A»6A8>7>69:9>;G6C8:H8D76G76GD
;VW^dKZcYgjhXdad
5
Za &.+), a meno di trent’anni, Antonio Carlini pubblicava un’edizione della ^k tetralogia platonica, 1 che per l’ampiezza della
recensio superava anche l’epocale Gorgias di Dodds. Come Dodds,
Carlini aveva scelto la linea, poi prevalsa in particolare nella filologia
platonica, di restringere monograficamente il campo (sia pur a un’intera tetralogia), a vantaggio della completezza e profondità dell’indagine testuale, allargata a tutti i testimoni, anche i più tardi e filologicamente meno promettenti.
Sotto l’influsso della lezione di Pasquali, che aveva indicato nella
storia del testo una delle dimensioni di esso, essenziale per accostarglisi con piena comprensione, Carlini già allora iniziava a concepire la
collazione di un testimone secondario non come affrettato e prevenuto interrogatorio, teso a cogliere in fallo prima possibile l’apografo per
‘eliminarlo’, bensì come l’occasione per ripercorrere simpateticamente il lavoro del copista, e di eventuali correttori e annotatori, a beneficio eventualmente del testo, ma anche della storia della sua ricezione.
Così, collazionando il Vindobonensis Suppl. Gr. ** (d’ora in avanti Vind.), esile codice pergamenaceo, attribuito al m^k o al mk secolo,
contenente, con qualche guasto materiale, Alcibiade I e Alcibiade II, 2
Carlini ne riconobbe, sulla base delle caratteristiche testuali, la possibile rilevanza storico-culturale, e accennò in nota all’intenzione di
dedicarvi uno studio particolare. 3
Interpreto come un gesto di generosità, uno dei tanti, di Antonio
Carlini il non aver dato seguito a tale progetto, lasciandomi la possi-
1 8Vga^c^ &.+).
2 Descrizione in =jc\Zg!=Vcc^X` &..), pp. &%%-&%&, dove il codice è datato « &*. Jh.
(Mitte) » ; in precedenza era stato datato, in @daaVg &,.%, col. )&* (n° ak^^), « saeculo
quartodecimo, ut opinor, scriptus » (indicazione accolta da Carlini), e « &*. Jh. » in =jc\Zg
&.*,, p. )& ; vedi infra, alla fine. Il testo dell’Alcibiade I occupa i quattro quaternioni ff. &--,
&,-)%, e termina a f. )%r ; di seguito inizia l’Alcibiade II che è contenuto nei ff. )%rv, )&, .&+, )' ; l’ultimo fascicolo era probabilmente in origine un quinione, con gli attuali ff. )&-)'
come bifoglio esterno, potenziato forse con l’intento di farvi rientrare il secondo dialogo
sino alla fine ; non bastando neppure così lo spazio, dovettero essere aggiunti almeno
altri due fogli staccati o un singolo bifoglio, poi andati perduti (il testo dell’Alcibiade II si
interrompe a &)-c&).
3 8Vga^c^ &.+), pp. ))-)* e n. &%,.
&&'
[VW^dkZcYgjhXdad
bilità di aggiungere, a quarant’anni di distanza, il mio, peraltro non
esaustivo, tassello. 1 Quarant’anni che consentono d’altra parte di
misurare i progressi compiuti frattanto dalla Handschriftenkunde, che
muovendo da quelle pionieristiche premesse, e intersecando filologia,
paleografia e codicologia, ha conseguito risultati spettacolari, resuscitato dietro le varianti testuali innumerevoli vicende e personaggi dimenticati, elaborato metodi e strumenti, grazie a cui queste ricerche
sono oggi molto più agevoli e fruttuose.
Vind. appartiene, come notava Carlini, al gruppo di T (Ven. Marc. Append. class. ^k, & [coll. *)']) e W (Vind. Suppl. Gr. ,), la testimonianza
dei quali è in questa tetralogia strettamente concorde. Più specificamente, si può aggiungere, gli indizi testuali mostrano che Vind. va
incluso nell’ampia discendenza di T : 2
&%*e*
&%+e.
&%,d&&'c+
&&*c&%
&&-c&
&&.d,
&',b&&
WRXCTHRXC]THRXC Vind. cum T
JHRX>WHRX>WH BCD RX>WHJHRX>WH Vind. cum T
RX>WHJH PW
RXMFRL_a] RL_a Vind. cum T
NDL] WHNDL Vind. cum T
VX ante SRYWHU D habet Vind. cum T
JH] WH Vind. cum T
G¨D@Q] GH Vind. cum T
SUDYWWRXVLQ (et T2)] SUDYWWZVLQ Vind. cum T.
RX>WHJH
Occasionalmente però Vind. presenta lezioni giuste o migliori a fronte di errori di T e di tutti o quasi i suoi discendenti :
&&)a(
&&)c'
&&-c.
&'.b(
&('d&(*e'
R- GLGDYVNDORa et Vind. cum BCD W revera 3 Ven. &-+ corr. GLGDY
VNDORa PT
WHY SRXSHLYTHL BCD WHSHLYTHLSRX Vind. cum W Ven. &-+ corr.
revera 4 WHH>SHLTHYQSRX PT
Z^VSHU (et Vind. Ven. &-+ corr.)] R^VSHU T
R>QWHa Vind. cum BCD R>QWRa PTW
EOHYSHLQ Vind. cum BCDW Ven. &-+ corr. EOHYSHL PT
HMQQHRWWHXYVDa (et Vind., HR ex R corr. ut vid.)] HMQQHRWWHXYVDVL T.
1 Devo ringraziare il Prof. Antonio Carlini anche per aver gentilmente messo a mia
disposizione il suo microfilm di Vind.
2 Utilizzo nel seguito dati relativi all’Alcibiade I, raccolti da Elena Martin (che ringrazio), per la sua tesi di laurea in Lettere classiche presso l’Università di Udine. I riferimenti
sono sempre al testo e all’apparato di Carlini.
3 Anche Lha l’articolo (f. (&+ v) ; cfr. già 8Vga^c^ &.+&, p. &-(.
4 Non hanno WHYSRXSHLYTHL (come BCD) né Vind. (f. &**r) né Ven. &-+ (f. '(%v).
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&&(
Altre volte offre persino lezioni che sanano antiche corruttele comuni
in pratica a tutta la tradizione :
&&%e.
&&'a&
&')d-
RL_RLYWH Vind. cum PrG Ven. &-+ corr. RL_RL PW RLYRL T RL-RL BCD
DMOOKYORLa Vind. cum W Proclus Ven. &-+ corr. D>OORLa BCD PT
DMSRUUKWHYRQ Vind. cum W2 Ven. &-+ corr. DMSRUKWHYRQ TW DMSR
NQKWHYRQ BCDPW mg.
