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G IV LI O CESA RI .,...,.,(hlaou.m.l.I Br.........,. AIッ\o「ᆱセs@ l .....,.i00o _.., _ ......,.._.........-. ,.,,..,.,,.,,..,_..,,....;,, .,,,,,,..,,..,, CESARE URBANISTA l'aolo / ,it·erc111i L'azione di Cesare sull'aspetto fisico della città di Roma è al tempo stesso incisiva e sfuggente. Incisiva perché propone soluzioni monumentali che, oltre a mutare con decisione situazioni consolidate, impostano alcune linee di sviluppo urbanistico che verranno realizzate pienamente solo negli anni successivi alla sua morte, in un periodo che non rimane circoscritto all'età di Augusto, suo erede politico immediato, ma che si prolunga fino alla piena età imperiale. D'altro canto tale azione è anche sfuggente proprio perché - a differenza di Augusto - Cesare ebbe poco tempo per realizzare i suoi progetti, per di più incalzato dalle urgenze di un'attività politica e militare di straordinaria intensità. Tali progetti, quindi, ci sono noti dalle fonti scritte, ma - in buona parte - sono riconoscibili nel tessuto monumentale successivo solo in filigrana, attraverso le evoluzioni che da essi trassero origine, con il rischio che le strutture (e le intenzioni) che si stratificarono negli sviluppi posteriori facciano velo ai nostri occhi modificandone l'immagine originaria. Le aree monumentali sulle quali si accentra l'attenzione di Cesare sono essenzialmente due: quella dcl Foro Romano e della sua estensione settentrionale - il nuovo forum Iulium che eia lui prese il nome - e il Campo Marzio. Il Foro Romano subì in questo periodo profondi rinnovamenti, che riguardarono innanzitutto gli edifici che ne costituivano le quinte meridionale e settentrionale (fig. 1). Quasi contemporaneamente presero avvio due grandi cantieri: il primo nel 55 a.C. si deve a Lucio Emilio Paullo - che in quell'anno era edile curule - il quale demolì sul lato nord la Basilica Fulvia per erigere quella che - dal suo cognome - fu chiamata Basilica Paulli 1 e che noi conosciamo in genere come Basilica Emilia nella veste che le diedero i rifacimenti augustei e tardoantichi (figg. 2-3). Sembra che, almeno inizialmente, in essa venissero riutilizzate le colonne della precedente struttura 2 , ma in seguito i lavori proseguirono grazie ai 1.500 talenti che Emilio Paullo ottenne eia Cesare in compenso della sua neutralità politica'. L'inaugurazione avvenne solo nel 34 a.C. 4 a opera ciel figlio, Lucio Emilio Lepido Paullo, che quell'anno era console suffetto. All'interno la basilica era decorata, tra l'altro, da un importante ciclo di rilievi con la narrazione delle origini della città di li.orna, che - nonostante diverse proposte' - dovrebbe risalire proprio alla fase degli ultimi anni della repubblica. Il secondo cantiere si deve invece direttamente a Cesare, che nel 54 a.C. pose mano a costruire sul lato antistante del foro, quello meridionale, la Basilica Giulia (fig. 4) sostituendo la precedente Basilica Scmpronia6 • L'edificio sarebbe stato inaugurato nel 46 a.C., anno denso di avvenimenti e di progetti per Cesare, ma oggi noi lo conosciamo attraverso i restauri augustei e dioclezianei. Nonostante i rifacimenti, la pianta dell'edificio è verosimilmente rimasta la stessa: un grande vano centrale, alto forse una trentina di metri, era circondato eia un doppio ordine di navate che girava su tutti e quattro i lati, mentre sul lato di fondo, opposto al foro, si aprivano dei vani ciechi allungati. Esaminando solo la parte orientale ciel foro potrebbe sembrare che il rinnovamento edilizio cesariano non avesse trasformato in maniera radicale la ripartizione degli spazi e delle funzioni, ossia gli elementi portanti di qualsiasi progetto urbanistico. Spostandosi più a ovest, verso il Campidoglio, ci si accorge invece che la situazione è assai più movimentata. Qui l'aspetto che si presenta attualmente al visitatore dell'area archeologica è assai diverso da come appariva in età tardo-repubblicana e l'azione di Cesare acquista un rilievo molto maggiore. Si deve innanzitutto considerare che a nord della piazza del foro e della via Sacra si estendeva un'area di notevole importanza politica, quella del comizio, luogo delle riunioni del popolo romano ordinato per curie (comitia curiata). Esso occupava lo spazio oggi approssimativamente compreso tra la curia dioclezianca ciel senato a est, la chiesa dci Santi Luca e Martina a nord e l'arco di Settimio Severo a ovest. A nord dcl comizio, in un punto che si cercherà cli precisare fra poco, doveva sorgere la Curia Hostilia; inoltre - senza scendere nei eiettagli di una problematica complessa - basterà aggiungere che tra comizio e foro sorgeva latribuna dei rostri per gli