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Claudio Longhi ha firmato la regia di un fortunato allestimento della 'Resistibile ascesa di Arturo Ui', prodotto dall'Ente Romagna Teatro e dal Teatro di Roma nel 2011. Lo spettacolo, che ha girato in tourn\ue9e per tre... more
Claudio Longhi ha firmato la regia di un fortunato allestimento della 'Resistibile ascesa di Arturo Ui', prodotto dall'Ente Romagna Teatro e dal Teatro di Roma nel 2011. Lo spettacolo, che ha girato in tourn\ue9e per tre stagioni consecutive, arrivando fino a Mosca, vede Umberto Orsini nel ruolo del protagonista e un cast di brillanti interpreti, tra cui spiccano Lino Guanciale e Luca Micheletti (Premio Ubu 2011 come miglior attore non protagonista). La conversazione con Valeria Merola \ue8 l'occasione, per il regista, sia di soffermarsi sull'articolata e complessa esperienza dell'allestimento dell''Arturo Ui' (da cui \ue8 poi scaturito il progetto 'Il Ratto d'Europa') sia di fare i conti, pi\uf9 in generale, con Brecht riflettendo sulla presenza e sul ruolo dell'eredit\ue0 del drammaturgo tedesco, filtrata dalla lente benjaminiana, nel tracciato complessivo del suo personale lavoro teatrale
in Pirandello oggi. Intersessualità, riscrittura, ricezione, a cura di Anna Frabetti e Stefania Cubeddu-Proux, Metauro, Fano 2017, pp. 73-90.
Recensione / Book review Monica Martinat (2013), Tra storia e fiction. I l racconto della realta nel mondo contemporaneo , Milano: Et al., 185 pp.
Sara Lorenzetti e Valeria Merola introducono e presentano i saggi pubblicati in "Il paesaggio italiano raccontato". Sara Lorenzetti and Valeria Merola present the papers published in "The Reasons for an Italian Landscape... more
Sara Lorenzetti e Valeria Merola introducono e presentano i saggi pubblicati in "Il paesaggio italiano raccontato". Sara Lorenzetti and Valeria Merola present the papers published in "The Reasons for an Italian Landscape Told".
Intervento al Colloque "Tozzi in Europa" organizzato da Ilaria de Seta, Université de Liège, 28 et 29 septembre 2016
... L'Ippolito di Emanuele Tesauro. Autores: V Merola; Localización: Lettere italiane, ISSN 0024-1334, Vol. 58, Nº 3, 2006 , págs. 403-432. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario.... more
... L'Ippolito di Emanuele Tesauro. Autores: V Merola; Localización: Lettere italiane, ISSN 0024-1334, Vol. 58, Nº 3, 2006 , págs. 403-432. Fundación Dialnet. Acceso de usuarios registrados. Acceso de usuarios registrados Usuario. Contraseña. Entrar. Mi Dialnet. ...
Nell’ultima opera di Margherita Costa, Gli amori della luna, è possibile individuare un’eco significativa della sua scrittura poetica precedente. È soprattutto il personaggio di Diana a ereditare i tratti delle figure femminili che la... more
Nell’ultima opera di Margherita Costa, Gli amori della luna, è possibile individuare un’eco significativa della sua scrittura poetica precedente. È soprattutto il personaggio di Diana a ereditare i tratti delle figure femminili che la poetessa studia nei suoi canzonieri amorosi. Come le donne rappresentate nella Chitarra, la dea è un’amante di sdegno che investe l’innamorato della sua rabbia e della sua delusione per essere stata abbandonata. La cornice mitologica racchiude però una rappresentazione della vita di corte che Costa conosce molto bene. L’inserimento di elementi comici e spettacolari contribuisce a definire la teatralità della scrittura di Margherita Costa e collocarla opportunamente nella cultura barocca a cui appartiene.
Tra le scrittrici “dimenticate” del secolo XVII, Margherita Costa (1600 ca.-1657) si distingue per la sua copiosissima e articolata produzione e per i toni, scanzonati e lucidi, con cui rivendica l’indipendenza femminile. La professione... more
Tra le scrittrici “dimenticate” del secolo XVII, Margherita Costa (1600 ca.-1657) si distingue per la sua copiosissima e articolata produzione e per i toni, scanzonati e lucidi, con cui rivendica l’indipendenza femminile. La professione di cantante e virtuosa le consente di ottenere una certa autonomia e libertà nel contesto misogino seicentesco; la sua produzione risulta anomala a livello quantitativo e tematico sia se confrontata con quella delle contemporanee sia in quanto esempio di partecipazione attiva al consesso letterario in un contesto socio-politico in cui la scrittura femminile era in declino. Infatti, nel suo vastissimo corpus si possono riconoscere diversi generi: lirico, prosaico, storico, religioso, epistolare, drammatico (comico, mitologico, pastorale), attraverso i quali la poetessa non solo dimostra la sua versatilità, ma anche la capacità di usare registri diversi che oscillano tra il comico e il tragico, la satira e l’encomio, l’aulico e l’erotico. Eppure, l’...