Si tratta verosimilmente di congetture (effettuate come pare più volte
indipendentemente nel corso della tradizione), 1 che comunque attestano il notevole livello filologico del testo di Vind., dovuto probabilmente
a cure ricevute dal suo modello (o da un antenato), piuttosto che a meriti del copista stesso (di cui emergeranno presto i forti limiti culturali).
In qualche caso però ci troviamo di fronte ad innovazioni testuali
assolutamente singolari, come la seguente, già segnalata da Carlini :
&%+b&
D?UDHMUZWDCaHL>WLQDH>FZHLMSHLCQORYJRQPDNURQRL^RXaGKDMNRXYHLQ
K@ SDUD WRLCaU-KYWRUVLHMQWRLCaPRXVHLYRLaK@ GLGDVNDOHLYRLaHL>TLVDL«
[f. (v]
cod. HMUZWDCa
PDNURQ
punctis sub lin. del.
DMNRXYHLQ
PRXVHLYRLa
K@lGLGDVNDOHLYRLa
Il testo in tondo corrisponde a quello platonico regolare, mentre le
parole in corsivo (successivamente cassate, nel codice, mediante sottopuntatura) costituiscono un’espansione senza riscontro altrove, non
necessaria naturalmente, ma certo pertinente : « ... discorsi che sei abituato ad ascoltare (presso i retori nei museia o nelle scuole) ».
Viceversa alquanto pedestre appare, più avanti, l’esplicitazione dell’ironico PDQWLNRaJDUHL? di Socrate, fra l’altro introdotta malamente nel testo : 2
&&)e&%
m$/®NDL JDURXMGHQRL>RPDLEODEKYVHVTDLm6:®Z^VWHHLMNRYa
VHWRPHYOORQSURRUDCQPDQWLNRaJDUHL? [f. &.v]
cod. RL>RPDL] L alt. suppl. m. al. EODEKYVHVTDL HLMNRYa in ras. m. al. (VHLN
a.c. ?) PHYOORQ ex ZQ corr. SURRUDCQ] SUR ex SDU corr. ? RUDCQ in fine lin.
suppl. m. al. HL?
1 Non avrebbe potuto essere frutto di congettura PK GH HMSLSOKYWWRL (sic) di Vind.,
a &(*a&, ma tale si è rivelata anche la lezione di I (f. &'+v) e L (PKGH, f. (',r). Di fronte
alle coincidenze con le correzioni del Ven. Marc. Gr. &-+ (coll. +%&), 8Vga^c^ &.+), p. )*,
riteneva possibile l’utilizzo di Vind. o del suo modello da parte di Bessarione. Per gli
esemplari di collazione e le congetture del cardinale nella fittissima diorthosis del Ven.
&-+, vedi 7gdX`bVcc &..', pp. &((-&)).
2 La pertinenza della battuta nel contesto non è peraltro del tutto ovvia, tanto da dare
origine a tentativi di interpretazione diversi ; cfr. ora 9ZcnZg '%%&, pp. &)'-&)(.
&&)
[VW^dkZcYgjhXdad
Non manca invece di una certa finezza la parafrasi ‘interpolata’ nel
caso seguente, già segnalato anch’esso da Carlini :
&&)e)
RXMNRXCQ HLM HLMa WRXT¨ K^[HLa DMQDYJNKa SZa WZCQ ORYJZQ R^VWLaÈ
VXQRPRORJKCVDL NDL HLMSHLCQ WDXCT¨ RX^WZa H>FHL Z? VZY NUDWHa PDY
OLVWDD@QHL>KaSHSHLVPHYQRaHLMOHYJHLaR^WLWDXCWDRX^WZaH>FHLPDY
OLVW¨D@QHL>KaSHSHLVPHYQRa« [f. &.v]
cod. HLCa(HL ex V corr. ?)
DMQDYJNKa
SZCa
K^[HLa] [ ex corr.
ex Z^corr.
HLMSHLCQ] HLM ex corr.
WDXCT¨] WDXC ex corr.
Z?VZY
OLVWD
WDXYWD
R^VWLa
PDYO
Se dici che le cose stanno così, saresti massimamente convinto (se
giungi a un punto tale, per così dire, di necessità dialettica da dover
ammettere : « le cose stanno così, o Socrate », saresti massimamente
convinto).
Quest’ultimo ampliamento testuale potrebbe addirittura richiamare,
per certi aspetti, quello assai antico che caratterizza PTW (e discendenti, tra cui lo stesso Vind.) a &%*e&, 1 ma alcuni errori (R^VWLa sta evidentemente per Z^VWH) e le molte incertezze e correzioni, unitamente
al non perfetto inserimento nel testo stanno con ogni probabilità a indicare che le parole aggiunte si trovavano a margine ancora nel modello
immediato di Vind., scritte magari in forma più corsiva o abbreviata.
Si confrontino d’altronde i più banali casi seguenti (sic omnia) :
&%,e*
&&*a*
&&*b&'
&&+b*
HLM RX?QERXOHXYRLQWR¨$TKQDLCRLWLYVLQFUK SURVSDODLYHLQNDL WLY
VLQ ÃDMNURSXNWLYHLQ K@ SDJNUDWLDY]HLQ SURa H^WHURQ D>QHX VXPSOR
NKCa K@ R^OZa D>NUDLa WDLCa FHUVL PHWH D>OORX JXPQDY]HVTDLÄ DMNUR9
FHLULY]HVTDLNDLWLYQDWURYSRQ 2 [f. *r]
SZCaWRXCWRHMUZWDCaÔÃHMUZWD WKQHMODYWWRQDHMQWZC SROHYPZWUDXPDY
WRXDMQGUHLYDNDLTDYQDWRaÄHL>WLaK>GKVRLH>GR[HQ [f. &.v]
QDLYÔ ÃK- SUZYWK OXYVLa R^WL GXYR GXVLQ K-NRORXYTKVHQ RXM GXYR H-QL
RXM JDU WDXWRQÔÄ D?U¨ RX?Q RXMN D>OOR PHQ K- DMQGUHLYD D>OOR GH R-
TDYQDWRaÔ [f. '%r]
RL^G¨HX?ÃR^WLWRHX?PHVRQHMVWLWRXCDMJDTRXCNDLWRXCNDORXCÄSUDYW
WRQWHaRXMNHXMGDLYPRQHaÔ [f. '%v].