oratori, adiacente alla quale si trovavano alcuni monumenti di età assai antica: un basamento a pi greco e un paio di cippi, uno dei quali recava iscritta con andamento bustrofedico una legge arcaica menzionante il rex, il famoso "Cippo del foro". Importanti mutamenti rispetto a questa disposizione si erano avuti già con l'età di Silla: innanzitutto a questi si deve - probabilmente a partire clall'S l a.C. - la ricostruzione della vecchia Curia Hostiliaì. La motivazione immediata di ciò era la necessità cli ospitare un senato più numeroso, visto che lo stesso Silla lo aveva portato a seicento membri, ma l'impresa si lega in realtà a una complessiva risistemazione della zona. Fu infatti rialzata l'area dell'antistante comizio pavimentandola per la prima volta in travertino (il VI pavimento della stratigrafia complessiva), fu modificata la tribuna dei rostri e vennero ricoperti con un lastricato di un palombino nero venato di bianco8 (Niger Lapis) il basamento e i cippi, non più funzionali alle nuove esigenze, ma dei quali si voleva evidentemente conservare una memoria 9 . Una delle interpretazioni che circolavano - e che perdurò fino al V sec. d.C. - era infatti quella che nei monumenti sotto il Niger Lapis riconosceva addirittura il luogo della morte o il sepolcro del fondatore Romolo, ipotesi che possiamo seguire nelle fonti risalendo almeno all'erudito antiquario Varrone 10 • Infine agli stessi anni sillani dobbiamo riportare anche la pavimentazione in travertino della piazza del foro, che una notizia di Festo (L 416) attribuisce a un Cotta, da identificare con Gaio Aurelio Cotta (pretore nel 78 a.C. e console nel 75 a.C) oppure con il fratello Marco Aurelio Cotta (pretore nel 77 a.C. e console nel 74 a.C.), entrambi magistrati di parte sillana 11 • Non si può sottovalutare il significato che aveva metter mano a queste aree: un simile intervento intendeva dare un'impronta ai luoghi in cui si decidevano le sorti della res puhlica e dove si tene- 43 2. Pianta della Basilica Paulli o Aemilia (da Ertel-Freyberger) I. Pianta del Foro Romano ' /; - >J // 1L Ì1 r, Z⦅L M -=jLセ⦅] A =-Z 。 A ML ⦅L LA Z[MB M]B QA⦅ ] ] M B ] ] MB] ] M M BM L[ MB GM BG ]@ ii"'"""""'"=-' ]M l } ] セ セ ゥッNGᄚMZ M A -= iO 1 ￙セZN セ NヲZ⦅M [] M セ M - -..:-- M セ]ᄃSN UG] SセUL@ ___ [J lk vano i dibattiti politici e giudiziari più infuocati: da un lato la curia - luogo di riunione del senato - dall'altro il comizio con i rostri e il foro con il Tribuna/ - i luoghi di riunione del popolo ordinato per curie o per tribù, a seconda dei provvedimenti che era chiamato a votare. I sommovimenti politici e costituzionali che seguirono non mancarono di lasciare a loro volta segni profondi su queste zone "calde", la cui lettura di dettaglio è tuttora complessa e pone problemi di non poco conto. Non è questo il luogo per una discussione troppo tecnica e dettagliata, ma si devono dare almeno alc uni elementi per mostrare come le diverse ricostruzioni proposte implichino conseguenze di notevole significato storico. La curia del senato ebbe in questi anni una storia tormentata: nel 52 a.C. bruciò assieme all'adiacente Basilica Porcia per i tumulti che seguirono all'assassinio di Clodio e della sua ricostruzione venne incaricato Fausto Silla, figlio del dittatore 12 . La nuova curia è verosimilmente quella a cui accenna ancora nel 46 C icerone nella Pro Marcello (l O, 13), ma non e bbe lunga vita e con il mutare della temperie politica venne demo lita, con il pretesto di edificare al suo posto il tempio di Felicitas 13 • Quest'ultimo venne portato a termine da Marco Aurelio Lepido - in quegli anni l'uomo di fiducia di Cesare - mentre ricopriva la carica di magister equitum, dunque tra il 46 e il 44. La costruzione di un tempio per rimuovere una memoria legata a un personaggio della parte avversa era un sistema a cui si ricorreva abbastanza disinvoltamente in quegli anni: si pensi alla casa di C icerone sul Palatino, distrutta nel 58 per costruirvi sopra il tempio di Libertas. Del tempio di Felicitas , in realtà, non si hanno altre notizie e nemmeno questo edificio sembra abbia avuto lunga vita. In ogni caso all'inizio de l 44 Cesare ottenne finalmente l'incarico di costruire la nuova Curia lulia, che si sarebbe dovuta integrare con la costruzione del Forum Iulium - già inaugurato parzialmente nel 46 - costituendo lo snodo tra il comizio e la nuova piazza porticata (fig. 6). Come è noto Cesare fu ucciso nello stesso anno, quando i lavori della curia erano appena all'inizio, cosicché l'edificio fu portato a termine solo da Augusto. È proprio a causa di questi lavori che Cesare trovò la morte nella curia che esisteva presso il teatro di Pompeo, sede supplente - potremmo dire - per le riunioni del senato, visto che la sede principale era inagibile per il cantiere edile. È sulla posizione della vecchia Curia Hostilia sillana e della nuova Curia lulia cesariano-augustea che il dibattito scientifico si è focalizzato, presentando soluzioni alquanto divergenti. L'ipotesi oggi più largamente accettata è infatti quella difesa con ampiezza di argomenti soprattutto da Coarelli 14 . Secondo questa interpretazione la Curia Hostilia (con i suoi due rifacimenti sillani) avrebbe avuto un orientamento nord-sud e sarebbe sorta in una posizione corrispondente all'attuale chiesa dei Santi Luca e Martina. Una volta distrutta, sarebbe stata ricostruita da Cesare (e da Augusto) più a sud-est e con orientamento divergente, coordinato al Forum lulium, nella nuova posizione che corrisponde alla curia di Diocleziano, ancora attualmente visibile. Una serie di attenti rilievi e di studi recenti incentrati sull'area tra il foro di Cesare e il comizio hanno però fornito una messe di nuovi elementi, ancorando la discussione a solidi riferimenti monumentali e fornendo interpretazioni alternative 15 . Tra di esse, quella che qui maggiormente interessa concerne la posizione della Curia Hostilia: nonostante la complessità della lettura e la frammentarietà dei resti, la successione degli elementi strutturali ricostruibili - 44 p 4. Pianta della Basilica G iulia (da Giuliani-Verduchi) 3. Ricostruzione di parte della facciata meridionale della Basilica Paulli in età augustea (da Ertel-Freyberger) セ@ セ O@ m m i@ ,ib b i F セ@ e \ :1 :i -'ilo::::::l!l -:::1) ·. !l\:· セ@ [Z^I I! :: セ ! ゥZ Z ' Z・@ \ セ@ : @\,i Gl l'l ., セ@ :rll セ@ セ@ GMセ@ MZNA⦅ 1h.....NMZセ@ ________Z Nセ@ ......J.L....] MG H セ@ L P ⦅」Z j N l Z Z IエM セ@ セ@ r o q m m {ゥャセ@ . ' j N セ⦅L Z」ゥ@ _l,,,,,J.i.-: ='k='.:.=.:=:.':-___,_:L__MZN Zセ Z@ __:.-...6-_,_ij ,_ co meridionale del comizio e del Foro Romano e il suo nuovo sviluppo settentrionale, il foro di Cesare appunto. Una simile prospettiva, che tende a salvare almeno le forme di un dialogo con il senato senza calcare la mano su prowedimenti che ne mortifichino troppo l'immagine di autorità, sembrerebbe anche coerente con la politica tenacemente perseguita da Cesare per presentarsi come l'uomo disposto fino all'ultimo all'accordo con gli awersari e per addossare la responsabilità delle rotture e degli scontri alla fazione awersa 17 . Il tema merita qualche ulteriore discussione: per quanto riguarda la prima ricostruzione, quella ormai tradizionale, nessuno degli scarsi elementi strutturali noti al di sotto e nelle immediate adiacenze della chiesa dei Santi Luca e Martina permette finora di offrire il sostegno di una chiara verifica archeologica alla collocazione ipotizzata per la curia repubblicana e sillana, che rimane così solo un'ipotesi seducente, per di più con alcuni elementi - in particolare il rapporto con un comizio di forma circolare - troppo fortemente teorici. D'altro canto per la ricostruzione alternativa - che pone l'accento sulla continuità topografica - resta qualche difficoltà interpretativa nelle fonti letterarie, che necessitano di precisazioni. In particolare, se la Curia Hostilia venne demolita e il suo posto occupato dal tempio di Felicitas , c'è da chiedersi come questo potesse armonizzarsi con il cantiere del foro di Cesare che nel 46 aveva raggiunto una fase sufficientemente avanzata da permetterne un'inaugurazione, anche se parziale. Una risposta viene ora dagli ultimi saggi di scavo (per i quali si veda il contributo di Alessandro Delfino), che mostrano come le dimensioni del progetto originario fossero più ridotte e il foro non raggiungesse la curia: questa venne inserita nel progetto solo quando Cesare ottenne l'incarico della sia attraverso lesame diretto, che grazie alla documentazione degli scavi passati - spingerebbe piuttosto a pensare che le curie Hostilia e lulia siano sorte sostanzialmente nella stessa posizione. È evidente che la scelta tra le due ricostruzioni non è né indolore, né priva di conseguenze sul piano storico. Nel primo scenario, quello che vede uno spostamento drastico della posizione della curia dovuto a Cesare per integrarla nel suo nuovo foro, il dittatore appare intenzionato non solo a cancellare il marchio sillano sulla sede del senato - effetto già ottenuto da Lepido con la costruzione del tempio di Felicitas - ma anche a imporre sull'edificio il suo proprio sigillo, integrando la curia nel più vasto disegno del Forum [ulium, quasi formasse una sua dépendance. Dunque non si tratterebbe solo di rimuovere la tradizione sillana, ma ancor più di marcare una discontinuità topografica - e quindi storica e istituzionale - e di porre il senato