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PREMIO CIMITILE 1996 - 2020 STORIA , PERSONAGGI, IMMAGINI, PROSPET TIVE ST ORIA, PERSONAGGI, IMMAGINI, PROSPETTIVE a cura di Felice Napolitano Copyright © 2020 Guida Editori www.guidaeditori.it redazione@guida.it ”ƒϐ‹ ƒ‡†‹’ƒ‰‹ƒœ‹‘‡ǣ Doy Studio ‘–‘ǣ —‰Ž‹‡Ž‘‹‘‹•‹‘ Proprietà letteraria riservata Guida Editori srl Via Bisignano, 11 80121 Napoli Finito di stampare nel mese di Agosto 2020 da Tavolario Stampa srl per conto della Guida Editori srl 978-88-6866-635-4 ‡ˆ‘–‘ ‘’‹‡’‡”—•‘’‡”•‘ƒŽ‡†‡ŽŽ‡––‘”‡’‘••‘‘‡••‡”‡‡ˆˆ‡––—ƒ–‡‡‹Ž‹‹–‹†‡ŽͳͷΨ†‡Ž’”‡•‡–‡˜‘Ž—‡†‹‡–”‘’ƒ‰ƒ‡–‘ƒŽŽƒ•‹ƒ‡†‡Ž ‘’‡•‘’”‡˜‹•–‘†ƒŽŽǯƒ”–Ǥ͸ͺǡ ‘‹Ͷ‡ͷ†‡ŽŽƒŽ‡‰‰‡ʹʹƒ’”‹Ž‡ͳͻͶͳǤ͸͵͵Ǥ ‡ˆ‘–‘ ‘’‹‡†‹ ƒ”ƒ––‡”‡’”‘ˆ‡••‹‘ƒŽ‡ǡ‡ ‘‘‹ ‘‘ ‘‡” ‹ƒŽ‡‘ ‘—“—‡’‡”—•‘†‹˜‡”•‘†ƒ“—‡ŽŽ‘’‡”•‘ƒŽ‡’‘••‘ ‡••‡”‡‡ˆˆ‡––—ƒ–‡ƒ•‡‰—‹–‘†‹•’‡ ‹ϐ‹ ƒƒ—–‘”‹œœƒœ‹‘‡”‹Žƒ• ‹ƒ–ƒ†ƒ Ž‡ƒ”‡†‹ǡ‡–”‘‹ ‡œ‡‡—–‘”‹œœƒœ‹‘‹’‡”Ž‡‹’”‘Ǧ †—œ‹‘‹†‹–‘”‹ƒŽ‹ǡ ‘”•‘†‹‘”–ƒ‘ƒƒͳͲͺǡʹͲͳʹʹ‹Žƒ‘‡Ǧƒ‹Žƒ—–‘”‹œœƒǦœ‹‘‹̷ Ž‡ƒ”‡†‹Ǥ‘”‰‡•‹–‘ web www.clearedi.org ƒ˜‡–‹ ‹“—‡•‹ƒ‡†‹œ‹‘‡†‡Ž”‡‹‘‹‹–‹Ž‡•‹•˜‘Ž‰‡ ‘‹Ž ‘–”‹„—–‘†‹‡‰‹‘‡ƒ’ƒ‹ƒǡ‹––‡–”‘’‘Ž‹–ƒƒ†‹ ƒ’‘Ž‹ǡ‘—‡†‹‹‹–‹Ž‡ǡ••‘ ‹ƒœ‹‘‡„‹‡––‹˜‘ ‹ŽŽ‡‹‘ǡƒ˜‘Žƒ”‹‘–ƒ’ƒǡ‹˜‡”•‹––‡Ž‡ƒ–‹ ƒ‡‰ƒ•‘ǡǤǤ Ǥ ‡ƒ’‘Ž‹–ƒ‘ƒ•‡Ǥ       ‘‹Ž’ƒ–”‘ ‹‹‘†‹ǣ ”‡•‹†‡œƒ†‡Ž‘•‹‰Ž‹‘†‡‹‹‹•–”‹Ǧ‹‹•–‡”‘†‡‹‡‹‡†‡ŽŽ‡––‹˜‹–—Ž–—”ƒŽ‹‡†‡Ž—”‹•‘ ‡‰‹‘‡ƒ’ƒ‹ƒǦ‹––‡–”‘’‘Ž‹–ƒƒ†‹ƒ’‘Ž‹Ǧ‘—‡†‹‹‹–‹Ž‡ ••‘ ‹ƒœ‹‘‡„‹‡––‹˜‘ ‹ŽŽ‡‹‘Ǧ—”‹ƒ‡• ‘˜‹Ž‡†‡ŽŽƒ‹‘ ‡•‹†‹‘ŽƒǦƒ˜‘Žƒ”‹‘–ƒ’ƒ ƒ••‡‰ƒŽ‡––‡”ƒ”‹ƒƒœ‹‘ƒŽ‡†‡ŽŽ‡‘’‡”‡‹‡†‹–‡‡†‡ŽŽ‡‘˜‹–Ž‹„”ƒ”‹‡ ”‡‹‘ƒŽŽƒ‹‰Ž‹‘”‡‘’‡”ƒ‹‡†‹–ƒ†‹ƒ””ƒ–‹˜ƒ ‘Dz Žƒ’ƒ‹Ž‡†ǯƒ”‰‡–‘dz ‡’—„„Ž‹ ƒœ‹‘‡’”‡••‘ —‹†ƒ†‹–‘”‹Ǧƒ’‘Ž‹ ”‡‹‘ƒŽŽ‡‹‰Ž‹‘”‹‘’‡”‡‡†‹–‡’‡”Žƒƒ””ƒ–‹˜ƒǡŽƒ•ƒ‰‰‹•–‹ ƒ‡Žǯƒ––—ƒŽ‹– ”‡‹‘ƒŽŽƒ‹‰Ž‹‘”‡‘’‡”ƒ‡†‹–ƒ†‹” Š‡‘Ž‘‰‹ƒ‡ —Ž–—”ƒƒ”–‹•–‹ ƒ‹‡–’ƒŽ‡‘ ”‹•–‹ƒƒ‡ƒŽ–‘‡†‹‡˜ƒŽ‡ ”‡‹‘ ‹‘”ƒŽ‹•‘Dz–‘‹‘ƒ˜‡Ždz ”‡‹‘’‡ ‹ƒŽ‡ NOLA ALL’ALBA DELLE BASILICHE PALEOCRISTIANE DI CIMITILE di Mario Cesarano Oggetto del presente contributo è la ricostruzione del contesto storico riguardante la città di Nola e il suo territorio all’alba delle basiliche paleocristiane di Cimitile, vale a dire tra i secoli III e VI d.C., alla luce delle evidenze archeologiche, che possono in alcuni casi dar riscontro a quanto noto dalle fonti storico-letterarie, in altri mostrarne le incongruenze, ma in ogni caso arricchire il bagaglio di informazioni a disposizione degli studiosi che, messe insieme, consentono di progredire nella comprensione di un’epoca tra le più complesse della storia, nella quale si consuma la transizione tra il mondo antico e il medioevo. 1. Il suburbio di Nola Che il luogo nel quale sorgono le basiliche ricada nel territorio amministrato dalla città di Nola, in età romana ager Nolanus, ci è ben noto dagli scritti di Paolino di Nola e dalla ricca messe di iscrizioni che ivi, in originario impiego o riutilizzate, riferiscono di personaggi della comunità nolana. Il toponimo Coemeterium, evolutosi nel tempo in Cimitile, si deve alla destinazione funeraria del luogo, attestata dalle scoperte archeologiche a partire almeno dal II-III secolo d.C.1. Non ° ’‡”Ö ‹†‹ ƒ–‘ •—ŽŽƒ ƒ”–‘‰”ƒϐ‹ƒ ƒ–‹ ƒ ‘‡˜ƒ ƒ noi nota e compare per la prima volta nell’838 nel testo del Chronicon Sanctae Sophiae nella Fig. 1. Nola, località Muraglia: antiche mura romane. versione Cimitiro2. L’area è a nord di Nola, ad una distanza di circa 1300 metri dalle mura urbiche3ȋϐ‹‰ǤͳȌǡ Š‡ ‹‰‘‘Žƒ ‹––ƒŽ‡‘ƒ’ƒ”–‹”‡†ƒŽŽƒ ‘“—‹•–ƒ”‘ƒƒ•— ‡••‹˜ƒƒŽbellum socialeǡ Žƒ ‰—‡””ƒ Š‡ –”ƒ ͻͳ ‡ ͺͺ ƒǤǤ ‘ƒ ‘„ƒ––± ‘–”‘ Ž‡ ’‘’‘Žƒœ‹‘‹ ‹–ƒŽ‹ Š‡Ǥ ‘ ƒ„„‹ƒ‘ †ƒ–‹ •—ˆϐ‹ ‹‡–‹ ’‡” ‘ Ž—†‡”‡ Š‡ ‹Ž ‘ϐ‹‡ †‡ŽŽƒ ‹–– •‡‰ƒ–‘ †ƒŽŽ‡ —”ƒ †‹ ‡– ”‘ƒƒ ‘‹ ‹†ƒ ‘ “—‡ŽŽ‘ †‡ŽŽ‡ ‡– ’”‡ ‡†‡–‹ǡ ƒ ‹ tale direzione paiono indirizzare alcune evidenze archeologiche, come i resti di muri e pavimenti in cocciopesto al di ćĆēĎĘęĆ 2003. ćĆēĎĘęĆ 2003, p. 577. 3 Se ne conserva un tratto di quasi 200 m nella località che per la loro presenza è detta “Muraglia”, forse per prestito dalla lingua spagnola durante il vicereame nel XVII secolo. 1 2 55 Mario Cesarano •‘––‘†‡‹Ž‹˜‡ŽŽ‹†‹ ƒŽ’‡•–‹‘†‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘ȋϐ‹‰ǤʹȌǡ che sfrutta le mura come sostruzioni, che potreb- bero appartenere a domus urbane, indiziando, dunque, l’estensione del centro abitato già in età ’”‡”‘ƒƒ ϐ‹‘ ƒŽ ƒ”‰‹‡ •‡‰ƒ–‘ †ƒŽŽ‡ —”ƒ di I secolo a.C., e come il fatto che il limite della necropoli individuata a nord sia sempre lo stesso, ad una distanza di circa 50 m dalle mura romane, tra la seconda metà dell’VIII secolo a.C., momento ‹ —‹•‹”‹–‹‡‡ Š‡•‹ ‘ϐ‹‰—”‹‹Ž ‡–”‘ƒ„‹–ƒ–‘ǡ e il III-IV secolo d.C. Dai dati forniti dall’evidenza archeologica sembra ricavarsi che questo spazio destinato al seppellimento dei morti costituisca un’unica ampia necropoli, che si estende a nord ‹‰ǤʹǤ‘Žƒǡƒϐ‹–‡ƒ–”‘ǣ”‡•–‹†‹domus sannitica al di sotto della pavimentazione di uno degli ingressi. ’‡”—ƒŽ—‰Š‡œœƒ†‹ ‹” ƒ͵ͲͲ‡–”‹ϐ‹‘ƒŽƒ„‹re l’odierno tracciato dell’autostrada Napoli-Avel- lino-Bari, oltre il quale i rinvenimenti di sepolture risultano isolati. Tra questa estremità e l’area fu- nebre su cui sorgerà il complesso basilicale paleocristiano corrono, dunque, circa 900 metri, sì da avvalorare la proposta di non considerare i sepolcri cimitilesi all’interno della necropoli a nord della città, ma di circoscriverne l’uso agli abitanti di villae suburbane e fattorie comprese in un distretto rurale annesso alla città, forse quel vicus menzionato da Paolino di Nola nel carmen natalicium