1 Z^VSHUJDUVX HMOSLYGDaH>FHLaHMQWKC SRYOHL HMQGHLY[DVTDLR^WLDXMWKC SDQWRa
D>[LRaHL?HMQGHL[DYPHQRaGH{R^WL}RXMGHQR^WLRXMSDUDXWLYNDGXQKYVHVTDL habent soli
EIL RX^WZ NDMJZ SDUD VRL HMOSLY]Z PHYJLVWRQ GXQKYVHVTDL HMQGHL[DYPHQRa R^WL
SDQWRaD>[LRYaHLMPLVRLNWO Sulla questione vedi 8Vga^c^&.+(, pp. &,,"&,-.
2 L’interpolazione è incastrata tra i due formanti di DMNURFHLULY]HVTDL. Il correttore ha
però preferito giustamente espungere anche DMNUR e supplirlo nuovamente supra lineam
al punto giusto ; cfr. IVk#^^f. * r), rr. &'"&).
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&&*
Qui si tratta evidentemente di materiale attinto agli scolî del ramo T,
che il copista trovava a margine nel suo antigrafo e che con non comune stolidità dovette scambiare per integrazioni testuali. 1
La maggior parte di queste interpolazioni, come si vede, sono state
identificate ed ‘espunte’. Il codice appare infatti sottoposto all’attento
lavoro di un diorthotes [m(anus) al(ia)] che, oltre a espungere i passi
spuri, corregge il testo con rasure o modifiche di lettere o aggiunte
interlineari o marginali, integra a margine i numerosi passi omessi,
per lo più a causa dell’omeoteleuto. 2 Operazione che si fonda evidentemente sulla puntuale collazione con un altro manoscritto, che tutto
fa pensare coincidesse con l’antigrafo stesso. 3
Difficile invece dire se siano ancora frutto di questa collazione o
dell’ingegno del correttore stesso due lezioni supralineari, introdotte
verosimilmente dalla medesima mano, dotate di effettivo valore critico : 4
&%-b,
DMSHNULQDYPKQ] DMS R NULQ DLY PKQ Vind. v.l. supra lin. m. al.( ?) cum
Stephano (responderem Ficinus)
1 Cfr. <gZZcZ &.(-, pp. .%-.* (informazione assai più ampia circa fonti e paralleli nella
recentissima edizione 8j[Vad '%%,). L’interpolazione ad Alc. I &&*a*, in particolare, assembla incongruamente e con errori le parti finali di tre scolî distinti, ad &&*a, &&*b (&), &&*b
('), l’ultimo dei quali è contenuto per la parte restante nell’interpolazione a &&*b&', situazione che sembra in qualche modo derivare dalla particolare disposizione spaziale degli
scolî nel modello, forse affiancati in tre colonnine parallele. Analogamente la lezione
HMQVDIHYVWDWD di Vind. a &('c, originerà dall’‘interpolazione’ di un VDIHYVWDWD che era a
margine nel modello, come glossa ad HMQDUJHYVWDWD. Altro esempio della scarsa cultura
del copista è il frequente Z?VL!Z (sic) per Z?VZYNUDWHa, che evidentemente era abbreviato
nel modello in modo particolare (due esempi, emendati come di norma dal correttore,
in IVk# ^b [f. )%r], r. *, IVk# ^^ [f. *r], r. )).
2 Cfr. p.e. IVk# ^^ (f. *r, mg. inf. : ripristino di &%,e,-&& [post WLYQDWURYSRQ] VXD>PHLQRQ
— R^QWLQDWURYSRQ), IVk#^^^ (f. '-r, mg. inf. : ripristino di &'(c&%-d( [post RX_WRa]R-¨$ONL
ELDYGKa — RX_WRa).
3 Si noti p.e. come a &&)e&% (supra, nel testo) il correttore non solo non espunga, ma
anzi emendi accuratamente il testo interpolato, che, come detto, deriva probabilmente
da uno scolio dell’antigrafo senza riscontro altrove.
4 Nel primo caso, il correttore di Vind. (ma la mano potrebbe anche essere quella del
copista e la variante risalire al modello) sembra aver avvertito prima di Ficino e dello
Stephanus l’esigenza di un potenziale in luogo dell’indicativo (Socrate non ‘ha risposto’,
semmai ‘avrebbe risposto’ se si fosse trovato al posto di Alcibiade) ; ma naturalmente
sarebbe necessario anche un D>Q. A &&'e* VXQHSLYVWDPDL è antica corruttela comune a
tutta la tradizione ; l’emendazione palmare del diorthotes di Vind., adottata, fra gli editori,
da Carlini e Denyer (Burnet preferiva RXMGHQ HMSLYVWDPDL), trova riscontro solo in una
probabile congettura recepita nel lemma del commento di Proclo nel Neap.^^^:&, (sec.
m^^^"m^k) ; cfr. 8Vga^c^ &.+), pp. )--*(, 8Vga^c^ &.+&, in particolare p. &-+.
&&+
&&'e*
[VW^dkZcYgjhXdad
RXMN HMSLYVWDPDL (recte) Vind. corr. supra lin. (VXQ punctis sub lin.
del.) m. al. cum PrG VXQHSLYVWDPDL et Vind. ante corr. cum BCD
PTW RXMGHQHMSLYVWDPDL Ven. &-+ corr. (unde Ven. &-)).
Vind. attesta pertanto due livelli di intervento ‘filologico’ : da una parte appunto la revisione critica del codice stesso, dall’altra le correzioni
testuali (rispetto a T) che possiamo supporre introdotte nel suo modello, insieme forse agli ‘scolî’ peculiari riportati sopra (diventati poi
‘interpolazioni’ in Vind.). Ponendosi il problema di inquadrare storicamente tale attività dotta, Carlini, pur recependo una datazione del
codice al m^k secolo, la attribuì ad ambiente umanistico. Le pagine
seguenti mostreranno che quel giudizio ha buone probabilità di cogliere nel segno.
Nell’intento di risalire alle origini del codice, ripercorriamone a ritroso le vicende, a partire dalla sua dimora ultima e definitiva.
Alla biblioteca di Vienna (all’epoca Hof bibliothek) esso approdò
nel &,'), con l’acquisizione da parte dell’imperatore dalla raccolta di
Antonio Folch de Cardona (&+*,-&,')), dotto arcivescovo di Valencia,
emigrato a Vienna nel &,&%, dopo aver parteggiato per l’Austria nella
guerra di successione spagnola. 1
Il Cardona doveva aver ottenuto il codice, direttamente o indirettamente, a seguito dell’asta tenutasi a Dordrecht nel &,%& (ce ne resta
il catalogo a stampa), in cui l’olandese Jan de Witt aveva messo in
vendita libri e manoscritti rastrellati nei decenni precedenti soprattutto in Italia. 2 Questo in particolare, insieme a parecchi altri, doveva
averlo acquistato sottobanco a Napoli, presso la grande biblioteca del
convento agostiniano di San Giovanni a Carbonara, nel cui catalogo,
risalente al &*+% ca., Vind. si riconosce con sicurezza. 3
Alla Carbonara il nostro codice proveniva, come centinaia di altri,
attraverso il fondatore stesso della biblioteca, il cardinale Girolamo Seripando, dalla famosa collezione che l’umanista calabrese Aulo Giano
1 Vedi p.e. Enciclopedia Universal Ilustrada Europeo-Americana, Bilbao-Madrid-Barcelona, Espasa-Calpemm^k, p. ')-, ad v. Folch de Cardona (Antonio) ; BZgXVi^&.(), p. &(% n. '.
