Collatio Carthaginensis

On the basis of Proceedings of the Conference of 411 the author argues for dating to the 5th century the "Passio martyrum Abitinae”. This text is therefore drawn up' ad hoc 'in a time when Donatism was facing a severe crisis and felt the need to re-establish their identity through the story of a heroic past sealed with martyrdom

Among the 11 themes of Liber XVIth that concludes the Theodosian Codex is an extremely interesting section on performing the Baptism, prohibiting the repetition of the holy sacrament as practiced in North Africa by the Donatist schismatics. There are also included the restrictions and sanctions to be applied to Donatists. These measures are based on the group of decrees that constitute the section Ne sanctum baptisma iteretur, which we render in Romanian translation for the first time.

Paoline Editoriale Libri (Letture Cristiane del Primo Millennio 54) Milano 2016, 1136 pp + indici
Contents:
Introduction (119 pages)
Gesta Collationis Carthaginensis (Latin text revised + Italian version and comment)
Augustine, Breviculus (italian version and comment)
Marcellus, Capitulatio (italian version and comment)
Note complementari
Indices

EN: The intense debate engaging Catholics and Donatists was none other than a dispute over a contended identity. As documents reveal, both parties made claim to the title of “Catholic” and did so because this term, regardless of the respective technical specifications, served to qualify each of them as the sole, authentic Christians and, by the same toke,, as the sole, authentic Church. In a continuous confrontation, lasting over a century, Catholics and Donatists therefore elaborated two opposing identities that were in many respects similar: they were based on a common tradition, and the range of scriptural reference was singularly alike. However, while the Catholics were able to gradually adapt their self-representation to changing circumstances, the Donatists remained rigidly anchored to a self-definition that could not withstand the pressures of a continually mutating society. This determined the survival of the former and the slow decline of the latter.
ITA: L’intenso dibattito in cui si confrontarono cattolici e donatisti non fu altro che una disputa  intorno ad un’identità contesa. Come emerge dai documenti, entrambe le “Partes” rivendicarono infatti per sé il titolo di “Catholica”, e ciò fecero perché con quel termine, al di là delle specificazioni tecniche indicate da ciascuno, intendevano qualificare se stessi come gli unici, autentici cristiani o, il che fa lo stesso, come l’unica, autentica Chiesa. In un  confronto continuo, che si protrasse per oltre un secolo, cattolici e donatisti vennero così elaborando due identità contrapposte, ma per molti versi simili: comune era la tradizione cui si richiamavano e singolarmente affine la base scritturistica di riferimento. Tuttavia, mentre i cattolici seppero progressivamente adeguare la propria autorappresentazione al mutare delle circostanze, i donatisti rimasero rigidamente ancorati ad una definizione di sé che non poteva sostenere le sollecitazioni di una società in continua effervescenza.  Ciò determinò la sopravvivenza dei primi e il lento isterilirsi dei secondi.

La recentissima pubblicazione della traduzione italiana dei Gesta Conlationis Carthaginensis [411], curata per i tipi di Paoline Editoriale (traduzione integrale degli Atti, con testo latino a fronte), corredata da ampia introduzione, apparato di note, note complementari, traduzione integrale italiana della Capitulatio Marcelli e del Breviculus di Agostino, offre la possibilità di aggiornare i precedenti tentativi di ricostruire un quadro degli episcopati cattolico e donatista a partire dalle operazioni di verifica delle sottoscrizioni ai rispettivi mandati che si svolsero nel corso della prima seduta della conferenza: entrambi gli schieramenti, in ogni caso, rivendicarono un elevato numero di cattedre i cui vescovi, tuttavia, non avevano potuto raggiungere Cartagine in tempo utile per apporre la propria sottoscrizione ai mandati.
Rispetto ai precedenti tentativi di ricostruzione, nelle tabelle del presente lavoro sono stati trascritti tutti i nominativi dei vescovi registrati negli Atti della conferenza, indicando il numero della nota a loro dedicata nell’edizione italiana 2016, ove si trovano tutte le informazioni significative e i necessari rimandi ai lavori precedenti: un imponente corpus prosopografico di grande interesse.

Questo contributo offre l'indice dei termini specificamente giuridici, e di quelli utilizzati anche in tal senso, nella verbalizzazione dei tre giorni di dibattimento alla Conferenza di Cartagine del 411: il testo di riferimento è quello curato da A. Rossi, La conferenza di Cartagine 411, Milano, Paoline Editoriale Libri, (Letture Cristiane del Primo Millennio 54), 2016.