Pur essendo autrice di un nutrito corpus teatrale, Natalia Ginzburg arriva alla scrittura per le scene soltanto nel 1965, con la commedia ‘Ti ho sposato per allegria’. Il disagio inizialmente dimostrato nei confronti della parola... more
Pur essendo autrice di un nutrito corpus teatrale, Natalia Ginzburg arriva alla scrittura per le scene soltanto nel 1965, con la commedia ‘Ti ho sposato per allegria’. Il disagio inizialmente dimostrato nei confronti della parola drammatica la induce a cercare di riprodurre l’intimità della scrittura narrativa, di cui riprende anche la centralità dei motivi familiari e femminili. L’esperienza di ‘Lessico famigliare’ si rivela fondamentale sia per gli aspetti tematici, sia nella perfetta mimesi di un parlato che è anche «chiacchiera». Nella scena ginzburghiana l’io si moltiplica, il tempo si rivela nella sua ciclicità e l’azione si condensa nell’ellissi.
Il romanzo 1934 consente di interpretare in modo diverso l’ultimo Moravia, che non può essere letto con le stesse categorie utili per i suoi titoli più celebri, riducendo tutta l’opera intorno allo spartiacque della Noia. Il caso 1934 è... more
Il romanzo 1934 consente di interpretare in modo diverso l’ultimo Moravia, che non può essere letto con le stesse categorie utili per i suoi titoli più celebri, riducendo tutta l’opera intorno allo spartiacque della Noia. Il caso 1934 è significativo perché nel romanzo degli anni Ottanta si combina l’impostazione realistica con un romanzesco distopico. La storia dell’innamoramento di Lucio per l’algida Beate, sullo sfondo di una malinconica Anacapri, è vissuta dal protagonista nel tentativo di «stabilizzare» la propria disperazione. Ma l’impulso autodistruttivo individuale scorre in parallelo con quello storico del totalitarismo, a sua volta allusivo anche al terrorismo degli anni Settanta.
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in Federigo Tozzi in Europa. Influssi culturali e convergenze artistiche, a c. di Riccardo Castellana e Ilaria de Seta, Carocci, Roma 2017, pp. 107-120.
Research Interests:
in Pirandello oggi. Intersessualità, riscrittura, ricezione, a cura di Anna Frabetti e Stefania Cubeddu-Proux, Metauro, Fano 2017, pp. 73-90.
Research Interests:
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Privilegiando una lettura in chiave morale di alcune opere del Seicento letterario italiano, il libro prende in considerazione la scrittura oratoria di Emanuele Tesauro, per leggere i Panegirici in relazione alla riflessione del gesuita... more
Privilegiando una lettura in chiave morale di alcune opere del Seicento letterario italiano, il libro prende in considerazione la scrittura oratoria di Emanuele Tesauro, per leggere i Panegirici in relazione alla riflessione del gesuita sul comportamento all'interno della corte. Mentre indaga l'intersezione tra la dimensione pedagogica e quella cortigiana, lo studio cerca di ritrarre una morale allo specchio, ovvero quella elaborata da chi analizza la vita sociale osservandone i modelli. Il tema morale non è affrontato in termini di precettistica, né di filosofia morale, né di una teoria scientifica sulla natura umana, ma nel legame della letteratura con la vita. Al tentativo di ricostruire una visione del ruolo di Tesauro retore di corte, seguono un esempio di dramma martirologico e uno di poesia morale. Trait-d'union dei singoli momenti è la percezione di una morale riflessa nelle manifestazioni pubbliche e mondane, dalla predicazione celebrativa alla festa, all'apparato scenico, al teatro religioso.
