377
marzo 2018
Effetto Simondon
a cura di Veronica Cavedagna e Giulio Piatti
Premessa [G.P., V.C.]
Nota bibliografica
3
6
MATERIALI
Gilbert Simondon Epistemologia della cibernetica
(1953)
Gilbert Simondon, Jean Le Moyne Intervista
sulla meccanologia (1968)
12
36
Xavier Guchet Simondon e la tecno-estetica
76
Andrea Bardin L’epistemologia politica di Simondon 91
Jean-Hugues Barthélémy L’“effetto Simondon”
106
e le sfide del XXI secolo
Giovanni Carrozzini L’addio a Kant di Foucault
e Simondon
123
Francesca Dell’Orto Individuazione, costituzione,
immaginazione
138
Giulio Piatti Filosofia del campo. Tracce bergsoniane
nel pensiero di Simondon
151
Damiano Cantone Haecceitas e soggetto
tra Simondon e Deleuze
163
Carlo Molinar Min L’analogia impossibile. Ontologie
della relazione in Simondon e Deleuze
177
Luca Taddio Illusione, direzionalità e stabilità:
da Nietzsche a Simondon
189
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Finito di stampare nel febbraio 2018
Premessa
N
el contesto di quella vivace stagione “teorica” che ha attraversato, a partire dagli anni sessanta, gli ambienti accademici francesi per poi riversarsi progressivamente in Europa e negli Stati Uniti, il ruolo giocato dal pensiero di Gilbert Simondon
(1924-1989) sembra all’apparenza soltanto secondario. Rispetto
alle più seducenti analisi di Jacques Derrida, Gilles Deleuze, Michel Foucault, Jean Baudrillard o Jean-François Lyotard, soltanto per citarne alcune, le intuizioni simondoniane sulla tecnica e
sull’individuazione (che possiamo intendere sinteticamente come
concetto in grado di restituire il modo d’essere del reale nei suoi
vari ordini e gradi, senza che se ne tradisca la complessità intrinseca) non hanno certo saputo esercitare in quegli anni un ruolo
catalizzatore.
La poca attenzione del pubblico e del mondo editoriale – si
ricordi che si è dovuto attendere fino al 2005 per la pubblicazione integrale della sua monumentale tesi di dottorato, discussa alla fine degli anni cinquanta1 – non è stata tuttavia accompagnata da una disattenzione dell’accademia francese. Georges
Canguilhem, Maurice Merleau-Ponty e Mikel Dufrenne, tra gli
altri, seguiranno con attenzione il percorso di studi di Simondon, così come Derrida, per esempio, intratterrà con lui più di
1. Cfr. la nota bibliografica a seguire.
3
un rapporto;2 si sa poi quanto Deleuze – forse l’unico della sua
generazione – abbia attinto alle principali innovazioni introdotte
dalla sua metafisica,3 determinando, di riflesso, una certa attenzione verso la sua filosofia.
Ecco dunque che questi rapporti, certo presenti, ma impliciti
e spesso autoreferenziali, nonché sovente invisibili al grande pubblico, hanno saputo progressivamente generare una serie di effetti, capaci di regalare al pensiero di Simondon una seconda vita. A
partire dalla fine degli anni ottanta, dopo la morte di Simondon e
con la pubblicazione di L’individuation psychique et collective (seconda parte della tesi di dottorato, che completa le sue riflessioni
sull’individuazione fisica e biologica), si è infatti innescato un processo, sotto la supervisione della famiglia Simondon e in particolare di Nathalie Simondon, che ha portato alla pubblicazione, o ripubblicazione, delle principali opere e all’apparizione di corsi e
conferenze tenuti da Simondon alla Sorbona a partire dagli anni
sessanta, fino a pochi anni fa rimasti inediti.
Tale rinascita, unita a una rinnovata attenzione da parte delle nuove generazioni di filosofi – si pensi per esempio all’importanza della filosofia simondoniana nell’economia complessiva del
pensiero di Bernard Stiegler – ha trasformato Simondon in uno
dei più riconosciuti pensatori contemporanei.4 L’“effetto Simondon” ha determinato la scoperta di un pensatore “integrale”, irriducibile all’immagine, fino a quel tempo dominante, di eccentrico epistemologo delle scienze o di filosofo “informato” della
2. Ci riferiamo qui alle vicende legate alla creazione del Collège international de philosophie che determinerà uno scambio di lettere tra Derrida e Simondon. Per l’approfondimento di questi punti si rimanda alla nota bibliografica.
