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Una guida sul metodo per construire una macchina di flottazione
Osservazioni ed analisi su reperto ceramici del RELITTO DI SCAURI NELL’ISOLA DI PANTELLERIA
Meccanismi di Reazione in Chimica Organica per gli Studenti del Corso di Laurea in Farmacia e CTF
Longobardi a Belmonte
Resti vegetali dall'abitato2019 •
A review of wood and fruits from the VI century AD of Belmonte (Piedmont, Italy)
Informazione Organistica
SULLA CONSERVAZIONE E IL RESTAURO DEGLI ORGANI NELL'ETÀ DI MEZZO2012 •
Nei precedenti numeri della rivista sono state pubblicate alcune testimo-nianze degli anni Venti sul restauro degli organi. È dopo la Grande Guerra infatti che comincia ad avvertirsi in Europa la necessità della tutela e della conservazione del patrimonio di strumenti storici sopravvissuto al tempo e alla mano dell'uomo, e da noi anche ai guasti della cosiddetta Riforma ceci-liana. 1 Lo scopo è quello di raccogliere i materiali per una storia del restauro in Italia nel Novecento che faccia luce su due aspetti fondamentali della que-stione: i principi guida degli interventi, il riscontro legislativo. La conoscenza delle idee a cui si ispiravano le operazioni di restauro è indispensabile; potrebbe spiegare ad esempio quali fossero quelle che nei pri-mi anni Cinquanta guidarono il discutibile intervento su un'opera unica come l'organo della Silberne Kapelle di Innsbruck. In quell'occasione si era-no trovati di fronte, per così dire, l'unico strumento rinascimentale italiano con canne di legno noto in tutto il mondo, sopravvissuto all'incuria del tempo e ai caminetti di corte dell'ancien régime, e il più famoso e stimato orga-nologo mitteleuropeo. L'esame del 'caso Innsbruck' risulta di particolare uti-lità, in quanto fu proprio l'ingegner Egon Krauss ad esercitare non poca influenza sul nascente movimento di tutela nella Penisola; dove la conservazio-ne degli strumenti musicali più che degna di un paese civile era ancora quella di un'espressione geografica sulla via di divenir Nazione, per usare l'espressio-ne di Metternich. 2 1 Cfr. Testimonianze sul restauro degli orga-ni negli anni Venti del Novecento. I: Paul de Meleingreau, Il vandalismo nel restauro degli organi; Renato Lunelli, Della riforma e del re-stauro degli organi antichi; II: Louis Eugêne-Rochesson, Organi antichi: rimessa in effi-cienza e restauro, a cura di M. TARRINI, in «In-formazione Organistica», XXIII (2011), pp. 161-178; Ibidem, XXIV (2012), pp. 111-120. 2 «La celebre frase viene interpretata in una maniera anti-italiana, che forse non c'era (o non era così detestabile) nelle intenzioni dello stesso Metternich» (riporto le parole dell'amico Renato Meucci, che ringrazio an-che per altre precisazioni che ha voluto cor-tesemente trasmettermi).
Lusuardi Siena S., Giostra C. (eds.) Archeologia Medievale a Trezzo sull'Adda. Il sepolcreto Longobardo e l'oratorio di San Martino. Le chiese di Santo Stefano e San Michele in Sallianense
I resti organici dalle sepolture (legni, tessuti e cuoi)2012 •
Iron and bronze artefacts in the Lombard burials of Trezzo sull'Adda (near Milano, northern Italy) have preserved the organic materials (textiles, wood, leather and feathers) relating to the clothes and accessories. Most of the organic remains have been recovered in the tomb of a boy with a rich set of weapons and bronze vessels. Other organic remains (charcoals, seeds and fruits and perhaps flowers) have been found in other burials of the same necropolis. In the paper we discuss the origin and the meaning of these materials.
