The ‘escrescenza fungosa’ of words: Edoardo Sanguineti perusal of Tommaseo · « L’esperienza più p... more The ‘escrescenza fungosa’ of words: Edoardo Sanguineti perusal of Tommaseo · « L’esperienza più pungente, promettente e feconda del romanticismo italiano » thus Edoardo Sanguineti, quoting Giacomo Debenedetti, took in the admiration for the lexicographer, loved by Pascoli, at times misunderstood by d’Annunzio and capable of bizarre coinages such as the often mentioned « settembrizar Gesù ». In Sanguineti’s Wunderkammer 399 lexicographic cards belong to the author of Fede e bellezza, and from this novel certainly not « di norma » Sanguineti extracts 25 attestations, while countless others derive from Carteggi, as well as from Colloquii con Manzoni, Nazione educatrice di sé and Memorie Politiche. A variety of sources which vouches for a deep and constant interest through time and offers results to some extent unexpected.
Il contributo prende le mosse dalla rimozione del trauma che, presente nelle fiabe popolari, va l... more Il contributo prende le mosse dalla rimozione del trauma che, presente nelle fiabe popolari, va lentamente esaurendosi nelle fiabe autorali. Con gli ultimi sviluppi del genere fiabesco si arriva, passando al romanzo, ai classici del fantasy in cui, al posto della rimozione del trauma tipica della fiaba, assistiamo a una progressiva affermazione e narrazione dello stesso, con la coscienza che il trauma per eccellenza si identifica ormai con il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e con l'accettazione della morte.
Riassunto · Fra il 2000 e il 2005 Edoardo Sanguineti elabora ‘travestimenti’ teatrali in cui most... more Riassunto · Fra il 2000 e il 2005 Edoardo Sanguineti elabora ‘travestimenti’ teatrali in cui mostra attenzione ai libertini francesi e a Casanova, già oggetto di Stracciafoglio 14 e di numerose schede lessicografiche dall’Histoire presenti nella Wunderkammer. Dalla traduzione del Dom Juan di Molière alle inserzioni di Sade in Sei personaggi.com e Ritratto del Novecento, fino alla riflessione sulla scena finale di L’âge d’or di Buñuel (omaggio alle Centoventi giornate di Sodoma), il teatro e l’uso del montaggio cinematografico sono i codici con cui Sanguineti conduce la rilettura dei libertini, con uno sguardo a quel prototipo di Don Giovanni presente fin nelle sue poesie di diciannovenne lette (e disapprovate) da Cesare Pavese. Parole chiave · Molière, Don Giovanni, libertini, Sanguineti.
Abstract · French Libertines from Sade towards Modernity · Between 2000 and 2005, Edoardo Sanguineti elaborates theatrical ‘disguises’ in which he shows attention to French libertines and Casanova, already the subject of Stracciafoglio 14 and of numerous lexicographic entries from the Histoire in the Wunderkammer. From the translation of Molière’s Dom Juan to the insertions of Sade in Sei personaggi.com and Ritratto del Novecento, up to the reflection on the final scene of Buñuel’s L’âge d’or (homage to the One Hundred and Twenty Days of Sodom), theatre and the use of film editing are the codes with which Sanguineti conducts his rereading of the libertines, with an eye to that prototype of Don Juan present even in his poems as a nineteen-year-old read (and disapproved of) by Cesare Pavese. Keywords · Molière, Don Giovanni, Libertines, Sanguineti.
La lettura proposta ripercorre il canto che, ribaltando l’equilibrio di Par. xiii, esordisce con ... more La lettura proposta ripercorre il canto che, ribaltando l’equilibrio di Par. xiii, esordisce con un’immagine quasi domestica e si chiude anticipando addirittura i versi fi nali di Par. xxxiii e dell’intera Commedia. A fare da cardine e a conferire compattezza al percorso si trovano due brevissime riflessioni dell’Auctor introdotte dallo stesso avverbio dubitativo ‘forse’. Nel primo caso l’avverbio precede un esempio di umiltà e retto uso dell’ingegno e ci permette di volgere lo sguardo nel profondo inferno. Nel secondo caso, invece, un cenno subito represso tradisce la partecipazione emotiva di un cammino sempre in bilico fra la fi nitezza e la fi sicità della vita terrena e l’esperienza ultramondana. ______________________________________________________ « Per l’affocato riso de la stella ». Reading of Paradise xiv · The proposed reading retraces the canto which, overturning the balance of Par. xiii, begins with an almost domestic image and closes anticipating even the final verses of Par. xxxiii and of the entire Comedy. Acting as a pivot and giving compactness to the passage are two very brief reflections of the Auctor introduced by the same dubitative adverb ‘perhaps’. In the first case the adverb precedes an example of humility and righteous use of wits and allows us to turn our gaze into the depths of hell. In the second case, however, a nod immediately repressed betrays the emotional participation of a journey always poised between the finiteness and physicality of earthly life and the otherworldly experience.
Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - seconda parte (Fascicolo 1 del 2022 della Rivi... more Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - seconda parte (Fascicolo 1 del 2022 della Rivista di Letteratura italiana)
Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - prima parte (Fascicolo 3 del 2021 della Rivist... more Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - prima parte (Fascicolo 3 del 2021 della Rivista di Letteratura italiana)
"In uno scritto del 1904 Arturo Graf perorava la causa degli uomini che «non […] sposan le i... more "In uno scritto del 1904 Arturo Graf perorava la causa degli uomini che «non […] sposan le idee; ma piuttosto […] aman vivere con esse in affettuoso, onesto, fruttifero concubinato», perché, spiegava, le idee «possono riuscire assai più intolleranti, più indiscrete e più intrattabili di qualsivoglia femmina». L’analisi qui condotta si sofferma su sei argomenti cruciali, che rappresentarono altrettante ‘tentazioni’ di sosta nell’inesausto vagabondare di Graf: dal medioevo, culla delle «superstizioni nate da bisogno», alla consapevolezza del fallimento risorgimentale, che tuttavia non giustifica la caduta in un nazionalismo cieco, perché «vero patriottismo non è quello che solo nelle occasioni grandi e solenni si scuote, si scalmana e rodomonteggia», ma neppure giustifica fino in fondo la conversione al socialismo («tra i rivoluzionarii e i conservatori non c’è, molto spesso, se non quest’unica differenza, che gli uni sono canaglia turbolenta, gli altri canaglia pacifica»). Seguono le incombenze universitarie, imposte da un ruolo che Graf si trova a ricoprire, quasi suo malgrado, e, fuori dall’università, la tentazione di una militanza letteraria e civile, che investe anche la produzione poetica, nella ricerca di un’alternativa a quanto è promosso da «letterati illetterati, critici analfabeti, lenoni estetici, laureati in mascalcia e scienze affini, specialisti dell’indiscernibile e dell’impercettibile, subuomini che si fanno chiamare superuomini». L’ultima tentazione, quella della fede, non ha assolutamente il sapore di un approdo perché «si danno uomini di così alta e pura religiosità che di nessuna religione positiva si possono contentare»."
Il contributo esplora la diffidente ma non scontata posizione del vecchio Da Ponte nei confronti ... more Il contributo esplora la diffidente ma non scontata posizione del vecchio Da Ponte nei confronti del nascente romanzo storico.
The ‘escrescenza fungosa’ of words: Edoardo Sanguineti perusal of Tommaseo · « L’esperienza più p... more The ‘escrescenza fungosa’ of words: Edoardo Sanguineti perusal of Tommaseo · « L’esperienza più pungente, promettente e feconda del romanticismo italiano » thus Edoardo Sanguineti, quoting Giacomo Debenedetti, took in the admiration for the lexicographer, loved by Pascoli, at times misunderstood by d’Annunzio and capable of bizarre coinages such as the often mentioned « settembrizar Gesù ». In Sanguineti’s Wunderkammer 399 lexicographic cards belong to the author of Fede e bellezza, and from this novel certainly not « di norma » Sanguineti extracts 25 attestations, while countless others derive from Carteggi, as well as from Colloquii con Manzoni, Nazione educatrice di sé and Memorie Politiche. A variety of sources which vouches for a deep and constant interest through time and offers results to some extent unexpected.
Il contributo prende le mosse dalla rimozione del trauma che, presente nelle fiabe popolari, va l... more Il contributo prende le mosse dalla rimozione del trauma che, presente nelle fiabe popolari, va lentamente esaurendosi nelle fiabe autorali. Con gli ultimi sviluppi del genere fiabesco si arriva, passando al romanzo, ai classici del fantasy in cui, al posto della rimozione del trauma tipica della fiaba, assistiamo a una progressiva affermazione e narrazione dello stesso, con la coscienza che il trauma per eccellenza si identifica ormai con il passaggio dall'adolescenza all'età adulta e con l'accettazione della morte.
Riassunto · Fra il 2000 e il 2005 Edoardo Sanguineti elabora ‘travestimenti’ teatrali in cui most... more Riassunto · Fra il 2000 e il 2005 Edoardo Sanguineti elabora ‘travestimenti’ teatrali in cui mostra attenzione ai libertini francesi e a Casanova, già oggetto di Stracciafoglio 14 e di numerose schede lessicografiche dall’Histoire presenti nella Wunderkammer. Dalla traduzione del Dom Juan di Molière alle inserzioni di Sade in Sei personaggi.com e Ritratto del Novecento, fino alla riflessione sulla scena finale di L’âge d’or di Buñuel (omaggio alle Centoventi giornate di Sodoma), il teatro e l’uso del montaggio cinematografico sono i codici con cui Sanguineti conduce la rilettura dei libertini, con uno sguardo a quel prototipo di Don Giovanni presente fin nelle sue poesie di diciannovenne lette (e disapprovate) da Cesare Pavese. Parole chiave · Molière, Don Giovanni, libertini, Sanguineti.
Abstract · French Libertines from Sade towards Modernity · Between 2000 and 2005, Edoardo Sanguineti elaborates theatrical ‘disguises’ in which he shows attention to French libertines and Casanova, already the subject of Stracciafoglio 14 and of numerous lexicographic entries from the Histoire in the Wunderkammer. From the translation of Molière’s Dom Juan to the insertions of Sade in Sei personaggi.com and Ritratto del Novecento, up to the reflection on the final scene of Buñuel’s L’âge d’or (homage to the One Hundred and Twenty Days of Sodom), theatre and the use of film editing are the codes with which Sanguineti conducts his rereading of the libertines, with an eye to that prototype of Don Juan present even in his poems as a nineteen-year-old read (and disapproved of) by Cesare Pavese. Keywords · Molière, Don Giovanni, Libertines, Sanguineti.
La lettura proposta ripercorre il canto che, ribaltando l’equilibrio di Par. xiii, esordisce con ... more La lettura proposta ripercorre il canto che, ribaltando l’equilibrio di Par. xiii, esordisce con un’immagine quasi domestica e si chiude anticipando addirittura i versi fi nali di Par. xxxiii e dell’intera Commedia. A fare da cardine e a conferire compattezza al percorso si trovano due brevissime riflessioni dell’Auctor introdotte dallo stesso avverbio dubitativo ‘forse’. Nel primo caso l’avverbio precede un esempio di umiltà e retto uso dell’ingegno e ci permette di volgere lo sguardo nel profondo inferno. Nel secondo caso, invece, un cenno subito represso tradisce la partecipazione emotiva di un cammino sempre in bilico fra la fi nitezza e la fi sicità della vita terrena e l’esperienza ultramondana. ______________________________________________________ « Per l’affocato riso de la stella ». Reading of Paradise xiv · The proposed reading retraces the canto which, overturning the balance of Par. xiii, begins with an almost domestic image and closes anticipating even the final verses of Par. xxxiii and of the entire Comedy. Acting as a pivot and giving compactness to the passage are two very brief reflections of the Auctor introduced by the same dubitative adverb ‘perhaps’. In the first case the adverb precedes an example of humility and righteous use of wits and allows us to turn our gaze into the depths of hell. In the second case, however, a nod immediately repressed betrays the emotional participation of a journey always poised between the finiteness and physicality of earthly life and the otherworldly experience.
Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - seconda parte (Fascicolo 1 del 2022 della Rivi... more Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - seconda parte (Fascicolo 1 del 2022 della Rivista di Letteratura italiana)
Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - prima parte (Fascicolo 3 del 2021 della Rivist... more Atti del Convegno di Torino 22-25 settembre 2021 - prima parte (Fascicolo 3 del 2021 della Rivista di Letteratura italiana)
"In uno scritto del 1904 Arturo Graf perorava la causa degli uomini che «non […] sposan le i... more "In uno scritto del 1904 Arturo Graf perorava la causa degli uomini che «non […] sposan le idee; ma piuttosto […] aman vivere con esse in affettuoso, onesto, fruttifero concubinato», perché, spiegava, le idee «possono riuscire assai più intolleranti, più indiscrete e più intrattabili di qualsivoglia femmina». L’analisi qui condotta si sofferma su sei argomenti cruciali, che rappresentarono altrettante ‘tentazioni’ di sosta nell’inesausto vagabondare di Graf: dal medioevo, culla delle «superstizioni nate da bisogno», alla consapevolezza del fallimento risorgimentale, che tuttavia non giustifica la caduta in un nazionalismo cieco, perché «vero patriottismo non è quello che solo nelle occasioni grandi e solenni si scuote, si scalmana e rodomonteggia», ma neppure giustifica fino in fondo la conversione al socialismo («tra i rivoluzionarii e i conservatori non c’è, molto spesso, se non quest’unica differenza, che gli uni sono canaglia turbolenta, gli altri canaglia pacifica»). Seguono le incombenze universitarie, imposte da un ruolo che Graf si trova a ricoprire, quasi suo malgrado, e, fuori dall’università, la tentazione di una militanza letteraria e civile, che investe anche la produzione poetica, nella ricerca di un’alternativa a quanto è promosso da «letterati illetterati, critici analfabeti, lenoni estetici, laureati in mascalcia e scienze affini, specialisti dell’indiscernibile e dell’impercettibile, subuomini che si fanno chiamare superuomini». L’ultima tentazione, quella della fede, non ha assolutamente il sapore di un approdo perché «si danno uomini di così alta e pura religiosità che di nessuna religione positiva si possono contentare»."
Il contributo esplora la diffidente ma non scontata posizione del vecchio Da Ponte nei confronti ... more Il contributo esplora la diffidente ma non scontata posizione del vecchio Da Ponte nei confronti del nascente romanzo storico.
Il volume propone un «giardino della zoologia verbale» costruito, accanto ai molti immaginati da ... more Il volume propone un «giardino della zoologia verbale» costruito, accanto ai molti immaginati da Edoardo Sanguineti (e questo è forse l'unico a cui non aveva pensato), guardando al suo imponente fondo lessicografico, a conferma della convinzione che «la parola deve tendere a esplorare tutte le possibilità della lingua e far tesoro di tutte le esperienze del passato». A partire dai materiali custoditi presso il Centro Interuniversitario Edoardo Sanguineti di Torino, prende vita un percorso intermediale fra schede lessicografiche e scritti inediti e dispersi: si crea così una riflessione sul rapporto fra opera artistica (dalla poesia al melodramma, dal teatro alla radio e al cinema) e il profondo dell'essere umano, arrivando a comprendere in quali termini possano accostarsi, nel discorso sanguinetiano, inconscio e linguaggio.
I percorsi proposti in questo volume, apparentemente molto lontani fra loro per cronologia e argo... more I percorsi proposti in questo volume, apparentemente molto lontani fra loro per cronologia e argomenti, prendono tutti le mosse da un elemento comune: la presenza, nella letteratura destinata all’infanzia, della rappresentazione del trauma fisico e psichico, della sua rimozione o della sua narrazione, del suo oscuramento o della sua attenuazione. Da Lo cunto de li cunti di Basile alla Posilecheata di Sarnelli, dai romanzi di Salgari a Cuore di De Amicis, da Pinocchio a Peter Pan e Harry Potter, «ogni “balocco di carta”, ogni lettura destinata a un pubblico infantile o adolescenziale o a esso arrivata per successivi slittamenti, apre prospettive e mondi, mai neutri e non necessariamente positivi».
Il progetto Ariosto fra gli specchi del Novecento, promosso da MIUR, ADI e ADI-SD nell’ambito di ... more Il progetto Ariosto fra gli specchi del Novecento, promosso da MIUR, ADI e ADI-SD nell’ambito di Compita 2.0, è stato sviluppato nel corso del triennio 2016-2018 su tutto il territorio nazionale da numerose scuole superiori, in dialogo con l’Università. In questo volume si dà conto del lavoro svolto intorno all’Orlando Furioso. Le scuole coinvolte hanno condiviso l’ipotesi di partenza che il poema cinquecentesco sia un’opera fondamentale per comprendere la genesi del romanzo moderno e che perciò lo si possa proporre agli studenti, lettori inesperti, attraverso una didattica attualizzante, aperta anche alle loro riscritture creative. Il volume è diviso in due parti: nella prima sono ospitati alcuni interventi che interrogano il mondo ariostesco in modo trasversale, utilizzando i linguaggi della filosofia e della storia, dell’arte, delle letterature, del teatro e cinema, della psicoanalisi, dei media; nella seconda si presenta il resoconto della ricerca-azione svolta nelle classi, corredato dalle riflessioni teorico-metodologiche che essa ha suggerito.