del 4044, nel quale dovevano forse essere le ville documentate in via Morelli5, in via Sant’Elena6, in vico Nutrice e in via Manzoni, evidentemente impiantate e cresciute nello spazio a nord della necropoli di Nola in rapporto alle divisioni centuriali di cui l’ager Nolanus è stato fatto oggetto più volte tra il III secolo a.C. e la piena età imperiale, una delle quali doveva avere un decumano, ovvero l’asse orientato est-ovest, coincidente oggi col Corso Umberto di Cimitile, e in relazione alla quale devono essere stati distribuiti nel territorio tra Cimitile e Nola anche le proprietà terriere che Paolino ricorda irrigate dalle acque del Clanis provenienti dai monti della vicina cittadina di Abella7. La feracità della campagna nolana favorisce un numero considerevole di insediamenti fuori dalle mura cittadine, non solo nella forma della villa, ma anche in quella di pagi ossia di veri e propri abitati rurali, la cui esistenza ci è ben nota †ƒŽŽ‡ˆ‘–‹‡’‹‰”ƒϐ‹ Š‡’”‘’”‹‘’‡”‹•‡ ‘Ž‹‹ —‹•‹ƒ˜˜‹ƒŽƒˆ‘”ƒœ‹‘‡†‡Ž ‘’Ž‡••‘„ƒ•‹Ž‹ ƒŽ‡ ‹‹–‹Ž‡•‡ǡ–”ƒ‹Ž ‡‹Ž  d.C. L’analisi dei nomi (Apollinaris, Salutaris, Laurinius, Lanita, Capriculanus, Agrifanus e MyttianusȌˆƒ•—’’‘””‡ Š‡•‹ƒ‘ sorti a partire dall’arrivo dei primi coloni romani dopo la già citata guerra sociale, che alcuni di essi abbiano un legame Paul. Nol. carm. 28, 62-66, 88-89. ĎěĆĉĎĊ et alii 1998, pp. 73-74; ćĆēĎĘęĆ 2003, pp. 60-63. 6 ćĆēĎĘęĆ 2003, pp. 62-63, 66-67. 7 La presenza nel territorio di Cimitile di insediamenti umani almeno a partire dal IV secolo a.C. è indiziata dall’esistenza di un santuario, distrutto nel corso del I secolo a.C., che si è ipotizzato consacrato ad Ercole, perché vi si è rinvenuta una statuina di bronzo dell’eroe vestito di pelle leonina, i cui resti sono emersi durante i lavori di costruzione di edilizia scolastica in via Guadagni, a circa 300 metri a nord-est dell’area delle basiliche (ĎěĆĉĎĊ et aliiͳͻͻͺǡ’’Ǥ͵ͻǦͺ͸ȌǤ‡”Žǯ‡˜‘Ž—œ‹‘‡†‡ŽŽǯ‹•‡†‹ƒ‡–‘—ƒ‘‡ŽŽǯƒ”‡ƒ†‡ŽŽ‡„ƒ•‹Ž‹ Š‡†‹‹‹–‹Ž‡ ˆ”ǤćĆēĎĘęĆʹͲͲ͵ǢĊĘĆėĆēĔ 2018, pp. 25-26. Per il ripristino dell’acquedotto del Clanis cfr. Paul. Nol., carm. 21, 717. 4 5 56 Nola all’alba delle Basiliche con contesti santuariali e altri una vocazione prettamente agricolo-pastorale8, ma allo stato attuale delle conoscenze è impossibile collocarli nello spazio9. I pagi Lanita, Capriculanus, Agrifanus e Myttianus, considerato che nello stesso momento, intorno al 264 d.C., compiono un atto di omaggio, pressoché identico nella forma della dedica di una statua, i primi tre all’imperatore Gallieno Augusto Parthicus Maximus e l’ultimo a sua moglie Salonina Augusta, è probabile che abbiano costituito un grande latifondo di proprietà imperiale10. Villae, vici e pagi sono legati alla città intesa sia come entità amministrativa che come fenomeno sociale e culturale, ne fanno parte: il proprietario della villa, il dominus, è membro della comunità cittadina e divide il suo tempo tra la città e la dimora extraurbana, impreziosita di nobili ambienti residenziali; gli abitanti dei villaggi rurali pongono dediche ai loro benefattori o patroni nel cuore dello spazio urbano. La conversione dell’area funeraria di Cimitile in luogo di culto cristiano avviene a seguito del seppellimento in un anno imprecisato della seconda metà del III secolo d.C. del defunto Felice, presbitero del clero nolano, a poca distanza da uno dei mausolei funebri già esistenti. Sommamente amato dalla già ben costituita comunità cristiana di Nola, dopo la morte Felice viene da subito venerato come un santo e cominciano ad addensarsi sepolture sub divo intorno alla sua tomba, che †‹˜‡–ƒ— Ž‡‘†‡Ž —Ž–‘ ”‹•–‹ƒ‘‡ˆ—Ž ”‘†‡ŽŽƒ’”‹ƒ„ƒ•‹Ž‹ ƒǡ†‘’‘ Š‡Žǯ‡†‹––‘†‡ŽŽǯ‹’‡”ƒ–‘”‡ ƒŽ‡”‹‘‡Ž͵ͳͳ’‘‡ϐ‹‡ alle persecuzioni e concede ai cristiani di professare liberamente la loro fede, spianando la strada alle disposizioni dettate a Milano nel 313 dagli Augusti Costantino e Licinio. Da questo momento, dunque, il sito di Cimitile si sviluppa come luogo del culto cristiano senza abbandonare la sua funzione di necropoli, che però è ora aperta non solo alle sepolture di quanti abitano gli insediamenti viciniori, ma di tutti quelli che lo vogliono, provenienti da Nola e non solo. 2. Nola e le trasformazioni del III secolo d.C. Tutto questo accade in anni per i quali la ricerca storica registra importanti cambiamenti sociali, politici ed economici. —Žϐ‹‹”‡†‡Ž •‡ ‘Ž‘†ǤǤ•‘––‘Žƒ‰—‹†ƒ†‹‹‘ Ž‡œ‹ƒ‘ǡ’”‹ ‹’‡–”ƒ‹ŽʹͺͶ‡‹Ž͵ͲͷǡŽǯ‹’‡”‘†‹˜‡–ƒ—ƒ–‡–”ƒ” Š‹ƒǡ ‘‹Ž potere supremo diviso tra due Augusti, l’uno a capo dell’Occidente e l’altro a capo dell’Oriente, rispettivamente coadiuvati da due Cesari. Roma viene privata del suo ruolo di capitale, che viene assegnato alle città di Milano e Treviri in Occidente e di Sirmio e Nicomedia in Oriente, a ragione della loro vicinanza alle frontiere, che vanno facendosi sempre più insta„‹Ž‹‡‡ ‡••‹–ƒ‘ǡ’‡”“—‡•–‘ǡ†‹— ‘–”‘ŽŽ‘’‹î‡ˆϐ‹ ‹‡–‡‡†‹”‡––‘ǤŽ—‘˜‘‘”†‹ƒ‡–‘•‡‰—‡—ƒ”‹‘”‰ƒ‹œœƒœ‹‘‡ dell’amministrazione dell’impero, non più diviso nella ripartizione provinciale storica, ma ripartito in quattro diocesi, comprendenti nuove centoundici province. La Campania ne è una della diocesi italiciana, i cui cittadini vanno perdendo “—‡‹’”‹˜‹Ž‡‰‹ǡ•‘’”ƒ––—––‘•—Ž’‹ƒ‘ϐ‹• ƒŽ‡ǡ Š‡’‡”–ƒ–‘–‡’‘Ž‹Šƒ‘†‹•–‹–‹†ƒ–—––‹“—ƒ–‹‰Ž‹ƒŽ–”‹ ‹––ƒ†‹‹†‡ŽŽǯ‹pero. La provincializzazione punta a traghettare la diocesi fuori dalla crisi, che ha colpito tutto l’impero nel corso della seconda metà del III secolo e che sembra non aver risparmiato la Campania. Per l’area nolana non possediamo, purtroppo, dati espliciti che mostrino gli effetti di questa crisi, ma registriamo una •‡”‹‡†‹‹†‹œ‹†‹—’ƒ••ƒ‰‰‹‘†ƒ—‘‡–‘†‹„‡‡••‡”‡ƒ—‘†‹†‹ˆϐ‹ ‘Ž–Ǥ ĆĒĔĉĊĈĆ 2001, 413-433, in particolare nota 24; ĆėĒĆ 2009, pp. 133-143. Per ipotesi sulla localizzazione del Pagus Apollinaris cfr. ćĆēĎĘęĆʹͲͲ͵ǡ’’ǤͳͺǡͺͳǦͺʹǡ‘–ƒʹʹ͵ ‘’”‡ ‡†‡–‡„‹„Ž‹‘‰”ƒϐ‹ƒ•—ŽŽǯƒ”‰‘‡–‘Ǥ—ŽŽǯ‹’‘tesi che dal nome del pagus Apollinaris possa derivare quella dell’odierna cittadina di Pollena cfr. ĆėĒĆ 2009, p. 139. 