Sicilia medievale

RESUMEN: El presente artículo analiza el capítulo 191 de la Crònica de Ramón Muntaner, dedicado a la batalla de Gagliano, librada en febrero de 1300, en la que la caballería angevina liderada por el conde Gautier V de Brienne fue derrotado a manos de los almogávares comandados por Blasco de Alagón y Guillem Galceran de Cartellà. En primer lugar, se examina el tratamiento que el cronista hace de la figura de los Caballeros de la Muerte, antagonistas de la historia, y se aportan diversos ejemplos de personajes de naturaleza similar en otros textos del período medieval. En segundo lugar, se contrastan las características que Muntaner atribuye a este grupo de guerreros con las biografías de los principales caballeros angevinos que combatieron en Gagliano. Finalmente, se identifican los principales mecanismos narrativos de los que el cronista se sirve para referir la batalla, y se compara su versión de los hechos con la de la Historia Sicula de Niccolò Speciale. ABSTRACT: This article analyses chapter 191 of Ramon Muntaner's Chronicle, devoted to the Battle of Gagliano, fought in February 1300, in which an Angevin cavalry corps led by Count Walter V of Brienne was defeated at the hands of an Almugavar army commanded by Blasco of Alagón and Guillem Galceran of Cartellà. Firstly, it examines the way in which Muntaner introduces the antagonists of his account, i.e., the Knights of Death, and provides several examples of similar characters in other texts of the medieval period. Secondly, it assesses Muntaner's depiction of this group of warriors in the light of the extant biographical data concerning the Angevine commanders present at Gagliano. Thirdly and lastly, it identifies the main narrative devices upon which the chronicler relies to craft his account of the battle, and compares his version of the events with that told in Niccolò Speciale's Historia Sicula.

The project Lungo le tracce di Paolo Orsi was launched in 2011 on the initiative of the cultural association Centro Studio Ibleo of Ferla (Siracusa) with the aim of developing new strategies for the conservation, management and enhancement of the considerable archaeological heritage, located in the hyblean area and threatened by high seismic risk. The three archaeological and topographical campaigns (2011-2013) focused on the preliminary study and the detecting of a part of the archaeological remains, belonging to the medieval castles of Ferla, Buscemi and Cassaro and had the scientific collaboration of the Accademia di Belle Arti “Rosario Gagliardi” of Siracusa (2011) and the Università degli Studi di Enna “Kore” - Corso di Laurea in Archeologia del Mediterraneo (2013). Thanks to field surveys we collected new data about the phenomenon of the medieval encastellation in south-eastern Sicily and the degradation’s conditions of these castles.

Orta Akdeniz’de çok stratejik bir konumda yer alan ve Avrupa ile Afrika kıtaları arasında tarih boyu bir basamak taşı vazifesi görmüş olan Sicilya Adası, 212/827-453/1061-2 yılları arasında Müslümanların hâkimiyetinde kalmış ve bu süreçte Müslümanların sahip oldukları felsefe, bilim ve tekniklerin Avrupa’ya aktarılmasında Endülüs ile birlikte ikinci ana kanalı teşkil etmiştir. Adanın Hıristiyan Normanlarca işgalinden sonra Sicilya Kralı II. Roger’in (h. 1105-30 Sicilya Kon-tu, 1130-54 Sicilya Kralı) teşvikiyle Şevvâl 548/Ocak 1154 tarihinde Palermo’da yazımına başlanan ve VI./XII. asrın büyük İslâm coğrafyacısı eş-Şerîf el-İdrîsî (ö. 560/1165?) tarafından kaleme alınan ünlü coğrafya eseri Kitâbü Nüzheti’l-müştâk fî ihtirâkı’l-âfâk, Sicilya’da bir arada uyum içinde gelişen Arap-Norman ilmî işbirliğinin zirvesini temsil etmiştir. Kitap, Ortaçağ’ın bilinen dünya coğrafyası için olduğu kadar; eserin telif edildiği adanın o tarihteki coğrafî durumu hakkında da bu alanda araştırmalar yapanlar için zengin tarihî, toponomik, sosyal, dinî, ekonomik, mimarî vb. malzemeler sunmaktadır. Bu çalışmada esas itibariyle el-İdrîsî’nin özgün dünya haritasındaki coğrafî taksîme göre yeryüzünün IV. İklîm II. Cüz’ünü oluşturan bölge, Sicilya Adası özelinde ele alınmış; değerlendirilmiş ve adaya dair aktarımlar tam metin halinde Türkçeye tercüme edilerek notlandırılmıştır.

