ISBN 1-55750-563-2.
- Taylor, Michael J. H. (1989). Jane's Encyclopedia of Aviation. London: Studio Editions.
Voci correlate
[modifica | modifica wikitesto]Velivoli comparabili
[modifica | modifica wikitesto]Altri progetti
[modifica | modifica wikitesto]- Wikimedia Commons contiene immagini o altri file su Watanabe E9W
Collegamenti esterni
[modifica | modifica wikitesto]- (EN) Maksim Starostin, Watanabe E9W, su Virtual Aircraft Museum, http://www.aviastar.org/index2.html. URL consultato il 15 luglio 2011.
- (EN) Watanabe E9W1, su Valka.cz, http://en.valka.cz/index.php. URL consultato il 15 luglio 2011.
- (FR) Jean-Noël Passieux, Watanabe E9W, su Air et Espace, http://jn.passieux.free.fr/html/AirEspace.php. URL consultato il 16 luglio 2011.
- (JA) 渡辺 九六式小型水上偵察機, su Keyのミリタリーなページ, http://military.sakura.ne.jp, 3 giugno 2007. URL consultato il 15 luglio 2011.
- (RU) Watanabe E9W, su Уголок неба, http://www.airwar.ru. URL consultato il 15 luglio 2011.