10 ĆĒĔĉĊĈĆ 2001, p. 427; ĆĒĔĉĊĈĆ 2007, p. 156. 8 9 57 Mario Cesarano ƒŽŽƒ †‘ —‡–ƒœ‹‘‡ ‡’‹‰”ƒϐ‹ ƒ ”‹ ƒ- viamo che nella prima parte del secolo la città e il suo territorio consentono ancora di accumulare patrimoni tali da portare alcuni degli esponenti delle sue più insigni famiglie alle supreme cariche istituzionali dell’impero. È il caso del senatore Lucius Claudius Polio Iulius Iulianus Gallicanus, che adisce il consolato e viene onorato dai Nolani, tra i quali sono anche suoi liberti, come patrono della città e constitutor forse del teatro, cioè colui che nella prima metà del III secolo d.C. ne avrebbe sostenuto le spese di Fig. 3. Somma Vesuviana, Villa “Augustea”: parete di fondo dell’esedra con decorazione di stucchi colorati. restauro. È il caso del senatore Cneus Petronius Probatus Iunior Iustus, che tocca l’apice della sua carriera come legatus Augusti in Africa nel 230-235, e anche dei suoi familiari, il senatore Lucius Publilius Probatus, console nel 250, a cui l’assemblea nolana dedica una statua tra il 251 e il 270, e il senatore Publilius Felix, consolare nel 265-27011. Sicuramente la felicitas della vicina Vesevo ora iugo, con cui Virgilio nelle Georgiche si riferisce alla campagna nolana12, riecheggia nella monumentalità dell’insediamento ad oggi parzialmente portato alla luce in località Starza della Regina nell’odierna cittadina di Somma Vesuviana, creduto erroneamente, durante i primi scavi negli anni trenta del XX secolo, la villa della gens Octavia in Fig. 4. Somma Vesuviana, Villa “Augustea”: statua di Dioniso. Fig. 5. Somma Vesuviana, Villa “Augustea”: statua femminile panneggiata. 11 Per i senatori di provenienza nolana citati in questo contesto cfr. ĆĒĔĉĊĈĆʹͲͲͺǡ’’ǤʹʹͳǦʹ͹͵ǡ ‘–—––‹‹”‹ˆ‡”‹‡–‹ƒŽŽ‡‡†‹œ‹‘‹†‹‡’‹‰”ƒϐ‹‡”‡Žƒ–‹˜ƒ „‹„Ž‹‘‰”ƒϐ‹ƒǤƒ†‹•ƒ‹ƒ•—–—––‹•‡ƒ–‘”‹‘–‹†ƒ‘Žƒ’‡”Žǯ‡–”‘ƒƒ°‹ĆĒĔĉĊĈĆ 2012, 296-328. 12 Verg., Georg. 2, 224. 58 Nola all’alba delle Basiliche cui apud Nolam13 morì Augusto14. Le indagini condotte a partire dal 2002 da un’equipe di archeologi guidati dall’Università di Tokyo rivelano che sono solo una parte delle prime fasi di un insediamento, molto probabilmente una villa, che viene impiantato nella seconda metà del II secolo d.C. e che è oggetto di importanti interventi di restyling agli inizi del III: l’esedra, la cui parete di fondo è sfondata da un grande ingresso dotato di un timpano decorato da meravigliosi stucchi colorati ‘ ‡Ž‡‡–‹ †‡Ž —Ž–‘ †‹‘‹•‹ƒ ‘ ȋϐ‹‰Ǥ ͵Ȍǡ †ƒŽŽƒ “—ƒŽ‡ si dipartono le pareti rivestite di affreschi e dotate di nicchie, che ospitavano le statue marmoree di Dioniso ȋϐ‹‰ǤͶȌ‡†‹—ƒϐ‹‰—”ƒˆ‡‹‹Ž‡’ƒ‡‰‰‹ƒ–ƒȋϐ‹‰ǤͷȌǢŽ‡ Fig. 6. Somma Vesuviana, Villa “Augustea”: ipotesi ricostruttiva. colonne di marmo africano sormontate da capitelli corinzi, anch’essi di marmo, funzionali a formare propilei prospettanti panoramicamente sulla piana sottostante; i grandi pilastri quadripartiti realizzati con grossi bloc- chi di tufo locale, che vanno ad addossarsi in un certo momento alle preesistenti pareti dell’esedra per sostenere volte stuccate tra il grande portale e il colonnato ȋϐ‹‰Ǥ͸ȌǢŽ‡ƒ„•‹†‹•—ŽŽƒ–‘‡•–ǡŽǯ—ƒ†‡ ‘”ƒ–ƒ‡Ž ƒ–‹‘ †ƒ—–‹ƒ•‘ƒ”‹‘ȋϐ‹‰Ǥ͹Ȍ15 e l’altra con la riproduzione di un velario e dotata di un pavimento in opus mixtum, con tessere bianche e nere intorno a un riquadro di formelle di marmo. Fig. 7. Somma Vesuviana, Villa “Augustea”: catino absidale con thiasos marino. ƒ ‡ŽŽƒ †‘ —‡–ƒœ‹‘‡ ‡’‹‰”ƒϐ‹ ƒǡ ‡ ˆ‘”•‡ ƒ Š‡ ‹ quella archeologica, potrebbero raccogliersi indizi del- la non estraneità dell’ager Nolanus alla crisi economica che si abbatte sull’impero nel corso della seconda metà del III secolo d.C. Fin dall’età repubblicana la società urbana romana si regge sulla partecipazione attiva di tutti coloro che sono in possesso della civitas, ovvero del pieno titolo di cittadinanza, alla vita politica, agli obblighi militari, alle cerimonie religiose e ad ogni altra manifestazione pubblica in una sorta di liturgia urbana, funzionale a favorire l’elaborazione di una condivisa identità sociale, politica e culturale. Tra i momenti più caratterizzanti di questa liturgia si collocano gli spectacula‘‰‹‘ Š‹‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘‡‹ludi scaenici che si svolgono nel teatro, luoghi dove nell’occupazione dei posti sulle gradinate si riproduce la piramide sociale, che nel secondo caso culmina nella rappresentazione della famiglia imperiale Tac., Ann. 4, 57. ĔĞĆČĎǦēČĊđĊđđĎʹͲͳ͵ǡ’’Ǥͳ͹ͳǦʹͲʹ ‘„‹„Ž‹‘‰”ƒϐ‹ƒ’”‡ ‡†‡–‡Ǥ 15 ĊĎĒĔēĊǦĔĞĆČĎ 2010, pp. 583-593. 