sotto la tutela di Cesare, ripetendo in qualche modo quanto aveva già tentato Pompeo 16 mediante l'erezione di una curia nell'ambito del complesso del suo teatro. Nel secondo scenario, invece, una simile lettura si sfuma molto o addirittura si capovolge: certo il rinnovamento edilizio rimuove la memoria sillana e impone un sigillo cesariano, reso chiaro dal nome stesso del nuovo edificio, Curia lulia; tuttavia si conserva la posizione e l'orientamento della storica sede in ossequio - per lo meno formale - alla tradizione secolare del glorioso istituto senatorio e, anzi, questa posizione costituisce quasi la pietra angolare del nuovo foro. Inoltre Cesare, così facendo, restituisce al senato la sua sede, poiché questo - dopo la distruzione della Curia Hostilia - si doveva riunire fuori del pomerio in Campo Marzio, nel complesso del teatro di Pompeo. Infine la curia - così ripristinata - forma il necessario mediatore, l'anello di congiunzione tra il vecchio spazio politi- 45 'i. l ro;tri ot•cidt•111a li dcl Foro Ho111,rno :il cen tro 1 イッセ Q イゥ@ rt· 11ili1tC'i Ji Sellimio Scwro <' l>1oclc1.1ano, ;1ll<• loro sp.ilk· t1ucll1;; t'micitlo cc,ari.1n<i-.111g11,lt•i ricostru1ione. ma probabilmente la 'ariantc di progetto doveva gii1 essere :.tata prc,·i$la. poiché l'inserimento dcl numo edificio nd l'angolo della pìazn1 "" <·nne in maniera perfettamente organica. I nfinc ,.a precis.ua 1'11nerpret<11ionc dì un paio dì br.mì dì Dionl· C<issio: アオ」セlo@ autore. infatti. (·Vi. 17.8) ricorda che nel ·B dopo In morte cli Ct'sarc c me11tre s1 dovrebbe presllmere che i I.non per la nllova C11ric1 /11/ic1 ヲッセウ」イ@ セ ゥ ¢@ ゥョ ゥコ。 エ ゥ G セ@ - il senato avc,·a deciso cli ricos truire la C 11 riu I ャッセエゥオ@ t' d i interrare la naumachia dì c」セ。ョZ N@ realizzata appena tre ann i prima. La conte mpornncilà tb due dcc rei i rende evidente h1 rivinc ila ュッ」ョQ。 セ Q@ ciel pan ito •lnticcsaria no, che mirnva a mortificare la memoria del dittatore assassin:Ho. Finora si era rite nuto che "ricostruire la C 11riu I ャ オセエゥ ャゥオ B@ significasse che essa OtTllP<"'H uno spazio differente da quello セ」 ャエ ッ@ 1>er h1 /11/ù1, ma nella nuo,·a prospettiva do\Temmo pensare che si tralQ ta:.se piuttosto di un problema di 」ャ・、ゥ。Qッョ セN@ per<. lii ci si sarebbe limitati <• t·amhiare il nome dell'edificio cd C\ entualmente qual- che dettaglio progettuale. ma non la sua posi7ione. E quando l'an no successivo il senato, tornando per l'ennesima ,-olla sulle sue P 、・」ゥウッョセ @ decretò un;t serie di onori per Cesare e si impe!l.nò mm' ameme a costruire la curia cht• avrebbe preso il nome di l11/i11. st dovrebbe pensare ancora .1 un prowedimento nominale, cosicché il cantiere edil<: avrebbe in rea ltà continuato il suo corso. sia pur<.· a si nghiozzo, cambiando ogni volta solo ìl nome des tinato ad app<irire sulla facciata dell'o pçr,1 l'in ita. C ome si vede le difficoltà Jdb seconda letturn appaiono tulio sommato superabili mentre s uoi i vantaggi sono una semplilinizione dcl quadro e una maggìort• ade rcnm all'evide m.a dei rcst i conservati , cosicché al momento sembra essere quella preferibile. Contempornneamcntc alla ristruttura7ione del comi1io e all'erc110nc della nuova Curia lulia. Cesare provvide anche a llo sposrnmrnto dci rostri!' . che ormai non erano più adeguati alla situai ione politica: li ricostruì pit1 \ili.ti tn forma di emiciclo ;1ll'estremità occìdt·n- 46 6. Pianta dei l·ori lmpl'riali L ____, l ···-1 .: I i' I!: セ@ I !.. .. ··ig .. M セQ@ -- -- 1t. .-1wc1 • A là I A セエイオャ イ ・@ delle Basiliche Fulvia e Sempronia. Una !>olu1ione simile, anchc se più elaborata. dm etc e essere anche quella adottata da Cesare. che fece coprire llnra la pia7.7.a con un 'eia rio per proteggere gli spettatori dal sole!> e vi fece cosi ruire .. una specie <li teatro di caccia, che fu chiamato anfiteatro perché aveva セャG \ャゥ ゥ@ tu11'intorno, se111.a la scena.'24 • Nell'opinione corre nte vengono collegate a q uesti spctl<lcoli le gallerie c he correvano sotto h·i pavimenwzionc di travertino del foro. ma in rl·<1hil i rilievi piì'1 recenti hanno mostrato come cssc fossero già state messe l'uori uso2'. QuclJi di Cesare dovettero figurare tra i n11mcra gladiatori più ricchi dati fino a<l al lora, ma anche ira gli ultimi in qucsw sede: già nel 7 a.C .. infotti, quelli offerti <la Augusto per i funerali di t\grippa si sarebbero tenuti nel Campo i\ larzio e da allora simil i di\'crtimemi sparirono da quest'arca. tale del Foro Homano, lì dove ini1ia la salita verso il colle Capitolino. t\m·hc in questo caso il visitJtore moderno solo con molta fatica riesce a discernere i イ・セエゥ@ dlc possono essere faui risalire a Cesare. poiché il lavoro fu completato - prohabilmentc con qualchl' modifica - sollo Augusto. senza contare i pesanti interventi cli Settimio Severo e cli Diocleziano ( f'ifl,. 