La democrazia della conoscenza. Patrimoni culturali, sistemi informativi e open data: accesso libero ai beni comuni?, a cura di Rita Auriemma
Oltre l'Open by Default. Condividere il riuso2017 •
Quando un paio di anni fa ho preso reale consapevolezza di quello che il tema dei dati aperti avrebbe comportato sul nostro modo di lavorare ho avuto un momento di sgomento. Perché ho avuto chiara la visione che quello che sembrava un obiettivo faticosamente raggiunto (un sistema informativo web a scala nazionale per la produzione e la gestione dei dati del catalogo), non poteva per nulla essere considerato un traguardo a fronte della nuova prospettiva che ci si stava aprendo davanti: il web semantico e la libera condivisione dei dati attraverso la rete. Fare rete richiede in primo luogo una prospettiva comune, ossia tutti debbono intravedere il vantaggio nella condivisione dei dati. Se questo non si realizza non basteranno tutte le direttive europee e le leggi nazionali per invertire la tendenza della passione per il proprio orticello, piccolo o grande che sia; credo che una rete sarà possibile quando si penserà davvero in rete, quando cioè si supereranno le barriere che ancora esistono tra le istanze di chi produce i dati e quelle di chi li utilizza o vorrebbe riutilizzarli. Non meno nodale rimane la questione della condivisione delle regole per la conoscenza e la descrizione del patrimonio culturale. Noi siamo un paese refrattario alle regole, dove ogni settore di patrimonio è più speciale dell'altro, dove ogni contesto territoriale è più specifico dell'altro. Dove il catalogo nazionale è stato visto per anni come un'ingerenza dello Stato nei confronti dell'autonomia di enti locali e università, non piuttosto come una necessità, né tanto meno come un'opportunità. Fare rete è complesso, c'è bisogno di formazione costante perché la materia è in continua evoluzione, non solo sul piano tecnologico, ma anche su quello normativo (l'avv. Belisario ci ha fatto vedere come tutta una serie di normative, nate una dopo l'altra per rispondere con crescente vigore alla richiesta di trasparenza e innovazione digitale, hanno necessità di essere armonizzate a valle per desumere un quadro coerente che indirizzi l'azione dei malcapitati che si trovano a dover gestire il patrimonio informativo pubblico). E' stato pubblicato a luglio il decreto legislativo che recepisce la direttiva europea 2013/37/UE, relativa al riutilizzo dell'informazione nel settore pubblico (la cosiddetta PSI – Public Sector Information) che estende il concetto di open-by-default anche al settore di biblioteche, archivi e musei; ora è pronto un nuovo disegno di legge sulla trasparenza che dovrebbe introdurre anche il Italia il Freedom of Information Act. L'obiettivo è dunque chiaro: la conoscenza dei patrimoni informativi prodotti con fondi pubblici è pubblica.
Berliner Journal für Soziologie
Das "Prinzip Antworten": Eine postapokalyptische Theorie der Verantwortung für das Anthropozän2024 •
Journal of Islamic Ethics
The Semantics of Gratitude (Shukr) in the Qurʾān2021 •
Adıyaman Üniversitesi Sağlık Bilimleri Dergisi
The effect of baby oil applied to pruritus areas on pruritus, fatigue and anxiety in cirrhosis patients with pruritus2022 •
Infection & Chemotherapy
Group B streptococcus colonization, antibiotic susceptibility, and serotype distribution among Saudi pregnant women2020 •
Poorabi
Stream Indore Call Girls NUmber 9155612368 Vijay Nagar Indore Vip Call Girls Indore Call Girls2030 •
Fish physiology and biochemistry
Cylindrospermopsin effects on cell viability and redox milieu of Neotropical fish Hoplias malabaricus hepatocytes2017 •
Egyptian Journal of Health Care
Distributive Leadership Practice and Managerial Knowledge Sharing among Nurse Managers: A mediator for Innovative Work Behavior among Nurses2021 •
Godišnjak Filozofskog fakulteta u Novom Sadu/Godišnjak Filozofskog fakulteta u Novom Sadu
In Memoriam: Moje Sećanje Na Prof. Veru Vasić (1948–2023)2024 •
Revista uruguaya de ciencia política
Participación de la mujer en el sistema de toma de decisiones : el caso uruguayo1994 •
Acta zool. Cracov
Diversity of small mammals in owl pellet assemblages of Karonga district, northern Malawi1991 •