13 14 59 Mario Cesarano nelle nicchie della scaenae frons16. Molto del funzionamento di questa liturgia si regge sulla contribuzione di somme di denaro, nella forma di onerosi obblighi legati alle cariche istituzionali o di atti di evergetismo, da parte delle élites urbane, tant’è che la crisi e la progressiva scomparsa di questa classe di famiglie emergenti determineranno nei decenni ϐ‹ƒŽ‹†‡ŽŽǯ‹’‡”‘‹Ž ”‘ŽŽ‘•–‡••‘†‡ŽŽ‡ ‹––ǡ‡ŽŽǯƒ cezione consona al mondo classico17. Così apprendiamo da alcune iscrizioni che il notabile locale Pollio Iulius Clementianus, vissuto nel IV ‹‰ǤͺǤ‘Žƒǣƒ’‘‰”ƒˆ‘†‡ŽŽǯ‹• ”‹œ‹‘‡†‹‡–ϐŽƒ˜‹ƒ’”‘˜‡‹‡–‡†ƒ˜‹ƒ‘Ž˜‡”‹‡”ƒǤ 56. secolo inoltrato, viene onorato con statue e acclamato in qualità di patrono e di persona mirabilis per i numerosi atti compiuti a favore della città e dei suoi ‘ ‹––ƒ†‹‹ ‡•’”‡••ƒ‡–‡ ˜‡”•ƒ–‹ ‹ ‰”ƒ˜‹ †‹ˆϐ‹- coltà economiche, come desumibile dall’espressione ordo fessus, con cui sembra potersi indicare l’assemblea cittadina ’”‹˜ƒ†‹”‹•‘”•‡ϐ‹ƒœ‹ƒ”‹‡18. In particolare è menzionato come: redonator‘˜˜‡”‘’”‘‘–‘”‡‡ϐ‹ƒœ‹ƒ–‘”‡†‡Ž”‹’”‹•–‹‘ di un’importante strada pubblica; recreator‘˜˜‡”‘ ‘Ž—‹ Š‡ˆƒ˜‘”‹• ‡Žƒ”‹’”‡•ƒ†‡‹‰‹‘ Š‹‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘ǡ‘˜˜‹ƒ‡–‡ ‘ l’investimento di grosse somme di denaro; subventor civium necessitatis aurariae ovvero colui che soccorre i cittadini nel ’ƒ‰ƒ‡–‘†‹‹’‘•–‡ƒŽϐ‹• ‘‹’‡”‹ƒŽ‡Ǥƒƒ ƒ–ƒƒ—–‡œ‹‘‡†‹—ǯ‹’‘”–ƒ–‡ƒ••‡˜‹ƒ”‹‘ǡ ‘Žƒ•—ƒ ‘•‡‰—‡–‡ dismissione, l’interruzione degli spettacoli gladiatorii, sì intrinseci al funzionamento della vita sociale di una città romana, e il forte indebitamento della città, possono essere le conseguenze di una forte crisi economica e sociale. Un ulteriore indizio, forse più una suggestione, potrebbe ricavarsi dalla vicenda di una villa rustica parzialmente portata alla luce sulla collina dell’odierna Visciano, anch’essa compresa nell’ager Nolanus, chiaramente connessa alla conduzione di attività agricole e pastorali, che nel pieno III secolo d.C. a seguito di un disastroso incendio viene abbandonata, forse proprio per l’impossibilità da parte dei proprietari di affrontarne le spese di ricostruzione nel quadro di una contingenza economica non favorevole19. Come in negativo, potrebbe illustrarci la crisi anche il riutilizzo in contesti databili tra III e IV secolo d.C. di frammenti di Žƒ•–”‡†‹ƒ”‘ϐ‹‡‡–‡†‡ ‘”ƒ–‡‡”‡ ƒ–‹‹• ”‹œ‹‘‹ǡ ƒ˜ƒ–‡†ƒ‡†‹ϐ‹ ‹ Š‡Šƒ‘ ‘‘• ‹—–‘—’”‡ ‡†‡–‡‘‡–‘ †‹•’Ž‡†‘”‡Ǥ‘•¿ǡƒ—‘—‡–‘‘‘”ƒ”‹‘‘ƒ—‡†‹ϐ‹ ‹‘ˆ—‡”ƒ”‹‘†‹‘’‘ ƒ‹’‘”–ƒœƒ†‘˜‡˜ƒƒ’’ƒ”–‡‡”‡‹Ž ˆ”ƒ‡–‘†‹Žƒ•–”ƒ†‹ƒ”‘ǡ”‡ ƒ–‡’ƒ”–‡†‹—ǯ‹• ”‹œ‹‘‡†‹‡–ϐŽƒ˜‹ƒǡ”‹—–‹Ž‹œœƒ–‘‹——”‘†‡ŽŽƒˆƒ•‡–ƒ”†ƒ†‹— ‡†‹ϐ‹ ‹‘’ƒ”œ‹ƒŽ‡–‡‹†ƒ‰ƒ–‘ƒŽ—‡”‘ͷ͸†‹˜‹ƒ‘Ž˜‡”‹‡”ƒ20ȋϐ‹‰ǤͺȌǤŽ–”‡––ƒ–‘‹–‡”‡••ƒ–‡‹Ž ƒ•‘†‹—ƒ•‡’‘Ž–—”ƒƒ cappuccina di neonato che, in un contesto di necropoli del tardo III secolo d.C. individuato quasi all’incrocio di via Polve- ĊĘĆėĆēĔ 2015, pp. 168-174. Sulla scarsità di interventi di evergesia a favore delle proprie città da parte delle élites proprietarie terriere campane nel corso della seconda metà del III secolo d.C. cfr. ĆěĎēĔ 2005. 18 ĆėĒĆ 2015, pp. 97-107. 19 ĊĈĈčĎĔ 1998, pp. 76-77. 20 ĊĘĆėĆēĔ 2018, pp. 14, 24. 16 17 60 Nola all’alba delle Basiliche riera con via Croce del Papa21, per la copertura a doppio spiovente usa i quattro frammenti di marmo superstiti di un’iscrizione, „‘”†ƒ–ƒ†ƒ—ƒ ‘”‹ ‡ϐŽ‘”‡ƒŽ‡ Š‡•—‰‰‡”‹• ‡—ƒ†ƒ–ƒœ‹‘‡ƒ† età giulio-claudia, della quale rimangono le lettere delle ultime †—‡”‹‰Š‡ȋϐ‹‰ǤͻȌǤ Anche per la villa di Somma deve ipotizzarsi un momento di disagio nella seconda metà del III secolo, se verso la prima metà di quello successivo alcuni dei suoi ambienti vengono restaurati ‡ •‹ ˜ƒ ˜‡”•‘ Žƒ †‡ϐ‹‹–‹˜ƒ †‹•‹••‹‘‡ †‡ŽŽǯ—•‘ ”‡•‹†‡œ‹ƒŽ‡ †‡Ž ‘’Ž‡••‘‡†‹Ž‹œ‹‘‘ƒŽ‡‘†‡ŽŽƒ•—ƒ’ƒ”–‡ϐ‹‘ƒ†‘‰‰‹‡••ƒ in luce. Poi nella seconda metà del IV secolo d.C. viene convertita in un grande impianto per la produzione del vino. I diciassette grossi dolia ad oggi individuati costituiscono parte di una cella vinaria della capienza di migliaia di litri di vino. Un dato davvero impressionante che non può non calare la produzione vitivinicola del luogo in un sistema economico di indubbia vivacità e indiziare che la crisi del III secolo è stata ormai lasciata alle spalle. 3. Nola tra Costantino il grande e S. Paolino La ripresa o il «risveglio della Campania»22, se non una solida rinascita, può leggersi negli interventi che interessano la provincia a partire dall’età costantiniana, spesso ad opera proprio dell’im- Fig. 9. Nola, Necropoli in via Croce del Papa: lastre di marmo riutilizzate per una tomba a cappuccina ’‡”ƒ–‘”‡ǡ ‹ ’ƒ”–‹ ‘Žƒ” ‘†‘ †ƒŽ ‘‡–‘ ‹ —‹ •—Ž ϐ‹‹”‡ †‡Ž 324 d.C. essa viene elevata allo status di provincia consolare e as- segnata a un governatore di rango senatorio, individuato per la prima volta in M. Ceionius Iulianus signo Kamenius, e non più a un corrector di rango equestre23. Malgrado le ombre che avvolgono la nostra conoscenza degli obiettivi che Costantino persegue nell’attuare un simile cambiamento, non è da sottovalutare l’incidenza che esso ha sul favorire un’intesa tra il principe e la classe senatoria locale, da un po’ di tempo in larga parte esclusa dall’accessione alle più alte cariche dello Stato e ai supremi comandi militari. Negli anni della crisi la Campania non ha smesso di ricoprire una funzione imprescindibile per l’approvvigionamento della copiosa popolazione di Roma, non più capitale dell’impero ma pur sempre la sua maggior megalopoli, e continua ad essere una regione in cui le famiglie senatoriali hanno le fondamenta di importanti patrimoni e giocano un ruolo da protagoniste nella vita delle comunità cittadine locali. Tra i provvedimenti di cui si fa carico lo stesso governo centrale emerge il restauro del cosiddetto acquedotto del Serino, creato per una lunghezza di circa cen–‘ Š‹Ž‘‡–”‹‹‡–ƒ—‰—•–‡ƒ’‡”’‘”–ƒ”‡Žǯƒ “—ƒ†ƒŽŽǯ‡’‘‹ƒ•‘”‰‡–‡‹”’‹ƒƒ—‡”‘•‡ ‹–– ƒ’ƒ‡ϐ‹‘ƒŽ’‘”–‘†‹ ĊĘĆėĆēĔ 2018, pp. 24-25. ĆĘĘĔđĆ 1991, p. 140. 