Iginio Tarchetti

http://revel.unice.fr/symposia/actel/index.html?id=1613

Il contributo analizza la novella di Arrigo Boito La musica in piazza, pubblicata nella Gazzetta musicale tra il 1870 e il 1871, e dedicata alla figura dei due musicisti milanesi Barbapedàna e Gippa. Spesso trascurata dalla critica, questa prova di Boito permette di gettare una nuova luce sull’evoluzione della poetica dell’autore, per la presenza di alcuni motivi che la collegano alla produzione narrativa della Scapigliatura milanese degli anni Sessanta e Settanta dell’Ottocento, come l’attenzione data alla rappresentazione della realtà urbana milanese o l’argomento musicale. Attraverso un confronto con i romanzi o le novelle di autori quali Tarchetti, Valera, Ghislanzoni e Gualdo, l’articolo evidenzia in particolare la specificità della novella nel suo carattere umoristico, all’insegna del dualismo tipico della poetica di Boito.

La contribution analyse la nouvelle de Arrigo Boito La musica in piazza, publiée dans la Gazzetta musicale entre 1870 et 1871, et dédiée aux deux musiciens milanais Barbapedàna et Gippa. Trop longtemps négligé par la critique, ce récit de Boito permet de jeter un nouvel éclairage sur l’évolution de la poétique de l’auteur, en raison de la présence de motifs qui le rapprochent de la production narrative de la « Scapigliatura » milanaise des années 1860 et 1870, comme par exemple l’attention portée à la représentation de la réalité urbaine milanaise ou le thème musical. À travers une comparaison avec les romans ou nouvelles d’auteurs tels que Tarchetti, Valera, Ghislanzoni et Gualdo, l’article met notamment en évidence la spécificité de cette nouvelle dans son caractère humoristique, sous l’enseigne du dualisme typique de la poétique de Boito.

The contribution analyses the short story La musica in piazza by Arrigo Boito, published in the “Gazzetta musicale” between 1870 and 1871, and dedicated to the two Milanese musicians Barbapedàna and Gippa. Often neglected by critics, this short story sheds new light on the evolution of Boito’s poetics, because of the presence of themes that are typical of the Scapigliatura Milanese of the 1860s and 1870s, such as the description of the suburb of Milan or the musical subject matter. Through a comparison with novels and other short stories by authors such as Tarchetti, Valera, Ghislanzoni and Gualdo, the article highlights the peculiarity of La musica in piazza in its humorous character, in accordance with the dualism typical of Boito’s poetics.

Questo studio affronta quel denso campo culturale che fu la Milano degli Scapigliati, attraverso tre decisivi snodi di una crisi provata da un pensiero che dové definirsi “dualistico” sulla scena del Profondo e del Moderno. L’emergere di un nuovo senso “interiore” dello spazio esterno, nello squilibrato espandersi della città; il precisarsi di un’antinomia intrinseca all’io non meno che al corpo sociale, nelle evoluzioni della tematica del “Doppio”; il definirsi di un’estetica totale, fondata sul principio dell’ “asimmetria”. Un lavoro che affonda nei giunti di quella mai risolta tensione, che nella cultura italiana appare come la prima irruzione di una dialettica dell’avanguardia, considerata nella prospettiva del suo ‘fronte interiore’. [quarta di copertina]
ISBN 88-8176-281-1

This contribution, which takes the form of a chapter of a forthcoming volume, investigates the presence of recursive semantic elements in the compositions inspired by the "danse macabre" by four nineteenth-century Italian authors, highlighting the points of contact and lines of common inspiration, also in reference to a renewed and revolutionized interpretation of their semasiological structure. The whole is accompanied, in the notes, by an abundant bibliography.