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Svincolato dai limiti della traduzione dei modelli classici, l’Edippo di Giovanni Andrea dell’Anguillara adegua la vicenda mitica al pensiero, al gusto e alla morale cinquecentesca. Inaugurando una linea di interpretazione che conoscerà... more
Svincolato dai limiti della traduzione dei modelli classici, l’Edippo di Giovanni Andrea dell’Anguillara adegua la vicenda mitica al pensiero, al gusto e alla morale cinquecentesca. Inaugurando una linea di interpretazione che conoscerà numerosi rifacimenti del teatro classico, la tragedia segna un momento importante nella storia della letteratura drammatica italiana perché dà avvio a un paradigma di modernità nella ricezione del mito antico. Per quanto la critica abbia dimostrato disinteresse o addirittura rifiuto dell’opera, stigmatizzandone la mancata aderenza ai dettami della trattatistica cinquecentesca sul genere tragico e l’infedeltà alle fonti, l’opera appare degna di essere offerta ai lettori, che in essa potranno osservare una importante testimonianza letteraria e culturale.

Dell’Edippo si vuole qui proporre un’analisi che si ponga in continuità con la riscoperta dell’attività di volgarizzatore di Anguillara. La tragedia va letta tenendo presente la contaminazione della dimensione poetica con l’attrazione per la scena e la propensione verso le dinamiche della nascente commedia dei professionisti. È in questo senso che si comprende anche l’operazione che sta alla base della scrittura dell’opera, che non ha la pretesa di trasporre in volgare Sofocle e Seneca, ma usa gli autori classici come modelli da contaminare, giustapporre e aggiustare secondo l’esigenza di un nuovo teatro.
La miscellanea raccoglie interventi critici su Elena Ferrante e le sue opere.
Nato con l’aspirazione di superare la contingenza di un’occasione specifica, per avviare un filone di ricerca che si ricollega a una lunga tradizione, il volume coniuga studi letterari e artistici. Nell’accostare prospettive complementari... more
Nato con l’aspirazione di superare la contingenza di un’occasione specifica, per avviare un filone di ricerca che si ricollega a una lunga tradizione, il volume coniuga studi letterari e artistici. Nell’accostare prospettive complementari e diverse, si è scelto di costruire un quadro articolato, che combinasse gli strumenti scientifici dell’analisi iconografica con quelli della critica letteraria, pensando il rapporto tra rappresentazione figurativa e rappresentazione poetica come un dialogo continuo. Oggetto privilegiato di questa attenzione sono stati i momenti di incontro diretto tra i linguaggi, quando le immagini servono per illustrare le parole, quando invece riescono a suggerire significati ulteriori, o ancora quando imitano le tecniche del racconto. Intorno al mito e alla fortuna delle Metamorfosi di Ovidio nel volgarizzamento cinquecentesco di Giovanni Andrea dell’Anguillara, si sono raccolti studi sulle illustrazioni, sugli apparati iconografici, sui cicli pittorici e sulle intersezioni tra poesia e pittura.
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Numero monografico della rivista Il Capitale culturale, EUM
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Attraverso l’analisi di alcuni testi teatrali settecenteschi, scelti come particolarmente rappresentativi, il libro propone un’interpretazione del mito edipico, nel suo adeguarsi alle differenti concezioni del tragico. Osservando il... more
Attraverso l’analisi di alcuni testi teatrali settecenteschi, scelti come particolarmente rappresentativi, il libro propone un’interpretazione del mito edipico, nel suo adeguarsi alle differenti concezioni del tragico. Osservando il paradigma nelle sue variazioni, lo studio si concentra sull’evoluzione della prospettiva di colpevolezza del protagonista, dalla sostanziale assoluzione sofoclea fino alla condanna sempre più decisa della modernità. All’imporsi della vicenda incestuosa sul parricidio corrisponde anche il passaggio dalla tragedia politica ad una di stampo più intimista, nella quale conquista spessore drammaturgico una dimensione sentimentale e onirica. Ad un capitolo introduttivo, volto a misurare la portata del mito nella letteratura cinque-seicentesca italiana in relazione alle teorie del tragico, seguono quattro letture di testi teatrali che propongono soluzioni innovative nella tradizione.