23 ĆěĎēĔ 2005, pp. 21-26. 21 22 61 Mario Cesarano Capo Miseno. L’iscrizione che dà conto dell’intervento di ripristino dell’acqueductum longa incuria et vetustatem conruptum menziona tra i centri „‡‡ϐ‹ ‹ƒ”‹ ƒ Š‡ Žƒ civitas Nolana e ricorda quale dedicante dei nuovi lavori proprio il nuovo governatore Ceionius Iulianus24Ǥ‡”Žƒϐ‹‡†‡Ž ‘ gli inizi del IV secolo sappiamo che da Nola proviene il senatore Popilius Virro, che pone la dedica sull’ara sepolcrale alla propria educatrix25. Al nume Fig. 10. Nola, via Saviano n. 147: resti di villa suburbana coperti dagli strati dell’eruzione “di Pollena”. e alla maestà di Costantino il governo cittadino nolano si dichiara devotus in un’iscrizione incisa su una base statuaria . Proviene proprio da Nola la base statuaria dedicata dal governatore di rango 26 consolare Hortensiusƒ——‰—•–‘‘‡‰Ž‹‘•’‡ ‹ϐ‹ ƒ–‘‡Ž’‹‡‘ •‡ ‘Ž‘27 e tra 364 e 375 per lo splendore di Nola si adopera il consolare della provincia Campania Neratius Scopius28. Cadono, dunque, in questo contesto di rinnovata prosperità i già citati interventi evergetici di Pollio Iulius Clementianus e quelli di Cusonius Gratilianus, patrono del pagus Salutaris di Nola, i cui abitanti gli dedicano una statua per aver promosso voluptatesǡ˜ƒŽ‡ƒ†‹”‡•’‡––ƒ ‘Ž‹‡Ž–‡ƒ–”‘‘‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘29. È probabile che sia il favore accordato alla città a motivare tra il 312 e il 370 d.C. la dedica di una statua a un non precisato imperatore con la formula bono rei publice nato30, richia- mata, in forma abbreviata, in una dedica agli Augusti Valentiniano, Teodosio e Arcadio posta tra il 388 e il 392 su una colonna miliaria della via Summense31, che doveva correre nel territorio tra Napoli e Nola alle falde del Vesuvio, recante una precedente dedica a Costantino, testimonianza indiretta del costante interesse del governo centrale per il territorio campano. È da credere che un impulso al rinnovamento e alla crescita Nola riceva a partire dal 378, quando Ponzio Meropio Paolino, ottenuto il governo della Campania, la preferisce a Capua come propria sede. Delle iniziative che intraprende nello svolgimento della sua magistratura sappiamo soltanto che fa lastricare la strada che collega la città al sepolcro di Felice a Cimitile32, già luogo di culto, ma è da supporre che, data la sua provenienza da una delle più illustri famiglie roƒ‡ǡ‡†— ƒ–‘ϐ‹†ƒˆƒ ‹—ŽŽ‘ƒŽŽǯ‡•‡” ‹œ‹‘†‡Ž„—‘‰‘˜‡”‘ǡ Š‡•‹ƒ––—ƒƒ––”ƒ˜‡”•‘— ‘•–ƒ–‡‹’‡‰‘ƒˆƒ˜‘”‡†‡ŽŽ‡ città amministrate e dei loro cittadini, non tradisca gli insegnamenti aviti, che ne segnano l’opera anche quando viene or- ČĔććĔ 1938; AE 1939, p. 151; ĆěĎēĔ 2005, p. 24, nota 35. ĆĒĔĉĊĈĆ 2012, p. 318. 26 EDR139047; CIL X, 1245. 27 EDR 144770; CIL X, 1247; ĊĈĈĔēĎ 1994, p. 215. 28 EDR 139120 CIL X, 1253; ĊĈĈĔēĎ 1994, p. 215; ĆĒĔĉĊĈĆ 2010, p. 290. 29 ĆĒĔĉĊĈĆ 2008, pp. 263-273. 30 In Italia è usata per Flavio Claudio Iuliano a Ticinum, odierna Pavia (Ͳ͹Ͳ͸ͺ͹Ǣ ǡͺͲ͸ͳȌ‡ƒƒ”ƒȋͲͺʹͲͺͺǢ  ǡ͸͸ͷͺȌ; per Costantino ƒƒ˜‘—”ǡ‹’”‘˜‹ ‹ƒ†‹‘”‹‘ȋͳ͸ʹͲͶ͵Ȍ‡ˆ‘”•‡ƒ†“—‹Ž‡‹ƒȋͳͷͶͺͲͳǢʹͲͳͳǡ͵ͻͺȌǡ†‘˜‡‹Ž–‡•–‘ ‘‹ ‹†‡’‡”ˆ‡––ƒ‡–‡ ‘Žǯ‹• ”‹œ‹‘‡†ƒ Nola; per Licinio a Reghionȋͳ͹ͳ͵ͻ͵Ǣ ǡͳͻ͸ͻȌǤ 31 ĊĎĒĔēĊ 2009, pp. 159-160. 32 Paul. Nol., carm. 21, 382-383; ćĆēĎĘęĆ 2003, p. 21. 24 25 62 Nola all’alba delle Basiliche dinato sacerdote. Investe, infatti, le sue enormi ricchezze nella costruzione tra 401 e 403 della basilica nova, che parzialmente ingloba la vetus contenente la tomba di Felice, circondandola di strutture utili all’esercizio del culto cristiano e ad accogliere la sempre più numerosa massa di pellegrini che vi giungono, per il cui approvvigionamento idrico procura il ripristino del dismesso acquedotto del Clanis con l’aiuto degli abitanti di Avella33. È forse in questo periodo, e forse ’”‘’”‹‘’‡”•‡”˜‹”‡ƒŽŽƒ ‘•–”—œ‹‘‡†‡‰Ž‹‡†‹ϐ‹ ‹ costituenti il santuario di Felice, che comincia la •’‘Ž‹ƒœ‹‘‡†‡‹ƒ”‹‡†‡‹–—ϐ‹†‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘†‹ Nola, favorita anche dall’editto con cui nel 404 ‹‰ǤͳͳǤ‘Žƒǡ˜‹ƒ‘Ž˜‡”‹‡”ƒǤͷ͸ǣ”‡•–‹†‹‡†‹ϐ‹ ‹‘ ‘’‡”–‹†ƒ‰Ž‹•–”ƒ–‹†‡ŽŽǯ‡”—œ‹‘‡Dz†‹ Pollena”. Žǯ‹’‡”ƒ–‘”‡‘”‹‘‹’‘‡‹–—––‘Žǯ‹’‡”‘Žƒϐ‹‡†‡‹‰‹‘ Š‹‰Žƒ†‹ƒ–‘”‹‹ǡ‘’‹îƒ ‡––ƒ„‹Ž‹‹—‘†‘ Š‡•‹ƒˆϐ‹†ƒƒŽ messaggio evangelico cristiano. Se altrove, come a Capua, si stenta ad accettare il decreto imperiale, a Nola forse proprio la presenza carismatica di Paolino contribuisce al rispetto immediato delle leggi34. ”‡ƒŽ–Žǯ‡–†‹‘•–ƒ–‹‘‹Ž ”ƒ†‡°•‘Ž–ƒ–‘‹Ž ƒ–‘†‡Ž ‹‰‘ǡŽƒ —‹‡ ‘•‹’”‘–”ƒ‡• ‡ƒ†‘ϐ‹‘ƒŽ”‡‰‘†‡‹•—‘‹ ’‹î’”‘••‹‹•— ‡••‘”‹Ǥǯ—‹–†‡ŽŽǯ‹’‡”‘˜ƒ‘”ƒ‹•‰”‡–‘Žƒ†‘•‹‡Ž‡‰‡–‹„ƒ”„ƒ”‡†ƒ–‡’‘‹–‡‰”ƒ–‡•‹‡ŽŽ‡ϐ‹Žƒ†‡ŽŽ‡ legioni romane, non solo alle frontiere, ma nel cuore stesso dell’impero, rompono ogni indugio e danno avvio a quelle che la storia avrebbe ricordato come ‘le invasioni barbariche’. Da Sant’Agostino, vescovo di Ippona, nell’Africa proconsolare, apprendiamo che i Goti guidati da re Alarico dopo aver saccheggiato Roma