5)2 '. Nella l'Cl<.:br:w ionc dci ludi gladiatori dcl 46, i comba ttimenti traghid iato ri e f'i c re c he.• s i tennero proprio nd Foro Boma no per il s uo trionfo, Cesare si mante nne invece in linea con una tradizione c he risaliva alla seconda mctù <ld fl I sec. a.C. A quell'epoca, infatti, non esisteva ancora a Homa un edificio che servisse appositamente a questo scopo l' la piana cemmle veniva utiliuata per questi giochi apprestando tribune lignee temporanee, d1e si appoggiavano alle 47 7. Fon1111 /11/i1w1 e !empio di Venere Geni trice riva, poiché si 。 、 ッウセ。 カ。@ direttamente a lla collina. Al cenlro della piazza sorgevano due statue di Cesare: la prima era un monumento equestre di bronzo2'1, che Sta7io 10 ricorda come realizzato in origine da Lisippo per Alessandro セャ。 ァ ョッ [@ il dittatore ne aveva sostituito il ritratto con il proprio, quasi a potersi vantare di possedere un ritratto di uno degli scultori pit1 famosi della storia dell'arte antica 11• li cavallo era inoltre famoso per la curiosa conformazione quasi umana di uno dei suoi 1..occoli 12. La seconda statua era loricata, cioè vestita di corazza. ed era la prima cJj qucs10 tipo dedicata a Roma 3 ', o meglio probabilmente la prima all'interno dcl pomerio34 , in quanto essendo armata avrebbe dovuto rimanere all'esterno in base al le rigide norme giuridico-sacrali che vietavano la presenza di soldati o anche solo l'esibizione di insegne <lei polere militare all'interno dcl lerritorio urbano. Salta all'occhio l'audacia urbanistica con cui il Forum lulitm1 dà soluzione all'insufficienza di spaLio dcl vecchio foro. che - benché ristrutlurato completamente - non bastava più alle crescenti esigenze di Roma, ormai capitale Ji un enorme impero in rapida espansione. Il raddoppio del foro avvenne dotando la nuova piazzti di un carauere assai più strutturato, escludendo gli aspetti commerciali a favore di quelli politico-istituzionali e con una totale focalizzazione dei percorsi e delle prospettive sul tempio della divinità protcllrice del nuovo leader, con evidente intcmione propagandistica. Se guardiamo all'intervento con una prospettiva storica un po' più ampia è evidente che. una volta fomrnlato. il progetto cesariano si impose come primo capitolo di una sistematica moltiplicazione dell'area forense: Augusto si addossò al lato nord dcl forum lulium per realizzare il suo nuovo foro :incor più ricco e fastoso, Vespasiano avrebbe reali7.z.ato il suo Teniplum Pacìs più a ovest, mentre Domiziano ingrandì l'Argileto trasformandolo nel Foro Transitorio, inaugurato dal suo successore Nerva. li completamenlo di questo sviluppo si deve a Traiano, che trasse le logiche conseguenze di un secolo e me7.zo di sviluppo urbanistico abballcndo la sella a cui si era ad<loss<lLO il tempio di Venere Genitrice, per far spazio alla Basilica Ulpia e al suo foro, che poteva aprirsi così su l Campo Marzio con un ingresso monumentale. È tempo dunque di esaminare l'altro polo dell'azione urbanistica cesariana, il Campo M<1rzio appunto (fig. 8). La grande pianura a nord-ovest del nucleo più antico della città, quello racchiuso nelle mura repubblicane, era delimjtata dal retLifilo della via Flaminia a est e dall'ansa de] Tevere a ovest. Questo grandioso spazio aveva attiralo già l'attenzione di Pompeo. che ne aveva compreso le potenzialità urbanistiche15 rcali1.1.ando il teatro che portava il suo nome, uno dd monumenti che sarebbero rimasti per tutLO l'evo antico tra i più importanti di Roma. Esso non solo era il più grande teatro del mondo antico, ma anche il più an tico teatro in muratura della città: fino atl allora, infatti, gli spettacoli di qt1eslo tipo si erano svolti in Il lrionfo del 46 ru l'occasione in cui Cesare inaugurò l'altra sua grande opera all'estremità opposta dell'area forense: il Fonm1 /11/ium, già più volte evocalo. Aveva cominciato a realiu,are questo progetto nel 54, contemporaneamente all'inizio dei lavori per la Basilica Giu lia, acquistando le aree private che si trovavano a nord dcl comizio e della curia. Si preoccuparono di fare da intermediari per l'acquisto Cicerone e Oppio: la cifra richiesta dai proprietari per la cessione dei lerreni era enorme. ammontava inil'ialmente a sessanta milioni di sesterzi 26, ma dovette lievitare fino a cento milioni27. Nonostante l'inaugurazione il complesso non era ancora terminato e solo Augusto riuscì a portarlo a termine. Si trattava tli uno spazio (fig. 6) esteso in tlirezione est-ovest e assai più lungo che largo. condi:t.ionalo fortemente dalle preesistem.c: a est infatti si fermava a ridosso della