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Privilegiando una lettura in chiave morale di alcune opere del Seicento letterario italiano, il libro prende in considerazione la scrittura oratoria di Emanuele Tesauro, per leggere i Panegirici in relazione alla riflessione del gesuita... more
Privilegiando una lettura in chiave morale di alcune opere del Seicento letterario italiano, il libro prende in considerazione la scrittura oratoria di Emanuele Tesauro, per leggere i Panegirici in relazione alla riflessione del gesuita sul comportamento all'interno della corte. Mentre indaga l'intersezione tra la dimensione pedagogica e quella cortigiana, lo studio cerca di ritrarre una morale allo specchio, ovvero quella elaborata da chi analizza la vita sociale osservandone i modelli. Il tema morale non è affrontato in termini di precettistica, né di filosofia morale, né di una teoria scientifica sulla natura umana, ma nel legame della letteratura con la vita. Al tentativo di ricostruire una visione del ruolo di Tesauro retore di corte, seguono un esempio di dramma martirologico e uno di poesia morale. Trait-d'union dei singoli momenti è la percezione di una morale riflessa nelle manifestazioni pubbliche e mondane, dalla predicazione celebrativa alla festa, all'apparato scenico, al teatro religioso.
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A partire dagli anni '60 il pensiero della psichiatria di matrice fenomenologica e dell'antipsichiatria (in Italia: psichiatria democratica) hanno apportato un cambiamento radicale nella visione della follia e della sua cura, culminato in... more
A partire dagli anni '60 il pensiero della psichiatria di matrice fenomenologica e dell'antipsichiatria (in Italia: psichiatria democratica) hanno apportato un cambiamento radicale nella visione della follia e della sua cura, culminato in Italia con la riforma Basaglia. Da una parte si è fatta strada l'idea che la follia sia una "condizione umana", "una enigmatica forma di esistenza", che richiede l'accettazione dell'altro da sé e il ripensamento delle categorie medico-politiche di normalità e devianza; dall'altra la convinzione che il manicomio, oltre ad essere uno strumento di esclusione dalla società, sia al contempo esso stesso generatore di follia, cronicizzando i pazienti. Con la Legge 180 l'Italia è stata il primo stato, nel 1978, a sancire la chiusura dei manicomi. Concentrandoci sulla narrativa italiana degli ultimi quarant'anni, si vuole mostrare se e come questa storica cesura (psichiatrica e sociale) ha cambiato il modo di rappresentare la follia. In particolare si metterà in luce: 1) la prospettiva (voce, sguardo) del folle fuori e dentro gli spazi di cura; 2) la rappresentazione letteraria della follia e degli spazi di cura; 3) il rapporto tra follia, cura e scrittura. Nel primo seminario interverranno studiosi di narrativa italiana contemporanea, nei successivi tre si dialogherà con scrittori, autori dei più recenti romanzi sul tema della follia. Modalità: On-line e in presenza (i link verranno comunicati in seguito) PROGRAMMA 14.04 (ore 16:00) La follia nella narrativa italiana post-basagliana. Tavola rotonda, intervengono: Mario Cimini (Università G. D'Annunzio di Chieti): Moderatore Valeria Merola (Università dell'Aquila): "Rappresentare la follia a teatro dopo Basaglia" Ilaria de Seta (Katholieke Universiteit Leuven): "La separazione degli spazi della cura nella letteratura contemporanea" Alberto Bertoni (Università di Bologna): "Follia della creazione (poetica)" Andrea Gialloreto (Università G. D'annunzio di Chieti): "Il disagio mentale in alcuni testi fondativi della non-fiction italiana" Stefano Redaelli (Università di Varsavia): "Legare, slegare, relegare la follia" 28.04 (ore 16:00) La voce della follia. Incontro con Remo Rapino, autore di Vita, morte e miracoli di Bonfiglio Liborio. Dialoga con l'autore: Andrea Gialloreto. Legge: Domenico Galasso. 12.05 (ore 16:00) La salvezza della follia. Incontro con Daniele Mencarelli, autore di Tutto chiede salvezza. Dialoga con l'autore: Stefano Redaelli. Legge: Domenico Galasso. 26.05 (ore 16:00) La beatitudine della follia. Incontro con Stefano Redaelli, autore di Beati gli inquieti. Dialoga con l'autore: Mario Cimini. Legge: Domenico Galasso.
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«Dal silenzio ha tutto da guadagnare» scriveva Dante Bianchi (1925: 211) di Margherita Costa (1600 ca.-1657), condannando di fatto alla polvere degli scaffali dimenticati una delle più prolifiche e vivaci scrittrici del XVII secolo. Né... more
«Dal silenzio ha tutto da guadagnare» scriveva Dante Bianchi (1925: 211) di Margherita Costa (1600 ca.-1657), condannando di fatto alla polvere degli scaffali dimenticati una delle più prolifiche e vivaci scrittrici del XVII secolo. Né meno impietosi sono stati i successivi lettori della virtuosa romana, vessillifera dell’indipendenza femminile in un tempo ostile alle donne scrittrici. Gli ultimi decenni, tuttavia, nell’ambito di una rinnovata attenzione critica alla scrittura femminile del XVII secolo, hanno segnato finalmente un’inversione di tendenza e i primi lavori monografici e le prime edizioni critiche hanno evidenziato la necessità di una riscoperta della copiosa e poliedrica produzione di Margherita Costa.
