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2022
Il 16 luglio 1947 iniziò a Livorno un processo fondamentale per far luce sull'allora recente passato nazifascista della provincia. Nella gabbia degli imputati figuravano molte delle autorità "repubblichine" labroniche, chiamate a rispondere della condanna a morte per rappresaglia di un prigioniero comunista, Oberdan Chiesa. Costui però non era una figura qualsiasi. Nonostante la giovane età aveva alle spalle un passato da esule, volontario antifranchista in Spagna, prigioniero di guerra e confinato politico. Rientrato a Livorno in seguito alla caduta del fascismo, dopo l'8 settembre 1943 si era avvicinato alla nascente Resistenza livornese, venendo arrestato prima di assumere un incarico dirigente. Nonostante ciò, anche dopo l'esito del processo per individuare i colpevoli della sua morte, il ricordo della sua triste vicenda ci mise del tempo prima di affermarsi incontrastato e diventare il caso più esemplificativo della durezza della guerra civile combattuta tra il 1943 e il 1945 nella provincia di Livorno. Per quale motivo?
Nuovi Studi Livornesi
Review - G. Brunetti, Oberdan Chiesa. Un uomo, una vittima, un mito (Ets, 2022)2022 •
Emergenza Cultura. In difesa dell'articolo 9.
Cosenza, l'Angelo della storia sulle rovine degli uomini2018 •
L’uniforme grigiore delle rovine squadernate sotto quel cielo plumbeo mi ha riportato alla mente un quadro di Paul Klee, l’Angelus Novus, descritto in un famoso passo del filosofo tedesco Walter Benjamin. Ho capito che l’osservatore delle nostre macerie altri non era che l’Angelus Novus di Klee, la cui apparizione, sul palcoscenico del presente, viene spiegata da Benjamin in questo modo: “C’è un quadro di Klee che s’intitola Angelus Novus.
Studi e Materiali di Storia delle Religioni 88/2
Il caso di sant’Ardalione: note su un mimo martire2022 •
This essay aims to reconstruct for the first time the story of Saint Ardalion, a mime martyred between the third and the fourth century, through an overall analysis of the related sources published so far. Furthermore, it highlights the significant common elements between the story of Saint Ardalion and the hagiographic tradition of martyred mimes, which developed from the fifth century onwards
Rinascimento Italiano: Ottaviano Ubaldini della Carda. A cura di Agnese Vastano
Un umanista da riconsiderare: Ottaviano Ubaldini della Carda (1423-1498)2020 •
IT/ENG Ottaviano Ubaldini della Carda fu un protagonista fondamentale di quella celebre stagione del Rinascimento italiano che fu la Corte Urbinate di Federico da Montefeltro. Nato a Gubbio nel 1423, dall’unione tra il valoroso condottiero Bernardino della Carda e Aura da Montefel- tro1, Ottaviano fu fratello naturale del duca Federico e, per questo motivo, ricoprì un ruolo molto importante nella conduzione del Ducato di Urbino. Amante delle arti e delle scienze, egli fu protettore emerito di artisti e committente di opere d’arte, ma fu anche vittima di una precoce sfortuna critica a seguito di alcune invettive mosse nei suoi confronti da parte del cardinale Pietro Bembo, che lo accusò di aver scagliato un sortilegio sul nipote Guidobaldo rendendolo sterile, al fine di continuare a governare sul ducato di Urbino in assenza di eredi. Queste calunnie portarono Ottaviano ad una progressiva scomparsa dal panorama storico artistico rinascimentale, lasciando di lui un’immagine distorta e maligna. I suoi interessi per le scienze, per l’astrologia e per l’alchimia, spinsero infatti Bembo a delinearne un profilo ambiguo, ovvero quello di un grande mago, un potente negromante e uno stregone dedito alle arti nefande. É quindi emersa, negli ultimi anni, la necessità di fare chiarezza su chi fosse questo enigmatico personaggio, descritto dai suoi contemporanei come stimato umanista di grande cultura, affezionato al fratello, e così vicino al nip te da vendere tutti i beni degli Ubaldini per riscattarne la libertà, quando, nel 1497, fu preso prigioniero dagli Orsini. ENG. Ottaviano Ubaldini della Carda was a key figure in that celebrated period of the Italian Renaissance that flourished at the Court of Urbino fo Federico da Montefeltro. Born in Gubbio in 1423, from the marriage between the valiant military commander Bernardino della Carda and Aura da Montefeltro1, Ottaviano was Duke Federico’s brother and therefore played a very important role in governing the Duchy of Urbino. lover of the arts and sciences, he was a patron emeritus of artists and of works of art, but he was also the victim of some early damaging allegations made against him by Cardinal Pietro Bembo, who accused him of having cast a spell on his nephew Guidobaldo making him sterile, in order to continue to rule over the Duchy of Urbino in the absence of heirs. These slanderous accusations caused Ottaviano to progressively disappear from the historical and artistic scene of the Renaissance, leaving a distorted and maligned image of him. His interests in science, astrology and alchemy led Bembo to draw an ambiguous picture, namely that of a great wizard, a powerful necromancer and sorcerer dedicated to the dark arts. In recent years, scholars have felt the need to learn about this enigmatic figure who was described by his contemporaries as an esteemed humanist of vast culture, attached to his brother, and so close to his nephew that he sold all of the Ubaldini possessions to buy back his freedom, when, in 1497, he was taken prisoner by the Orsinis.