sella che univa il Campidoglio éil Quirinale e che sarebbe stata spianata pit1 tardi per il foro di Traiano. L'aspetto dcl Fomm lulimn che si vede attualmente si presenta appunto nella veste traianca (su cui si vedano i contributi di Elisabetta Bianchi e di Bei.ltrice Pinna Caboni), ma anc he nel rifacimento l'impianlo si mantenne sostanzialmente immutato. Un porticato a doppia navata lo recingeva su tre lati, sul lalo oricnwle era in comunicazione con l'importantissimo asse SLradale dcll'Argileto - c he Omni7iano e Nerva avrebbero trasformato nel Foro Transitorio - mentre il Imo occidentale era chiuso dal tempio di Venere Genitrice (fig. 7) - la divinità da cui Cesare si vantava di discendere, collegando la sua gem; al mitico Julo, figlio di Enea. L'ediricio dominava la piana su un alto podio e vi si accedeva solo mediante scale laterali ; l'effetto era ulteriormente rafforL.ato dal tipo picnostilo dc l tempio, che av('va cioè un colonnato perimetrale dnll'intercolumnio molto stretto. L'interno presentava una novità per Roma 28: una cella con abside sul fondo che doveva esaltare la sla!Ua di cullo. soluzione chefu ripresa da t\ugusto anche per il lempio di Marte Ultore nel suo foro. Sul retro, però, l'abside non appa- 48 8. Pianta del Campo Marzio e delle aree adiacenti: I. Foro Romano; 2. Fomm litlit11n; 3. Teatro di Marcello; 4. Saepl a; 5. Teatro di Pompeo; 6. Stadio di Domiziano; 7. area degli ustrini imperiali; 8. C irco Massimo a.C. da Agrippa 38 . Fu una delle prime realizzazioni su grande scala che utilizzò il marmo di Carrara, le cui cave si iniziarono a sfruttare in maniera intensiva proprio allora. Nel 44, ossia dieci anni pili tardi e una volta scomparso il suo grande rivale, Cesare decise di scendere sullo stesso terreno di Pompeo dando il via alla costruzione di un secondo teatro di grandi dimen· sion i - anche se non grandi quanto il primo39. La sua collocazione sarebbe stata all'estremità meridionale della pianura del Campo Marzio e del Circo Flaminio, subito fuori della linea <le i pomerio. Cesare spianò la zona - spostando e demolendo anche templi come quello di Pietas40 - ma non fece in tempo ad andare oltre le fondazioni del nuovo edificio41 • Anche in questo caso a te rminare il teatro avrebbe pensato Augusto, che gli avrebbe dato il nome del nipote morto prematuramente: Marcello. L'attenzione di Cesare ai luogh i dove si celebravano gli spettacoli, preziosi mezzi per conquistare il consenso della plebe urbana, risaliva d'altronde a un paio di anni prima. In occasione del suo grandioso trionfo del 46, infatti, oltre ai giochi gladiatori già citari, realizzò una serie di interventi finalizzati a rendere più grandiosi i festeggiamenti: quello più impegnativo dovette riguardare il C irco Massimo, di cui venne allargata l'arena su i lati lunghi isolandola con un canale scavato appositamente in cui scorreva l'acqua, l'euripo42. Nel Campo Mart.io, invece, realizzò uno stadio prowisorio4 \ verosimilmente eretto in legno in un luogo che di solito si ritiene coincidere approssimativamente con lo spazio c he più tardi Domiziano occupò in maniera stabile con il suo stadio: l'attuale piazza Navona. Nella stessa occasione scavò - probabilmente a non grande distanza - un bacino destinato a ospitare una naumachia 44 : vi si svolsero combattimenti con imbarcazioni da guerra di grandi dimensioni fatte appositamente venire da Tiro e dall'Egitto. Anche questo provvedimento, però, doveva essere provvisorio: subito dopo Cesare aveva già previsto di riempire il bacino per costruirvi un grande tempio dedicato a Marte 45 • Neanche per questo ebbe tempo, ma l'interro del bacino venne deciso - come si è detto - dal senato nel 43 a.C., facendolo figurare come un provvedimento per l'igiene pubblica. Il progetto di gran lunga pili grandioso, infine, fu quello della lex de Urbe augenda. la legge sull'ampliamento della città presentata ne ll'estate del 45 46 • Secondo Cicerone essa prevedeva che "il Tevere venisse condotto da ponte Milvio lungo i rilievi del Vaticano, che il Campo Marzio venisse ricoperto <li edifici e che invece la piana vaticana diventasse una specie di Campo Marzio". Dunque Cesare intendeva spostare il corso del Tevere verso ovest e aveva gill incaricato un ingegnere di origine greca; la descrizione di Cicerone è molto sintetica, ma possiamo comprenderla meglio con uno sguardo alla carta (fig. 9 ): il nuovo alveo si sarebbe dovuto staccare dal vecchio alquanto più a sud-ovest di ponte Milvio, a causa della presenz.a di monte Mario che incombe sul Tevere, avrebbe poi verosi· costruzioni di legno più o meno temporanee e l'idea stessa di un edificio stabile era stata considerata come contraria