Il Convegno di Studi, promosso dal Dipartimento di Eccellenza dell’Università degli Studi dell’Aquila e dal Dipartimento di Studi Umanistici dell’Università degli Studi Federico II di Napoli, intende inaugurare un dibattito internazionale sull’opera di Margherita Costa, stabilendo il valore intrinseco della sua produzione e valutando assunti ed apporti nell’ambito del milieu letterario del XVII secolo.
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Programma del convegno "Personaggi storici in scena", Università di Macerata, 22-23 marzo 2018.
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Intervento al Colloque "Tozzi in Europa" organizzato da Ilaria de Seta, Université de Liège, 28 et 29 septembre 2016
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La scrittura teatrale al femminile. Coordina Beatrice Alfonzetti, Sapienza Università di Roma beatrice.alfonzetti@uniroma1.it (gruppo di lavoro ADI Studi di genere nella letteratura italiana). Interviene Sebastiano Valerio, Università di... more
La scrittura teatrale al femminile. Coordina Beatrice Alfonzetti, Sapienza Università di Roma beatrice.alfonzetti@uniroma1.it (gruppo di lavoro ADI Studi di genere nella letteratura italiana). Interviene Sebastiano Valerio, Università di Foggia sebastiano.valerio@unifg.it
Il panel si propone come spazio di confronto sul fenomeno sommerso della scrittura femminile riguardante il teatro, che non ha avuto il medesimo iter della narrativa e della poesia: due generi, che, invece, hanno registrato un progressivo incremento dell’autorialità femminile a partire dall’Ottocento. Nella scrittura teatrale, il percorso appare più accidentato, come se la censura e le interdizioni, che gravavano sulla pratica scenica, ad eccezione del cosiddetto teatro dei dilettanti, doveera concessoalledonne direcitare, sianostate cosìinteriorizzate da trasformarsi in autocensura.In propositosipuò
     
dire che condanne e pregiudizi contro il teatro si raddoppiassero nei confronti della donna attrice. Questo complesso processo antropologico sembra avere una riprova nella esiguità della figura della donna regista di teatro, pur in presenza negliultimi decennidiscrittriciteatraliatuttiglieffetti.Ilpanelvorrebbefareilpuntosullostatodellenostreconoscenze, con l’intento di far emergere opere e autrici che hanno scritto - sin dal Cinquecento - e scrivono di e per il teatro: commedie, tragedie, drammi pastorali, libretti, drammi, atti unici, persino adattamenti e traduzioni, senza dimenticare del tutto la pratica assaidiffusa della coautorialità femminile/maschile. Autobiografie, memorie, poesie,romanzi delle autrici interessano,secondogliintendimentiquiproposti,neldialogoconunascritturadirettamentedrammatica oteatrale.Allo stesso modo la duplice identità di alcune figure (autrici/attrici; autrici/virtuose; autrici/registe) è un dato interessante per tracciare traiettorie e fare emergere sovrapposizioni, incroci e interferenze fra le diverse pratiche letterarie e artistiche.
Valeria Puccini, Università di Foggia valeria.puccini@unifg.it
«De l’ardir suo d’aver Amor sprezzato»: Maddalena Campiglia, letterata e donna indipendente nel Cinquecento della Controriforma
La vita di Maddalena Campiglia, autrice di uno dei rari drammi pastorali scritti da donne nel Cinquecento, costituisce un unicum nel panorama dell’epoca. Andata in sposa nel 1576 ad un uomo scelto dalla sua famiglia, lo lascerà dopo pochi anni di matrimonio per vivere sola ed in modo del t ut t o indipendente il rest o dei suoi giorni, dedicandosi t otalmente alla letteratura e divenendo famosa ed apprezzata, non so ltanto nei circoli accademici della sua città ma anche a livello nazionale, da letterati come Torquato Tasso. La presente comunicazione intende analizzare alcuni degli elementi contenutinelleopereanoipervenute(ilDiscorsosopral’AnnonciationedellaBeataVergine,&laIncarnationedelS.N.Giesu Christodel1585,Flori dat a alle st ampe nel 1588 e la Calisa pubblicata nel 1589), leggendoli alla luce della coeva letteratura e della t radizione, misurandone scarti e continuità, nel tentativo di illustrareuna produzione poeticacheesprimeuna sua particolarescelta di vita inun’epoca, quella della Controriforma, in cui Maddalena Campiglia si segnala per originalità e indipendenza.