2 BZgXVi^&.(), pp. &',-&(%, e p. &(% n. ' ; BVc[gZY^c^ &.-*-&.-+, pp. &(+-&(, (n° &') :
« Platonis Alcibiades primus de natura hominis et secundus de voto in membranis » (cfr.
infra, p. &'& n. +).
3 <ji^ggZo &.++, p. &'& (ordo mm^m, n° *.&) : « Platonis alcibiades primus et 'us, manu
scripti forma eadem [i.e. « paulo enchyridii maiore »] in membranis ». All’‘ordo’ (scaffale)
di questa biblioteca si riferisce evidentemente il « '. » che si legge sul f. ^^^r di Vind. (mg.
sup., al di sopra di un « (% » cancellato).
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&&,
Parrasio aveva lasciato alla sua morte, nel &*'&, al fratello del cardinale,
Antonio. Ne fa fede la nota di possesso (f. )'v : « Antonii Seripandi ex
Jani Parrhasii testamento »), anche se nell’inventario dei libri del Parrasio Vind. non si riconosce, verosimilmente perché celato sotto una
delle non poche diciture generiche relative a manoscritti greci, evidentemente più difficili da identificare per l’estensore dell’inventario. 1
Fin qui si tratta di una trafila storica ben nota, grazie soprattutto
alla prima ricostruzione di Mercati, e poi agli studi di Caterina Tristano e di Mario Manfredini sulla biblioteca del Parrasio. Ma si può, in
questo caso, risalire oltre.
Il Parrasio, nella sua vita irrequieta, aveva raccolto libri in molte
città d’Italia, come dimostrano le note di acquisto (con data, luogo e
prezzo) che si leggono su parecchi dei suoi manoscritti. 2 Ma in qualche caso non si trattò di regolari compravendite. Di recente Lucia
Gualdo Rosa ha riesumato e illustrato mediante nuovi documenti il
poco onorevole episodio del furto commesso dall’umanista, in partenza per il Sud Italia, nel febbraio &*&&, ai danni di un suo giovane
allievo e collaboratore veneziano, tal Vittore Falconio (Victor Falchonius). 3 Fra i beni sottratti vi erano una novantina di libri, e in particolare alcuni manoscritti greci, una dozzina dei quali il derubato elenca,
precisandone contenuto e qualche dettaglio codicologico, in una lettera inviata a Napoli, a Jacopo Sannazaro, con la speranza di poterli
recuperare. 4 Speranza risultata evidentemente vana, giacché i codici
1 Alla luce di quanto si dirà (infra, p. &&.), potrebbe corrispondere bene all’item « Certi
quinterni greci in carta de coyro desligati » ; cfr. BVc[gZY^c^ &.-*-&.-+, p. &+* (n° (&* =
Ig^hiVcd &.--, p. &.- (n° (%+. In BVc[gZY^c^ &.-*-&.-+, p. &.*! Vind. è elencato tra i
volumi del Parrasio, ma assenti dall’inventario (n° )+*) ; in Ig^hiVcd &.-- (almeno stando all’indice, p. ((., dove è registrato con la vecchia segnatura vindobonense, ak^^, ma
diversamente p. '(n#*') sembra presa in considerazione l’ipotesi di un’identificazione
con il n° '&- « Plato in carta de coyro », voce priva però della normale precisazione ‘greco’
(e appunto messa in relazione con un codice latino in BVc[gZY^c^ &.-*-&.-+, p. &*- [n°
''']).
2 Vedi in particolare Ig^hiVcd &.--, pp. ''-'*.
3 Il quale è probabilmente tutt’uno con quel Vettor Fausto (Victor Faustus) che succederà a Musuro, nel &*&-, nell’insegnamento del greco a Venezia e acquisterà fama in
seguito soprattutto come architetto navale al servizio della Serenissima ; cfr. KZcYgj"
hXdad '%%*.
4 <jVaYdGdhV '%%*. Per il testo della lettera (conservata nel Vind. Lat. .,(,e, f. &&), si
veda BVjgd &.+&, pp. )%,-)%- (e ).+-).,), da cui trascrivo (con un minimo ritocco) il passo rilevante, aggiungendo le identificazioni (cfr. infra, p. &&-, n. &) : « Volumina librorum
mihi fere nonaginta surripuit, quorum nonnulla, quibus ille maxime videbatur inhiare,
percensebo, Plutarchi scilicet vitas Graece scriptas [= Glasgow, Hunter )')], Aeschyli
tragoedias [= Neap. ^^ F '.], in Theocritum commentaria [= Vat. Barb. Gr. '&)], rarissimum Ioannis grammatici in Iliadem Commentarium, sexcentos, ut arbitror, abhinc
&&[VW^dkZcYgjhXdad
greci così censiti da Vittore Falconio si riconoscono quasi tutti, grazie
a esplicite note di possesso o ad altri indizi, fra i manoscritti del Parrasio oggi dispersi tra varie biblioteche d’Europa. 1
Ora, benché nell’elenco del Falconio (peraltro dichiaratamente parziale : « quorum nonnulla ... percensebo ») non figuri alcun codice platonico, e benché Vind. non presenti note di possesso del giovane veneziano, anch’esso deve aver seguito lo stesso avventuroso percorso. Per
dimostrarlo è necessario risalire indietro di un passo ancora, che è poi
quello decisivo ai nostri fini.
Infatti, uno dei codici certamente appartenuti al Falconio e a lui
sottratti, il Neapolitanus ^^9 &. ([Moschopulus], Sylloge vocum Atticarum), reca, oltre alle note di possesso di questi e del Parrasio, un terzo
ex libris, quello del veneziano Francesco Barbaro (« Istud dictionarium
est Francisci Barbari veneti »), 2 che, come è noto, prima che autorevole uomo politico, diplomatico e condottiero della Serenissima (inviato
fra l’altro anche qui a Udine, come luogotenente del Friuli), era stato
allievo di Guarino Veronese, entusiasta studioso di greco e raccoglitore di codici, già nel secondo decennio del ’)%%. 3 Ora, la biblioteca di
Francesco Barbaro, poi ereditata e accresciuta dai discendenti, subì in
effetti una prima dispersione nel periodo successivo al &).(, anno in
cui Ermolao, il grande umanista nipote di Francesco, morì, a Roma,
esule e in disgrazia. 4
Il Falconio dovette appunto riuscire a mettere le mani su un ‘lotto’
di libri uscito da casa Barbaro a Venezia, nel primo decennio del ’*%%.