È ancora possibile oggi impiegare la categoria della militanza per la critica letteraria o bisogn... more È ancora possibile oggi impiegare la categoria della militanza per la critica letteraria o bisogna limitarsi a intenderla come mero esercizio esegetico? Per cercare di rispondere a questa domanda i saggi qui raccolti rileggono posizioni e opinioni di critici dalla fine dell’Ottocento al pieno Novecento e propongono una riflessione collettiva, durata quasi due anni, che ha preso l’avvio con il convegno internazionale La militanza della critica da Francesco De Sanctis alla contemporaneità (Torino, 26-27 settembre 2017). Da queste pagine emergono il valore civile che frequentemente la parola “critica” assume per i lettori coevi e la modernità di alcune interpretazioni dalle quali, ancora oggi, è indispensabile partire per confrontarsi con gli autori più significativi della nostra storia letteraria.
Lezioni e inediti di maestri dell'Ateneo Torinese, 2018
Era il 1915 quando Vittorio Cian e Vittorio Rossi decisero di raccogliere in un volume alcuni tra... more Era il 1915 quando Vittorio Cian e Vittorio Rossi decisero di raccogliere in un volume alcuni tra gli scritti meno noti del loro maestro e amico, scomparso prematuramente da pochi mesi. Allo scopo di celebrarne la prestigiosa carriera era stata pubblicata, tre anni prima della sua morte, un'ampia raccolta di Scritti vari di erudizione e di critica. Tuttavia il progetto del volume postumo intendeva presentarsi quale ulteriore «tributo ... di riverenza e d’amore», meno ufficiale e più intimamente legato agli interessi dell'amico scomparso, maestro della Scuola storica ma anche, pur in modo meno eclatante di Arturo Graf. Intellettuale sensibile alle sollecitazioni del suo tempo. A distanza di cento anni dall'abbandono di quel progetto editoriale, arrivato alle bozze presso l'editore Laterza con l'imprimatur di Benedetto Croce, Il libro ritrovato offre oggi al lettore la possibilità di scorrere ben ventinove saggi che rivelano l'eclettica personalità intellettuale del professore trevigiano, attento osservatore della storia culturale, estimatore d'arte, critico letterario curioso e aperto a una prospettiva cosmopolita e mitteleuropea.
Il volume si propone di esplorare il concetto di militanza letteraria alla luce della ineludibil... more Il volume si propone di esplorare il concetto di militanza letteraria alla luce della ineludibile esperienza desanctisiana. I primi due capitoli mettono a fuoco due categorie fondanti del pensiero di De Sanctis, ovvero il canone e l’esilio. La prima viene analizzata mentre prende confusamente forma nelle aule dell’Accademia delle Scienze di Torino (cap. 1), città centrale per De Sanctis, come resistenza al governo napoleonico, mentre entrambe sono praticate in proprio, qualche anno dopo, da una figura estravagante del nostro panorama letterario, ovvero quel Lorenzo Da Ponte che per molti anni svolgerà in America il ruolo di italianista (cap. 2), mettendo a fuoco con grande chiarezza alcuni paradigmi poi perfezionati e utilizzati da De Sanctis. I due capitoli successivi (capp. 4 e 5) sono destinati ad analizzare il concetto di militanza così come De Sanctis lo intende e lo pratica: il suo sguardo si mostra talvolta impietoso e sempre lucido nel giudicare le posizioni altrui, come nel caso, complesso, del tragediografo toscano Giovanbattista Niccolini o in quello, più vicino e coinvolgente, dei martiri del morente governo borbonico, primo fra tutti l’amico Settembrini, più vicino al barone Sigismondo Castromediano che a De Sanctis per le posizioni politiche e per la drammaticità della vicenda biografica. Infine il sesto capitolo esplora il contrasto con la Scuola storica torinese e le molte e non scontate posizioni dei suoi rappresentanti nei confronti di De Sanctis: Torino, la città che negò all’intellettuale irpino una cattedra universitaria, fu poi la prima a creare nel suo ateneo un corso destinato all’opera e alla filosofia dell’irpino. Dal canto suo questa figura ispirò, esplicitamente, vicende di resistenza politica e intellettuale di grande rilievo, mentre i nazionalisti e poi i fascisti cercavano maldestramente di impadronirsene. Da Graf a Renier, da Cosmo a Gramsci, da Debenedetti a Sanguineti, De Sanctis resta un riferimento irrinunciabile per molti dei maestri della nostra letteratura che passarono da Torino, spesso senza restarvi, e offrirono nei loro scritti un modello di militanza morale e civile.
Invitato a Torino a parlare di montaggio, Edoardo Sanguineti offre il suo
mondo, personale e vert... more Invitato a Torino a parlare di montaggio, Edoardo Sanguineti offre il suo mondo, personale e vertiginoso, agli studenti del DAMS, regalandoci una lunga riflessione che si presta, con altrettanta naturalezza, a una rilettura del Novecento. Dal cinema delle origini a von Trier, Sanguineti ci restituisce un percorso intellettuale e artistico di complessa generosità e di appassionante lettura, scandito da ricordi personali e da incursioni nella letteratura: Leopardi e Lautréamont ma, anche, Rimbaud e Manzoni. Su tutto domina la ricerca «dell’emozione intellettuale come geografia dei possibili modi di fruire dello spettacolo cinematografico» e, naturalmente, come possibile interpretazione della realtà.
Nella sua costante e fattiva presenza sull’oggi, Edoardo Sanguineti è, contemporaneamente, altro... more Nella sua costante e fattiva presenza sull’oggi, Edoardo Sanguineti è, contemporaneamente, altrove, capace di uno sguardo complesso e avvolgente che restituisce un giudizio tutt’altro che conciliante e per nulla semplice da decifrare. Il lessicografo fa capolino dietro al Dramaturg, il cinefilologo dietro al romanziere; lo studioso si impossessa dei travestimenti e li trasforma in saggi. In ogni momento il lettore si trova di fronte a un bivio, un’alternativa, un’opzione, una molteplicità di ruoli che avvolgono e sommergono. Qualsiasi strada si prenda, qualsiasi tragitto si voglia percorrere, si assisterà a un moltiplicarsi delle suggestioni, all’interno di un alveo di competenze e di sensibilità che scolorano in continuazione l’una dentro l’altra.