Francesca Bianco, Università di Padova chopiniana.f@alice.it francesca.bianco@phd.unipd.it Il secondo Settecento veneto: traduzioni shak espeariane femminili fra educazione e innovazione
Accanto a Cesarotti, punta di diamante dell’ambiente veneto che si sta aprendo alle nuove istanze culturali, gravitano figure colte come Elisabetta Caminer e Giustina Renier; l’ambitoshakespearianoattorno cui ruotano le lorotraduzioni permette di osservare una delle attivitàprincipali che animano il dibattito letterario coevo. Intento educativo perseguito attraverso l’opera divulgatrice del teatro e diverso approccio alla pratica traduttoria sono legati ad un coraggioso impegno intellettuale e sociale di assoluta rilevanza.
Francesca Favaro, Università di Padova francesca.favaro@unipd.it france.favaro@gmail.com Il Tieste di Angelica Palli
Protagonista del nostro Risorgimento, Angelica Palli Bartolommei (Livorno, 1798-1875) fu scrittrice versatile: compose romanzi, racconti, opere di teatro,scrittieducativiperlegiovinette.Nell’ambitodell’attivitàdaleiconsacrataallescene,optòpreferibilmenteper soggettistorici,spessoispiratia vicende narrate dalla Commedia dantesca; talvolta, però, sostenne il confronto con il mondo antico. Tale confronto, che, nel dramma lirico Saffo, risalente al 1823, ruota intorno alla leggenda della poetessa di Lesbo suicida a causa di Faone, con il Tieste, composto ancor prima (nel 1820), pone Angelica a misurarsi direttamente con le più schiette fonti del mito e della tragedia classica. L’analisi di questa tragedia consente pertanto non solo di misurare la rielaborazione dei modelli antichi realizzata dalla scrittrice, ma anche di istituire un raffronto comparatistico con altre tragedie, cronologicamente vicine, dal medesimo sogget to (ineludibile, in t al senso, il Tieste foscoliano).
Chiara Licameli, Sapienza Università di Roma chiara.licameli@hotmail.it Il teatro di Teresa Gnoli: forme, contenuti, prospettive di indagine
T eresa Gnoli, sorella del più noto Domenico, è poco conosciuta: gli scrit ti dell’autrice ad oggi sono riconducibili per lopiù ad una produzione giovanile, arcadica, ricollegabili ai poeti della Scuola Romana o alla sua scrittura su alcune riviste. In realtà la produzione poetica di Teresa Gnoli è molto più abbondantediquantosisia finoadorapensato:aCagli(PU)èconservatounriccoarchiviodifamigliachecontieneunanotevolequantitàdiinediti che ci rivelano una autrice moltoprolifica. Teresascrive pertutta la vita,dedicandosi ai generi piùdisparati e alla scritturateatrale in particolare. Nel fondo infatti sono presenti tragedie, commedie, drammi e ben due melodrammi, per un totale di tredici scritti di carattere teatrale oltre a quello già noto. L’interventoavrà come scopoquello di presentare i primi risultati ottenuti da una ricerca di dottorato attualmente in corsoincentratasullo studio del materiale reperito nell’Archivio Gnoli.
Valeria Merola, Università di Macerata valeria.merola@unimc.it
La dimensione femminile nella drammaturgia di Natalia Ginzburg
La comunicazione si concentrerà sulla scrittura teatrale di Nat alia Ginzburg, indagandone i rapporti con la più nota produzio ne narrativa. Si prenderanno in esame i personaggi femminili, per osservarne la particolare comicità e il suo evolvere in quello che è stato definito un “tragico quotidiano”. Particolare attenzione sarà data anche all’effetto che il teatro di Ginzburg ha avuto sulla scena italiana contemporanea.