Da quella collezione risultano infatti provenire, oltre al Neap. ^^9 &.,
diversi altri dei codici parrasiani identificati come appartenuti al giovane veneziano, i quali, pur non conservando dal canto loro esplicite
annos scriptum [= Cambridge, Trinity College, G. &+. ((], epistolarum volumen iustum
in membranis manu scriptis [= Neap. ^^^ 66 &)bis], Athenaeum integrum [= Par. Gr.
(%*+ 4], grammaticos complures adhuc non impressos [= Neap. ^^9 &., ^^9 '%], Theocriti
paraphrasim antiquissimumque contextum [ ?], Lucianum in membranis [= Neap.^^^66
)], Blemydem [ ?], Cyrillum [ ?] et reliqua impressa Graecorum volumina ; maior enim
meorum librorum pars Graeca est sicuti et studiorum ».
1 Cfr. supra, p. &&,, n. 4 e per le dimostrazioni KZcYgjhXdad '%%* e KZcYgjhXdad
'%%-.
2 Cfr. Ig^hiVcd &.--, p. '*- ; KZcYgjhXdad '%%-#
3 Si veda innanzitutto <jVaYd &.+) (con bibliografia).
4 Per la dispersione della biblioteca Barbaro, oltre a 9^aaZg &.+(, si veda Odgo^ &..+,
pp. (-&-(-, ; gli acquisti del Falconio, si noti, sembrano incompatibili con l’ipotesi di Zorzi
che solo un piccolo nucleo romano della biblioteca, costituito dai libri tenuti presso di
sé fino alla fine da Ermolao, sia andato disperso a quell’epoca, mentre il resto sarebbe
rimasto gelosamente conservato in famiglia, a Venezia, fino al mk^^^ secolo.
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&&.
note di possesso, si riconoscono però nel noto inventario della biblioteca Barbaro, pubblicato da Pearl Kibre e brillantemente identificato,
trent’anni dopo, da Diller. 1 La maggior parte di essi, in particolare,
si trovano concentrati in certe sezioncine finali e residuali di tale inventario, costituite per lo più di libri non rilegati e spesso mutili (« imperfectus », « sine principio », etc.), distinti fra pergamenacei (« in carta
bona ») e cartacei (« in papyro »). 2
Viene ora pertanto naturale collegare la voce « Alcibiades imperfectus » (n° &+,+), inclusa anch’essa nella penultima sezione dell’inventario Kibre, « Quinterni desligati in carta bona », con il nostro Vind., che
contiene l’Alcibiade I, l’Alcibiade II e null’altro, è pergamenaceo, mutilo
alla fine, tuttora con i fascicoli in disordine, 3 e che infine sappiamo
appartenuto anch’esso ad Aulo Giano Parrasio.
A immediata conferma dell’identificazione, tanto le epigrafi greche
3/$7:1 e SHULIXYVHZaDMQTUZYSRX (f. &r), quanto i titoli latini dei due
dialoghi « alcibiades primus » (f. &r) e « alcibiades secundus : d(e) kdid »
(f. )%r), come probabilmente i due Z? iniziali dei due dialoghi, si rivelano di mano di Vittore Falconio (IVk#^ab, 4 che fu pertanto anche in
questo caso, come era logico attendersi, il trait d’union tra la biblioteca
Barbaro e il Parrasio.
Si ricostruisce così un ulteriore segmento della storia del manoscritto,
ma soprattutto si attinge con ogni probabilità l’ambiente in cui situare,
almeno in parte, l’attività dotta di cui esso, come si è visto, è testimone.
Innanzitutto, infatti, sapendo che Vind. proviene da casa Barbaro
non è difficile riscontrare, grazie soprattutto ai recenti contributi pa1 @^WgZ &.(+, pp. '+--'., (l’inventario è tramandato, privo di intestazione, nel Vat. Lat.
()(+, di seguito a quello dei libri di Pico della Mirandola) ; 9^aaZg &.+(. Il citato Neap. ^^9
&., non identificato da Diller, corrisponde al n° &+*+ dell’inventario : « Collectio nominum
atticorum in imaginibus philostrati per Moscopulum ».
2 Cfr. @^WgZ &.(+, pp. '.+-'., ; per le identificazioni cfr. supra, p. &&, n. ). Della sezioncina « In papyro » (nn° &+,%-&+,&), passò probabilmente al Falconio il n° &+,& « Atheneus
et alia quaedam » [Par. Gr. (%*+ ?] ; della seguente « Quinterni desligati in carta bona » (nn°
&+,'-&+,,), certamente i nn° &+,' « Luciani dialogi nonnulli » [Neap. ^^^66 )], e &+,) « Ippocratis et Diogenis quaedam epistolae ... » [Neap. ^^^66 &)bis] ; della successiva e ultima
« In papyro quinterni » (&+,--&+.,), i nn° &+-' « De somniis sine principio » [Neap. ^^^: ()],
&+-, « Primum Schedon mostopuli imperfectum » [Neap. ^^9 '% ?], &+.& « Expositio quedam in theocritum » [Vat. Barb. Gr. '&)]. Al di fuori di queste sezioni restano di falconiani
solo il Neap. ^^9 &. (cfr. supra, n. &), e il n° &+&) « Ioannes grammaticus de istoria (sic pro
‘Iliade’ ? !) et expositio eiusdem in parte » [Cambridge, Trinity College, G. &+. ((].
3 Cfr. supra, p. &&&! n. '.
4 Specimina delle scritture greca e latina di Vittore Falconio in KZcYgjhXdad '%%*,
tavv#^!^^!^k.
&'%
[VW^dkZcYgjhXdad
leografici di Antonio Rollo, che la mano responsabile della diorthosis del
codice (v. supra, p. &&*) è proprio quella di Francesco Barbaro (IVkk#^^"
^^^), 1 a ulteriore documentazione di quella fervida operosità autenticamente ‘filologica’ dell’umanista, che lo stesso Rollo e Claudio Griggio
hanno già fatto intravedere, 2 e che meriterà adeguati approfondimenti.