The essay describes many of the 14th and 15th century works of art on display (paintings on wood, wooden sculptures, silver objects with enamels, ivory and wooden boxes), of local, Italian, Cypriot-egean, Iberian, French and German manufacture, all from Sicily, some related to the Chiaromonte family.

""Il centro urbano di Canicattini Bagni si trova a circa 20 Km ad ovest di Siracusa, all’interno del bacino di alimentazione del torrente Cavadonna nel margine più orientale dell’altopiano ibleo. I complessi ipogeici e rupestri di epoca tardoromana e bizantina (IV-IX secc. d. C.), ubicati attorno a Canicattini Bagni per un raggio di 8-10 km in un’area di 140 ettari circa, sono le uniche testimonianze esistenti sulle primitive comunità cristiane che si stanziarono, a partire dal IV-V secolo d.C., in questo lembo dell’entroterra siracusano dove passava una delle più antiche vie di comunicazione tra la metropoli siracusana e la subcolonia di Akrai (Palazzolo Acreide).
Nel corso di due brevi ricognizioni, effettuate tra il 1895 e il 1904, Paolo Orsi e Joseph Führer identificarono in maniera sommaria i resti di numerose necropoli subdiali e ipogeiche nelle contrade Cugno Martino, Tenute del Vicario, S. Giovanni, Cozzo Guardiole, S. Elania, Stallaini e Bagni. Giuseppe Agnello, in occasione del V Congresso Internazionale di Studi Bizantini (Roma, 20-26 settembre 1936), si occupò delle chiesette rupestri di Cugni di Cassaro e della Grotta della Madonna o dei Santi di contrada Petracca. Infine Salvatore Carpinteri, nella sua tesi di laurea inedita intitolata Canicattini cristiana dell’A.A. 1955-56, identificò alcuni ipogei isolati nelle contrade Cavasecca, Bagni e Bosco di Sopra e molteplici cimiteri sotterranei e a cielo aperto in contrada Piano Milo, nella Piana di Cuccilato e nelle Case Grandi di Cugni di Cassaro. Questi monumenti funerari, il cui legame con il culto cristiano è confermato dalla frequente presenza di croci incise o a rilievo e di brandelli di epitaffi e pitture su intonaco, sono stati raggruppati dal Carpinteri in cinque tipologie, le cui forme e dimensioni erano dovute in parte alle caratteristiche della roccia calcarea dei luoghi nei quali furono realizzate e in parte alla disparità delle classi sociali di appartenenza: fosse terragne, tombe a forno o siculo-bizantine, arcosoli, camere ipogeiche, baldacchini o teguria. Le tombe a fossa per bambini arrivano sino alla lunghezza di cm 50 mentre quelle più grandi variano in lunghezza da m 1,70 a 2,70, in profondità da cm 50 a m 1 e in larghezza da cm 45 a m 1; i loculi degli arcosoli canicattinesi sono lunghi da m 1,60 a 2 e larghi da cm 40 a m 1,10 mentre l’arco si innalza su di essi da cm 45 a m 1,05. Dal punto di vista icnografico, gli ipogei hanno pianta generalmente quadrangolare o trapezoidale, tetto piano, ingresso a pozzetto o con breve corridoio anteriore, arcosoli sulle pareti laterali, eventuali baldacchini al centro e singole formae sul piano di calpestio; gli arcosoli sub divo sono sempre monosomi o bisomi mentre quelli ipogeici possono contenere fino a dodici sepolture contemporaneamente
Per quanto riguarda le chiese rupestri, Aldo Messina ritiene che non vi sia alcun elemento che faccia pensare all’ipogeo di Cugni di Cassaro come luogo di culto cristiano mentre la Grotta della Madonna o dei Santi di Petracca risulta essere un complesso catecumenale di incerta datazione. La tesi di laurea del Carpinteri ha il merito di aver segnalato l’esistenza della Grotta dei Santi in Pianette, un piccolo oratorio ipogeico in origine quasi interamente tappezzato di pannelli votivi di modesta fattura e di epoca tarda (XII-XIV secolo). I pannelli pittorici, oggi in pessimo stato di conservazione, erano accompagnati da didascalie in latino e raffiguravano alcuni dei santi maggiormente venerati nel comprensorio ibleo, riquadrati da doppia striscia ocra e rossa con terza banda più interna a crocette equilatere o a motivi geometrici. La modestia architettonica e la tecnica sommaria di realizzazione degli affreschi sembrano collegare la Grotta dei Santi al diffondersi dell’eremitismo tardo-medievale nell’altopiano ibleo.
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Per il settantesimo compleanno di Horst Enzensberger colleghi, amici e allievi hanno unito in questo volume una serie di contributi che testimoniano l'affetto e la stima nei confronti dello storico bavarese. Gli argomenti affrontati si spostano dalla storia Siciliana  fino alla Germania, passando per le regioni centrali e settentrionali dell'Italia, ricoprono un arco cronologico che parte dal tardo antico e si conclude nell'età contemporanea. La moltitudine di tematiche affrontate in questo volume sono originate proprio dalla stessa vastità di interessi che ha contraddistinto Horst Enzensberger come storico, capace di spingere le sue competenze tecniche sino agli argomenti più moderni.