alla pubblica moralità dalla fazione più conservatrice dcl senato. Ancora un secolo prima questa aveva fatto distruggere il teatro in pietra che il censore Gaio Cassio Longino aveva iniziato a costruire sulle pendici del Palatino. La prima risposta cesariana alla grande opera di Pompeo venne pochi mesi dopo la sua inaugurazione e a poche centinaia di metri di d istanza con l'inizio dei lavori per un edificio istituzionale che costituiva il simbolo stesso dell'autorità delle assemblee popolari. Cesare, infatti, incaricò nel 54 a.C. Cicerone del rifacimento in marmo dei Saepta 36, il grande recinto destinato alle votazioni del popolo posto - per intendersi - a ovest dcl luogo ove sarebbe sorto il Pantheon. Doveva trattarsi di uno spazio rettangolare orientato in dire7.ione nord-sud, lungo 3 1O metri e largo 120, circondato su tre lati da doppi portici mentre sul quarto, quello corto meridionale, sarebbe sorto il Dirihitoriwn, l'ed ificio destinato allo spoglio dei vofr1ì. La ;'gloriosissima impresa" - come la definisce Cicerone sarebbe stata proseguita da Lepido e portuta a termine solo nel 26 49 9. Progetto di spostamento dcl Tevere riportato su cartografia moderna (rielaborazione ·della Carta Geologica di Roma) edificare il Campo \llaoio sposlandone le funzioni pii:1 a nord-ovest nella piana Vaticana. ma questo appare difficile da accettare alla Jcuera. Le funzioni specifiche del Campo Marzio. infatti. <:rano proprio quelle politiche legate allo svolgimento dci comizi centuriati che si Lenevann nei Saepta, il cui rinnovamento lo stesso Cesare aveva avviato dicci ann i prima. Si trattava d'a ltronde di una idea \isionaria, che neanche gli imperatori più audaci che vennero nei secoli successivi si sentirono di attuare. Fu infine ancora una volta nel Campo Mar;,io che si consumarono gli ultimi alli dcl ditl:Hore: come è noto, trovò la morte nella curia di Pompeo, parte dcl complesso dietro alla scena del già citato teatro. ma anche le sue ceneri vennero depositale a non grande distanza nella stessa arca della ciuà. sulla base di un progetto già da lempo preparato con lungimiranza. Nel settembre del 5-1. infatti, era morra di parto Giulia, figlia di Cesare e moglie cli Pompeo. li marito avrebbe voluto seppellirla nella sua proprietà albana sulla \ia Appia 4 7 , ma a furor cli popolo fu deciso di seppellirla in Campo Mar?io. nonostante la decisa opposizione dcl console Gneo Domizio Enobarbo48 . Un frammento dell'iscrizione della tomba è forse quello riu t ilii'.wto in una tegola del Pantheon adrii:meo49 • li オ 。「ゥォセN@ ma veros iluogo della sepoltura non è precisamente ゥョ」ャカ、 mil mente si trovava nel triangolo compreso tra i Sae1Jta n sud e la via Flaminia a est, dove già doveva essere stato sepolto Silla e non lontano dal luogo in cui, durante l'età imperiale, sarebbero stati edificati gli uslrini - cioè i recinti per la cremazione - di Antonino Pio e di セ@ larco Aurelio. L'area era destinata a sepolture di staro di personaggi di speciale rilievo e ciò spiega J'anjmosità dcl1;1 disputa, ma anche le finalità inconfessate cli Cesare. Si può sospettare facilmente che la volontà popolare fosse stata inclirizzaw in maniera accorta da questi. che si trovò così a possedere una tomba familiare nella posi1.ione pit1 ambita per un cittadino romano. È qui che fu apprestalo anche il rogo per il suo funerale - Hnchc se i tumulti che accompagnarono la vicenda lu resero inutile50 - e in questa tomba finalmente furono tumulale le sue ceneri 51 • Come si era visto già in relazione al Forum lulium, anche nel cnso dcl Campo Mar7.io l'espansione della città avverrà nei primi secoli dell'impero secondo un piano regolatore monumentale <li ampio respiro. che prevede alcune definizioni funzionali bene individuate (si veda il caso dell'area destinala alle sepolture pii'1 importanti), secondo una traccia che era stata chiaramente delineata già eia Cesare. Recepito da Augusto, questo disegno passerà per suo tramite ai successori sul trono imperiale con una continuità e una coerenza davvero notevoli: ecco perché si può dire che - 「」ョィセ@ l'opera di Cesare non sia facilmente percepibile oggi nei suoi aspetti monumentali - tuttavia essa fornì la lrama e le lince guida. che incliri7.1arono in m.iniera decisiva l'evoluzione urbanistica dci secoLl seguenti. milmcnle proseguito lungo una li nen c he possiamo ipotizzare vicinc1 a <1uella <lel l'attuale viale Angelico f'in verso piazza del Bisorgimento, dove avrebbe potuto curvare verso sud-est sfiorando la collina vaticana per inserirsi nuovamente nel vecchio corso subito dopo l'attuale ponte Vittorio Emanuele 11 . Si sarebbe tagliala così un'ampia ansa facendo accelerare la corrente e la superficie della pian<1 v(llic.:ana così guadagnata ammontava a circa 260 ettari, un'estensione maggiore di quella dello stesso Campo i\larLio. Se poi aggiungiamo più a nord anche la piana compresa all'interno dell'ansa del Tevere e ai piedi delle colline dei Parioli, lo spazio arrivava a triplicarsi abbondantemente. Quali fossero esattamente i progetti di Cesare è però difficile ricavare da queste poche righe a pr<mdere alla lcu.cra Cicerone sembrerebbe che prevedessero di 50 App.,BCi-c 2, 16;Bauerl993;Bauer 1998. 