Il volume offre il risultato dell’analisi condotta dall’autrice sul Fondo Cian dell’Accademia del... more Il volume offre il risultato dell’analisi condotta dall’autrice sul Fondo Cian dell’Accademia delle Scienze di Torino, nell’ambito del dottorato e di progetti di ricerca finanziati dal Dipartimento di Scienze Letterarie e Filologiche dell’Università di Torino, dalla Regione Piemonte e dalla Società Storica delle Valli di Lanzo. Si dettagliano qui le notizie stabilizzate relative a 1218 mittenti per un totale di 22755 lettere ordinate per mittente e, all’interno di ogni singolo mittente, per data, in modo da fornire una serie di informazioni che l’attuale ordinamento del Fondo non rende palesi.
Riedizione integrale, annotata e aggiornata della celebre opera di Graf. Il volume è corredato pe... more Riedizione integrale, annotata e aggiornata della celebre opera di Graf. Il volume è corredato per la prima volta di traduzione di tutti i testi in lingua non italiana, di un indice dei nomi e delle opere che permette di cogliere l'imponente apparato bibliografico messo in campo dall'autore.
In uno scritto del 1904 Arturo Graf perorava la causa degli uomini che «non […] sposan le idee; m... more In uno scritto del 1904 Arturo Graf perorava la causa degli uomini che «non […] sposan le idee; ma piuttosto […] aman vivere con esse in affettuoso, onesto, fruttifero concubinato», perché, spiegava, le idee «possono riuscire assai più intolleranti, più indiscrete e più intrattabili di qualsivoglia femmina».
L’analisi qui condotta si sofferma su sei argomenti cruciali, che rappresentarono altrettante ‘tentazioni’ di sosta nell’inesausto vagabondare di Graf: dal medioevo, culla delle «superstizioni nate da bisogno», alla consapevolezza del fallimento risorgimentale, che tuttavia non giustifica la caduta in un nazionalismo cieco, perché «vero patriottismo non è quello che solo nelle occasioni grandi e solenni si scuote, si scalmana e rodomonteggia», ma neppure giustifica fino in fondo la conversione al socialismo («tra i rivoluzionarii e i conservatori
non c’è, molto spesso, se non quest’unica differenza, che gli uni sono canaglia turbolenta, gli altri canaglia pacifica»). Seguono le incombenze universitarie, imposte da un ruolo che Graf si trova a ricoprire, quasi suo malgrado, e, fuori dall’università, la tentazione di una militanza letteraria e civile, che investe
anche la produzione poetica, nella ricerca di un’alternativa a quanto è promosso da «letterati illetterati, critici analfabeti, lenoni estetici, laureati in mascalcia e scienze affini, specialisti dell’indiscernibile e dell’impercettibile, subuomini
che si fanno chiamare superuomini». L’ultima tentazione, quella della fede, non ha assolutamente il sapore di un approdo perché «si danno uomini di così alta e pura religiosità che di nessuna religione positiva si possono contentare».
"Dall'esame dell'immenso carteggio costituito da più di 26.000 lettere, emerge il profondo legame... more "Dall'esame dell'immenso carteggio costituito da più di 26.000 lettere, emerge il profondo legame che Vittorio Cian (1862-1951), piemontese d'adozione innamorato dalle Valli di Lanzo e dei suoi abitanti, ebbe prima con Ceres e poi con la villa di Procaria e le montagne circostanti. Si tratta di un legame che conserverà fino alla morte, sopraggiunta la notte di Santo Stefano del 1951, proprio in quella casa «popolata in ogni piano e in ogni camera e mobile di libri», in cui Cian si dedicava a concludere il riordino e il commento del suo prezioso archivio.
Il carteggio torna ora, idealmente, tra le valli in cui, anno dopo anno, si era costituito e ci consente di mettere a fuoco alcuni aspetti di un intellettuale complesso: la passione, mai intermessa, per gli studi letterari e per il «suo» “Giornale storico”, il rapporto profondo e tutt'altro che scontato con Benedetto Croce, la sensibilità critica che lo porta a valutare con acutezza l'amico e collega Giovanni Pascoli e la poetessa Ada Negri. Dall'epistolario emergono anche fraintendimenti, errori e tragiche illusioni: prima fra tutte la fiducia cieca nel regime fascista; poi l'incomprensione, condivisa con Croce, Graf, Fogazzaro e molti altri, della funzione della stampa e dei doveri della cronaca in occasione del delitto Murri.
Il volume è completato da una bibliografia degli scritti di Cian."
Il volume raccoglie le lettere indirizzate a Vittorio Cian fino alla morte dell'autore. Vengono a... more Il volume raccoglie le lettere indirizzate a Vittorio Cian fino alla morte dell'autore. Vengono affrontati momenti salienti del dibattito poetico e letterario di quegli anni.
Viene riproposto in edizione ricostruita ed emendata di numerosi errori il classico saggio di Gio... more Viene riproposto in edizione ricostruita ed emendata di numerosi errori il classico saggio di Giovanni Getto.
Il carteggio fra Benedetto Croce e Vittorio Cian consta di 400 lettere (179 di Croce e 221 di Cia... more Il carteggio fra Benedetto Croce e Vittorio Cian consta di 400 lettere (179 di Croce e 221 di Cian), scambiate fra il 24 gennaio 1894 e il 1 marzo 1951, con l’interruzione di «cinque lustri» (fra il 23 marzo 1923 e il 13 dicembre 1948).