3. A L’individu et sa genèse physico-biologique Deleuze dedicherà un’importante recensione nel 1966 (cfr. G. Deleuze, L’isola deserta e altri scritti. Testi e interviste 1953-1974,
trad. di D. Borca, Einaudi, Torino 2007, pp. 106-110). Importante è poi, più in generale,
il ruolo della metafisica e del lessico simondoniani nell’impalcatura teorica di opere come
Differenza e ripetizione e Logica del senso.
4. Si deve alla meritoria opera di Paolo Virno la prima penetrazione, in Italia, del pensiero simondoniano. È infatti a sua cura la prima traduzione italiana di L’individuation psychique et collective (cfr. G. Simondon, L’individuazione psichica e collettiva, DeriveApprodi,
Roma 2001). È stato invece Giovanni Carrozzini, più recentemente, a tradurre la tesi di dottorato nella sua interezza (cfr. Id., L’individuazione alla luce delle nozioni di forma e d’informazione, Mimesis, Milano-Udine 2011).
4
tecnica. Si è infatti compreso come a guidare le analisi simondoniane sia un pensiero “a tutto tondo”, vasto ed eterogeno, ampio
quanto il reale – un pensiero perfettamente coerente con il suo
spirito curioso e libertario.
Dalle analisi concrete e puntuali sullo sviluppo della civiltà tecnica – presenti anche in quell’Intervista sulla meccanologia del
1968 la cui traduzione italiana appare nel presente fascicolo – allo studio dei processi di individuazione attivi nel reale (dalla materia inorganica sino alle più raffinate acquisizioni psicosociali) attraverso cui egli misura e ripensa le nozioni tradizionali della metafisica occidentale, passando per gli spunti innovatori intorno alla
cibernetica, alla percezione e all’immaginazione, il pensiero simondoniano si è via via confermato come una riflessione sistematica e
di natura ontogenetica, volta cioè ad analizzare tutti quei processi
che hanno portato (e stanno tuttora portando) alla costituzione di
ogni differente strato della realtà. Rileggere, oggi, Simondon significa allora interrogarsi sulle sfide poste al pensiero filosofico dalla
contemporaneità, la cui risoluzione dipende in gran parte dalla capacità di ridefinire il posto dell’uomo nel cosmo, alla luce di quella dimensione preindividuale che Simondon non ha mai smesso di
indagare secondo le più differenti angolature.
A partire da tali considerazioni, i contributi che compongono
questo fascicolo di “aut aut” si sono dati essenzialmente due obiettivi: da un lato, andare a misurare le più importanti innovazioni introdotte dal discorso di Simondon (nella filosofia come nell’estetica,
nella tecnica e nella scienza come nella politica); dall’altro, verificare i tratti di continuità e discontinuità della sua riflessione rispetto
ad alcuni tra i massimi pensatori del XX secolo, da Nietzsche a Husserl, da Bergson a Foucault, passando per Deleuze.
In questo modo, si intende insomma offrire al lettore italiano
un viaggio all’interno del “prisma Simondon”, in grado di ripartirsi su una grande varietà di ambiti disciplinari senza al contempo allontanarsi dalla sua ispirazione più profondamente speculativa (e per ciò stesso innovatrice): quella cioè di fornire all’indagine filosofica una cornice che sia all’altezza del contemporaneo.
[G.P., V.C.]
5
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NOV I
TÀ
Laura Boella
Empatie
L’esperienza empatica nella società del conflitto
Patrizia Borsellino
Bioetica tra
“morali” e diritto
Nuova edizione aggiornata
Jean-Pierre Vernant
(a cura di)
La guerra
nella Grecia antica
Le falangi, gli opliti, le triremi:
il volto della guerra nella civiltà greca
Edgar Morin
Conoscenza Ignoranza
Mistero
Che cosa si può davvero conoscere della realtà?
180 NARRATIVA
La geniale follia
Cinquant’anni fa,
Alberto Fragomeni sarebbe
stato frettolosamente sbattuto
come ospite in un manicomio.
Ha scritto un libro, piccolo
capolavoro di saggezza.
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Alberto Fragomeni
Flora Tommaseo
Dettagli inutili
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