Die Festschrift zum 70. Geburtstag von Horst Enzensberger greift mit ihren Beiträgen die Forschungsgebiete des Jubilars auf. Das Spektrum reicht von der spätantiken Geschichte Italiens bis zur deutschen Mittelalterforschung im 20. Jahrhundert. Die Beiträge geben Einblick in die vielfältigen kulturellen Einflüsse und Überlagerungen auf Sizilien, in die Geschichte religiöser Orden, Praktiken und kirchlicher Strukturen sowie in die kriegerischen Auseinandersetzungen Europas. Besonders hervorgehoben werden dabei die Kontakte zwischen der italienischen Halbinsel und Mitteleuropa

All the articles united in this volume on the occasion of Horst Enzensberger’s 70th anniversary refer to his manifold fields of research. The issues range from the late Antiquity in Italy to German medieval studies in the 20th century. The articles provide an insight into varied cultural influences and interactions in Sicily, into the history of religious orders, practices and ecclesiastical structures as well as into Europe’s military conflicts. Particular attention is drawn to the contacts between the Italian peninsula and Central Europe

Una lettera di un notaio di Piazza, Nicola Rescignolo, a Martino il Vecchio duca di Montblanc, poi re d’Aragona, consente di intuire i contraddittori sentimenti dei siciliani nei confronti della monarchia nel momento in cui un imminente cambio dinastico stava per condannare il regno alla perdita dell’autonomia.

The essay deals with the heraldic component in the decoration of the painted ceiling of the Sala Magna of the Steri in Palermo, comparing the still existing coats of arms with those described in two important 17th century written sources. The second of these, a manuscript until now anonymous, is now assigned to Vincenzo Auria and dated before 1668.

A synthesis of Late Medieval cooking wares (late 12th - 14th century) documented during the archive study of ceramics unearthed in the stratigraphic excavations carried out in 2001-2002 at the Castello di Lomabardia of Enna.

Una sintesi delle ceramiche da cucina tardomedievali (tardo XII-XIV secolo) documentate durante il riesame delle evidenze materiali provenienti dagli scavi stratigrafici effettuati nel 2001-2002 presso il Castello di Lombardia di Enna.

In this article I offer a liminar-spatial and political reading of the story of Restituta from Ischia in Decam. V 6. By examining also the case of Theodore of Armenia (V 7) and Grima in the  "Libro del caballero Zifar", I study the structural role played by that part of the land near the sea, that is the coast and the shore.
How do women 'experience' the margins (sea coasts, shores...)? As the lifeless body of a martyr from Carthage is 'restituita' (given back), thanks to the divine intervention of angels, from the sea to the land (the shores of Ischia), Boccaccio' s heroine in Decam. V 6 lives the same space as a non-place that becomes emblematic of the hybrid experience of women in motion through the sea and on the land. In this story Boccaccio re-writes in a modern key the legend of Santa Restituta, the saint that is celebrated still today on the island of Ischia, but his Restituta only shares the name with the African martyr: she is kidnapped on the coast by merchants (not pirates), as she collects shells: there are no angels to save her. What does save Boccaccio’s Restituta ?