Dalla ricerca di possibili indizi, nell’opera del Barbaro, per una datazione di questo lavorio, non ricavo che la menzione da lui fatta, in una
lettera a Santo Venier del giugno &)&,, di Socrate e Alcibiade tra gli
esempi insigni della positiva influenza esercitata dai filosofi sugli uomini politici. 3 Estendendo però l’indagine a Guarino, la cui « sinergia
culturale » col Barbaro in questi anni ha brillantemente iniziato a illustrare Rollo, 4 si trova un appiglio ben più significativo in un’epistola
a Ugo Mazzolato, da Venezia, del gennaio &)&+, dove è citato Platone
(« ut auctor est Plato »), per l’affermazione che Giove apprezzava di
più i sacrifici rari e frugali dei pii Spartani, che quelli più sontuosi degli
altri Greci, la quale rimanda evidentemente al peraltro non frequentatissimo Alcibiade II (&)-e(-&).c,). 5
Ma, prima che letto ed emendato, è a mio vedere probabile che
Francesco Barbaro stesso avesse anche direttamente commissionato il
nostro Vind. Il copista è infatti il medesimo, come mostra il raffronto
paleografico, che ha vergato due altri codici della biblioteca Barbaro,
entrambi membranacei ed entrambi contenenti la Ciropedia di Senofonte, il Leidensis 7#E#<. )- (IVk#^k, già segnalato da Diller e in cui
1 Specimina della grafia greca di Francesco Barbaro, oltre alla nota di possesso (del
Vind Suppl. Gr. (.) già riprodotta in 9^aaZg &.+(, pl. x.& e 7ZgcVgY^cZaad &.,., tav# ^^^c,
si trovano ora in Gdaad '%%+, tav# xv (cfr. pp. &%)-&%*) e Gdaad '%%*, tavv# k^"m!m^^ (cfr. pp.
')-'+e '%, n#&). Senza il paziente supporto a distanza di Antonio Rollo non avrei saputo
orientarmi fra le diverse varianti grafiche dei marginalia, tutte probabilmente da riportare a Francesco Barbaro, né nella differenziazione della mano di Barbaro da quella assai simile di Guarino. Per la mano greca di Guarino, vedi ora Gdaad '%%), tav# mk^^^ (cfr. p. **),
Gdaad '%%+, pp. .,-.., Gdaad '%%*, tav. k (cfr. pp. &' n. &, &., '% n. &), e cfr. :aZjiZg^!8V"
cVgi &..&, pp. &*)-&*+ (n° am^^).
2 Gdaad '%%+ ; Gdaad '%%* ; <g^\\^d '%%+.
3 <g^\\^d &..., pp. '-"(% (n° (, rr. '&-'( : « Quantum in Pericle Anaxagore Clazomenii,
in Alcibiade Socratis et in Thimoteo Isocratis preceptiones rem Atheniensem iuverint,
quis ignorat ? ». Il dato peraltro poteva anche essere desunto, per esempio, da 8dgcZa^d
CZediZ, Vita Alc. ', &.
4 Gdaad '%%*, in particolare p. &'.
5 HVWWVY^c^&.&*, p. .* (ep. )&, rr. ')-', : « Suscipe igitur hoc stipendium tuum quod
ne vile aut pusillum videatur, amplissimum certe in re minima velim animum contempleris, Iovem ipsum imitans qui, ut auctor est Plato, longe maius tenuia Lacedaemoniorum sacrificia quam reliquorum Graecorum sumptuosissima suscipiebat. Quam ob
rem ? propter egregiam illorum in rebus divinis pietatem cultum ac reverentiam ». Non è
possibile verificare su Vind. eventuali reazioni di lettori in margine al passo, dato che in
esso il testo dell’Alcibiade II si interrompe subito prima (cfr. supra, p. &&&!n. ').
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&'&
Griggio ha pure rilevato marginalia sia di Francesco che di Ermolao
Barbaro, 1 e il Vind. Suppl. Gr. *&, con note marginali di Francesco individuate da Rollo. 2 Deve trattarsi di uno scriba greco ‘di fiducia’ (per
quanto, dovremmo dire, non troppo ben riposta) del Barbaro, cui egli
commissionò più di una trascrizione.
Una conclusione che richiama da vicino quella cui è giunto di recente Rollo, avendo identificato in cinque altri codici del Barbaro e da lui
annotati, uno stesso copista greco, diverso però dal nostro, « che probabilmente lavorava a Venezia verso la fine del secondo decennio del
’)%% ». 3 E il cerchio si stringe, quando ci si accorge che a questo secondo copista vanno attribuiti anche i ff. +)-+* dello stesso Leid. 7#E#<.
)- appena citato (IVk# k), che il catalogo segnala suppliti da mano
diversa (a colmare un’ampia omissione dello scriba principale). 4
Tanto basta, credo, per concludere intanto che Vind. (insieme al
Leid. B.P.G. )- e al Vind. Suppl. *&) è stato copiato nel secondo decennio del ’)%%, 5 a Venezia, per Francesco Barbaro, cui si devono le attente cure testuali che ha in seguito ricevuto. Se poi vale l’analogia con
l’altro suo copista fisso, quello individuato da Rollo, che in almeno tre
casi si servì di modelli appartenenti a Guarino, si può ragionevolmente supporre che anche le correzioni e forse le peculiari annotazioni
esegetiche, che, come si è visto, dovevano caratterizzare l’antigrafo di
Vind., abbiano qualcosa a che fare con l’umanista veronese.
Il che confermerebbe, precisandola, a distanza appunto di quarant’anni, la diagnosi ‘umanistica’ di Carlini. 6
1 <g^\\^d '%%+. Devo ringraziare l’amico Griggio, oltre che per i preziosi stimoli e
consigli, per aver attirato la mia attenzione sul Leidensis e avermene messo a disposizione il microfilm.
2 Cfr. Gdaad '%%*, tav# m^^ (cfr. pp. '*-'+). Questa identificazione e l’altra da me proposta poco sotto nel testo hanno avuto l’approvazione di Antonio Rollo, che nuovamente
3 Gdaad '%%*, pp. '*-'+ e tavv# k^^"m^.
con piacere ringrazio.
4 YZBZn^Zg &.+*, pp. +*-++. La situazione è pertanto identica (salvo che il passo senofonteo omesso è diverso) a quella descritta da Gdaad '%%*, pp. '*-'+ e n. & p. '+, per il
Vind. Suppl. Gr. *&.
5 Sulle datazioni finora proposte per Vind., cfr. supra, p. &&&!n. '. Il Leidensis B.P.G. )è datato genericamente al mk secolo in YZBZn^Zg &.+*, pp. +*-++, il Vind. Suppl. Gr. *&
« &*. Jh. (Mitte) » in =jc\Zg!=Vcc^X` &..), pp. .*-.,.