nel 410 si riversano sulla Campania e ipsam Nolam barbari vastaverunt35. Paolino, vescovo della diocesi di Nola dal 409 al 431, viene fatto prigioniero e il santuario di Cimitile è depredato delle sue ricchezze. La fase II della basilica nova’‘–”‡„„‡‹†‡–‹ϐ‹ ƒ”•‹ ‘—‹–‡”˜‡–‘”‹ ‘•–”—–- –‹˜‘†‡ŽŽǯ‡†‹ϐ‹ ‹‘†ƒ‡‰‰‹ƒ–‘†ƒŽ•ƒ Š‡‰‰‹‘†‡‹„ƒ”„ƒ”‹36. Ma se a Cimitile valgono la perseveranza di Paolino e la forza di volontà dei fedeli a sostituire aurum et argentum e ad avviare la costruzione di un nuovo mondo, sembra che a Nola e nelle contrade circostanti non avvenga la stessa cosa. L’evidenza archeologica rivela che gli strati di ceneri e fanghi riversatisi con l’eruzione vesuviana del 472 d.C., nota nella Ž‡––‡”ƒ–—”ƒ• ‹‡–‹ϐ‹ ƒ ‘‡Ǯ‡”—œ‹‘‡†‹‘ŽŽ‡ƒǯǡ•‹†‡’‘•‹–ƒ‘ˆ—‘”‹‡†‡–”‘Žƒ ‹––•—”‡•–‹†‹‡†‹ϐ‹ ‹‰‹•‘––‘’‘•–‹ƒ•’‘- liazione e in totale stato di abbandono. Tale è la situazione di quel che rimane dell’ultima fase di vita di una villa rustica suburbana in via Saviano, vissuta dal I a dopo la metà del V secolo, ma dove si riscontra un’azione accurata di distruzione dei muri e delle colonne di laterizi37ȋϐ‹‰ǤͳͲȌǤŽŽǯ‡•–‡”‘†‡ŽŽ‡—”ƒˆ‘”•‡•‘‘ƒ Š‡‰Ž‹ƒ„‹‡–‹‹†ƒ‰ƒ–‹ƒŽ—‡”‘ͷ͸†‹ via Polveriera. Anche qui l’eruzione si abbatte su muri già rasati in maniera accurata, su stanze riempite di macerie e spo- Paul. Nol., carm. 21, 672-858; ćĆēĎĘęĆ 2003, pp. 21-22; ĊĘĆėĆēĔ 2008, p. 16, nota 23. ĊĘĆėĆēĔʹͲͳʹǡ’ǤͷʹǤ‡”Žǯ—–‹Ž‹œœ‘†‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘†‹ƒ’—ƒ‹‡––ƒ”†‘ƒ–‹ ƒ‡‘Ž–”‡ ˆ”Ǥ ĆĈĔćĔēĊ 2008. 35 Aug., De civ. Dei 1.10.2. 36 ćĆēĎĘęĆ 2017, pp. 287-331; ĊĘĆėĆēĔ 2018, p. 15. 37 ĊĘĆėĆēĔ 2018, pp. 12-14. 33 34 63 Mario Cesarano gliate di ogni elemento di una qualche utilità, come la soglia di calcare prelevata dall’ingresso38ȋϐ‹‰ǤͳͳȌǤ‡Ž —‘”‡†‡Ž ‡–”‘—”„ƒ‘ǡ•–ƒ- do ai dati disponibili, la stessa situazione si incontra nella zona sud della città, negli ambienti parzialmente indagati nell’area della stazione delle Ferrovie dello Stato, dove al momento della catastrofe risultano asportati quasi tutti gli elementi marmorei di un pavimento in opus mixtumȋϐ‹‰ǤͳʹȌǡ‹”‹˜‡•–‹‡–‹ǡˆ‘”•‡ƒ Šǯ‡••‹ di marmo, che dovevano foderare le pareti dello stesso vano, e i mattoni delle suspensurae di quello adiacente, che suggeriscono la destinaFig. 12. Nola, Ferrovie dello Stato: resti di pavimento in opus mixtum. œ‹‘‡ƒ†—•‘–‡”ƒŽ‡†‡ŽŽǯ‡†‹ϐ‹ ‹‘39. I dati di cui disponiamo non ci permettono di concludere con certezza che questo stato di distruzione e abbandono sia conseguenziale alle devastazioni dei Goti, ma è senz’altro da tenere in considerazione la possibilità che nei sessant’anni che corrono tra quell’aggressione e l’eruzione ‘di Pollena’ Nola, al pari delle altre città dell’Italia romana, manchi delle risorse necessarie a risollevarla dalla crisi, tanto da spingere molti dei suoi abitanti a concentrarsi nel nascente borgo di Cimitile, sotto l’egida di Paolino e della fede cristiana. Sulla parete di una delle absidi della villa di Somma Vesu˜‹ƒƒ— ”‹•–‹ƒ‘ϐ‹••ƒ ‘— ƒ”„‘ ‹‘— Fig. 13. Nola, via Croce del Papa: resti di mausolei funerari romani. cristogramma, facendoci sapere che anche qui le macerie degli ambienti ormai abbandonati e i campi coltivati, che hanno preso il posto di certe zone del complesso edilizio, hanno ormai coperto le ricchezze del mondo antico e con esse tutta la loro vanità. Forse è proprio nella costruzione del santuario di Cimitile e del nucleo che ‰Ž‹˜ƒ ”‡• ‡†‘‹–‘”‘ Š‡˜‡‰‘‘‹’‹‡‰ƒ–‹‹ƒ–‡”‹ƒŽ‹‡†‹Ž‹œ‹ƒ•’‘”–ƒ–‹†ƒ‰Ž‹‡†‹ϐ‹ ‹†‹‘Žƒ‡†ƒŽŽ‡˜‹ŽŽ‡•—„—”„ƒ‡ǡ trasformati in vere e proprie cave, in un’epoca in cui sarebbe ormai impossibile approvvigionarsi di marmi o altre pietre Žƒ˜‘”ƒ–‡‡’‡” Š‹—“—‡•‘•–‡‡”‡Žǯ‹’‡‰‘‡ ‘‘‹ ‘†‹ƒ‘†‘’‡”ƒ•’‡ ‹ƒŽ‹œœƒ–ƒǤ— ‡†‡ǡˆ‘”•‡ǡ ‘Žǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘40 e ĊĘĆėĆēĔ 2018, p. 14. ĊĘĆėĆēĔǦ ĊėėĆēęĊ 2020, pp. 89-100. 40 ‡”Ž‡˜‹ ‡†‡†‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘‡Žƒ•–‘”‹ƒ†‡‰Ž‹•–—†‹ Š‡Ž‘”‹‰—ƒ”†ƒ‘ ˆ”ǤĊĘĆėĆēĔ 2012, pp. 49-82. 38 39 64 Nola all’alba delle Basiliche forse con i mausolei funebri in prossimità di via Croce del Papa rinvenuti abbattuti, spogliati di ogni elemento architettonico e ricoperti di macerie al sopraggiun‰‡”‡†‡ŽŽǯ‡”—œ‹‘‡†‡ŽͶ͹ʹ†ǤǤȋϐ‹‰Ǥͳ͵ȌǤ 4. Nola nell’alto medioevo ‘ •— ‡†‡ǡ ’‡”Öǡ ‘ Ž‡ ‘””‹ ‡ŽŽ‡ ȋϐ‹‰Ǥ ͳͶȌǡ ‹ †—‡ mausolei funerari romani che ancora oggi emergono dal suolo per oltre tre metri in via Polveriera41 e che segnano la continuità tra la Nola antica e quella di ‘‰‰‹ǡ †‹ Š‹ƒ”ƒ†‘ Š‡ Žƒ •–‘”‹ƒ ° — ϐŽ—••‘ ‘–‹—‘ tale che non viene mai meno il legame tra il passato e il presente, che certi fatti (li si chiami episodi, eventi, Fig. 14. Nola, località Torricelle: mausoleo funerario romano ‘a conocchia’. ƒ˜˜‡‹‡–‹Ȍ’‘••‘‘‹†‹”‹œœƒ”‡‹Ž ‘”•‘†‡ŽŽƒ•–‘”‹ƒǡ •‡‰ƒ”‡‹Ž ƒ„‹ƒ‡–‘ǡ–”ƒ ‹ƒ”‡— ‘ϐ‹‡–”ƒ— prima e un dopo, ma sempre segnano le tappe di fenomeni molto complessi, che sono frutto di una molteplicità di fattori e che si evolvono in un arco di tempo più o meno lungo, durante il quale si registrano innumerevoli trasformazioni, che ‘†— ‘‘ƒŽ†‡ϐ‹‹–‹˜‘’ƒ••ƒ‰‰‹‘†ƒ—ǯ‡’‘ ƒƒ†—ǯƒŽ–”ƒǤ È quello che accade tra la fine del mondo antico e l’inizio della nuova era, che l’umanista Flavio Biondo nelle Historiarum ab inclinatione romanorum imperii decades nel pieno XV secolo chiama ‘medioevo’ o età di mezzo, erroneamente inquadrandola come ‘i secoli bui’ compresi tra le