Edizione di documenti trecenteschi relativi alla Sicilia dal codice "Ny kongeling Samling 1829, fol." della Biblioteca Reale di Copenaghen, manuale della cancelleria papale redatto probabilmente al tempo di Urbano VI. La collezione contiene lettere di grazia e lettere di giustizia e attinge quindi sia al "Liber Cancellerie" sia al "Formularium audientie". Notevole è la presenza del cardinale Pileo da Prata in documenti prevalentemente databili al 1384. Due dei testi pubblicati riguardano la concessione di indulgenze, due regolano il transito da un ordine monastico all'altro, altri due invece una dispensa dal "defectus natalium" e la revoca dell'interdetto imposto su Messina e Catania.

in VII Congresso Nazionale di Archeologia Medievale, Palazzo Turrisi, Lecce 9-12 settembre 2015, a cura di Paul Arthur, Marco Leo Imperiale, Società degli Archeologi Medievisti Italiani, Firenze, pp. 239-243 (ISBN 978-88-7814-629-7 e-ISBN 978-88-7814-635-8).

The process of refeudalization of Sicily, mostly supported by Chiaramonte’s family, begun after the War of Vespers (1282-1302). That process pushed back to the Norman “forms”, partly influenced by the subsequent experiences of the Swabian period, after the transfer of the royal residence from Sicily to Aragon. The construction of that imposing buildings undoubtedly marks an epochal transition. It is, as a matter of fact, a demonstration of clients aware of their role and, also, an excellent pretext to affirm with pride the economic, political and cultural supremacy of the authority established on populations. In the “frame” of the fourteenth century civil architecture of western Sicily the two palermitan palaces, the Chiaramonte and Sclafani palaces stand out in the medieval urban context, with their perfectly square dimensions and absolutely impermeable to the outside.
The present contribution intends, therefore, to retrace the history of the house of the magnates erected in 1330 by Matteo Sclafani in Palermo at Palazzo Reale, near the Aragonese court, in a opposite position to the Navy Plan and then to the Hosterium magnum. Its unusual planimetric dimensions (50 x 50 meters), compared to those of other coeval noble residences or, even more, with the municipal buildings of Milan, Florence, Siena, further confirm the considerable weight of the noble reality in Sicily, much more than elsewhere. The intersection of indirect sources, the bibliographic and the archival research, together with the study of the factory autopsy, has allowed the researchers to deepen the history of Palazzo Sclafani. It represents, indeed, a palimpsest, in a chronological arc covering six centuries of life of the building , and it contributes to give a greater reflection on the need to expand the field of research to civil and military architecture of the fourteenth century in Sicily, through the comparison with other noble and / or municipal buildings in central and southern Italy.

Circa un terzo dei quasi 1.500 documenti che formano il fondo Mesina dell'Archivo Ducal Medinaceli provengono dalla cancelleria dei papi. 57 sono i documenti pontifici (da Alessandro III a Bonifacio IX) relativi al monastero greco di San Salvatore in lingua Phari, il numero complessivo di documenti in lingua latina per il monastero fino alla fine del '300 ammonta a 173. Questo fatto dimostra l'inserimento dei monaci greci nel sistema del diritto canonico latino ed anche nel sistema della giurisdizione delegata. Significativo è il fatto che originali di Innocenzo IV, nemico giurato di Federico II, mancano completamente nelle documentazione messinese conservataci. L'articolo discute il contributo del fondo alla storia della cancelleria, le note cancelleresche e due falsificazioni (Adriano IV e Innocenzo III) che la trasmissione "originale" mette in evidenza. In appendice seguono un prospetto numerico dei documenti pontifici con rinvio alle segnature archivistiche. Il maggior numero di documenti è attribuibile a Clemente VI (29), Clemente IV (20) e Onorio III (18, di cui 13 relativi a San Salvatore). Le lettere pubblicate riguardano gli arcivescovi Bartolomeo Pignatelli e Rainaldo di Lentini, in conclusione segue un elenco delle note cancelleresche sulle littere di Gregorio X.