2 Cic., Ad Att. 4. 17. 3 Plut., Caes. 29,3; App., BCiv. 2, 26. 4 Cass. Dio 49, 42. 1 Gli studi più recenti (Erte!, Freyberger 2007a; Erte!, Freyberger 2007b) hanno proposto una revisione piuttosto profonda delle nostre conoscenze a riguardo, ma non considerano la fase di Aemilius Paullus ricordata dalle fonti per la difficoltà di datare i resti conservati in mancanza di accurati scavi stratigrafici e per la lunga durata del cantiere. Quanto alla cronologia del ciclo di bassorilie;i, la datazione è stata prima rialzata al 78 a.C. (Bianchi Bandinelli, Torcili 1976, p. 49. n. 46; Kriinzlc l 994) e poi abbassata in età augustea da Ertcl e Freyherger, tuttavia - benché bisognosa di numerosi chiarimenti - sembra ancora preferibile quella cesariana del primo editore (Carettoni l 96 l; cfr. Zanker 1972, p. 23 e nota 148; 13auer 1993, p. 185). 6 Giuliani, Verduchi 1993. 7 Plin., Nat. Hist . .H, 26. 8 Proveniente dall'alto Lazio: Fornaseri et alii l 995. 9 Coarelli 1983, pp. 126-127, 133-134; Giuliani, in Giuliani, Verduchi 1987, pp. 52-61, 66; Amici 2004-2005; pp. 360372. 10 Coarelli 1983, pp. 161-178; Idem 1 1999; per le fonti tarde cfr. qualche integrazione in Liverani 2004a, pp. 368-369. 11 Giuliani, in Giuliani. Verduchi 1987, pp. 52-61. 12 Cass. Dio 40, 49,2; Cic., Pro Mil. 13, 33, 61, 90-91; Phil. 6, IO, 13, 27; De fin. 5, 2; App., BCiv. 2, 21,77. 13 Cass. Dio 44, 5,2. 14 Coarelli 1983, pp. 138-144; Coarelli 1985, pp. 233-237; Coarelli 1993; Morselli, Tortorici 1989, pp. 41-43; Morselli Tortorici 1993. 11 Cruciali per la discussione sono soprattutto Amici 2004-2005 e Amici 2007, ma cfr. già le osservazioni in Amici 1991, pp. 22-26, 42 (con diversa prospettiva modificata negli studi successivi); Amici 1995-1996. 16 Grassigli J 99 l, p. 44. 17 Canfora 1999. 18 Porse con la demolizione del tempio di Felicitas? 19 Cfr. già Tortorici, in Morselli, Tortorici 1989, ibidem. 20 Cass. Dio 47, l 9, l. 21 Cass. Dio 43, 49, l. 22 Verduchi 1982- 1984; Verduchi 1985; Verduchi l 999. 23 l'lin., Nat. Hist. 19, 23, cfr. anche 15, 78. 24 Cass. Dio 43, 22,3. 25 Le gallerie vennero probabilmente interrotte anche dal rifacimento de Ila Cloaca Massima. Giuliani, Verduchi 1987, pp. 53-57. 26 Cic., Ad Att. 4, 16,8. 27 Suet., Caes 26,2; Plin., Nat. Hist. 36, 103. 28 Gros 1976, pp. 124-143. 29 Cadario 2006, pp. 35-37. 30 Silvae I, I ,84-88. 31 Liverani 2004b, pp. 396-397; per qualche confronto ateniese in epoca successiva cfr. Shear 2007, pp. 223, 245. 32 Plin., Nat. Hist. 8, 155; Suet., Cacs. 61, l. 33 Plin., Nat. Hist. 34, l 8; Cadario 2006, pp. 33-35; Suet., Caes. 61, I. 34 Cfr. in questo stesso catalogo il saggio di P. Zanker. 35 Coarelli 1997, pp. 539-580. 36 Cic., Ad Att. 4, 16,14. 37 Coarelli 1997, pp. 155-165, 'i80581. 38 Cass. Dio 53, 23. Il Diribitorium venne terminato ancora più tardi da Augusto nel 7 a.C.: Cass. Dio 55, 8. 39 Cass. Dio 43, 49,2; Suet., Caes. 44, l. 4° Ciancio Rossetto 1999, p. 86. 41 Plin., Nat. Hist. 7, 121; Cass. Dio 43, 49,2; 53, 30,5. 42 Plin., Nat. Hist. 36, 24, I 02; Su et., Caes. 39,2. 43 Suet., Caes. 39,3. 44 Suet., Caes. 39,3; Cass. Dio 43, 23; 51 App., BCi-c 2, I 02; Liberati 1996, p. 338. 45 Suct., Caes. 44, 1-2. Come s'è detto, il bacino fu interrato nel 43 per motivi a un tempo igienici e politici. 46 Cic., Ad Att. 13, 33, I: a ponte Mulvio Tiberim perduci secundum montes Vaticanos, campum Martium coaedificari, illum autcm campum Vaticanum fieri quasi J\lartium campum; cfr. 13, 35,1. 47 Plut., Pomp. 53,6. 48 Cass. Dio 39, 64; cfr. Coarelli 1997, pp. 582- 583, 593-599, si osservi però che la proposta di identificare il sepolcro con l'edificio circolare di cui resta memoria nel nome della demolita chiesa di Santo Stefano del Trullo non è accettabile, in quanto il Trullo doveva essere piuttosto un'esedra del portico settentrionale del complesso dell'Hadrianeum: Claridge 1999, p. 121, n. 15. 49 L'Année Épigraphique 1987, p. 65. 5 " Suet., Caes. 84, I. 31 Cass. Dio 44, 51, I. È discusso se in questa tomba abbiano trovato posto anche altri membri della famiglia giulio-claudia (Coarelli 1997, ibidem), ma si può escludere sia servito alla sepoltura provvisoria di Iulia Domna, cfr. lleinemann 2007.