più felici età dell’uomo del mondo antico e della ‘rinascita’ (così Giorgio Vasari, nel suo trattato Vite de’ più eccellenti architetti, pittori, et scultori italiani†‡ŽͳͷͷͲȌǡ Š‡’‡”‰Ž‹•–‘”‹ ‹‡‰Ž‹•–‘”‹ ‹ dell’arte del XIX secolo prenderà il nome di Rinascimento. Oggi sappiamo che l’oscurità del medioevo si deve piuttosto ai limiti di coloro che non hanno saputo individuare le tra- sformazioni alle quali è andato incontro il mondo antico, che in un ininterrotto divenire sono esplose nell’abbacinante luce rinascimentale. Per l’Europa quelle trasformazioni, sullo sfondo dello sgretolamento dell’impero romano sul piano ’‘Ž‹–‹ ‘ǡ•‘ ‹ƒŽ‡‡ —Ž–—”ƒŽ‡ǡ•‹–”ƒ†— ‘‘ǡ‹ƒœ‹–—––‘ǡ‹—ƒ—‘˜ƒ‰‡‘‰”ƒϐ‹ƒ—ƒƒ’‡”Žƒ ‘Ž‘‹œœƒœ‹‘‡†‡ŽŽǯ‹–‡”‘‘ - cidente romano da parte di genti di origine germanica, i cui spostamenti di massa attraversano ininterrottamente i secoli –”ƒ‹Ž‡‹Ž Ǥ‡†‡”‹˜ƒ—’ƒ‡•ƒ‰‰‹‘—ƒ‘‘’‹î†‡ϐ‹‹–‘†ƒŽŽǯurbanitas ellenistico-romana e di conseguenza proiet- tato in un’organizzazione politica e in una dimensione economica che non per forza devono assumere l’aspetto della città, fenomeno sociale, che, quando sopravvive alla crisi del mondo antico, si rinnova nelle ragioni, nelle prerogative, nei valori che la costituiscono, nel ruolo che gioca all’interno del territorio circostante, nella dialettica sua interna tra spazi pubblici ‡•’ƒœ‹’”‹˜ƒ–‹ǡ‡ŽŽƒ†‡ϐ‹‹œ‹‘‡†‡Ž ‘”’‘ ‹˜‹ ‘ǡ‡Ž•‹‰‹ϐ‹ ƒ–‘•–‡••‘†‹civitas in rapporto con le strutture politiche sovracittadine. Nuova, anche, è la concezione del rapporto tra l’uomo e il divino, sulla base di una nuova idea dell’uomo e di una nuova idea della presenza di Dio nella storia dell’uomo, presupposto paradigmatico e irrinunciabile per la na- ĊđđĆĔėęĊ 1928, p. 377; ĆđĒĊēęĎĊėĎ 2011, p. 242; ĊĘĆėĆēĔ 2012, pp. 55-56. 41 65 Mario Cesarano scita della Chiesa come vera e propria istituzione politica giustapposta, quando non contrapposta, allo Stato civile. Un cambiamento di notevole portata è dato dal progressivo decadimento del grado di alfabetizzazione delle persone, a tutti i livelli, con la relativa diminuzione della produzione letteraria, che per generi, quantità e qualità era andata caratterizzando la società urbana romana di età imperiale. Di conseguenza lo studio dei primi secoli del medioevo si giova di un numero davvero esiguo di testi scritti, tra i quali emergono, per quanto rari, quelŽ‹ ƒ ƒ”ƒ––‡”‡ •’‡ ‹ϐ‹ ƒ‡–‡ •–‘”‹‘‰”ƒϐ‹ ‘Ǥ ‡” “—‡Ž Š‡ riguarda le vicende dell’Italia meridionale, in particolar Fig. 15. Pozzo realizzato con materiali di reimpiego in età medievale nel sito di una domus romana in via Polveriera, proprietà Leonzi. modo della regione campana, possiamo avvalerci: della Storia delle guerre del bizantino Procopio di Cesarea, vissuto a cavallo tra V e VI secolo, fonte indispensabile ’‡” ‹ ˆƒ––‹ †‡Ž ‘ϐŽ‹––‘ ‰”‡ ‘Ǧ‰‘–‹ ‘ǡ ‘„ƒ––—–‘ ‹ –ƒlia tra il 535 e il 553 dai Bizantini per la conquista dei territori sottratti all’impero da parte delle popolazioni germaniche; dell’Historia Langobardorum Beneventanorum di Erchemperto42ǡ • ”‹––ƒ –”ƒ Žƒ ϐ‹‡ †‡Ž  ‡ ‹Ž  secolo, ispirandosi alla Historia Langobardorumȋ͹ͺͻȌ†‹ Paolo Diacono; del Chronicon Salernitanum, ad oggi non attribuito, databile alla seconda metà del X secolo, fondamentale per la conoscenza della storia della Langobardia minor tra i secoli VIII e X43; della Historia romana, oggi ‹‰Ǥͳ͸Ǥ‘Žƒǡ˜‹ƒ‡‹ƒ”‹‘ǣ‡†‹ϐ‹ ‹‘ˆ—‡”ƒ”‹‘Ǥ nota come Historia miscella, attribuita a Landolfo Saga‡ǡ ‘’‘•–ƒ•—Žϐ‹‹”‡†‡Ž•‡ ‘Ž‘”ƒ ‘‰Ž‹‡†‘ƒ’‹‡‡ mani dalle opere precedenti . Si aggiungano i diversi testi sulle vite dei santi, ricche di notizie storiche, tra cui spiccano 44 i quattro libri di Dialoghi†‹ƒ ”‡‰‘”‹‘ƒ‰‘ȋ‘ƒͷͶͲ ‹” ƒǦ‘ƒ͸ͲͶȌǡ Š‡ƒ””‹ Š‹• ‡†‹‹ˆ‘”ƒœ‹‘‹•–‘”‹ Š‡ anche le sue Epistulae.45 Accanto a queste poche fonti, ovviamente da consultare con cautela, diventa indispensabile il ‘–”‹„—–‘ƒŽŽƒ ‘‘• ‡œƒ†ƒ–‘†ƒŽŽǯƒ” Š‡‘Ž‘‰‹ƒǡ‹˜‹ ‘’”‡†‡†‘ƒ Š‡‹–‡•–‹‡’‹‰”ƒϐ‹ ‹ǡ†ƒ‹–‡””‘‰ƒ”‡’”‘’”‹‘ ‘‡ si fa con un libro, il cui capitolo introduttivo per la storia del territorio della città di Nola è stato scritto da un autore singolare, il vulcano Somma-Vesuvio, che con l’eruzione del 472 d.C. anticipa di quattro anni il momento in cui Odoacre, re †‡‹„ƒ”„ƒ”‹”—Ž‹ǡ†‡’‘‡Žǯ—Ž–‹‘‹’‡”ƒ–‘”‡ǡ‘‘Ž‘—‰—•–‘Ž‘ǡ†‡ ”‡–ƒ†‘ ‘Žƒϐ‹‡†‡ŽŽǯ‹’‡”‘”‘ƒ‘†ǯ ‹†‡–‡ ĆęĆėĆğğĔ 1999. ĆęĆėĆğğĔ 2002. 44 Per Landolfo Sagace e le sue fonti cfr. la sintesi in ĊđĆĘęėĔ 2009, pp. 254-257. 45 ‡”Žƒ•–‘”‹‘‰”ƒϐ‹ƒ”‹‰—ƒ”†ƒ–‡Žǯ –ƒŽ‹ƒ‡”‹†‹‘ƒŽ‡‹‡–‡†‹‡˜ƒŽ‡ ˆ”ǤĎđĊēęĔ 1970, pp. 52-71. 42 43 66 Nola all’alba delle Basiliche anche quella del mondo antico, almeno per la •–‘”‹‘‰”ƒϐ‹ƒ‘ ‹†‡–ƒŽ‡Ǥ A Nola l’archeologia consente di riscontrare per certi siti la continuità di vita o, quanto meno, di frequentazione tra il prima e il dopo l’eruzione46, ma le lussuose domus lasciano il posto a rudimentali impianti di lavorazione o di immagazzinamento, con rozze vasche e canalette, addossate alla parte alta dei più Fig. 17. Nola, via San Liberatore: capitello di lesena di marmo. antichi muri che fuoriesce dagli strati dell’e”—œ‹‘‡ ȋϐ‹‰Ǥ ͳͷȌǤ ‡ŽŽǯ‹‰”‡••‘ ’”‹ ‹’ƒŽ‡ †‡ŽŽǯƒϐ‹–‡ƒ–”‘ ˜‹‡‡ ƒŽŽ‡•–‹–‘ǡ ˆ‘”•‡ǡ — ˆ”ƒ- toio. Isolate sepolture di infanti, a cappucci- na, vengono scavate nel fango indurito depositatosi sui resti di un prestigioso mausoleo funerario in via San Liberatore. Nel solo caso di una necropoli in via Seminario è possibile riscontrare, come