Il cardinale Carlo Oppizzoni tra Napoleone e l’Unità d’Italia. Atti del convegno – Bologna, 18-20 novembre 2013, a cura di Maurizio Tagliaferri (pp. 75-107)
Un cardinale nella tempesta. Carlo Oppizzoni e il ‘mito’ di Pio IX (1846-1849)2015 •
Con l'avvento al pontificato di Giovanni Maria Mastai Ferretti, papa Pio IX, si innescò un processo di affabulazione collettiva che successivamente verrà indicato come il “mito” di un papa liberale e nazionale. Le riforme concesse dal sovrano pontefice nei suoi stati, a cominciare dall'amnistia per i condannati politici promulgata nel luglio del 1846, produrranno un entusiasmo collettivo che investirà l'intera penisola italiana e il resto d'Europa, prolungandosi fino alla fuga del papa da Roma e alla riconquista degli Stati pontifici da parte dell'Austria e della Francia nel corso del 1849. A questo processo non furono estranei i titolari degli episcopati pontifici. Il presente contributo vuole indagare la reazione del cardinal Carlo Oppizzoni a questo generale moto che attraverserà come un filo rosso gli anni a cavallo del 1848. Seguendo le prese di posizione pubbliche dell'arcivescovo di Bologna, e dove possibile confrontandole con quelle private o riservate, si vuole fornire un quadro il più possibile completo per spiegare l'atteggiamento sostanzialmente passivo del capo dell'episcopato felsineo nel momento più critico della storia ottocentesca bolognese.
Arthur Drews fu studioso tedesco, esponente della scuola mitologica, che nega l'esistenza storica di Gesù, per cui il Gesù come ci è stato tramandato dai Vangeli e dalle Chiese Cristiane è un Mito. Ma lasciamo a lui la parola, presentando la traduzione (di G. M. Marischi), dal Capitolo 4°: THE SUFFERINGS OF THE MESSIAH pp 64-87 Il Mito del Messia Sofferente Lungi dal misconoscere l'importanza dei Miti nella Storia dell'Umanità, si è voluto riportare alla verità, o per lo meno alla verisimiglianza, storica il personaggio del Cristo, in quanto mai esistito. Dal tempo in cui scriveva Drews è passato circa un secolo, e molta strada ha fatto la concezione "mitologica", e l'analisi storica delle prime fasi del Cristianesimo, dal 2°, 3° secolo a.C. al 3° secolo d.C. E ciò anche in funzione della scoperta dei manoscrtitti del Mar Morto e dei Rotoli di Kumran, oltre che per tutta una nuova fase di esplorazioni archeologiche nei territori dell'antica Palestina, teatro degli episodi narrati nella Bibbia, che ci possono far dire oggi: la Bibbia non aveva ragione. Nelle più diverse religioni dell'area mediorientale, troviamo diffusa la credenza in un essere divino, Salvatore e Redentore, legata alla concezione di un Dio sofferente e morente. Questa idea di un Messia che soffre e muore non era affatto sconosciuta agli ebrei.
Saggio presente nel n. 10 del quaderno SULLETRACCE, edito dal Centro Studi di Storia e Cultura di Turi
Generi senza confini: la rappresentazione della realtà nel mondo antico
Fra teatro e oratoria: il mito di Busiride2018 •
Review of Politics
Edwin Carawan: Control of the Laws in the Ancient Democracy at Athens. (Baltimore, MD: Johns Hopkins University Press, 2020. Pp. xi, 308.)2024 •
From Collections to Museums: Collectors and Cultural Mediators in the Time of Feliks Jasieński. Varsovia-París-Torun: Polski Instytut Studiów nad Sztuką Świata-Acaémie Polonaise des Sciences-Tako Publishing House
House museums boosting cultural districts in the Belle Époque: The Calle Fortuny neighbourhood in Madrid and its European precedents2023 •
Revista Contribuciones a las Ciencias Sociales
The national question: imperialism and Lava Jato in the Brazilian economy2023 •
Developmental Medicine & Child Neurology
Efficacy of a knowledge translation approach in changing allied health professional knowledge of evidence-based assessment and interventions for children with cerebral palsy: the first 12 months2016 •
World Journal of Gastroenterology
Fibrinogen deficiency suppresses the development of early and delayed radiation enteropathyCreative Education
Information Visualization (IV) Application for Information Acquisition based on Visual Perception2012 •
Primeiro Congresso da REBRATS
PCDT Dependência à Nicotina no SUS: Implementando GRADE e alcançando consenso2019 •
2014 •
Indonesian Journal of Geography
Importance of Tropospheric Correction to C-band InSAR Measurements: Application in the 2018 Palu EarthquakeAmerican Journal of Health Behavior
A Structural Model of Alcohol Use Pathways Among Latino Youth2008 •