Dans le domaine des sciences médicales, le XIX e siècle est celui du triomphe des certitudes matérialistes. L'anatomopathologie et l'anatomoclinique inaugurent en effet une approche physico-chimique et étiologique des maladies. Les leçons d'Auguste Comte aidant, le savant détrône le penseur. Cette tendance est renforcée avec le développement de l'anthropologie criminelle, qui classe les délinquants et les artistes dans la catégorie des dégénérés. Cependant, une voix alternative se fait entendre dans le secteur de la psychiatrie, car les névroses démentent le principe d'une étiologie nécessairement organique. Parallèlement, l'approche symptomatologique de Bichat reste opérationnelle dans la deuxième moitié du siècle grâce à Claude Bernard, pour qui il n'y a qu'une différence de degré entre physiologie et pathologie. La Scapigliatura, phénomène culturel intimement lié à la crise de l'Italie post-unitaire, fait émerger une culture d'opposition. L'esprit contestataire est alimenté par la guerre que les hommes de science semblent livrer aux hommes de lettres en décrétant que les artistes sont anormaux au même titre que les fous et les criminels. Avec une avance significative sur leurs contemporains, les jeunes « échevelés » (traduction littérale de scapigliato) réagissent dans leurs oeuvres en mettant en cause les certitudes présumées des savants et en instillant le soupçon que les médecins eux-mêmes sont des assassins. Le roman de Tarchetti Histoire d'une jambe (1869) illustre un aspect de la revanche : polyphonie et névrose du narrateur principal concourent à semer le doute quant au comportement, en apparence bienveillant, du chirurgien. La nouvelle de Camillo Boito Un corps (1870) illustre un autre aspect : le régime du factuel s'efface au profit de l'ambiguïté des discours variés, laissant indéterminée la responsabilité de l'anatomiste dans la mort d'une jeune fille. Dans les deux cas, la contestation idéologique sous-jacente s'assortit d'une innovation littéraire : les auteurs font appel à des techniques narratives inédites qui inscrivent les récits sous le signe d'une incertitude qui contraint le lecteur à se mettre dans la peau de l'enquêteur.

«Risposte cognitive ed emotive durante la lettura di racconti di tipo diverso: un esperimento testuale», in D. Borgogni, G. P. Caprettini e C. Vaglio Marengo, a cura di, Forma breve, Torino, Accademia University Press, 2016, pp. 95-108 (con M. C. Levorato e L. Ronconi).

In questo articolo vengono studiate le risposte cognitive ed emotive prodotte durante la lettura di testi narrativi di tipo diverso. La traduzione italiana del racconto di Borges La muerte y la brújula (La morte e la bussola) è stata presentata a gruppi di lettori nella versione originale e in una versione manipolata, che ometteva il paragrafo iniziale, in cui venivano introdotti i due personaggi principali. Ai lettori è stato chiesto di valutare come avevano sperimentato le seguenti risposte di lettura: percezione della coerenza del testo, curiosità, emozione, empatia, percezione della facilità del testo, evocazione di immagini, impatto, interesse, coinvolgimento, piacere, piacere per il finale, comprensibilità finale, sorpresa, sorpresa per il finale e suspense. Un’analisi fattoriale ha evidenziato gli stessi tre fattori già trovati in esperimenti precedenti, riguardanti racconti di Poe e di Tarchetti: 1. partecipazione emotiva dei lettori; 2. violazione delle aspettative dei lettori; 3. valutazione cognitiva delle caratteristiche testuali che rendono il racconto comprensibile (si veda LEVORATO e NEMESIO 2005). Sono state trovate delle differenze in relazione al genere dei lettori e alla tipologia testuale: a) i lettori di genere maschile hanno mostrato una maggior partecipazione emotiva verso il racconto poliziesco di Borges; b) la differenza delle versioni del racconto di Borges hanno influenzato in modo significativo le risposte di lettura che riguardano l’empatia per i due personaggi principali.

Questo paper è il risultato del lavoro di ricerca condotto per un corso di letterature comparate presso l'Universität Augsburg tra  Mary Shelley e Igino Ugo Tarchetti, riguardante la short story The mortal immortal.

Questo rapporto tabù con la morte del tardo gotico forma delle ombre che si protraggono fino ad oggi: attraverso questa costante volontà di andare oltre la morte e nella ricerca (che iniziava a essere anche scientifica) di una soluzione a questo dolore inevitabile all'umano, la letteratura crea dei mostri che danno sfogo al desiderio di non morire mai e che sono alla fine un setting su cui montare istanze di attualità morali e politiche.

