Unitarietà Del Danno Non Patrimoniale

Il volume è rivolto esclusivamente al diritto delle obbligazioni e dei contratti. L'opera si compone di 53 casi inediti, con l'individuazione del problema giuridico e del suo possibile svolgimento, tenendo conto degli orientamenti giurisprudenziali e delle sollecitazioni provenienti dalla dottrina.

L’attuale  sistema  economico  si  fonda  sulla  produzione  di  massa.  Il  mercato  è  una  dimensione  costante  nella  vita  di  ogni  individuo.  I  contratti  che concludono nell’arco  di  una  giornata  sono  innu si merevoli:  dal  semplice  acquisto del  giornale  al  mattino,  alla  prenotazione  di  un  viaggio  on  line,  fino  alle  spese più  significative  della  nostra  vita.  Non  è  un  caso  che,  dalla  frase  di  cartesiana  memoria: «cogito, ergo sum», si sia passati a quella più recente coniata dal fa-moso sociologo Zygmunt Bauman: «consumo, dunque sono»2. In questa dimen-sione dove tutto ha un prezzo ci si pongono interrogativi sulla possibilità di mo-netizzare beni giuridici che, per loro natura, non sarebbero suscettibili di valuta-zione economica. La responsabilità civile extracontrattuale, in gran parte delle esperienze giuridiche occidentali, permette che chiunque sia vittima di un atto illecito possa agire in giudizio per ottenere il risarcimento dei danni patrimoniali e non patrimoniali. Per i primi il problema non si pone: nella gran parte dei casi, infatti, sarà sufficiente monetizzare un bene fungibile secondo le stime di mer-cato. I secondi, invece, destano perplessità, soprattutto se a dover essere quanti-ficati sono beni giuridici particolarmente intimi e personali come la vita. Ed è proprio sulla vita che le vicende giurisprudenziali italiane si sono concentrate negli sviluppi più recenti.  Il dibattito si è acceso a partire dalla decisione 1361/2014 della terza se-zione civile della Corte di Cassazione. Con una pronuncia eccentrica rispetto al monolitico orientamento giurisprudenziale pregresso, il Collegio ha riconosciuto la risarcibilità del danno da perdita della vita come bene giuridico in sé.

SOMMARIO: 1. Le tipologie di tutela e le loro sfumature funzionali in ragione della natura patrimoniale o non patrimoniale del danno. - 2. La ricostruzione del sistema generale dei danni non patrimoniali. - 3. Il quantum dei danni non patrimoniali. - 4. I danni non patrimoniali “di riflesso”. - 5. I danni non patrimoniali “tanatologici”.

Limite legislativo al risarcimento del danno biologico e utilità sociale dell’impresa assicuratrice.

"Dal momento che il sistema assicurativo non può contare su risorse infinite, la predeterminazione dell’ammontare del risarcimento corrisposto a seguito di microlesioni del diritto alla salute può risultare indispensabile per garantire la riparabilità di pregiudizi analoghi o maggiormente rilevanti. Sembra, pertanto, più corretto seguire il suddetto percorso per identificare gli interessi da bilanciare nella predisposizione di una normativa che limita il risarcimento del danno alla persona derivante da incidenti stradali. In opposizione al diritto alla salute del danneggiato, dunque, non si trova l’interesse dell’assicuratore ad esercitare la propria libera iniziativa economica privata, bensì l’interesse della collettività ad un’effettiva tutela dei diritti lesi dagli inevitabili incidenti che segnano la circolazione dei veicoli. L’imprevedibilità e l’insostenibilità del costo dei risarcimenti determinerebbero, a ben guardare, l’impossibilità materiale di porre in essere un’attività industriale che realizza un’irrinunciabile utilità sociale."