Scorrendo l’epistolario emerge, non scontato, un rapporto culturale che mette a confronto, almeno fino al 1915, una serie di riflessioni spesso di grande sincerità su argomenti letterari e filosofici: lo studio del Barocco, la poesia del Quattrocento, l’analisi del marxismo e le prime formulazioni dell’Estetica, il tentativo di “buona intesa” voluto da Cian con la celebre e contestata prolusione. I primi anni della «Critica» sono oggetto di scambio serrato, spesso concorde, e la polemica fra «Critica» e «Giornale storico della letteratura italiana» viene ripercorsa in tutte le sue fasi: l’avversione crociana per Arturo Graf che suscita la reazione decisa di un ormai incerto Rodolfo Renier, gli anni della Grande Guerra, la polemica con Egidio Gorra e poi i sempre più frequenti screzi sotto la direzione Cian.
Parte importante è ovviamente dedicata al progressivo rivelarsi di posizioni politiche distanti, prima con il dibattito sull’interventismo e poi con quello sul fascismo; sullo sfondo, vicende familiari e umane, spesso tragiche, trovano sempre pronta e spontanea solidarietà nel corrispondente.
Umanissima è la vicenda della riconciliazione dopo il ’48, chiesta da Cian e concessa da Croce, che scriverà una splendida lettera sulla «gara» degli studi, in cui, con un gesto di compassione verso l’antico amico e ormai sconfitto avversario, si dichiarerà, cavallerescamente, perdente.
Sanguineti definì Torino città “cruciverba”, “con tutte le caselle bene a posto, secondo uno sche... more Sanguineti definì Torino città “cruciverba”, “con tutte le caselle bene a posto, secondo uno schema assolutamente geometrico, e con tutte le definizioni a posto”. A Torino, infatti, il poeta collaborò ai progetti di due dizionari, pietre miliari della storia della lessicografia: il Grande Dizionario della Lingua Italiana (GDLI, Battaglia) e il Grande Dizionario Italiano dell’Uso (GDU, De Mauro). Proprio la parola, per Sanguineti “fabbrica del mondo”, è al centro della rassegna proposta da UniVerso, l’osservatorio permanente sulla contemporaneità dell’Università di Torino, e ideata dal Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti in collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino, l’Accademia delle Scienze di Torino, Infini.to-Planetario di Torino, il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, il Dipartimento di Studi Umanistici e StudiumLab. Il programma prevede una mostra e cinque momenti di convegno, articolati in un percorso significativo per i luoghi e gli enti coinvolti, che guarda ai diversi interessi di Sanguineti in un itinerario alla scoperta delle spinte creative dell’autore e delle molteplici relazioni interdisciplinari che portano a una incessante rideterminazione semantica dei materiali e degli oggetti. La mostra attingerà principalmente ai fondi del Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti: a interagire con questi documenti saranno alcune schede lessicografiche selezionate provenienti dal Fondo esempi letterari (scarti e giunte) del GDLI. I cinque momenti di convegno affronteranno, di volta in volta, il rapporto di Sanguineti con la lessicografia e la sua capacità di riutilizzarla in chiave letteraria.
GIORNATA NAZIONALE DELLA LETTERATURA - Lettere dal ’68
Torino, 26 ottobre 2018 Auditorium "G. Qua... more GIORNATA NAZIONALE DELLA LETTERATURA - Lettere dal ’68 Torino, 26 ottobre 2018 Auditorium "G. Quazza" Diretta streaming all’indirizzo www.unito.it/media.
Nel Palazzone di Biella, negli spazi espositivi di Banca
Patrimoni Sella & C. in via dei Seminari... more Nel Palazzone di Biella, negli spazi espositivi di Banca Patrimoni Sella & C. in via dei Seminari 3, apre al pubblico la mostra Da BAJ a ZIVERI. Gli artisti della Collezione Sanguineti, un progetto della Direzione Artistica di Banca Patrimoni Sella & C. in collaborazione con il Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti e l’Università degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici. Attraverso una selezione di opere provenienti dalla collezione personale di uno dei maggiori intellettuali e poeti del secondo Novecento italiano, il visitatore può ripercorrere i profondi legami d’amicizia e le fertili collaborazioni di Edoardo Sanguineti con alcuni tra i più celebri artisti a lui contemporanei, tra cui Enrico Baj, Albino Galvano, Emanuele Luzzati, Ugo Nespolo, Mario Persico, Carol Rama, fino a Emilio Vedova e Guido Ziveri. Le opere sono sono state volutamente allestite in ordine alfabetico per autore, a richiamo dell’Alfabeto apocalittico, opera poetica di Sanguineti pubblicata nel 1982 e illustrata dall’amico Enrico Baj.
Nell'ambito delle celebrazioni promosse dal Comitato Dante SettecenTO, una nuova sfida chiude sim... more Nell'ambito delle celebrazioni promosse dal Comitato Dante SettecenTO, una nuova sfida chiude simbolicamente la serie di Maratone dantesche, iniziata nel 2017: più di 100 lettori volontari, tra studenti, docenti e appassionati cittadini, affronteranno la lettura integrale del poema dantesco.
Uploads
Papers by Clara Allasia
Parole chiave · Molière, Don Giovanni, libertini, Sanguineti.
Abstract · French Libertines from Sade towards Modernity · Between 2000 and 2005, Edoardo Sanguineti elaborates theatrical ‘disguises’ in which he shows attention to French libertines and Casanova, already the subject of Stracciafoglio 14 and of numerous lexicographic entries from the Histoire in the Wunderkammer. From the translation of Molière’s Dom Juan to the insertions of Sade in Sei personaggi.com and Ritratto del Novecento, up to the reflection on the final scene of Buñuel’s L’âge d’or (homage to the One Hundred and Twenty Days of Sodom), theatre and the use of film editing are the codes with which Sanguineti conducts his rereading of the libertines, with an eye to that prototype of Don Juan present even in his poems as a nineteen-year-old read (and disapproved of) by Cesare Pavese.
Keywords · Molière, Don Giovanni, Libertines, Sanguineti.