Questi non morti che poi altro non vogliono che morire, mutuati dal primo mondo inglese, vengono nell'Italia del '800 recepiti e accolti con grande fervore, aprendo la strada al genere gotico-fantastico prima, al fantasy e horror di oggi poi.

Dentro de una más amplia investigación que, en el marco de la semiótica –entendida como teoría
unificada de lo social en tanto praxis sígnica–, se pregunta por la creación artístico-estética en el contexto
de la interacción entre culturas, estudio particularmente la canción de cámara de inmigrantes italianos
comprendida como un texto “ajeno”. En esta comunicación se explicita un corpus (tentativo) de veinte
piezas para canto y piano en italiano compuestas por inmigrantes y aparecidas en revistas culturales y
artísticas de Buenos Aires entre 1890 y 1910. Se plantean algunas generalidades en torno al conjunto de
los compositores, y cómo se relaciona esta producción con las tradiciones de la canción en Italia y
Argentina. Para ilustrar estas cuestiones analizo la obra Quanti baci! de Giovanni Grazioso Panizza con
letra de Iginio Ugo Tarchetti. Del estudio surgen indicadores que sugieren una continuidad con la
tradición de la romanza italiana da salotto y una actualización interpretativa (en un contexto lejano) de la
estética scapigliata. Este avance permitirá, en futuros trabajos, indagar en el potencial diálogo de este
repertorio con la canción de cámara nacionalista argentina, teniendo en cuenta que, en el contacto
cultural, los textos ajenos –de la inmigración– implican un cuestionamiento a la hegemonía cultural
argentina.

Il discorso letterario - è noto - ricoprì un ruolo fondamentale per l'affermazione dei miti costituenti l'idea di nazione. Una funzione che non si esaurì affatto con l'approdo istituzionale delle lotte risorgimentali ma anzi ebbe una rilevanza (se è possibile) anche maggiore quando si cercò faticosamente di far coincidere i modelli identitari con la concreta esperienza del nuovo Stato. Questo libro ripercorre settanta anni di storia osservando alcuni episodi che paiono tanto più esemplari quanto più problematici rispetto a questo «ufficio» (per dirla con Foscolo) della letteratura. Dalle vicende di Monti in età napoleonica, sostenitore di una prospettiva nazionale prima e poi poeta (apparentemente omologato) del «Governo», alla figura di Rasori, grande letterato 'europeo', eppure isolato da Classici e Romantici; dall'istituto del comizio popolare, parodizzato in molte pagine romanzesche, alla rappresentazione polemica delle sconfitte militari del Risorgimento, i saggi di questo volume cercano quindi di porre lo sguardo soprattutto sugli accenti disarmonici, sulle memorie non condivise e forse, talvolta, un po' trascurate.

Atti del Convegno internazionale “Persona, personalità e personaggio nelle scienze umane e nella letteratura del XIX secolo”, Università degli studi di Napoli Federico II – Università degli Studi "L'Orientale", 27/05/2016 https://ojs.cimedoc.uniba.it/index.php/postfil/issue/view/108

Actes du Colloque international « I promessi sposi de Manzoni : le grand détournement. Transpositions, parodies et déformations du XIXe siècle à nos jours », 15-16 novembre 2018, Université Paris-Sorbonne, sous la direction d’Aurélie Gendrat-Claudel

It is not easy to find new seeds with which to enrich a territory already extensively plowed by literary historians and linguists in recent years. It is not simple, but neither is it impossible, because the continuous literary nourishment that nineteenth-century texts offer to the intellect of those who want to try to penetrate them is, more or less, infinite. These unpublished essays intend to analyze some issues relating to Italian and foreign literature of the 19th and early 20th centuries (going further in one exception). The criterion, of course, cannot be uniform, but it finds its harmony in an approach derived from the semasiology of literary contents and from comparative analysis and in a perspective - at the same time - diachronic and synchronic. The key to understanding, as implicitly said in the title, is the dialectical relationship between texts and opinions, in a dynamic that seeks to critically combine the citational impulse and ideological diversity. Consent or dissent is given to the reader's judgment on this working hypothesis.