6 Si osservi che la ricostruzione completa, delineata in queste pagine, delle vicende
di Vind. non lascia spazio per un ulteriore possessore, al quale, secondo un’ipotesi del
catalogo, andrebbe riferita la nota ,ZVKYIRX (sic), a f. ^^^v. Essa peraltro si legge, capovolta, sul verso di uno dei fogli di guardia cartacei anteriori, la cui associazione con il corpo
membranaceo del manoscritto è, quanto meno, posteriore all’inventario della biblioteca Barbaro (&).% ca.), dove, come si è visto, i fascicoli contenenti i due Alcibiadi erano
ancora « desligati ». Non escluderei che si tratti di un foglio riutilizzato come guardia di
&''
[VW^dkZcYgjhXdad
6YYZcYjb
Augusto Guida mi fa notare che gli scolî peculiari attestati dalle
interpolazioni di Vind. (supra, pp. &&("&&*), oltre a rivelare una finezza
esegetica e linguistica (l’uso del termine PRXVHLCRQ, l’espressione HLMa
WRXCWR DMQDYJNKa K^NHLQ che sembra riecheggiare Tht. &,%d&) difficilmente attribuibili a un umanista italiano del primo ’)%%, si possono
invece in qualche modo accostare ai marginalia del Crisolora alla Repubblica del Vat. Gr. ''+, incorporati poi nella traduzione latina redatta
dal Decembrio (cfr. <Zci^aZ '%%'b, in part. p. &+%! n° ), p. &+(! n° &').
Che anche le espansioni di Vind. provengano in ultima analisi, forse
proprio attraverso Guarino, da Manuele Crisolora è ipotesi affascinante e plausibile, anche se la speranza di trovarne conferma sul Par. Gr.
&-&&! appartenuto al maestro bizantino, va purtroppo delusa (cfr. <Zc"
i^aZ '%%'a, pp. )&*-)&+! n. )).
7^Wa^d\gV[^V
6WWVbdciZ! <jVaYd GdhV! Bjco^ '%%* = Giancarlo Abbamonte, Lucia
Gualdo Rosa, Luigi Munzi (eds.), Parrhasiana III. « Tocchi da huomini dotti ». Codici e stampati con postille di umanisti. Atti del ^^^ seminario di studi,
Roma, ',-'- settembre '%%', « AION. Annali dell’Università degli Studi di
Napoli “L’Orientale” », mmk^^, '%%*.
7ZgcVgY^cZaad &.,. = H^ak^d7ZgcVgY^cZaad, Autografi greci e greco-latini
in Occidente, Padova,XZYVb, &.,..
7gdX`bVcc &..' = 8]g^hi^Vc7gdX`bVcc, Die handschriftliche Überlieferung
von Platons Symposion, Wiesbaden, Reichert, &..' (« Serta Graeca », ').
8Vga^c^ &.+& = 6cidc^d8Vga^c^, I lemmi del Commento di Proclo all’Alcibiade
I e il codice W di Platone, « Studi Classici e Orientali », m, &.+&, pp. &,.-&-,.
8Vga^c^&.+( = 6cidc^d8Vga^c^, Studi sul testo della quarta tetralogia platonica, « Studi Italiani di Filologia Classica », n.s., mmm^k, &.+(, pp. &+.-&-..
8Vga^c^ &.+) = 6cidc^d 8Vga^c^, Platone. Alcibiade I, Alcibiade II, Ipparco,
Rivali, Torino, Boringhieri, &.+).
8j[Vad '%%, = Scholia Graeca in Platonem, ^, Scholia ad dialogos tetralogiarum
^"k^^ continens, a cura di Domenico Cufalo, Roma, Edizioni di Storia e letteratura '%%,.
Vind. quando già recava la nota, e nella fattispecie forse, data anche la forma del nome
(che altrimenti è sempre ¨,ZVKYI indeclinabile), del frontespizio vagante di un Giuseppe
Flavio (p.e. il parrasiano e carbonariano Neap. ^^^7 &., attualmente mutilo in principio ?).
Sul recto dello stesso foglio, si ricordi (cfr. supra, p. &&+, n. (), c’è la segnatura (« '. ») di San
Giovanni a Carbonara (e il titolo latino cinquecentesco « Platonis| Alcibiades primus|
de| Natura hominis| et| Alcibiades secu(n)dus| de| Voto »).
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&'(
9ZcnZg '%%& = C^X]daVh9ZcnZg, Plato. Alcibiades, Cambridge, Cambridge
University Press, '%%& (« Cambridge Greek and Latin Classics »).
9^aaZg &.+( = 6jWgZn9^aaZg, The Library of Francesco and Ermolao Barbaro,
« Italia medioevale e umanistica », k^, &.+(, pp. '*(-'+' (pl. m) (= Studies in
Greek Manuscript Tradition, Amsterdam, Hakkert, &.-(, pp. )',-)(,).
:aZjiZg^! 8VcVgi &..& = EVdad :aZjiZg^! EVja 8VcVgi, Scrittura greca
nell’Umanesimo italiano, Milano, Il Polifilo, &..& (« Documenti sulle Arti del
Libro », mk^).
GZci^aZ '%%'a = HZWVhi^Vcd<Zci^aZ, Marginalia umanistici e tradizione platonica, in Kincenzo Fera, Giacomo Ferraù, Silvia Rizzo (eds.), Talking to
the Text : Marginalia from Papyri to Print. Proceedings of a Conference Held
at Erice, '+ September-( October &..-, as the &'. Course of International
School for the Study of Written Records, Messina, Centro Interdipartimentale di Studi Umanistici, '%%' (« Percorsi dei Classici », )), pp. )%,-)('.
GZci^aZ '%%'b = HZWVhi^Vcd<Zci^aZ, Note sulla traduzione crisolorina della
Repubblica di Platone, in Giccardo Maisano, Antonio Rollo (eds.), Manuele
Crisolora e il ritorno del greco in Occidente. Atti del convegno internazionale
(Napoli, '+-'. giugno &..,), Napoli, Istituto Universitario Orientale, '%%',
pp. &*&-&,(.
<gZZcZ &.(- = Scholia Platonica contulerunt atque investigaverunt Fredericus
De Forest Allen, Ioannes Burnet, Carolus Pomeroy Parker. Omnia recognita prefatione indicibusque instructa edidit Guilielmus Chase Greene,
Haverfordiae in civitate Pennsylvaniae, Societas Philologica Americana,
&.(- (« Philological Monographs », -).
<g^\\^d &... = 8aVjY^d<g^\\^d, Francesco Barbaro. Epistolario, ^^, La raccolta canonica delle « Epistole », Firenze, Olschki, &....