______________________________________________________
« Per l’affocato riso de la stella ». Reading of Paradise xiv · The proposed reading retraces the canto which, overturning the balance of Par. xiii, begins with an almost domestic image and closes anticipating even the final verses of Par. xxxiii and of the entire Comedy. Acting as a pivot and giving compactness to the passage are two very brief reflections of the Auctor introduced by the same dubitative adverb ‘perhaps’. In the first case the adverb precedes an example of humility and righteous use of wits and allows us to turn our gaze into the depths of hell. In the second case, however, a nod immediately repressed betrays the emotional participation of a journey always poised between the finiteness and physicality of earthly life and the otherworldly experience.
Parole chiave · Molière, Don Giovanni, libertini, Sanguineti.
Abstract · French Libertines from Sade towards Modernity · Between 2000 and 2005, Edoardo Sanguineti elaborates theatrical ‘disguises’ in which he shows attention to French libertines and Casanova, already the subject of Stracciafoglio 14 and of numerous lexicographic entries from the Histoire in the Wunderkammer. From the translation of Molière’s Dom Juan to the insertions of Sade in Sei personaggi.com and Ritratto del Novecento, up to the reflection on the final scene of Buñuel’s L’âge d’or (homage to the One Hundred and Twenty Days of Sodom), theatre and the use of film editing are the codes with which Sanguineti conducts his rereading of the libertines, with an eye to that prototype of Don Juan present even in his poems as a nineteen-year-old read (and disapproved of) by Cesare Pavese.
Keywords · Molière, Don Giovanni, Libertines, Sanguineti.
______________________________________________________
« Per l’affocato riso de la stella ». Reading of Paradise xiv · The proposed reading retraces the canto which, overturning the balance of Par. xiii, begins with an almost domestic image and closes anticipating even the final verses of Par. xxxiii and of the entire Comedy. Acting as a pivot and giving compactness to the passage are two very brief reflections of the Auctor introduced by the same dubitative adverb ‘perhaps’. In the first case the adverb precedes an example of humility and righteous use of wits and allows us to turn our gaze into the depths of hell. In the second case, however, a nod immediately repressed betrays the emotional participation of a journey always poised between the finiteness and physicality of earthly life and the otherworldly experience.
In questo volume si dà conto del lavoro svolto intorno all’Orlando Furioso. Le scuole coinvolte hanno condiviso l’ipotesi di partenza che il poema cinquecentesco sia un’opera fondamentale per comprendere la genesi del romanzo moderno e che perciò lo si possa proporre agli studenti, lettori inesperti, attraverso una didattica attualizzante, aperta anche alle loro riscritture creative.
Il volume è diviso in due parti: nella prima sono ospitati alcuni interventi che interrogano il mondo ariostesco in modo trasversale, utilizzando i linguaggi della filosofia e della storia, dell’arte, delle letterature, del teatro e cinema, della psicoanalisi, dei media; nella seconda si presenta il resoconto della ricerca-azione svolta nelle classi, corredato dalle riflessioni teorico-metodologiche che essa ha suggerito.
La militanza della critica da Francesco De Sanctis alla contemporaneità (Torino, 26-27 settembre 2017). Da queste pagine emergono il valore civile che frequentemente la parola “critica” assume per i lettori coevi e la modernità di alcune interpretazioni dalle quali, ancora oggi, è indispensabile partire per confrontarsi con gli autori più significativi della nostra storia letteraria.
Infine il sesto capitolo esplora il contrasto con la Scuola storica torinese e le molte e non scontate posizioni dei suoi rappresentanti nei confronti di De Sanctis: Torino, la città che negò all’intellettuale irpino una cattedra universitaria, fu poi la prima a creare nel suo ateneo un corso destinato all’opera e alla filosofia dell’irpino. Dal canto suo questa figura ispirò, esplicitamente, vicende di resistenza politica e intellettuale di grande rilievo, mentre i nazionalisti e poi i fascisti cercavano maldestramente di impadronirsene. Da Graf a Renier, da Cosmo a Gramsci, da Debenedetti a Sanguineti, De Sanctis resta un riferimento irrinunciabile per molti dei maestri della nostra letteratura che passarono da Torino, spesso senza restarvi, e offrirono nei loro scritti un modello di militanza morale e civile.
mondo, personale e vertiginoso, agli studenti del DAMS, regalandoci
una lunga riflessione che si presta, con altrettanta naturalezza, a una
rilettura del Novecento. Dal cinema delle origini a von Trier, Sanguineti
ci restituisce un percorso intellettuale e artistico di complessa generosità e di appassionante lettura, scandito da ricordi personali e da incursioni nella letteratura: Leopardi e Lautréamont ma, anche, Rimbaud e Manzoni. Su tutto domina la ricerca «dell’emozione intellettuale come
geografia dei possibili modi di fruire dello spettacolo cinematografico»
e, naturalmente, come possibile interpretazione della realtà.
che conciliante e per nulla semplice da decifrare. Il lessicografo fa capolino dietro al Dramaturg, il cinefilologo dietro al romanziere; lo studioso si impossessa dei travestimenti e li
trasforma in saggi. In ogni momento il lettore si trova di fronte a un bivio, un’alternativa, un’opzione, una molteplicità di ruoli che avvolgono e sommergono. Qualsiasi strada si prenda,
qualsiasi tragitto si voglia percorrere, si assisterà a un moltiplicarsi delle suggestioni, all’interno di un alveo di competenze e di sensibilità che scolorano in continuazione l’una dentro l’altra.