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Comunicazione al convegno internazionale "La parola mi tradiva. Letteratura e crisi"
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giovedì 11 giugno ore 15, università di Perugia, convegno MOD
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L'’indagine, che è appena iniziata, prende le mosse dalla congiunzione di due precedenti filoni di studio. Nella prima direzione, focalizzata sulla produzione tragica di Alfieri e in particolare sul motivo della riscrittura, si sono mossi... more
L'’indagine, che è appena iniziata, prende le mosse dalla congiunzione di due precedenti filoni di studio. Nella prima direzione, focalizzata sulla produzione tragica di Alfieri e in particolare sul motivo della riscrittura, si sono mossi i miei lavori sul mito edipico nella tragedia del Settecento (Paradigmi edipici. Letture teatrali settecentesche, Sette città 2009) e in Alfieri (Il mancato Edipo di Vittorio Alfieri, in Figure della paternità nell’ancien régime, a c. di P. Bianchi e G. Jori, Accademia University Press 2011, pp. 41-55 ). L’altra linea di ricerca è quella saggiata parallelamente alla mia edizione
critica della tragedia di Bruno Cicognani, Yo, el Rey (in corso di pubblicazione nel Teatro completo dell’autore, edito da Pagliai), per la quale ho tentato una ricostruzione della presenza della vicenda di Don Carlos nella letteratura teatrale italiana. L’intersezione tra queste due aree di interesse ha portato alla individuazione di una serie di testi intorno a quello più celebre di Alfieri. La ricerca procederà ora con l’analisi di tali pièces teatrali, per individuare la rete di rapporti con il Filippo, sia a livello di scelta tematica, sia di costruzione drammaturgica, sia di stile.
Obiettivi e risultati previsti: dalle prime ricognizioni effettuate, sulla scorta del fondamentale studio di Ezio
Levi su Il principe don Carlos nella leggenda e nella poesia (Treves 1924), nei testi successivi al Filippo emerge una forse inevitabile impronta alfieriana, cui è attribuibile la stessa scelta dell’argomento, così come, dal canto suo, Alfieri sceglie di attenersi all’interpretazione francese della leggenda (derivata dalle Vies des hommes illustres di Pierre de Bourdeille de Brantôme, 1666, e dalla novella di Cesar Vichar de Saint-Réal del 1672). Oltre che con Isabella (1790), tragedia di Gaetano Polidori, segretario dell’astigiano e prolifico autore teatrale, che recupera dal modello la materia drammatica, costruendola però nella prospettiva di un personaggio inizialmente secondario, la ricerca proporrà un confronto con le opere precedenti e quelle contemporanee al Filippo (di cui non esistono edizioni moderne), come il Don Carlo principe delle Asturie del poligrafo Francesco Becattini (1773) e La gelosia snaturata o sia Don Carlo del drammaturgo Alessandro Pepoli (1784). Il rapporto con quest’ultimo testo sarà osservato alla luce dell’aspra polemica tra Pepoli e Alfieri, che coinvolse anche Ranieri de’ Calzabigi e che sfocia in una riflessione estetica sulla tragedia.
Research Interests:
Call for papers per la rubrica Questioni di Costellazioni, diretta da Giuseppe Massara, Pagine editore Si accettano proposte a tema libero, ma che riguardino l'ambito delle lingue e delle letterature europee. La rubrica pubblica articoli... more
Call for papers per la rubrica Questioni di Costellazioni, diretta da Giuseppe Massara, Pagine editore

Si accettano proposte a tema libero, ma che riguardino l'ambito delle lingue e delle letterature europee. La rubrica pubblica articoli brevi, che non superino le 25000 battute, spazi inclusi.
Research Interests:
I.8. Il racconto della malattia. Coordinano Daniela De Liso (Univ. di Napoli Federico II, daniela.deliso@unina.it) e Valeria Merola (Univ. de L’Aquila valeria.merola@univaq.it). Come viene raccontata la malattia? Quale spazio dedica la... more
I.8. Il racconto della malattia.

Coordinano Daniela De Liso (Univ. di Napoli Federico II, daniela.deliso@unina.it) e Valeria Merola (Univ. de L’Aquila valeria.merola@univaq.it).


Come viene raccontata la malattia? Quale spazio dedica la letteratura alla descrizione di sintomi e stati d’animo? In che modo la condizione di malato altera la percezione del reale? Il panel intende proporre alcune possibili risposte a questi (e altri) ampi interrogativi, che mettono in contatto la dimensione letteraria con la scienza medica. Con uno sguardo diacronico sulla letteratura italiana, si desidera analizzare il modo in cui la malattia entri nel discorso letterario. Un aspetto di particolare interesse potrebbe essere il racconto del trauma legato alla malattia, anche perché consentirebbe di osservare – in linea con le moderne teorie - come la narrazione sia funzionale al recupero dello stress post-traumatico. L’obiettivo interdisciplinare mira a osservare contaminazioni e sovrapposizioni, sia linguistiche, sia strutturali, sia tematiche.