<g^\\^d '%%+ = 8aVjY^d<g^\\^d, Senofonte, Francesco ed Ermolao Barbaro,
Alberti, « Filologia e Critica », mmm^!'%%+, pp. &+&"&,+.
<jVaYd &.+) = <ZgbVcd<jVaYd, Barbaro, Francesco, in Dizionario biografico
degli Italiani, k^, Roma, Istituto della Enciclopedia Italiana, &.+), pp. &%&-&%(.
<jVaYd GdhV '%%* = AjX^V <jVaYd GdhV, Un decennio avventuroso nella
biografia del Parrasio (&*%."&*&.) : alcune precisazioni e qualche interrogativo, in
6WWVbdciZ!<jVaYdGdhV!Bjco^ '%%*, pp. '*-(+.
<ji^ggZo &.++ = 9Vk^Y <ji^ggZo, La biblioteca di san Giovanni a Carbonara di Napoli, « Analecta Augustiniana », mm^m, &.++, pp. *.-'&'.
=jc\Zg &.*, = =ZgWZgi=jc\Zg, Katalog der griechischen Handschriften der
Österreichischen Nationalbibliothek, Supplementum Graecum, Wien, Notring
der wissenschaftlichen Verbände Österreichs, &.*, (« Biblos-Schriften »,
Band &*).
=jc\Zg! =Vcc^X` &..) = =ZgWZgi =jc\Zg, 8]g^hi^Vc =Vcc^X`, Katalog der griechischen Handschriften der Österreichischen Nationalbibliothek, Teil
), Supplementum Graecum, Wien, Hollinek, &..) (« Museion. Veröffentlichungen der Österreichischen Nationalbibliothek » - Vierte Reihe : « Veröffentlichungen der Handschriftensammlung », Erster Band).
&')
[VW^dkZcYgjhXdad
@^WgZ &.(+ = EZVga @^WgZ, The Library of Pico della Mirandola, New York,
Columbia University Press, &.(+.
@daaVg &,.% = 6YVb^;gVcX^hX^@daaVg^^ Ad Petri Lambeci Commentariorum
de Augustissima Bibliotheca Caesarea Vindobonensi libros VIII, Supplementorum
liber primus posthumus, Vindobonae, typis et sumpt. Joan. Thomae Nob. de
Trattnern, &,.%.
BVc[gZY^c^ &.-*-&.-+ = BVg^dBVc[gZY^c^, L’inventario della biblioteca del
Parrasio, « Rendiconti dell’Accademia di Archeologia, Lettere e Belle Arti di
Napoli », am, &.-*-&.-+, pp. &((-'%&.
BVjgd &.+& = 6a[gZYdBVjgd, Iacobo Sannazaro. Opere volgari, Bari, Laterza, &.+& (« Scrittori d’Italia », ''%).
BZgXVi^&.() = <^dkVcc^ BZgXVi^!De fatis bibliothecae monasterii S. Columbani Bobiensis et de codice ipso Vat. Lat. 5757, in M. Tulli Ciceronis De re publica
libri, e codice rescripto Vaticano Latino 5757 phototypice expressi, Prolegomena,
ex Bibliotheca Apostolica Vaticana, &.().
YZ BZn^Zg &.+* = Codices Bibliothecae Publicae Graecae, descripsit K. A. de
Meyier adiuvante E. HulshoffPol, Lugduni Batavorum, in Bibliotheca Universitatis Leidensis, &.+* (« Codices Manuscripti », k^^^).
Gdaad '%%) = 6cidc^dGdaad, Sulle tracce di Antonio Corbinelli, « Studi Medievali e Umanistici », ^^, '%%), pp. '*-.* (tavv#^"ma#
Gdaad '%%* = 6cidc^dGdaad, Dalla biblioteca di Guarino a quella di Francesco
Barbaro, « Studi Medievali e Umanistici », ^^^, '%%*, pp. .-'- (tavv#^"m^^#
Gdaad '%%+ = 6cidc^dGdaad, Mimetismo grafico alla scuola di Michele Crisolora, in Caterina Tristano, Marta Calleri, Leonardo Magionami (eds.), I
luoghi dello scrivere da Francesco Petrarca agli albori dell’età moderna. Atti del
Convegno internazionale di studio dell’Associazione Italiana dei Paleografi e Diplomatisti, Arezzo (--&& ottobre '%%(), Spoleto, Fondazione Centro
italiano di studi sull’alto medioevo, '%%+, pp. -*-&%- (tavv#^"mk^#
HVWWVY^c^&.&* = GZb^\^dHVWWVY^c^!Guarino Veronese. Epistolario, ^, Testo,
Venezia, Regia Deputazione veneta di storia patria, &.&* (« Miscellanea di
Storia Veneta », (.-).
Ig^hiVcd &.-- = 8ViZg^cV Ig^hiVcd, La biblioteca di un umanista calabrese :
Aulo Giano Parrasio, [Manziana], Vecchiarelli, [&.--].
KZcYgjhXdad '%%* = ;VW^dKZcYgjhXdad, Dall’ignoto Falconio all’immortal
Fausto, in 6WWVbdciZ!<jVaYdGdhV!Bjco^ '%%*, pp. (,-*%.
KZcYgjhXdad '%%- = ;VW^dKZcYgjhXdad, Tra Barbaro e Parrasio : i manoscritti greci di Vittore Falconio (alias Vettor Fausto), (in corso di stampa).
Odgo^ &..+ = BVg^cd Odgo^, I Barbaro e i libri, in Michela Marangoni,
Manlio Pastore Stocchi (eds.), Una famiglia veneziana nella storia : i Barbaro.
Atti del convegno di studi in occasione del quinto centenario della morte
dell’umanista Ermolao, Venezia, )-+ Novembre &..(, Venezia, Istituto Veneto di Scienze, Lettere ed Arti, &..+, pp. (+(-(.+.
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&'*
a
b
IVk#^#Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Suppl. Gr. **, ff. &r (a),
)%r (b).
&'+
[VW^dkZcYgjhXdad
IVk#^^#Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Suppl. Gr. **, f. *r.
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
&',
IVk#^^^#Wien, Österreichische Nationalbibliothek, Suppl. Gr. **, f. '-r.
&'-
[VW^dkZcYgjhXdad
IVk#^k#Leiden, Universiteitsbibliotheek, Bibl. Publ. Gr. )-, f. ,v.
a » VaX^W^VYZ Y^[gVcXZhXdWVgWVgd
IVk#k#Leiden, Universiteitsbibliotheek, Bibl. Publ. Gr. )-, f. +*v.
&'.