L’analisi qui condotta si sofferma su sei argomenti cruciali, che rappresentarono altrettante ‘tentazioni’ di sosta nell’inesausto vagabondare di Graf: dal medioevo, culla delle «superstizioni nate da bisogno», alla consapevolezza del fallimento risorgimentale, che tuttavia non giustifica la caduta in un nazionalismo cieco, perché «vero patriottismo non è quello che solo nelle occasioni grandi e solenni si scuote, si scalmana e rodomonteggia», ma neppure giustifica fino in fondo la conversione al socialismo («tra i rivoluzionarii e i conservatori
non c’è, molto spesso, se non quest’unica differenza, che gli uni sono canaglia turbolenta, gli altri canaglia pacifica»). Seguono le incombenze universitarie, imposte da un ruolo che Graf si trova a ricoprire, quasi suo malgrado, e, fuori dall’università, la tentazione di una militanza letteraria e civile, che investe
anche la produzione poetica, nella ricerca di un’alternativa a quanto è promosso da «letterati illetterati, critici analfabeti, lenoni estetici, laureati in mascalcia e scienze affini, specialisti dell’indiscernibile e dell’impercettibile, subuomini
che si fanno chiamare superuomini». L’ultima tentazione, quella della fede, non ha assolutamente il sapore di un approdo perché «si danno uomini di così alta e pura religiosità che di nessuna religione positiva si possono contentare».
Il carteggio torna ora, idealmente, tra le valli in cui, anno dopo anno, si era costituito e ci consente di mettere a fuoco alcuni aspetti di un intellettuale complesso: la passione, mai intermessa, per gli studi letterari e per il «suo» “Giornale storico”, il rapporto profondo e tutt'altro che scontato con Benedetto Croce, la sensibilità critica che lo porta a valutare con acutezza l'amico e collega Giovanni Pascoli e la poetessa Ada Negri. Dall'epistolario emergono anche fraintendimenti, errori e tragiche illusioni: prima fra tutte la fiducia cieca nel regime fascista; poi l'incomprensione, condivisa con Croce, Graf, Fogazzaro e molti altri, della funzione della stampa e dei doveri della cronaca in occasione del delitto Murri.
Il volume è completato da una bibliografia degli scritti di Cian."
Scorrendo l’epistolario emerge, non scontato, un rapporto culturale che mette a confronto, almeno fino al 1915, una serie di riflessioni spesso di grande sincerità su argomenti letterari e filosofici: lo studio del Barocco, la poesia del Quattrocento, l’analisi del marxismo e le prime formulazioni dell’Estetica, il tentativo di “buona intesa” voluto da Cian con la celebre e contestata prolusione. I primi anni della «Critica» sono oggetto di scambio serrato, spesso concorde, e la polemica fra «Critica» e «Giornale storico della letteratura italiana» viene ripercorsa in tutte le sue fasi: l’avversione crociana per Arturo Graf che suscita la reazione decisa di un ormai incerto Rodolfo Renier, gli anni della Grande Guerra, la polemica con Egidio Gorra e poi i sempre più frequenti screzi sotto la direzione Cian.
Parte importante è ovviamente dedicata al progressivo rivelarsi di posizioni politiche distanti, prima con il dibattito sull’interventismo e poi con quello sul fascismo; sullo sfondo, vicende familiari e umane, spesso tragiche, trovano sempre pronta e spontanea solidarietà nel corrispondente.
Umanissima è la vicenda della riconciliazione dopo il ’48, chiesta da Cian e concessa da Croce, che scriverà una splendida lettera sulla «gara» degli studi, in cui, con un gesto di compassione verso l’antico amico e ormai sconfitto avversario, si dichiarerà, cavallerescamente, perdente.
della Lingua Italiana (GDLI, Battaglia) e il Grande Dizionario Italiano dell’Uso (GDU, De Mauro).
Proprio la parola, per Sanguineti “fabbrica del mondo”, è al centro della rassegna proposta da UniVerso, l’osservatorio permanente sulla contemporaneità dell’Università di Torino,
e ideata dal Centro Studi Interuniversitario Edoardo Sanguineti in collaborazione con l’Archivio di Stato di Torino,
l’Accademia delle Scienze di Torino, Infini.to-Planetario di Torino, il Dipartimento di Scienze della Vita e Biologia dei Sistemi, il Dipartimento di Studi Umanistici e StudiumLab.
Il programma prevede una mostra e cinque momenti di convegno, articolati in un percorso significativo per i luoghi e gli enti coinvolti, che guarda ai diversi interessi di Sanguineti in un itinerario alla scoperta
delle spinte creative dell’autore e delle molteplici relazioni interdisciplinari che portano a una incessante rideterminazione semantica dei materiali e degli oggetti.
La mostra attingerà principalmente ai fondi del Centro Studi
Interuniversitario Edoardo Sanguineti: a interagire con
questi documenti saranno alcune schede lessicografiche
selezionate provenienti dal Fondo esempi letterari (scarti e
giunte) del GDLI.
I cinque momenti di convegno affronteranno, di volta in volta, il rapporto di Sanguineti con la lessicografia e la sua capacità di riutilizzarla in chiave letteraria.
Torino, 26 ottobre 2018 Auditorium "G. Quazza"
Diretta streaming all’indirizzo www.unito.it/media.
Patrimoni Sella & C. in via dei Seminari 3, apre al pubblico
la mostra Da BAJ a ZIVERI. Gli artisti della Collezione
Sanguineti, un progetto della Direzione Artistica di Banca
Patrimoni Sella & C. in collaborazione con il Centro Studi
Interuniversitario Edoardo Sanguineti e l’Università
degli Studi di Torino, Dipartimento di Studi Umanistici.
Attraverso una selezione di opere provenienti dalla
collezione personale di uno dei maggiori intellettuali
e poeti del secondo Novecento italiano, il visitatore
può ripercorrere i profondi legami d’amicizia e le fertili
collaborazioni di Edoardo Sanguineti con alcuni tra i più
celebri artisti a lui contemporanei, tra cui Enrico Baj, Albino
Galvano, Emanuele Luzzati, Ugo Nespolo, Mario Persico,
Carol Rama, fino a Emilio Vedova e Guido Ziveri. Le opere
sono sono state volutamente allestite in ordine alfabetico
per autore, a richiamo dell’Alfabeto apocalittico, opera
poetica di Sanguineti pubblicata nel 1982 e illustrata
dall’amico Enrico Baj.