Il panel anticipa un convegno internazionale, che si terrà all'Università dell'Aquila nel febbraio 2020

Istruzioni:
Entro il 31 maggio 2019 possono essere inviate le proposte di comunicazione ai panel approvati, corredate di due abstract, uno più diffuso (massimo 1.500 battute, spazi compresi) e uno più sintetico (massimo 500 battute, spazi compresi). Nell’abstract dovrà essere indicato chiaramente:

il panel cui si intende partecipare;
nome e cognome, con l’eventuale istituzione di afferenza;
titolo dell’intervento proposto.

Le proposte devono essere inviate all’indirizzo mail dei proponenti del panel e in copia all’indirizzo della segreteria organizzativa del congresso (congressoAdiPisa@gmail.com)
Research Interests:
La Rivista Costellazioni accoglie proposte di saggi per la nuova sezione Questioni. Gli articoli, della lunghezza massima di 25000 battute, potranno entrare in dialogo con i temi trattati nei numeri precedenti o presentare nuovi argomenti... more
La Rivista Costellazioni accoglie proposte di saggi per la nuova sezione Questioni. Gli articoli,
della lunghezza massima di 25000 battute, potranno entrare in dialogo con i temi trattati nei
numeri precedenti o presentare nuovi argomenti al dibattito su Lingue e letterature. I saggi
selezionati dal Comitato editoriale saranno sottoposti alla procedura di doppio referaggio
cieco. Le proposte vanno inviate a rivistacostellazioni@gmail.com con un abstract e un breve
profilo bio-bibliografico dell’autore. Indispensabile sarà il rispetto delle norme redazionali
della rivista.
Research Interests:
Coordinano Daniela De Liso, Università Federico II di Napoli, e Valeria Merola, Università dell’Aquila daniela.deliso@unina.it; valeria.merola@univaq.it Il Settecento e l’Ottocento sono i secoli in cui il giornalismo e la letteratura... more
Coordinano Daniela De Liso, Università Federico II di Napoli, e Valeria Merola, Università dell’Aquila daniela.deliso@unina.it; valeria.merola@univaq.it

Il Settecento e l’Ottocento sono i secoli in cui il giornalismo e la letteratura s’incontrano e si confondono, per poi distinguersi, allontanarsi e riavvicinarsi in un ininterrotto e fecondo rapporto dialettico. A partire dalla seconda metà del Settecento, sul modello dei giornali e delle gazzette europee, gli intellettuali illuminati italiani, anche poeti e scrittori, scoprono l’importanza del giornale per raccontare, descrivere, spiegare e rifondare i luoghi fisici e politici del Paese. Il prezzo contenuto, l’abitudine di leggerlo ad alta voce nei circoli, nelle piazze e nelle chiese, di far circolare di mano in mano in mano una medesima copia, consente al giornale, quotidiano o periodico, di raggiungere in molti casi anche un pubblico semianalfabeta e di incidere, molto più del libro, sulla necessità di formazione socio-culturale della middle class, che solo sul finire dell’Ottocento porterà a compimento il suo processo di conquista dei vertici di cultura e potere. Il panel propone di ricostruire, attraverso l’esperienza più o meno duratura e proficua di giornali e riviste di Sette ed Ottocento, una carta fisica e politica d’Italia nei due secoli: come è raccontata la città? come la campagna? come gli uomini e le donne che popolano ed animano i luoghi? come i problemi socio-politici di terre che, prima del 1870, non sono italiane pur essendo Italia? Chi sono i letterati che scelgono, spesso in maniera quasi obbligata, lo spazio della carta stampata per raccontare e descrivere il reale? Questi autori modificano il loro stile e linguaggio per il giornale?
Il panel ambisce, evidentemente, a suggerire nuove prospettive per la soluzione dell’irrisolta querelle tra giornalismo e letteratura
Research Interests:
Il 22 e il 23 marzo 2018 si terrà a Macerata un convegno intitolato Personaggi storici in scena. Si possono inviare proposte entro il 22gennaio 2018.
Research Interests:
Il prossimo numero monografico de Il Capitale Culturale sarà dedicato alla letteratura italiana. Il titolo è L'Italia raccontata. Aspettiamo proposte entro il 15 maggio 2016.
Research Interests:
Primo incontro della serie Conversazioni tra Letteratura e altri saperi