Excavations undertaken between 2006 and 2010 at Foro Siracusano and Piazza Minerva in Syracuse have provided important information about the city in late antiquity and the early Middle Ages. Furthermore, excavations carried out at the same time at Corso Umberto I and in the area of Borgata, where a north-south oriented road dating to the Roman to Byzantine period was discovered, have provided relevant information and lead to observations about the topography of the city and, in particular, about the link between the island of Ortygia and mainland Syracuse during that time. In the area of Foro Siracusano, various phases of re-use and demolition of Greek and Roman structures were recorded. Some very interesting results arose from the excavation of a space assumed to be a workshop dating back to the 9th century, which had apparently been destroyed by a fire and had subsequently collapsed. Alongside interesting ceramic artefacts and Byzantine coins, tools related to
metalwork were recovered, including a mould for metal foil. In the area of Piazza Minerva, where the foundations of the so-called Ionic Temple are situated, the main evidence came from the excavation of a big rubbish pit where interesting ceramic materials dated between the 10th and 11th centuries were found. Other contexts
produced ceramics dated mainly around the 8th century.

Un importante documento estratto da "Documenti per servire alla storia di Sicilia" pubblicata a cura della Società Siciliana di Storia Patria (Serie II, Vol. I, Fasc. II, Palermo anno 1877), che testimonia dell'importante ruolo della Città dal Medio Evo in poi, soprattutto nell'affermare la sua volontà di "indipendenza", per varie volte ricercando e ottenendo, a caro prezzo, il titolo di Città Demaniale.

Hugo Falcandus, the author of the Liber (or Historia) de Regno Siciliae (1154–69), is a contentious figure among historians of the twelfth century. Often disgruntled and embittered, he wrote about the reigns of two Sicilian kings, William I and II, in a text rife with classicising references and personal judgements. Most unusually for a medieval writer from this period, his Liber appears free of any religious elements or framework. This article conducts a search for God in Falcandus’s work and challenges the view that the divine element is entirely ignored by this author. By doing so and through a comparative approach, it also aims at re-contextualising his writings within the production of texts on secular power and authority taking place in the twelfth century. It will show that the apparent lack of a religious framework is a result of the author’s political vision and that Falcandus is a product and a representative of broader ideological changes sweeping through medieval Europe during his time.

Corso di formazione per i docenti delle scuole della provincia di Agrigento, promosso dalla Soprintendenza BB.CC.AA. di Agrigento, in collaborazione con il Parco Archeologico Valle dei Templi, con l'Università degli Studi di Palermo e con l'USR Sicilia Ufficio X Ambito Agrigento.

Il progetto “Lungo le tracce di Paolo Orsi” nasce nel 2011 su iniziativa dell’associazione culturale Centro Studio Ibleo di Ferla (SR) per elaborare nuove strategie di gestione e valorizzazione del patrimonio archeologico ibleo minacciato da elevato rischio sismico. La fase iniziale prevede lo studio e il rilievo sistematico del Castel di Lega a Ferla, un sito rurale fortificato medievale poco conosciuto e scarsamente tutelato, con la collaborazione di istituti accademici e di ricerca e di enti locali territoriali (Prov. di Siracusa, Unione dei Comuni Valle degli Iblei, Comune di Ferla).

"Resumen: El ensayo plantea algunos problemas referidos a la investigación sobre Sicilia islámica y a las razones por las cuales no se ha llegado todavía a un conocimiento suficiente sobre esta temática de estudio. Se proponen algunas soluciones para afrontar la cuestión, ya sea a nivel metodológico que teórico y se exponen los primeros resultados del estudio.

Abstract: The essay states some problems concerning the lack of knowledge of Islamic Sicily and its reasons. Some solution are suggested both at a methodological level and at a theorical level and first results are exposed.

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The essay offers a pan-Mediterranean reading of  Decameron VIII 10 and explores the beffa  that Iancofiore  played to Salabaetto, in the light of  the mobility and exchanges of people, goods and slaves in the salty sea, which is the counter beffa that Salabaetto, thanks to Piero  dello Cangiano, treasurer of Catherine of Valois Courtenay, Empress of Constantinople and sister- in-law of the King of Naples Robert of Anjou, will play at the expenses of  Iancofiore. The success of Salabetto counter beffa relies on the mobility of the Mediterrranean that in the first place brought him from Pisa, to Salerno in Palermo, and it further proves  Boccaccio's sophisticated articulation of the beffa in Day VIII, for a civic hermeneutic of the comic, that is not just  aimed  to produce a laugh.
Also, an intertextual reading of this story with Boccaccio's other texts (De mulieribus, Genealogy), draws new analogies between Iancofiore and the siren, while she also stands out as a modern Circe  in her interaction with  Salabaetto,  bringing to mind the enchanteress's encounter with  Ulysses.