a Cimitile, l’ininterrotta ‘–‹—‹–†‹—•‘†‡ŽŽ‡•–”—––—”‡†‹—‡†‹ϐ‹ ‹‘ funerario, che viene ristrutturato e ampliato e destinato, forse, anche alle funzioni del cul–‘ ”‹•–‹ƒ‘ȋϐ‹‰Ǥͳ͸ȌǤ ǯ‡†‹ϐ‹ ‹‘ˆ—‡”ƒ”‹‘‹˜‹ƒƒ‹„‡”ƒ–‘”‡†‘veva essere appartenuto a una famiglia di Fig. 18. Nola, via San Liberatore: blocco di calcare decorato con fasci littori. altissimo rango, tenendo conto della qualità †‡‹”‹˜‡•–‹‡–‹†‹ƒ”‘ȋϐ‹‰Ǥͳ͹Ȍ‡†‡Žˆƒ––‘ Š‡—‘†‡‹•—‘‹‡„”‹ƒ˜‡˜ƒ’‘–—–‘ˆ”‡‰‹ƒ”•‹†‡‹ˆƒ• ‹Ž‹––‘”‹ȋϐ‹‰ǤͳͺȌǡ•‹„‘Ž‹†‡ŽŽ‡’‹îƒŽ–‡ƒ‰‹•–”ƒ–—”‡Ǥ‡ƒŽ’ƒ”‹†‡‹ sepolcri in via Croce del Papa viene abbandonato e spoliato, forse è da supporre che molte delle famiglie che avevano ‘•–‹–—‹–‘Žǯ‘••ƒ–—”ƒ’‘”–ƒ–‡†‡ŽŽƒ•‘ ‹‡–—”„ƒƒŽ‘ ƒŽ‡•‘‘‘”ƒ‹• ‘’ƒ”•‡Ǥ ‘”•‡Ž‡‘””‹ ‡ŽŽ‡ǡ‰‹—–‡ϐ‹‘ƒŽ  secolo nel numero di cinque, erano invece proprietà di famiglie sopravvissute alle guerre, alle devastazioni dei barbari e ƒŽŽ‡ ƒ–ƒ•–”‘ϐ‹ƒ–—”ƒŽ‹ǡ–”ƒ“—‡‹’”‘’”‹‡–ƒ”‹–‡””‹‡”‹ǡ Š‡‡ŽŽ‡Variae di Cassiodoro, funzionario presso la corte di Ravenna, Š‹‡†‘‘Žǯ‡•‡œ‹‘‡†‡ŽŽǯ‹’‘•–ƒ†‘˜—–ƒƒŽϐ‹• ‘‹’‡”‹ƒŽ‡ǡ’‡” Š±†ƒ‡‰‰‹ƒ–‹†ƒ—ƒ—‘˜ƒ‡”—œ‹‘‡†‡Ž‡•—˜‹‘ǡ Š‡ deve datarsi al 50547, spingendoci a ipotizzare che nei poco più di trent’anni trascorsi dalla catastrofe del 472 ci siano •–ƒ–‡ǡ‹—ƒ‹•—”ƒ‡‹ˆ‘”‡ Š‡‘’‘••‹ƒ‘†‡ϐ‹‹”‡ǡ—ƒ”‹’”‡•ƒ‡—ƒ”‹‘”‰ƒ‹œœƒœ‹‘‡†‡Ž–‡””‹–‘”‹‘‡š–”ƒ—”„ƒ‘ riassoggettato alle attività produttive, che non possono essersi realizzate disgiuntamente da quelle della stessa città di Per tutti i casi citati cfr. ĊĘĆėĆēĔ 2018, pp. 9-44. ĊĎĒĔēĊ et alii 2013, pp. 68-69. 46 47 67 Mario Cesarano Nola e dei suoi abitanti. L’unica notizia che dalle fonti scritte abbiamo di una presenza di persone nel cuore della città è la menzione in una lettera di Gregorio Magno del 591 di un monastero femminile Nolanae civitatis in Aboridana domo48, ad ‘‰‰‹‹’‘••‹„‹Ž‡†ƒ ‘ŽŽ‘ ƒ”‡‹”ƒ’’‘”–‘ƒŽŽ‘•’ƒœ‹‘—”„ƒ‘Ǥƒ†‘ —‡–ƒœ‹‘‡‡’‹‰”ƒϐ‹ ƒǡƒ––‡•–ƒ–ƒƒ‹‹–‹Ž‡ǡ ‹ ‘segna, invece, la sequenza ininterrotta dei vescovi lungo tutta la storia della diocesi nolana49ǡ‡•‹•–‡–‡ϐ‹†ƒŽ •‡ ‘Ž‘50. Malgrado la possibile presenza della cathedra episcopalis proprio a Cimitile in un momento dell’alto medioevo, il centro politico e amministrativo rimane sempre Nola e sempre sua la diocesi, sì presente nella storia sociopolitica della regione da assumere negli anni 558-560 la cura dei possedimenti fondiari della vicina diocesi di Suessula e nel 594 spingere papa ”‡‰‘”‹‘ƒ‰‘ƒ†ƒˆϐ‹†ƒ”‡ƒŽ•—‘˜‡• ‘˜‘ǡ ƒ—†‡œ‹‘ǡŽƒ˜‹•‹–ƒ†‡ŽŽƒ†‹•’‡”•ƒ Š‹‡•ƒ†‹ƒ’—ƒ51. L’estensione che viene riconosciuta a questa diocesi nella bolla di Innocenzo III del 121552ǡ’‘‡†‘‡‹ŽŽ‹‹–‡‡•–”‡‘ƒŽŽƒˆ‘ ‡†‡Žϐ‹—‡ƒ”‘ǡ †‡˜‡ ‘‹ ‹†‡”‡ ‘‹ ‘ϐ‹‹ƒ‹‹•–”ƒ–‹˜‹†‡ŽŽǯƒ–‹ ƒ ‹––”‘ƒƒǡ ‘•¿ ‘‡˜‡—–‹•‹ƒ†‡Ž‹‡ƒ”‡‘Ž–‘’”‘„ƒ„‹Ž‡–‡ all’indomani dell’eruzione vesuviana del 79 d.C. con la scomparsa di Pompei come centro amministrativo del territorio ad essa afferente. Ciò può essere accaduto soltanto se Nola ha attraversato i lunghi e critici secoli dell’alto medioevo senza •‘Ž—œ‹‘‡†‹ ‘–‹—‹–‡ ‘•‡”˜ƒ†‘—ǯƒ—–‘”‡˜‘Ž‡œœƒƒŽŽǯ‹–‡”‘†‹—ƒ‰‡‘‰”ƒϐ‹ƒ’‘Ž‹–‹ ƒ”‡‰‹‘ƒŽ‡ǡ Š‡ǡƒ”ƒ‰‹‘‡†‹ una crisi condivisa, deve aver mantenuto inalterati gli equilibri e i rapporti di forza tra i diversi centri di potere, malgrado lo spazio urbano si riduca notevolmente rispetto alla città di età romana, forse agglutinandosi intorno all’insula episcopalis e da questa man mano evolvendosi con lo scorrere dei secoli. „„”‡˜‹ƒœ‹‘‹‡„‹„Ž‹‘‰”ƒϔ‹ƒ ĔĞĆČĎǤǦēČĊđĊđđĎ. 2013, La cd Villa di Augusto a Somma Vesuviana (NA). Nuove ipotesi di lettura sulla base delle più recenti ricerche archeologiche, in «Rendiconti della Pontificia Accademia Romana di Archeologia», III, pp. 171-202. ĊđĔĈč J. 1890, Campanien, Breslau. ĔğğĆėĊđđĔ L. 2015, Enti e politiche assistenziali nel ducato bizantino di Napoli, in «Aiônos. Miscellanea di Studi Storici», 19, pp. 47-65. 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Atti del Convegno (Pompei, 21 dicembre 1996), Napoli, pp. 76-77. 69 INDICE Presentazione di ĆĊęĆēĔĆēċėĊĉĎ pag. 7 Prefazione di ĊđĎĈĊĆĕĔđĎęĆēĔ pag. 9 đĎĆđĆĎĆǡ ėĆēĈĊĘĈĔĆėĎēĔ pag. 10 Saluti istituzionali diĚĎČĎĉĊĆČĎĘęėĎĘǡĚēğĎĔėĔěěĎĘĎĊėĔǡ Storia ĊđĎĈĊĆĕĔđĎęĆēĔǡIl Premio Cimitile: bilanci, traguardi e obiettivi pag. 23 pag. 25 ėĒĆēēĔĔėĘĎǡPremio Cimitile 1996-2020: un quarto di secolo con una “luce nuova” ĎĊČĔ ĚĎĉĆǡUn premio e un impegno di caratura nazionale pag. 33 Immagini pag. 37 Cimitile e l’archeologia pag. 53 ĆėĎĔĊĘĆėĆēĔ, Nola all’alba delle basiliche paleocristiane di Cimitile pag. 55 nuovi dati dai recenti scavi nella basilica nova a Cimitile pag. 71 ĆėđĔćĆēĎĘęĆǡPaolino di Nola e il santuario martiriale di S. Felice: pag. 29 ĔđĆēĉĆĔēēĆėĚĒĒĆǡRicerca, formazione e promozione culturale: il contributo dei Convegni internazionali sulla tarda antichità e il medioevo (Cimitile, Nola e Santa Maria Capua Vetere 2015-2019) pag. 91 Restauri pag. 111 ĊđĎĈĊĆĕĔđĎęĆēĔ, Dalla letteratura al restauro: un impegno costante ĚēğĎĔėĔěěĎĘĎĊėĔ, La promozione e la valorizzazione del patrimonio culturale di Cimitile ĆėĎĔĊĘĆėĆēĔĊĆđĒĆĊĈĈčĎĆ, Tutela e conservazione: un binomio inscindibile pag. 113 pag. 114 pag. 115 ēęĔēĎĆĔđĕĎĊęėĔ, L’apporto delle istituzioni e delle associazioni locali pag. 118 ĆėđĔćĆēĎĘęĆ, La cappella di S. Maria della Sanità nella basilica di S. Felice a Cimitile: nuovi dati dai recenti restauri pag. 119 Indice pag. 135 ĎĆēĈĆėđĔĆĕĔđĎĊ ėĆēĈĊĘĈĆĆĕĔđĎ, L’intervento conservativo: primi dati pag. 117